A Firenze la cultura si sposta online. Dopo le ultime misure restrittive determinate dalla situazione sanitaria, il Comune ha destinato 350 mila euro ad eventi digitali e iniziative online che andranno a comporre il cartellone della nuova rassegna ‘Inverno Fiorentino’ e aiuti al mondo del teatro e delle sale di spettacolo chiuse. La nuova delibera prevede di realizzare nel periodo autunnale e invernale una “rassegna composta da attività culturali e di intrattenimento proposte da soggetti no profit tramite piattaforme digitali, fruibili dagli spettatori online o in streaming, denominata Inverno Fiorentino”, e di sostenere economicamente i soggetti senza scopo di lucro che gestiscono sale teatrali e di spettacolo fiorentine attualmente chiuse al pubblico a causa delle misure di contenimento della pandemia. Spetterà all’associazione Muse pubblicare l’apposito avviso di selezione per l’individuazione dei soggetti beneficiari. All’Inverno Fiorentino, che prevede uno stanziamento fino a 150 mila euro, potranno partecipare i soggetti no profit che hanno maturato esperienze nel territorio fiorentino e che propongono eventi trasmessi in streaming oppure online, che si contraddistinguono per qualità culturale/artistica e originalità potrà essere riconosciuto un contributo economico massimo di 1.500 euro per ogni evento digitale proposto, fino ad un contributo massimo di 5.000 euro in caso di realizzazione di più eventi.
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Cultura, “inverno fiorentino” in digitale
Apre a Todi “Inhabited Deserts”, mostra fotografica di Pepper
TODI (PERUGIA) (ITALPRESS) – Un viaggio spettacolare nei più remoti deserti del mondo attraverso 53 immagini analogiche in bianco e nero, realizzate da John R. Pepper con la sua Leica M6. Da domani al 28 novembre Todi ospita la mostra “Inhabited Deserts” dopo aver debuttato a Parigi, ed essere passata per Teheran, Tel Aviv, Dubai e San Pietroburgo. “I deserti hanno sempre affascinato i fotografi” ha detto Pepper in occasione dell’inaugurazione della mostra nel salone “la ragione che spesso li porta lì è catturare la bellezza del paesaggio. E’ stata una bella sfida, ma non era quello che cercavo io. Io volevo andare oltre. La mia idea, il mio intento, è stato usare il deserto come il pittore sfrutta la verginità di una tela bianca. Così, attraversando vari deserti in diversi luoghi del mondo ho cercato di scoprire quali immagini si offrivano al mio sguardo, a volte erano visioni figurative, altre volte astratte. Non sono io che cerco l’immagine, è la fotografia che trova me”.
La mostra fotografica, realizzata dal Comune di Todi con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, ed in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia è curata da Gianluca Marziani, co-curatore KirillPetrin. Nel 2021 la mostra approderà in diverse città d’Europa e Stati Uniti.
“Pepper sfugge alle arguzie da software digitale, evitando il maquillage d’artificio e sposando il tema analogico in maniera sensibile” ha spiegato Gianluca Marziani “modula le scale dei grigi con rabdomantica nitidezza, profilando le dune come fossero lame, sezionando i contrasti con ambivalenze semantiche, intuendo l’istante in cui il sole disegna senza sbavature”. In “Inhabited Deserts” sono esposte 53 suggestive immagini stampate in grande formato, in bianco e nero, che racccontano il lungo viaggio di John R. Pepper (tre anni e 18mla km.) nei più remoti deserti del mondo (Dubai, Egitto, Iran, Israele, Mauritania, Oman, Russia e Stati Uniti). Un viaggio che ha permesso all’autore di scoprire luoghi suggestivi, la mostra è allestita nella sala delle Pietre e Nido d’Aquila del palazzo comunale di Todi, e realizzata con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, emanazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal professore Emmanuele F.M. Emanuele: “la fondazione gratifica coloro i quali con la loro arte e con la loro sensibilità rendono, specialmente in questo momento drammatico del nostro paese, un servizio fondamentale: quello di rallegrare la vita della gente attraverso l’arte e la bellezza dell’arte. Pepper ha creato un modo di trasmettere queste emozioni da tempo e continua a farlo con una maestria innarivabile”.
