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STUDIO SULLA COOPERAZIONE BANCARIA IN INDIA

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Assopopolari pubblica uno studio sulla situazione della cooperazione bancaria in India. 
Dopo quella su Cina e Giappone, continuano gli approfondimenti, a cura dell’Associazione nazionale fra le banche popolari, sulla Cooperazione bancaria in Asia propedeutici a una serie di incontri internazionali con le rappresentanze dei Paesi presi in considerazione negli studi.

L’India è, ormai da qualche decennio, una tra le principali economie mondiali in continua crescita e fortemente dinamica, nonché un importante centro di sviluppo e di innovazione tecnologica. Questi risultati sono stati raggiunti anche grazie a un sistema che vede nella Cooperazione Bancaria una delle più originali espressioni. Oggi, in India si contano complessivamente oltre 98 mila istituti cooperativi con 131 milioni di soci; 73 miliardi di euro di depositi e 80 miliardi di impieghi. Il segretario generale di Assopopolari, Giuseppe De Lucia Lumeno, nel presentare la pubblicazione sottolinea “la necessità, in un mondo globalizzato, di conoscere a fondo tutte quelle realtà produttive che operano positivamente e che possono rappresentare validi esempi per uscire dalla profonda crisi economica e finanziaria che ha colpito l’Occidente”.

BANCHE, UNO STUDIO SULLA COOPERAZIONE IN ASIA

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L’Associazione fra le Banche Popolari ha pubblicato uno studio sullo stato della Cooperazione Bancaria in Asia e, in particolare, in due delle principali economie del continente, quella cinese e quella giapponese. Il lavoro prende in considerazione il sistema delle Banche Popolari e mutualistiche, diffuso in maniera omogenea in tutto il continente, e quello di specifiche realtà bancarie della Cina e del Giappone, quali le Cooperative di Credito Rurali e le Mutue Rurali (che hanno visto profonde trasformazioni negli ultimi anni), in Cina, e le Shinkin Banks e la Norinchukin Bank, in Giappone, ricche di una lunga storia e di una tradizione che ha permesso alle economie locali, legate ai territori di questi Paesi, di primeggiare a livello globale.

Per il segretario generale di Assopopolari, Giuseppe De Lucia Lumeno, la pubblicazione “è un utile strumento propedeutico ai prossimi incontri internazionali che la nostra Associazione ha in calendario già nel prossimo mese di ottobre e segnala l’attenzione del Credito Popolare per tutto ciò che accade all’intero settore e per le sue evoluzioni su scala internazionale. Sarà possibile uscire dalla crisi economica e finanziaria soltanto mettendo in relazione tra loro tutte le esperienze positive che ci sono nel mondo e la Cooperazione Bancaria è senz’altro una di queste”.

 

La Cooperazione Bancaria in Asia ha assunto un peso e una rilevanza dalle dimensioni sempre più ampie sia in termini di istituzioni creditizie che di attività nel sostegno dello sviluppo e del consolidamento economico. Essa conta, oggi, 155.214 banche, 201 milioni di soci, raccolta per 3.519 miliardi di euro e impieghi per 1.710 miliardi di euro.

 

FISCO, ASSOPOPOLARI “SEMPLIFICARE NON BASTA”

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“Le dichiarazioni del Viceministro Castelli a Repubblica preoccupano sotto più aspetti. Semplificare è giusto, ma se non si dà uno choc fiscale al Paese, ancora una volta non servirà a nulla. Il Paese ha bisogno di fiducia, e la fiducia non tornerà finché gli italiani non si vedranno restituire i miliardi di cui sono stati privati con la caduta dei valori immobiliari dovuta alla tassazione Monti, finora mantenuta da tutti i Governi succedutisi e, dobbiamo pensare, anche dall’attuale. Se i valori non tornano al loro naturale livello, anche il credito non tornerà, non costituendo più gli immobili una garanzia accettabile. Quando poi l’unificazione IMU-TASI, spacciata per semplificazione, servirà di fatto solo a far cadere i vincoli che i Comuni hanno oggi nello stabilire la Tasi in ordine al livello dei servizi, siamo proprio al paradosso, e basta”. Lo afferma in una nota il presidente di Assopopolari (Associazione Banche Popolari e del territorio), Corrado Sforza Fogliani.

