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Webuild celebra il “Superbarocco” con due mostre a Genova e Roma

ROMA (ITALPRESS) – Sarà inaugurata a Roma il 26 marzo la mostra “Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco”, organizzata dalle Scuderie del Quirinale, dalla National Gallery of Art di Washington D.C., con la speciale collaborazione del Comune e dei musei di Genova e la partecipazione di Webuild. L’esposizione si compone di decine di opere d’arte oggi conservate in grandi musei del mondo, ma anche provenienti da esclusive collezioni private, che potranno essere ammirate fino al prossimo 3 luglio. Webuild è anche main partner della mostra gemella “Superbarocco. La Forma della Meraviglia. Capolavori a Genova tra il 1600 e il 1750”, ospitata a Genova all’interno dell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale dal 27 marzo fino al 10 luglio 2022. Entrambe le esposizioni sono curate da Jonathan Bober, Piero Boccardo e Franco Boggero. La partecipazione a questo nuovo progetto artistico rientra nella tradizione culturale del Gruppo Webuild, sensibile alla tutela del bello e del patrimonio artistico italiano, con il programma “Agenda Cultura”.
Ricordare il fermento culturale del Barocco genovese significa per Webuild rinnovare la promessa di lasciarsi ispirare dall’esempio dei geni italiani che con audacia hanno saputo raccogliere energie e passioni per promuovere il cambiamento dell’intero Paese. Sostenendo il progetto Superbarocco, Webuild vuole anche riconfermare la sua vicinanza al territorio ligure, dove sta realizzando il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova, la linea ad alta velocità e alta capacità che collegherà Genova a Milano. “Webuild – commenta l’Ad del Gruppo Webuild Pietro Salini – è pronta a dare il suo contributo, non solo realizzando le grandi opere infrastrutturali che daranno slancio e vitalità al Paese ma anche sostenendo quelle iniziative artistiche che sono la linfa della nostra cultura e il collante delle nostre identità”. Per tutta la durata della mostra, le Scuderie del Quirinale ospiteranno anche uno spazio espositivo dedicato al nuovo Ponte Genova San Giorgio, l’opera infrastrutturale realizzata da Webuild simbolo di cambiamento e di efficienza nella costruzione di nuove infrastrutture in Italia.
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Mostre, a Roma “London Calling: British Contemporary Art Now”

ROMA (ITALPRESS) – Dal 17 marzo al 17 luglio 2022, le sale di Palazzo Cipolla a Roma ospitano una delle più particolari mostre di arte contemporanea mai realizzate in Italia: “London Calling: British Contemporary Art Now. From David Hockney to Idris Khan”: una mostra che attraverso oltre 30 opere riunisce il lavoro di 13 grandi artisti britannici di diverse generazioni, per la cui carriera artistica la città di Londra ha svolto un ruolo molto importante.
La mostra presenta un parterre d’eccezione di artisti nati nell’arco di cinque decenni, tra il 1937 e il 1978: David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan.
Una sequenza di artisti la cui carriera è stata in qualche modo influenzata dalla capitale britannica, o perchè vi sono nati, oppure vi si sono recati durante la propria formazione, o magari trasferiti in un secondo momento in modo da essere vicini alle grandi gallerie e musei, quando non semplicemente per andare alla ricerca di nuovi orizzonti creativi. Nomi che hanno contribuito a collocare Londra nell’Olimpo delle avanguardie artistiche, così come lo erano state in precedenza Firenze nel Rinascimento, Parigi con l’Impressionismo o New York nella seconda metà del XX secolo. Artisti che innestano le loro radici su una Londra di inizio anni Sessanta, in piena trasformazione economica e sociale e che si preparava a diventare una delle capitali indiscusse dell’arte contemporanea.
Partendo dal più anziano, David Hockney, fino a giungere al più giovane, Idris Khan, il percorso espositivo propone uno spaccato dell’attuale scena artistica londinese attraverso una serie di opere iconiche selezionate dai curatori Maya Binkin e Javier Molins in collaborazione con gli artisti stessi. Ideata dalle collezioni/studi personali degli artisti, la mostra è supportata da gallerie e collezioni internazionali come Gagosian Gallery, Goodman Gallery, Galerie Lelong, Lisson Gallery, Modern Forms, Victoria Mirò Gallery, Galerie Thaddaeus Ropac, Sean Kelly Gallery, New York, Tim Taylor Gallery, London, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea.