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Apre a Roma la mostra su Sordi, viaggio nella villa dell’attore
ROMA (ITALPRESS) – A marzo l’esplosione della pandemia l’aveva bloccato, a distanza di sei mesi può finalmente aprirsi al pubblico la villa di Alberto Sordi il grande attore romano che aveva scelto le Terme di Caracalla come affaccio verso la sua città. Visitata questa mattina dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, accompagnata dal curatore Alessandro Nicosia, la mostra dedicata “all’americano a Roma” aprirà da domani al pubblico. “Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020” il titolo della mostra, che si svolge nell’anno in cui si celebrano i 100 anni dalla nascita.
L’esposizione si snoda tra i vari ambienti della casa, per la prima volta aperta al pubblico, due tensostrutture di oltre 800 mq create per l’occasione e il Teatro dei Dioscuri al Quirinale: spazi lungo i quali si distende l’intero racconto che ci fa rivivere la lunga carriera dell’attore e allo stesso tempo ci fa scoprire il Sordi privato, attraverso oggetti, immagini, video, abiti, curiosità, documenti inediti. Un’esposizione finalizzata a restituirci il ritratto di un uomo e di un artista, lasciando emergere le sue poliedriche capacità professionali maturate in sessanta anni di carriera – è stato doppiatore, cantante, compositore, musicista, giornalista, attore, sceneggiatore, regista – ma anche la sua personalità, i tratti del suo carattere e il suo modo di essere nella vita pubblica e privata.
“Potremo finalmente entrare a casa di Alberto Sordi – ha detto la sindaca – vedere quali sono i luoghi della sua vita e gli oggetti che hanno caratterizzato il suo essere e la sua capacità di portare sullo schermo la romanità per farci ridere e riflettere sulle caratteristiche dei romani. Insieme alla fondazione possiamo annunciare anche una bella novità che è quella di dedicare in modo permanente la sala teatro, il cinema della casa, alla proiezione di film di Alberto Sordi in modo tale da avere un punto di contatto costante tra la città, l’attore e la sua opera che è davvero preziosa e immortale”. La mostra si apre nel cinema-teatro che si trova all’ingresso della villa per poi proseguire verso la palestra, con il toro meccanico con cui Sordi faceva a gara con gli amici, la bicicletta, con cui andava in giro, la cyclette, e tanti altri attrezzi sportivi, nei saloni, con i bellissimi De Chirico che Sordi aveva acquistato direttamente dal pittore, suo amico. Al piano superiore si potrà vedere il suo studio, allestito così come lui lo aveva lasciato, la sua camera da letto, dove muore nel febbraio 2003, e ancora la curiosa e unica barberia.
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Mostre, a Bologna 57 capolavori dell’Impressionismo
BOLOGNA (ITALPRESS) – C’è un pezzo di Parigi nel cuore di Bologna. Da domani, 29 agosto, al 14 febbraio 2021 Palazzo Albergati ospita 57 capolavori di Claude Monet e dei più importanti esponenti dell’impressionismo francese come Manet, Renoir, Degas e molti altri, provenienti dal Musèe Marmottan Monet di Parigi. Sei le sezioni della mostra che propone alcuni grandi classici dell’impressionismo come “Ritratto di Madame Ducros” (1858) di Degas, ‘Ritratto di Julie Manet’ (1894) di Renoir e “Ninfee” (1916-1919 ca.) di Monet, opere inedite per il grande pubblico perchè mai uscite dal Musèe Marmottan Monet. E’ il caso di “Ritratto di Berthe Morisot distesa” (1873) di E’douard Manet, “Il ponte dell’Europa, Stazione Saint-Lazare” (1877) di Claude Monet e “Fanciulla seduta con cappello bianco” (1884) di Pierre Auguste Renoir. La residenza in cui Paul Marmottan conservava le sue collezioni, nel 16° arrondissement di Parigi, fu aperta al pubblico nel 1934 e negli anni novanta ha preso il nome di Musèe Marmottan Monet, considerato la “casa dei grandi impressionisti”, e oggi possiede la più vasta collezione di Monet al mondo.
