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Piano territoriale paesistico regionale, al via i lavori dell’Aula

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ROMA (ITALPRESS) – L’assessore all’urbanistica Massimiliano Valeriani ha aperto stamattina i lavori del Consiglio regionale sul Piano territoriale paesistico regionale, con la relazione illustrativa dell’atto, che era stato inviato all’Aula dalla commissione decima il 18 febbraio scorso. Con questo atto, contenuto nella proposta di deliberazione consiliare 59, si dovrebbe chiudere, ha detto l’assessore, una vicenda che va avanti dal 1998: “Non approvare questo piano significherebbe ricominciare da capo e non ce lo possiamo permettere”, ha concluso Valeriani. Respinte, prima dell’apertura del dibattito sul merito dell’atto, tre questioni pregiudiziali e due sospensive, presentate da Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia.
La necessità, secondo l’assessore, è quella di superare il piano del 2007, mai applicato; la sentenza della Consulta poi aveva dichiarato decaduto per mancata copianificazione con il Mibac il piano del 2019, ha ricordato Valeriani, il quale, parlando del coraggio con cui in questa consiliatura si è deciso di affrontare questo tema, ha detto anche che il Ptpr non va limitato alla materia urbanistica, che è totale competenza dei comuni. Il piano deve mettere ordine in una materia che altrimenti è una giungla normativa, come ben sa chi ha fatto l’amministratore locale. Valeriani ha rivendicato però la bontà del lavoro che era stato fatto in quella occasione; il principio della copianificazione rende di difficile adozione questi strumenti, infatti. Ma la sentenza della Corte richiede che ci si adegui ad essa, nel frattempo: di qui la presentazione di questo nuovo testo che ricalca una intesa precedente, già intercorsa, con il Ministero. Una mediazione tra interessi economici e preoccupazioni di varie parti, amministratori e ambientalisti, è ciò da cui nasce questo testo, a partire da quello del 2013. Ora non c’è più spazio di mediazione però: non si può pensare di andare a toccare di nuovo un testo su cui è stato raggiunto un accordo con il Ministero. “Prendere atto di un percorso travagliato” e chiudere questa vicenda, secondo Valeriani, è ormai necessario. Si è tentato di salvare alcune componenti del piano del 2019 ma non è stato possibile, nel confronto con il Mibac; a questo punto o si accetta il piano o lo si respinge.
Passando ai contenuti, la principale novità del Ptpr secondo l’assessore è che esso interviene solo laddove esistano dei vincoli; l’approvazione del piano fa sparire tutti i piani esistenti in precedenza; soprattutto, è stata presa in considerazione la cartografia del 2014, che recepisce modifiche del territorio intervenute nel frattempo rispetto alla cartografia precedente, quella del 1998.
L’80 per cento delle osservazioni prodotte sul piano era riguardante proprio la cartografia; più di 400 osservazioni vengono recepite dal piano, a beneficio dei comuni; altri elementi ancora di novità sono contenuti nel piano, ha detto Valeriani, che ha aggiunto che i comuni avranno due anni per adeguarsi a questo piano, una volta approvato. L’approvazione del piano fa scattare anche i meccanismi di semplificazione, molto importanti in una fase di difficoltà generale delle attività economiche.
Le questioni pregiudiziali e sospensive poste da Ghera erano principalmente incentrate sul fatto che il piano, messo a punto dalla Giunta in accordo con il Mibac e presentato all’approvazione dell’Aula senza possibilità, come detto dall’assessore, di apportare modifiche, esautorerebbe il Consiglio regionale dai suoi poteri. Ma anche la cartografia, pur essendo stata aggiornata con i dati del 2014, è ancora troppo vecchia, risalendo a ben 7 anni fa ormai.
Nel dibattito che ha preceduto il voto sulle questioni pregiudiziali e sospensive, a nome del gruppo di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini ha giudicato “gravissimo” che le cartografie alla base del Ptpr risalgano al 2014; inoltre il dibattito in commissione è stato interrotto con l’invio all’Aula del documento, impedendo di approfondire questa e altre questioni, a suo avviso. Ma la principale anomalia, secondo Righini, resta il fatto che l’atto sia inemendabile, a detta dello stesso assessore.
