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Maccarani torna alla guida della sezione di Ritmica

ROMA (ITALPRESS) – Riassegnato a Emanuela Maccarani l’incarico di Direttrice Tecnica Nazionale della Sezione di Ritmica. Lo ha comunicato il Presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi, ai sensi dell’art. 16 comma 1 dello Statuto, previa consultazione con il presidente del Coni e informato il Consiglio Direttivo Federale, nella riunione odierna del CDF. Il Presidente Federale ha informato della cessazione del suo ruolo di DTN/GR ad interim e la contestuale riassegnazione del ruolo alla Maccarani, che nell’ottobre scorso era rientrata anche nella Giunta Nazionale del Comitato Olimpico in qualità rappresentante di tutti i tecnici italiani.
– foto LivePhotoSport –
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Torna al PalaPanini di Modena il Grand Prix di ginnastica

MODENA (ITALPRESS) – Sabato 25 novembre al PalaPanini di Modena, alle ore 15.30, tornerà il Grand Prix di Ginnastica, quest’anno titolato BPER Banca. Una manifestazione unica nel suo genere, che si dimostra ogni anno uno degli appuntamenti più attesi della stagione sportiva, un’occasione per salutare le atlete e atleti della Federazione Ginnastica d’Italia che anche nel 2023 hanno conquistato svariati titoli risultando un orgoglio per il nostro Paese, soprattutto per aver raggiunto la qualificazione con 17 pass su 17 disponibili ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, unica Federazione ad oggi riuscita nell’impresa. Un successo grandissimo che dimostra la vivacità del movimento e la bontà del lavoro della FGI. “Si tratta di un evento di grande livello – commenta l’assessora allo Sport del Comune di Modena, Grazia Baracchi, durante la conferenza stampa dell’evento – che tiene insieme sport e agonismo, ma anche festa e spettacolo. Per questi motivi l’Amministrazione comunale ha messo volentieri a disposizione il PalaPanini”. Nell’occasione, quindi, il palazzetto di viale dello Sport “rappresenterà uno scenario di valore in cui i modenesi potranno ammirare atlete e atleti della ginnastica artistica, ritmica, aerobica e acrobatica pronti a far vivere grandi emozioni”. Così Gherardo Tecchi, presidente Federazione Ginnastica d’Italia: “Siamo stati i primi nel mondo a raggiungere 17 pass e tutti i protagonisti li avremo al BPER Banca Gran di Prix che comprende quasi tutto il nostro mondo: aerobica, acrobatica, artistica, ritmica e ginnastica per tutti. Grazie alla Panaro, fulcro della ginnastica di Modena; l’Emilia Romagna nell’attività ginnica è tra le prime regioni a livello italiano, troviamo sempre una sensibilità altissima da parte delle istituzioni locali per costruire qualcosa di importante per il territorio; il 25 novembre sarà un ritorno alle origini che impreziosisce la ginnastica, siamo la Federazione più antica d’Italia, ma vogliamo essere votati al futuro e chi sarà presente al PalaPanini capirà la spettacolarità delle nostre discipline che a volte superano anche l’aspetto tecnico. In Emilia Romagna ci sentiamo a casa, perchè abbiamo obiettivi comuni, sia per l’agonismo, sia per la parte sociale che è importante quanto quella competitiva”. Hanno già confermato la loro presenza il ginnasta ucraino Illja Jurijovyc Kovtun, vice campione del mondo nel concorso individuale ad Anversa 2023 e l’atleta austriaco Vinzenz Hoeck, sesto classificato agli anelli sempre ad Anversa. La FGI ha inoltre invitato al BPER Grand Prix di Ginnastica per la ginnastica artistica la ginnasta francese Djenna Laroui, medaglia di bronzo con la squadra agli ultimi mondiali di Anversa 2023 e per la ginnastica ritmica l’atleta spagnola Alba Bautista, bronzo con la squadra ai Mondiali 2022.
– Foto Ufficio Stampa Federginnastica –
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Si chiudono i Mondiali di artistica, è ancora super Biles

ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – Gran finale ad Anversa per i Mondiali di ginnastica artistica che si concludono con l’assegnazione degli ultimi titoli di specialità. Il programma dell’Antwerp Sportpalais comincia sulla rincorsa dei 25 metri maschili dove arriva la prima medaglia britannica con Jake Jarman, artefice di una media monster di 15.050 (15.400 – 14.700). E pensare che il ventunenne del Regno Unito si era qualificato con l’ottavo punteggio. Argento per lo statunitense Khoi Young che con 14.849 (15.033 – 14.666) tiene a distanza l’ucraino Nazar Chepurnyi, terzo con 14.766 (14.833 – 14.700). Sbaglia il primo salto e finisce al sesto posto il campione uscente, nonchè bronzo olimpico, Artur Davtyan (14.549).
