ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Marco Vincenzi, ha approvato, con 26 voti a favore e 7 astenuti, la proposta di legge sull’istituzione dei distretti logistico ambientali. “Queste norme erano state presentate nella scorsa legislatura, ma sono arrivate in Aula solo oggi, il che è comunque motivo di soddisfazione”, come ha spiegato il primo firmatario del provvedimento, Eugenio Patanè (Pd). Nove gli articoli di questa proposta, cui uno se ne è aggiunto con un emendamento di Giunta. Altri emendamenti sono intervenuti sugli articoli 1, 3, 4 e 6 della proposta di legge, in alcuni casi con riformulazioni dell’assessore Valeriani.
Quest’ultimo ha parlato di un “bel documento” della Regione sul tema dei rifiuti: “Una tessera molto importante di un mosaico normativo teso a fronteggiare l’emergenza rifiuti. Il commissariamento ci sarà – ha detto Valeriani – sia per Roma che per Latina, se non rispettano le prescrizioni della Regione. La zavorra sui dati della differenziata è costituita da Roma, indubbiamente, a livello regionale siamo arrivati al 65 per cento”. Pochissime regioni vantano una normativa di questo tipo, comunque, ha concluso Valeriani.
La proposta, come spiegato ancora da Patanè, si inserisce nella serie di iniziative della Regione per portare a soluzione la problematica dei rifiuti: il 28 luglio 2020 è stato approvato il Piano rifiuti; il 17 febbraio scorso la legge sull’anagrafe dei rifiuti; il 13 aprile poi è nata la cabina di monitoraggio del Piano; a breve verrà discusso il testo unificato sugli Ato, autorità di governo dei rifiuti. “Oggi si aggiunge un altro strumento fondamentale – ha dichiarato – il concetto di economia circolare è alla base di questa normativa sui distretti logistico ambientali; essi individuano aree territoriali omogenee per caratteristiche economiche delle imprese che vi hanno sede, in cui ridurre la produzione di rifiuti e procedere a scambi energetico ambientali per realizzare appunto la circolarità dell’economia attraverso il recupero dei rifiuti, anche grazie al coinvolgimento di università e centri di ricerca. Un regolamento regionale sarà emanato per l’applicazione della normativa. Questo significa fare la propria parte per la Regione su questa tematica”.
Arriva tardi questa iniziativa secondo Fabrizio Ghera (FdI), data la situazione dei rifiuti già gravemente compromessa a Roma; il fallimento della Giunta Zingaretti è anche testimoniato dalla situazione nella capitale, anche se le responsabilità della amministrazione capitolina, non solo quella attuale ma anche la precedente, e della città metropolitana sono innegabili. La scelta di territori meno antropizzati per la realizzazione di impianti dovrebbe essere la regola, ha detto ancora Ghera, non andare a gravare su territori già provati da anni di sacrifici. Strade non facili ma che vanno percorse necessariamente, secondo il consigliere di Fratelli d’Italia. L’idea alla base di questa proposta è anche buona, per Ghera, ma non può coprire i fallimenti delle politiche dei rifiuti, specie nel campo dell’incremento della raccolta differenziata.
L’impiantistica regionale è scadente, secondo Gaia Pernarella del Movimento 5 stelle, e concentrata sulla parte dello smaltimento; ma gli enti provinciali sono sprovvisti di strumenti, ormai, attraverso i quali realizzare politiche più moderne. E’ passato però il principio di legare gli impianti al fabbisogno del territorio e questo è molto importante per non gravare uno stesso territorio di un carico eccessivo di impianti: si tratta di un successo della politica dei rifiuti del Movimento 5 stelle, secondo Pernarella.
La diversità delle posizioni sulla tematica dei rifiuti non impedisce di confrontarsi in spirito positivo su normative che possono rivelarsi utili, ha detto Massimiliano Maselli di Fratelli d’Italia motivando una posizione leggermente differente dal suo collega di partito Ghera; specialmente il rischio che tale normativa possa coprire il fallimento delle politiche dei rifiuti non esiste a suo avviso, tanto quello è evidente. Ben venga l’istituzione dei distretti, quindi, per Maselli, se il loro scopo è ridurre la produzione di rifiuti. Non convinto invece dall’articolo 4 sui piani di distretto si è detto Maselli, perché va a suo avviso ad appesantire questa normativa.