La varietà degli artisti presenti consente, inoltre, di contemplare tecniche compositive assai diverse tra loro, come pittura, scultura, disegno, ceramica, fotografia, video e molto altro, esprimendo una molteplicità di temi quali la vita quotidiana, il confino, l’esplorazione dell’essere umano, il paesaggio, la politica, la religione, la storia dell’arte, la letteratura, la musica, il genere, la violenza o il rapporto tra la vita e la morte.
La mostra è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, ed è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia.
Commenta il Prof. Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro, che ha fortemente voluto questa mostra: “Dopo lo straordinario successo di pubblico e critica ottenuto dalla mostra “Re-coding” di Quayola, italiano londinese d’adozione, oggi Palazzo Cipolla ospita un’intera mostra dedicata proprio all’arte contemporanea figlia della “swinging London”, presentando – per la prima volta in Italia – una variegata selezione di opere di 13 artisti appartenenti a diverse generazioni, che hanno tutti respirato il fermento creativo della capitale britannica dai “Sixties” in avanti e a Londra si sono formati artisticamente negli ultimi decenni. Da Hockney a Scully, da Kapoor ai fratelli Chapman, da Hirst a Khan, gli artisti che danno vita a questa esposizione – seppur di età e provenienze diverse fra loro – hanno tutti in comune il fatto di aver vissuto intensamente Londra e di averne assorbito il dinamismo e l’anticonformismo in una determinata fase della loro carriera. A Palazzo Cipolla si è scelto di esporre le loro produzioni più recenti (fatta eccezione per qualche pezzo iconico, come ad esempio il Glen Matlock di Hirst del 1997 o il vaso in ceramica di Grayson Perry del 1995) per dare conto dell’assoluta vitalità, originalità e dirompenza del messaggio di cui sono portatori ancora oggi, nel secondo decennio degli anni Duemila. Il percorso di mostra conduce il visitatore lungo un viaggio ideale in grado di condensare, in pratica, in poco più di una trentina di opere, la storia dell’arte contemporanea europea e occidentale, sia dal punto di vista delle sperimentazioni stilistiche che da quello delle ricerche di tipo concettuale, inserendosi a buon titolo nella programmazione più che ventennale di Palazzo Cipolla, che la Fondazione, su mio preciso impulso, ha fin dal principio rivolto ad indagare le tendenze e le manifestazioni più si-gnificative dell’arte in tutte le sue forme ed epoche”.
Così la curatrice Maya Binkin: “Londra è una città unica nel suo genere. Per avere successo qui, un artista deve essere il migliore nel suo campo: un’eccellenza, questa, che ha un impatto diretto sulla città elevandone gli standard, così da garantire che sia solo l’arte migliore a entrare nelle sue gallerie. E’ un ciclo che si alimenta da solo, perfezionandosi di volta in volta. La mostra “London Calling” presenta al pubblico una selezione di artisti che sono riusciti a sfondare malgrado la concorrenza spietata”.
Le fa eco il curatore Javier Molins: “Per trovare una città con una tale concentrazione di talenti artistici bisogna risalire indietro nel tempo fino alla Firenze del Rinascimento. L’arte di quel periodo dovette la sua nascita a una serie di fattori, tra cui il progresso scientifico, economico e politico che portò le città a competere tra loro per attrarre i migliori artisti. Allo stesso modo, la rivoluzione dei costumi e il grande sviluppo economico che investirono Londra negli anni Sessanta hanno dato vita a un vivace ambiente artistico nel quale scuole d’arte e gallerie si contendevano i migliori studenti e gli artisti di spicco mentre i musei si sfidavano a colpi di mostre sensazionali. Non solo, le stesse istituzioni facevano a gara per premiare gli artisti più meritevoli e i collezionisti per acquistare le opere migliori. Lo scopo di questa mostra è di presentare il lavoro degli artisti di quel periodo, cercando di spiegare le ragioni che hanno decretato il primato di Londra sulla scena dell’arte con-temporanea globale”.
