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“Ventotene luogo della memoria” è legge regionale

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L’Aula del Consiglio regionale ha approvato oggi, con 34 voti favorevoli e uno contrario, la legge a prima firma Alessandro Capriccioli recante il titolo “Riconoscimento di Ventotene come luogo della memoria e di riferimento ideale per la salvaguardia dei valori comuni ispiratori del processo di integrazione europea”. Capriccioli, consigliere di Più Europa radicali e presidente della commissione seconda, che si occupa appunto degli affari comunitari, nella sua relazione ha detto che Ventotene è stato il luogo di maturazione dell’idea europeista di Spinelli, Rossi e Colorni, durante il loro confino sull’isola; riconoscere Ventotene come luogo della memoria, cosa che fa l’articolo 1 della legge, ha quindi un alto valore simbolico, nel momento in cui l’idea di Europa conosce una fase difficile, che pone in ombra il fatto che essa abbia garantito pace e prosperità in questi decenni. Una proposta breve, di soli sei articoli, ma densa di significati, ha concluso Capriccioli, che auspica che i giovani continuino a conservare la memoria della nascita degli ideali europeisti.
L’articolo 2 della legge istituisce la giornata di Ventotene luogo della memoria e isola d’Europa, all’interno della settimana della cultura europea della regione, istituita dalla legge regionale n. 1 del 2015; il successivo articolo 3 prevede il programma degli interventi per la celebrazione di questa giornata, interventi che consistono in iniziative per mantenere viva la memoria storica, nel concorso alla realizzazione di studi, ricerche e visite guidate e nell’indizione di avvisi per la premiazione di tesi di laurea sulla storia dell’idea di Europa. Due emendamenti di Capriccioli e di Gaia Pernarella (Movimento 5 stelle) hanno introdotto, rispettivamente, il coinvolgimento degli enti del terzo settore nelle iniziative di cui a questo articolo e la tutela degli interessi della comunità isolana, specie con riferimento all’unica scuola rimasta attiva sull’isola.
L’articolo 4 prevede che sia riservato apposito spazio sui siti istituzionali regionali per Ventotene luogo della memoria e il 5 prevede la dotazione finanziaria, che ammonta a 50 mila euro per l’anno in corso e 150 mila a partire dal prossimo.
Tra i consiglieri, Marietta Tidei del gruppo misto ha parlato di un momento difficile per l’Europa, in cui l’aspetto degli aiuti da ottenere per fronteggiare la crisi prevale sugli altri, ma che non deve far dimenticare l’aspetto dei diritti, su cui l’Europa ha garantito in questi anni una vigile tutela. “Se ci salveremo sarà proprio per l’Europa”, ha concluso Tidei. Gaia Pernarella ha respinto le accuse di antieuropeismo ricevute in questi anni dal movimento e ha ricordato la presenza sull’isola del carcere di S. Stefano, dove fu recluso anche Sandro Pertini; ben venga quindi questa proposta di legge, che fa sentire a suo avviso all’Europa la sensibilità della Regione Lazio sul tema.
“Più che d’accordo” con questa proposta di legge si è detto anche Giuseppe Simeone di Forza Italia, che ha aggiunto però che le risorse vanno incrementate, per garantire gli obiettivi di questa legge. Anche Enrico Forte del Partito democratico ha ringraziato Capriccioli per questa proposta, suggerendo di offrire la collaborazione della regione a Silvia Costa, che è stata delegata ad occuparsi dei lavori di ristrutturazione del carcere di S. Stefano; ma anche provvedimenti per favorire la vita di tutti i giorni sull’isola sono importanti, secondo Forte.
Approvato anche, a margine della legge, un ordine del giorno a firma Gianluca Quadrana della lista Zingaretti, ma poi sottoscritto da molti altri consiglieri, che impegna il presidente della regione ad adoperarsi affinché il Parlamento europeo riconosca Ventotene come capitale ideale dell’Europa, anche attraverso un fondo stabile per il sostegno dell’isola e dei suoi abitanti.
(ITALPRESS).

