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In Toscana nasce la quinta commissione permanente sulle politiche europee

Il ruolo sempre più rilevante assunto dalle Regioni nel contesto europeo e nazionale hanno spinto il Consiglio regionale ad istituire una quinta commissione permanente dedicata alle politiche europee e prevedere ogni anno una sessione europea da svolgersi entro il mese di aprile, quale luogo istituzionale di confronto tra Giunta e Consiglio sulle relative problematiche. Sono questi gli obiettivi delle modifiche al regolamento interno dell’assemblea, licenziate nei giorni scorsi dalla commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd) con voto favorevole all’unanimità.
La Quinta commissione permanente Politiche europee avrà il compito di formulare le osservazioni del Consiglio regionale sui progetti di atti normativi dell’Unione europea ai fini della propria partecipazione alla fase ascendente di formazione. Coordinandosi con le altre commissioni permanenti competenti per materia formulerà inoltre osservazioni sulla verifica del principio di sussidiarietà, secondo il quale, se un ente inferiore è capace di svolgere bene un compito, l’ente superiore non deve intervenire, ma può eventualmente sostenerne l’azione.
Tali osservazioni saranno trasmesse al presidente del Consiglio per il loro invio alle Camere in tempo utile per l’esame parlamentare e per la contestuale comunicazione alla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
Più in generale, la Quinta commissione cura gli adempimenti consiliari relativi alla legge europea; assicura il supporto trasversale alle commissioni permanenti e all’ufficio di presidenza fornendo documentazione di approfondimento sulle tematiche di rilievo dell’Unione europea; svolge l’analisi dei fondi europei e del loro utilizzo da parte della Regione; cura studi e ricerche sulle tematiche e politiche europee.
(ITALPRESS).

Tsunami covid economia, in Toscana il punto sui fondi Ue

FIRENZE (ITALPRESS) – Un quadro per comprendere “in tempo reale” cifre, prerogative e passaggi che attendono l’Europa e la Toscana sul versante fondamentale dell’economia e della crisi post covid. E’ quello che questa mattina ha impegnato la commissione regionale Ue della Toscana, presieduta da Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), con l’audizione di Enrico Mayrhofer, responsabile dell’Ufficio di collegamento della Regione con le istituzioni comunitarie a Bruxelles; Andrea Mogni, con oltre trent’anni di esperienza nella Commissione Europea; e il direttore di Irpet, Stefano Casini Benvenuti. “Si sta abbattendo uno Tsunami sulla nostra regione e agli effetti del covid19 si sommeranno gli impatti della Brexit, spesso dimenticata, ma anche la Toscana dovrà capire meglio come poter commerciare con britannici” ha commentato il presidente Fattori. Facendo riferimento al programma “Next generation Eu”, Fattori ha parlato di uno “scenario rivoluzionario”, perchè “per la prima volta abbiamo dinanzi strumenti europei di politica fiscale: si prevedono infatti trasferimenti di risorse tra paesi e obbligazioni a lunga scadenza che in parte saranno acquistati dalla Banca Europea”. Il quadro finanziario complesso è nelle cifre che si prospettano – il Consiglio europeo è in corso proprio oggi – in coincidenza con la fine del settennato (2014-2020) della programmazione europea, come chiarito da Enrico Mayrhofer. La Commissione ha proposto un nuovo quadro finanziario pluriennale, pari a 1100 miliardi per i 7 anni (2021-2027), “cifre che sono quasi uguali a quelle del settennato precedente”. La politica di coesione, che nel nostro paese corrisponde a circa 40 miliardi di euro che sono poi i fondi gestiti dalle regioni, rientra nei 1100 miliardi che comprendono tutto (la Pac, l’Herasmus, cooperazione internazionale, etc..). In Toscana la quota per le politiche di coesione si traduce in circa 1miliardo e mezzo, cui si aggiungono i cofinanziamenti nazionali e in minor parte regionali. Ma in aggiunta a questi fondi, e nel quadro comunque di ulteriori misure, ci sarà appunto il Next generation Eu, strumento temporaneo per il rilancio che, secondo la proposta della Commissione, corrisponde a 500 miliardi a fondo perduto (che vuol dire investito per progetti, opere sul territorio) e 250 miliardi per prestiti a lungo termine a favore dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia.
Per l’Italia, ha spiegato Mayrhofer, si prospetta così un passaggio da 40 a 170 miliardi di fondi finalizzati agli investimenti e per la Toscana, a caduta, il miliardo e mezzo ‘attualè dovrebbe essere moltiplicato per 4. I criteri di distribuzione di questi fondi saranno lasciati agli stati nazionali.
(ITALPRESS).

