PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Dopo una notte insonne, le Fate d’Argento si godono il Villaggio Olimpico, tra gli applausi e i sorrisi degli altri atleti. I nomi di Alice D’Amato, Giorgia Villa, Elisa Iorio, Angela Andreoli e Manila Esposito entreranno negli annali come quelli delle Piccole Pavesi, le atlete tesserate per la Ginnastica Pavese 1879 che nel 1928 vinsero la prima medaglia al femminile del Coni ai Giochi Olimpici: Bianca Ambrosetti, Lavinia Gianoni, Luigina Perversi, Diana Pizzavini, Luisa Tanzini, Carolina Tronconi, Ines Vercesi, Rita Vittadini e Luigina Giavotti. Quest’ultima aveva 11 anni ed è tuttora la più giovane medagliata della ginnastica di tutti i tempi.
Sulla rincorsa dei 25 metri della Bercy Arena c’è Manila Esposito, classe 2006, la cucciola dell’intera missione Coni a Parigi ma la regina d’Europa della ginnastica artistica femminile. Originaria di Torre Annunziata, con papà Alfonso e mamma Margherita sugli spalti, accanto a Camilla Ugolini, la coach che l’ha cresciuta a Civitavecchia, prende lo slancio e corre, sfrecciando su quella pedana color Tiffany briffata Parigi 2024, e al termine del suo Yurchenko con due avvitamenti incassa il primo 14.166 (D. 5.000 E. 9.166), in linea con quanto aveva fatto in qualifica. Anzi, ad essere pignoli, 33 millesimi in più: quel quid che fa tendenza. Con Elisa Iorio out, l’unico altro doppio avvitamento è di Alice D’Amato. “Madame cinque finali olimpiche” (tante ne ha conquistate la poliziotta di Genova e come lei nessuna mai, nella storia Federginnastica) arriva abbondante ma, al contrario del 28 luglio, il suo punteggio non può essere scartato. Il 13.933 (D. 5.000 – E. 8.933) comunque non è paragonabile al 13.200 del Q1, anzi dà un’ulteriore spinta all’Italdonne. Il boato del pubblico accompagna il salto di Simone Biles che con un Cheng, rondata flic mezzo più uno e mezzo avanti, arriva a sfiorare il 15. Dopo la stella texana tocca all’altra baby azzurra, Angela Andreoli, di cinque mesi “più vecchia” di Manila. In mondovisione il neo caporal maggiore dell’Esercito Italiano esegue il suo Yurchenko con un avvitamento e mezzo, esercizio che, se da un lato parte da meno rispetto ai doppi delle compagne, lei esegue in maniera molto pulita. Quasi da farlo sembrare semplice. Il 13.566 (D. 4.600- E. 8.966) della bresciana ci porta a quota 41.665. Qualche spicciolo in più in tasca rispetto al 41.632 del concorso di ammissione, la gara che ci aveva condotto al secondo posto. E senza la Iorio è tanta roba. Alle parallele Giorgia Villa. Il suo esercizio è stato di poco superiore a quello scartato in qualifica, un decimo in più che comunque ha fatto legna. Dopo sale Alice D’Amato. Casella dichiarerà, dopo, in zona mista, che nemmeno lei ha ancora capito quanto sia forte. Ce ne mostra uno scampolo nella specialità che domina da due anni, in Europa. Uscita con doppio salto avanti et voilà, 14.633 (D. 6.300 E.8.333). Chiude Elisa Iorio, che conclude atterrando come un fenicottero, quasi su una gamba, e scende dal palco zoppicando. I trattamenti del mago Salvatore Scintu hanno funzionato e la routine della Iorio si chiude con un altro doppio avanti. Il 14.266 (D. 6.300 – E.7.966) è di un decimo inferiore al punteggio di domenica, però vale il doppio, perchè è servito a battere le avversarie e la sfortuna. Al giro di boa l’Italdonne conta altri 42.665 punti e si riprende la seconda fila, alle spalle degli Stati Uniti, che fanno gara a sè. Casella cala gli assi e dopo aver risparmiato Manila alle parallele la lancia con una rondata flic, salto smezzato, salto smezzato sull’attrezzo di cui è la numero uno del Continente. Manila bissa il 13.966 (D. 5.800 E. 8.166) delle qualificazioni, con una prestazione leggermente meno precisa sostenuta da un tasso di difficoltà maggiore (5.8 contro 5.6). La sicurezza che ostenta sulla “balance beam” è impressionante, anche sul triplo giro in accosciata. E lo è ancora di più, impressionante, che la ostenti, quella