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A Bologna mostre ed eventi per il centenario di Pasolini

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Per i cent’anni dalla nascita a Bologna di Pier Paolo Pasolini, proprio nel 1922, dal cinque marzo prenderanno il via molte iniziative per celebrare questo importante anniversario e dureranno fino all’autunno. Più di un centinaio di eventi dislocati in tutta la città e che racconteranno l’impegno dell’artista a 360 gradi. Proprio l’Unesco, infatti, ha riconosciuto questo centenario come uno dei più importanti anniversari del biennio 2022/2023.
Le celebrazioni si articoleranno nel cartellone di iniziative PPP, 100 anni di Pasolini a Bologna, promosse attraverso il sito pppbologna.it che presenterà il calendario aggiornato degli eventi, mostre, proiezioni e spettacoli curati dal Comune e dalle realtà culturali del territorio nel corso di tutto il 2022.
Nel cartellone confluiscono numerose progettualità che si arricchiranno anche grazie allo stanziamento straordinario disposto dal Ministero della Cultura in favore dei capoluoghi metropolitani per i progetti di arti performative nelle periferie.
Pasolini, artista poliedrico e dalla fama internazionale, è particolarmente legato alla città di Bologna dove, ricorda l’assessora alla cultura Elena Di Gioia, “ha affinato il suo sguardo”.
“Sono nato nel 1922 in una città piena di portici”, così scriveva Pasolini nell’incipit del poema autobiografico “Poeta delle ceneri”.
Tra le varie iniziative promosse in città c’è anche #QUIPASOLINI, un percorso urbano alla scoperta dei luoghi pasoliniani: dalla casa natale, al Liceo Galvani e alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna dove si laureò.
Altro appuntamento imperdibile è la mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative e, ancora, il Festival Pasolini al cinema Lumiére, ovvero la retrospettiva integrale dei film di PPP.
“A 100 anni di distanza vogliamo celebrare uno dei figli più illustri di Bologna rivendicandone una paternità, o maternità, non a tutti nota. Invece è a Bologna che Pasolini ha trascorso gli anni della giovinezza e della formazione”, ha ricordato il sindaco bolognese Matteo Lepore.
Un pensiero fuori dal coro ancora in grado di “agitare un punto di vista critico” nella comunità, sottolinea l’assessora Elena Di Gioia.
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Apre a Bologna la mostra-evento su Lucio Dalla

BOLOGNA (ITALPRESS) – La grande mostra-evento dedicata a Lucio Dalla apre a Bologna – prima tappa di un importante percorso nazionale che la vedrà realizzata a Roma in autunno, dal 22 settembre all’Ara Pacis e, successivamente, nel 2023, in occasione dell’ottantesimo della nascita, a Napoli e a Milano.
La mostra sarà ospitata nella prestigiosa cornice del Museo Civico Archeologico, a partire dal 4 marzo e fino al 17 luglio. Promossa dal Comune di Bologna con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, è ideata e organizzata dalla società C.O.R. Creare Organizzare Realizzare di Roma. La curatela è di Alessandro Nicosia con la Fondazione Lucio Dalla, ed è il frutto di una lunga ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero percorso umano e artistico di uno dei più amati artisti italiani e internazionali che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica, dello spettacolo e della cultura.
“Quello tra Lucio Dalla e Bologna è un legame indissolubile e straordinario – sostiene il Sindaco di Bologna Matteo Lepore – che traspare dalle sue canzoni e nel ricordo personale che molti bolognesi conservano di lui. A 10 anni dalla sua scomparsa, Bologna Città creativa della musica Unesco vuole celebrare la sua musica, le sue canzoni, il suo genio, attraverso una grande mostra. Voluta dalla Fondazione Lucio Dalla, con il sostegno del Comune di Bologna, al Museo Archeologico sarà possibile rivivere emozioni e ricordi e scoprire aspetti inediti di Lucio, che tanto ha amato Bologna e che da Bologna è fortemente ricambiato. Ne sono prova, a distanza di dieci anni, le continuedimostrazioni di affetto e di riconoscimento della città e dall’Italia tutta, per un autore che ha rappresentato una delle più alte espressioni popolari della nostra cultura”.