Approvata la nuova legge di contabilità regionale

ROMA (ITALPRESS) – Il consiglio regionale di Lazio, presieduto da Mauro Buschini, ha approvato con 39 voti favorevoli e un astenuto la nuova legge di contabilità regionale. La proposta è stata illustrata dall’assessore al Bilancio Alessandra Sartore.
Si tratta di un testo unico che contiene le norme, a carattere ordinamentale e organizzatorio, per la gestione del bilancio regionale nel rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, dello Statuto regionale, della legge di contabilità e finanza pubblica (numero 196/2009) e del decreto legislativo in materia di armonizzazione dei sistemi contabili delle Regioni (D.lgn. 118/2011). La legge consente di avere quindi un quadro normativo generale entro cui si trovano i principi contabili, gli strumenti e il quadro strategico della programmazione regionale, le manovre finanziarie, le variazioni di bilancio, i sistemi contabili, la gestione delle entrate e delle spese.
“Sono molto soddisfatta dell’approvazione di questa legge con cui si chiude un cerchio, si fa ordine e si crea davvero un testo unico di riferimento per la gestione dei conti della Regione. Ringrazio il Presidente della Commissione Bilancio e le forze di maggioranza e opposizione per l’apporto migliorativo dato alla discussione – spiega l’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore – E’ il punto di arrivo di un percorso di risanamento complessivo del bilancio regionale avviato ormai nel 2012 e, nello stesso tempo, è l’inevitabile punto di partenza per garantire una governance unitaria nel sistema di programmazione e di gestione del bilancio regionale, indispensabile per il mantenimento di un bilancio in ordine. Da oggi anche il Lazio ha una legge di contabilità regionale che si rifà ai principi del decreto legislativo 118 del 2011 sull’armonizzazione dei sistemi contabili delle Regioni, frutto della modifica dell’articolo 117 della Costituzione che ha ricondotto alla competenza esclusiva dello Stato l’armonizzazione dei bilanci pubblici. La legge risponde anche alle osservazioni avanzate in questi anni dalla Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per il Lazio”.
(ITALPRESS).

Istituita la Giornata della Memoria per i caduti delle forze di Polizia

ROMA (ITALPRESS) – Il consiglio regionale di Lazio, presieduto da Mauro Buschini, ha approvato a con 38 voti favorevoli e un astenuto l’istituzione della giornata della memoria per gli appartenenti alle forze di polizia caduti nell’adempimento del dovere.
La proposta di legge, prima firmataria Valentina Grippo (Pd), è stata condivisa da consiglieri di tutte le forze politiche. Sarà celebrata il 29 ottobre, data in cui fu istituita, su proposta del giudice Giovanni Falcone, la Direzione investigativa antimafia: “Una data – ha spiegato Grippo nell’illustrazione – che rappresenta tutte le forze di polizia e ricorda anche la figura Falcone”.
Il 29 ottobre di ogni anno, saranno promosse iniziative in tutto il territorio regionale. Per questo la Giunta e la presidenza del Consiglio regionale avranno a disposizione 120 mila euro nel triennio 2020-2022.
Nel corso della discussione generale, dopo la consigliera Grippo, sono intervenuti, Fabrizio Ghera (FdI), Giancarlo Righini (FdI), Massimiliano Maselli (FdI), Valentina Corrado (M5s), Enrico Cavallari (gruppo misto), Daniele Giannini (Lega), Laura Cartaginese (Lega) che hanno apprezzato l’iniziativa e sottolineato la necessità di farla diventare parte di interventi più ampi, a favore delle famiglie dei caduti e di diffusione della cultura della legalità fra le nuove generazioni. Davide Barillari (gruppo misto) ha sottolineato “che non basta una giornata della memoria” e ha ricordato la sua proposta di legge per la creazione di una commissione speciale sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel Lazio.
Nella legge, con due emendamenti, sono state inserite anche altrettante norme che riguardano altri campi: la prima modifica la figura del segretario generale della Giunta, la seconda proroga di un anno la durata della commissione speciale sui piani di zona.
(ITALPRESS).

Approvato il nuovo Piano regionale dei rifiuti

ROMA (ITALPRESS) – Riduzione della produzione dei rifiuti, sostegno alla raccolta differenziata, equilibrio impiantistico e sviluppo dell’economia circolare. Sono questi i principali obiettivi del nuovo Piano Rifiuti del Lazio 2019/2025 approvato oggi dal Consiglio regionale. Tra i principali obiettivi, il Piano indica da una parte le azioni di contrasto alla produzione dei rifiuti e allo sviluppo della raccolta differenziata, mentre dall’altra parte prevede l’indicazione degli impianti necessari per il trattamento e lo smaltimento delle varie tipologie di rifiuti, da quelli urbani a quelli industriali, dai rifiuti speciali ai fanghi dei depuratori, all’interno delle localizzazioni fornite dalle province. Sono due i pilastri della nuova pianificazione regionale: l’autosufficienza del Lazio e un’equa ripartizione territoriale del peso impiantistico – per chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei propri confini – e l’economia circolare con investimenti e interventi concreti per favorire la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso delle materie, sostenendo la realizzazione di una filiera industriale ecosostenibile. Le linee guida del Piano regionale erano state approvate dalla Giunta il 31 gennaio dello scorso anno per poi dare avvio alla procedura di Valutazione ambientale strategica e a tutti i vari passaggi amministrativi nei tempi e nelle modalità previste dalla legge. Al termine di questa fase, si è giunti alla definitiva approvazione dello strumento di pianificazione da parte della Giunta regionale lo scorso 5 dicembre, con il conseguente invio del provvedimento alla competente Commissione consiliare. L’emergenza legata al Covid-19 ha provocato dei ritardi nella valutazione e nel confronto politico sui contenuti del Piano, ma oggi si è arrivati all’approvazione finale da parte del Consiglio regionale.

