“In’una intervista al quotidiano Libero, il Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini esclude l’introduzione di una nuova imposta patrimoniale. Ne siamo lieti. Del resto, è lo stesso ‘Contratto’ sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle ad affermare la ‘contrarietà a misure di tassazione patrimoniale’. Piuttosto, ciò che Confedilizia si aspetta è che il Governo metta mano – per lo meno riducendone la spropositata entità – alla patrimoniale che già esiste e che, dal 2012 ad oggi, ha distrutto il risparmio immobiliare e provocato effetti a catena su imprese, lavoro e consumi. Si chiama Imu-Tasi-Tari e pesa 31 miliardi di euro l’anno”. Lo afferma in una nota il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.
CONFEDILIZIA: “RIVOLUZIONE PER CONSORZI BONIFICA”
“Attenzione ai Consorzi di bonifica”. E’ l’appello che la Confedilizia lancia, a tutela della proprietà, dopo “l’inconsueta alleanza tra Consorzi di bonifica, costruttori edili, sindacati e ricercatori”. “L’Alleanza chiede – sotto il pretesto di presunte pastoie burocratiche – l’immediato sblocco di centinaia di milioni di euro, insofferente evidentemente per i controlli (anche preventivi) che l’erogazione a soggetti privati di un’ingente somma come quella in questione di certo richiede da parte degli organi competenti, sbrigativamente liquidati come burocratici e basta”, spiega in una nota Confedilizia, che si dice “fiduciosa che il nuovo corso politico riesca a cambiare qualcosa anche in questo settore (rimasto alla prima Repubblica)” ed evidenzia “ancora una volta – come, inascoltata, fa da più tempo – che non si comprende perché l’esecuzione di tutte queste opere (‘strutture idriche utili allo sviluppo dell’agricoltura, del turismo, dell’agroindustria e del made in Italy’ secondo l’Alleanza, ma chi più ne ha più ne metta…) non può essere affidata ai Comuni, dato che – tutti lo sanno – gli stessi già provvedono ad appaltare lavori anche di importi ben superiori a quelli dei Consorzi. In questo modo – fa presente la Confedilizia – si realizzerebbe davvero una rivoluzione copernicana contro il dispendio derivante, nel migliore dei casi, dall’affidarsi ad enti che disperdono mezzi in un’infinità di rivoli ed opere, senza alcuna visione generale, così come lo stato idrogeologico del Paese dimostra”.
CONFEDILIZIA, “BENE TRIA SU NO A NUOVE PATRIMONIALI”
“Registriamo con soddisfazione sia la contrarietà personale del ministro Tria all’introduzione di nuove imposte patrimoniali sia la sua assicurazione circa il fatto che il tema non sia in discussione nel Governo. Del resto, è lo stesso ‘contratto’ sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle ad affermare la ‘contrarietà a misure di tassazione patrimoniale'”. Così il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.
“Nondimeno, ciò che Confedilizia si aspetta è che l’Esecutivo metta mano – iniziando a ridurne la spropositata entità – alle patrimoniali che già esistono e che, dal 2012 ad oggi, hanno distrutto il risparmio immobiliare, provocando effetti negativi a catena su imprese, lavoro e consumi. Si chiamano Imu-Tasi-Tari e pesano per 31 miliardi l’anno. Per altro verso – aggiunge -, confidiamo che possano essere realizzati al più presto due interventi annunciati dal Vicepremier Salvini e che costituirebbero importanti segnali di fiducia per il settore immobiliare: l’introduzione della cedolare secca per le locazioni commerciali e l’eliminazione dell’Imu sui negozi sfitti”, conclude.
“TASSAZIONE ASSURDA, DEPRIME IL MERCATO”
“Una tassazione assurda in Italia deprime il mercato immobiliare, con effetti nefasti”. A sostenerlo è Confedilizia, che a Palermo ha organizzato un convegno sul tema “La proprietà immobiliare, un diritto inviolabile e sacro?”. Presente tra gli altri il presidente del Centro Studi della Confederazione, Corrado Sforza Fogliani.
Imu, Tasi, Tari non fanno altro che scoraggiare i potenziali investitori, dice Confedilizia: “Siamo convinti che la crisi immobiliare dipenda da questo e solo da questo. Siamo l’unico Paese in cui questa crisi persiste – Sforza Fogliani -. Gli altri Paesi che hanno importato questa crisi insieme alla crisi finanziaria del 2007-2008 hanno risolto il problema. Si tratta quindi di un problema solo italiano, ed è solo italiano perché qui abbiamo una tassazione assolutamente assurda che scoraggia gli investimenti. La fiducia non tornerà fino a quando gli italiani saranno risarciti del furto legalizzato loro perpretato con la caduta dei valori immobiliari, una perdita di 2 mila miliardi, come calcolato dall’attuale ministro dell’Economia. E senza fiducia non si risolve la crisi”.
Di “riflessi nefasti” su tutto il comparto, compreso quello quello dell’edilizia, parla Giuseppe Cusumano, Ape Confedilizia Palermo: “Nel passaggio dall’ICI all’Imu la tassazione immobiliare si è decuplicata. È una cosa che denunciamo da molti anni”.
IMMOBILI: ENNESIMO ALLARME ISTAT, OCCORRE AGIRE
“I prezzi delle case continuano a calare. Lo stillicidio delle rilevazioni Istat lo conferma anche oggi: un ulteriore -0,4% in un anno, che diventa -0,8% per le abitazioni esistenti. L’Italia è l’unico Paese europeo in cui i prezzi degli immobili (per i distratti: i risparmi di imprese e famiglie italiane) continuano inesorabilmente a diminuire. Occorre assolutamente intervenire”. E’ quanto si legge in una nota del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa che aggiunge:
“Il vicepremier Salvini ha annunciato due misure di buon senso, l’introduzione della cedolare secca per le locazioni commerciali e l’eliminazione dell’Imu sui negozi sfitti. Si cominci pure da lì, senza tuttavia dimenticare il fardello della tassazione patrimoniale Imu-Tasi sulla generalità degli immobili, ma lo si faccia già con la legge di bilancio per il 2019. L’immobiliare ha bisogno di un segnale, subito”.
