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Nel Lazio il 70 per cento dei detenuti ha ricevuto il vaccino

ROMA (ITALPRESS) – Il 70 per cento delle persone detenute ha ricevuto la prima somministrazione del vaccino Moderna, vale a dire 3954 su 5648 detenuti presenti nei 14 istituti di pena del Lazio il 6 maggio. E’ questo il dato trasmesso dal Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa. La maggiore percentuale di somministrazioni effettuate riguarda il “Mammagialla” di Viterbo, con il 98,5 per cento di persone vaccinate (589 detenuti vaccinati su 598), seguito da Cassino, con il 92,1 per cento (164 su 178), e dalla Casa di reclusione di Rebibbia con l’87,7 per cento (286 su 326).
“Si tratta di un significativo successo della campagna vaccinale predisposta dalla Regione Lazio – ha commentato Anastasìa – che ancora può crescere, in occasione delle seconde somministrazioni previste in questo mese di maggio. A questo punto si apre il tema della ripresa in condizioni di sicurezza delle attività trattamentali e dei colloqui in presenza con i familiari. Attendiamo al più presto indicazioni in tal senso da parte dell’Amministrazione penitenziaria”.
Sul fronte della diffusione del virus si registra un ulteriore calo dei casi di positività nelle carceri del Lazio. Secondo quanto comunicato al Garante dalla Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria – Area rete integrata del territorio, si riduce ancora il numero di persone detenute positive al coronavirus: a fronte dei 40 casi tre maggio, il 10 maggio sono stati registrati 17 casi in tutto: 14 detenute positive nel carcere femminile di Rebibbia (la scorsa settimana erano 33), un caso a Civitavecchia Nuovo complesso, un caso a Rieti.
“Una lezione che ci ha insegnato l’emergenza è la necessità di sfruttare la tecnologia in carcere, per le comunicazioni con familiari e avvocati, per l’assistenza sanitaria e per le attività di formazione e reinserimento sociale”, ha proseguito Anastasìa, ricordando che la Regione Lazio per il 2021 ha stanziato 600 mila euro per la connettività e le attività digitali in carcere. “Si possono intensificare le relazioni familiari e migliorare l’assistenza sanitaria – ha sottolineato -. C’è tutta la questione dell’istruzione e della formazione: la didattica a distanza, la formazione professionale, l’idea che il carcere possa svolgere una funzione rieducativa utilizzando la tecnologia. Occorre realizzare infrastrutture di rete – ha concluso Anastasìa, per consentire le comunicazioni a distanza con istituti scolastici, servizi, patronati e tutte le realtà che ormai lavorano interamente in rete”.
(ITALPRESS).