Economia circolare
La Regione ha già avviato politiche e investimenti – previsti nel Piano – per favorire la riduzione della produzione di rifiuti e lo sviluppo dell’economia circolare. Dagli accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la riduzione degli imballaggi al contrasto del consumo della plastica monouso nelle sedi istituzionali e delle aziende partecipate. Dall’introduzione della tariffa puntuale, secondo il principio “che meno si inquina e meno si paga”, ai contributi per la creazione di isole ecologiche e centri di compostaggio nei Comuni del Lazio, che negli ultimi anni hanno già ricevuto oltre 87 milioni di euro dalla Regione. Dal progetto sperimentale per il recupero della plastica in mare, che ha già permesso di raccogliere e riciclare circa 70 tonnellate di plastica, alla promozione dei centri per il riuso. Dai corsi di formazione per Green Manager, con l’obiettivo di promuovere la corretta gestione del ciclo dei rifiuti in istituzioni, ospedali, scuole e grandi aziende pubbliche e private, alle campagne di sensibilizzazione ed educazione ambientale nelle scuole del Lazio. Fino alla realizzazione di un innovativo compound industriale a Colleferro, dove verranno trattati i rifiuti indifferenziati con processi di lavorazione a freddo, permettendo il recupero di materie prime, senza alcun impatto ambientale, che potranno essere rimesse sul mercato.

Equilibrio impiantistico
Il Piano Rifiuti persegue il riequilibrio territoriale degli impianti e all’autosufficienza del Lazio nella chiusura del ciclo dei rifiuti. La Regione ha confermato la suddivisione degli Ambiti territoriali ottimali prevista nel precedente Piano regionale 2012, individuando 5 Ato per la gestione dei rifiuti urbani, coincidenti con i territori delle 5 province, che dovranno essere autonome nel trattamento e nello smaltimento, secondo i principi di autosufficienza e prossimità. Sulla scorta della delibera sulla Qualità dell’Aria, inoltre, la Giunta regionale ha deciso la dismissione dell’impianto di termovalorizzatore di Colleferro, assegnando a LazioAmbiente la progettazione di un presidio industriale, in cui sarà possibile eseguire processi di lavorazione a freddo per estrarre risorse dai rifiuti in uscita dai Tmb.

Differenziata al 70% nel 2025
Il Piano rifiuti mira a raggiungere il 70% di raccolta differenziata nel Lazio entro il 2025. Attualmente la differenziata a livello regionale è al 47,3%, con un aumento di oltre 25 punti percentuali negli ultimi sette anni, mentre per la prima volta dal 2003 è diminuita la produzione di rifiuti nel Lazio, scendendo sotto i 3 milioni di tonnellate all’anno (riduzione di 53.000 tonnellate). Nel prossimo triennio verranno investite ulteriori risorse, pari ad oltre 50 milioni di euro, per sostenere i Comuni nell’applicazione della Tarip, nella creazione di isole ecologiche e di centri di compostaggio. Saranno promosse agevolazioni per imprese e Comuni che riducono la produzione di rifiuti, verrà favorita la realizzazione di centri per il riuso, oltre ad una serie di misure e di iniziative per tutte le tipologie di rifiuti. Legalità e controllo Dopo i diversi casi illeciti che si sono registrati nella gestione del ciclo dei rifiuti si è deciso di inserire tra gli obiettivi specifici del Piano anche il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale e misure per la legalità e la sicurezza. Uno strumento che sarà un aiuto importante nella gestione delle attività amministrativa, sia per i procedimenti autorizzatori da concedere e in rinnovo, che per la realizzazione di nuove strutture di trasformazione o trattamento sul territorio regionale. Un ulteriore piano di rafforzamento deve riguardare la tematica delle verifiche sugli impianti autorizzati, attraverso controlli in rete con altre autorità competenti, che possano ampliare la gamma degli accertamenti in ragione delle competenze di ciascun ente (Arpa Lazio, Asl, Carabinieri Forestali ecc.).