Alla trave torna a splendere il diamante più puro di Anversa, Simone Biles, che si aggiudica il 22esimo oro mondiale della sua straordinaria carriera, vincendo di misura la sfida tiratissimi con Zhou Yaqin. Le due in qualifica erano separate da 66 millesimi, che nella final eight odierna sono diventati 100, 14.800 contro 14.700. Il bronzo, invece, va a Rebeca Andrade che con 14.300 costringe alla medaglia di legno l’olimpionica di Rio de Janeiro, l’olandese Sanne Wevers. Matteo Levantesi è l’unico italiano in gara nella sua parallela pari. Il ventiseienne della Virtus Pasqualetti, accompagnato in gara dallo stesso dtn Giuseppe Cocciaro, si gioca il tutto per tutto, aumentando di due decimi la nota di partenza con un Bauman in apertura, ma qualche piccola imprecisione e soprattutto il passo all’arrivo hanno dato il fianco alle giurie per lasciarlo, con 13.866, nella stessa posizione della qualifica, al settimo posto. In testa festeggia il tedesco Lukas Dauser, leader degli staggi maschili con il personale di 15.400. Illia Kovtun manca ancora l’appuntamento con la storia, finendo sesto con 14.633, ne approfitta il cinese Shi Cong che con 15.066 strappa l’argento anche al giapponese Kaito Sugimoto, che resta terzo con 15.166.
Il corpo libero chiude la kermesse delle donne e non poteva che essere Simone Biles a far venir giù il palazzetto, sold out probabilmente per lei. La texana con 14.633 bissa il trionfo del 2013, quando si impose a sedici anni davanti a Vanessa Ferrari, quasi in un simbolico passaggio di consegne. La stella di Columbus fa cifra tonda festeggiando la trentesima medaglia mondiale, la 23esima dorata. Abdica dunque Jessica Gadirova, ritiratasi per un infortunio, e il Brasile mette a segno una splendida doppietta, con Rebeca Andrade argento a 14.500 e Flavia Saraiva terza con 13.966. All’atto finale della sbarra, come la Biles tra le donne, è l’altro protagonista del mondiale a chiudere il sipario tra gli applausi. Daiki Hashimoto, dominante anche in qualifica, saluta con un incredibile 15.233 e un 6.70 di difficoltà: al campione olimpico di specialità mancava soltanto l’oro iridato.
I conti della 52esima edizione dei Mondiali sono presto fatti. Nella maschile il Giappone si aggiudica il medagliere con cinque piazzamenti di cui tre d’oro, uno d’argento e uno di bronzo. Al secondo posto la Cina, che però si deve accontentare di un solo titolo, quello di Liu Yang agli anelli, anche se nel totale raccolglie cinque medaglie come i nipponici, grazie ad altre due d’argento e due di bronzo. Quattro invece i podi statunitensi, ai quali però manca l’acuto sul gradino più alto. L’inno americano ha suonato e tanto tra le donne dove la squadra stelle e strisce si aggiudica l’oro per la settima volta di seguito e Simone Biles aggiunge al suo palmares altri quattro titoli, tre individuali, tra i quali il sesto all-around. Insomma nel medagliere femminile domina il Team Usa con sette acuti, quattro d’oro, un argento e due bronzi. Di appena una lunghezza sotto, sul totale, a quota sei, un’incredibile Brasile, che torna a casa con sei piazzamenti, tra i quali spicca il successo al volteggio di Rebeca Andrade.
Nell’aggregato maschi e femmine gli States dominano il medagliere a quota 11 (4-3-4), la Cina malgrado il totale di 7 (2-3-2) viene dopo il Giappone, secondo con i soli 5 podi e i tre ori degli uomini.
La FGI non conquista medaglie, come a Liverpool, ma vanta un primato unico nel panorama della ginnastica planetaria. L’Italia infatti è l’unica Federazione ad aver centrato 17 carte olimpiche sulle 17 in palio, tra artistica, maschile e femminili, e ritmica, individuale e a squadre. Dei 23 paesi finora ammessi, nessuno avrà a Parigi più ginnaste e ginnasti degli azzurri.