Via libera al piano regionale cave in Toscana

Via libera al piano regionale cave. Le commissioni Ambiente e territorio, presieduta da Stefano Baccelli (Pd) e la commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd), in seduta congiunta, hanno licenziato la relativa delibera all’unanimità.
Il piano regionale cave è stato adottato dalla Giunta e dal Consiglio. Sono seguite centinaia di osservazioni e le controdeduzioni della Giunta lo scorso febbraio, sulle quali si è costituito un gruppo di lavoro, formato dai due presidenti di commissione e da tecnici di Giunta e Consiglio, che hanno elaborato il testo definitivo. Le modifiche riguardano, in particolare, la disciplina del piano e l’atlante delle tavole di dettaglio per la definizione dei giacimenti.
Sulla disciplina del piano, alle molte modifiche introdotte dal gruppo di lavoro, che non hanno alterato il testo in modo sostanziale, ne è stata aggiunta una all’articolo 13 che recita: “Il comune può escludere dal calcolo della resa il materiale detritico utilizzato per il riempimento di gallerie per finalità connesse alla sicurezza o alla modalità di lavorazione, nonché l’asportazione di quello funzionale alla lavorazione della cava per modifiche alla viabilità di accesso”.
Sono state recepite le osservazioni pervenute dai comuni di Impruneta e Montalcino. Sono stati accolti due emendamenti sull’atlante dei giacimenti, proposti da Antonio Mazzeo (Pd), che interessano l’area del torrente Rialdo nel comune di Riparbella e un’area di Pomarance, in provincia di Pisa.
(ITALPRESS)

Via libera alla modifica della legge sulla caccia in Toscana

FIRENZE (ITALPRESS) – Il Consiglio regionale della Toscana dà il via libera alla modifica della legge sulla caccia. Tra le principali novità, c’è la possibilità per la Regione di avvalersi di soggetti terzi per l’espletamento di alcune funzioni, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza ed ottimizzare le risorse.
Si rivedono, poi alcune norme in materia di affidamento dei contratti da parte degli ambiti territoriali di caccia e si prevede l’istituzione di un fondo di rotazione regionale per il supporto agli Atc in difficoltà finanziarie a carattere eccezionale. Si istituisce un comitato scientifico composto da esperti con il compito di valutare la ‘consistenza faunisticà delle diverse specie sul territorio regionale ed assicurare una corretta gestione dell’equilibrio faunistico. La nuova disciplina interviene anche sulle funzioni degli Atc ai quali sarà chiesto di provvedere alla realizzazione di centri di sosta e alla stipula di convenzioni con centri di lavorazione delle carni; di determinare ed erogare, nel rispetto delle linee guida stabilite dalla Giunta regionale i contributi per gli indennizzi dei danni; di proporre alla Regione l’istituzione, la revoca e la regolamentazione di zone di rispetto venatorio.
Si stabilisce, poi, che nel caso ci siano particolari necessità ambientali, la Giunta regionale può procedere alla costituzione o alla modifica coattiva del perimetro delle oasi di protezione, delle zone di ripopolamento e cattura e di quelle di rispetto venatorio.
(ITALPRESS).

Geotermia, via libera alla modifica del piano energetico in Toscana

Prima la legge sulla geotermia, approvata dal Consiglio a gennaio 2019, adesso la modifica al Piano ambientale energetico (Paer) per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti geotermici. La Toscana si appresta a chiudere il cerchio sull’utilizzo della risorsa geotermica in un’ottica di “sviluppo sociale e sostenibile”, con un “sostanziale equilibrio tra la vocazione ambientale, paesaggistica, culturale del territorio e l’utilizzo della risorsa”.
Oggi, mercoledì 1 luglio, la commissione Ambiente, guidata da Stefano Baccelli (Pd) ha approvato a maggioranza la proposta di deliberazione per l’adozione della modifica del Paer ai fini dell’individuazione delle aree non idonee. Hanno espresso voto di astensione Sì-Toscana a sinistra e Movimento 5 stelle.
L’atto è stato emendato su proposta del capogruppo Pd, Leonardo Marras: riprendendo le osservazioni già espresse nella Vas (Valutazione ambientale strategica), di fatto si stabilisce che le aree a destinazione produttiva non possono essere ricomprese a priori nelle aree non idonee all’installazione di impianti.
(ITALPRESS).

