Completamente connessa, basata sui dati, auto ottimizzante: Bosch apre a Dresda una delle più moderne fabbriche di chip al mondo. Le macchine ad elevata automazione, completamente connesse e i processi integrati, combinati con i metodi dell’intelligenza artificiale (IA) faranno dello stabilimento di Dresda una fabbrica smart e pioneristica per l’Industry 4.0. Una delle caratteristiche di rilievo della fabbrica di wafer è che in realtà ne esistono due: una nel mondo reale e una nel mondo digitale. Il termine tecnico è “gemello digitale”. Nel corso della costruzione, tutte le parti della fabbrica e tutti i dati edili rilevanti correlati allo stabilimento nel suo insieme sono stati registrati in forma digitale e visualizzati come modello tridimensionale. La fabbrica digitale è composta da circa mezzo milione di oggetti 3D, tra cui edifici e infrastrutture, sistemi di fornitura e smaltimento, canaline per cavi e impianti di ventilazione, macchinari e linee di produzione. Il modello digitale consente a Bosch di simulare sia i piani di ottimizzazione del processo sia il lavoro di rinnovamento senza intervenire nelle attività in corso. Anche gli interventi di manutenzione nella fabbrica di Dresda si avvalgono di high-tech: gli smart glasses con tecnologia di dati e realtà aumentata consentono di intervenire sui macchinari anche da remoto. In altre parole, un intervento di manutenzione a Dresda può essere effettuato da un esperto di una società di ingegneria meccanica in Asia, senza che questi debba recarsi fisicamente in Germania. “Per Bosch, i semiconduttori sono una tecnologia fondamentale ed è strategicamente importante svilupparli e produrli autonomamente. A Dresda, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, porteremo la produzione dei semiconduttori al livello successivo”, ha dichiarato Volkmar Denner, Ceo di Bosch. “Questa è la nostra prima fabbrica AIoT: fin dall’inizio completamente connessa, basata sui dati e che si ottimizza autonomamente”, ha aggiunto. Bosch investirà circa un miliardo in questa sede high-tech. La produzione inizierà già a luglio, sei mesi prima rispetto alle previsioni.
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Apre a Dresda fabbrica di chip high tech
Dall’idrogeno un ruolo chiave per raggiungere la neutralità climatica
ROMA (ITALPRESS) – Per raggiungere la neutralità climatica, come previsto dal Green Deal Europeo, è necessario non solo ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, ma anche incrementare l’utilizzo delle fonti rinnovabili. In Italia, il riscaldamento degli edifici rappresenta una quota importante del consumo energetico totale. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’UE, entro il 2050, sarà necessaria una combinazione vincente di misure e di tecnologie. Per questo Bosch e la Fondazione Eni Enrico Mattei hanno realizzato uno studio che presenta un’analisi di possibili scenari che mettono a confronto la penetrazione di diverse tecnologie di riscaldamento degli edifici residenziali. L’analisi si focalizza, in particolare, sull’idrogeno e il ruolo che gioca rispetto ad altre soluzioni, tra cui le pompe di calore e il gas naturale rinnovabile. I risultati mostrano che sarà comunque necessaria una combinazione di tecnologie nel settore del riscaldamento, ma anche che altri fattori esterni saranno di fondamentale importanza, tra cui la decarbonizzazione dell’elettricità e le misure di efficienza energetica sul patrimonio edilizio. Anche l’idrogeno potrà avere un ruolo nel percorso verso la decarbonizzazione, soprattutto nel lungo periodo. Con l’attuale trend di sostituzioni e di ristrutturazioni degli impianti termici negli edifici, scenario Baseline, il settore residenziale migliorerebbe sia in termini di consumo energetico sia di emissioni di CO2, ma sarebbe al di sotto dell’obiettivo dell’UE. Occorre dunque spingere, tramite normative e incentivi strutturali, verso una crescita delle sostituzioni con tecnologie più efficienti e che utilizzino fonti rinnovabili. Nel secondo scenario Green Gas, il target di riduzione della CO2 per quanto riguarda il settore residenziale viene raggiunto grazie al supporto dei cosiddetti green gas e in particolare dell’idrogeno rinnovabile. Sono state considerate le penetrazioni massime, ad oggi ipotizzabili in base alle informazioni disponibili e