Di contro, Marta Leonori in qualità di capogruppo del Partito democratico ha fatto rilevare come gli aspetti evidenziati non incidano sulla possibilità di votare l’atto: la cartografia ha fatto passi avanti notevoli rispetto a quella precedente, quindi l’invito è stato a portare a termine in tempi rapidi i lavori. Per Giuseppe Simeone di Forza Italia non si possono liquidare questioni come quelle poste da Fd’I senza l’approfondimento che esse meritano. La sua proposta è stata quella di sospendere i lavori per trovare un accordo tra i gruppi. D’accordo Angelo Tripodi della Lega, per il quale con questo Ptpr “muore la politica dei territori”, perché se non vi è margine di intervento su un atto come questo le funzioni degli enti locali scompaiono. Un invito a valutare seriamente le pregiudiziali presentate era provenuto anche da Adriano Palozzi del gruppo misto.
Dopo la bocciatura delle questioni pregiudiziali e sospensive, i lavori sono proseguiti con il dibattito sul merito del Piano.
Primo a intervenire Angelo Tripodi della Lega, che ha ribadito quanto detto in precedenza sul fatto che il Ptpr approvato con queste modalità creerà grandi problemi ai territori. Problemi agli amministratori, agli operatori soprattutto del settore agricolo, ma anche nell’applicazione di normative come quella sull’ecobonus, ha precisato Tripodi: “Non ci sono emendamenti ostruzionistici, ma solo basati sulle esigenze delle varie categorie”.
“Qualche dubbio sulla funzione di quest’Aula” ha detto di avere Pasquale Ciacciarelli della Lega, ascoltando le parole dell’assessore; l’asserito ascolto dei soggetti interessati al piano non sembra a Ciacciarelli confermato dalla situazione che si riscontra sui territori. Il Consiglio non può vedere svilito il suo ruolo in questo modo, ha concluso Ciacciarelli.
Le vicende del piano sono state ripercorse da Marco Cacciatore, del gruppo misto, che ha detto che l’allegato 00 non priva affatto il Consiglio delle sue prerogative.
L’accordo con il ministero della Cultura era obbligatorio, mentre la fase di competenza consiliare è stata precedente e atteneva alla presentazione della proposta di accordo al ministero da parte della Giunta, quindi non ha senso parlare di un Consiglio privato delle sue prerogative, ha detto ancora Cacciatore.
Per Giuseppe Simeone di Forza Italia la partita è stata persa quando si è rinunciato nel 2014 al contenzioso. Ora la discussione è praticamente inutile, perché si è di fronte a un prendere o lasciare. Le forze produttive della regione sono stanche, ha detto ancora Simeone, dell’immobilismo in cui si è stati in questi anni, cosicché si preferisce a questo punto approvare un atto come questo che permanere nell’imobilismo. Ma questo Ptpr è una “capitolazione” della Regione nei confronti del Mibac, ha concluso il consigliere di Forza Italia.
Marietta Tidei del gruppo misto ha chiuso gli interventi della mattinata dicendo che sicuramente la sentenza procurò delusione, all’epoca, per un lavoro fatto che andava perduto; ma serve ora un grande patto tra i territori, perché nessuno può negare la grave situazione di crisi economica in cui si versa al momento. Un punto di partenza, questo atto, “che però dà sicuramente qualche certezza in più”, così ha concluso il suo intervento Tidei.
“Uno strumento indispensabile” secondo Gaia Pernarella (M5s), per la quale “il territorio ha bisogno di regole certe all’interno delle quali sviluppare le attività. Oggi siamo qui per ristablire la legalità per evitare quegli attentati al territorio a cui abbiamo assistitom in questi anni: la tutela del paesaggio torna finalmente al primo posto”.
