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RIVENDING, NUOVA VITA A BICCHIERI E PALETTE DEL CAFFÈ

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L’economia circolare entra nel vending grazie al progetto RiVending, un ciclo virtuoso di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica per distributori automatici voluto da CONFIDA – Associazione Italiana Distribuzione Automatica, COREPLA -Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica e UNIONPLAST – Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche (Federazione Gomma Plastica).
Il progetto nasce con l’idea di rendere ancor più sostenibile il riciclo dei bicchieri di plastica utilizzati nel vending – l’attività di vendita e somministrazione di bevande e prodotti alimentari tramite distributori automatici – creando un “ciclo chiuso” conforme alle richieste dell’Unione Europea nell’ottica di una efficiente economia circolare.

“Tutti, sempre e ovunque è il nostro impegno per massimizzare il riciclo degli imballaggi in plastica – precisa Antonello Ciotti, Presidente COREPLA -. Questo progetto ben si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative che stiamo portando avanti con azioni mirate, in settori specifici, in un’ottica di vera economia circolare”.
Il progetto pilota, patrocinato dal Comune di Parma, è coordinato sul territorio da FLO Spa (Fontanellato, Parma) primario produttore in Europa di bicchieri monouso.
Si svolgerà con la partecipazione di Molinari Buonristoro e GeSA Vending, due importanti aziende di gestione di distributori automatici e col supporto di Iren, azienda multiservizi che si occupa, anche per la provincia di Parma, del ciclo integrato di gestione dei rifiuti.

Ma come funzionerà RiVending? I consumatori dei distributori automatici, dopo aver gustato il proprio caffè, saranno invitati a buttare bicchierino e paletta in un apposito contenitore che permetterà di isolare il materiale plastico di cui sono fatti, dagli altri imballaggi in plastica. Questo contenitore avrà al suo interno un sacchetto di colore verde che sarà ritirato insieme al resto della raccolta differenziata da Iren, la società incaricata del servizio nella città di Parma.
Questo ciclo virtuoso di raccolta e riciclo dei bicchierini e palette del vending permetterà innanzitutto di semplificare il processo di selezione del materiale e di recuperare una plastica di altissima qualità e valore con cui si potranno creare nuovi prodotti. L’obiettivo finale a cui tende il progetto, è però quello di trasformare il bicchiere usato in un nuovo bicchiere, creando così nel settore un’efficiente economia circolare.

I bicchieri e le palette per la distribuzione automatica sono infatti contenitori tecnici realizzati al 100% in polistirolo, un materiale che possiede le caratteristiche ottimali per garantire una corretta erogazione della bevanda all’interno del distributore. Inoltre sono prodotti utilizzati e smaltiti spesso in prossimità del distributore – quindi facilmente recuperabili – e “puliti” perché contengono per lo più residui che si possono eliminare con un semplice lavaggio.
In questo modo si renderà più facile ed economica la raccolta ed il riciclo dei bicchieri rispetto a quanto fatto oggi.
“I prodotti monouso di plastica del nostro settore – precisa Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA – sono da sempre recuperati e riciclati all’interno della raccolta della plastica in quanto le locazioni in cui si consumano i nostri prodotti sono al 97% luoghi chiusi (uffici, fabbriche, università, ospedali e uffici pubblici). Ma oggi vogliamo fare un passo ulteriore in avanti, creando un circuito di recupero e riciclo separato, un circuito chiuso che possa portare in pochi anni ad una completa economia circolare”.

Al progetto pilota di RiVending hanno già aderito importanti aziende ed enti presenti sul territorio di Parma e Provincia, tra i quali Comune di Parma, Università di Parma, la stessa Iren, Barilla Spa e Gazzetta di Parma.
Una volta conclusa questa fase pilota, l’obiettivo è di estendere RiVending all’intera città di Parma per poi interessare anche altre province del territorio italiano.
Il progetto prevede in prospettiva numeri importanti in termini di tonnellate di bicchieri e palette riciclati. Numeri che potranno essere quantificati al termine della fase pilota ma che parlano già di un progetto decisamente impattante: l’Italia è infatti il primo Paese per numero di distributori automatici, diffusi principalmente nell’industria, seguita dagli uffici privati, dal commercio, dal mondo della scuola e delle università, dagli ospedali e dagli uffici pubblici.
Un settore, quello del vending, che in Italia interessa oltre 20 milioni di consumatori ed impiega ben 35 mila persone.