 

POPOLARI, CREDITO A ECONOMIA REALE +1,4%

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Sulla base dei dati aggiornati a metà del 2018, prosegue a ritmi costanti la crescita degli impieghi delle Banche Popolari verso la clientela famiglie e imprese, in particolare le PMI. Secondo quanto rende noto Assopopolari, a fine giugno il credito erogato è risultato crescere in termini tendenziali dell’1,4%, un aumento che si aggiunge a quelli positivi registrati nei mesi precedenti, prossimi all’1%, e superiore alla media nazionale. I nuovi finanziamenti dall’inizio dell’anno hanno raggiunto il totale complessivo di 40 miliardi di euro di cui 15 miliardi di euro alle imprese minori, 23 miliardi di euro alle altre e 7 miliardi di euro alle famiglie per nuovi mutui abitativi.

Per il segretario generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari Giuseppe De Lucia Lumeno “questi risultati costituiscono una risposta concreta di come le Banche Popolari corrispondano costantemente l’offerta ai bisogni di una comunità che vuole restare unita ed in grado di affrontare i cambiamenti di un mercato sempre più aperto, competitivo e tecnologico”.

“Ancora una volta – prosegue De Lucia Lumeno – si conferma la vocazione al sostegno dell’economia reale che le Banche Popolari storicamente hanno sempre dimostrato di perseguire, soprattutto nei momenti più delicati del ciclo economico, compensando con la loro azione anticiclica gli eccessi derivanti da un’attività troppo sbilanciata verso la finanza, che ancora oggi rischia di produrre conseguenze pericolose lungo quel percorso di inclusione che da sempre ispira le banche del territorio”.

 

BANCHE POPOLARI, A GIUGNO DEPOSITI +5%

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A giugno, secondo gli ultimi dati elaborati dall’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, i depositi della clientela sono aumentati del 5%, proseguendo lungo il trend di crescita che contraddistingue l’aggregato già da diversi mesi con valori superiori al 4%. Complessivamente, i depositi ammontano ad oltre 200 miliardi di euro di cui circa la metà riguarda la clientela famiglie. Dal punto di vista geografico, il 38% dei depositi delle Banche Popolari si concentra nelle regioni del Nord Ovest, il 22% in quelle del Nord Est e in percentuale analoga in quelle del centro Italia e il restante 18% nelle regioni meridionali.

“L’accelerazione registrata a giugno testimonia ancora una volta quanto il legame solido tra le Banche Popolari e la propria clientela continui ad essere diffuso e radicato, grazie ad una vicinanza espressa non solo attraverso la rete di sportelli ma anche da una conoscenza reciproca consolidata nel corso degli anni”, sottolinea il segretario generale dell’Associazione Giuseppe De Lucia Lumeno, che ha ricordato inoltre come “il radicamento territoriale e il relationship banking, patrimonio delle Popolari e più in generale delle banche del territorio, siano i tratti distintivi che permettono la costruzione di rapporti durevoli nel tempo e capaci di promuovere lo sviluppo condiviso delle comunità di appartenenza”.

DA POPOLARI 200 MILIARDI IMPIEGHI A IMPRESE

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Nel 2018 gli impieghi delle banche popolari e del territorio verso la clientela imprese ha superato la cifra di 200 miliardi di euro. Di questi 10 miliardi di euro rappresentano il credito al settore dell’agricoltura, oltre 50 miliardi di euro riguardano il settore manifatturiero, di cui 8 miliardi di euro all’industria alimentare e 15 miliardi di euro al ramo lavorazione degli altri prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi. 36 miliardi di euro è l’ammontare del credito erogato al settore delle costruzioni mentre per i servizi, dove si concentra la metà degli impieghi totali del Credito Popolare alle imprese (100 miliardi di euro), 36 miliardi di euro sono finanziamenti alle aziende di commercio all’ingrosso. Lo rende noto Assopopolari.