Piani d’assetto dei parchi e Recovery, il Lazio difende la biodiversità

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ROMA (ITALPRESS) – Il Lazio, dal punto di vista ambientale, è una regione ricchissima di paesaggi diversi. Si passa dalle diverse formazioni collinari, come i Colli Albani, alle tante cime montuose, con il Terminillo a svettare su tutte, fino alle grandi pianure della zona dell’Agro Pontino e alla lunga costa tirrenica. Vista dallo spazio è una macchia verde con moltissime aree protette e parchi naturali che proprio in questa legislatura hanno trovato un assetto definitivo grazie al lavoro svolto dalla Commissione ambiente presieduta da Valerio Novelli, alla sua prima esperienza politica, che ha rimesso mano a un settore che era stato lasciato a se stesso: “È stato un po’ difficile perché di piani non ne erano mai stati fatti”, dice raggiunto telefonicamente dall’agenzia di stampa Italpress.
Sei sono stati i piani fin qui arrivati a conclusione: Parco dell’Appia Antica, Riserva Naturale dell’Insugherata, Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, Riserva Naturale di Decima Malafede, Riserva Naturale di Acquafredda e Riserva Naturale della Marcigliana. In dirittura d’arrivo quello del Duchessa, al confine con l’Abruzzo come prosecuzione del Parco Nazionale. “Il primo è stato quello dell’Appia Antica, che si aspettava da 35 anni. Si lavorava su piani un po’ obsoleti e il territorio nel tempo è cambiato – ha spiegato Novelli -. È un parco particolare, perché ha, al suo interno, un patrimonio archeologico che nessun altro parco può avere. Ci sono state un po’ di difficoltà ma alla fine tutti sono stati molto contenti del lavoro svolto. In più lì c’è stato anche l’ampliamento di oltre 1000 ettari, che abbiamo riperimetrato, collegandolo con i castelli così come sognava Cederna: arrivare dal centro di Roma ai Castelli Romani in un parco protetto. Un motivo di forte orgoglio”.
Per arrivare a questi risultati ci sono voluti tre anni di dialoghi e confronti: “Per ogni parco abbiamo audito una ventina tra associazioni, istituzioni, enti e sindaci. C’è stato un forte dialogo con tutte le forze politiche ma siamo riusciti a ridare ai cittadini che vivono e lavorano all’interno dei parchi una prospettiva di sviluppo – ha aggiunto all’Italpress -. Senza i piani di assetto all’interno dei parchi vigevano delle norme restrittive, con i piani si dà una prospettiva di sviluppo e anche una protezione ambientale. Si è data certezza a chi vive il parco. Dovevamo capire cosa fosse cambiato all’interno dei parchi e così si è partiti con l’ascolto della associazioni, dei cittadini, dei sindaci, poi si è passati alla fase delle osservazioni, che ci hanno permesso di riattualizzare i piani di assetto. Oggi possiamo dire che se questa legislatura sarà ricordata lo sarà per questo grande lavoro sui parchi”.
L’ascolto e il dialogo hanno permesso di superare quelle difficoltà che insistevano all’interno di queste aree naturali, per poter conciliare fruizione, sviluppo agricolo e correzione di ciò che l’uomo, in passato, ha incautamente costruito, come accaduto con il Parco della Marcigliana: “Si tratta di quasi 6mila ettari – ha sottolineato ancora Novelli – il lavoro si è incentrato molto sulle attività produttive e sull’agricoltura. La difficoltà che abbiamo trovato riguardava i sentieri che passavano per moltissime aree private, quindi abbiamo aperto un grande dialogo con i proprietari dei terreni e siamo riusciti a trovare un equilibrio tra lo sviluppo e la fruizione. Poi è stata fatta una scheda progetto perché su tutta l’area sono presenti tralicci dell’alta tensione, dove si prevede un riordino e uno studio per poterli interrare, perché questi tralicci non permettono ai Canadair di intervenire in caso di incendio”.
Il futuro vede, oggi, un nuovo assetto di giunta con l’assessorato all’Ambiente che è stato separato in due, la Transizione ecologica e l’Agricoltura, cosa che non preoccupa Novelli per il lavoro che toccherà alla commissione: “Non comporterà difficoltà ulteriori. Le deleghe sono state divise, prima avevamo un solo assessore di riferimento, adesso ne abbiamo due. Per noi le competenze rimangono le stesse, cambia solo l’interlocutore, quindi non ci saranno grossi stravolgimenti. Con l’assessore Lombardi vorremmo portare, prima della fine della legislatura, la nuova legge quadro sulle aree naturali protette che era del 1997 e comincia ad essere un po’ obsoleta e in questi anni ha avuto cambiamenti un po’ schizofrenici. Sarebbe la chiusura del cerchio del lavoro fatto fino ad ora. Stiamo vedendo di riscrivere questa legge perché abbiamo delle nuove necessità per ridefinire tutta la governance dei piani di assetto e dei monumenti naturali. Se riuscissimo a fare la nuova legge, oltre a tutto il lavoro dei piani di assetto e ai tanti monumenti naturali, chiuderemmo il cerchio, con una normalizzazione e semplificazione delle norme”.
Il tutto guardando con un occhio alle risorse del Recovery Fund, che proprio sull’ambiente e la sua conservazione punta per dare lo slancio a quel Green New Deal voluto dall’Unione europea: “Abbiamo presentato parecchi progetti rispetto anche a un discorso di mobilità dolce e piste ciclabili sempre per un discorso di valorizzazione ambientale e protezione della nostra biodiversità – le parole di Novelli -. È stato approvato anche un indirizzo di giunta sui fondi del Recovery e siamo pronti a spenderli in progetti che valorizzino sempre più il territorio” con il confronto come faro centrale: “In questa legislatura c’è tanto dialogo con gli altri presidenti di commissione. Siamo molto in sintonia e quando ci sono da affrontare dei problemi non ci sono ostacoli nel fare commissioni congiunte”.
(ITALPRESS).

