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DONA A TRENTO PARCO GIOCHI “RICICLATO”

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Oltre 600.000 persone sono attese a Trento in occasione della 91ma Adunata nazionale degli Alpini, la grande festa attenta anche alla sostenibilità ambientale. Grazie all’impegno di Corepla Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e la raccolta degli imballaggi in plastica con Pro.mo Gruppo Produttori Stoviglie Monouso in Plastica, il gestore dei servizi di igiene ambientale Dolomiti Ambiente e il Comitato Organizzatore dell’Adunata (COA), saranno raccolti e avviati a riciclo gli imballaggi in plastica, con una particolare attenzione alle stoviglie monouso in polipropilene.

Piatti e bicchieri in plastica – “sempre pronti, proprio come gli Alpini” secondo lo slogan scelto dal Gruppo Pro.mo, fornitore delle stoviglie – verranno distribuiti insieme alle indicazioni per una corretta raccolta differenziata. Dolomiti Ambiente, d’intesa con il Comitato Organizzatore, ha messo a punto un ampio piano di raccolta rifiuti, articolato in 100 aree della città presidiate da squadre di volontari.  Grazie all’impegno di tutti, si intende raggiungere l’ambizioso obiettivo del 90% di raccolta differenziata. Corepla e Pro.mo, inoltre, doneranno alla città di Trento un parco giochi realizzato in plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata degli imballaggi. 

Un dono che mette in risalto i vantaggi concreti della raccolta e l’idea della circolarità della plastica, la cui seconda vita inizia dal comportamento corretto dei consumatori.

 

“Anche quest’anno animare con spirito di sostenibilità l’Adunata degli Alpini si conferma per il Consorzio una straordinaria occasione di sensibilizzazione – afferma Antonello Ciotti, presidente del consorzio Corepla -. La plastica è un materiale intelligente: la praticità, la leggerezza, la versatilità e l’igienicità – per citare solo alcune delle sue caratteristiche – lo rendono perfetto per eventi di questo tipo, con grande affluenza di pubblico. Ma la plastica va utilizzata e gestita in modo altrettanto intelligente. Per salvaguardare l’ambiente, è fondamentale che tutti gli imballaggi in plastica rientrino in un sistema di economia circolare: la corretta gestione dei rifiuti si traduce in risparmi in termini di consumo di acqua, materie prime, energia ed emissioni di CO2. Lo vogliamo testimoniare lasciando alla città un parco giochi in plastica riciclata, per continuare a godere di momenti di svago senza dimenticare l’attenzione nei confronti dell’ambiente”. 

IN SICILIA SU 12 SPIAGGE 787 RIFIUTI OGNI 100 METRI

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Il problema dei rifiuti spiaggiati riguarda anche molti lidi siciliani. A confermarlo sono i dati finali di “Se butti male… finisce in mare”, il progetto educativo di Legambiente e Corepla – Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica che in questi mesi ha coinvolto e visto impegnati 2000 studenti, di cui 800 affiancati dai volontari di Legambiente, in attività didattiche e monitoraggi scientifici in spiaggia. Su 12 arenili monitorati – tra Catania, Palermo, Agrigento, Scicli, Taormina, Bagheria, Modica, Calatabiano e Barcellona – è stata trovata una media di 787 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia su una superficie totale di 49.550 metri quadri.

La plastica si conferma il materiale più trovato (il 65% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (16%) e da oggetti di metallo (6%). Per quanto riguarda gli oggetti più ritrovati: al primo posto ci sono pezzi di plastica con dimensioni inferiori a 50 cm (13,9%), seguiti da materiale da costruzione (13,7%) come mattoni, mattonelle, calcinacci, materiale isolante, e poi cotton fioc (12,9%), bottiglie e contenitore (9,7%), tappi (6,7%), altri oggetti in vetro e ceramica (6,0%), mozziconi di sigaretta (4,3%), stoviglie usa e getta (3,7%). In particolare il 95% dei cotton fioc (rifiuti derivanti da WC, dove spesso vengono gettati, e dalla mancata depurazione) e il 92% dei materiali da costruzione recuperati da Legambiente, durante il monitoraggio beach litter, sono stati trovati sulla spiaggia Romagnolo di Palermo.

