PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Arriva la 37esima medaglia per
l’Italia ai Giochi di Parigi. La conquistano le Farfalle azzurre della ginnastica ritmica nel concorso generale a squadre: Martina Centofanti, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Daniela Mogurean e Laura Paris ottengono il terzo punteggio assoluto (68.100) dopo la seconda rotazione e si prendono la medaglia di bronzo. Solo la Cina (69.800) e Israele (68.850) fanno meglio. Le Farfalle avevano ottenuto 36.100 ai cinque cerchi, chiudendo la prima rotazione al terzo posto, poi a nastri e palla ottengono a 32.400, quarto parziale.
– foto Federginnastica –
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Ginnastica ritmica, bronzo per le Farfalle azzurre
Ritmica di bronzo con Sofia Raffaeli nell’all around
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Due sbavature negli esercizi alla palla e al nastro, con una perdita dell’attrezzo che causa la perdita di almeno un paio di punti, non frenano Sofia Raffaeli. L’azzurra, che aveva dominato le qualificazioni del concorso generale individuale della ginnastica ritmica, si risolleva e porta a termine una splendida gara regalando una storica prima medaglia all’Italia. Entusiasmante il suo esercizio alle clavette (35.900), che garantisce alla 20enne marchigiana l’allungo decisivo sulla quarta posizione. Sofia Raffaeli così, nonostante l’errore sull’ultimo attrezzo, artiglia la medaglia di bronzo con 136.300 punti. Oro alla tedesca Darja Varfolomeev (142.850), che precede la bulgara Boryana Kaleyn (140.600) e l’italiana, mentre Milena Baldassarri è ottava (129.700). Salgono così a 32 le medaglie complessive ai Giochi di Parigi, col secondo bronzo di giornata. E non è finita qui, visto che le Farfalle (seconde nelle qualificazioni) domani inseguiranno una medaglia nella prova a squadre.
– foto Ipa Agency –
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Le Farfalle incantano già Parigi, è finale. Solo Bulgaria meglio
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – La ritmica azzurra continua a prendersi la scena a Parigi. Dopo Sofia Raffaeli era la volta delle Farfalle: Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Daniela Mogurean e Laura Paris strappano il biglietto per la final eight con il secondo totale, 69.350, frutto del miglior esercizio di giornata ai cinque cerchi, premiato con uno stratosferico 38.200, e di un 31.150 nel misto. Il sesto parziale con il doppio attrezzo – comunque sufficiente per garantire alle azzurre la finale di domani (a partire dalle 14.00) – è stato la naturale conseguenza di un brutto nodo a un nastro che ha, di fatto, vanificato molte delle successive difficoltà. In testa c’è la Bulgaria con 70.400, staccata di un punto e spicci. “Mi va bene così – ha dichiarato la dt Emanuela Maccarani in zona mista – la seconda piazza ci dà la carica senza avere la pressione del primo. Le ragazze sono perfettamente consapevoli di quello che possono fare. Questa squadra è da medaglia”. Terzo posto provvisorio per l’Ucraina che sta mostrando tutta la qualità e la bellezza della sua scuola. Dopo l’exploit tra le individualiste di Taissiia Onofriichuk, l’Insieme della Deriugina si segnala con un 68.950 e il punteggio più alto, 33.500, con palle e nastri. A completare l’ottetto magico c’è una altrettanto sorprendente Francia, quarta con 68.800 sulle ali d’entusiasmo dell’Arena Porte de La Chapelle, quindi la Cina (67.900), Israele, anche loro poco convincenti con 67.150, Uzbekistan e Azerbaijan, con 64 e 62. Restano a guardare brasiliane e spagnole, con le prime che sbagliano nel misto e le iberiche nei cerchi. Per loro, come per Messico, Germania ed Egitto Parigi finisce qui. “E’ stato un bel debutto – ha aggiunto la capitana Alessia Maurelli – Siamo entrate molto concentrate e abbiamo rotto il ghiaccio con un’esecuzione molto pulita ai cerchi. Abbiamo tolto qualcosa, qui si può fare addirittura meglio. Ai nastri c’è stato un piccolo problema ma siamo riuscite a gestirlo. Sapevamo che la gara era imprevedibile e quindi c’eravamo messe in testa di portare a casa la qualifica senza fare errori. E ci siamo riuscite. Vedere Sofia e anche Milena (che poi sono in camera con noi), ci ha caricato tanto. E’ stata una festa ridotta, perchè in fondo è soltanto una qualifica, però abbiamo passato una bella serata insieme. Brasile e Spagna fuori? E’ la dura legge dello Sport, questi sono i Giochi Olimpici, una gara secca, ci sono dei favoriti in partenza, ma vince chi riesce meglio ad adattarsi e a rimanere concentrati, sgombrando la mente da pressioni esterne”.
