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Oliveti “Fiduciarietà valore aggiunto della medicina generale”

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“Siamo felici di apprendere dai rappresentanti politici intervenuti, che l’ipotesi di passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale non è più all’ordine del giorno”. Così il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti, al congresso Fimmg in corso a Villasimius (Cagliari). “Credo che la fiduciarietà sia il vero valore aggiunto della professione del medico di famiglia – ha detto Oliveti -. E credo che lo scrigno nel quale vada custodito questo valore sia lo studio professionale, che è la vera concretizzazione del concetto di prossimità. Certo, lo studio deve essere adeguato all’evoluzione scientifica, informatica e tecnologica e supportato da collaboratori. Occorre un’integrazione orizzontale tra pari, quindi più medici che usano le forme associative e aggregative che esistono, ma anche un’integrazione di tipo verticale, multiprofessionale e multidisciplinare, pensando per esempio alle proposte di inserire la figura dello psicologo. Questi fattori produttivi di salute devono però essere finanziati e non possono essere lasciati sulle spalle di un professionista, che riceve una quota per poi essere lasciato solo a far fronte a costi evidentemente crescenti, che rischiano di rendere i servizi non uniformi sul territorio nazionale. Il momento è difficile per tutti e si tenga conto che solo a causa dell’inflazione, l’Ente di previdenza della categoria avrà una maggiore spesa per pensioni per 150 milioni. Nonostante questo l’Enpam è pronto a dare un sostegno alla rete degli studi professionali che va riqualificata”, ha concluso. (ITALPRESS).

Oliveti “Per rivoluzione in campo medico colmare gap digitale”

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“Un’idea finché resta un’idea è soltanto un’astrazione, se potessi mangiare un’idea, avrei fatto la mia rivoluzione, cantava Gaber 50 anni fa. Oggi, anche nell’ambito della Salute, siamo di fronte alla rivoluzione della transizione digitale. Tuttavia, se il 95 per cento dei medici di famiglia vede i servizi di telemedicina come una grande opportunità, ma soltanto il 30 ne ha usufruito, significa che c’è un gap”. Lo ha detto il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti, intervenendo a un evento organizzato da Frontiers Health Italia. Nel suo intervento, Oliveti ha messo in luce tre grandi questioni irrisolte al centro della rivoluzione digitale in campo medico in Italia. “Innanzitutto, abbiamo un problema di interconnessione. C’è l’esigenza di investire e costruire infrastrutture. Inoltre – ha spiegato -, serve un grande sforzo da parte di chi sarà incaricato di dare competenze e conoscenze, per far sì che si impugni bene questo concetto di digitalizzazione. La rivoluzione digitale è fondamentale per andare avanti, però per andare avanti bisogna ‘mangiarsela’ questa idea. La seconda questione è quella riguardante un mondo scientifico dove le evidenze fanno premio. Quanto oggi è completamente validato della frontiera avanzata, della digitalizzazione, della telemedicina, dell’intelligenza artificiale? C’è da fare anche lì per avvicinarsi al concetto della ‘commestibilità’ dell’idea”. Il presidente dell’Enpam ha quindi ribadito l’assoluta priorità del capitale umano per potere realizzare l’auspicata rivoluzione digitale in campo medico. “La medicina – ha detto Oliveti – avrà una grande amplificazione dall’intelligenza artificiale, dalla digitalizzazione, dalla conseguenza dei codici binari in condizioni discrete per poter dare delle risposte. Però non si potrà mai prescindere, io ne sono convinto, dall’esigenza di dare anche un valore morale, umano. Modificare il Ssn sotto l’impatto del Pnrr è una scommessa non facilissima di questi tempi, con i cigni neri che girano, ma che vogliamo vincere. Quindi è bene valutare con correttezza anche i problemi. Come ente di previdenza – ha concluso – abbiamo grande attenzione all’esercizio professionale dei medici e degli odontoiatri, perché è dal lavoro che nascono i contributi per le pensioni”. (ITALPRESS).