“La cattiva gestione dei rifiuti urbani a monte, l’abbandono consapevole e la maladepurazione sono la causa principale dei rifiuti spiaggiati – sottolineano gli ambientalisti -. Per questo è importante incrementare le campagne di sensibilizzazione e informazione coinvolgendo anche le scuole e gli studenti, approfondendo con loro il tema del marine litter e far conoscere le soluzioni che passano anche dalla prevenzione dei rifiuti in mare e in spiaggia, dalla raccolta differenziata e dal riciclo”.

Con questo spirito è stato pensato il progetto di Legambiente e Corepla “Se butti male… finisce in mare” che ha visto la partecipazione di 41 classi, tutorate dagli educatori/trici di Legambiente, a cui si sono aggiunte altre 60 classi siciliane per un totale di 2000 ragazzi coinvolti. Appuntamento finale del progetto a Scicli, nel ragusano, con la pulizia straordinaria della spiaggia di Sampieri, raccontata dalle telecamere di Fuori TG, in diretta su Rai 3, e dalla giornalista Rai Maria Rosaria De Medici, insieme al Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, al Presidente di Corepla Antonello Ciotti, alla Direttrice di Legambiente Sicilia Claudia Casa, alla Presidente del circolo di Legambiente Kiafura di Scicli Alessia Gambuzza e alla scuola Elio Vittorini con gli alunni di plessi di Sampieri, Cava d’Aliga e Donnalucata, che sono stati impegnati nel monitoraggio beach litter insieme ai volontari.

“Il Mediterraneo – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – è secondo l’Onu tra le sei aree globali di maggiore criticità per il marine litter. Per contrastare l’inquinamento in mare, che causa gravi danni all’ambiente, alla biodiversità marina ma anche all’economia e al turismo, è fondamentale continuare la strada intrapresa fino ad ora con politiche e azioni sempre più concrete, come ha fatto in questi anni l’Italia che è stata in grado di giocare un ruolo da apripista, e promuovere la diffusione dell’economia circolare che nella Penisola ha trovato un terreno fertile. Allo stesso tempo, però, è fondamentale incentivare politiche di prevenzione ed incrementare le campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini, amministrazioni e soprattutto alle giovani generazioni, anche attraverso progetti di educazione ambientale come quello che abbiamo realizzato insieme a Corepla ‘Se butti male… finisce in mare’”.

“La nuova contemporaneità della plastica – sottolinea Antonello Ciotti, presidente Consorzio Corepla – è racchiusa nel tema del riciclo, fondamentale per la qualità della vita di noi tutti e per la creazione di nuove economie per il Paese. La plastica è un materiale intelligente che va gestito in modo intelligente. E l’educazione scolastica ha un ruolo importantissimo nella formazione di futuri cittadini attenti alla tutela dell’ambiente e del mare. La collaborazione con Legambiente ci vede impegnati proprio su questo obiettivo”.

“Il Consorzio Corepla – prosegue Ciotti – da anni collabora con le scuole di tutta Italia avviando progetti didattici sul tema del riciclo degli imballaggi in plastica. Qualche numero: ad oggi sono 15 mila i bambini delle scuole primarie che hanno partecipato all’iniziativa didattica ‘Casa Corepla’ e 60.000 gli alunni delle secondarie che hanno partecipato al ‘Corepla school contest’ ai quali vanno ad aggiungersi gli 11 mila kit didattici inviati dal Consorzio alle scuole che ne hanno fatto richiesta. Numeri importanti che intendiamo far crescere anno dopo anno per creare cittadini sempre più consapevoli”. “La Sicilia vede nel 2017 un aumento della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica del 50% (24 mila ton nel 2016, 38 mila ton nel 2017 con un procapite che passa dal 4 al 7,5 kg/ab/anno. La media nazionale è di 17,7 kg/ ab/ anno). Il lavoro da fare è ancora molto, ma sono sicuro che l’impegno di tutti noi porterà risultati importanti”, conclude Ciotti.

