Con l’approvazione del riconoscimento dei debiti fuori bilancio, scaturiti tutti da provvedimenti di sentenze esecutive, si chiude la seduta del Consiglio regionale della Campania, che ha dato il via libera al rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2015 e alla variazione di bilancio di previsione 2018/2020. “Continua l’opera di risanamento in Regione Campania verso un bilancio con i conti in ordine. Da ora in avanti, la Campania potra’ pianificare l’ordinarieta’ e guardare senza affanni al futuro anche per la gestione sanitaria”, ha detto il presidente della commissione Bilancio, Franco Picarone, a margine di una giornata movimentata dall’allarme lanciato dai Cinque Stelle sull’ipotesi di sospensione dell’erogazione dei fondi europei, sconfessata da una nota diramata poco dopo dalla Regione che ha precisato: “L’Autorita’ di Gestione della Regione Campania – si legge – in merito a notizie relative alla certificazione di spesa dei fondi europei, precisa che ad oggi non vi e’ stata alcuna formalizzazione della interruzione di finanziamenti”.
Ad agitare gli animi, anche il sospetto di irregolarita’, avanzato dal consigliere Armando Cesaro e rilanciato dal capogruppo del M5S Maria Muscara’, nel corso di una votazione con dispositivo elettronico. Alcuni consiglieri – ha denunciato il capogruppo di Forza Italia – avrebbero espresso il voto anche per i colleghi usciti dall’aula. Eppure la giornata era partita bene e il voto sul rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2015 aveva registrato anche la semplice astensione, e non il voto contrario, del capo dell’opposizione, Stefano Caldoro: “Si conclude un processo di stabilizzazione dei conti – ha detto nella sua dichiarazione di voto – con una rilettura che permette alla Regione di chiudere senza patemi d’animo la partita dei rendiconti. Siamo in continuita’ virtuosa con il controllo della spesa iniziato nel 2011”.
Chiusa le votazioni sugli ordini del giorno, la discussione in Aula e’ proseguita con gli interventi di Valeria Ciarambino, dei Cinque Stelle, tornata sull’incidente delle formiche all’ospedale San Giovanni Bosco. “Dopo quella vergogna – ha detto – sono stati sospesi un medico e tre infermieri, gli stessi che avevano denunciato in precedenza i disservizi. Vanno reintegrati, le responsabilita’ sono da cercare molto piu’ in alto”. Sullo stesso argomento, anche l’esponente di Fratelli d’Italia Luciano Passariello e Francesco Emilio Borrelli, esponente di maggioranza (Gruppo Campania Libera, Psi, Davvero Verdi), per il quale la struttura “andrebbe chiusa e bonificata dentro e fuori”. Il pentastellato Luigi Cirillo ha introdotto una discussione sulle mense scolastiche, ma la seduta e’ stata chiusa per mancanza del numero legale.
(ITALPRESS).
VIA LIBERA AL RENDICONTO 2015 E ALLA VARIAZIONE DI BILANCIO
CIAMBRIELLO “FONDI PER FIGURE PROFESSIONALI IN CARCERE”
“Tra i risultati ottenuti durante questa annualità, che vale la pena menzionare, vi è sicuramente la capacità che abbiamo avuto, anche grazie al lavoro sinergico e di raccordo svolto con l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Lucia Fortini, di reperire fondi, 100.000 euro per l’annualità che sta per trascorrere e 100.000 già stanziati per il prossimo anno, che ci hanno consentito di avviare diverse progettualità all’interno delle carceri campane aumentando, al contempo, il numero di figure professionali e sociali specifiche che operano all’interno degli istituti penitenziari”.
E’ quanto dichiarato dal Garante dei Detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, durante la conferenza stampa di presentazione delle attività messe in campo durante l’anno in corso.
“In Campania vi sono circa 8.000 detenuti, per 95 educatori e 43 psicologi. L’obiettivo sarà quello di aumentare gradualmente il numero di figure sociali a supporto di chi sconta la pena. Già durante quest’anno il numero di psicologi, assistenti sociali, educatori sociali, avvocati che con continuità si sono recati nelle carceri, per mettere in campo nostre progettualità, sono aumentati. Il prossimo obiettivo che ci poniamo è quello di avviare corsi di formazione professionale da destinare ai detenuti”, ha continuato il Garante.