Per Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna “dedicare una mostra a Lucio Dalla è qualcosa di più che un semplice tributo.
Abbiamo tutti una canzone di Lucio nel cuore. I suoi brani, la sua poetica, hanno accompagnato come una colonna sonora la nostra vita e quella di generazioni di italiani.
E’ una prerogativa solo dei grandi artisti, quella di riuscire a essere così empatici, capaci di interpretare con le parole e la melodia di una canzone anche il nostro vissuto e i nostri stati d’animo.
Per questo ho trovato subito veramente interessante l’idea di una mostra evento dedicata a questo nostro grande artista a dieci anni dalla sua scomparsa e a ottanta dalla nascita.
Un’occasione per ripercorrere la sua produzione di cantante e compositore ma anche la dimensione umana, privata, così ironica e straripante.
Lucio non è stato solo un grande musicista, ma anche un artista poliedrico che fu attore cinematografico, scrittore, regista teatrale, amante dello sport, appassionato di motori. In breve, un autore capace di interpretare l’anima e la storia del nostro Paese.
Ringrazio dunque la Fondazione Lucio Dalla e l’azienda COR per averci offerto l’opportunità di questa mostra, per poi portare nuovamente, dopo Bologna, Lucio in tour a Roma, Milano, Napoli prima che all’estero”.
Un percorso dal quale, partendo dall’infanzia, viene evidenziato come il rapporto con la musica di Lucio Dalla è sempre centrale ed è un elemento continuativo che lo seguirà per tutta la vita. Dice Alessandro Nicosia curatore e organizzatore della mostra (a cui si devono, tra le tante, esposizioni dedicate a Federico Fellini, ad Alberto Sordi, a Luciano Pavarotti, a Oriana Fallaci etc.): “Presentare l’Universo Dalla in uno spazio di 1000 metri quadri è stata un’impresa difficile ma sicuramente affascinante; in lui la musica scorre dalla più tenera età, con estrema naturalezza. Grazie alla sua capacità innata di dare forma a qualsiasi espressione musicale gli capitasse alle orecchie, ha dato vita a questa incredibile carriera, lunga, intensa, multiforme, sempre all’insegna di strade nuove e inesplorate”.
Per avere un quadro più attento e preciso, ho condotto un lungo e approfondito lavoro di ricerca, leggendo tantissimi libri, interviste, giornali, guardando filmati, ma soprattutto intervistando chi realmente l’ha amato e conosciuto: in questo modo mi è stato possibile raccogliere numerosissime testimonianze fondamentali per riuscire a comporre una lettura esaustiva di una personalità così sfaccettata.
Oltre dieci le sezioni in cui è suddivisa l’esposizione: Famiglia-Infanzia-Amicizie-Inizi musicali, Dalla ci racconta, Il clarinetto, Il museo Dalla, Dalla e la sua musica, Dalla e il cinema, Dalla e il teatro, Dalla e la televisione, l’Universo Dalla, Dalla e Roversi, Dalla e la sua Bologna. Insieme ai documenti, tante foto, filmati, abiti di scena e altri aspetti che ci raccontano la sua vita, l’arte e le sue passioni. Per capire meglio il risultato finale di questa importante ricerca/esperienza va sottolineata la sezione Universo Dalla, con decine di foto del Maestro con tanti personaggi della cultura, i più importanti cantanti, i tantissimi collaboratori che lo accompagnarono puntualmente nel suo lavoro e, ancora, un’interessante chicca con un’enciclopedia di oltre 250 nomi di persone di ogni genere sociale, con cui ha avuto rapporti di lavoro e amicizia che lo hanno seguito per tutta la vita con gioia e con il massimo della considerazione. Con l’occasione l’esposizione sarà accompagnata da un prestigioso catalogo edito per i tipi di Skira che vede, tra le tante cose, un lungo elenco di straordinarie testimonianze raccolte in occasione delle celebrazioni che aiutano a capire Lucio Dalla.