Cristina Matranga nuovo direttore generale all’Asl Roma 4

La commissione Sanita’ del Consiglio Regionale
ha dato parere favorevole, con sei favorevoli, 3 contrari e
l’astensione del presidente Giuseppe Simeone, alla nomina di
Cristina Matranga a direttrice generale della Asl Roma4, quella
che ha competenza sul territorio di Civitavecchia. Lo schema di
decreto del presidente relativo alla nomina e’ stato illustrato
dall’assessore Alessio D’Amato: “Cristina Matranga – ha spiegato –
e’ una professionista che opera gia’ nel sistema sanitario
regionale, attualmente e’ direttrice amministrativa della Asl
Roma1, ha gia’ svolto incarichi in aziende provinciali, in
particolare alla Roma 6, dal 2009 al 2013, sempre come direttrice
amministrativa, ha una formazione giuridico-amministrativa, sara’
la prima donna a ricoprire l’incarico di direttore generale a
Civitavecchia. Una scelta in continuita’ con Giuseppe Quintavalle
che, come e’ noto, va a dirigere il policlinico universitario di
Tor Vergata: sara’ importante rafforzare ancora il positivo
rapporto di collaborazione con gli enti locali sviluppato in
questi anni”. Dopo la votazione la commissione ha proseguito i
lavori con un’audizione con lo stesso D’Amato, chiesta da Antonio
Aurigemma (FdI), sulla richiesta di linee guida regionali per le
patologie valvolari cardiache. “Una richiesta – ha illustrato il
consigliere – che parte dalla mozione approvata all’unanimita’ dal
Consiglio regionale l’11 novembre 2020: c’e’ una grande disparita’
di trattamento nelle diverse strutture della Regione, vogliamo
cure uguali per tutti i cittadini”. Positiva la risposta di D’Amato: “Condivido esigenza di lavorare sulle linee guida regionali – ha spiegato – sara’ presto insediato
un gruppo di lavoro per l’elaborazione del documento. Lo faremo
insieme alle societa’ scientifiche interessate e chiederemo anche
all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari di indicare un suo
rappresentante, in maniera da poter avere anche un confronto con
le esperienze di altre Regioni”.

 

 

Emergenza abitativa e case degli enti previdenziali, audizione congiunta

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ROMA (ITALPRESS) – Audizione congiunta delle commissioni Politiche abitative e Bilancio del Consiglio regionale del Lazio dedicata a una prima ricognizione sulla situazione del patrimonio abitativo degli enti previdenziali, alle dismissioni in corso e alle possibili soluzioni all’emergenza abitativa che continua a crescere, soprattutto a Roma. L’audizione è stata introdotta da due brevi interventi dei presidenti delle commissioni, rispettivamente Marco Cacciatore e Fabio Refrigeri, che hanno spiegato “l’esigenza di un percorso di confronto con le varie esperienze, per arrivare a soluzioni nuove”.
Sono poi intervenuti i rappresentanti di movimenti, associazioni e sindacati degli inquilini.
Nel dettaglio Angelo Fascetti (Asia Usb), Paolo Di Vetta (Movimento per il diritto all’abitare), Sandro Licheri (Sunia Roma) e Silvia Paoluzzi (Unione inquilini Roma), hanno riassunto il percorso che ha portato alla progressiva dismissione di gran parte del patrimonio abitativo degli enti previdenziali, oltre 100mila alloggi soltanto a Roma, con una quota variabile fra il 50 e il 60 per cento degli assegnatari che ha potuto acquistare l’appartamento. Per gli altri si è aperta una strada difficile – ha detta delle associazioni – con rinnovi contrattuali con aumenti anche del 300 per cento e sfratti. Due le priorità individuate: intanto un intervento da parte della Regione, utilizzando le norme che consentono di acquistare l’invenduto, ma anche una ricognizione degli immobili rimasti vuoti di proprietà degli enti per un riuso a carattere sociale degli stessi.
Alberto Voci, assessorato alle Politiche abitative, ha spiegato le difficoltà che ha la Regione a intervenire in mancanza di fondi certi e realmente disponibili per affrontare questa emergenza. Per il presidente Cacciatore la “riduzione del deficit delle Ater deve portare a una nuova capacità di intervento. Sono in arrivo fondi importanti nel Recovery plan anche su questo tema, ma non possiamo aspettare, per cui cercherò di intervenire già in sede di Collegato al Bilancio.
Secondo Massimiliano Maselli (FdI), infine, “l’emergenza abitativa è la priorità delle priorità. Si ingigantisce sempre di più come una valanga. Serve la volontà politica per trovare i fondi necessari, si potrebbe partire dall’evitare assunzioni inutili in Consiglio regionale”.
(ITALPRESS).