– foto Ipa Agency –
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L’artistica femminile scrive la storia ai Giochi di Parigi
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Alla Bercy Arena di Parigi è successo l’impensabile, la ginnastica artistica femminile italiana ha scritto la storia. Finale di specialità alla trave, Alice D’Amato si è laureata campionessa olimpica e Manila Esposito ha vinto la medaglia di bronzo. La poliziotta di Genova, con il punteggio di 14.366, ha battuto tutte le migliori specialiste del globo, comprese le immense Simone Biles – caduta nell’esecuzione del suo esercizio – e Rebeca Andrade. E quest’impresa, di superare la statunitense e la brasiliana, è riuscita anche alla più giovane della spedizione targata Italia Team, la 17enne poliziotta di Boscotrecase, cresciuta alla Ginnastica Civitavecchia alla corte di Camilla Ugolini e Marco Massara, che si mette al collo il bronzo con il punteggio di 14.000. Tra le due italiane si è piazzata soltanto la cinese Zhou Yaqin con 14.100 punti. Sul podio olimpico risuona l’inno di Mameli e celebra una doppietta inedita nella ultracentenaria storia della Federazione Ginnastica d’Italia. I record sono tanti. Mai un’azzurra aveva vinto un oro alle Olimpiadi, mai aveva vinto una medaglia di specialità alla trave. E quello di Manila è anche il primo bronzo in assoluto, che va a chiudere il trittico di metalli insieme all’oro di Alice e all’argento della Squadra – completata da Giorgia Villa, Elisa Iorio e Angela Andreoli – arrivato solo pochi giorni fa. L’albo d’oro femminile a cinque cerchi sale così a quota 5 medaglie dopo l’argento di gruppo ad Amsterdam 1928, quasi un secolo fa, e l’argento di Vanessa Ferrari al corpo libero a Tokyo 2021. E dietro questo podio olimpico c’è il duro lavoro quotidiano all’Accademia Internazionale di Brescia, dove le Fate si allenano ogni giorno sotto la guida del Direttore Tecnico Nazionale Enrico Casella e i tecnici Marco Campodonico e Monica Bergamelli. E’ lei l’allenatrice di questa specialità, che conosce benissimo. Tre Olimpiadi da atleta (Sydney 2000, Atene 2004, Pechino 2008) e due da allenatrice (Tokyo 2021 e Parigi 2024), Monica ha gareggiato al fianco di Vanessa Ferrari vincendo l’Oro europeo a Squadre a Volos nel 2006. Nessun rimpianto per l’ultima finale di questa fantastica spedizione dei grandi attrezzi. D’Amato ed Esposito, infatti, sono state protagoniste anche al corpo libero proprio dopo aver festeggiato le medaglie nella cerimonia di premiazione, in cui una commossa Donatella Sacchi, presidente del comitato tecnico della Federazione internazionale, ha messo al collo di Alice la medaglia più preziosa. Purtroppo Manila va a chiudere la classifica, complice una caduta sulla prima diagonale e si accontenta di un 12.133 che non rispecchia il valore del suo esercizio. D’Amato, invece, conclude in sesta posizione con 13.600, a poco più di un decimo e mezzo dal bronzo della statunitense Jordan Chiles. Fa rumore, eccome, che l’oro olimpico sia della brasiliana Andrade che beffa la regina Simone Biles di un battito di ciglia: 14.166 contro 14.133. La campionessa olimpica all-around paga due uscite di pedana con entrambi i piedi. Alice D’Amato con un oro e un argento olimpico fa meglio di Jury Chechi, oro e bronzo, e di Igor Cassina, oro ad Atene. Solo Franco Menichelli nel dopoguerra ha vinto più medaglie olimpiche (bronzo a squadre e al corpo libero a Roma ’60, oro al corpo libero, argento agli anelli e bronzo alle parallele a Tokyo ’64). Gioia incontenibile anche per l’altra gemella D’Amato, Asia, infortunatasi agli Europei di Rimini e costretta a saltare Parigi 2024: “Non ci credo, sono in lacrime. Appena finito alla trave, lo sapevo che sarebbe stata medaglia perchè era un grande esercizio. Ci credevo, non potrei essere più orgogliosa di lei: dopo tutto quello che abbiamo passato – gli infortuni, la perdita di papà – meritava la medaglia individuale dopo quella di squadra. Non vedo l’ora di abbracciarla”, ha concluso Asia.