Poi un po’ di percentuali: “I detenuti che, finita di scontare la pena, non ritornano in carcere rappresentano il 20% circa del totale e sono quasi sempre coloro che sul proprio percorso hanno incrociato una associazione, una cooperativa, un volontario e delle progettualità che l’abbiano messi nelle condizioni di redimersi e capire che non vale la pena delinquere. C’è un lavoro di organizzazione della vita del detenuto che va fatto all’esterno e che è fondamentale”.
“Sul totale di 60.000 detenuti italiani poi – ha continuato il Prof. Ciambriello – il 40% è tossicodipendente o immigrato e un altro 40% è addirittura in custodia cautelare, molti dei quali non arriveranno nemmeno a giudizio. Cinquemila, poi, sono dentro a scontare un solo anno di pena. E’ assurdo non consentire a questi ultimi di scontare pene alternative”.
Dei progetti messi in campo risultano significativi quelli della:
Casa Circondariale di Poggioreale: “ascoltare e condividere attraverso l’arte creativa”, rivolto ai detenuti del padiglione Roma “sex offendere.
Casa Circondariale di Benevento: progetto “Prison – visiting, genitori dentro”, rivolto alle madri che scontano la pena, a sostegno del rapporto genitori – figli;
Casa Circondariale di Arienzo: progetto di “scrittura creativa”, volto a far sperimentare ai detenuti una lettura libera attraverso la scrittura creativa.
Casa Circondariale Eboli e Salerno: “sportello socio legale ed assistenziale con lo scopo di fornire supporto tecnico, legale e sociale, in stretto raccordo con gli uffici del garante.
Casa Circondariale Santa Maria Capua Vetere: progetto “genitori – figli condividere insieme”, a supporto della genitorialità, per provare a far riallacciare un rapporto autentico tra i detenuti ed i propri cari.
Istituto per minorenni di Airola: progetto “arte terapia” che mira ad insegnare ai minori ristretti l’arte della ceramica.
Istituto per detenute madri di Lauro: progetto “percorsi di sostegno alla maternità”.
Casa Circondariale di Salerno, Ariano Irpino, Carinola e Santa Maria Capua Vetere: progetto “attrezzature e spazio giallo minori”, con la finalità di far incontrare ai detenuti i loro figli più piccoli in uno spazio accogliente e ludico.
D’AMELIO INAUGURA A NAPOLI LA MOSTRA “ACCOGLIERE”
Una storia di settant’anni fa, quando gli emiliani accolsero i bambini napoletani dopo la guerra, al centro della mostra documentaria dal titolo “Accogliere”, organizzata in collaborazione con l’Istituto della Storia della Resistenza campana, l’Istituto Storico di Modena, con il patrocinio del Consiglio regionale della Campania, della Regione Emilia Romagna, del Comune di Napoli, presentata oggi pomeriggio nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino a Napoli.
“Una mostra molto bella”, il commento di Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio regionale della Campania. “Il tema dell’accoglienza -aggiunge- è più attuale che mai, vediamo quanti bambini muoiono nel mar Mediterraneo, quanti bimbi soli arrivano nel nostro Paese da tante parti del mondo che soffrono la fame, la povertà. E’ un momento di grande preoccupazione perchè noi abbiamo il dovere soprattutto per l’infanzia di tenere alto il sentimento dell’accoglienza, della solidarietà. Capisco il disagio che viviamo nel nostro Paese, la povertà che c’è anche qui, ma mi preoccupa molto che si scelgono di alzare i muri, con una società che si chiude in se stessa, tra l’altro – riflette D’Amelio – siamo un Paese, una regione, che invecchia, e il rischio è di rimanere chiusi nel proprio egoismo”.