Di “cinque mesi di immobilismo, dopo la sentenza della Corte costituzionale ” ha parlato Laura Corrotti (Lega): “Che ruolo ha il Consiglio regionale? Copianificazione vuol dire soltanto dire sì al ministero della Cultura? Non siamo obbligati ad approvare un testo che già abbiamo respinto nel 2019”.
Opinione condivisa da Daniele Giannini, anche lui della Lega, secondo il quale il testo in esame è “preconfezionato, la maggioranza ignora l’appello a rallentare che è arrivato dalle forze produttive. Bisognava aprire una riflessione. Si è preferito un approccio ideologico”.
Per Laura Cartaginese (Lega) si tratta di un Ptpr da rispedire al mittente, viste le segnalazioni avute da professionisti, enti locali, imprenditori: “Tutti i settori chiedono soltanto di poter lavorare, cosa che non hanno potuto fare per colpa di questa Giunta: è importante tutelare le bellezze che hanno fatto grande la nostra Regione, ma abbiamo bisogno di lanciare progetti che guardino al futuro”.
Si tratta di un vero e proprio diktat del ministero secondo Giancarlo Righini (FdI): “La giunta si è distinta per aver recepito questo diktat. Il risultato sono norme confuse, un provvedimento arrogante che non risponde alle esigenze dei territori, di fatto si tratta di un grande piano regolatore che esautora i Comuni. Un atto che supera addirittura leggi approvate dal Consiglio regionale”.
Sul tema della preoccupazione espressa dagli enti locali è tornato Fabrizio Ghera, di Fratelli d’Italia, secondo cui “i sindaci sono bloccati in attesa di delucidazioni e quando sarà approvata questa proposta avranno ancora più problemi. C’era tutto il tempo per ascoltare gli enti locali e fare un percorso insieme. E invece ci troviamo di fronte a un provvedimento non emendabile. Questo Ptpr sarà una spada di Damocle per tutti noi”.
Massimiliano Maselli (FdI) ha ripercorso il percorso che ha portato alla delibera in discussione oggi: “Un percorso alla conclusione del quale la Regione ha subìto la volontà del ministero. Non possiamo fare da passacarte a manovre di governo, dobbiamo invocare il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione”.
Di opposto avviso Eugenio Patanè (Pd) secondo il quale “abbiamo tentato di fare tutto quello che era nelle nostre possbilità per rispondere alle esigenze dei nostri territori, un percorso che si è schiantato contro la sentenza della Corte costituzionale: il Consiglio non può approvare unilateralmente quello che deve essere frutto di un lavoro condiviso. La Giunta, dopo la sentenza, ha fatto un lavoro di mediazione, ottenendo molti risultati, ma anche molte porte in faccia. Ora dobbiamo approvare questo Ptpr per poi migliorarlo in seguito”.
Secondo Aurigemma (FdI) “andrebbero fatte suonare le campane delle chiese a lutto per decretare la morte dell’azione politica di quest’aula consiliare, vittima di dilettanti allo sbaraglio. Oggi ci troviamo a dover votare un’intesa estorta, di cui non siamo stati protagonisti. Che senso ha oggi votare una ratifica? Non siamo stati eletti per certificare le attività che la giunta e il ministero fanno. Oggi viene scritta una pagina bruttissima nella storia di questo Consiglio”.
L’assessore Massimiliano Valeriani, nella sua replica, ha “rivendicato la chiarezza con cui abbiamo affrontato questa discussione. Il Consiglio ha due opzioni, lo ripeto: approvare o bocciare il Ptpr. La sentenza della Corte costituzionale, dobbiamo essere sinceri tra noi, definisce in maniera netta e chiara la questione. C’è una preminenza del governo nella copianificazione. A questa sentenza dobbiamo attenerci. Anche se, lo ribadisco, va modificata la norma nazionale, una norma scritta male”.