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D’Amato sfortunata, bronzo a 67 millesimi “Così fa male”
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Dopo i 132 millesimi della finale dell’all-around femminile, i 67 delle parallele asimmetriche. Alice D’Amato conferma di avere un conto in sospeso con la matematica e vede sfumare un’altra (storica) medaglia per un soffio. L’azzurra, che sognava un piazzamento sul podio nella sua specialità preferita, ha ripetuto per filo e per segno l’esercizio svolto nel concorso generale. Nessuna indecisione di sorta per lei, che ha eseguito la sua routine con grande pulizia ed eleganza. Il punteggio di 14.733, però, non è bastato per arrivare a medaglia in una finale dal livello altissimo. L’oro è andato infatti all’algerina di origine francese Kaylia Nemour, quasi 18enne, che ha consegnato la prima storica vittoria al suo paese nella ginnastica. Stupendo l’esercizio del talento nordafricano, con molti movimenti che portano il suo nome e il punteggio di 15.700, che le è valso il sorpasso sulla cinese Qiu Qiyuan (15.500). A quel punto per Alice D’Amato era rimasto solo il bronzo, che è andato a Sunisa Lee con 14.800.
L’azzurra ha chiuso quinta e alle spalle della belga Nina Derwael, con più di un rammarico. “Sono entrata in pedana cercando di divertirmi il più possibile, in una finale olimpica ovviamente c’è il meglio, sono le migliori otto atlete, ma arrivare quinte a così poco dal bronzo fa male. Cerco di guardare il lato positivo, non ho mai fatto una finale mondiale, cerco di guardare quel lato lì, ora mancano due finali. Le prime due sono fuori dal pianeta, hanno dei livelli veramente altissimi, è ovvio che le altre se la giocavano per il bronzo, sono comunque contenta”. Soddisfatto anche il direttore tecnico della Nazionale, Enrico Casella: “Alice D’Amato è stata bravissima, ha fatto le parallele giuste. Una finale a questo livello è bella da vivere e da vedere, ha confermato di essere una delle migliori interpreti, forse poteva essere quarta ma è stata una prestazione eccellente, non è ancora finita, continuiamo ad avere delle possibilità, viverle è molto importante, domani abbiamo ancora due finali per lei e per Manila Esposito, arrivarci e fare queste belle figure gratifica tutti quanti”.