Trasparenza e Pubblicità 13^ Commissione del Consiglio Regionale

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Approvata oggi dal Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Marco Vincenzi, a maggioranza, con 46 voti favorevoli e uno contrario, la proposta di deliberazione consiliare n. 62 del 2021, “Modifica al regolamento dei lavori del Consiglio regionale. Istituzione della commissione permanente trasparenza e pubblicità”. Questo organismo diventerà quindi la tredicesima commissione permanente del Consiglio regionale, come da modifica recata all’art. 14 del regolamento dei lavori. Le sue funzioni, elencate all’art. 14 quinquies, inserito nel regolamento da questa pdc, consistono principalmente in una competenza referente in ordine alle proposte di legge concernenti trasparenza e pubblicità (anche eventualmente assegnate per competenza ad altre commissioni, ma che presentino rilevanti aspetti connessi a quei temi, caso in cui la nuova commissione esprimerà un parere) e nel monitoraggio sulla trasparenza dell’attività amministrativa regionale.

Dei circa 60 emendamenti presentati all’atto, approvati uno di Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia, riformulato dalla Giunta, che equipara l’istituenda commissione agli altri organismi di garanzia e vigilanza, assegnandone quindi la presidenza alle opposizioni come vuole l’articolo 25 dello statuto; un altro, di Davide Barillari del gruppo misto, presentatore della quasi totalità degli emendamenti (ma altri avevano come primo firmatario Pasquale Ciacciarelli della Lega), volto a introdurre un esplicito obbligo di segnalazione al presidente del Consiglio regionale di ogni eventuale grave rilievo nell’esplicazione delle procedure amministrative.
Come spiegato da Marta Leonori, capogruppo del Partito democratico, che ha illustrato la pdc ai consiglieri, l’iniziativa dell’atto è stata del consigliere Mauro Buschini in conferenza dei capigruppo, e ad essa si è registrata una adesione immediata da parte della altre componenti presenti in Consiglio. Nella sua illustrazione, Leonori ha detto anche che, fin dal d.lgs. 33 del 2013, il Consiglio regionale si è dotato di strumenti atti a garantire la trasparenza; la commissione trasparenza è una iniziativa che potrebbe far da battistrada anche rispetto ad altre assemblee regionali, ha concluso Leonori.

Per le opposizioni, Chiara Colosimo ha parlato di “una slavina innescata da Concorsopoli” e ha detto che i fatti emersi di recente, relativamente alle assunzioni fatte in Consiglio regionale attingendo a una graduatoria di un ente locale, dovrebbero motivare le dimissioni del presidente Zingaretti. Anche questa iniziativa odierna, sebbene indispensabile, arriva “in netto ritardo”, secondo la consigliera di Fratelli d’Italia. Colosimo ha fatto riferimento nel suo intervento anche alla vicenda delle mascherine, dicendo che un anno fa a quest’ora si negava da parte della maggioranza qualsiasi accusa, ma poi ci si è dovuti arrendere all’evidenza della truffa subita da parte della Regione. Secondo Davide Barillari, “la Regione non ha mai brillato per trasparenza” e questo episodio lo conferma; gli organi preposti a vigilare sulla trasparenza vi sono già, a suo avviso, quindi vanno solo fatti funzionare. La contraddizione consistente nel fatto che il primo firmatario di questa richiesta sia colui che era presidente del Consiglio regionale nel momento in cui la vicenda è venuta fuori è stata sottolineata da Barillari. “Fatta così, questa commissione non serve”, ha concluso Barillari: quindi lo scopo dei circa 50 emendamenti da lui presentati a questo atto è far funzionare davvero l’istituendo organismo.