l’esperienza di alcuni dei principali stakeholder, di idrogneo e biometano al 2030, 2040 e 2050. Questo scenario “limite” è stato confrontato con un terzo scenario Electrification, in cui il target di riduzione di CO2 viene raggiunto elettrificando il più possibile le abitazioni, ovvero arrivando a riscaldare con una pompa di calore elettrica circa i 2/3 delle utenze. Tutto ciò combinato con una crescita della percentuale rinnovabile all’interno della produzione elettrica fino ad arrivare al 100% nel 2050. Gli ultimi due scenari presentano punti aperti. Da un lato ci sono grosse criticità a elettrificare i vecchi sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, soprattutto facendo riferimento ai circa 10 milioni di condomini con impianti termici autonomi presenti nelle città. Dall’altro non è detto che l’idrogeno pulito e il biometano saranno disponibili, nelle quantità ipotizzate, per il settore residenziale. Questo tralasciando se l’elettricità necessaria potrà o meno essere prodotta da fonti rinnovabili e la rete di distribuzione del gas naturale ad oggi presente verrà resa idonea per il trasporto di idrogeno, con un parallelo adeguamento delle normative. In quanto scenari “limite” al momento, dallo studio si può ritenere che la combinazione delle varie tecnologie, elettriche e a gas verdi potranno dare un contributo essenziale al raggiungimento dell’auspicabile target.
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Officine Bosch offrono cinque diversi sensori di gas di scarico
Le auto e i veicoli commerciali moderni sono dotati di una serie di sensori installati nel tratto di scarico che monitorano la composizione dei gas di scarico con estrema precisione. In questo modo, contribuiscono in maniera significativa a rispettare i limiti legali delle emissioni e le normative in materia di diagnosi di bordo. Per questo, la sostituzione dei sensori difettosi e usurati assume un’importanza fondamentale. Oltre alle sonde lambda, ai sensori di particolato e ai sensori di pressione differenziale, la gamma Bosch ora si arricchisce dei sensori di temperatura dei gas di scarico e, novità assoluta, dei sensori di ossido d’azoto, disponibili per la maggior parte dei veicoli sul mercato europeo. Questi componenti, abbinati al sistema di trattamento dei gas di scarico Denoxtronic, completano la gamma di prodotti delle officine Bosch.
Bosch vanta decenni di esperienza nella tecnologia dei sensori. Per esempio, le sonde lambda, utilizzate per misurare e ottimizzare la miscela aria/carburante dei motori diesel e benzina, sono state ideate proprio da Bosch. Inoltre, l’azienda è stata in prima linea anche per quanto riguarda i sensori di particolato per il monitoraggio dei filtri antiparticolato dei motori diesel. Oltre a questo, Bosch fornisce ai costruttori di veicoli in tutto il mondo un gran numero di sensori di gas di scarico.
L’analisi affidabile della composizione dei gas di scarico è fondamentale per trattarli in modo efficiente. A questo scopo, le auto moderne e i veicoli commerciali sono dotati di diversi sensori installati nel sistema di scarico. Tutti questi sensori sono integrati nel sistema di diagnostica di bordo e, in caso di eventuali anomalie, possono essere facilmente identificati e controllati utilizzando un tester diagnostico come, per esempio, Bosch KTS. Se risultano difettosi, i componenti Bosch possono essere sostituiti in modo facile e veloce.
Sempre più auto diesel e un numero crescente di veicoli commerciali leggeri e pesanti sono dotati di sensori di ossido d’azoto. Attraverso un elemento in ceramica particolarmente resiliente e resistente al calore, questi sensori misurano la quantità di ossido d’azoto (NOx) a valle del catalizzatore SCR. Alcune tipologie di motore includono un secondo sensore di ossido d’azoto anche a monte del sistema. I sensori controllano la quantità di urea (AdBlue) iniettata nel catalizzatore per la riduzione catalitica selettiva (SCR) allo scopo di ridurre le emissioni di NOx. Inoltre, monitorano anche i componenti SCR. Poichè la tecnologia SCR è impiegata sempre più frequentemente, anche i sensori di ossido d’azoto assumono maggior rilievo nel mondo dell’aftermarket e delle officine. L’attuale gamma Bosch, in continua espansione, al momento comprende 24 articoli, inclusi sensori compatibili con diversi veicoli.