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Antonio Ligabue in mostra a Parma dal 17 settembre
La grande mostra dedicata ad Antonio Ligabue (1899-1965), uno degli artisti più geniali del Novecento italiano anticiperà la propria apertura a Parma a giovedì 17 settembre 2020, invece di sabato 19 settembre.
A causa dell’emergenza Coronavirus, la rassegna, inizialmente prevista tra aprile e dicembre di quest’anno, è stata definitivamente riprogrammata dal 17 settembre 2020 al 30 maggio 2021.
Con questa iniziativa, Parma si riappropria di un nuovo spazio espositivo, nel cuore della città ducale, all’interno del cinquecentesco Palazzo Tarasconi.
L’esposizione, ideata e realizzata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi, organizzata dal Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue di Parma, promossa dalla Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma, inserita nel calendario d’iniziative di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, presenta 83 dipinti e 4 sculture di Ligabue, capaci di analizzare i temi che più hanno caratterizzato la sua parabola artistica, dagli autoritratti, ai paesaggi, agli animali selvaggi e domestici.
Il percorso prevede, inoltre, una sezione con 15 opere plastiche di Michele Vitaloni (Milano, 1967) che condivide con Ligabue una particolare empatia verso il mondo naturale e animale.
In occasione della mostra di Parma, la Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma presenterà il “Catalogo generale di Antonio Ligabue. Pitture, sculture, disegni e incisioni”, in tre volumi, (edizione bilingue italiano e inglese) con testi, tra gli altri, di Augusto Agosta Tota, Vittorio Sgarbi, Flavio Caroli, Marzio Dall’Acqua e un catalogo bilingue (italiano e inglese) con la riproduzione di tutte le opere esposte e saggi dei curatori.
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Mostre, “Dante. La visione dell’arte” da marzo a Forlì
Nell’ambito delle celebrazioni nazionali dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, promosse dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per l’anno 2021, le Gallerie degli Uffizi e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì realizzeranno la grande mostra “Dante. La visione dell’arte”, che si terrà negli spazi dei Musei San Domenico di Forlì dal 12 marzo al 4 luglio 2021. La scelta di Forlì, come scenario dell’esposizione, è parte di una strategia complessiva di valorizzazione di un luogo e di un territorio che non costituisce solo un ponte naturale tra Toscana ed Emilia-Romagna. Forlì è città dantesca e a Forlì Dante trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell’autunno del 1302, rimanendo per oltre un anno presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città. Per la mostra, arriveranno da Firenze nella città romagnola il ritratto dell’Alighieri e quello di Farinata degli Uberti di Andrea del Castagno, di solito non visibili in Galleria poichè si trovano negli spazi della chiesa di San Pier Scheraggio, inclusa nell’edificio degli Uffizi ma non accessibile al pubblico: proprio in quello spazio si riuniva il Consiglio di cui faceva parte anche Dante. Nell’esposizione forlivese si vedrà anche un altro ritratto di Dante, in questo caso dipinto da Cristofano dell’Altissimo per la serie commissionata da Cosimo I dè Medici dedicata agli uomini illustri. Ci sarà la Cacciata dal Paradiso terrestre di Pontormo e persino un sublime disegno di Michelangelo che ritrae un dannato nell’Inferno della Divina Commedia, oltre a una scelta di pregiatissimi disegni di Federico Zuccari per l’edizione cinquentesca illustrata del testo.