“Il tema della copianificazione esiste dal 1998 – ha proseguito Valeriani – La tutela del paesaggio, sta scritto nella Costituzione, è appannaggio esclusivo dello Stato. Dal 1998 a oggi sono passate cinque legislature, senza affrontare questo tema. Per 22 anni nessuno ha voluto affrontare il Ptpr. Abbiamo vissuto dentro una jungla. E dobbiamo rivendicare il fatto di aver avuto il coraggio di affrontare il Ptpr. Cosa sarebbe cambiato se avessimo preso più tempo? Il punto di vista del ministero è lo stesso dal 1998, di certo qualche mese in più non cambia nulla. Chi sta qui è pagato per prendersi delle responsabilità e non per rimandare all’infinito le decisioni. Dobbiamo dare certezze al territorio. Per quanto riguarda l’aggiornamento delle cartografie, non c’è una cartografia più recente di quella che abbiamo usato nel Ptpr. Abbiamo portato a casa risultati importanti nel confronto con il ministero. Siamo disponbili a discutere e ad accogliere ordini del giorno che recepiscono alcuni degli emendamenti presentati”.
Dopo la replica di Valeriani, il presidente di turno, Devid Porrello, ha aggiornato la seduta a domani, martedì 20 aprile, alle 14.30.
(ITALPRESS).

Autorizzazioni ambientali, rinviata all’aula la proposta di legge

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ROMA (ITALPRESS) – Arriva il via libera da parte della commissione Agricoltura e ambiente del Consiglio regionale del Lazio, con un voto all’unanimità, alla proposta di legge che modifica il procedimento per la valutazione di impatto ambientale (Via), l’autorizzazione ambientale integrata (aia) e l’autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti. Il provvedimento è stato illustrato dall’assessora alla transizione ecologica, Roberta Lombardi: “E’ sicuramente una legge frutto delle circostanze ma come spesso succede nella vita, da una situazione problematica può nascere un’opportunità. E’ ineludibile, infatti, dare risposte rapide ed efficienti alle attività produttive in vista della radicale riconversione del modello di sviluppo che stiamo per affrontare”. “Con questa proposta – ha spiegato – affidiamo all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) le competenze tecniche sulle istruttorie per la via, l’aia e l’autorizzazione e unica per i nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti. L’Arpa resta in questo modo organismo tecnico, terzo sia rispetto all’amministrazione che ai privati. Alla direzione regionale spettano, infatti, l’adozione dei provvedimenti, la conduzione di procedimenti e conferenze dei servizi. Due gli obiettivi che vogliamo raggiungere: più tutela ambientale e più rapidità nell’azione amministrativa”. Infine l’appello di Lombardi alla commissione.
“Abbiamo premura di arrivare in aula con questa proposta, anche in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la dirigente che aveva la competenza su questi aspetti e alla riorganizzazione che ne è seguita. Abbiamo bisogno di ricominciare a lavorare in questo ambito con maggiore sprint e un supporto di professionalità che garantisca tutti”.
Proprio in risposta a questo appello il presidente Novelli ha proposto il rinvio all’aula del provvedimento, proposta approvata all’unanimità.
(ITALPRESS).

Tratta ferroviaria Giardinetti-Centocelle, focus in commissione Mobilità

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ROMA (ITALPRESS) – La sospensione della tratta ferroviaria Giardinetti-Centocelle è stata oggi all’attenzione della VI Commissione – Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti della Regione Lazio, presieduta da Eugenio Patanè. La consigliera del Pd, Michela Di Biase, ha illustrato il tema, dicendo che è diventato ancora più urgente in pandemia: la ferrovia in oggetto ha sempre consentito il facile raggiungimento della stazione Termini dal quadrante est della capitale ma “ad agosto 2015 la tratta periferica è stata chiusa, non si capisce bene – ha detto – se in seguito a un atto formale, ma sicuramente con una motivazione, la presenza della metro C, che non si è rivelata sufficiente”.
Emersa dall’audizione la disponibilità della Regione a collaborare a una riapertura, anche se l’assenza odierna degli interlocutori principali sul tema, Roma Capitale e Atac spa, non facilita di certo una soluzione rapida, ha concluso il presidente.