Giancarlo Righini di Fd’I ha detto di ritenere che la funzione di questa commissione, sicuramente utile e importante, deve essere però preventiva: le indagini le compie la magistratura, infatti, mentre una commissione consiliare ha ben altro scopo. Anche da parte sua un richiamo alla vicenda delle mascherine, su cui è necessario “fare chiarezza”, e alla vicenda giudiziaria riguardante la dirigente del ciclo rifiuti regionale. Una iniziativa quindi che serve a restituire credibilità alla Regione, secondo Righini. Questa iniziativa nasce a seguito di certi fatti, quindi ha il sapore di un rimedio tardivo; così Sergio Pirozzi di Fratelli d’Italia, secondo cui la responsabilità politica, in questo caso come in quello delle mascherine, è in realtà del presidente Zingaretti. “Assordante silenzio” su questa vicenda è comunque quello del Movimento 5 stelle, secondo Pirozzi.

D’accordo anche Massimiliano Maselli di Fd’I sul fatto che una commissione trasparenza avrebbe già dovuto esserci, e da tempo, in questo Consiglio; la sua efficacia dipenderà ovviamente dai suoi componenti e dal suo presidente, secondo Maselli. “Puntare sul merito” è il suggerimento che scaturisce dalla vicenda in oggetto, che mette in gioco l’immagine del Consiglio regionale, a suo avviso.
(ITALPRESS).

Infrastrutture e mobilità chiave per lo sviluppo del Lazio

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ROMA (ITALPRESS) – Le infrastrutture e la mobilità in una regione come il Lazio – che ospita al suo interno la Capitale, uno dei principali porti turistici della Penisola, Civitavecchia, e l’hub aeroportuale internazionale per eccellenza, Fiumicino – sono un tema sempre al centro delle politiche di sviluppo del territorio. Tanto più ora che si dovrà pensare a un piano di rilancio nazionale, con l’arrivo delle risorse del Next Generation Eu, che potranno dare un nuovo slancio a quei progetti pronti da anni ma mai messi in atto. Undici grandi interventi per un valore di 11 miliardi di euro, dall’autostrada Roma-Latina al completamento della Orte-Civitavecchia, passando per la chiusura dell’anello ferroviario di Roma, il potenziamento della Roma-Pescara e la trasformazione delle vecchie linee ferroviarie in vere e proprio metropolitane, il tutto in un arco di tempo che va da 5 a 7 anni. Ci sarà così chi dovrà progettare e chi dare un indirizzo e controllo, come la commissione regionale Infrastrutture e Mobilità presieduta da Eugenio Patanè: “Se dovessero arrivare i finanziamenti richiesti nel Pnrr noi abbiano esclusivamente una competenza di controllo – ha detto Patanè all’Italpress – Molte di queste opere hanno stazioni appaltanti differenti, per esempio abbiamo chiesto risorse per la trasformazione in linea metropolitana della FL5, Roma-Civitavecchia, e della FL7, le vecchie tratte che vanno verso Napoli, lasciate libere con l’entrata in funzione dall’Alta Velocità. La stazione appaltante non è, però, la Regione Lazio ma Rfi, quindi questi soldi vanno dentro Rfi. E’ ovvio, quindi, che la commissione ha una funzione di controllo sulla spesa e sull’avanzamento dei lavori. Così come sulla diramazione della Roma-Lido che arrivi fino a Fiumicino aeroporto e città, questi lavori saranno realizzati da Astral, società regionale, e la nostra commissione ha il dovere di controllo”.
Questo è il futuro ma c’è un passato e un presente da vivere, dove il lavoro di controllo e indirizzo viene portato avanti quotidianamente e ha sbloccato opere grandi e piccole, per i comuni laziali, come ha spiegato ancora all’Italpress lo stesso Patanè: “Abbiamo sbloccato circa 30 milioni di euro di opere per i piccoli comuni, perché la commissione dà il parere su tutte le opere che vengono ritenute urgenti e indifferibili da parte dell’assessorato”. Inoltre, ha permesso di confrontarsi con altre istituzioni su temi come la crisi economica dell’autorità portuale di Civitavecchia o il progetto di espansione dell’aeroporto di Leonardo Da Vinci. Tra queste il più importante player è e rimane Rfi che proprio al Lazio ha dedicato una bella fetta di investimenti nel proprio piano industriale e con il quale c’è un annuale confronto.
“Una volta all’anno facciamo una commissione fiume con Rfi e Trenitalia per affrontare le tante grandi e piccole questioni dei nodi ferroviari di Roma e del Lazio, la prossima – ha sottolineato Patanè – sarà tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, che ho già concordato con il nuovo amministratore delegato di Rfi, Vera Fiorani, che verranno per affrontare le 18 questioni che abbiamo posto, che avevamo in parte già affrontato con l’ex ad Gentile, oggi commissario della Metro C”.
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In commissione mobilità il punto su ex ferrovie concesse