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Magnifiche sette della ritmica a Parigi, destinazione podio
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Sbarcano oggi le magnifiche sette: tante sono, in totale, le etoile azzurre della ginnastica ritmica. E tutte donne, nell’unica disciplina olimpica ancora preclusa al maschile. Per loro, destinazione Villaggio Olimpico, dove, finalmente, faranno il loro ingresso in scena, nel consueto avvicendamento con l’artistica. Alla XXXIII edizione dei Giochi Estivi si giocheranno tutto, tra l’8 e il 10 agosto, nella settimana conclusiva che porta alla cerimonia di chiusura. Sede di gara l’Arena Porte de la Chapelle, nuovissimo centro culturale nel nord di Parigi, con una capienza intermedia di 8.000 posti. Le carte olimpiche non nominative di squadra conquistate dalle Farfalle con il quarto posto ai Mondiali di Valencia, in Spagna, nel settembre del 2023, sono state assegnate alla “capitana” la piemontese (ferrarese d’adozione) Alessia Maurelli, 28 anni il 22 agosto e quindi la veterana della rosa, e alla romana Martina Centofanti, figlia dell’ex calciatore Felice. Le due atlete sono alla terza partecipazione personale, dopo Rio de Janeiro 2016 e Tokyo 2021, e pertanto eguagliano il primato delle due Elisa, Santoni e Blanchi, che presero parte, sempre in squadra, ai Giochi di Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012. Seconda presenza consecutiva, dopo quella in Giappone per la spoletina Agnese Duranti e la padovana di origini moldave Daniela Mogurean. Il quartetto dell’Aeronautica Militare, senza la bolognese Martina Santandrea (che dodici mesi fa ha lasciato l’attività agonistica per dedicarsi all’insegnamento), è quello del ventesimo bronzo e della quarantesima medaglia della missione Coni nel Sol Levante, tre anni fa. Sulla Road to Paris poi si è aggiunta la rhodense Laura Paris (riserva a Tokyo), primo aviere e figlia del campione del mondo di ciclismo su pista, Federico. Riserva l’agente delle Fiamme Oro della Polizia di Stato Alessia Russo (sparring partner nel 2021 in Giappone), che con una Carta P alloggerà nel villaggio satellite a Boulevard des Invalides, insieme alla tecnica Olga Tishina. La direttrice tecnica nazionale Emanuela Maccarani, alla sua settima presenza ai Giochi Olimpici con un argento e due bronzi all’attivo, avrà al suo fianco l’allenatrice in seconda Valentina Rovetta, che da ginnasta compose – insieme a Bocchini, Marino, Papi, Pinciroli e Tinti – la squadra di Atlanta 1996 (l’edizione inaugurale dell’Insieme di ritmica nel programma CIO, mentre le individualiste avevano già debuttato a Los Angeles 1984) sfiorando con il settimo posto la Final Six americana. La dtn della Fgi, membro di giunta del Comitato Olimpico, ha confermato anche le due individualiste che hanno fatto la differenza nell’ultimo triennio: l’Aviere Capo Milena Baldassarri, nata a Ravenna ma cresciuta ginnicamente a Fabriano, che a Tokyo con il sesto posto nella Finale a 10 ottenne il miglior piazzamento olimpico di sempre per un’individualista italiana e ai Mondiali di Valencia, in Spagna, nel 2023, aveva staccato il biglietto per Parigi con la 15^ piazza nell’All Around iridato; la poliziotta marchigiana, campionessa fabrianese, la ventenne Sofia Raffaeli, argento mondiale e europeo, all’esordio a cinque cerchi ma capace di conquistarne il pass salendo sul gradino più alto del pianeta nel 2022 in Bulgaria. E’ la prima volta che la stessa società, la Ginnastica Fabriano (vincitrice dello Scudetto da otto stagioni di fila) può vantare due sue atlete alle Olimpiadi, mentre la Baldassarri, con la sua seconda presenza raggiunge Giulia Staccioli (Los Angeles 84 e Seul 88) e Irene Germini (Barcellona 92 e Atlanta 96). Al seguito delle stelle al singolare ci sarà Claudia Mancinelli, ex ginnasta e giovane tecnico di talento che ha raccolto con coraggio e determinazione la difficile eredità di Julieta Cantaluppi, trasferitasi in Israele. Sedi di allenamento il Complexe Sportif de l’Ile des Vannes e lo Stade Pierre de Coubertin. La prova podio è in programma per mercoledì 7 agosto. Dall’8 si comincia a fare sul serio, dalle ore 10.00 alle 18.00, con le 24 individualiste impegnate in quattro rotazioni ad attrezzi alternati. L’Italia ha pescato l’undicesimo e il ventiquattresimo e ultimo pettorale, sarà lo staff tecnico azzurro a decidere se schierare prima Baldassarri o Raffaelli e soprattutto chi far cominciare con il cerchio e chi con la palla. Le Farfalle entreranno in pedana per dodicesime su quattordici gruppi. Un’ottima posizione di partenza, Maurelli e compagne saranno le terz’ultime a gareggiare, dopo le principali avversarie: tra tutte la Cina, chiamata ad aprire il concorso di qualificazione, la Bulgaria, che ha vinto il recente Europeo di Budapest, quinta, il Brasile e la Spagna, rispettivamente ottava e nona. Israele chiuderà i due programmi con i cinque cerchi e nel misto, con palle e nastri. La concorrenza sarà enorme, nonostante la mancanza di Russia e Bielorussia, ma la scuola italiana è ormai ai vertici da oltre due decenni e quest’anno festeggia vent’anni dallo storico argento di squadra ad Atene 2004.