“Come presidente del Consiglio regionale, e come coordinatrice di tutti i Consigli d’Italia, con i Garanti per l’infanzia delle altre Regioni e con il Garante nazionale avevamo avuto anche il compito di lavorare perchè ci fossero famiglie formate per l’accoglienza dei bambini senza genitori che arrivassero da noi; avevamo fatto un lavoro interessante che in questi giorni vede un certo arretramento e questo mi preoccupa molto”. Per Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna, “rileggere queste storie davvero ci fa ragionare su cosa ci è successo in questi 70 anni. Oggi invece ci voltiamo dall’altra parte, siamo indifferenti e addirittura facciamo finta che non muoiano più di 30mila persone nei nostri mari, e tra questi centinaia e centinaia di bambini. Credo che ricordare questa storia, come tutto ciò che è il lavoro della memoria, è importante anche per l’oggi, per interpretare meglio l’attualità, e costruire meglio il nostro futuro”.
Metella Montanari, direttore dell’Istituto Storico di Modena, aggiunge: “Crediamo che il valore dell’accoglienza, pur all’interno delle differenze dei diversi periodi storici, debba essere un valore che debba rimanere fermo nelle nostre comunità. Per questo motivo l’Istituto Storico di Modena e il Comune hanno voluto accogliere questo progetto di ricerca tra Modena e Napoli a 70 anni di distanza”. Massimiliano Amato, direttore della rivista Infiniti Mondi che organizza la mostra, (visibile fino a sabato 15 dicembre), dice: “Abbiamo scelto per questa mostra un verbo, ‘accogliere’, un verbo quanto mai attuale. La storia di 70 anni fa – prosegue – è la storia dei famosi treni della felicità, che portarono circa 10mila bambini da Napoli, città messa in ginocchio dalla guerra, al nord, nel triangolo Bologna-Modena-Reggio Emilia, grazie alla bella politica, perchè di questa operazione si incaricò la politica, che in quel momento era peraltro impegnata nell”opera di ricostruzione democratica. I partiti della sinistra, i sindacati, le associazioni civiche, un gruppo di intellettuali capeggiati da Gaetano Macchiaroli, tutti insieme organizzarono questi treni della felicità, che portarono i bambini di Napoli, i famosi scugnizzi, verso condizioni di vita più accettabili”.
ALIMENTARE, AL VIA LA IV EDIZIONE DEL PREMIO ‘PALUMBUM’
Presentata questa mattina a Napoli presso il Consiglio regionale la IV edizione del Premio nazionale ‘Pabulum’, dedicato a tutte le fasce d’età con l’obiettivo di promuovere e divulgare lo stile alimentare mediterraneo, riconosciuto nel 2010 come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco. Katia Tarantino, presidente dell’associazione ‘Pabulum’, che promuove l’iniziativa, spiega le modalità di partecipazione. “Ci sono – dice – 11 sezioni tematiche che hanno a che fare con la corretta alimentazione, tra cui quella dedicata alla fotografia, alle ricette che è la novità di quest’anno organizzata dall’Unione cuochi campani e da Gambero rosso, e poi ci sono le classiche sezioni letterarie, prosa e poesia, tra cui la sezione dedicata ai bambini da 0 a 3 anni; possono partecipare tutti gratuitamente”.
Nicola Marrazzo, presidente della Commissione Lavoro e Attività Produttive della Regione Campania, sostiene che “in tempi moderni come quelli che stiamo vivendo in cui il food è diventato uno degli elementi principale anche dell’intrattenimento televisivo, chi può rivendicare la maggiore qualità e stile dell’alimentazione è certamente la dieta mediterranea, che vede in Campania uno dei punti fondamentali. Vorrei ricordare che siamo la Regione che ha legiferato sulla dieta mediterranea. Dovremmo recuperare – aggiunge – un percorso di natura incominciando a rispettare di più Madre Natura, avere delle coltivazioni tipiche, che sono delle nicchie di eccellenza rispetto al panorama intero dell’alimentazione, credo che faremo un ottima cosa perchè così consentiremo ai nostri concittadini, all’Italia e al mondo intero di conoscere le nostre bellezze non solo culturali, ma anche i nostri cibi che riescono ad avere un ampio ventaglio di prodotti ed offerte che credo siano ineguagliabili”, conclude.