Il Consiglio regionale della Toscana approva il bilancio del parco della Maremma

Via libera nei giorni scorsi del Consiglio regionale della Toscana al bilancio di previsione 2020 e al piano di investimenti 2020-2022 del Parco regionale della Maremma. Il parere è arrivato dopo l’illustrazione del presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd) che segna un valore della produzione previsto pari a 2milioni 44mila 883,92, leggermente in diminuzione rispetto al bilancio di previsione 2019 assestato (2milioni 63mila 317,04).
I ricavi delle vendite e delle prestazioni ammontano a 1 milione 916 mila 342,02 euro e sono costituiti dai contributi della Regione per il funzionamento (1milione 154mila); contributi in conto esercizio da parte degli enti facenti parte della Comunità del Parco (214mila 814,74) oltre al contributo del ministero dell’Ambiente (40mila 800 euro); ricavi per prestazioni dell’attività commerciale (506mila 727,28) come ingressi e visite al Parco, noleggi e concessioni dei beni del Parco, merchandising, vendita fauna e locazioni patrimonio immobiliare.
Gli altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto esercizio ammontano a 128mila 541,90 euro e sono costituiti da proventi, concorsi, recuperi e rimborsi che ammontano (36mila euro in diminuzione con la previsione assestata 2019); costi sterilizzati da utilizzo contributo per investimenti che ammontano (92mila 541,90 in leggero aumento rispetto alla previsione assestata dell’esercizio precedente).
I costi della produzione risultano pari a 1milione 976mila 825,88 e registrano una leggera diminuzione rispetto alla previsione assestata 2019 in cui ammontavano a 1milione 998mila 061,75. L’acquisto di beni risultano pari a 34mila 300 euro, in diminuzione rispetto alla previsione assestata 2019 (erano pari a 41mila 900); le manutenzioni e riparazioni risultano pari a 73mila in diminuzione rispetto alla previsione assestata 2019 in cui era prevista in 92mila 800 euro (diminuiscono in particolare le manutenzioni e le riparazioni sui beni relativi all’attività commerciale); altri acquisti di servizi risultano pari a 653mila 640,96 in leggera diminuzione rispetto all’esercizio precedente assestato (pari a 691mila 44,32); i costi per godimento beni di terzi sono pari a 80mila 503,44 diminuiscono leggermente rispetto all’esercizio precedente (84mila 800 in particolare a causa della diminuzione dei canoni di noleggio degli automezzi); i costi per il personale, pari a 943mila 519,99 (47 per cento circa del totale del costo della produzione) sono previsti in crescita rispetto all’esercizio precedente assestato in cui erano previsti pari a 909mila 911,00 per l’aumento della retribuzione dei direttori dei Parchi stabilito dalla Giunta (delibera 73/2020).
L’equilibrio di bilancio nel triennio di riferimento è assicurato da una leggera diminuzione dei costi di produzione in conseguenza della diminuzione dei contributi pubblici, in particolare non è confermato, per il biennio 2021-2022, il contributo del ministero dell’Ambiente. La contrazione riguarda soprattutto la voce acquisti di servizi (prestazioni professionali tecniche e scientifiche).
Il Piano degli investimenti 2020-2022 prevede opere per un totale pari a 298mila 680,54 per i seguenti progetti: “Itinerari turistici sostenibili” (76mila) finanziato con un contributo regionale nell’ambito del Programma Interregionale Italia Francia Marittimo 2014- 2020; Progetto EcoSTRIM “Investimenti per lo sviluppo del turismo sostenibile” (34mila 100) finanziato con un contributo regionale nell’ambito del Programma Interregionale Italia Francia Marittimo 2014-2020; Progetto Piano integrato parco (150mila) finanziato con il PSR 2014-2020, Sottomisura 7.1, tramite Artea; Progetto valorizzazione e recupero beni storici (10mila) finanziato con contributo regionale; Progetto messa in sicurezza Ponticino ciclabile (28mila 580,54) finanziato con gli utili 2017. Non sono previsti investimenti nel biennio 2021-2022.
“Si tratta di una approvazione peculiare”, ha spiegato Baccelli. “Questo virtuoso ente parco ha perso, di cui sottolineiamo sempre l’eccellenza, il 25 per cento dei ricavi dovuti ad attività commerciali e in particolare agli ingressi turistici”. L’Ente è già all’opera “per rivedere le attività, ha spiegato Baccelli, che ha presentato un ordine del giorno per “chiedere alla Giunta di valutare la possibilità di un nuovo contributo economico della Regione per cofinanziare iniziative di fruizione turistica del Parco e più in generale invitiamo la Giunta regionale a interessarsi con ancor più forza di tutti gli enti parco quali effettivi punti di riferimento in materia di turismo sostenibile. Così l’emergenza Covid può diventare un’occasione per valorizzare questi strumenti”. L’ordine del giorno è stato approvato dall’Aula.
(ITALPRESS).