Enpam, Apollo acquista portafoglio immobiliare da 842 milioni

Con la sottoscrizione dell’atto di compravendita tra Enpam e Apollo Global Management, si chiude definitivamente Project Dream, una delle più imponenti e significative operazioni immobiliari realizzatesi in Italia negli ultimi anni. Il gestore acquista da Enpam un portafoglio di 68 immobili, principalmente direzionali dislocati a Roma e in Lombardia, oltre che abitativi (in prevalenza a Milano e hinterland), ricettivi e logistici, per un corrispettivo di 842 milioni di euro. Si conclude così una procedura di vendita, iniziata nel 2019, che ha avuto in gara ben 43 tra i maggiori operatori immobiliari italiani e internazionali, e che si è conclusa con l’aggiudicazione ad Apollo, che ha presentato la migliore offerta economica al termine della fase di rilancio. “La firma definitiva apposta sul documento di vendita rappresenta il successo di un’operazione strategica – ha commentato con soddisfazione il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti -. Puntavamo infatti a dismettere la proprietà diretta di immobili per virare verso investimenti più diversificati e con un rapporto tra rischio e rendimento più adeguato per una Fondazione privata che deve pagare pensioni ai propri iscritti. Il tutto – ha concluso Oliveti – con l’obiettivo preciso di rafforzare la sostenibilità del sistema previdenziale a lungo termine”. Per la riuscita dell’operazione, Enpam si è avvalsa della consulenza di Deloitte Financial Advisory, tramite la senior partner Elena Vistarini. Valutatore indipendente è stato Duff&Phelps. Gli aspetti legali sono stati curati invece dagli avvocati Angelo Piazza, Luca Leone e Paola Conio, mentre quelli fiscali sono stati seguiti da Stefano Petrecca dello studio Cba.
(ITALPRESS).

Nella sede dell’Ente nasce il Museo Ninfeo

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ROMA (ITALPRESS) – La residenza privata degli imperatori, la vita dei principi di Roma, piante e animali, commerci, usi e costumi della antica capitale: gli Horti Lamiani, luogo mitico della storia romana, rivivono nel Museo Ninfeo che si inaugura con gli open day del 30 e 31 ottobre e apre al pubblico dal 6 novembre. Realizzato congiuntamente dalla Soprintendenza Speciale di Roma e da Enpam, il Museo nasce proprio sul luogo del ritrovamento di un eccezionale contesto archeologico venuto alla luce nell’area di Piazza Vittorio all’Esquilino, nel corso dei lavori della costruzione della sede dell’Ente. “E’ il risultato di un ottimo esempio di archeologia preventiva, che coniuga l’esigenza di tutelare e preservare il patrimonio archeologico. Questo luogo di bellezza, inoltre, onora simbolicamente tutti i medici vittime della pandemia. Va loro il nostro pensiero in questa giornata inaugurale”, spiega il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
“L’Enpam ha voluto preservare i reperti e la memoria di questo luogo dal grande valore storico, rendendolo fruibile a tutti. Perché solo attraverso la conservazione e la conoscenza del nostro passato possiamo intravedere meglio il nostro avvenire”, afferma il presidente Alberto Oliveti. “Dedichiamo l’apertura del Museo del Ninfeo ai colleghi medici e dentisti che abbiamo perso nel corso della pandemia da Covid-19, per essere stati vicini ai pazienti sia sul territorio che in ospedale, con un impegno straordinario. All’ingresso – spiega – è stata installata una stele elettronica in loro ricordo, è molto bello poter dedicare ai nostri colleghi questo Museo”. Per Daniela Porro, soprintendente Speciale di Roma, si tratta di un “eccezionale risultato scientifico, questo museo porta alla luce uno dei luoghi mitici dell’antica Roma, quegli Horti Lamiani che erano una delle residenze giardino più amate dagli imperatori. L’aspetto virtuoso – sottolinea – è la collaborazione tra il ministero della Cultura ed Enpam, che ha permesso la creazione di un laboratorio di studio per progettare un museo innovativo: non solo la bellezza e la rarità dei reperti, ma a essere esposta è la vera vita della Capitale dell’impero romano”.
Il museo presenta testimonianze e reperti fin dal periodo Giulio-Claudio, quando gli Horti Laminai entrarono a far parte del demanio imperiale sotto Tiberio, e da Caligola trasformati in una sontuosa residenza privata a uso dell’imperatore. Una Domus Aurea ante-litteram, amata anche dai successivi imperatori flavi, antonini, fino ai severi cui si debbono le ultime trasformazioni dei lussuosi ambienti. Ogni epoca ha lasciato qui il suo segno e gli oltre 1 milione di reperti rinvenuti negli scavi sono stati selezionati grazie all’accurato studio nel laboratorio segreto realizzato in collaborazione con ricercatori specializzati in varie discipline. Un’indagine in due riprese a cui hanno lavorato 12 archeologi, con 30.000 metri cubi di terreno scavato e milioni di reperti accumulati, un attrezzato laboratorio con una equipe di 18 specialisti che per 5 anni hanno studiato rinvenimenti, un accurato lavoro di recupero con 6 restauratori, il Museo presenta una esposizione per molti aspetti innovativa.
I 3.000 oggetti esposti, affiancati da ricostruzioni e video, restituiscono attraverso 13 sezioni la suggestione della vita e i diversi aspetti della cultura antica. Oltre ai marmi, provenienti dalle più lontane province, sono stati gli abbondanti rinvenimenti di anfore per uso alimentare, anche queste provenienti dalle più disparate regioni, a permettere di identificare le rotte dei commerci attraverso le varie epoche. Ma anche pentole, stoviglie, vasellame e reperti animali tra cui ossa di leone, cerbiatto, denti di orso. Lungo le scale che conducono all’area archeologica una stele elettronica ricorda i nomi di tutti i medici caduti lottando contro il Covid-19. “Il Museo del Ninfeo è un modello di salvaguardia del patrimonio culturale, fondato sulla ricerca multidisciplinare con enti di ricerca e università – afferma Mirella Serlorenzi, direttore scientifico del progetto – la qualità dei materiali offre una visione unica della Roma classica, un museo che racconta, anche attraverso emozionanti ricostruzioni, un teatro privilegiato del mondo antico, con tutte le suggestioni che questo luogo può dare”.
(ITALPRESS).