Il prossimo anno con le Olimpiadi, non ci saranno Mondiali, quindi i ginnasti continentali si danno appuntamento a Rimini, in Italia, per gli Europei del 2024, quelli del resto del Mondo nel circuito di World Cup o, direttamente, a Parigi.
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Andrade batte Biles, è oro mondiale nel volteggio

ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – Rebeca Andrade nega a Simone Biles l’ennesimo oro. Ai Mondiali di artistica di Anversa, è la ginnasta brasiliana a laurearsi campionessa nel volteggio: olimpionica e iridata nel 2021, ottiene la media da 14.750 (15.000 – 14.500) e si riprende la cintura che a Liverpool era finita a Carey Jade. La Biles, complice una caduta, chiude con 14.549 (14.433 – 14.666) ed è seconda ma contenta per la sua 28esima medaglia iridata. Terza la coreana Yeo Seojeong con 14.416 (14.600 – 14.233). La finale è stata disputata da nove ginnaste per il ricorso stelle e strisce accolto su Leanne Wong, giunta comunque settima (13.466). Fanalino di coda il bronzo uscente, la francese Coline Devillard (13.183). Alle parallele asimmetriche, orfane della migliore europea, Alice D’Amato, caduta in qualifica, della migliore delle ultime due edizioni mondiali, Wei Xiaoyuan, e della stella di Tokyo e di casa, la belga Nina Darwael, trionfa, come da pronostico, l’altra cinese, Qiu Qiyuan, con 15.100. L’algerina Kaylia Nemour con il suo 15.033 fa uno scherzetto all’argento di Liverpool, l’americana Shilese Jones, scavalcandola. La ventunenne di Washington, terza all arounder, finisce pari merito a quota 14.766 con Zhuofan Huang ma si mette il bronzo degli staggi al collo grazie all’esecuzione più pulita (8.466 contro 8.266 della cinese). Ma nella prima giornata di finali di specialità all’Antwerp Sportpalais, dopo i podi a squadre e i due all around individuali, maschili e femminili, dove hanno dominato, rispettivamente, Giappone e Stati Uniti, nel corpo libero maschile torna in cattedra il campione olimpico Artem Dolgopyat. Il ventiseienne israeliano con 14.866 stacca di due decimi il giapponese Kazuki Minami, argento con 14.666, e si prende il titolo dell’assente Giarni Regini-Moran. Terzo il kazako Milad Karimi bravo con 14.600 a rimontare dalla settima posizione in qualifica. Ai piedi del podio il lanciatissimo filippino Carlos Edriel Yulo (14.500), mentre l’americano Frederick Richard (13.200) sbaglia e finisce ultimo.
Al cavallo con maniglie si conferma numero uno Rhys Mc Clenaghan. L’irlandese, che nel concorso di ammissione aveva giocato a nascondino piazzandosi terzo sotto il 15, vince l’oro con 15.100, davanti allo statunitense Khoi Young (14.966) e al giordano Ahmad Abu Al Soud (14.633). In realtà è l’errore di Max Whitlock a spianare la strada ai rivali. L’olimpionico di Tokyo, leader delle qualificazioni con 15.266, è soltanto quinto nella final eight odierna con 14.300. Medaglia di legno per una manciata di millesimi ad Harutyun Merdinyan (14.600). Agli anelli si confermano i valori della vigilia, con il greco Eleftherios Petrounias (15.066) sulla piazza d’onore tra i due cinesi: il campione olimpico Liu Yang (15.233) sul gradino più alto e il vice campione olimpico You Hao (14.833) su quello più basso. Il greco dunque sale di una posizione rispetto alla sfida di Tokyo, ma, assente l’oro di Liverpool Adem Asil, l’assalto ai gioielli del castello resta un affare privato tra questi tre fenomeni. Quarto, con merito, l’armeno Vahagn Davtyan che poco può, con il 14.700, contro la perfezione esecutiva di chi lo precede.
Domani, dalle 14 alle 18 andranno in scena le altre cinque finali: volteggio maschile, parallele pari con l’italiano Matteo Levantesi che salirà per sesto, e sbarra tra i maschi, trave e corpo libero per le donne. In palio gli ultimi cinque podi.