– Foto FGI –
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Alice D’Amato sfiora la medaglia nell’All Around
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Alice D’Amato è la quarta miglior all-arounder olimpica del 2024, il miglior piazzamento mai raggiunto prima da una ginnasta italiana ai Giochi. Il precedente era quello di Vanessa Ferrari, ottava a Londra 2012. La gioia per un risultato comunque storico è mitigata dal distacco dal bronzo. Il poliziotto di Genova, infatti, con il totale di 56.333, finisce a 132 millesimi dall’americana Sunisa Lee, bronzo a quota 56.465. La brasiliana conferma la piazza d’onore di Tokyo con il personale di 57.932, mentre in cima alla classifica della finale a 24 della Bercy Arena c’è Simone Biles, che torna regina, come a Rio de Janeiro, con lo stratosferico 59.131. Per la stella di Columbus è il sesto titolo olimpico e con tre finali di specialità a disposizione ha ancora l’opportunità di eguagliare la russa Larisa Latynina, al comando nell’all time con nove. La campionessa europee Manila Esposito cade alle parallele e finisce a terra sul doppio teso al corpo libero. Il conseguente 53.599 (VO 13.866 – PA 12.800 – TR 14.200 – CL 12.733) colloca l’agente di Boscotrecase al 14° posto.
Ma riviviamo le quattro rotazioni del concorso generale femminile, svoltosi sotto gli occhi del numero uno della FIG Morinari Watanabe e del presidente del CIO Thomas Bach. Le migliori sei sono partite tutte dal volteggio, per seguire il consueto giro olimpico “regolare” privilegio delle più forti in qualifica. Dietro, da tener d’occhio, alle parallele ci sono giusto la brasiliana Flavia Saraiva, la canadese Elsabeth Black e la cinese Qiu Qiyuan, che chiuderanno nella top ten con l’inserimento della tedesca Helen Kevric e l’olandese Naomi Visser. I riflettori in mondovisione sono puntati, quindi, sulla rincorsa dei 25 metri, sulla quale ci sono due italiane, due americane, una brasiliana e la franco-algerina Kaylia Nemour. Simone Biles esegue il salto che porta il suo nome, lo Yurchenko doppio carpio, e viene giù il palazzetto. Il suo 15.766 sarà il parziale più alto di giornata. La Andrade è distante come Venere e la Luna, però i due astri dalla Terra sembrano vicini. Il 15.100 sulla rondata flic mezzo più teso avanti con 540° fa capire subito che le gare saranno due, la loro e quella delle altre. Alice esegue il doppio avvitamento migliore dei tre eseguiti a Parigi. Dopo il 13.200 in qualifica, il 13.933 della finale a squadre, arriva un 14 pieno (D. 5.000 E. 9.000). Stesso salto per Manila che sporca leggermente l’arrivo e si ferma a 13.866 (D. 5.000 – E. 8.866). Con Sunisa Lee a 13.933 e la Nemour a 14.033 si capisce un’altra cosa, che le inseguitrici si equivalgono e la sfida sarà tirata fino all’ultimo.