stessa calma, pure chi la segue. Alice D’Amato conclude la sua routine con un salto teso con due avvitamenti e mezzo e ci regala un altro 13.933 (D. 5.600 – E. 8.333). Georgia-Mae Fenton e, soprattutto, Rebecca Downie con il suo 14.933, stanno portando il Team GB in paradiso. Ma niente paura, Angela Andreoli ottiene 13.300 (D. 5.600 – E. 7.700) con l’uscita in Tsukahara che è un marchio di fabrica. Le “Fairy Five” collezionano il totale di 41.199, inferiore soltanto a Stati Uniti e Canada. Il millesimo in più rispetto al Q1 testimonia quanto sia solida la squadra dell’Accademia di Brescia. All’ultimo giro, le azzurre hanno un bel vantaggio. Al corpo libero comincia Manila Esposito che però sbaglia: sulla diagonale della rondata con flic e teso con due avvitamenti e mezzo, mette una sola mano in terra sul teso avanti che viene considerata caduta. Il 12.666 (D, 5.100 E.7.666) con un decimo di penalità per un piede fuori fa suonare una sirena. Il 13.466 (D. 5.600 E.7.966) di Alice è un pò più fiacco del 13.700 di due giorni prima. E’ normale, le gambe tremano per la stanchezza e per l’emozione. All’orizzonte c’è un traguardo che manca da 96 anni. Doveva nascere lei, il 6 giugno 2006, per renderlo possibile. La diavoletta bresciana si supera, si sublima, si esalta al ritmo di “We are Justice” di Gabriel Saban e il sontuoso 13.833 (D. 5.900 E. 7.933) è una sentenza che porta l’Italia in paradiso: 165.494 il totale sui quattro attrezzi. E’ argento, dietro alle marziane stelle e strisce, un pò come se fosse l’oro dei terrestri.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Le Fate si godono l’argento olimpico, solo le marziane Usa meglio
Fate d’argento, storica medaglia per la ginnastica artistica
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Dopo 96 anni d’attesa, l’Italia conquista ai Giochi di Parigi la sua seconda medaglia olimpica a squadre nella ginnastica artistica. L’impresa riesce ad Angela Andreoli, Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio e Giorgia Villa, autrici di una gara pressochè perfetta. L’Italia si difende al volteggio e alla trave, effettua una strepitosa routine alle parallele asimmetriche e riesce a non pagare un paio di imprecisioni nel corpo libero. Arriva così una storica medaglia, ottenuta col punteggio di 165.494 punti. L’oro va agli Stati Uniti, trascinati da Simone Biles ad un totale di 171.296 punti, poi le azzurre e il Brasile (164.497): il volteggio di Rebecca Andrade, infatti, consente alle sudamericane di superare la Gran Bretagna per due decimi.
Per l’Italia – aspettando la finale per l’oro delle spadiste – si tratta della nona medaglia in questa Olimpiade.
– foto Federginnastica –
(ITALPRESS).
L’ItalGAM sesta nella finale olimpica del concorso generale a squadre
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – La finale a squadre maschile si apre come le qualificazioni, con Mario Macchiati agli anelli. L’Italia, sesta nel concorso di ammissione, gira insieme agli Stati Uniti, quinti: un’accoppiata che rivedremo anche domani con la femminile. Gli americani sono meno dominanti delle colleghe donne ma comunque fortissimi e precedono di una posizione gli azzurri, che, a loro volta, puntano, zitti zitti, a rosicchiare qualcosa. Quindi, all’interno di una finale galattica, con tutti gli occhi puntati su Cina e Giappone, Bartolini e compagni si giocano la loro sfida nella sfida, fianco a fianco con una delle possibili medagliate. Al castello di Bercy il poliziotto marchigiano porta a casa la sua routine, ostentando ormai un certo agio sugli attrezzi olimpici. L’arrivo stoppato sullo Tsukahara avvitato in uscita gli porta un decimo e 66 in più rispetto a ieri l’altro: 13.566 (D. 5.000 – E. 8.566). Si migliora di oltre due decimi anche il nostro secondo qualificato per la finale all-around di mercoledì 31, Yumin Abbadini, che chiude il suo di Tsukahara avvitato con 13.633 (D. 5.000 – E. 8.633). Leggero passetto all’arrivo invece per Lorenzo Minh Casali, pressochè