PREMIA 4 IDEE PER IL RICICLO DELLA PLASTICA

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Una pensilina “eco sosta”, additivi stabilizzanti per imballaggi, etichetta rifiuti uno@uno e un composto ligneo polimerico. Sono questi i quattro progetti premiati questa mattina dal Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica all’interno della fiera di Ecomondo in corso di svolgimento a Rimini al termine del concorso lanciato a gennaio e dal titolo “call for ideas” – alla ricerca della plastica perduta. Un’iniziativa di successo che “sara’ prolungata anche a tutto il 2019” spiega il presidente Corepla Antonello Ciotti, rimarcando come la sostenibilita’ “e’ trasversale alle generazioni e dara’ forma a una diversa domanda e ai futuri investimenti”. Circa un centinaio i progetti pervenuti, come ha illustrato il direttore ricerca e sviluppo di Corepla, Antonio Protopata, di cui 45 quelli poi presi effettivamente in considerazione perche’ piu’ pertinenti.

Il primo progetto, che riceve un finanziamento fino a 10mila euro, riguarda una pensilina eco sostenibile il cui prototipo sara’ posizionato a Parma, e’ prodotto in plastica riciclata e genera energia elettrica grazie a dei pannelli fotovoltaici posti sulla copertura. Tra le funzioni: offrire posti a sedere al coperto, ricaricare smartphone e tablet e fare luce di notte. Borsa di studio da 10mila euro per il progetto degli additivi stabilizzanti per imballaggi realizzato dal personale dell’Universita’ di Firenze e dall’Istituto per lo studio delle macromolecole del CNR. Il progetto riguarda sostanze, utilizzate nelle plastiche del settore agroalimentare, per ritardare gli effetti di degradazione e proteggere cosi’ piu’ a lungo gli imballaggi.

L’etichetta rifiuti uno@uno che ricevera’ un finanziamento fino a 10mila euro consente di ridurre fino al 90% del conferimento di rifiuti in discarica perche’ nel kit consegnato alle famiglie, sono previste delle etichette di vario colore per ogni tipologia di materiale riciclato. Gli operatori cosi’, tramite il porta a porta o nei cassonetti, raccoglieranno sacchi gia’ differenziati. Il progetto, ideato da Giuseppe Cannavo’ sta portando il sistema integrato in diversi comuni siciliani e nello specifico quello che ha vinto il finanziamento verra’ utilizzato a Caltanisetta.

Il quarto progetto infine prevede una campagna di finanziamento, attraverso crowfunding, per produzioni dal basso, per ridurre gli scarti di plastica e il conseguente ricorso alla termovalorizzazione. La ricerca di finanziamento servira’ per trovare le risorse per sviluppare e sperimentare l’avvio di un prototipo del processo di produzione del collante plastico che andra’ a sostituire la formaldeide nell’industria del legno.

DA RIFIUTI DI PLASTICA NEL PO CASE PER RIFUGIATI

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Costruire delle case per i rifugiati grazie al recupero dei rifiuti di plastica presenti nei fiumi, prima che arrivino in mare. Sarà infatti inviata in Grecia, nelle zone dove sono alloggiati i rifugiati, la casetta prototipo presente in questi giorni a Rimini all’interno dei padiglioni della fiera dove è in corso Ecomondo. L’idea è venuta al Corepla,  il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica.

“Un anno fa all’Università di Lipsia – racconta il presidente di Corepla Antonello Ciotti – abbiamo assistito a una presentazione dove è emerso che tra l’80 e il 90% dei rifiuti presenti nei mari arrivano da 10 fiumi, nessuno di questi europeo. Così, assieme al progetto Belga chiamato WFO (sigla inglese per waste free ocean, oceani liberi dai rifiuti) abbiamo pensato di applicarlo anche all’Italia prendendo il Po, che assieme ai suoi affluenti serve il 40% della popolazione italiana”.

Raccogliere la plastica prima che arrivi in mare infatti, evita che subisca ulteriori processi chimici che la trasformano in un rifiuto speciale molto più difficile da trattare. Così il Corepla assieme in particolare al Comune di Ferrara e all’autorità di bacino del Po ha posizionato delle dighe galleggianti a ponte Lagoscuro ha iniziato a raccogliere la plastica. “Con sorpresa – spiega il presidente Corepla Ciotti – abbiamo raccolto il 10% di quanto ci aspettavamo, a riprova che la popolazione italiana è attenta”.