Nel 2020 utili a 1,2 miliardi nonostante la pandemia

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La Fondazione Enpam, l’Ente di previdenza di medici e odontoiatri, ha chiuso il proprio bilancio 2020 con un utile d’esercizio positivo pari a circa 1,221 miliardi, spianando la strada a nuovi aiuti per gli iscritti. “Un risultato che non esito a definire straordinario – commenta il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti – soprattutto se si considera che è stato ottenuto in un anno di assoluta emergenza a causa della pandemia da Covid-19”. Il patrimonio netto dell’ente è cresciuto del 5,5% rispetto al 2019, toccando quota 24 miliardi, un risultato che raggiunge quota 26 miliardi se calcolato a valori di mercato. La gestione degli investimenti dell’ente ha fatto registrare un risultato netto positivo superiore a 435 milioni, tra gestione patrimoniale mobiliare e immobiliare. Il tutto in un anno in cui i mercati finanziari hanno registrato un andamento circa quattro volte inferiore a quello del 2019. Nel 2020 la Fondazione ha avuto ricavi da contributi previdenziali per circa 3,235 miliardi e ha erogato prestazioni per un totale di circa 2,383 miliardi. Il tutto per un saldo positivo della sola gestione previdenziale uguale a circa 852 milioni. Si tratta di un valore in calo rispetto a quello del 2019, quando l’analogo saldo era stato pari a poco più di un miliardo. Questo perché le prestazioni hanno subito un aumento di circa 414 milioni su tutte le gestioni. In particolare, la Quota B ha registrato un aumento degli oneri dovuto alle misure messe in campo per fronteggiare la crisi economica da Covid -19, con i Bonus Enpam, che da soli hanno assorbito risorse straordinarie per circa 176 milioni. “Questi dati sconfessano in pieno le fosche previsioni del passato sulla nostra capacità di riformare la previdenza dei medici e degli odontoiatri – osserva Oliveti -. Tutti profetizzavano infatti bilanci negativi per l’Enpam, e invece oggi non solo il nostro saldo è ampiamente positivo, ma ciò avviene anche dopo un anno di drammatica emergenza pandemica”.
Risultati che danno ora la possibilità a Enpam di concedere due nuovi sussidi ai propri iscritti Ai professionisti contagiati andranno indennità dai 600 ai 5.000 euro a cui si aggiungono ulteriori somme specifiche per i familiari di tutti i medici e odontoiatri caduti. L’indennità per i contagiati è destinata a tutti i medici e dentisti liberi professionisti che hanno contratto il coronavirus (test positivo). Il sussidio, rivolto agli iscritti della Quota B, è proporzionale allo stato di malattia. Per chi ha scelto un’aliquota ridotta (la metà o il 2 per cento) l’indennità è riproporzionata, mentre per i pensionati corrisponde alla metà di quella stabilita per gli iscritti attivi. La seconda nuova misura di sostegno riguarda invece le spese funerarie in caso di decesso per Covid di un iscritto. L’Enpam si farà infatti carico dell’intero importo, fino a 5.000 euro.
(ITALPRESS).