sulla stessa linea del Concorso I con altri 13.633 punti (D. 5.200 – E. 8.433). Forti del totale di 40.832, alla prima rotazione, i ragazzi di Giuseppe Cocciaro partono con più di quattro decimi rispetto al 40.400 di sabato scorso. Sulla rincorsa dei 25 metri il primo a correre è lo specialista sardo con i suoi 50 tatuaggi che ne disegnano in aria le linee eleganti. Un passetto d’assestamento all’atterraggio del Kasamatsu con un avvitamento e mezzo porta al 14.500 (D. 5.200 – E. 9.300). Parte da 5.2 anche Macchiati che con lo stesso salto – e la penalità di un punto per essere uscito dalla linea – si ferma a 14.300 (D. 5.200 – E. 9.200). Conclude Casali: l’agente di Offagna che studia da nutrizionista si mangia la pedana a cinque cerchi e vola nel cielo francese con i suoi due avvitamenti. Peccato per un altro passetto d’equilibrio laterale; comunque il suo 14.466 (D. 5.600 – E. 8.966) consegna alla squadra 43.266 punti complessivi. I tre decimi in meno rispetto al 43.533 del Q1 ci fanno perdere l’abbrivo iniziale. E gli States sono in fuga, avanti di due punti e sessantasei centesimi, leader provvisori della classifica. Terzo giro ci spostiamo alla parallela e la formazione resta la stessa. Come al volteggio, anche qui rompe il ghiaccio Bartolini, che il 27 luglio, al contrario, era stato l’ultimo sia sugli staggi, sia sulla tavola. Il campione allenato da Paolo Pedrotti all’Accademia di Milano esce con un doppio carpio, ma la sua routine da 5.3 è meno pulita del solito. Il 13.700 del Capitano (D. 5.300 – E. 8.400) è al di sotto del 14.100 di due giorni fa, ma spalanca comunque la strada ai compagni. Macchiati, che aveva penalizzato la sua prestazione in qualifica con un’oscillazione a vuoto (non riuscendo a dare il suo contributo alla squadra), si riscatta con un ottimo 14.333 (D. 5.800 – E. 8.533), dopo aver tolto quel Dyamidov ¼ che gli dava noia. Doppio avanti inchiodato e poi giù ad abbracciare il suo coach, Marco Fortuna. Lorenzo Minh, il talento di Hanoi con il cuore anconetano, conclude il terzetto con uno Tsukahara avvitato e il personale di 14.066 (D. 5.600 – E. 8.466). Al giro di boa l’ItalGAM fa suoi altri 42.099 punti, ricalcando, su per giù, la gara di ammissione con un 126.197 contro il 126.233 di sabato (quando però si poteva scartare un punteggio). Alla sbarra torna ad alzare il braccio per primo Don Mario Pellicina, come lo conoscono sui social. Macchiati, 12.833 (D. 5.000 – E. 7.833) dopo un’ottima sequenza, maltratta un pò il doppio teso con due avvitamenti camminando all’indietro. Dopo il numero uno degli assoluti di Cuneo, tocca al numero due. Yumin, riposatosi per due turni, prima riserva olimpica in questa specialità, ci regala un’altra prova convincente, pur partendo da un decimo in meno. L’aviere bergamasco, cresciuto da Alberto Busnari, segna sul tabellone 14.033 (D. 5.800 – E. 8.233). Purtroppo il sogno dei Giochi Olimpici si trasforma in un incubo per Carletto Macchini, che cade di nuovo sul Pegan e questa volta fa ancora più male perchè con la formula del 5-3-3 della final eight il conseguente 12.766 (D. 5.800 – E. 6.966) entra nel computo generale: 39.632 (più di un punto in meno delle qualifiche). A due terzi di gara, con il punteggio complessivo di 165.829 l’ItalGAM occupa l’ultima posizione provvisoria. Il team USA oramai è volato via e si sta giocando il podio con Cina e Ucraina. In ritardo clamoroso il Giappone, appaiato alla Gran Bretagna. Poi, nella parte bassa Canada e Svizzera sono ancora alla portata degli azzurri. Il tentativo di rimonta comincia in diagonale al corpo libero. La prima rincorsa è di Abbadini che ci regala subito un 14.066 (D. 5.500 – 8.566) che riaccende l’entusiasmo. Continua Casali 13.700 (D. 6.000 – E.7.700), poco preciso sugli arrivi ma comunque solido. E poi arriva lui, “Sua Eleganza” Bartolini che non deve interrogare ‘Saw’, l’enigmista che ha tatuato sulla schiena, per determinare il suo destino. Nicola se lo scrive da solo e il 14.133 (D. 5.900 – E. 8.233) del suo condottiero regala all’Italia un 41.899 che fa respirare. Il traguardo va raggiunto a cavallo, ma più che una parata somiglia ad un rodeo. Yumin è il primo a salire in sella con i suoi Thomas ubriacanti, sotto gli occhi di un Bunsari che per lui non è un elemento ginnico ma un maestro. L’aviere dell’Aeronautica bissa il 14.200 (D. 5.800 – E. 8.400) delle qualifiche. Carlo Macchini cerca di cancellare dalla testa il secondo errore alla sbarra nell’arco di tre giorni, su un elemento, per giunta, che non sbagliava quasi mai, e il 12.766 (D. 5.300 – E. 7.466) è certamente la conseguenza di uno stato d’animo comprensibilmente in down. Il 13.566 (D. 5.700 – E. 7.866) di Macchiati premia la galoppata con il 40.532 di specialità e il totale di 248.260, sufficiente a scavalcare Svizzera (settima con 247.427) e Canada (ultimo a quota 245.426). La Nazionale di Artistica, pertanto, conferma la sesta piazza dalla quale veniva. I “Fantastici Cinque” della FGI possono festeggiare a Casa Italia il miglior piazzamento di squadra da Barcellona ’92, quando Paolo Bucci, Gianmatteo Centazzo, Boris Preti, Ruggero Rossato, Gabriele Sala e Alexandro Viligiardi, orfani dell’infortunato Jury Chechi, ottennero il quinto posto. Intanto in testa alla classifica succede di tutto, lo statunitense Stephen Nedoroscik tira fuori una prova straordinaria al cavallo e con il suo 14.866 trascina Malone Brody, Paul Juda, Asher Hong e Frederik Richard sul gradino più basso del podio. Grazie al totale di 257.793 il Team USA si riprende una medaglia a squadre che mancava da Pechino 2008, quando vinse lo stesso un bronzo, dietro Cina e Giappone. Anche stavolta ha le stesse Nazioni davanti ma l’ordine è invertito. Alla sbarra, infatti, accade l’imponderabile: il cinese Su Weide cade per ben due volte dal ferro e con 11.600 tronca i sogni aurei dei compagni. Il campione olimpico uscente, Daiki Hashimoto, che sale dopo di lui, fa quello che non gli era riuscito in qualifica e con 14.566 sugella il sorpasso. Inutile il tentativo finale Zhang Boheng, che, malgrado lo straordinario 14.733, non riesce a compensare il disastro di Su Weide. Con 259.594 l’Imperatore Hashimoto, Kaya Kazuma, Oka Shinnosuke, Sugino Takaaki e Tanigawa Wataru raggiungono quell’oro olimpico che sfuggi loro a Tokyo 2021 e che il Sol Levante aveva già vinto altre sette volte, l’ultima a Rio de Janeiro con Kohei Uchimura. La Cina, che aveva dominato le qualificazioni e condotto cinque sesti della finale, si lecca le ferite d’argento. Liu Yang, Su Weide, Xiao Ruoteng, Zhang Boheng e Zou Jingyuan con il totale di 259.062 centrano il quinto podio di squadra consecutivo, migliorando di una posizione rispetto a tre anni fa, quando finirono terzi dietro Russia, assente a Parigi per squalifica, e Giappone. Quarto posto per una bella Gran Bretagna che con 255.527 tiene a distanza l’Ucraina di Illia Kovtun, quinta a quota 254.761. I primi quattro posti sono gli stessi dei Mondiali di Anversa. L’unica che fa un balzo in avanti è l’Italia, che in Giappone era l’ottava meraviglia del mondo, e oggi è la sesta.
“È stata una gara di un livello altissimo con pochissimi errori – ha dichiarato in zona mista il DTN dell’Artistica Maschile Giuseppe Cocciaro – Noi su diciassette esercizi abbiamo commesso un solo sbaglio, la caduta di Carlo Macchini alla sbarra, ma anche senza quell’errore saremmo comunque arrivati sesti. Questo, al momento, è il nostro ranking, e non è poco. Da qui ripartiamo. In questa squadra ci sono elementi molto giovani, dietro di loro, tra gli junior, stanno crescendo dei prospetti di valore assoluto, come abbiamo già visto a Rimini. Ecco, vorrei pensare che per la prossima Olimpiade, a Los Angeles, l’obiettivo non sia solo la qualificazione ma quello che faremo dopo. I margini di miglioramento sono tanti. Vorrei che il sesto posto di oggi fosse un trampolino di lancio. La caratteristica di questo gruppo? Sono molto uniti e pronti a correre in aiuto l’uno dell’altro”.