Sottolinea Andrea Faccani, Presidente Fondazione Lucio Dalla “Lo scopo per cui abbiamo dato vita alla Fondazione Lucio Dalla, nel 2014, è quello di mantenere viva la memoria di Lucio e di raccontarne la storia. Ciò diviene ancora più importante e significativo nel biennio in cui ricorre il decennale della sua scomparsa e l’ottantesimo anniversario dalla nascita. Vorremmo che in questi due anni il ricordo di Lucio fosse corale, partecipato e diffuso. Che la memoria di questo grande artista e di questo incredibile uomo attraversasse come un brivido di emozione tutto il nostro Paese, per poi andare oltre, lontano e portare il ricordo di Lucio in giro per il mondo come quando io lo accompagnavo ai concerti. Sono tante le iniziative che Fondazione Lucio Dalla realizzerà e promuoverà, tanti coloro che saranno al fianco della Fondazione nel nome di Lucio e che ringraziamo per le idee, per l’omaggio, per l’entusiasmo con cui stiamo condividendo e condivideremo il ricordo di Lucio, da Bologna fino a Sorrento. Tra queste senz’altro la prima grande Mostra dedicata a Lucio Dalla sarà centrale e rappresenta per Fondazione Lucio Dalla un nuovo capitolo nella narrazione dedicata all’artista”.
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Arte, tornano a Ferrara i dipinti del Garofalo

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ROMA (ITALPRESS) – I dipinti “Pesca miracolosa” e “Noli me tangere” di Benvenuto Tisi detto il Garofalo sono arrivati questa mattina dai depositi della Galleria Borghese di Roma nella città di Ferrara, dove sono stati esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Palazzo Costabili insieme alla magnifica pala della “Crocifissione con la Vergine, la Maddalena e i Santi Giovanni e Vito” dello stesso autore, proveniente dalla Pinacoteca di Brera. I tre dipinti sono stati esposti temporaneamente nella sala delle carte geografiche, in attesa di essere collocati definitivamente nella Sala del Tesoro al termine del nuovo allestimento. La scelta di esporre le tre opere nella Sala del Tesoro di Palazzo Costabili trova una sua ragione d’essere nella meravigliosa volta affrescata dallo stesso Garofalo tra il 1503 e il 1506, dove spicca un affresco che raffigura personaggi di rango affacciati ad un’illusoria balconata.
L’iniziativa rientra nel progetto “100 opere tornano a casa” lanciato dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, per dare visibilità alle opere custodite nei depositi dei luoghi d’arte, di artisti più o meno conosciuti, e promuovere i musei più piccoli, periferici e meno frequentati.
Questi tre dipinti presentati questa mattina si aggiungono alla tela di Carlo Bononi “San Bruno in preghiera con altri monaci”, arrivata da Brera lo scorso 15 dicembre e ora visibile nella collezione permanente della Pinacoteca Nazionale di Ferrara (Gallerie Estensi).
Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti: Alan Fabbri, Sindaco di Ferrara; Marco Gulinelli, Assessore alla Cultura di Ferrara; Giorgio Cozzolino, Direttore Regionale Musei dell’Emilia Romagna; Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese; Martina Bagnoli, Direttrice delle Gallerie Estensi; Tiziano Trocchi, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara; Lucia Calzona, Storica dell’arte e curatrice della Galleria Borghese; Letizia Lodi, Storica dell’arte e curatrice della Pinacoteca di Brera.
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Riapre la Pinacoteca di Faenza dopo la chiusura dovuta alla pandemia

BOLOGNA (ITALPRESS) – Con un nuovo allestimento, maggiormente funzionale alla visione delle opere e che valorizza quelle più rappresentative, realizzato con anche un contributo della Regione Emilia-Romagna, inaugura domani – sabato 11 dicembre – alle ore 17, dopo la chiusura nei mesi di pandemia, la Pinacoteca comunale di Faenza (Ra). La chiusura è di fatto diventata un’occasione per procedere a un rinnovamento degli allestimenti e del percorso espositivo, in un’ottica di ripresa delle attività che parte dalla valorizzazione del patrimonio culturale. Sono quasi duecento le opere esposte che narrano la storia della Pinacoteca faentina, tra gli Istituti più importanti e antichi della regione, con testimonianze che dall’alto Medio Evo arrivano ai giorni nostri. Situata negli spazi di via S. Maria dell’Angelo, la Pinacoteca viene restituita alla cittadinanza in veste nuova, rientrando nel panorama dell’offerta artistico-culturale della città.