Si passa alle parallele con la consapevolezza che la D’Amato è la regina incontrastata del Vecchio Continente. La venticinquenne di San Paolo aggiunge un 14.666 che sembra umano. Simone Biles è incredibilmente imprecisa, si vede che gli staggi gli vanno per traverso, al punto da essere pure fuori dalla final eight del 4 luglio. Il 13.733 USA porge il fianco alla brasiliana, se mai qualcuno avesse pensato alla possibilità di un esito diverso. La ligure, assistita da Marco Campodonico, esce con il doppio avanti e si regala un signor 14.800 (D. 6.400 E.8.400), ben più alto dello standard da 16.6 toccato finora. E comunque, rifilare più di un punto all’idolo delle folle stelle e strisce fa curriculum. Esposito sbaglia il Nabieva e non va oltre un 12.800 (D. 5.500 – E. 7.300) che a questi livelli taglia le gambe. Casella l’aveva risparmiata nella finale a squadre, qui non era possibile. Su quell’elemento bisognerà lavorarci. Se stecca la Biles, ci pensa la Nemour a vestire i panni del fenomeno. Il 15.533 della vicampionessa iridata, malgrado un’incertezza sulla verticale di equilibrio, spoilera un po’ l’esito della final eight sugli staggi, che vedremo tra tre giorni. Quando si vedono i 15 significa che si è raggiunta la stratosfera, un po’ come gli astronauti quando cominciano a vedere il cielo che si scurisce e compaiono gli astri, pure di giorno. Sunisa Lee sembra più abbordabile. Con 14.866, Lee e D’Amato, dopo due attrezzi, sono staccate di un millesimo (28.800 a 28.799 per l’azzurra). La notizia è che Simone Biles è terza con 29.499 e costretta ad inseguire. Al comando c’è Andrade con 29.766 di due decimi davanti alla diciassettenne di Saint-Benoit-La-Foret (in Francia, nel Centro della Valle della Loira, malgrado abbia scelto i colori algerini), seconda con 29.566
Al terzo giro Simone sale sulla trave per rimette le cose al loro posto. Il 14.566, dopo una serie di acrobazie da standing ovation, parla da solo. La Fiamma Oro bionda fa la sua bella routine, sotto lo sguardo attento di Monica Bergamelli, e si merita un 14.033 (D. 5.800 E.8.233), quella mora riscatta il tonfo tra la magnesia della rotazione precedente con un 14.200 (D. 6.000 – E. 8.200) più consono alla regina europea. La campionessa d’Africa a Pretoria 2023, invece, si sbilancia e resta su per miracolo. Alla fine arriva un 13.033 con la nota D da 5.4. Lo staff, composto dai coach Marc Chirilcenco e Gina Chirilcenco, fa subito ricorso e la giuria le riconosce una difficoltà da 5.6. Il parziale quindi cambia a 13.233. Alice comunque, con 42.833 resta, avanti di 34 millesimi non solo su Kaylia, anche su Sunisa che con un 14 netto appaia l’algerina a quota 42.799. Rebecca Andrade passeggia sui cinque metri e il 14.133 finale le basta per conservare il secondo posto. Prima dell’ultimo round al corpo libero la classifica suona così: Biles Simone 44.065 – Andrade Rebecca 43.899 – D’Amato Alice 42.833.