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Buschini “Parifica Corte Conti riconoscimento a lavoro svolto”

ROMA (ITALPRESS) – “Il parere positivo della Corte dei Conti sul bilancio della Regione Lazio, il settimo consecutivo, rappresenta il riconoscimento di un lavoro importante svolto in questi anni dall’amministrazione regionale Zingaretti all’insegna del risanamento, del taglio agli sprechi e degli investimenti mirati alla crescita complessiva dell’intero territorio. Sono stati sottolineati diversi aspetti positivi e qualificanti della gestione finanziaria e patrimoniale della Regione degli ultimi
esercizi e del 2019 in particolare: il buon andamento della spesa regionale è fondamentale non solo per la finanza pubblica, ma anche per le politiche di sviluppo di tutto il Lazio. Per quel che concerne i gruppi Consiliari, in questi anni la Regione ha sempre recepito i suggerimenti della Corte dei Conti e da settembre avvieremo un confronto proficuo per migliorare ulteriormente la gestione delle risorse dei gruppi”.
Così in una nota il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini in merito al giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione Lazio relativo all’esercizio finanziario 2019.
“Continuano a diminuire i tempi dei pagamenti che, mi preme sottolineare, nel 2013 superavano addirittura i mille giorni. E poi l’uscita dal Commissariamento per il ritorno ad una gestione ordinaria della Sanità con la possibilità di programmare investimenti e migliorare i servizi. Risanare i conti – conclude – significa poter lavorare per migliorare la qualità della vita ai cittadini. La Regione Lazio è finalmente un ente virtuoso”.
(ITALPRESS).

Arriva in Aula il Piano Rifiuti, Valeriani “Fondamentale”

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È iniziata in Consiglio Regionale del Lazio la discussione sul nuovo piano regionale rifiuti approvato dalla giunta. La seduta, dopo una richiesta di sospensiva presentata dal Movimento 5 Stelle per rimandare il provvedimento in commissione, respira dall’aula, è iniziata con la relazione l’assessore regionale all’Ambiente, Massimiliano Valeriani: “E’ fondamentale il passaggio da economia lineare a economia circolare che si ritrova nella normativa europea. Facciamo subito chiarezza sui rispettivi compiti: le Regioni hanno le funzioni di pianificazione, i Comuni detengono tutte le competenze operative in materia di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani. Il nuovo piano non è soltanto una verifica puntuale della situazione, ma indica una prospettiva di medio e lungo periodo, una strategia condivisa. Prevede azioni di contrasto alla produzione dei rifiuti e azioni di sviluppo della raccolta differenziata, contiene la previsione degli impianti di trattamento necessari, come individuati all’interno della pianificazione delle Province”.

“Gli obiettivi sono chiari – ha proseguito -: chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei confini del Lazio e all’interno dei singoli Ambiti territoriali ottimali (Ato), cambiare radicalmente il sistema di trattamento con il passaggio all’economia circolare. Oggi abbiamo soluzioni tecnologiche che permettono di recuperare gran parte dei rifiuti trasformandoli in nuove materie prime”. “Vorrei poi sottolineare – ha spiegato ancora Valeriani – un elemento molto importante avvenuto rispetto alle posizioni del Comune di Roma che, indicando la localizzazione della nuova discarica di servizio, ha rotto un vero e proprio tabù per la giunta in carica. Per quanto riguarda gli obiettivi concreti, ricordo il 70% di raccolta differenziata da raggiungere nel 2025, la realizzazione di un impianto all’avanguardia a Colleferro: non più mero trattamento dei rifiuti, ma recupero di materie prime con un processo di lavorazione a freddo. Un impianto che dovrà essere preso a modello per la riconversione di tutti i Tmb. Vorrei poi ricordare che le politiche e gli investimenti previsti nel piano sono stati già avviati: gli accordi con la grande distribuzione per la riduzione degli imballaggi, le azioni per il contrasto alla plastica monouso nel pubblico, la tariffazione puntuale, la realizzazione di isole ecologiche e impianti di compostaggio nei Comuni, con 87 milioni già ricevuti dalle amministrazioni locali, la formazione per green manager”.