“Sesto posto confermato. Che dire? Se lo fai una volta è fortuna, se lo fai due volte è bravura – commenta a caldo il capitano Nicola Bartolini – Le scelte del DTN sono state quasi tutte giuste. Gli errori fanno parte del gioco. Ha sbagliato anche il cinese. Siamo stati bravi. Mancare per due Olimpiadi di fila e poi arrivare sesti non è una cosa che succede per caso. Il merito è del gruppo. Ritiro? Non ci penso per niente. C’è gente più vecchia di me che ci prova ancora, con scarsi risultati, quindi penso di poter arrivare a Los Angeles nel pieno della forma”. “Sono contento che Elisa stia bene e possa fare la sua finale – esordisce il fidanzato della Iorio, Yumin Abbadini – All’inizio era un po’ giù perché non sapeva cosa avesse di preciso. Ed io con lei. Poi ha fatto i controlli, le terapie, le fasciature e adesso sta meglio. Domani farà la parallela, per fortuna. Anche io ho un’altra finale davanti. Adesso dovrò resettare il cervello, dopo due competizioni a squadre nelle quali ognuno di noi ha dato il massimo. L’obiettivo di partenza è quello di riconfermare l’ottavo posto della qualifica e poi chissà. La gara è gara”. “Alla parallela ho semplificato un po’ – ci svela Mario Macchiati – ho sostituito un elemento di valore D, il Dyamidov ¼ che mi aveva dato qualche problema, con un altro di valore B, perdendo due decimi, ma almeno sono andato più sul sicuro. Mi è toccato riaprire la gara anche questa volta, ma direi che me la sono cavata. Anche io adesso ho l’all-around e senza la responsabilità del punteggio di squadra salirò più tranquillo. Non ho grandi aspettative, ma è una gara che mi sono meritato e me la voglio godere fino in fondo. So di non essere il più forte al mondo, però cercherò di arrivare nella top ten olimpica, come ci ha chiesto di fare il DTN Cocciaro. Il derby con Yumin? Tra di noi c’è più competizione durante gli Assoluti. Obiettivamente, se dicessi di essere più forte di lui, in questo momento, direi una bugia. Ad Anversa dichiarai che Abbadini era il ginnasta che mi aveva sorpreso più di tutti. Anche qui sta confermando tutto il suo valore”. “Ho visto poco la sfida tra Cina e Giappone perché ero abbastanza concentrato sulla mia gara – risponde Lorenzo Minh Casali, l’offagnese di origini vietnamite – Però mi ha stupito vedere l’errore alla sbarra. Tutti davano i cinesi per favoriti, ma io ho sempre tenuto per i nipponici. Sono più simpatici. Lo stile orientale comunque è molto simile. La scuola asiatica è molto avanzata come metodi di allenamento. Ci arriveremo anche noi? Non lo so, per ora ci proviamo”. “Sono orgogliosissimo di aver fatto parte di questa squadra – ci confida Carlo Macchini, visibilmente giù di corda – Ho fatto una preparazione impeccabile, ed è il motivo per cui sono qui. Me la sono sudata fino all’ultimo questa maglia. E anche l’Olimpiade, sognata per anni, me l’ero guadagnata anno per anno. Mi dispiace tanto quindi di non essere stato all’altezza del lavoro che ho fatto, insieme al mio allenatore. Mi dispiace di non aver raccolto quello che ho seminato. Come se avessi piantato un seme di plastica e dopo averlo annaffiato e coltivato questo non fosse sbocciato. Come dico sempre, l’importante non è il risultato ma il percorso che si fa. Anche l’amarezza che sto vivendo so che mi darà la spinta per ricominciare. Non ho alcuna intenzione di mollare. Ho ventotto anni e ci voglio riprovare per Los Angeles. Non finisce qui!”. Adesso i riflettori si spostano sul concorso femminile, in programma martedì 30 luglio dalle 18.15. Come anticipato da Abbadini, gli ultimi accertamenti diagnostici hanno confermato per Elisa Iorio un trauma distorsivo. Tuttavia la modenese potrà essere impiegata alle parallele asimmetriche, l’attrezzo nel quale ci sono meno sollecitazioni per i piedi, al di là dell’uscita. Certo, l’Italdonne perde un doppio avvitamento al volteggio, ma almeno Elisa avrà la gioia di prendere parte ad una finale che si preannuncia leggendaria. Il DTN Enrico Casella, d’accordo con i tecnici Marco Campodonico e Monica Bergamelli, ha deciso cosi di confermare Alice D’Amato su tutti gli attrezzi. Manila Esposito e Angela Andreoli saranno impiegate a volteggio, trave e corpo libero, mentre alle parallele con la genovese saliranno Giorgia Villa e la Iorio.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Le Fate sognano in grande, a Parigi caccia alle medaglie