ROMA (ITALPRESS) – E’ partito oggi, nella commissione trasporti del Consiglio regionale, presieduta da Eugenio Patanè, un ciclo di audizioni per fare il punto sul passaggio delle cosiddette ex ferrovie concesse dalla gestione di Atac a quella di Astral (infrastrutture) e Cotral (esercizio). Come ha spiegato Patanè, il primo appuntamento è stato dedicato ad ascoltare i soggetti istituzionali protagonisti della vicenda, nelle prossime sedute saranno, invece, ascoltati i comitati dei cittadini e i sindacati. A fare un primo quadro di situazione ha pensato l’assessore Mauro Alessandri: “L’anno dello scoppio dell’epidemia ha sospeso alcune procedure e ne ha rallentate altre – ha spiegato – In particolare è stato ritardato il periodo di affiancamento, propeduetico al passaggio vero e proprio. Adesso stiamo cercando di recuperare. Dell’investimento complessivo che la Regione ha messo in campo (800 milioni di euro), circa 500 sono attivabili entro il prossimo semestre”.
“Nel dettaglio: sul materiale rotabile abbiamo previsto 59 milioni per la manutenzione straordinaria, 19 da subito. Il primo contratto partirà da luglio, la gara è già stata aggiudicata. Per quanto riguarda l’acquisto dei nuovi treni, abbiamo previsto 300 milioni, di questi un primo contratto da 100 milioni è in fase di gara, sono pervenute due offerte. Complessivamente arriveranno 11 convogli, di cui 5 sulla Roma-Lido e 6 sulla Roma-Viterbo”. L’assessore ha, poi, proseguito facendo il punto sulle infrastrutture: “E’ già operativo l’investimento di 4 milioni per l’ammodernamento del sistema sistema terra-treno. Entro la fine dell’anno partiranno i lavori per il raddoppio della Roma-Viterbo e la rettifica del tracciato tra Fiano e Morlupo. Per quanto riguarda i depositi: quello dell’Acqua Acetosa è in fase di progettazione, per quello di Ostia è stata aggiudicata la progettazione esecutiva, Proseguono i lavori per la stazione di piazzale Flaminio della Roma-Viterbo, sarà pronta entro tre anni. Stiamo, inoltre lavorando sulla riqualificazione del polo museale dell’Ostiense”.
Sono in fase avanzata i progetti per l’abbattimento barriere architettoniche, gli interventi su ascensori e scale mobili delle stazioni ed stato stipulato il contratto per la sostituzione di tutte le semibarre dei treni della Roma-Viterbo. Infine il punto sull’affiancamento per l’avvicendamento nella gestione del servizio e delle infrastrutture: “Il subentro – ha dichiarato Alessandri – è previsto per il primo luglio”. Sulla situazione hanno proseguito entrando nel dettaglio tecnico sia l’amministratore di Astral, Antonio Mallamo, che la presidente di Cotral, Amalia Colaceci, e il direttore regionale Stefano Fermante. Si tratta di una cessione di ramo d’azienda mai realizzata in Italia. Complicata anche dal fatto che non esisteva una perimetrazione precisa, soprattutto del personale, compresa una quota di unità promiscue che lavorano sia sulla Roma-Lido che sulla metro B.
“Stiamo dipanando una matassa complicata – ha spiegato Colaceci – individuando i fili uno a uno insieme a Atac”. A fare chiarezza servirà anche la due diligence che sarà consegnata entro il 30 aprile. “Dobbiamo trovare un equilibro anche economico – ha precisato Fermante – considerando anche la linea Roma-Giardinetti che, dopo la riconversione da linea ferroviaria a tranvia avvenuta nel 2020, stiamo trasferendo a Roma Capitale”. Secondo Giancarlo Righini, consigliere di Fratelli d’Italia: “L’iniziativa deve procedere quanto più velocemente possibile, per porre la parola fine ai disastri di Atac. Serve certezza sui tempi degli investimenti, soprattutto sulla Roma-Viterbo”. Emiliano Minnucci, Pd, ha parlato di un “quadro importante, si è già in fase molto avanzata, il rispetto della data del primo luglio è essenziale per rispondere alle attese di utenti e lavoratori, che si trovano a operare in scarsissima sicurezza”. Preoccupazione è stata, invece, espressa da Antonio Aurigemma: “Sono trascorsi due anni da quando la Regione Lazio annunciò subentro su Roma-Lido. Una linea fondamentale per un quadrante della città. Oggi siamo ancora a sbrogliare la matassa. Quali sono le difficoltà? Serve un cronoprogramma preciso dei lavori”.
“Siamo a buon punto per rispettare gli impegni presi – ha replicato Alessandri – Non stiamo facendo un passaggio di proprietà di un appartamento, ma un’operazione con molti aspetti critici, che stiamo affrontando e chiudendo uno a uno”. Il presidente Patanè, da parte sua, ha chiesto chiarimenti sulla parte tecnologica della gestione e sulla ripartizione del personale. Su questo aspetto è tornata Colaceci che ha parlato di questione complessa sia nella quantità del personale che sarà trasferito da Atac, ma anche nelle qualifiche necessarie a garantire gli standard di sicurezza richiesti dall’agenzia nazionale.
(ITALPRESS).