I sensori di temperatura dei gas di scarico si possono installare in vari punti del sistema di scarico dei motori diesel e a benzina. Misurano la temperatura dei gas di scarico e inviano un segnale elettrico alla centralina del motore. Utilizzati nei motori diesel, questi sensori monitorano la temperatura del filtro antiparticolato, contribuendo in maniera significativa alla conformità ai valori limite delle emissioni e all’efficienza del carburante. Utilizzati nei motori a benzina, i sensori di temperatura dei gas di scarico proteggono componenti essenziali, come i catalizzatori e i turbocompressori. Da luglio 2020, la gamma aftermarket Bosch per le officine comprende circa 90 articoli, rispondenti alla maggior parte dei veicoli delle case produttrici europee.
Già dal 2019, le officine possono ordinare i sensori di particolato presso Bosch. La gamma comprende 40 articoli ed è in continua espansione. I sensori di particolato analizzano la quantità di particelle contenute nelle emissioni diesel tramite la misurazione della resistenza. In base ai valori così ottenuti, la centralina analizza la funzionalità del filtro antiparticolato. Prima di ciascuna misurazione, l’elemento del sensore viene rigenerato tramite riscaldamento, in modo che sia sempre nelle medesime condizioni per tutte le misurazioni.
I sensori di pressione differenziale misurano la differenza di pressione del sensore di particolato. I valori misurati forniscono informazioni sulle condizioni del filtro antiparticolato per avviarne la rigenerazione, risparmiando carburante: la cosiddetta pulizia automatica o combustione del particolato. I sensori di pressione differenziale sono utilizzati anche per controllare il ricircolo dei gas di scarico a bassa pressione. La gamma attuale di Bosch comprende oltre 40 articoli che coprono la maggior parte dei sensori del mercato europeo.
Le sonde lambda determinano la quantità di ossigeno contenuta nei gas di scarico. Sulla base di questo valore la centralina elettronica calcola la quantità ottimale di carburante da iniettare nella camera di combustione. Le sonde lambda sono utilizzate nei motori a benzina, diesel e gas. La gamma Bosch comprende sonde lambda installabili su oltre l’80% di tutti i veicoli sul mercato. Grazie alla precisione di misurazione, queste sonde contribuiscono a una migliore resa del motore e a un corretto trattamento dei gas di scarico. Una sonda lambda nuova, infatti, consente di risparmiare fino al 15% di carburante rispetto a una usurata. Anche il sistema di trattamento dei gas di scarico Denoxtronic, sempre più utilizzato nei veicoli diesel, genera ulteriore potenziale per le officine automotive. Il sistema inietta una soluzione acquosa di urea (AdBlue) nel sistema di scarico. In combinazione con il catalizzatore SCR consente di trasformare i nocivi NOx in acqua e azoto. In qualità di sviluppatore del sistema Denoxtronic, Bosch fornisce soluzioni complete per le officine, dalla diagnosi e i ricambi fino alle riparazioni e alla formazione tecnica.
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Allenarsi per il Futuro 2.0, orientamento e formazione digitale
Il processo di trasformazione digitale nel mondo del lavoro e in quello dell’istruzione ha subito un grande impulso nel corso dell’ultimo anno, soprattutto in relazione alla pandemia di Coronavirus. Per questo, anche Allenarsi per il Futuro, il progetto contro la disoccupazione giovanile ideato da Bosch Italia in collaborazione con Randstad, ha deciso di trasformarsi, dando vita a un nuovo format completamente digitale: Allenarsi per il Futuro 2.0.
Avviato nel 2015, Allenarsi per il Futuro consente agli studenti di avvicinarsi al mondo del lavoro attraverso la metafora dello sport, grazie alle testimonianze di grandi atleti italiani. Ad oggi, sono state coinvolte oltre 1.800 scuole, incontrati quasi 367.000 ragazzi e attivati complessivamente 4.850 tirocini formativi. Per l’anno scolastico 2020-2021, le attività di Allenarsi per il Futuro 2.0 saranno suddivise in quattro fasi, tutte digitali: Digital Orientation, Motivation & Inspiration, Be Digital, Online PCTO.