Presenti, invece, per Legambiente Lazio il presidente, Roberto Scacchi e Amedeo Trolese. Il primo è intervenuto a precisare che: “si parla di 3 chilometri su 9, quindi un terzo della linea ferroviaria; con la necessità di distanziamento imposta dalla pandemia sui mezzi pubblici il ripristino è ancora più urgente, a beneficio di un territorio periferico molto popoloso”.
Il coordinatore dell’Osservatorio regionale trasporti, Andrea Ricci, ha aggiunto da parte sua che non essendoci una coincidenza tra la metro C e la linea in questione, non si vede come la metropolitana potrebbe essere in alcun modo sostitutiva del tratto della ferrovia al momento non operativo. Dello stesso parere il rappresentante del comitato di quartiere Centocelle storica, Silvio Bruno, che ricorda anche come un grave danno al quartiere di Centocelle fosse stato fatto già con l’abolizione del tratto della ferrovia che portava fino a piazza dei Mirti.
Bruno ha ricordato anche la presenza di una Asl e di strutture sanitarie come i policlinici Tor Vergata e Casilino e l’ospedale Vannini, lungo il percorso. A seguire, Fausto Bertuccioli e Mariano Punzo, dell’associazione Città Alessandrina, hanno definito l’Alessandrino come un quartiere “senza trasporto pubblico”. Assenza di Atac e Roma capitale lascia pensare che ci siano problemi tra i due enti; almeno lo spostamento del capolinea di Centocelle in coincidenza con la fermata della metro C sarebbe di facile realizzazione per non costringere i cittadini, specie in ore notturne, a fare centinaia di metri in condizioni di sicurezza precarie.
Per l’associazione TrasportiAmo, David Nicodemi, ha parlato di: “chiusura scriteriata da parte di enti che fuggono di fronte alle proprie responsabilità, come dimostra la loro assenza oggi. Bacino popoloso e anche molto colpito dal contagio, quello penalizzato da questa situazione per il quale non può bastare la promessa di una futura tramvia”. Per l’Ecomuseo Casilino, Claudio Gnessi infine ha ricordato gli istituti scolastici penalizzati dalle carenze trasportistiche ricordate, su tutti il liceo Kant al Casilino. Per l’Assessorato ai Lavori pubblici e tutela del territorio, mobilità, in rappresentanza dell’assessore Mauro Alessandri, Nicola Passanisi ha ricordato come: “la Regione abbia favorito il progetto della tramvia da Tor Vergata che dovrebbe andare in compensazione della tratta chiusa, ma per questo progetto si sono evidenziate criticità, ragion per cui la Regione ha fatto dei passi con il Comune in favore della riapertura della tratta ferroviaria chiusa, valutata l’incidenza economica”.
“I progetti alternativi sono interessanti ma i tempi sono molto stretti quindi intanto va riaperta la tratta ferroviaria” ha detto Patanè in conclusione dei lavori, anche se l’assenza delle parti Atac e Roma Capitale non consente al momento di avere risposte in merito al tema.
Assenza deplorata anche da Di Biase, che ha chiesto passi ufficiali della commissione in proposito, passi che il presidente si è riservato di valutare insieme alle altre componenti dell’ufficio di presidenza della commissione stessa.
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Il Consiglio regionale approva il Piano della riserva della Marcigliana

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Marco Vincenzi, ha approvato con 29 voti favorevoli e 2 astenuti, il Piano della riserva naturale della Marcigliana.
Nella delibera sono previsti la perimetrazione definitiva dell’area naturale protetta, le destinazioni di uso pubblico o privato e le relative norme di attuazione con riferimento alle varie aree, l’organizzazione generale del territorio e la sua articolazione in zone caratterizzate da forme differenziate di tutela ed uso, gli indirizzi sulle modalità di gestione di flora e fauna e criteri per gli interventi sui paesaggi e sui beni naturali e culturali, le tipologie diverse di accessibilità veicolare e ciclopedonale e, infine, i sistemi, le attrezzature e i servizi per la funzione socioculturale, didattica e divulgativa dell’area naturale protetta, quali musei, centri di visita, uffici informativi, aree per attività all’aria aperta.