Si poteva avere più coraggio su questi temi secondo il consigliere della Lega Angelo Tripodi, che però ha detto “di apprezzare l’apertura all’impiantistica che in questo testo si rileva, tema che sarà sviluppato auspicabilmente nel lavoro sul testo”, ha concluso Tripodi. Tentativo di dare finalmente delle risposte ha detto di vedere in questa proposta di legge Giuseppe Simeone di Forza Italia, a differenza di quanto fatto con il Piano rifiuti, a suo tempo approvato; analogo coraggio andrebbe però mostrato nel commissariare Roma sul tema dei rifiuti, che è giunto a livelli intollerabili.
Per Marco Cacciatore del gruppo misto “la riduzione dei rifiuti è la principale motivazione alla base di questa legge, che denota il coraggio di portare a compimento le procedure tese a risolvere il problema dei rifiuti per la prima volta in questa regione; la prossima tappa è la legge sugli Ato”, ha concluso Cacciatore.
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Distretti logistico ambientali, approvata la legge
Carceri, una nuova convenzione per il diritto allo studio
ROMA (ITALPRESS) – Garantire il diritto allo studio della popolazione detenuta è il fine del protocollo d’intesa sottoscritto a Viterbo dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, dal rettore dell’Università della Tuscia, Stefano Ubertini, e dal provveditore dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio, Abruzzo e Molise, Carmelo Cantone. Presente anche Alessandra Troncarelli, assessora regionale alle Politiche sociali e ai servizi alla persona, la quale ha attestato “la volontà della Regione Lazio di perseguire la strada dell’inclusione ad ogni livello”.
“Lo studio universitario – ha sottolineato Anastasìa – è una straordinaria opportunità per le persone detenute. Arriva spesso al termine di un lungo percorso, che porta tante di loro a completare interi cicli di istruzione in carcere, e dà loro non solo la possibilità di accrescere le proprie competenze e di migliorare le possibilità di reinserimento, ma anche di riempire il tempo di detenzione di occasioni di riflessione sul proprio vissuto e sulle proprie capacità. Con questo protocollo – ha proseguito Anastasìa – i detenuti che si iscriveranno all’Università della Tuscia potranno essere esentati dalle tasse regionali di iscrizione all’Università, riceveranno gratuitamente i libri e il materiale didattico necessario alla preparazione degli esami e l’università potrà ricevere i contributi regionali per il tutoraggio degli studenti detenuti”.
La legge regionale n. 7 del 2007, “Interventi a sostegno della popolazione detenuta della Regione Lazio”, fissa, tra gli obiettivi della Regione Lazio, quello della creazione di poli universitari nelle carceri. La convenzione con l’Università della Tuscia si aggiunge ai tre protocolli d’intesa con l’Università Roma Tre, l’Università Tor Vergata e l’Università di Cassino e del Lazio meridionale. Tali intese, sottoscritte da Garante, università e amministrazione penitenziaria, hanno il fine di favorire l’accesso agli studi universitari delle persone detenute e supportarle nel loro percorso formativo. Con la delibera della Giunta regionale 829 del 10/11/2020, la Regione ha stanziato 50 mila euro, per le attività di tutoraggio didattico dei detenuti studenti. Inoltre, un apposito protocollo tra Garante e DiSCo prevede che l’Ente regionale per il diritto allo studio fornisca il materiale didattico e i libri di testo alle biblioteche penitenziarie, esonerando altresì i detenuti studenti dal pagamento delle tasse universitarie per la parte di competenza regionale.
Agli uffici del Garante nel 2020 risultavano 121 iscritti agli atenei laziali, così suddivisi: Sapienza, Università degli studi di Roma, 19; Università degli studi di Roma Tor Vergata, 41; Università degli studi di Roma Tre, 55; Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale, 5; Università della Tuscia, 1
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Garante infanzia Lazio “Percorso servito per input a mio successore”
ROMA (ITALPRESS) – “E’ stato un percorso molto complesso, che è servito per dare un input al Consiglio regionale e al mio successore, che spero venga nominato tempestivamente nei prossimi giorni”. Così il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della regione Lazio, Jacopo Marzetti, ha voluto descrivere, nel corso della conferenza stampa di fine mandato che si è svolta nella sede del Consiglio regionale del Lazio alla presenza del presidente d’aula, Marco Vincenzi, e dell’ex presidente, Mauro Buschini, il lavoro dei questi 5 anni. “Quella del Garante era una figura poco conosciuta sia a livello regionale che nazionale e invece dovrebbe essere centrale – ha spiegato -. Sono stato nominato 5 anni fa e l’ufficio era sprovvisto di garante da molto tempo, un fatto che spero non accada per il mio successore. All’inizio ho capito che non si conosceva bene quale fosse il ruolo del garante, mentre oggi non c’è un ufficio pubblico che non risponda tempestivamente. Non è un passacarte del consiglio della regione o del comune ma ha un ruolo terzo al di là delle visioni politiche. Ho cercato di dare centralità a una figura molte volte poco conosciuta”.