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – La Nazionale italiana di artistica femminile è la seconda potenza olimpica, almeno per ora. Al termine della quinta ed ultima suddivisione delle qualifiche dei Giochi di Parigi, le Fate sono rimaste dov’erano alla fine della seconda: nessuna delle nazionali venute dopo è riuscita a scavalcare il 166.861 delle azzurre di Marco Campodonico e Monica Bergamelli, dietro solo gli Stati Uniti che comandano la classifica provvisoria a quota 172.296. La piazza d’onore virtuale di Alice D’Amato e compagne è arrivata al termine di una gara con dodici avversarie, non otto come succedrà domani, e la formula delle quattro salite, non quella a tre della finalissima. Il che significa che arrivare così in alto in qualifica non può essere frutto del caso o di errori altrui. “Al contrario – ci tiene a precisare il direttore tecnico Enrico Casella – questo piazzamento è indicativo dello stato di salute dell’intero movimento. Abbiamo rifatto nuovamente la storia, come ci capita spesso. Non si assegnavano medaglie, ma siamo pur sempre all’Olimpiade”. Tra l’altro in virtù del sorteggio che vede le prime due squadre girare insieme, nella final eight di Bercy, Usa e Italia saranno appaiate, cominciando al volteggio, con le ginnaste che saliranno alternandosi. “In effetti, se me l’avessero detto prima di partire non ci avrei creduto – confessa Casella – Ora dobbiamo valutare le condizioni di Elisa Iorio”. La ginnasta azzurra ha accusato un trauma distorsivo. “Di sicuro non potremo contare su di lei a trave e volteggio e in quest’ultimo, in particolare, perdiamo un doppio avvitamento. Speriamo, invece, di vederla alle parallele. Se possiamo migliorare? Certo, ma anche peggiorare – continua – Sulla carta Alice può far meglio di così al volteggio, Manila alla trave e Giorgia alle parallele. L’importante però sarà rifare gli altri esercizi bene come nelle qualificazioni, dove su sedici salite non abbiamo avuto nemmeno una caduta”. Dietro, ad inseguire, ci sono team fortissimi e attrezzati, pronti ad approfittare di qualsiasi sbavatura. A cominciare dalla Cina, staccata di appena un paio di decimi, e il Brasile vicecampione del Mondo, più distanti Giappone, Canada, Gran Bretagna e Romania. Ma non finisce mica qui. Nella finale a 24 del 1° agosto la ginnastica azzurra piazza due sue rappresentanti. La numero uno del Vecchio Continente, Manila Esposito, è quinta con il personale di 55.898, Alice D’Amato è sesta con 55.432. E i conti tornano perchè le quattro che le precedono sono Simone Biles, americana, leader in fuga con 59.566, Rebecca Andrade, brasiliana, con 57.700, Sunisa Lee, campionessa in carica di Tokyo 2021, con 56.132, e con 55.966 l’algerina Kaylia Nemour. Ma se da un lato non è una novità che l’artistica rosa italiana porti due dame nel completo olimpico (era accaduto a Tokyo con Martina Maggio e Alice D’Amato, a Rio de Janeiro e a Londra con Vanessa Ferrari e Carlotta Ferlito, a Pechino sempre con la Ferrari e Lia Parolari) è un inedito assoluto che vengano centrate cinque finali di specialità, grazie ad Alice D’Amato (quinta al corpo libero con 13.700 e settima alla trave con 13.866) e a Manila Esposito (settima al corpo libero con 13.633 e sesta alla trave con 13.966, attrezzi dei quali detiene, per entrambi, il titolo europeo). Alice conquista un posto pure nella sua amata parallela, dove è stata la regina assoluta sia ad Antalya nel 2023, sia a Rimini nel 2024: 14.666, sesta a poco più di mezzo decimo di ritardo dall’olimpionica belga Nina Derwael – a sua volta quarta, in una final eight dominata, al momento, dalla Nemour con 15.600 e che, a sorpresa, non annovera tra le sfidanti la Biles, prima riserva con 14.433. L’agente di polizia genovese mette a segno il record personale, e italiano, di cinque finali olimpiche in una sola edizione, sette se si contano anche quelle di Tokyo. “Certo, non abbiamo ancora fatto niente – chiosa Casella – Ma almeno possiamo giocarcela”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
L’Italdonne di ginnastica artistica alla Final Eight di Parigi
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Quando mancano ancora due suddivisioni femminili, l’Italdonne di ginnastica artistica può già festeggiare l’ammissione alla Final Eight olimpica di dopodomani. Con il secondo posto provvisorio dietro agli Stati Uniti di Simone Biles, davanti a Cina, Gran Bretagna e Giappone, Manila Esposito e compagne bissano la qualificazione della maschile completando una doppietta a squadre che in Italia non si era mai vista nell’era della ginnastica moderna.