Covid, indennità straordinaria per iscritti immunodepressi

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L’Enpam sosterrà economicamente i medici titolari di convenzione con il Ssn e affetti da immunodepressione che, a causa dell’emergenza Covid-19, hanno dovuto sospendere la propria attività professionale. La misura di supporto economico, che ha ottenuto il via libera definitivo dei ministeri vigilanti, era stata adottata dal Cda della Fondazione lo scorso 23 aprile. Il provvedimento approvato prevede che agli iscritti all’Enpam titolari di rapporto di convenzione con il Ssn e affetti da immunodepressione sia riconosciuta per il periodo di sospensione dell’attività, un’indennità straordinaria fino a un massimo di due mesi. Quest’ultima verrà parametrata al mancato guadagno o alle spese di sostituzione sopportate, con un minimo di mille euro al mese.
“Siamo soddisfatti che i ministeri vigilanti abbiano compreso il valore di una misura di sostegno specifica per una categoria di soggetti come gli immunodepressi, troppo spesso dimenticata e tuttavia anch’essa danneggiata dalla pandemia – ha commentato il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti – . Anche a loro l’Enpam potrà dunque garantire un sostegno economico straordinario in una fase quanto mai delicata”. La misura riguarda i medici e gli odontoiatri in condizione di immunodepressione, con patologie oncologiche o sottoposti a terapie salvavita, che contribuiscono al Fondo Enpam della medicina convenzionata e accreditata. Gli oneri sono infatti a carico di questo.
(ITALPRESS).

Pensioni maggiorate a familiari iscritti morti per Covid

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I familiari dei medici e dei dentisti deceduti a seguito del Covid-19 potranno ricevere dall’Enpam una pensione maggiorata. L’ente di previdenza e assistenza della categoria aveva deliberato questa misura straordinaria già lo scorso aprile, ma solo ora entra in vigore a seguito del via libera da parte dei ministeri vigilanti. Nel dettaglio l’Enpam aggiungerà fino a 20 anni di contributi ai medici e ai dentisti morti a seguito del Covid-19, per fare in modo che la pensione spettante a vedove e orfani sia calcolata sull’importo a cui il familiare deceduto avrebbe avuto diritto al termine della propria carriera. In termini economici questa misura straordinaria comporta per i familiari superstiti un assegno pensionistico che può arrivare anche al doppio dell’importo effettivamente maturato.
“Il numero di vittime tra i medici e gli odontoiatri, già impressionante di per sé, non rende nemmeno il dramma dei casi individuali. Si pensi a quale disagio può andare incontro la famiglia di un collega strappato dal virus quando gli mancavano ancora 20 anni per andare in pensione – dice il presidente dell’ente Alberto Oliveti –. Ci sembra doveroso nei confronti di chi ha messo a rischio la propria vita per curare gli altri, che i familiari possano contare sul supporto della categoria”.
(ITALPRESS).

Covid, altri 25 milioni per medici e dentisti

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Entro il 31 dicembre, tutti i medici e gli odontoiatri che avevano percepito il bonus Enpam/Enpam Plus per Covid-19, riceveranno sul proprio conto corrente la ritenuta d’acconto che l’Ente previdenziale dei camici bianchi aveva dovuto trattenere. La buona notizia arriva dopo l’abolizione della “tassa sulla solidarietà”, come l’Enpam l’aveva definita, grazie a una modifica al Dl Ristori, il cui testo, convertito in legge, è apparso in Gazzetta Ufficiale la vigilia di Natale. La nuova norma ha detassato gli aiuti per l’emergenza Covid-19, concessi in questi mesi ai professionisti, e dunque anche a medici e dentisti. “Sui bonus che avevamo destinato a medici e odontoiatri con nostre risorse lo Stato ha rinunciato ad incamerare imposte – ha commentato con soddisfazione Alberto Oliveti, presidente della Fondazione Enpam -. Abbiamo quindi subito disposto un ulteriore bonifico ai nostri iscritti, corrispondente proprio alle ritenute d’acconto che eravamo stati costretti a fare”.
Sono 56.998 i camici bianchi che nelle prossime ore riceveranno dunque questa ulteriore integrazione ai precedenti bonus Enpam, per un totale di poco più di 25 milioni. Il tutto per un importo che mediamente, per ogni singolo iscritto beneficiario, sarà di circa 438 euro. “Su questo aspetto il Parlamento ha fatto giustizia – ha aggiunto Oliveti -. Era evidente infatti che i sussidi statali, che abbiamo anticipato per conto dello Stato e che già in partenza erano esentasse, e i bonus che abbiamo finanziato come Enpam erano analoghi nella sostanza. Non aveva senso dunque che medici e odontoiatri in difficoltà pagassero le tasse su quelli finanziati con risorse della Fondazione”.
(ITALPRESS).