“Per i tanti casi di privati cittadini, scuole, associazioni – ha proseguito Marzetti – questo ruolo è fondamentale per attivare quelle strutture competenti, per dare una risposta. Siamo la prima regione per quanto riguarda il supporto dei minori non accompagnati, sono più di 500 le nomine effettuate dal tribunale di Roma per l’affidamento, ragazzi che spesso vengono parcheggiati nelle case di accoglienza senza un vero e proprio percorso di integrazione”. “Il Lazio – ha ricordato – è stata la prima regione che ha legiferato sul bullismo e cyberbullismo, facendo conoscere ai ragazzi le buone pratiche, coinvolgendoli direttamente, perchè sui minori non ci deve essere divisione politica”. Poi ha sottolineato come in questo momento, di post pandemia, il ruolo del garante è ancora più centrale perchè: “Le conseguenze di questa situazione i ragazzi le porteranno negli anni e rischiamo dei danni per loro che devono essere evitati” tanto da augurarsi per questa estate: “l’apertura dei centri perchè non possiamo permetterci di lasciare i ragazzi privi di attività. Devono essere la regione e lo Stato a organizzare le attività estive. Non possiamo lasciarli soli, rischiamo di perderli. Dobbiamo arrivare a settembre per ricominciare una scuola al 100% in presenza e non possiamo permetterci alcun tipo di stop”.
Sul futuro di questo organo, il cui successore verrà nominato nei prossimi giorni, si è detto convinto che: “la regione continuerà su questa strada e chi mi seguirà continuerà a dare una centralità al ruolo. Un rimpianto un garante lo ha sempre perchè non sempre riusciamo a tutelare uno dei nostri ragazzi, perchè accadono cose che un garante non dovrebbe mai sentire e leggere. Lo sforzo è quello di non leggere mai questi fatti, che ci sia una tutela per tutti, come per i ragazzi non accompagnati o disabili. C’è ancora molto da fare e penso che il nuovo garante dovrà continuare a garantire i diritti e avere una stretta collaborazione con le procure per avere un intervento tempestivo”. “Ringrazio il dottor Manzetti – ha detto Marco Vincenzi – è evidente che l’azione del garante è stata a tutto campo, ha riguardato i temi generali con importante interventi puntuali sia nelle vicende pubbliche che nei singoli episodi che interessano i bambini della nostra comunità. Credo che il suo lavoro vada proseguito e rilanciato così come l’impegno del consiglio regionale di procedere tempestivamente alla nomina del nuovo garante”.
“Un fatto di serietà e di rispetto nei confronti di questa istituzione la presentazione del lavoro a fine mandato – ha ricordato Buschini -. Sono stati anni delicati e complicati ma grazie al lavoro di queste strutture sono cresciute le sensibilità verso tematiche che fanno la differenza. Questa iniziativa arriva a poche ore da un tragico episodio, che ha lasciato sgomenti, non si trovano delle parole opportune per definire quella tragedia di domenica. Ringrazio il dottor Manzetti per il lavoro di questi anni”. Marzetti dal 20 maggio scorso ha assunto l’incarico di commissario straordinario di Farmacap, la società controllata del comune di Roma, che gestisce le 45 farmacie comunali.
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Il Lazio capofila contro il Gender Gap
ROMA (ITALPRESS) – Il 21 maggio scorso la regione Lazio è stata la prima ad approvare una legge sulla parità retributiva tra sessi, il sostegno all’imprenditoria femminile, la valorizzazione delle competenze delle donne.