Via libera al Piano Territoriale Paesistico, Valeriani “fine a jungla”

ROMA (ITALPRESS) – Dopo una seduta durata tre giorni, il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Marco Vincenzi, ha approvato il Piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) con 33 voti favorevoli e 14 contrari. E’ la seconda volta, in questa legislatura, che l’assemblea della Pisana licenzia la delibera consiliare che contiene lo strumento urbanistico di tutela del paesaggio. La prima era avvenuta nell’agosto del 2019, ma quel Piano, dopo il ricorso del governo, non ha superato l’esame della Corte costituzionale: la delibera è stata bocciata perchè non rispecchiava i requisiti previsti dal codice dei beni culturali e del paesaggio, il codice Urbani, secondo il quale il Ptpr deve essere elaborato con il procedimento della copianificazione fra Regione e ministero della Cultura.
Dopo la sentenza, dunque, si è riaperto il processo che ha portato all’accordo fra giunta regionale e ministero e al documento sottoposto all’attenzione del Consiglio. Un documento, per stessa ammissione dell’assessore all’Urbanistica, Massimiliano Valeriani, “blindato”, visto che ogni modifica avrebbe riportato tutto alla casella di partenza.
E, infatti, in questi tre giorni, sono stati respinti dall’aula tutti gli emendamenti presentati dall’opposizione, in particolare dai gruppi Fratelli d’Italia e Lega. Proprio questo aspetto è stato al centro degli interventi dell’opposizione che hanno a più riprese sottolineato lo svilimento del ruolo del Consiglio. Di opposto parere la maggioranza è l’assessore Valeriani che hanno parlato di un “provvedimento che mette fine alla jungla esistente e dà certezze ai territori”.
(ITALPRESS).

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