Durante la fase Digital Orientation, gli studenti avranno la possibilità di partecipare a un webinar di orientamento e formazione su tematiche trasversali del mondo del lavoro. In particolare, saranno approfonditi i temi di sostenibilità, IoT e Industry 4.0, digital recruiting e smart working. Le scuole che avranno partecipato a questo primo step, potranno poi accedere alla fase Motivation & Inspiration: un incontro esperienziale e motivazionale della durata di un’ora con un Educallenatore di Allenarsi per il Futuro. 36 campioni di diverse discipline sportive come la pallavolista Maurizia Cacciatori, il calciatore Moreno Torricelli, la judoka Giulia Quintavalle, il campione del mondo di apnea Mike Maric, racconteranno agli studenti la propria storia personale trasmettendo valori quali passione, impegno, responsabilità e soprattutto “allenamento” per raggiungere gli obiettivi personali e professionali nello sport come nel lavoro.
Pagina 2 di 2 Durante la terza fase Be Digital, invece, i ragazzi avranno la possibilità di svolgere attività e approfondire tematiche direttamente online e in modo asincrono. Da una parte, infatti, potranno visionare “Ali Dorate”, il cortometraggio del regista Massimiliano Finazzer Flory che racconta la Milano del lockdown attraverso la voce delle statue della città dedicate a personaggi storici; dall’altra, potranno approfondire i contenuti di Allenarsi per il Futuro attraverso un apposito modulo online.
Il percorso di Allenarsi per il Futuro 2.0 si concluderà con la fase Online PCTO. A partire da gennaio 2021 gli studenti potranno partecipare a momenti formativi digitali, realizzati da ambassador aziendali, finalizzati a sviluppare le competenze trasversali e l’orientamento dei ragazzi. A seconda del percorso scelto, gli studenti potranno approfondire temi come, per esempio, IoT, Industry 4.0, competenze digital e soft skills. A conlcusione dell’attività, ai ragazzi sarà rilasciato un attestato che certificherà il conseguimento dell’intero percorso.
Ancora una volta, Bosch Italia conferma il suo impegno per l’orientamento e la formazione dei giovani, soprattutto in un momento così delicato per gli studenti in cui il digitale diventa un’opportunità unica e necessaria.
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Joint venture Bosch-BASF nel settore agricolo
Bosch e BASF Digital Farming hanno siglato una joint venture al 50:50 per commercializzare, a livello globale, soluzioni di agricoltura intelligente. L’accordo sarà seguito dalla costituzione di una nuova società, con sede a Colonia, nel primo trimestre del 2021 – In attesa di autorizzazione delle autorità competenti, le parti hanno concordato di non divulgare i dettagli finanziari.
Bosch apporta alla joint venture una significativa esperienza in hardware e software, nonché in servizi digitali. BASF Digital Farming con xarvio Digital Farming Solutions fornisce un aiuto decisionale agronomico automatizzato e specifico, in tempo reale. Si basa sulla piattaforma digitale xarvio per l’ottimizzazione delle colture e fornisce agli agricoltori consigli specifici per ogni zona del campo su come produrle nel modo più sostenibile. La combinazione delle competenze di entrambe le società, con soluzioni hardware e software all’avanguardia, renderà più facile e conveniente per gli agricoltori trarre vantaggio dalle soluzioni digitali.
Applicare e risparmiare “Collegando in rete le macchine agricole attraverso sensori ad alta tecnologia, software intelligenti e servizi digitali, possiamo rendere l’agricoltura di domani più efficiente e allo stesso tempo più rispettosa dell’ambiente”, ha dichiarato Andrew Allen, responsabile della business unit Commercial Vehicles and Off-Road di Bosch “Entrambe le società si impegnano a investire tempo, risorse e finanziamenti in attività congiunte che porteranno allo sviluppo di nuove tecnologie in grado di migliorare le attività agricole e i relativi risultati”, ha affermato Vincent Gros, Presidente della divisione Agricultural Solutions di BASF.