Una legge non solo fatta di belle parole ma con un vero e proprio investimento da 7,6 milioni di euro, nel prossimo triennio, per contrastare il gap salariale, che nel Lazio raggiunge una differenza in media del 45% a parità di ruoli tra uomini e donne
e i livelli di disoccupazione, notevolmente aumentati con la crisi pandemica. Una donna su 2 non lavora (52,1%) e solo nell’ultimo anno, secondo i dati Eures e Istat, l’occupazione femminile è scesa del 3,1% contro l’1,1% degli uomini, 33 mila unità perse su un totale di 44 mila posti in meno. A portare avanti questa battaglia di civiltà la presidente della Commissione Pari Opportunità, Eleonora Mattia, accompagnata da tutto il consiglio regionale, che ha votato all’unanimità.
“La Regione Lazio relativamente al contesto nazionale rappresenta una buona pratica dal punto di vista della rappresentanza paritaria – ha detto la Mattia all’agenzia stampa Italpress -. Questa è anche la prima consiliatura dopo l’introduzione della doppia preferenza di genere, che ha permesso nel 2018 a molte più donne di entrare nell’organo legislativo regionale. Grazie alla forza, alle esperienze e al coraggio di tante colleghe è stato possibile in questi tre anni dotare il Lazio di tantissime leggi innovative, spesso prime in Italia, come quella di cui sono stata promotrice che ha introdotto il sistema integrato di educazione e istruzione 0/6 anni con un investimento importante di 21 milioni di euro, confermato anche dal Next Generation Lazio che stanzia ulteriori 500 milioni di euro per potenziare la rete dei nidi sul territorio regionale”.
“Ma anche la legge per il contrasto al revenge porn – continua Mattia – la sensibilizzazione sull’endometriosi, il sostegno alle malate oncologiche per l’acquisto di parrucche o per la realizzazione di tatuaggi coprenti. Ancora, l’accordo con l’ordine degli avvocati di Roma per estendere il gratuito patrocinio a tutte le donne vittime di violenza, le misure per la valorizzazione dei luoghi delle donne e il Premio Colasanti-Lopez per partire dalla scuola nella lotta contro la violenza di genere. Abbiamo recentemente approvato in Commissione la mia proposta di legge sulla parità salariale e stiamo lavorando a una proposta ad hoc per incentivare la presenza delle donne nei percorsi formativi e lavorativi STEM. Sono tante le battaglie vinte e sicuramente l’elezione di una donna come capogruppo del Partito Democratico, Marta Leonori, è un importante riconoscimento di questo percorso che ha veramente arricchito la qualità legislativa”.
Il gender gap è stato messo al centro delle politiche europee grazie alla nuova commissaria europea Ursula von der Leyen, il Lazio si è posto come capofila in questa battaglia proponendo una legge consiliare.
“Siamo la prima Regione in Italia – ha proseguito – a proporre una disciplina organica sulla parità retributiva che passa per il sostegno all’occupazione stabile e di qualità e la valorizzazione delle competenze femminili. Ho presentato la PL 182 prima della pandemia, ma oggi più che mai appare uno strumento cruciale per accompagnare la ripresa post-crisi. Con una dotazione finanziaria di 7,6 milioni di euro interveniamo sostenendo l’imprenditoria femminile e le aziende che assumono donne a tempo indeterminato oltre ad istituire un registro delle imprese virtuose che incentiva la cultura aziendale paritaria. Prevediamo un focus sulla formazione per combattere stereotipi e orientare percorsi altamente specializzanti, ma anche sportelli donna dedicati in tutti i centri per l’impiego”.
“Abbiamo inserito – prosegue – un fondo per il micro-credito per le donne in situazioni di disagio, percorsi specifici per l’inserimento lavorativo delle donne disabili e delle vittime di violenza prese in carico dalla rete regionale dei cav e case rifugio. Sono previsti incentivi alla rappresentanza paritaria nei ruoli apicali sia nelle Giunte comunali che in tutte le nomine di competenza regionale dove un genere non potrà essere rappresentato per più di due terzi su base annuale. C’è poi tutto il tema degli strumenti di conciliazione dei tempi di vita con strumenti come i voucher baby-sitter e i bonus per i padri che utilizzano il congedo in alternativa alle madri. Insomma, una proposta innovativa e ambiziosa che può segnare davvero una svolta per migliaia di donne nel Lazio e speriamo diventi una buona pratica a livello nazionale. A questo poi si aggiunge la recente firma del Protocollo sulle politiche attive firmato con le parti sociali che con uno stanziamento di oltre 200 milioni di euro interviene a sostegno delle categorie più colpite dalla crisi, quindi anche le donne. Solo rilanciando su questo tema, investendo sulle nuove competenze e stando al passo con l’innovazione possiamo costruire un mercato del lavoro davvero inclusivo e paritario”.