Un suono celestiale, anche perché al corpo libero Alice ha all’attivo il 13.700 del Q1. Fare quello significherebbe mettere il bronzo in banca. L’azzurra, cresciuta nella scuola bresciana di Enrico Casella, parte per prima e sulla diagonale iniziale, arriva dallo Tsukahara avvitato con un passo da un decimo. L’ulteriore fuori pedana comporta la penalità di un altro decimo. Dopo una lunga attesa sul tabellone compare 13.500 (D. 5.600 – E. 8.000), i conti tornano. Senza i due decimi buttati, Alice avrebbe bissato la routine da finale olimpica che rivedremo il 5 agosto. Il totale di 56.333 basterà? La Esposito, che questa specialità di solito la domina, conferma la giornata no anche sulle note di Morricone, cadendo subito. Il 12.733 la ferma sul 53.599, totale distante dal suo potenziale. Kaylia Nemour è molto imprecisa e con 13.100 certifica che non sarà sul podio. Alice rimane in testa, di 13.534 punti davanti a Sunisa Lee (i 13.500 del corpo libero più i 34 millesimi di vantaggio accumulato in precedenza). La seconda americana, però, è perfetta e con 13.666 ci scavalca. È finita, perché Rebecca Andrade (14.033) fa la Rebecca Andrade e Simone Biles (15.066) dà spettacolo. Oro, argento e bronzo. Il pensiero torna a quei due decimi, a quel passo di troppo che ha precluso il 13.700 con il quale Alice avrebbe vinto di 68 millesimi, invece di perdere di 132. Il legno appare meno amaro solo guardando in faccia le medagliate. D’Amato da Genova, poliziotta di mestiere, Fata per passione, argento olimpico a squadre 2024, la magia l’ha fatta eccome, piazzandosi alle spalle di una sei volte olimpionica, della due volte vicecampionessa olimpica e della campionessa olimpica all-around 2021. Scusate se è poco!
“Ho fatto quello che potevo, e c’è solo gioia nel mio cuore – confessa Alice – Essere dietro ad atlete di questo livello è già tanta roba. C’è solo da imparare da loro, sono davvero soddisfatta, soprattutto perché me la sono giocata fino alla fine, non pensavo nemmeno di arrivarci. Adesso posso solo giocarmela nelle prossime finali, dando il meglio di me, con serenità. Sono già contentissima così, anche perché, alle scorse Olimpiadi, ho fatto solo l’all around (arrivando 20ª con 51.899 dietro a Martina Maggio, ndr). Rispetto a prima sono un po’ più consapevole del mio valore, ma continuo a lavorare a testa bassa e a fare le mie cose”. Il direttore tecnico dell’Italdonne Enrico Casella ha poi aggiunto: “Bravissima Alice, ma anche Manila, che ultimamente ha un problema tecnico su un salto alle parallele e questo la condiziona. Ma ha fatto un’Olimpiade stupenda e sicuramente darà il massimo nella sua finale preferita, alla trave. Alice è strepitosa perché ha davanti grandi campionesse. Credo che stiamo facendo divertire gli appassionati di ginnastica, l’Italia c’è e va bene così”.
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Abbadini chiude 11° nel concorso generale, oro al giapponese Oka
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – L’azzurro Yumin Abbadini conclude il concorso generale individuale maschile all’11esimo posto, dopo la qualifica con l’ottavo punteggio. L’aviere di Bergamo totalizza il punteggio di 83.198, confermando il valore dei suoi esercizi malgrado un passo al volteggio e in uscita agli anelli. Il talento azzurro, sesto ai mondiali di Anversa e terzo agli Europei di Rimini, ha completato un totale di sedici attrezzi senza errori, comprese le qualifiche e la storica finale a squadre. La finale a 24, di altissimo valore tecnico, dalla quale era rimasto escluso anche il numero uno in Europa, il cipriota Marios Georgìou, ha premiato il giovanissimo Shinnosuke Oka. La matricola giapponese ha vinto a sorpresa davanti ai due cinesi Zhang e Xiao. L’olimpionico di Tokyo Hashimoto sbaglia al cavallo e sporca corpo libero e parallele, finendo addirittura sesto. Quarto, invece, a due decimi dal bronzo, l’ucraino Illia Kovtun. Diciannovesimo l’altro azzurro in gara, il poliziotto di Fermo Mario Macchiati, qualificatosi con il 16esimo punteggio. L’atleta marchigiano paga di nuovo un errore nel Diomidov 1/4, ma per il resto ha confermato la qualità raggiunta dalla scuola maschile italiana.
– foto Ipa Agency –
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