Dalla raccolta alla lavorazione, grazie all’idea sviluppata da una azienda inglese, la Storm Board che trasforma i rifiuti plastici raccolti in pannelli modulari di plastica riciclata e utilizzabili per costruire le casette o anche mobili e altre realizzazioni.

“Sono costruzioni riciclabili a loro volta – illustra l’ingegnere Nick Stillwell – fino a 10 volte e ottenibili dalla plastica raccolta dai fiumi, ma anche dalla terraferma”.

I primi prototipi sono stati realizzati nel 2011 e al momento hanno una resistenza stimata in 10 anni prima di venire nuovamente riciclati. “La casetta presente a Ecomonodo – conclude il presidente del Corepla – sarà adesso trattata per renderla ignifuga a poi verrà mandata in Grecia”.

RICICLO PLASTICA, IN FUNZIONE A POTENZA “ECO STAZIONI”

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Presentato nella Sala dell’Arco del Palazzo di Città, in piazza Matteotti, nel centro storico del capoluogo, il progetto “Eco stazioni” realizzato da Comune di Potenza, Acta e Corepla Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, alla presenza del sindaco Dario De Luca, dell’assessore comunale all’Ambiente Rocco Coviello, dell’amministratore unico di Acta Roberto Spera e del presidente di Corepla, Antonello Ciotti.

L’iniziativa è volta a stimolare la raccolta differenziata tra i cittadini di Potenza, invitandoli a nuove modalità per il conferimento di imballaggi in plastica, di piccoli elettrodomestici e pile. Le Eco stazioni sono quattro compattatori (“Reverse Vending Machine” RVM) installati nel territorio comunale, ognuno dei quali in grado di raccogliere fino a 10.000 bottiglie di plastica da riciclare: in via Nitti, nei pressi del mercato rionale; in via Verrastro, nel piazzale sottostante l’area di servizio; nel piazzale della Chiesa di Gesù Maestro a Macchia Romana; nei pressi di viale Dante.

Le bottiglie conferite si trasformeranno in “ecopunti” per i quali è previsto un meccanismo di premialità con sconti nei negozi e buoni spesa, con l’ottenimento di regali realizzati in plastica riciclata (felpa in pile, sacca per il tempo libero, frisbee). Inoltre si potrà arrivare ad ottenere buoni sconto oltre che per tutte le attività convenzionate anche su catene commerciali nazionali.

Con l’installazione di queste 4 Eco stazioni evolute, si intende sperimentare e realizzare una raccolta di qualità per il Comune e il cittadino, portando così alla massimizzazione del riciclo con caratteristiche di replicabilità del servizio addirittura a livello nazionale.  Inoltre questa modalità offre la possibilità di verificare l’incentivazione al gesto di civiltà della raccolta anche per quegli imballaggi che precedentemente finivano nell’indifferenziato o dispersi nell’ambiente.

Per il sindaco di Potenza, Dario De Luca: “Si tratta di un ulteriore tassello nell’importante mosaico che la città di Potenza sta andando a comporre in tema di raccolta e gestione dei rifiuti. Far sì che la popolazione, grazie al cui impegno il capoluogo di Regione e, quindi la Regione tutta, ha potuto cogliere importanti obiettivi in materia di differenziazione dei rifiuti, con un percorso riconosciuto a livello nazionale, possa essere ulteriormente sensibilizzata anche attraverso il conferimento di piccoli riconoscimenti, mi sembra possa rappresentare una scelta positiva e che speriamo produca i risultati che ci attendiamo”.

“La sperimentazione potentina realizzata in collaborazione con il Comune e ACTA Potenza – sottolinea Antonello Ciotti, Presidente Corepla – è particolarmente significativa per Corepla: con le prime 4 Eco stazioni stradali infatti, tracceremo con precisione il flusso del materiale conferito,  riconosceremo un corrispettivo al Comune ma soprattutto, e mi piace sottolinearlo, avremo modo di premiare il cittadino mettendo a disposizione oggetti realizzati in plastica riciclata come felpe, sacche e giochi provenienti da filiera certificata che, ci auguriamo, incentiveranno la diffusione della nuova modalità di raccolta e la cultura di una vera economia circolare. Del resto i ‘numeri’ della Basilicata sono in continua crescita: da circa 8 kg/ab/anno di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nel 2016 si è passati a 11,6 nel 2017 e si prevede di consolidare il dato per il 2018. Cresce anche il Comune di Potenza che passa da una raccolta di 10,2 kg pro capite nel 2017 a oltre 21 kg nel 2018, ampiamente sopra la media nazionale 2017 di 17kg/ab/anno”.