Intervengono alla cerimonia di apertura, l’assessore alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna Mauro Felicori, il sindaco del Comune di Faenza Massimo Isola, il direttore della direzione Regionale Musei Emilia Romagna Giorgio Cozzolino, il direttore Gallerie degli Uffizi Firenze Eike Schmidt e la dirigente del settore Cultura Turismo Promozione Economica e Servizi Educativi del Comune di Faenza, Benedetta Diamanti. Il taglio del nastro, con successiva visita alle collezioni, è previsto alle ore 17,45. A partire dal 12 dicembre la Pinacoteca sarà aperta al pubblico, dal martedì alla domenica, per un numero totale di 24 ore settimanali. Dalla data della riapertura e fino al 6 gennaio 2022 la visita sarà gratuita per i residenti nel Comune di Faenza.
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“Verdad Muda” in mostra a Genova

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ROMA (ITALPRESS) – La Galleria Studio Rossetti di Genova accoglie la stagione espositiva invernale con l’inaugurazione di “Verdad Muda”, la mostra personale dell’artista andalusa Evita Andùjar, a cura di Raffaella Salato. L’esposizione aprirà al pubblico giovedì 25 novembre e sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022.
Protagonista indiscusso della poetica dell’artista è l’universo femminile, reso in un dialogo tra figurazione e astrazione. In “Verdad Muda”, l’artista presenta una serie di dipinti del ciclo “Stolen Selfie”, nei quali si ispira al paradosso della nostra società: l’abuso tecnologico che ci sovraespone ad un flusso continuo di immagini ed informazioni spesso prive di reali contenuti. Le identità che i social network ci rimandano ossessivamente sono solo pallidi simulacri di una realtà che in pochi si preoccupano di penetrare e conoscere: ecco dunque che l’Andùjar stravolge le individualità di superficie con lo scopo dichiarato di suscitare una riflessione alternativa, di spostare il fuoco dall’apparenza alla sostanza. L’immagine che ne risulta appare doppia e traslata, come in continua ridefinizione.
Attraverso le sue opere, l’artista ci invita a vedere le cose in maniera differente, ci porta oltre, ci propone percorsi ed alternative. Nelle tele dell’artista c’è sempre un elemento di speranza, una tensione tra lo spazio fisico, il tempo e le emozioni, una scintilla che ci induce ad interrogarci sul “cosa” e sul “perché”.
Il risultato finale, è quello di un racconto sospeso. L’accuratezza di alcuni particolari nell’ambientazione, l’utilizzo mai casuale della luce e del colore, le pose o la gestualità delle figure non appaiono mai passivamente statiche. La dinamicità nasce dalla gestualità decisa dell’artista manifestata attraverso una pennellata materica, inafferrabile e rapida, esaltata da un sapiente uso dei colori acrilici.
Per tutto il periodo dell’esposizione, la Galleria Studio Rossetti propone attività culturali ed eventi che approfondiranno le tematiche sviluppate dall’artista, in collaborazione con esperti e professionisti del settore.
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Il genio olandese di Escher in mostra a Genova

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GENOVA (ITALPRESS) – Resterà allestita a Palazzo Ducale a Genova, fino al 20 febbraio 2022, la mostra antologica dedicata al grande genio olandese Maurits Cornelis Escher, uno degli artisti più amati a livello globale e i cui mondi impossibili sono entrati nell’immaginario collettivo rendendolo una vera icona del mondo dell’arte moderna. Con oltre 200 opere e i suoi lavori più rappresentativi come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata, la mostra presenta in 8 sezioni un excursus della sua intera e ampia produzione artistica. All’interno della mostra è inoltre possibile esplorare l’immaginifico universo escheriano tramite inedite sale immersive e strutture impossibili messe a confronto con opere di grandi artisti visionari del calibro di Giovanni Battista Piranesi (1720 – 1778) e di Victor Vasarely (1906 – 1997).
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