I primi due prodotti che verranno lanciati saranno una versione dell’Intelligent Planting Solution (IPS) con intelligenza digitale potenziata per la semina e le prescrizioni di fertilizzanti e Smart Spraying, che combina la tecnologia e il software del sensore della telecamera Bosch con la piattaforma di ottimizzazione del raccolto di xarvio. Entrambi i prodotti sono stati ampiamente testati in condizioni di crescita reali. Tali metodi innovativi di agricoltura di precisione consentono un uso efficiente delle risorse a sostegno degli agricoltori e dell’ambiente. A seconda delle differenti condizioni, ciò può portare a una minore necessità di erbicidi per determinate applicazioni. L’irrorazione intelligente mostra, durante i test, una riduzione fino al 70%. La soluzione dovrebbe essere lanciata nel 2021.
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Per 68% europei trazione elettrica in pole position
Secondo un sondaggio rappresentativo condotto per conto di Bosch dall’istituto di ricerche di mercato Innofact, lo scorso giugno, nessun tipo di powertrain ha perso la sua rilevanza, che si tratti di batterie o fuel cell, benzina o diesel. Se i 2.500 intervistati in Germania, Italia, Francia e Regno Unito dovessero decidere domani sull’acquisto di una nuova automobile, uno su due opterebbe per un motore a combustione per l’auto principale e circa uno su tre sceglierebbe tale soluzione per la seconda auto. Ma alla domanda su quale sarà il tipo di trazione più utilizzata nel 2030, circa il 68% degli intervistati in Europa vede l’elettrico in pole position, davanti ai motori ibridi e a combustione. I partecipanti al sondaggio hanno riconosciuto il potenziale delle auto con alimentazione fuel cell e circa uno su tre pensa che questo sistema di propulsione rappresenti il futuro della mobilità. Un’ulteriore domanda rivela l’apertura mentale degli intervistati verso tutti i tipi di powertrain. Alla domanda se preferiscono incentivi per i veicoli dotati esclusivamente di motori a combustione, oltre ai numerosi incentivi governativi per le auto elettriche e ibride plug-in, il 70% degli europei intervistati ha risposto affermativamente. Il numero di intervistati a favore degli incentivi statali per l’acquisto di nuove auto con powertrain convenzionale è il più alto in Italia con l’83%, mentre nel Regno Unito è il più basso con il 60%. In Francia, il 77% è a favore; in Germania, il 62%. Poco meno di un terzo degli europei vorrebbe che questo incentivo arrivasse ad almeno 9.000 euro (valore massimo della riduzione attualmente offerta dal governo tedesco per l’acquisto di un’auto elettrica). Due risultati sono degni di nota: il 72% di chi abita in città, nei quattro Paesi europei intervistati, ritiene che il motore a combustione meriti un incentivo; la maggioranza (80%) dei giovani, dai 18 ai 29 anni, si dichiara favorevole agli incentivi per le auto con motore a combustione. Anche le auto con motori convenzionali possono essere neutri dal punto di vista climatico. La chiave risiede nei carburanti sintetici rinnovabili (RSF). Circa il 57% dei partecipanti al sondaggio Bosch ritiene che questi nuovi carburanti dovrebbero beneficiare di agevolazioni fiscali. In Europa, è improbabile che il ruolo dell’auto e la sua importanza per la mobilità cambino in tempi brevi. Circa il 60% degli intervistati in Germania, Italia, Francia e Regno Unito non riesce a immaginare di vivere del tutto senza un’auto. Una netta maggioranza del restante 40% è pronta a lasciare la propria auto solo tra qualche tempo. L’indice di gradimento dell’automobile nelle aree rurali europee è del 77%. Lo stesso vale anche per i giovani dai 18 ai 29 anni, circa la metà dei quali è chiaramente a favore. Mentre il 61% degli intervistati in Germania e il 47% nel Regno Unito hanno indicato la maggiore flessibilità come la ragione più importante per avere un’auto, il 41% degli intervistati francesi ha indicato di averne bisogno soprattutto per lavoro. Il 55% degli italiani intervistati, invece, preferisce l’auto ad altre forme di mobilità che ritengono meno appropriate. Bosch vuole rendere il trasporto il più possibile rispettoso dell’ambiente perseguendo la visione della mobilità neutrale in termini di CO2 e praticamente priva di emissioni. Bosch prevede che circa un terzo di tutti i veicoli di nuova immatricolazione mondiale sarà puramente elettrico entro il 2030. Due terzi di tutti i nuovi veicoli saranno ancora alimentati da un motore a combustione, molti dei quali ibridi.