Questa legge sarà solo il primo passo, in attesa dell’arrivo di leggi simili in altre regioni, perchè la commissione Pari Opportunità, continuerà a monitorare la situazione e l’applicazione della legge stessa: “Come dico sempre, le leggi da sole non fanno le rivoluzioni, ma sono strumenti necessari e utili per accompagnare cambiamenti sociali e culturali, in questo caso non più rimandabili. Come sempre, inizierà la fase di attuazione per rendere operativi tutti i vari strumenti previsti nel testo. Sicuramente ci sarà un monitoraggio serrato anche grazie al Registro regionale delle imprese virtuose e al potenziamento dell’Osservatorio regionale sulle pari opportunità che sarà competente anche a raccogliere i dati relativi alla parità retributiva nelle imprese operanti sul territorio regionale. Quello della diffusione di buone pratiche di cultura aziendale paritaria è un obiettivo primario. Ci sono poi tutti gli strumenti come il Fondo per il microcredito, il fondo per il sostegno all’imprenditoria femminile, il tema dei centri per l’impiego. Con questa legge decidiamo di fare la nostra parte, come istituzioni e per quanto di nostra competenza, per accompagnare un cambiamento che è evidentemente tutto socio-culturale”.
“Io sono molto onorata di essere presidente di questa commissione che negli ultimi anni ha ampiamente dimostrato di essere all’altezza del futuro. In particolare sull’educazione e i divari di genere siamo pionieri: prima regione in Italia ad aver attuato il sistema integrato di educazione e istruzione 0/6 anni che mette al centro i diritti delle bambine e dei bambini fin dalla tenera età, in primis il diritto all’istruzione e alla crescita sana ed equilibrata. Una legge contro le disuguaglianze poichè tutti gli studi mostrano come un bambino o una bambina che hanno la possibilità di frequentare servizi educativi di qualità hanno maggiori possibilità di superare fragilità sociali e quindi di realizzare i loro sogni. Infine la proposta di legge sulle politiche giovanili, a cui tengo molto e per la quale sono attualmente in corso le audizioni. Una legge che rimette al centro i bisogni e il futuro di un’intera generazione che continua a subire pesantemente le conseguenze della pandemia e se non saremo in grado di fornire risposte concrete rischiamo di perdere completamente. Solo mettendo al centro i diritti delle bambine e dei bambini, in primis quello a una crescita sana, equilibrata, senza stereotipi, possiamo crescere generazioni in grado di traghettarci verso un nuovo mondo, a misura di donne e uomini”.
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Ptpr, Vincenzi “Strumento importantissimo per i territori”
ROMA (ITALPRESS) – “Con l’approvazione da parte del Ministero Beni e Attività culturali (Mibact) dell’accordo stipulato con la Regione Lazio, oggi entra finalmente in vigore il Piano paesaggistico del Lazio, il cosiddetto Ptpr. Uno provvedimento utilissimo, che ha richiesto un lavoro lungo e condiviso con amministratori locali, operatori economici, associazioni ambientaliste e cittadini e che garantisce regole chiare nella gestione di due importantissimi elementi che vanno coniugati insieme, paesaggio e patrimonio. Il Ptpr oggi diventa lo strumento fondamentale per far ripartire i nostri territori all’insegna di uno sviluppo omogeneo e sostenibile per la nostra Regione e per le sue Comunità”: così in una nota Marco Vincenzi, presidente del Consiglio regionale del Lazio.
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Approvata la legge sugli Open Innovation Center
ROMA (ITALPRESS) – Approvata oggi dal Consiglio regionale del Lazio con 28 voti favorevoli e 5 astenuti la proposta di legge numero 229 recante Disposizioni per la realizzazione di Open Innovation Center. Il voto dell’Aula è arrivato al termine di un lavoro emendativo abbastanza rapido, nel primo pomeriggio, dopo che in mattinata si era svolta la relazione del consigliere Enrico Forte, del Partito democratico, uno di firmatari della proposta. Sei le proposte di modifica approvate agli articoli della proposta di legge, tutte provenienti dal gruppo della Lega e che si concentrano nei primi tre articoli della normativa, che ne prevede in totale dieci.