“Per quanto riguarda la questione termovalorizzatori – ha ricordato Valeriani – non siamo pregiudizialmente contrari, si tratta di una tecnologia al momento ancora necessaria per il trattamento finale di una parte dei rifiuti, ma nel Lazio abbiamo un impianto in funzione, a San Vittore, con 400mila tonnellate annue autorizzate: dal 2023 scenderemo sotto questo livello e quindi l’impianto è sufficiente. Pensiamo al riequilibrio territoriale rispetto alle altre strutture necessarie: nel piano confermiamo gli Ambiti territoriali attuali, che coincidono con i territori delle Province. Dentro gli Ato deve essere raggiunta l’autosufficienza per quanto riguarda gli impianti di trattamento e le discariche. Ogni Ato, a oggi, presenta delle criticità che devono essere superate. Roma non ha più la discarica di servizio, gli impianti di Tmb sono insufficienti. A Latina manca la discarica di servizio. A Rieti non c’è alcun impianto, si appoggia completamente su Viterbo, con le criticità che è possibile immaginare. I Tmb attuali devono essere modernizzati sul modello del nuovi impianto di Colleferro. C’è un rilevante stanziamento di risorse con fondi regionali”.

“Attualmente – ha concluso la sua relazione siamo al 47,3% differenziata su base regionale – ha concluso l’assessore – oltre 20 punti in più negli ultimi 7 anni. Abbiamo prodotto meno rifiuti, sotto i 3 milioni di tonnellate quest’anno. Stanziamo 50 milioni di euro per sostenere i Comuni, per realizzare gli impianti e per i centri per il riuso. E poi legalità e controllo: dopo i diversi casi di illeciti, con il piano prevediamo di rafforzare la vigilanza. Sia per quanto riguarda le nuove autorizzazioni che sugli impianti in funzione. La Regione ha sopperito alle mancanze degli enti locali, con interventi puntuali per risolvere le situazioni di emergenza, ora, con l’esame del nuovo piano si aggiorna lo scenario di riferimento, togliendo un alibi a molti amministratori locali: a ogni istituzione vengono attribuite le rispettive responsabilità. Ma va ricordato che il piano non cancella i problemi con un colpo di spugna, una volta approvato spetterà alle varie amministrazioni locali mettere in campo i provvedimenti necessari per renderlo operativo. Siamo aperti al confronto, si può migliorare questa delibera, rimanendo fermi solo negli obiettivi fissati”.

Dopo la relazione dell’assessore è iniziata la discussione generale sul nuovo piano di gestione dei rifiuti della Regione Lazio con gli interventi dei consiglieri. Primo a parlare è stato il presidente della commissione Urbanistica e rifiuti, Marco Cacciatore, ex Movimento 5 Stelle passato da poco al gruppo Misto, che ha criticato la scelta di andare in aula per la discussione: “Dopo un lungo lavoro di ascolto la commissione non si è chiusa bene. I 278 emendamenti presentati non erano una cifra insormontabile, invece la richiesta della maggioranza di andare direttamente in Aula ha chiuso, di fatto, ogni possibilità di confronto democratico, una richiesta approvata grazie all’improvvisa assenza della collega Cartaginese della Lega”. Sul merito del provvedimento Cacciatore da un colpo al cerchio e uno alla botte: “Entrando nel merito della questione: sono condivisibili il blocco di nuovi termovalorizzatori, l’obiettivo del recupero di materia prima, la preferenza sulla gestione pubblica degli impianti. Condivido meno la strategia indicata per raggiungere questi traguardi. Sulla differenziata pesa la situazione romana, dove manca un piano industriale di Ama. Come viene fatta la trasformazione degli impianti di trattamento meccanico biologico di cui parla l’assessore? Con quali strumenti e con quali risorse? Il compound di Colleferro non è innovazione, ma confusione. In teoria dovrebbe fare recupero, in realtà rendiamo una zona già gravemente compromessa la destinazione dei residui dei Tmb di tutto il Lazio”.

“Per quanto riguarda gli Ato: il piano parla di sub ambito di Roma, una definizione che non esiste nella legge, ma per andare oltre la questione della Capitale, va anche rilevato che i cinque Ato, di fatto non esistono: se un ambito non ha l’autosufficienza può rivolgersi agli altri. Bisogna puntare sul compostaggio di piccola taglia. Basterebbe che i romani dividessero la frazione organica per fare un deciso passo in avanti sulla differenziata”. Giuseppe Simeone, Forza Italia e presidente della commissione sanità, critica fortemente la scelta degli Ato, della mancanza di regole chiare e dell’insufficienza impiantistica: “Nella relazione, l’assessore ha voluto distinguere i compiti della Regione da quelli delle altre amministrazioni. Io vorrei ricordare che la Regione ha tutte le responsabilità, a partire da quella politica di verificare che i contenuti del piano vengano poi attuati. Così come è stato scritto il piano non è cogente, mancano ad esempio i regolamenti degli Ato, le regole di funzionamento. Gli Ato, poi, devono essere 6, Roma deve rappresentare un ambito autonomo: la Capitale ha un peso troppo rilevante per stare nello stesso ambito della Provincia. Non si capisce perché l’ordine del giorno approvato in questo senso, con il voto favorevole della maggioranza, viene dimenticato e cancellato. E’ un piano, insomma, pieno di buone intenzioni, ma non sarà possibile attuarlo se qualcuno, come puntualmente accade, si mette di traverso. Si parla di autosufficienza nel territorio regionale e in quello dei singoli Ato, ma mancano gli impianti necessari, sia di compostaggio della frazione organica che di termovalorizzazione, e mancano le discariche di servizio. Su tutti questi impianti la nostra capacità attuale è molto al di sotto dell’effettiva necessità”.