Toscana, da commissione via libera a delibera su piano qualità aria

La commissione Ambiente e territorio del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Stefano Baccelli (Pd), a maggioranza, ha espresso parere favorevole sulla delibera della Giunta che migliora il Piano per la qualità dell’aria, prevedendo misure urgenti di rafforzamento degli obblighi europei relativi ai valori limite di Pm10 e biossido di azoto presenti nell’aria. Hanno votato a favore Stefano Baccelli, Francesco Gazzetti e Monia Monni del Pd e Elisabetta Meucci di Italia Viva, mentre si sono astenuti Giacomo Giannarelli (M5S) e Elisa Montemagni(Lega). La necessità di adeguamento è scaturita dalla bocciatura, da parte della Corte di Giustizia Europea, il Piano per la qualità dell’aria adottato nel 2018, in particolare per gli sforamenti delle polveri sottili nella piana lucchese e nella piana Pistoia-Prato e del biossido di azoto a Firenze, nelle zone monitorate dalle centraline di Ponte alle Mosse e di viale Gramsci. “In conseguenza di quella bocciatura – ha ricordato il presidente Baccelli – eravamo intervenuti con una legge che chiedeva l’autorizzazione alla Giunta regionale per approvare una deliberazione contenente delle misure di rafforzamento di interventi già previsti nel Piano regionale. Oggi, con l’approvazione della delibera, concludiamo la fase di adeguamento inserendo misure rafforzative e incentivi per il miglioramento della qualità dell’aria”.
Nello specifico, la delibera prevede l’istituzione, nella città di Firenze, di un’area comprendente la zona a traffico limitato – ztl e il viale di circonvallazione (da piazza Beccaria a piazza della Libertà), in cui è limitata la circolazione, a partire dal 1° novembre 2020 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle 18,30, fatte salve le deroghe indispensabili), alle autovetture ed ai veicoli commerciali di categoria N1, N2 ed N3 ad alimentazione diesel, di categoria inferiore o uguale ad “Euro 4”. La limitazione è estesa alla categoria “Euro 5” a partire dal 1° novembre 2025. Si prevede inoltre la concessione di contributi per la sostituzione di una o più tipologie di veicoli che risultino immatricolati nel comune di Firenze, e oggetto della limitazione , con veicoli a basso impatto ambientale (veicoli elettrici, elettrici plug-in, ibridi-elettrici o esclusivamente GPL o gas metano). La delibera prevede anche di adottare, entro tutto il 2020, un sistema di contributi a famiglie residenti nelle aree di superamento “Piana lucchese” ,“Piana Prato-Pistoia” e “Agglomerato di Firenze” per sostituire impianti di riscaldamento civile a biomassa con impianti di condizionamento degli edifici, quali le pompe di calore e, prioritariamente, quelle servite da pannelli fotovoltaici e pannelli solari termici.
Tra le altre misure, nelle tre aree già richiamate si prevede, entro la fine del 2021, di introdurre il divieto di utilizzo dei generatori di calore alimentati a biomassa con una classe di prestazione emissiva inferiore a “3 stelle”; di adottare entro la fine del 2020 un sistema di contributi per le piccole aziende agricole e cittadini titolari di coltivazioni arboree per l’acquisto di biotrituratori e per una gestione di sfalci e potature compatibile con la tutela della qualità dell’aria; l’obbligo di utilizzare, nei generatori di calore a pellet di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW, pellet di classe A1 certificato secondo la norma UNI EN ISO 17225-2; adottare, entro il 2020, la messa a dimora di specie arboree particolarmente performanti per la riduzione dell’inquinamento atmosferico; promuovere iniziative volte alla diffusione della micro-mobilita urbane; promuovere con gli enti locali interessati campagne informative e di sensibilizzazione della popolazione sui comportamenti a minor impatto sulla qualità dell’aria; promuovere, infine, iniziative pubbliche finalizzate a illustrare i benefici di normative come quelle in materia di “Ecobonus”, “Conto termico 2.0” e altre, volte a ridurre le emissioni dovute al riscaldamento domestico.
(ITALPRESS).