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Bosch Power Tools, nel 2019 fatturato +3% a 4,8 miliardi
Nell’anno fiscale 2019 Bosch Power Tools ha registrato un fatturato di 4,8 miliardi di euro in oltre 180 Paesi con circa 20.000 collaboratori, pari a una crescita nominale del 3% (2% al netto degli effetti valutari) rispetto all’anno precedente. Lo sviluppo nel settore degli accessori e degli strumenti di misura è stato particolarmente positivo. “Nel 2019 – si legge in una nota – Bosch Power Tools ha lanciato sul mercato oltre 100 nuovi prodotti di successo, dimostrando ancora una volta la sua forza innovativa. Alla base di queste innovazioni c’è l’attenzione costante alle esigenze degli utilizzatori. Gli appassionati del fai da te cercano soddisfazione nei lavori svolti in casa e in giardino. Pensando a questa esigenza, Bosch Power Tools ha progettato innovazioni come la levigatrice EasyCurvSander 12, che permette di levigare le superfici curve, arrotondate e piane, o la versatile microsega AdvancedCut 18 con tecnologia NanoBlade, per tagli a bassissime vibrazioni. Un altro esempio è Atino, nel segmento degli strumenti di misura, un’innovativa livella laser a linee con metro a nastro integrato. Per gli artigiani, l’efficienza e l’efficacia sono i fattori più importanti. E sono proprio questi i criteri su cui si basa lo sviluppo dei prodotti. Ne sono un esempio gli utensili a batteria Biturbo, che oggi offrono livelli di prestazioni che prima erano possibili solo con gli utensili a filo, oltre all’estensione del sistema di cambio rapido X-Lock per minismerigliatrici, che permette agli utilizzatori di risparmiare tempo prezioso e di lavorare in modo più sicuro grazie a un sistema di sostituzione accessori semplice e che non richiede l’uso di attrezzi”.
“L’innovazione è e rimane la base del nostro successo. Offriamo l’esperienza maturata in decenni di sviluppo e produzione di elettroutensili, utensili per il giardinaggio, strumenti di misurazione e accessori innovativi. Questo elemento sarà anche un’importante risorsa per la nostra crescita futura”, ha dichiarato Henk Becker, Presidente di Robert Bosch Power Tools GmbH. “La road map dei prodotti per i prossimi anni è piena di innovazioni. Lanceremo numerosi prodotti sul mercato”, ha aggiunto. Bosch Power Tools va oltre: la divisione raggiunge una tappa fondamentale aprendosi ad altri produttori per l’uso di batterie e caricatori. Gli sviluppi degli ultimi anni mostrano che gli elettroutensili a batteria per il fai da te e per il giardinaggio stanno assumendo un ruolo sempre più importante, conseguenza del fatto che sono molto più comodi degli elettroutensili a filo. Rimane solo un’esigenza degli utilizzatori ancora insoddisfatta: la compatibilità tra utensili e batterie di diversi produttori. Bosch Power Tools risponde anche a questa esigenza rendendo disponibile la sua batteria ricaricabile da 18V della divisione “Home & Garden” ad altri produttori.
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Bosch Italia, su 2020 niente previsioni ma avanti investimenti e ricerca
MILANO (ITALPRESS) – Il gruppo Bosch in Italia ha chiuso il 2019 con 2,25 miliardi di fatturato, un risultato che dopo la pandemia si spera di poter ripetere, nonostante sia in calo del’8,4% rispetto all’anno precedente. E’ però difficile fare previsioni precise in tempo di Covid-19, la consociata nostrana del gruppo tedesco lo ha detto chiaramente presentando i risultati in teleconferenza. A pesare le molte incertezze normative, e gli outlook divergenti sulla ripartenza.