– foto LivePhotoSport –
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E’ sempre Biles: oro mondiale all around. Alice D’Amato chiude 5^

ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – Simone Biles continua a scrivere la storia e ai Mondiali di ginnastica artistica di Anversa si mette al collo l’ennesimo oro. Lo fa nel concorso generale, dove sale sul gradino più alto del podio con 58.399, battendo la concorrenza della brasiliana Rebeca Andrade, argento con 56.766, e della connazionale Shilese Jones, bronzo con 56.332. Dopo aver trascinato gli Usa nel concorso a squadre, la Biles si conferma così anche nell’individuale: per lei è la 27esima medaglia mondiale della carriera, la numero 21 del metallo più pregiato.
L’Italia, però, non sfigura, anzi. Alice D’Amato chiude quinta (54.265), con una prova alle parallele che nel concorso a squadre avrebbe potuto fruttare un bronzo. “Il mio Mondiale non era iniziato bene, abbiamo mancato la medaglia nella finale a squadre per un mio errore alle parallele, ci saremmo meritate il podio – commenta – Ma sono contenta di essere riuscita a risollevarmi e dimostrare anche a me stessa quanto valgo”. Nono posto invece per Manila Esposito con 53.898: “Sono felicissima, potevo fare meglio ma stare fra le prime 10 a un Mondiale non è cosa da poco. Come secondo Mondiale non potevo chiedere di meglio, sono partita con un altro approccio, ero più fiduciosa rispetto all’anno scorso e ho gestito meglio la gara”. Bilancio soddisfacente anche per il dtn Enrico Casella considerando anche la quinta piazza nella prova a squadre: “Siamo venuti con una squadra un pò in difficoltà fra infortuni e problemi fisici ma le ragazze hanno reagito alla grande. Non tutto è filato liscio ma mi piace di più se ci sono problemi e li aggrediamo e queste ragazze hanno dimostrato di saperlo fare”. Inevitabile pensare al prossimo anno e in particolare ai Giochi di Parigi, magari con una Vanessa Ferrari in più e non solo. “Sta lavorando, vediamo che succede – aggiunge Casella – Se recuperiamo tutte quelle che abbiamo a casa siamo una squadra top e vorrei avere l’imbarazzo della scelta”.
– foto Simone Ferraro/ufficio stampa Federginnastica –
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Abbadini 6° nel concorso generale ai Mondiali di artistica

ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – Yumin Abbadini è il sesto miglior ginnasta al mondo. Il 22enne della Pro Carate ha chiuso il concorso generale iridato con il punteggio complessivo di 82.832, ottenendo il miglior piazzamento azzurro del terzo millennio. Solo Jury Chechi, ad Indianapolis nel 1991, fece meglio del bergamasco, arrivando al quinto posto nel completo. L’all around di Anversa è stato vinto dal campione in carica Daiki Hashimoto, che con il totale di 86.132 e con una gara al top in tutti gli attrezzi, eccetto al corpo libero, riesce a difendere l’oro di Liverpool 2022. Il campione olimpico, ripescato per il ritiro strategico del connazionale Kazuma Kaya, conclude alla sbarra stoppando l’arrivo su un 14.500 da applausi. Niente da fare per gli inseguitori, a cominciare da Illia Kovtun, argento a quota 84.998. Un pezzetto della medaglia dell’ucraino se la meriterebbe anche la Palestra Ginnastica Ferrara che, lo scorso anno, lo ospitò per diversi mesi, insieme ai suoi compagni, allo scoppio della guerra. Il bronzo finisce al collo dello statunitense Frederick Richard che con il suo 84.332 approfitta del suicidio sportivo al cavallo con maniglie di Sun Wei. Il cinese, leader del concorso di ammissione con 85.799, nonostante un grande anello (14.266), butta via il podio con due cadute, all’ultima rotazione. Il conseguente 12.300, sommato ad un corpo libero altrettanto brutto, relegano il ventottenne di Jiangsu sul settimo gradino, alle spalle di Abbadini. L’altro italiano in gara era Mario Macchiati, il numero uno degli assoluti di Padova, che ha preso il posto di Lorenzo Casali, ritiratosi per un’indisposizione. Il 23enne fermano, accompagnato da Marco Fortuna, ha concluso al 15° posto con 80.665, confermando così il ranking di Casali, ma migliorando il proprio. Oggi è il giorno del concorso generale femminile che dovrebbe diventare il Biles Day. Un’occasione d’oro per gli Usa di pareggiare i conti con il Giappone. In gara ci sono anche Manila Esposito e Alice D’Amato, con quest’ultima che vorrà assolutamente riscattare i due errori alle parallele, l’attrezzo nel quale è indiscutibilmente una delle migliori in circolazione.