NEL 2017 RACCOLTA DIFFERENZIATA +11,7%

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L’assemblea ordinaria Corepla – Consorzio nazionale senza scopo di lucro per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica – ha approvato il bilancio dell’esercizio 2017. La raccolta differenziata continua a crescere. Nel 2017 sono oltre 1 milione le tonnellate (+11,7% rispetto al 2016) raccolte in modo differenziato. Risultati importanti sia per il comparto che per i circa 7.000 Comuni che hanno avviato il servizio di raccolta. I risultati sono da attribuirsi soprattutto a due fattori: un incremento significativo della raccolta in zone storicamente difficili come il Mezzogiorno e l’ulteriore aumento anche tra “i primi della classe” (ad esempio, l’Emilia Romagna passa da 18 a 22 kg/ab/anno). Il dato medio nazionale di raccolta pro capite passa da 15,8 a 17,7 kg annui per abitante. Sardegna, Valle d’Aosta e Veneto guidano la classifica. È capillare il servizio di raccolta. Sono circa 7.000 i Comuni serviti e oltre 56 milioni i cittadini coinvolti. Nel 2017 sono stati riconosciuti da Corepla oltre 310 milioni di euro ai Comuni o ai loro operatori delegati, a copertura dei maggiori oneri sostenuti per l’effettuazione dei servizi di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica.

Sono 562 i milioni di euro distribuiti ai diversi fornitori di servizi a fronte dei 549 milioni di ricavi (da CAC, da vendite e altri proventi); il deficit di catena è sceso a 381 euro/ton e resta in costante calo l’incidenza dei costi fissi sulle quantità gestite. Sono 562.000 le tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica provenienti dalla raccolta differenziata domestica riciclate nel 2017 alle quali vanno ad aggiungersi le 24.780 provenienti dalle piattaforme da superfici private per un totale di 586.786 tonnellate. A questa cifra vanno aggiunti i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali pari a 400.000 tonnellate, per un riciclo complessivo di circa 986.000 tonnellate. Sono stati recuperati anche quegli imballaggi che ancora faticano a trovare sbocchi industriali verso il riciclo meccanico e il mercato delle plastiche riciclate. Circa 324.000 tonnellate sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili. È importante anche il contributo Corepla al bilancio energetico del Paese. Con il riciclo degli imballaggi in plastica provenienti dalle raccolte differenziate, nel 2017 sono stati risparmiati oltre 8 mila GWh. Nel corso del 2017, il Consorzio si è avvalso della collaborazione di 64 dipendenti. La presenza femminile tra i dipendenti è pari al 48%. 

Per il presidente Corepla, Antonello Ciotti, “Corepla, anno dopo anno, continua a crescere creando valore e benefici netti per il Paese. L’Italia è all’avanguardia in Europa nel know how sul riciclo degli imballaggi in plastica. Ricicliamo infatti imballaggi che in altri Paesi non vengono nemmeno raccolti. Molto resta ancora da fare: la sfida è quella di riciclare nel 2020 il 40% degli imballaggi oggi non avviati a riciclo meccanico”.

GLI ITALIANI E IL VALORE SOCIALE DELLA PLASTICA

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Plastica e riciclo hanno aperto la Design Week milanese dedicata al “Senso del Design” presso CasaCorriere in Sala Buzzati con un workshop che ha visto protagonisti Antonello Ciotti presidente Corepla, lo scrittore e chimico Marco Malvaldi, il sociologo Francesco Morace, l’imprenditore Mario Luca Giusti, il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii e Giangiacomo Pierini direttore Comunicazione e Affari istituzionali di Coca Cola HBC Italia. Ha moderato Alessandro Cannavò del Corriere della Sera.

“La plastica cominciò ad affermarsi, negli anni 60, come conquista di benessere e qualità della vita. Simbolo della modernità, è il materiale che ha permesso la democratizzazione dei consumi. In quegli anni poco meno di 6 famiglie su 10 possedevano un televisore, circa 3 su dieci una lavatrice e poco più di uno su 10 una lavastoviglie, ma a distanza di 30 anni, negli anni 90, la totalità delle famiglie italiane possedeva una lavatrice e un televisore e non lontano da un terzo la lavastoviglie”, ha sottolineato il presidente di Corepla. “Poi, nel nuovo millennio, complice anche la grande crisi, una necessaria temperanza nei consumi impose di fare più con meno, di pensare alla tutela dell’ambiente, al riciclo, presupposto della nuova contemporaneità di un Paese come l’Italia, povero di materie prime. Design ed eco design, soprattutto oggi – ha aggiunto -, devono farsi carico delle possibili trasformazioni che gli imballaggi in plastica raccolti in modo differenziato e riciclati possono esprimere. Per produrre nuova economia e tutelare l’ambiente, la sostenibilità e dunque la riciclabilità, devono diventare variabili centrali della progettazione di imprese e aziende per permettere un riciclo di qualità”.