La 17enne Esposito, regina d’Europa e la donna più giovane dell’intera missione Coni, si è presentata sul proscenio a cinque cerchi sulle note di “Le vent le cri” di Ennio Moricone ed è partita con la sua routine: triplo giro in accosciata, rondata, flic, doppio teso, doppio giro impugnato, giro vela, Strug, rondata con flic e teso con due avvitamenti e mezzo, teso avanti, enjambee cambio 360°, rondata con flic e doppio salto raccolto nell’ultima diagonale. La giuria ha valutato l’esercizio della stella di Torre Annunziata con un 13.633. Dopo è toccato ad Alice D’Amato che riesce ad alzare la posta, portando alla causa azzurra un bel 13.700 con un esercizio coreografato su “Stanga” di Sagi Abitul & Guy Haliva. L’agente di polizia ligure è partita con un doppio giro impugnato ed ha proseguito con, nell’ordine, una rondata con flic e Silivas, rondata flic con triplo avvitamento, doppio giro in accosciata, enjambee cambio più strug, enjambee giro 360° di rotazione, enjambee cambio ad anello e ribaltata con due avvitamenti avanti nell’ultima diagonale. Terza italiana sul quadrato centrale della Bercy Arena Elisa Iorio, che, finalmente, corona il suo sogno a cinque cerchi. Sarà stato un pizzico di emozione ma la 2003 di Modena non riesce a portare il suo “corpo libero” – montato su “Circus for doom” di Battle Beast – oltre un 12.800, con un’esecuzione da 7.700. L’emiliana mette in fila un doppio giro in presa, giro vela, ribaltata con due avvitamenti avanti, due avvitamenti e mezzo dietro, enjambee cambio ad anello, strug, doppio giro in accosciata, rondata flic con doppio carpiato ed enjambee ad anello nell’ultima diagonale, leggermente sporcata. Il personale della Iorio rimane fuori dal computo dell’Italdonne grazie alla copertura della campionessa assoluta di specialità. La piccola Angela Andreoli aggredisce la pedana della Gymnova (l’azienda marsigliese che produce l’attrezzatura ginnica), con un triplo giro in accosciata al quale seguono la sua super diagonale composta da rondata più tempo-tempo più Tsukahara carpiato, rondata più tempo avvitato più doppio salto raccolto, enjambee cambio, enjambee cambio con giro 360°, doppio giro in presa, giro vela, salto avanti teso e doppio carpiato e strug in uscita. Il tutto al ritmo di ‘We are Justicè di Gabriel Saban che corona con un 13.500 portando all’Italdonne il totale, nella prima rotazione, di 40.833. Si passa al volteggio dove Casella schiera i tre Yurchenko con doppio avvitamento in rapida sequenza, anche perchè nessuna delle nostre atlete esegue il secondo salto valido per la media da finale olimpica. Esposito, ancora una volta, non tradisce le aspettative e trova un 14.133 in fondo alla rincorsa dei 25 metri. Iorio si riscatta subito con un 13.766, mentre D’Amato arriva troppo abbondante e incorre in una penalità da tre decimi. E’ il suo 13.200 a rimanere fuori, stavolta, perchè Andreoli, di nuovo, parte per quarta e porta a casa il risultato, con un avvitamento e mezzo. Grazie al 13.500 della neo arruolata nel Centro Sportivo dell’Esercito Italiano le Fate volano a 41.632. Al giro di boa quindi l’Italia vanta già un bottino di 82.465. Alle parallele asimmetriche fa il suo debutto nell’Olimpiade dei grandi colei che aveva vinto l’edizione giovanile, da junior, nel 2018 a Buenos Aires. E’ la seconda ginnasta italiana a riuscirci dopo Carlotta Ferlito che da Singapore 2010 saltò subito a Londra 2012. Il percorso di Giorgia Villa è stato più tortuoso, per via dell’infortunio agli Assoluti di Napoli che nel 2021 le precluse i Giochi di Tokyo una settimana prima della partenza. La bergamasca esegue una kippe slancio in verticale, Thachev, Pak, Shaposnikova, Pak con giro 360°, Shaposnikova con giro 180°, granvolta giro 180°, granvolta cubitale, granvolta con giro 360° e uscita in Tsukahara. Il punteggio di 13.666 paga qualche imprecisione di troppo. Manila Esposito arriva subito in soccorso, sotto gli occhi di Vanessa Ferrari che la gara l’ha seguita dagli spalti, come altri personaggi del calibro di Tom Cruise, Snoopy Dog e Arianna Grande, accorsi per tifare Team Usa. Sotto gli occhi della sua allenatrice, Camilla Ugolini, l’agente partenopeo cresciuto a