Secondo l’assessore all’Ambiente, Rocco Coviello, “il grande lavoro che Acta sta svolgendo, non solo attestato dai risultati conseguiti, ma confermato anche dagli indicatori che collocano Potenza ormai stabilmente tra le città con le migliori performance nell’ambito dei diversi aspetti che riguardano la raccolta differenziata”.

“Con questo progetto – conclude l’Amministratore unico Acta, Roberto Spera – Potenza si candida a essere il primo capoluogo in Italia ad effettuare la buona pratica dell’economia circolare. Partiamo dalla plastica, dai piccoli Raee, dalle pile e toner esausti in attesa di poter avere a disposizione al più presto strutture ed impianti per proiettare il capoluogo lucano a ‘Rifiuti Zero'”.

TEMA RACCOLTA DIFFERENZIATA E RICICLO IN FICTION DI RAI1

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Il tema dei rifiuti, della raccolta differenziata e dell’avvio a riciclo in particolare dei contenitori in carta e cartone, plastica e alluminio, arriva su Rai1 con la fiction “Che Dio ci aiuti”.
La tematica ambientale e i concetti cardine dell’economia circolare, entreranno così nelle case degli Italiani grazie ad alcune scene della fiction dedicate all’uso e al consumo di imballaggi e contenitori che tutti compriamo, utilizziamo e poi gettiamo ogni giorno. A raccontare al pubblico come fare una corretta raccolta differenziata e il valore del riciclo di alluminio, carta e plastica, saranno due personaggi entrati quest’anno nel cast: le gemelle Daniela e Silvia, due giovani e appassionate ambientaliste che cercheranno di coinvolgere gli altri protagonisti della serie attraverso alcuni “momenti green”. 

Un messaggio che i tre Consorzi nazionali (Cial, Comieco e Corepla), in accordo con Rai Fiction e la casa di produzione Lux Vide, hanno deciso di affrontare con toni semplici e divulgativi, evidenziando gli aspetti positivi della raccolta differenziata, incentrati sulla considerazione che i rifiuti costituiscono ormai una risorsa da sfruttare al meglio e sempre di più. 

DA COREPLA E LEGAMBIENTE PROGETTO CONTRO IL MARINE LITTER

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Sono di ogni tipo, colore, forma, dimensione. Non solo conchiglie sui nostri litorali ci sono buste, cotton fioc, reti, vetro o pezzi di metallo, rifiuti spiaggiati gettati consapevolmente o provenienti dagli scarichi non depurati, dall’abitudine di utilizzare i wc come una pattumiera ma anche dalla cattiva gestione dei rifiuti domestici. Per non parlare di quelli che spesso galleggiano sulla superficie del mare o che si arenano sulle spiagge e che sono solo la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso: il marine litter è un fenomeno che riguarda anche il mar Mediterraneo. Nel 2018 nell’ambito dell’indagine nazionale Beach litter, su 78 spiagge italiane monitorate (in 14 diverse Regioni) da Legambiente, sono stati trovati 48.388 rifiuti in un’area complessiva di 416.850 mq, pari a 60 campi da calcio. Una media di 620 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, quattro rifiuti ogni passo. Eppure contrastare il marine litter si può, attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione e soprattutto facendo conoscere le soluzioni che passano anche dalla prevenzione dei rifiuti in mare e in spiaggia, dalla raccolta differenziata e dal riciclo. Il tutto coinvolgendo e responsabilizzando i cittadini, a partire dai più giovani.

 

Sono questi i temi e le sfide al centro del progetto educativo “Se butti male… Finisce in mare!” promosso da Legambiente e Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica e rivolto alle scuole primarie e secondarie di I grado per educare alla prevenzione dei rifiuti in mare. Giunto alla seconda edizione, quest’anno il progetto raddoppia e interesserà Campania e Puglia con il coinvolgimento di 4.000 tra studenti delle oltre 40 classi coinvolte, volontari e cittadini che parteciperanno alle iniziative. Obiettivo principale è quello di ricordare e far capire come attraverso le proprie scelte e uno stile di vita più ecofriendly si possa prevenire il marine litter, imparando a differenziare di più e meglio i rifiuti, senza dimenticare che possono avere una seconda vita, come ci ricorda la sfida dell’economia circolare.