Il provvedimento era già stato illustrato nella seduta del 31 marzo dall’assessora Roberta Lombardi, la quale aveva iniziato la sua relazione con alcune informazioni generali sulla Riserva naturale della Marcigliana. “Si tratta di un’area naturale protetta di 4.683 ettari – aveva detto l’assessora – affidata in gestione a Roma Natura, collocata nel quadrante nordest del territorio di Roma Capitale, nel III Municipio, interamente all’esterno del Grande raccordo anulare”. Lombardi aveva spiegato che la riserva è caratterizzata da terreni e affioramenti di origine vulcanica ma anche da aree prevalentemente rurali, “che ne fanno rientrare il territorio tra le grandi aree di conservazione dell’ambiente agricolo all’interno del Comune di Roma: la superficie coltivata, infatti, costituisce il 75 per cento del territorio totale”, aveva detto.
Lombardi aveva, infine, elencato gli obiettivi del Piano: tutela, recupero e restauro degli habitat naturali e dei paesaggi; valorizzazione dell’identità specifica della Riserva; promozione dell’interconnessione ecobiologica, paesistica e urbana; cura e manutenzione del territorio; tutela dell’integrità fisica dei luoghi e applicazione dei criteri progettuali per l’attuazione degli interventi in materia di difesa del suolo; promozione di forme di fruizione sostenibile.
Nel corso della seduta odierna sono stati approvati una serie di emendamenti, presentati in particolare dai consiglieri Valerio Novelli (M5s) e Marco Cacciatore (Gruppo misto). Di particolare rilievo quelli che riguardano l’inquinamento elettromagnetico, con progetti per riconvertire le reti di distribuzione elettrica che attraversano la riserva.
Introdotte infine alcune schede progetto, tra cui la realizzazione di una porta del parco su via Salaria, Osteria dei quattro cancelli, nuove attività agrituristiche e di clamping (campeggio glamour). Apprezzamenti per l’approvazione del piano, sono arrivate nel corso delle dichiarazioni di voto da parte degli stessi Novelli, Cacciatore e dalla consigliera Laura Cartaginese (Lega).
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Marco Vincenzi nuovo presidente del Consiglio regionale del Lazio

ROMA (ITALPRESS) – Marco Vincenzi è il nuovo presidente del Consiglio regionale del Lazio. Eletto nella seduta di questo pomeriggio alla seconda votazione – dopo che la prima non aveva raggiunto il quorum dei 34 voti – con 34 voti a favore, 6 per il consigliere Orlando Tripodi della Lega, 2 schede bianche e 2 nulle. L’ex capogruppo del Pd sostituirà Mauro Buschini, dopo le dimissioni presentate la scorsa settimana: Vincenzi dovrà ora costituire la commissione trasparenza che si dovrà occupare della vicenda delle assunzioni decise dal Consiglio regionale arrivate dalle graduatorie dei comuni di Allumiere e Guidonia.

Medico, già sindaco di Tivoli (Roma) per due mandati (dal 1999 al 2008), consigliere provinciale di Roma dal 2003 al 2012 (dove ha ricoperto anche la carica di assessore alle Politiche della viabilità e dei lavori pubblici), Marco Vincenzi è al suo secondo mandato in Consiglio regionale, eletto sempre nel Pd nella circoscrizione della provincia di Roma, prima nel 2013 e poi riconfermato nel 2018. In questa legislatura è stato presidente della commissione Bilancio per circa un anno, da maggio 2018 a maggio 2019, quando ha lasciato l’incarico per diventare presidente del gruppo del Partito democratico. Nella scorsa legislatura, Vincenzi aveva già ricoperto entrambi gli incarichi in periodi diversi, prima capogruppo e poi presidente della quarta commissione. E’ il terzo presidente del Consiglio regionale eletto in questa legislatura, dopo Daniele Leodori e Mauro Buschini.