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Mostre, dal 29 agosto “Monet e gli impressionisti” a Bologna
Dal 29 agosto 2020 riparte l’attività espositiva a Palazzo Albergati di Bologna con i 57 capolavori di Monet e dei maggiori esponenti dell’Impressionismo francese quali Manet, Renoir, Degas e molti altri, provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, noto nel mondo per essere la “casa dei grandi Impressionisti”. Prevista dal 13 marzo al 12 luglio e bloccata dall’emergenza coronavirus, apre al pubblico la mostra ‘Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi’ che porta a Bologna un’anteprima assoluta: per la prima volta dalla sua fondazione nel 1934, il Museo parigino cede in prestito un corpus di opere uniche, molte delle quali mai esposte altrove nel mondo. “Era tutto pronto per l’inaugurazione prevista lo scorso 12 marzo, quando il dilagare della crisi sanitaria per il Coronavirus – commenta Iole Siena, Presidente del Gruppo Arthemisia – ha costretto i capolavori di Monet e dei più grandi Impressionisti a una brusca ritirata. Dopo cinque mesi il mondo non è più quello di prima e quello della cultura, particolarmente colpito dalla pandemia, sta vivendo una forte battuta d’arresto”.
“In questo contesto l’apertura di una mostra eccezionale come ‘Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi’ – dice ancora Iole Siena – va in controtendenza rispetto al panorama internazionale ed emoziona più del solito, perché aprirla significa gettare il cuore oltre l’ostacolo, superare paure e incertezze e prediligere l’interesse del pubblico rispetto al proprio”. La mostra resterà aperta fino al 14 febbraio 2021. Per garantire l’accesso alla mostra nel rispetto di tutti gli standard di sicurezza, a partire da lunedì 6 luglio saranno aperte le prevendite sul sito www.ticket.it. La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (chiusura biglietteria ore 19.00) e potranno entrare 25 persone ogni 20 minuti, per un massimo di 75 visitatori all’ora, con obbligo di indossare la mascherina. Il percorso espositivo che vedrà primeggiare – accanto a capolavori dell’impressionismo francese come Ritratto di Madame Ducros (1858) di Degas, Ritratto di Julie Manet (1894) di Renoir e Ninfee (1916-1919 ca.) di Monet – opere inedite per il grande pubblico perché mai uscite dal Musée Marmottan Monet.
È il caso di Ritratto di Berthe Morisot distesa (1873) di Édouard Manet, Il ponte dell’Europa, Stazione Saint-Lazare (1877) di Claude Monet e Fanciulla seduta con cappello bianco (1884) di Pierre Auguste Renoir. La mostra Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi vuole anche rendere omaggio a tutti quei collezionisti e benefattori – tra i quali molti discendenti e amici degli stessi artisti in mostra – che, a partire dal 1932, hanno contribuito ad arricchire la prestigiosa collezione del museo parigino rendendola una tra le più ricche e più importanti nella conservazione della memoria impressionista.
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Da settembre a Piacenza la mostra “La rivoluzione siamo noi”
Dopo l’emergenza Coronavirus che ne aveva interrotto il cammino, dal 26 settembre 2020 al 10 gennaio 2021, riapre la mostra “La Rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo”, ospitata da XNL Piacenza Contemporanea, il centro culturale interamente dedicato all’arte contemporanea della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
La rivoluzione siamo noi, curata da Alberto Fiz, organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, col patrocinio del MiBACT – Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, della Regione Emilia-Romagna, con un progetto di allestimento di Michele De Lucchi e Amdl Circle e la consulenza scientifica del Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, presenta oltre 150 opere, tra dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramovic, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti da 18 collezioni d’arte, tra le più importanti in Italia, che indagano trasversalmente movimenti, stili e tendenze della contemporaneità.
Il percorso si completa alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi – i cui locali sono attigui a quelli di XNL – dove una serie di lavori di artisti tra cui Ettore Spalletti, Wolfgang Laib, Fabio Mauri, Gregor Schneider, Pietro Roccasalva, dialoga con i capolavori dell’Ottocento e del Novecento, raccolti dall’imprenditore e collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi che costituisce un fondamentale modello di riferimento.
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