Inoltre per sottolineare quanto sia importante dare nel proprio quotidiano un piccolo contributo, Legambiente e Corepla nell’ambito del progetto “Se butti male… Finisce in mare!” presenteranno alle scuole il vademecum delle “buone abitudini che tutelano il mare” contenente sei consigli pratici in difesa del mare: scegli prodotti riciclabili e fai bene la raccolta differenziata; prima di buttare pensa bene sei puoi riusare; non acquistare e usare prodotti cosmetici e per la pulizia che contengono microplastiche; non buttare nessun rifiuto nel wc; non buttare nulla negli scarichi e nei tombini; in spiaggia, nei parchi, lungo i fiumi e i laghi renditi utile, dedica qualche minuto a raccogliere i rifiuti che troverai, il buon esempio è contagioso.

 

“Da anni Legambiente riserva alla tutela del mare e delle sue coste un impegno continuo e costante attraverso numerosi progetti, iniziative di volontariato ambientale, attività didattiche, di educazione ambientale e grazie a un’esperienza diffusa di monitoraggi scientifici praticata in tutto il paese da volontari e cittadini, considerata da più fonti istituzionali internazionali come una delle esperienze più avanzate al mondo di ‘citizen science’, il contributo dei cittadini alla conoscenza dei problemi ambientali e alla loro risoluzione  – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Un’esperienza che vogliamo far conoscere anche alle scuole e ai ragazzi per far toccare con mano il problema, ma anche per evidenziare le soluzioni che passano sempre di più su politiche di prevenzione e sensibilizzazione, su una corretta gestione dei rifiuti a partire dalla raccolta differenziata e dal riciclo”.

“Questa iniziativa ci permette di sottolineare, ancora una volta, che per contrastare il fenomeno del marine litter sia fondamentale puntare sull’educazione e sul coinvolgimento dei più giovani ai temi ambientali – afferma Antonello Ciotti, presidente del Consorzio Corepla -. La raccolta differenziata è un gesto d’amore verso il proprio territorio ma anche un volano per la creazione di nuove imprese, nuovi posti di lavoro e risparmio di materie prime. Solo attraverso la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica è infatti possibile dare nuova vita ai rifiuti creando vera economia circolare”.

 

INAUGURATA CASA COREPLA A PALAZZO LOMBARDIA

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 Una casa itinerante “per far sì che gli studenti delle scuole primarie possano diventare gli insegnanti dei propri genitori, imparare come dev’essere fatta la raccolta della plastica e cosa accade nel sistema del riciclo italiano”. Così Antonello Ciotti, presidente del consorzio Corepla, ha presentato la venticinquesima tappa di ‘Casa Corepla’, a Palazzo Lombardia. “Siamo qui perché la Lombardia e Milano sono tra le aree più virtuose del sistema italiano, con circa 20 kg l’anno di plastica per abitante raccolta e trasformata da rifiuto in risorsa”, ha spiegato Ciotti. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’economia circolare “è necessario un grande sforzo del sistema Italia, che coinvolga famiglie, consumatori, imprese e amministrazioni comunali, che devono dare ai cittadini l’opportunità di fare la raccolta differenziata – ha aggiunto il numero uno di Corepla -. Da questo processo l’Italia può trovare un grande vantaggio, se pensiamo che il nostro Paese ha un grande bisogno di materie prime e ne è povero”.

L’importanza dell’educazione dei bambini per la sfida della salvaguardia dell’ambiente è sottolineata anche da Mauro De Cillis, direttore operativo di Amsa, società del gruppo A2A. “I bambini sono il primo veicolo di educazione civica nella città. Come Amsa abbiamo li coinvolgiamo in visite settimanali, e a volte sono più bravi e hanno una sensibilità maggiore di quella dei genitori. Ogni anno riceviamo mille bambini, che poi insegnano agli adulti”, ha spiegato. A Milano è stato raggiunto il 61,4% della raccolta differenziata, cioè di materiale che viene recuperato e messo in circolo come prodotto. “Dobbiamo lavorare ancora su comportamenti che vanno corretti per migliorare ulteriormente la percentuale – ha sottolineato De Cillis -. Dobbiamo completare il progetto avviato nel 2018, che termineremo entro l’anno. Ma è importante anche avviare politiche di riduzione del rifiuto, che sono fondamentali”.