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Lazio, Buschini si dimette “Lascio per garantire trasparenza”

ROMA (ITALPRESS) – “Ho sempre lavorato nel pieno rispetto della legge, delle istituzioni e nella massima trasparenza. Negli ultimi giorni il Consiglio regionale del Lazio e la mia persona siamo stati vittime di attacchi senza fondamento e speculazioni politiche e mediatiche relative a deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza che hanno portato all’assunzione di nuovi dipendenti nel nostro ente. Ribadisco che la procedura è stata non solo regolare ma pienamente trasparente e ha permesso di integrare le risorse umane con personale esperto e preparato. Ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da Presidente per garantire al mio successore di nominare in piena autonomia i membri della Commissione trasparenza che ho fortemente voluto e che, sono sicuro, farà luce sulla vicenda”: ad annunciarlo in una nota Mauro Buschini, presidente del Consiglio regionale del Lazio.
“Una decisione necessaria – prosegue Buschini – per la passione e la serietà con la quale ho ricoperto il mio ruolo da quasi due anni e che ho deciso di prendere per il rispetto massimo che nutro per le istituzioni, i miei colleghi e i cittadini che da anni mi conoscono per la serietà e concretezza e che negli ultimi giorni mi esprimono il loro sostegno. Continuerò con lo stesso entusiasmo di sempre a rappresentare le istanze dei cittadini e cercare di dare risposte alle aspettative di un territorio, al quale mi lega un profondo sentimento di amore”.
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Ampliamento Parco dei Monti Simbruini, ok in commissione a pdl

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ROMA (ITALPRESS) – Parere favorevole a maggioranza, oggi in VIII Commissione – Agricoltura, ambiente del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Valerio Novelli, per la proposta di legge per “l’ampliamento Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini”. L’area interessata è all’interno del territorio comunale di Arsoli, nell’area metropolitana di Roma, e la proposta di legge dovrà ora essere posta all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio Regionale per diventare legge della regione. L’atto si compone di un unico articolo, avente lo stesso titolo della proposta di legge, che stabilisce l’ampliamento e rimanda l’illustrazione del medesimo a due allegati, una planimetria e un allegato descrittivo della stessa. Anche l’articolo 1 è stato approvato a maggioranza, come modificato da un emendamento proposto dal primo firmatario della proposta, il consigliere Eugenio Patanè, del Partito democratico, che mirava semplicemente a eliminare un richiamo non necessario alla legge 29 del 1997, che disciplina le aree naturali protette regionali.
Un altro emendamento a firma Laura Cartaginese, della Lega, è stato invece ritirato su invito dell’assessora Lombardi, che in caso contrario aveva annunciato di dover dare parere negativo.
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Carceri, Anastasia “Bene D’Amato sul piano vaccini”

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ROMA (ITALPRESS) – “Saluto decisamente con favore le affermazioni dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, il quale, in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, ha dichiarato che è già pronto un piano carceri e che quando arriverà Johnson&Johnson, la priorità assoluta sarà data a personale e detenuti”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, che durante la pandemia ha più volte rappresentato alle istituzioni la necessità di anticipare le vaccinazioni negli istituti di pena.
“D’altronde – prosegue Anastasìa – la situazione può precipitare in qualsiasi momento: i casi di positive al virus nel carcere femminile di Rebibbia sono arrivati a 55, ma potrebbero ancora aumentare, così pure negli altri istituti di pena del Lazio, colpiti da focolai nei mesi scorsi”.
Solo pochi giorni fa, il 29 marzo, le detenute positive al virus nel carcere femminile di Rebibbia erano 25, secondo i dati comunicati al Garante dei detenuti dalla Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria – Area rete integrata del territorio. Due i casi nel Nuovo complesso e sette casi nella casa di reclusione, sempre di Rebibbia. Tre i casi a Regina Coeli, e due a Civitavecchia, per un totale di 39 casi nel Lazio, sempre al 29 marzo. Solo una settimana prima, il 22 marzo, nei 14 istituti di pena del Lazio risultavano 19 positivi al coronavirus in tutto.
(ITALPRESS).

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