Nel commentare tali dati, il segretario generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, Giuseppe De Lucia Lumeno, ha ricordato come “le Banche Popolari siano in stretto contatto con le realtà produttive locali, contribuendo allo sviluppo delle attività economiche sul territorio. Prova ne è il fatto che oltre la metà degli impieghi si concentra in aree manifatturiere a prevalenza di piccole e medie imprese, il 10% nelle aree turistiche e il 5% in quelle agricole. Il credito al settore primario, al manifatturiero e ai servizi assicurato dalle Banche Popolari nei diversi ambiti locali conferma il ruolo prezioso che tali istituti svolgono all’interno delle comunità di appartenenza e la capacità di promuovere sviluppo e raccogliere le sfide fornite dalle oscillazioni del ciclo economico”.

 

PROSEGUE IL SOSTEGNO AL TERZO SETTORE

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Secondo gli ultimi dati elaborati dall’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, nel mese di giugno scorso gli impieghi del Credito Popolare alle realtà del Terzo Settore sono cresciuti del 3,7%, arrivando alla cifra di 2,7 miliardi. Un dato in controtendenza a quello registrato dal sistema bancario nel suo complesso e che ha visto, al contrario, una riduzione del 6% dei finanziamenti alle istituzioni senza fini di lucro. In totale, il credito erogato dalle Banche Popolari al Terzo Settore rappresenta circa il 30% dei finanziamenti complessivi del sistema bancario al settore, per effetto anche di un’incidenza pari a quasi il doppio di quanto evidenziato dalle altre banche nella distribuzione settoriale degli impieghi. 

Per il segretario generale dell’Associazione, Giuseppe De Lucia Lumeno, “il Credito Popolare si conferma soggetto di prossimità verso gli enti del Terzo Settore e l’importanza che questi istituti creditizi a vocazione localistica attribuiscono al settore del no-profit per favorire la coesione sociale nelle comunità, elemento essenziale per garantire una ripresa delle attività produttive nei territori in grado di generare sviluppo e sostenibilità. Un legame, quello tra Banche Popolari e Terzo Settore, che si è ancora più rafforzato nei momenti più difficili della crisi negli anni passati e che ha visto le istituzioni senza fini di lucro crescere d’importanza all’interno dell’economia del Paese, ed agire in prima linea per arginare gli effetti recessivi del ciclo economico”.

MODELLO POPOLARE RAFFORZATO DA 10 ANNI DI CRISI

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Gli stock degli impieghi erogati dal Credito Popolare in Italia, negli ultimi dieci anni, quelli della peggiore crisi finanziaria, sono cresciuti di oltre 30 miliardi. Il flusso di nuovi finanziamenti alle sole Pmi dal 2008 a oggi ha superato la cifra complessiva di 320 miliardi. Il tutto mentre i vincoli di patrimonializzazione, richiesti dalla Bce, sono sempre più stringenti e hanno significato, per il Credito Popolare, un aumento del CET1 dal 7% del 2008 ad oltre il 13% già dal 2015. 

Secondo il segretario generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, Giuseppe De Lucia Lumeno, “la riscoperta e la valorizzazione del tradizionale retail bancario, che vede al centro dell’attività creditizia l’interesse di famiglie, consumatori, imprese e territori, non è un caso ma una necessità per la ripresa dell’economia reale e, quindi, per l’uscita dalla crisi. Come non è un caso che la Deutsche Bank – uno tra i principali gruppi bancari del mondo – stia ripensando a fondo la propria natura e il proprio business. Quello che fino a ieri era un gigante finanziario interessato al mercato globale, alla finanza e ai derivati, diventa una banca che – come titolava qualche giorno fa il Financial Time – combatte per il cuore del territorio della Germania.  Converte, cioè, il proprio interesse all’economia del proprio Paese, assimilando il proprio modello d’affari a quello delle Sparkasse e delle Volksbanken. I dieci anni di crisi – conclude De Lucia Lumeno – hanno dimostrato, più di ogni altra considerazione teorica, la validità e la necessità di un sistema creditizio che tenga conto di una pluralità di forme proprietarie e fra queste della Cooperazione Bancaria della quale il Credito Popolare è parte integrante. In Germania se ne sono accorti”.

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