PARI OPPORTUNITA’, I RISULTATI PROGETTO PER MEDIATION
Investire sulle giovani generazioni per formare i cittadini del domani al dialogo, al rispetto di genere, alla parita’. Con questo obiettivo la commissione regionale Pari opportunita’ della Regione Campania ha messo in campo il progetto “Peer Mediation”, di cui oggi, nel corso di un convegno a Napoli, si e’ tirato un primo bilancio. Mediatori familiari sono stati impegnati nel corso dell’anno in una serie di incontri in due istituti scolastici della Campania, la primaria paritaria di Ercolano, Bambi, e la scuola media Karol Wojtyla di Castellammare di Stabia, per spiegare ai piu’ piccoli il rispetto dell’altro e l’importanza del dialogo, che sono alla base del vivere civile. “Credo che questi progetti che si stanno diffondendo sempre piu’ nelle scuole – spiega a margine dell’iniziativa la consigliera delegata alle Pari opportunita’, Loredana Raia – siano un buono strumento perche’ i ragazzi possano assumere una nuova coscienza. La vera battaglia che dobbiamo condurre e’ quella di sconfiggere gli stereotipi, quindi e’ una battaglia di tipo culturale. In particolare, la Peer Mediation, di cui parliamo oggi, e’ un’iniziativa importante perche’ fa interagire da piccolissimi i bambini e gli adolescenti nelle scuole in una condivisione di ruoli, vissuto e conoscenze. Cosi’ imparano a convivere le esperienze a partire dalla famiglia, poi la scuola e, quando saranno piu’ grandi, nella societa’. Solo implementando la formazione dei giovanissimi, domani avremo dei genitori piu’ consapevoli del valore della parita’”. Per Natalia Sanna, presidente della commissione regionale per le Pari opportunita’, “investire sull’educazione al rispetto significa gettare le basi per una societa’ migliore”. Fondamentale il ruolo dei mediatori familiari, ribadito da Federica Anzini, presidente dell’Aimf (Associazione italiana mediatori familiari): “C’e’ bisogno di una educazione al dialogo, a capire le esigenze dell’altro – dice- per prevenire forme di aggressivita’ e di violenza”.
GARANTE DETENUTI “FERMATI L’ANNO SCORSO 5MILA ADOLESCENTI”
“Spesso in Campania con il termine baby gang mettiamo dentro tutto: chi ha un disagio, chi vive la devianza o la microcriminalità. L’anno scorso circa 5mila adolescenti della nostra regione sono stati fermati, interrogati, portati a casa o nelle comunità o nelle carceri. Attualmente tra le carceri di Nisida e Airola ci sono 110 tra i 14 e i 18 anni. Sono tutto sommato pochi. Ma noi che facciamo per gli altri 4.800 che non vanno in carcere né in comunità? C’è una povertà educativa, una povertà culturale, sanno 50 parole e tutte in dialetto napoletano rispetto a chi ne conosce mille di una lingua straniera”. Il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, Samuele Ciambriello, ha aperto così a Napoli il convegno “Liberare i minori e renderli adulti e responsabili”.
“Ho inteso mettere intorno allo stesso tavolo presidenti di tribunali, responsabili delle comunità residenziali per i minori, il procuratore del tribunale dei minorenni, responsabili nazionali e regionali della giustizia minorile e la politica perché il tema è sensibile: credo – ha aggiunto – che una società che giudica un minore, e dopo averlo giudicato lo mette in carcere, è una società malata che sta giudicando se stessa, la propria malattia, perché l’adolescente è il prodotto di quella società”.
Al centro del dibattito, al quale è intervenuto, tra gli altri, anche l’assessore regionale alle Pari opportunità, Chiara Marciani, che ha ricordato tutti gli investimenti regionali messi in campo per la formazione, c’è la riforma penitenziaria per i minori all’attenzione del governo nazionale. “La riforma – ha continuato Ciambriello – può significare più ore d’aria, più possibilità affettive, più telefonate e soprattutto più formazione professionale con tirocini all’esterno sia delle comunità che delle carceri. L’imperativo, per tutti, deve essere liberare i minori per renderli adulti e responsabili”.