Dirimente sarà il varo da parte del Governo di incentivi alla rottamazione per le auto più inquinanti. “Nel breve periodo a livello di gruppo prevediamo un decremento del 20% del fatturato per le nostre attività automotive. In Italia il parco circolante va rinnovato, l’età media è di 12 anni e oltre un terzo dei veicoli ha immatricolazioni antecedenti all’Euro 4. Una misura quindi per l’ambiente, ma anche necessaria in un ambito di equilibrio rispetto agli impatti sociali, rispetto al mondo del lavoro del settore auto, che sarebbe tutelato”, ha chiarito Fabio Giuliani, General Manager Bosch Region Italy & Greece, rispondendo a una domanda di Italpress.
Rinnovamento del parco circolante, non vorrà però dire solo elettrificazione, nè abbandono totale del diesel, anzi. “Nel 2030 secondo le nostre stime, il 75% delle auto avrà ancora con motore a combustione interna. Questo dato a continuare a investire su questi motori, oggi e in futuro, perchè l’innovazione deve continuare per dare beneficio ad ambiente. Così facendo negli ultimi anni, stando ai più recenti test, le emissioni anche dei motori a gasolio non sono più un tema come in passato, i famigerati Nox sono sotto limiti normativa”, ha aggiunto Giuliani.
Una buona notizia per l’impianto di Bari del gruppo Bosch, che lavora in larga prevalenza proprio su componenti per i motori diesel di ultima generazione, e che è stato tra i primi a riaprire, poichè mentre in Italia c’era ancora il lockdown, gli ordini dalla Cina erano ripartiti e l’impianto pugliese ha saputo soddisfare quella domanda, grazie a una deroga del prefetto.
Più in generale, Bosch può dire di non aver mai bloccato operatività di nessun cliente durante la pandemia. Ciò nonostante, si è comunque dovuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali, ed è tutta da valutare l’onda lunga dei prossimi mesi, dove però ci sono opportunità da cogliere anche in Italia. Ad esempio, la divisione Bosch Sensortec sta cercando attivamente delle figure professionali ad alta specializzazione per il suo centro di ricerca di Milano, dove si sviluppano i Mems, ovvero Micro Electro-Mechanical Systems. Qui si lavora su sensori grandi pochi micron, che possono essere installati in device, elettrodomestici, e veicoli. “Il 50% dei cellulari nel mondo hanno un sensore Bosch, sviluppiamo soluzioni per l’internt of things, grazie a 14 sedi in 8 Paesi. A Milano c’è uno dei design center di progettazione, e nel 2020 arriveremo a triplicare il personale del 2015, quando il centro venne aperto”, ha spiegato Riccardo Campagna, Senior Manager Bosch Sensortec Italia.
Un futuro in crescita, mentre sui dati di bilancio 2019 ha pesato, secondo Georg Wahl, VP Finance and Controlling Bosch Region Italy & Greece, “l’andamento debole del mercato automotive ma anche le altre divisioni hanno affrontato una situazione di mercato difficile. Il gruppo ha registrato un -17% nel fatturato di marzo, ci sono aspettative di ripresa dei volumi nei prossimi mesi. L’andamento dell’Italia dipenderà dell’economia e dalla ripresa dei consumi. Da parte nostra noi monitoriamo attivamente i fornitori rilevanti, per garantire al meglio la catena di forniture”. Attivo con 19 società e 4 centri di ricerca in Italia, il gruppo Bosch conta su un organico di quasi 6.200 collaboratori. Se le mobility solutions hanno sofferto nel 2019, contrazioni più ridotte si sono registrate per elettrodomestici e elettroutensili, grazie al lancio di nuovi prodotti, mentre cresce la domanda dei prodotti più evoluti nel settore energy and building technology, dove gli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici, già lanciati dal Governo, potrebbero dare un contributo importante. Bosch da parte sua, ha già portato a impatto neutro sull’ambiente il 70% delle sue 400 sedi nel mondo, e quando si arriverà al 100% il risparmio di energia sarà pari a quello di una città di un milione di abitanti. “Non dobbiamo perdere di vista il futuro del nostro pianeta”, ha ricordato il ceo del gruppo, Volkmar Denner, presentando i risultati 2020. Un ordine da eseguire a prescindere dal Covid.
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