Per Stefano Parisi, Lazio 2018, si tratta di “un piano in piena continuità con i precedenti. Qualora rimanesse così com’è la situazione non cambierebbe di molto. Si tratta poi di un piano che non ha un proprio quadro finanziario, tant’è che l’assessore al Bilancio si è impegnata a fare una ricognizione delle risorse disponibili per allegarla al piano stesso. C’è inoltre un approccio decisamente ideologico. Ci sono punti di debolezza molto importanti: questa discussione deve portare a un profondo cambiamento. Speriamo che l’apertura che l’assessore ha fatto nella sua relazione non sia soltanto formale. Con il piano così com’è oggi continueremo a esportare rifiuti fuori dalla Regione con costi altissimi e rischi di gravi infiltrazioni della criminalità organizzata. C’è una grave sottovalutazione sul problema della termovalorizzazione: questa è la grande questione che il piano non risolve, anche in questo caso per motivi ideologici, non si può essere subalterni a quella cultura terrapiattista che sta uccidendo questo Paese. Servono i termovalorizzatori per evitare che i rifiuti prodotti nella nostra Regione continuino a finire in discarica o continuino a essere esportati. Ci sono tecnologie che consentono processi di lavorazione pulita. L’obiettivo deve essere zero discariche. Infine la questione della gestione degli impianti: il problema non è il privato, ma l’assoluta incapacità del pubblico di controllare il privato. Il pubblico non deve gestire direttamente ma garantire concorrenza e controlli rigorosi”.

Mentre per Fabrizio Ghera, presidente del gruppo Fratelli d’Italia: “le cifre del Piano non sono realistiche, non c’è stata alcuna riduzione dei rifiuti, al contrario c’è stato un rimpallo di responsabilità tra Regione e Roma Capitale. Le percentuali sono molto più basse di quelle indicate. Abbiamo bisogno di più impianti per ridurre le tariffe, visto che tonnellate di rifiuti vengono trasferiti fuori Regione con costi notevoli. Non basta dire riduciamo la produzione di rifiuti perché nei fatti non è così, basta vedere i dati attuali, e le politiche inserite nel Piano non incidono. Un testo che non ci piace perché pone risultati irrealizzabili. La priorità è produrre meno rifiuti. In tal modo possiamo salvaguardare l’ambiente e abbassare le tariffe a carico dei cittadini”.
(ITALPRESS).