In Toscana amianto diffuso ma pericolo basso

Allo stato attuale, con il quadro conoscitivo ancora in costruzione e stando ai dati della mappatura 2007-2013, la presenza di amianto negli edifici pubblici e privati della Toscana non registra situazioni di pericolo grave. “I materiali contenenti amianto sono abbastanza diffusi sul territorio ma la classe di pericolosità non è alta”. È quanto emerge dall’informativa della Giunta della Regione Toscana sul Piano regionale di tutela dall’amianto resa in commissione Ambiente del Consiglio presieduta da Stefano Baccelli (Pd). Il documento contiene obiettivi e linee di azioni da intraprendere giudicate positivamente dal presidente Baccelli: “È un buon risultato e dimostra l’attenzione della Regione su un tema molto sentito dai cittadini”. Secondo i dati riportati nell’informativa e resi nel corso della seduta di oggi, giovedì 18 giugno, la mappatura del 2007, parzialmente aggiornata nel 2013 da Arpat in collaborazione con le aziende sanitarie, dimostra un situazione in “rapida evoluzione”. In sei anni molti siti sono già stati bonificati.
Gli edifici pubblici con presenza di amianto (fonte relazione Arpat 2013) sono passati da 1145 a 1061. Per le coperture di edifici privati, industriali e civili, rilevati con il contributo del Consorzio Lamma, si è preso in esame un campione di 897mila 29 ettari in cui circa il 18 per cento risultano coperture ad ondulina (164.01 ha). La stima estesa alle coperture superiori a 400 mq di tutta la regione indica che mille 544,90 ettari su 8mila 469,48 sono coperti da onduline. La provincia con il numero maggiore di ettari coperti con ondulina è Firenze con 373 ettari (24 per cento), seguono Arezzo (13), Pisa (13) e Siena (10). La provincia con la minore superficie a ondulina risulta Massa (4 per cento). Per monitorare la situazione in tempo reale, la Giunta pensa al superamento del concetto di mappatura a “fotografia istantanea” in favore di un data base delle situazioni con presenza di amianto (edifici, impianti industriali, cave) aggiornabile in tempo reale sia riguardo ai casi in uscita (bonificati) che i possibili in entrata da sviluppare in stretta sinergia con enti locali, Arpat e aziende sanitarie. Massima attenzione viene riservata al grande tema della sicurezza.
Nel Piano si richiamano gli incentivi per sostituire le coperture con pannelli fotovoltaici e parallelamente si individuano linee di indirizzo per i luoghi di lavoro e per la tutela della salute degli operatori. Il documento, sul tema dell’amianto naturale, lavora in stretto raccordo con il Piano cave, in particolare sarà avviato un progetto speciale Con Arpat e aziende sanitarie per monitorare le situazioni più pericolose anche prevedendo “dismissioni di siti”. Tra gli obiettivi più trasversali, anche la formazione professionale di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, al costituzione di un gruppo di lavoro per verificare l’evoluzione del fenomeno amianto in Toscana e la verifica delle possibili tecniche disponibili in tema di inertizzazione. Essendo un “documento che contiene azioni concrete”, non si fanno previsioni localizzative di siti rimandando questo specifico aspetto all’aggiornamento del Piano rifiuti. In sede di dibattito il vicepresidente della commissione Giacomo Giannarelli (M5S) ha chiesto i dati delle coperture dei tetti nelle abitazioni private. A livello statistico, si è appreso, si registrano circa 12mila ettari di coperture in cemento amianto.
La capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, ha chiesto i dati della presenza di amianto nell’acqua che, a detta della Giunta, presenta “valori al di sotto della soglia considerata come pericolosa”. La fonte è risultata essere studi internazionali specifici attraverso i quali è possibile stabilire una presenza “comunque contenuta”. Soddisfazione per l’arrivo, anche se tardivo, dell’informativa è stata espressa da Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra): “La vera partita saranno le risorse necessarie per la rimozione e lo smaltimento”.
(ITALPRESS).

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