– Foto Ufficio Stampa Federginnastica –
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Finale mondiale e pass per Parigi anche per le Fate

ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – E anche le fate della Nazionale di artistica arrivano a Parigi. Sembrava quasi scontato, visto che la sezione femminile centra la qualificazione olimpica, ininterrottamente, da Pechino 2008. Invece gli agenti delle Fiamme Oro Alice D’Amato ed Elisa Iorio, Manila Esposito (G. Civitavecchia), Angela Andreoli (Brixia Brescia), l’esordiente Arianna Belardelli (Haeven Roma) e la riserva, l’altra brixiana, Veronica Mandriota, sono riuscite a centrare l’obiettivo, malgrado assenze importanti, una gara sporcata da qualche errore e la concorrenza di avversarie ovviamente agguerrite, vista la posta in palio. Si è dovuta aspettare l’intera giornata di oggi e tutte e dieci le suddivisioni GAF per avere la conferma che il totale di 162.230 delle azzurre era davvero un punteggio importante. L’Italdonne centra anche l’ammissione alla final eight a squadre, dove non manca dall’edizione di Doha del 2018. Le ragazze di Enrico Casella, Monica Bergamelli e Marco Campodonico concludono il concorso I al quinto posto, dietro gli Stati Uniti, leader alla quota stratosferica di 171.395, la Gran Bretagna, seconda nella classifica provvisoria con 166.130, la Cina (165.663) e il Brasile, quarto con 164.297. Le ginnaste dell’Accademia internazionale di Brescia precedono poi Olanda (161.197), Francia (160.930) e Giappone (158.497), l’ultimo dell’ottetto che tornerà sulle pedane dell’Antwerp Sportpaleis, mercoledì sera per contendersi il titolo iridato 2023.
Staccano il pass per i Giochi dell’anno venturo, oltre alle americane, le britanniche e le canadesi, già promosse al mondiale di Liverpool, e alle finaliste dell’edizione belga, anche Australia, Romania e Corea. Il totale delle carte Cio della Federginnastica, invece, sale a 17 (7 della ritmica – due individualiste e cinque dell’insieme – 5 GAF e 5 GAM) su 17 fin qui disponibili. Un en plein storico mai raggiunto da quando sono stati introdotti i tornei qualificanti. A livello individuale Alice D’Amato e compagne non prendono finali di specialità, ma qualificano Esposito (54.968 – VO 13.766 – PA 13.666 – TR 13.666 – CL 13.600) – seconda riserva in due attrezzi – e la stessa genovese (52.966 – VO 14.000 – PA 13.033 – TR 12.533 – CL 13.400), tra le 24 dell’all-around di venerdì, con, rispettivamente il settimo e il 17esimo pettorale. In testa alla graduatoria del generale ci sono Simon Biles (58.865), artefice al volteggio dello Yurchenko con doppio carpiato indietro che porterà per sempre il suo nome nel Codice dei Punteggi, e la connazionale Shilese Jones (56.932), anche lei protagonista di un’inedita tripla piroetta in dègagè al corpo libero. Sul podio virtuale al momento troviamo l’inglese Jessica Gadirova, grazie al suo 56.766. Prima delle inseguitrici, la brasiliana Rebecca Andrade, regina in carica, che rincorre con 56.599. Domani tocca di nuovo alla maschile con l’ItalGAM che comincerà la finale a squadre dagli anelli.