Tutela piccoli comuni, aula approva la legge

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mauro Buschini (Pd), ha approvato, con 25 voti a favore e 11 astenuti, la proposta di legge regionale 200 ‘Tutela e valorizzazione dei piccoli comunì, d’iniziativa dei consiglieri del Movimento 5 stelle Francesca De Vito, Valentina Corrado e Valerio Novelli. La nuova legge regionale è volta a sostenere i 254 comuni del Lazio sotto i 5000 abitanti nel contrasto ai fenomeni da spopolamento, nel recupero e nella riqualificazione degli edifici nei centri storici, nello sviluppo del turismo e delle attività turistico-ricettive anche attraverso gli alberghi diffusi, nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari, nella prevenzione dal rischio idrogeologico, nella semplificazione degli adempimenti amministrativi. Alcune disposizioni sono volte al mantenimento in attività di istituti scolastici statali destinati ad essere chiusi e alla gestione associata da parte di più comuni dei servizi di trasporto pubblico locale. A favore delle nuove imprese, costituite nei comuni del Lazio dopo l’entrata in vigore della legge, sono previste agevolazioni tributarie in materia di Irap per cinque anni e per ulteriori tre periodi d’imposta a favore delle imprese costituite da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, da donne e da disoccupati di età inferiore a cinquant’anni. Per favorire lo sviluppo economico e il ripopolamento dei piccoli comuni e agevolare la loro rigenerazione urbana è istituito il reddito di residenza attiva.
Suddiviso in tre annualità è destinato a coloro che intendano avviare un’attività imprenditoriale o recuperare, anche a fini abitativi, beni immobili appartenenti al patrimonio storico e culturale. Sono anche previsti contributi una tantum a sostegno della natalità. Gli oneri finanziari a carico del bilancio regionale, ammontano 4,4 milioni di euro nel biennio 2021-2022, per gli interventi previsti dalla legge, alla cui realizzazione possono concorrere le risorse di cui a una serie di leggi regionali in vigore ivi elencate e provenienti dalla programmazione comunitaria.
La consigliera De Vito ha ricordato che “i 254 piccoli comuni del Lazio rappresentano oltre il 67 per cento del totale (378 comuni), ma a causa del fenomeno dello spopolamento oggi rappresentano solo l’8 per cento della popolazione totale della nostra regione.
Eppure – ha aggiunto De Vito – custodiscono la maggior parte dei tesori e delle tradizioni del nostro Paese, sono un riferimento geografico per molti prodotti tipici, sono intrisi di storia e di cultura e non solo. Anche durante l’emergenza Covid i piccoli comuni hanno dimostrato l’alto livello di qualità della vita al loro interno. Questa legge, che li va a sostenere, tutelare e valorizzare è, pertanto, fondamentale per gli amministratori locali che la stanno aspettando da quasi vent’anni”. Presente l’assessore agli Enti locali, Alessandra Troncarelli. Durante l’esame sono stati approvati diversi emendamenti.
In dichiarazione di voto è intervenuta la prima firmataria della proposta di legge, De Vito, e hanno annunciato l’astensione dei rispettivi gruppi i consiglieri Fabrizio Ghera (FdI), Giuseppe Simeone (FI), Pasquale Ciacciarelli (Lega) i quali, pur manifestando apprezzamento per le finalità della legge, hanno lamentato l’esiguità delle risorse messe in campo. Per la maggioranza ha preso la parola Rodolfo Lena (Pd). Poco prima del voto finale, il Consiglio regionale ha altresì approvato un ordine del giorno della consigliera Marta Bonafoni (Lista Zingaretti) che impegna la Giunta ad adottare entro 180 giorni un apposito piano regionale per garantire la copertura della rete di telefonia mobile e l’estensione delle infrastrutture di accesso a internet a banda larga e ultra larga nelle aree interne, al fine di ridurre il digital divide nel territorio regionale
(ITALPRESS).

Consiglio approva nuove norme su Protezione civile

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mauro Buschini, oggi ha approvato all’unanimità (30 votanti) la proposta di legge n. 134 (Modifiche alla legge regionale 26 febbraio 2014 n. 2 “Sistema integrato regionale di protezione civile. Istituzione dell’Agenzia regionale di protezione civile”), di Sergio Pirozzi (FdI).
E’ stato proprio il presidente della dodicesima commissione ed ex sindaco di Amatrice a illustrarne i punti principali: “La proposta di legge nasce dall’esigenza di apportare alcune modifiche alla legge regionale che ha istituito il Sistema integrato di Protezione civile, alla luce degli eventi calamitosi che si sono verificati sul territorio regionale nell’ultimo quinquennio”, ha detto Pirozzi. “Questo è un correttivo nato dall’esperienza sul campo e maturato in quest’ultimo anno mediante un sereno quanto costruttivo confronto in commissione, anche con l’Agenzia regionale e con le organizzazioni di volontariato nel corso delle audizioni. Tutti hanno apprezzato all’unanimità l’introduzione dei Centri polifunzionali di prossimità quale strumento nuovo che può far fare un salto di qualità al Sistema di Protezione civile regionale, come un plauso è stato espresso relativamente alle misure economiche in favore delle organizzazioni”, ha aggiunto.
Il provvedimento, infatti, apporta numerose modifiche alla legge regionale 2/2014 (“Sistema integrato regionale di protezione civile. Istituzione dell’Agenzia regionale di protezione civile”), per adeguarla al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1 (“Codice della protezione civile) ma non solo. Vengono anche introdotte numerose novità nella normativa regionale in materia, a partire dalla istituzione dei Centri polifunzionali di prossimità di protezione civile (Cpp), citati da Pirozzi, che garantiranno maggiore celerità agli spostamenti dei soccorritori in caso di calamità. Saranno individuati di concerto con i Comuni sulla base dei rischi presenti e della possibilità di allacciamento alle reti idriche, fognarie, elettriche, telefoniche e informatiche, anche sulla base del sistema viario presente. Per la loro costituzione e il loro funzionamento sono stati stanziati 250 mila euro in “spese correnti” e 3,5 milioni di euro per “spese in conto capitale” per il biennio 2021-2022.
Altro tema toccato dalla nuova legge è la formazione degli operatori. Lo stesso Pirozzi ha sottolineato come fosse “necessario individuare un nuovo sistema che consentisse di ampliare la platea di soggetti formati e, al tempo stesso, velocizzare i tempi di risposta dei fabbisogni formativi delle organizzazioni e di tutto il personale impegnato nel settore della protezione civile”. A tal proposito, con un emendamento del partito democratico, prima firmataria Marta Leonori, viene istituita la Scuola di Alta Formazione di protezione civile.