D’AMELIO “PREMIATI IN EUROPA PER PROGETTO TRASPARENZA”
“La Regione Campania sta lavorando in maniera convinta sul terreno della trasparenza. L’ultimo decreto del 2016 invita l’amministrazione pubblica a fare di più per la diffusione dei propri dati, delle gare e delle rispettive attività dando la massima informazione ai cittadini. Questo è un dovere delle amministrazioni”. Lo ha detto il presidente del consiglio regionale Rosa D’Amelio, a margine della iniziativa in corso a Napoli, nella sede del consiglio regionale, intitolata “La trasparenza nella Pubblica amministrazione, motore di sviluppo del territorio”.
“Il consiglio regionale – ha continuato – ha fatto passi avanti molto interessanti, ha approvato il nuovo piano triennale. Pubblichiamo sui siti tutte le informazioni sulle misure che mettiamo in campo. Abbiamo lavorato alla digitalizzazione e agli Open Data. Un impegno che è stato riconosciuto anche in Europa dove la regione Campania è stata premiata. Abbiamo, infatti, presentato un lavoro molto innovativo realizzato insieme con l’Università di Salerno”.
Per il presidente, “ora dobbiamo proseguire perché siamo chiamati come istituzione a rendere pubblici per i cittadini tutti gli atti e tutte le informazioni che produciamo. E’ un dovere non solo perché ce lo impongono le leggi ma anche perché siamo eletti dai cittadini e a loro dobbiamo dare risposte chiari, comprensibili e trasparenti”.
Alla iniziativa, interviene anche il dirigente responsabile della Trasparenza e dell’anticorruzione della Regione Campania, Alfredo Aurilio: “La trasparenza determina legalità e la possibilità di un’azione amministrativa concreta. Noi tentiamo di fare del consiglio regionale una casa di vetro. Quest’anno abbiamo pubblicato più di tremila atti amministrativi. La trasparenza deve essere conquistata giorno per giorno da parte soprattutto dei responsabili che devono essere sempre attivi e presenti nei confronti degli altri dirigenti, dei funzionari, dei responsabili dei procedimenti. Bene il decreto anticorruzione varato dal governo. Mi auguro che effettivamente le nuove norme riducano al minimo il rischio di comportamenti illeciti”.
ISTITUITO COMITATO CONTRO LE PUBBLICITÀ OFFENSIVE
E’ nato a ottobre ed oggi presenta i primi risultati. Si tratta del Comitato contro la pubblicità offensiva, lesiva o deformante e contro la mercificazione del corpo della donna, istituito il 17 ottobre scorso presso il Consiglio regionale della Campania, dal Difensore civico, l’avvocato Giuseppe Fortunato. L’esigenza di un controllo sui manifesti pubblicitari nasce dalla diffusione di immagini umilianti o degradanti che, talvolta, rischiano di essere drammaticamente legate al tema della violenza di genere.
“Il nuovo organismo ha già diffidato tre Comuni: quello di Napoli, di Pozzuoli e di Pontecagnano – spiega Fortunato – in cui erano stati affissi dei manifesti pubblicitari davvero orribili. Il problema non è solo rimuoverli, ma fare in modo che ciò non accada più”.
Del Comitato fanno parte, in qualità di componenti della Commissione Pari opportunità regionale, Angelina Acampora, Concetta Arcella, Paola Astuto, Antonella Bozzaotra, Libera Cesino, Maria D’Elia, Rossella Fasulo, Maria Lippiello, Katia Martini, Tina Monti, Natalia Sanna, Maria Luigia Vitagliano.
“Nella commissione Pari opportunità e nell’ambito della sottocommissione dedicata alla cultura di genere – dice Natalia Sanna, presidente della commissione regionale Pari opportunità – già si era parlato di questo fenomeno e della necessità di intervenire preventivamente e non nel momento in cui i manifesti sono già affissi. Altrimenti, il danno è già fatto. Ci occuperemo non solo di pubblicità lesiva nei confronti della donna, ma anche dell’uomo e di altri orientamenti sessuali”.
Il Comitato nasce anche con l’intento di stimolare le amministrazioni locali affinché si attivino perché gli operatori pubblicitari non incitino più ad atti di violenza sulle donne e ne tutelino la dignità.
L’auspicio del Comitato è che le procedure amministrative siano sempre più tempestive e che si colmi la mancanza di una legge organica in materia così da impedire l’oggettivazione del corpo delle donne per finalità ed usi commerciali.