L’articolo 1 descrive finalità e oggetto della legge, affermando come l’obiettivo sia il passaggio del sistema economico produttivo dalla closed innovation alla open innovation, definita nell’articolo 2 come un approccio strategico culturale all’innovazione finalizzato ad aumentare valore e competitività delle imprese, attraverso il ricorso a soluzioni anche esterne al processo produttivo delle imprese stesse, in particolare proveniente da università, centri di ricerca, start up, enti pubblici e privati e liberi professionisti. L’articolo 3 descrive il ruolo della Regione nella promozione di questo processo, con una serie di previsioni cui è stata aggiunta in sede emendativa quella di agevolazioni fiscali per le imprese che sviluppino progetti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico e si insedino nel Lazio. Un piano triennale approntato dalla Giunta e da sottoporre ad approvazione del Consiglio è previsto dall’articolo 4, sulla base del quale verrà stilato anche un piano operativo annuale (art. 5); l’articolo 6 istituisce l’elenco degli open innovation center presso la direzione regionale competente per lo sviluppo economico. L’articolo 7 riguarda il rispetto della normativa europea sugli aiuti di stato e l’8 la valutazione degli effetti finanziari; lo stanziamento (articolo 9) è di 300 mila euro per la parte corrente e altrettanto in conto capitale per l’anno in corso, e di 500 mila per la parte corrente e 700 mila in conto capitale per le due successive annualità.
“Avere un quadro normativo certo sulla filiera di rapporti tra aziende, start up, centri di ricerca e università è l’esigenza che sta alla base di questa proposta di legge”, ha detto Forte nella sua relazione introduttiva. Ma anche l’esigenza di utilizzare al meglio le risorse provenienti dall’Unione europea e quella di aprirsi al mondo esterno sono necessità che hanno spinto a muoversi su questi temi, ha aggiunto il consigliere. Il sempre maggior costo delle attiività di ricerca e l’accorciamento del ciclo di vita dei prodotti mettono in difficoltà le aziende, che operano in un contesto di globalizzazione e modernizzazione sempre più accentuati. Innovazione è il tema centrale per favorire la competitività, quindi, ma l’innovazione secondo Forte ha un legame profondo con la dimensione umana, che sola può garantirne il successo; “fiducia è la parola chiave” che rappresenta al meglio il rapporto che deve esserci tra gli attori di questo processo, in particolar modo aziende e università, ha concluso Forte.
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La commissione Trasparenza del Consiglio regionale del Lazio, la prima in Italia
Da una vicenda dai contorni poco chiari, su cui si sta ancora indagando, possono nascere gli anticorpi per salvaguardare l’istituzione e proteggerla nel presente ma anche per il futuro. Questo è quanto accaduto nel Lazio dopo la questione “concorsopoli”, che ha portato alla dimissione del presidente del consiglio regionale, Mauro Bruschini, consentendo di gettare le basi perché il Consiglio di dotasse di uno strumento rappresentativo dedicato al controllo degli atti. È nata così la Commissione Trasparenza, unica a livello nazionale, che faciliterà la vita ai consiglieri che vorranno fare maggior chiarezza sugli atti che usciranno da via Cristoforo Colombo e da via della Pisana.
“La Commissione Trasparenza e Pubblicità – come spiega all’Italpress la neopresidente Chiara Colosimo, consigliera di Fratelli d’Italia – è nata a seguito dello scandalo concorsopoli per volere del presidente dimissionario Mauro Bruschini. Lui stesso dichiarò che avrebbe voluto che si facesse piena trasparenza. Così con la capogruppo del Pd, Marta Leonori, e tutti i gli altri capigruppo è stata presentata una proposta di legge di istituzione di questa commissione, che ha dei poteri ispettivi maggiori rispetto a quelli del singolo consigliere regionale”.
“Il presidente Vincenzi – prosegue – ha subito trasmesso le carte che ci interessavano, dimostrando immediatamente la piena correttezza istituzionale e la collaborazione. Sicuramente inizieremo da questa vicenda delle assunzioni ma visto il lavoro della procura, ancora in corso, non ci sostituiremo a magistrati. Faremo un lavoro più prettamente politico e cercheremo di capire quali sono le responsabilità amministrative e politiche che verranno fuori”.