Pirozzi, infine, ha illustrato le misure in favore delle organizzazioni di volontariato: “Viene innanzitutto inserito il principio della copertura uniforme del territorio regionale nelle misure di potenziamento del sistema integrato regionale quali il conferimento gratuito o in comodato d’uso di beni e mezzi di proprietà della Regione al fine di consentire un’omogenea distribuzione degli stessi su tutte le province laziali. Per quanto concerne, invece, l’esenzione della tassa automobilistica regionale per i mezzi e i veicoli utilizzati per attività di Protezione civile, il passaggio in Commissione bilancio ha determinato la trasformazione di questa disposizione in un rimborso a titolo di acconto, quale il 90 per cento su quello che è stato pagato l’anno prima, con il restante 10 che verrà dato a consuntivo. Fino ad oggi le associazioni pagavano i bolli, anticipavano, poi dovevano fare la rendicontazione, e spesse volte i tempi non corrispondevano alle esigenze e anche alla disponibilità di queste associazioni. Infatti, in Commissione bilancio è stato stabilito uno stanziamento di 300.000 euro sia per l’anno 2021 che per l’anno 2022”, ha detto Pirozzi.
Altre numerose modifiche alla legge regionale n. 2 del 2014 sono state introdotte da un lungo emendamento presentato dal gruppo del partito democratico, primo firmatario Fabio Refrigeri, che, tra l’altro, ha sostituito i compiti delle province con gli ambiti territoriali ottimali di esercizio delle funzioni di protezione civile, che saranno individuati dal ‘Piano regionale di protezione civilè (anch’esso introdotto con l’emendamento di Refrigeri) e ha interamente sostituito gli articoli della legge che disciplinavano le funzioni e i compiti dei sindaci e dei comuni.
Approvato anche un articolo aggiuntivo proposto da Gaia Pernarella (M5s) che introduce dei corsi di formazione nelle scuole per “dare quelle nozioni base di consapevolezza ai cittadini del futuro, perchè sappiamo che, oltre alle regole base di dove rifugiarsi in caso di calamità o quant’altro, creare dei cittadini consapevoli è sicuramente il primo passo verso l’autotutela e l’autoprotezione del nostro territorio”, ha spiegato.
Sono intervenuti anche Enrico Maria Forte e Marta Leonori del Pd. Il primo, nel corso della discussione generale, ha ricordato anche il lavoro svolto in occasione della legge di settore approvata nel 2014, sottolineando in particolare quello “dell’allora assessore Refrigeri che ha seguito con grande attenzione l’istituzione dell’Agenzia regionale e del consigliere proponente, l’attuale assessore Valeriani, che hanno dotato la Regione di questa Agenzia. Bisogna dare atto che si è colta la necessità di organizzare diversamente, con più efficacia, con strumenti più rapidi, più agili, una struttura come quella dell’Agenzia regionale”. Marta Leonori, intervenuta in dichiarazione di voto, ha rivendicato il contributo dato con le proposte presentate dal suo gruppo: “Abbiamo voluto arricchire con diversi emendamenti la proposta di legge e lo abbiamo fatto con grande spirito costruttivo, senza creare trambusto, con l’intento di valorizzare un settore che, tra l’altro, in questi mesi è stato fondamentale, per un supporto alle vite, a quelle comunità che sono state più colpite dall’emergenza, con una quotidiana presenza delle realtà della Protezione civile a livello locale. Sappiamo che molto ancora va fatto e per questo abbiamo voluto anche ribadire con alcuni interventi emendativi l’importanza della formazione e degli investimenti su settori all’avanguardia”.
Fabrizio Ghera (FdI), infine, riferendosi alle organizzazioni e alle associazioni, ha ribadito che si tratta di “un riconoscimento a un mondo importante, che offre un egregio supporto a chi ha bisogno. Quindi, convintamente votiamo a favore, ma non perchè c’è il lavoro di un collega del gruppo, bensì perchè penso che sia un provvedimento giusto ed è soprattutto un momento in cui si vuole ricordare e dare un giusto riconoscimento alle persone che ogni giorno prestano aiuto, soccorso e supporto ai più bisognosi, agli svantaggiati, a chi effettivamente soffre”.
(ITALPRESS).

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