– foto Simone Ferraro/ufficio stampa Federginnastica –
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Gli azzurri della ginnastica artistica pronti alla finale

ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – Il risveglio è dolce sulle rive dello Schelda per la nazionale italiana maschile di ginnastica artistica dopo la conquista del pass per Parigi. Il sesto posto davanti a corazzate planetarie, ad esempio la Cina, non solo apre a Bartolini e soci la porta della Final Eight di domani sera, ma conferma un trend impressionante che ha visto, in poco più di un anno, il gruppo del coach Cocciaro arrivare secondo in Europa a Monaco di Baviera, ad agosto 2022; quarto al mondo a Liverpool, a novembre; primo, sempre nel campionato continentale, ad Antalya lo scorso aprile. E tutto ciò con un gruppo ampio, disponibile e talentuoso, che non si limita ai sei presenti in Belgio – in tribuna tra il pubblico c’erano Marco Lodadio, Salvatore Maresca e Nicolò Mozzato venuti ad incitare la squadra – anzi si estende a tanti altri profili interessanti e utili per quella sana rivalità interna che vedremo in pedana, gara dopo gara, sulla road to Paris 2024. Ma ora c’è una finale da disputare. La classifica è cortissima: in un punto e mezzo sono raggruppate sette federazioni, dal Canada quarto con 249.260 alla Turchia decima a quota 247.692. Martedì, dalle 19.30, si torna sugli attrezzi. Gli italiani cominciano agli anelli, dove ieri c’era stato l’inconveniente del paracallo rotto di Yumin Abbadini. Il bergamasco era sceso dal castello, dichiarando subito il problema alla giuria che gli ha consentito di risalire per ultimo, dopo Lorenzo Casali, con i paracalli di Levantesi. Quest’ultimo chiuderà i Mondiali domenica: settimo alle parallele, ripartirà con il sesto pettorale, e si troverà di fronte gente del calibro del tedesco Lukas Dauser, leader provvisorio di specialità, Illia Kovtun, secondo, lo specialista nipponico Kaito Sugimoto, l’americano Yul Moldauer, il cinese Shi Cong, l’altro statunitense Asher Qhong e il secondo giapponese Kazuma Kaya. Gli unici italiani a vincere medaglie iridate sugli staggi pari furono Giorgio Zampori, Guido Boni e Paolo Salvi. Ma parliamo delle edizioni di Torino 1911 e Parigi 1913. Anche le semplici partecipazioni alla finale a otto si contano sulle dita di una mano. Prima però toccherà, giovedì 5, a Yumin Abbadini, 11esimo nel concorso generale di ammissione con 82.532, e a Lorenzo Casali, 15esimo con 82.065. Il ventiduenne della Pro Carate partirà al cavallo con maniglie, la specialità simbolo del suo allenatore, Alberto Busnari. Dagli anelli prenderà il via, invece, la rincorsa di Casali: neppure un leggero stato influenzale gli ha impedito di prendersi la sua seconda finale mondiale a 24, a scapito del neo campione italiano assoluto – a Padova, un mese fa – Mario Macchiati, finito 22esimo con il personale di 81.799 e fuori per la regola dei due atleti per paese.
Ma prima è ancora giusto godersi il traguardo di Parigi2024 perchè “tornare ai Giochi Olimpici dopo dodici anni di assenza è un’emozione fantastica – commenta il dtn della Sezione di artistica maschile Giuseppe Cocciaro – Merito di questi ragazzi. Sono forti, coesi, ed hanno messo da parte i propri individualismi per gareggiare da squadra. La loro caratteristica è la pulizia esecutiva. Sono riusciti a fare una gara quasi dritta e in quei rari casi dove qualcuno è andato in difficoltà hanno funzionato bene le coperture. L’esecuzione è stata e rimarrà il nostro punto di forza. A casa poi ho lasciato altri talenti che fanno parte di una rosa lunga e intercambiabile. E’ anche merito loro se siamo qui a festeggiare, perchè in collegiale ce l’hanno messa tutta, alzando l’asticella dell’intero gruppo – prosegue il tecnico marchigiano che poi si sbilancia in una previsione da brividi – A Liverpool in finale chiudemmo ai piedi del podio, qui vorremmo migliorare. E se mi chiedete cosa andremo a fare a Parigi, rispondo a prendere tre medaglie”.
“E’ stato qualcosa di inaspettato, ma non casuale, perchè dietro c’è un lavoro meticoloso – aggiunge Levantesi – Queste gare si giocano sul millesimo di punto, per questo ho presentato una difficoltà abbastanza importante, tenendomi qualcosa per l’eventuale final eight. Per ora mi sono tolto la soddisfazione di battere l’olimpionico alle parallele di Rio de Janeiro, Oleg Verniaiev, che non era proprio l’ultimo arrivato. E adesso mi godrò tutto il resto, non ho nessuna intenzione di riporre i miei sogni nel cassetto”. “Nulla si sarebbe potuto mettere tra me e quei cinque cerchi – dice invece Lorenzo Casali – Le Olimpiadi le vedevo in tv quando ero piccolo. Seguivo Chechi, Cassina, potrebbe toccare anche a me, tra un anno. A Parigi andranno quelli più in forma al momento della convocazione, ne siamo consapevoli e lavoreremo tutti al massimo per rendere la scelta del DTN più difficile. Nell’all around di Anversa invece non ho nulla da perdere. Certamente non posso ambire al podio ma voglio esprimere una buona ginnastica”.
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