SFORZA FOGLIANI: “DA GOVERNO VIA BUONA CONTRO DISSESTO IDROGEOLOGICO”
“Esprimiamo viva soddisfazione per il provvedimento del Governo in vigore da oggi. Avere concentrato nel Ministero dell’Ambiente la competenza delle funzioni in materia di contrasto al dissesto idrogeologico e di difesa e messa in sicurezza del suolo, è cosa che apre il cuore alla speranza. Gioverà (ed è un passo – allo scopo – di grande importanza) al superamento del sistema dei Consorzi di bonifica, che ha finora sempre impedito – attraverso decine e decine di enti, sopravvissuti alla Prima Repubblica, e distintisi anche per la cementificazione persino di canali storici – una visione unitaria della grave problematica in essere, così come dimostrano le frequenti alluvioni e gli altrettanto frequenti straripamenti, ai quali non possono provvedere i Comuni, privati delle risorse che vengono assegnate al sistema consortile”. Lo afferma in una nota il presidente del Centro studi Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani.
RUDERI RADDOPPIATI RISPETTO A PERIODO PRE-IMU
Aumentano anche nel 2017 le cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Lo segnala Confedilizia, che ha elaborato i dati forniti dall’Agenzia delle entrate sullo stato del patrimonio immobiliare italiano. Nel 2017, il numero di questi immobili – inquadrati nella categoria catastale F2 – è cresciuto del 9,8% rispetto al 2016.
Ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e post IMU: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono quasi raddoppiati, essendo aumentati dell’87,2%: da 278.121 a 520.591 (+242.470).
“La settimana che si sta per chiudere – dichiara il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – regala un’altra perla al settore immobiliare. Dopo i numeri di Istat ed Eurostat, che hanno certificato come il nostro mercato della casa sia l’unico in crisi in tutta Europa, con valori in caduta ormai da anni, è l’Agenzia delle Entrate a comunicarci un altro dato drammatico: il raddoppio in poco tempo degli immobili ridotti in ruderi. La causa è presto detta. Si tratta di immobili – appartenenti per lo più a persone fisiche – per i quali i proprietari non sono in grado di far fronte alle spese di mantenimento e alla abnorme tassazione patrimoniale IMU-TASI, e che raggiungono condizioni di fatiscenza per il semplice trascorrere del tempo o, addirittura, a causa di atti concreti dei proprietari, che mirano così a liberarsi almeno degli oneri che comportano. È necessario fare qualcosa per salvare il patrimonio immobiliare italiano, restituendogli una minima capacità reddituale. Le strade possibili sono molteplici, l’unica da non percorrere è quella dell’inerzia”.
“NON SI PUÒ NEGARE TUTELA DIRITTO PROPRIETÀ”
“Le parole più chiare sul tema le ha dette pochi giorni fa il Tribunale civile di Roma, nella sentenza con la quale ha condannato lo Stato italiano – per la seconda volta in pochi mesi – a risarcire in denaro il proprietario di un immobile occupato abusivamente dal 2009: ‘L’occupazione abusiva di un intero compendio immobiliare non lede i soli interessi della parte proprietaria, ma lede anche il generale interesse dei consociati alla convivenza ordinata e pacifica e assume un’inequivoca valenza eversiva’. E poi: ‘L’esecuzione degli sgomberi forzati può certamente determinare immediati, ma evidenti e limitati, turbamenti dell’ordine pubblico; la tolleranza delle occupazioni abusive, al contrario, può determinare situazioni di pericolo meno evidenti ma decisamente più gravi nel medio e nel lungo periodo. Tollerare simili occupazioni abusive può consentire il formarsi di ‘zone franche’ utili per ogni genere di traffico illecito’. Parole nette, che hanno il merito di mettere in chiaro le gravissime responsabilità di uno Stato che, consentendo per anni comportamenti illegali, lede i diritti costituzionalmente garantiti di proprietà e di iniziativa economica, incomprimibili, e mina le fondamenta della convivenza civile”. Così il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in un intervento su Il Tempo.
“Creando, in più, anche tanti ‘danni collaterali’: sfiducia dei cittadini, perdita di sicurezza, degrado, deprezzamento dei valori immobiliari, allontanamento di possibili investitori. La speranza – aggiunge – è che questo nuovo orientamento della magistratura spinga anche la politica a invertire la rotta seguita fino a oggi”.
“I proprietari non hanno tutele e il nostro sistema legislativo è, di fatto, più garantista con chi occupa che con chi subisce l’occupazione. A peggiorare il quadro, poi, è arrivato di recente il cosiddetto ‘decreto sicurezza’, che con il suo articolo 11 ha in sostanza attribuito ai prefetti il potere di mettere in discussione i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, condizionando l’impiego della forza pubblica – indispensabile per l’esecuzione dei provvedimenti del giudice – alla preventiva valutazione di elementi come ‘la tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale’, ‘i possibili rischi per l’incolumità e la salute pubblica’, ‘i livelli assistenziali che devono essere in ogni caso garantiti agli aventi diritto dalle regioni e dagli enti locali’, e via elencando. La tutela del diritto di proprietà non può essere negata per risolvere problemi di cui è il sistema pubblico che deve farsi carico. Altrimenti, a porsi fuori dalla legalità è anche lo Stato”, conclude.