“La plastica può essere ‘cattiva’, se abbandonata a se stessa come elemento inquinante e distruttivo, ma può invece essere ‘buona’ se viene riutilizzata e riciclata, fino a divenire materiale sul quale esercitare perfino la creatività, anche con l’aiuto della tecnologia”, ha commentato l’assessore regionale a Istruzione, Formazione e Lavoro Melania Rizzoli. “Queste esperienze didattiche – ha aggiunto – sono il pane che nutre un’idea di presente e di futuro. Se questa idea verrà assimilata dai nostri figli e dai nostri nipoti, potrà dare un contributo decisivo alla salvaguardia dell’ambiente e alla salute di molte generazioni a venire”.

“IL PO D’AMARE” PER COMBATTERE IL MARINE LITTER

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Otto “big bags” pieni di rifiuti e circa 92 kg di plastica avviata completamente a riciclo, sono il risultato della “battuta di pesca” contro il marine litter realizzata sul fiume Po per circa 4 mesi, tra luglio e novembre 2018.

I rifiuti portati dal più grande fiume italiano sono stati, infatti, intercettati da barriere galleggianti prima di arrivare al mare Adriatico e avviati al riciclo grazie al progetto pilota di raccolta e recupero dei rifiuti, “Il Po d’AMare”, uno dei primi progetti al mondo di prevenzione dei rifiuti in mare, predisposto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia e realizzato grazie al coordinamento istituzionale svolto dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po).

La frazione non plastica è costituita, per la maggior parte, da scarti vegetali e sono stati intercettati anche contenitori in vetro. La quota più rilevante in termini di peso del rifiuto plastico captato è rappresentata da PE proveniente da fusti di capacità maggiore a 25 litri, imballaggi utilizzati in ambito agricolo o industriale. 

 

Il progetto “acchiappa rifiuti” ha realizzato la selezione e raccolta dei rifiuti galleggianti attraverso l’installazione di un dispositivo di raccolta (Seasweeper) con barriere in polietilene galleggianti che non interferiscono con la flora e la fauna del fiume, progettato da Castalia e posizionato nel tratto del fiume Po in località Pontelagoscuro (Comune di Ferrara) a 40 km dalla foce. I rifiuti intercettati sono stati avviati al riciclo e con il supporto di Corepla, il rifiuto plastico è stato poi inviato al centro di selezione che ha separato e avviato a riciclo le diverse frazioni polimeriche. Il granulo di plastica ottenuto dalle operazioni di riciclo è stato infine inviato ad una azienda inglese per la realizzazione di una casetta rifugio. 

Per Antonello Ciotti, presidente di Corepla, “il Po è il più importante fiume italiano con 141 affluenti e 3.200 Comuni italiani coinvolti. I risultati della sperimentazione de ‘Il Po d’AMare’ sottolineano come una corretta gestione dei rifiuti a terra porti ad avere corsi d’acqua con una sensibile minor presenza di rifiuti, in plastica in particolare”. 

 

“A oggi a livello nazionale, 8 imballaggi in plastica su 10 immessi sul mercato vengono recuperati dal sistema Corepla. C’è ancora molto da fare ma un efficiente servizio di raccolta differenziata che facilita il riciclo, attento alle esigenze dei cittadini sempre più consapevoli e informati, è un potente antidoto all’inquinamento di fiumi e mari”, ha aggiunto. 

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha commentato: “Credo molto nell’importanza di sperimentazioni come questa, alla luce soprattutto della loro possibile replicabilità. Complimenti, avete affrontato il problema a monte, prima che la plastica raggiunga il mare”. Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, sottolinea come si tratta di “un progetto importante che è riuscito a dimostrare che è possibile intercettare i rifiuti prima che raggiungano il mare e diventino così un grave problema ambientale”. Per Lorenzo Barone, direttore generale di Castalia Operations, “il ‘Po d’Amare’ è la realizzazione di un progetto sperimentale che ci ha dato la conferma di essere sulla strada giusta. Confidiamo che questa best practice venga valorizzata dalle istituzioni, anche alla luce del fatto che questo sistema può prevenire l’arrivo della plastica in mare ed è stato progettato per essere declinabile su qualsiasi corso d’acqua”. 

 

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