Massimiliano Valerii, direttore generale Censis, ha presentato l’inedita ricerca “La sfida della plastica: una gestione intelligente per un materiale intelligente. Il valore sociale della plastica nell’economia circolare”. Una fotografia del “sentiment” degli Italiani nei confronti della plastica e il riciclo. Un’analisi della percezione del valore sociale della plastica oggi. Un’indagine con la somministrazione di un questionario strutturato ad un campione nazionale rappresentativo di 1.000 cittadini che prende in considerazione un range ampio di ambiti in cui viene impiegata la plastica e rispetto ai quali è stato valutato il giudizio dei cittadini sul suo utilizzo: gli imballaggi, la conservazione degli alimenti, gli articoli per la casa, l’high tech/l’informatica, la sanità, l’igiene, lo sport, il design, l’arredamento, il vestiario e gli accessori moda.

Per il 96,6% degli Italiani la plastica è fondamentale in almeno un ambito tra quelli sopra elencati e la quota sale al 98,6% tra i Millennials e al 97,3% tra i laureati. Un 3,4% non la considera fondamentale. Nel dettaglio (tab.3): il 46,5% degli Italiani giudica il suo impiego insostituibile per gli imballaggi in generale, perché la valutano come indispensabile per il trattamento, stoccaggio, trasporto, protezione e conservazione dei prodotti. Il 40,6% degli Italiani la considera fondamentale nella conservazione degli alimenti. Il 33,8% indica gli articoli per la casa, la quota sale a 44,1% tra le casalinghe. Il 29,2% degli Italiani indica l’high tech come ambito in cui la plastica è fondamentale, rendendo i dispositivi tecnologici più leggeri, colorati, con un design attraente e a basso impatto energetico. 

Il 27,1% indica la sanità come ambito di utilizzo della plastica per garantire livelli di eccellenza nelle prestazioni sanitarie. I dati segnalano uno straordinario pragmatismo dei giovani che riconoscono il ruolo fondamentale di questo materiale non solo nell’ambito IT, ma anche sanità (più dei Baby Boomers 35- 64 anni e degli Aged – oltre 65anni), conservazione degli alimenti, imballaggi, sport, moda e arredamento. Proseguendo nei dati emersi dalla ricerca Censis, utile è il primo aggettivo che la plastica evoca nell’immaginario degli Italiani. L’utilità come requisito primo, il primato del valore d’uso nella percezione sociale indica il ricorso alla plastica come contributo positivo alla qualità della vita e al benessere delle persone. Versatile perché si individuano le capacità di questo materiale di aderire ad una molteplicità di esigenze e funzioni e infine riciclabile, definizione strategica sia rispetto al nuovo contesto di valori della sostenibilità che rispetto alle soluzioni decisive per far dispiegare il valore della plastica nella contemporaneità. Emerge che sono i Millennials a sottolineare in misura maggiore che la plastica è soprattutto utile con il 24,8% a fronte del 20,9% di Baby Boomers e del 22,7% degli Aged. Il tema dell’abbandono della plastica nell’ambiente e nel mare viene affrontato dai rispondenti come pratiche negative che non permettono il riciclo e il riutilizzo. Il 96,4% degli Italiani sa che gli imballaggi in plastica possono essere riciclabili per dare origine a nuovi materiali, il 74,5% ha conoscenza puntuale dell’attività di riciclo degli imballaggi, il 21,9% ne ha una conoscenza generica, il 3,6% non è a conoscenza della riciclabilità degli imballaggi in plastica. Ad averne una consapevolezza più alta sono le donne (75,3%), i laureati (78,2%) e i residenti nelle Regioni del Nord Est (81,4%).

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