Al di là della singola vicenda la Commissione si occuperà anche di altro, quindi, come spiega Chiara Colosimo: “Tratteremo anche la vicenda riguardante l’acquisto delle mascherine. In particolare vorremmo capire, adesso che arriverà il collegato di bilancio, come sono stati messi a bilancio i 14 milioni mancanti, poi perché su quella questione ci sono molte lacune. Io vorrei che i commissari e la Commissione laborassero a tutti quello che riguarda una maggiore trasparenza per ridare un po’ di fiducia nelle istituzioni a chi guarda da lontano”.
“Questa commissione – ricorda Colosimo -, da un primo controllo che ho fatto, non esiste in nessun’altra regione, credo perché sia utilizzata più a livello comunale per la trasparenza amministrativa. Il fatto che il consiglio regionale sia una assemblea legislativa non vuol dire che non ci voglia la trasparenza. Penso che questo possa essere un bel segnale per farla ovunque. Negli ultimi anni le regioni sono sempre state indicate come centro di sprechi. Dunque, a tutela delle istituzioni che rappresentiamo, è una cosa assolutamente positiva”.
La Commissione si occuperà anche della questione rifiuti: “Ce occuperemo perché manca la consapevolezza dei ruoli e di chi non abbia fatto il proprio dovere. Io ho l’onere, con tutti gli altri commissari, di scrivere una pagina nuova. Questa commissione si può occupare di tutto e di niente, quindi è evidente che starà a noi decidere le priorità, perché volendo ha un potere pazzesco, come si legge dal testo della legge. Partecipate, regione, Comuni è evidente che potrebbe trattare di tutto, certo dovremmo andare per priorità. Per come la vedo, le priorità dovranno andare verso quelle vicende in cui si sono persi dei soldi o che hanno scandalizzato l’opinione pubblica. Quello dei rifiuti potrà essere uno degli argomenti da affrontare, così come quello dei finanziamenti che la Regione ha concesso al Comune di Roma per l’assistenza alle famiglie con disabilità gravissime”.
Cosa accadrà alla fine di ogni singola analisi ancora non è deciso, troppo presto è troppo giovane la Commissione per capire come procedere: “Ancora non ci abbiamo pensato perché dipende da tante variabili. Dobbiamo, innanzitutto, capire come impostare il lavoro, un lavoro molto lungo che dovrà essere concordato con l’ufficio di presidenza e se sarà necessario inviare una relazione finale, anche a eventuali organi inquirenti, lo faremo”.
Via libera dalla commissione Commercio, inizio saldi il 3 luglio
ROMA (ITALPRESS) – La commissione Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione della Regione Lazio, presieduta da Marietta Tidei, ha espresso parere favorevole a maggioranza alla delibera di giunta, che fissa la data di inizio dei saldi estivi al 3 luglio 2021 e che ripropone la possibilità di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni precedenti la data di avvio dei saldi, in deroga al Testo unico del Commercio, come già avvenuto in occasione dei saldi invernali. Il provvedimento è stato illustrato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Commercio e artigianato, Paolo Orneli, il quale ha spiegato che la scelta del 3 luglio è frutto di un orientamento prevalente emerso nella Conferenza delle Regioni. Data che comunque coincide con le disposizioni del Testo unico del Commercio, che parla di “primo sabato del mese”, e sulla quale hanno espresso consenso anche le maggiori associazioni di categoria. Meno condivisa dai commercianti, invece, è la riproposizione della deroga al divieto delle vendite promozionali nei 30 giorni precedenti, introdotta durante l’emergenza da Covid-19 e già attuata in occasione dei saldi invernali. Su questo punto, Orneli ha dichiarato: “Rispetto allo scorso anno, nel confronto che abbiamo avuto con le associazioni di categoria, stavolta è emersa una loro posizione più articolata. Alla fine, noi abbiamo dovuto tirare le somme e decidere e ci è sembrato ragionevole riproporre lo stesso schema che abbiamo seguito per i saldi invernali e, cioè, allinearci per la data dei saldi a quello che fa la maggioranza delle regioni, e non limitare la libertà dei commercianti sulle vendite promozionali in questo particolare momento, seppure in condizioni migliori rispetto alla ripartenza dei consumi”.
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