Civitavecchia completa la routine con Kippe slancio in verticale, Nabieva, Pak, Shaposnikova, Pak con giro 360°, Kippe slancio verticale, Shaposnikova con 180°, granvolta con giro 360°, granvolta cubitale e doppio salto avanti raccolto in uscita: 14.166. Il due volte oro europeo di specialità Alice D’Amato, numero uno ad Antalya e Rimini, mette in mostra la sua eleganza mista a potenza, volando tra gli staggi francesi con kippe slancio in verticale, piantata con 360°, Shaposnikova dalla piantata, Salto Thachev, Salto Downie a gambe unite, Pak, Shaposnikova dallo stalder con 180°, Kippe slancio verticale, granvolta con 180°, granvolta cubitale, granvolta cubitale con giro 360°. L’uscita con doppio salto avanti si conclude tra gli applausi con un 14.666 che lascia aperte concrete speranze di final eight. La chiosa spetta a Iorio – visto che Andreoli, nella terza rotazione, è rimasta in panchina con i tecnici Marco Campodonico e Monica Bergamelli. Elisa esibisce la kippe slancio in verticale, Downie unito, Pak, Shaposnikova, Stalder con mezzo giro, Ejova, Shaposnikova con giro 180° dallo stalder, granvolta cubitale, granvolta con giro 360° e l’uscita con doppio salto avanti. Il 14.366 della ventunenne scarta il parziale della Villa e regala alla nostra nazionale il complessivo di 43.198. Per la trave, come apripista ritorna Manila Esposito che in questa specialità detiene pure il titolo continentale. Entra con rondata e poi aggiunge il flic, salto smezzato, salto smezzato, enjambee cambio, enjambee 180°, flic, ribaltata senza mani, enjambee, sissonne, ruota senza mani, tre giri in accosciata e rondata con doppio salto carpiato finale: 13.966. Iorio è un’altra che sui dieci centimetri di larghezza si muove con grande disinvoltura, entra con un salto teso smezzato e poi aggiunge una ruota senza, enjambee con cambio, enjambee cambio ad anello, flic, salto smezzato, salto smezzato, ribaltata senza, enjambee, flic e un giro in presa. Sul doppio carpiato in uscita accusa un dolore alla caviglia. Subito soccorsa dal fisioterapista storico della FGI, Salvatore Scintu, al Villaggio bisognerà valutare l’entità di quella che sembra una leggera distorsione al malleolo. Intanto, il suo 12.966 viene prontamente coperto da Alice D’Amato che entra con enjambee cambio e prosegue con ribaltata senza, enjambee più Sissone, enjambee cambio, enjambee cambio ad anello, flic pancia, flic più salto smezzato, salto avanti, doppio giro in accosciata, completando con un salto teso con due avvitamenti e mezzo. Il 13.866 vale l’aggancio alla Cina. Per il sorpasso ci pensa Angela Andreoli che regala il terzo acuto di una gara perfetta e con 13.366 prende le compagne per mano fino a quota 41.198. Entrata con un salto avanti raccolto, Angy, classe 2006, continua con la ribaltata con salto avanti raccolto, un giro e mezzo in accosciata, flic con due salti tesi smezzati, enjambee cambio, enjambee con giro 180°, ribaltata senza mani, salto carpiato con flic e uscita in Tsukahara (provato per la prima volta in gara): con 166.861 le ‘Fairy Fivè sono davanti a Cina e Gran Bretagna, seconde soltanto alle luccicanti stelle statunitensi. L’Italdonne entra così ufficialmente nell’ottetto olimpico che il 30 luglio si giocherà le medaglie. Per quanto riguarda gli Usa, il totale di 172.296 parla da sè. La star Simone Biles va in fuga nella qualifica all around con 59.566. Tra le finaliste ci saranno sicuramente Manila Esposito (55.898) e Alice D’Amato (55.432), al momento quinta e sesta. La campionessa olimpica al corpo libero Jade Carey, che a Tokyo tolse alla Ferrari l’estasi dell’oro, conclude l’ultima diagonale rovinando a terra, tra le lacrime. Quindi si può già dire che il suo trono è vacante, come quello dell’assente cinese Guan Chenchen alla trave. La brasiliana Rebecca Andrade al volteggio e la belga Nina Derwael alle parallele potrebbero ancora difendere i rispettivi titoli. Biles permettendo, però, anche se ha risentito di un fastidio al polpaccio durante il suo corpo libero. Qualunque sia l’entità del problema non ha frenato la parata della numero uno in circolazione. A cominciare dal volteggio dove ha messo in fila il Biles II, ossia lo Yurchenko, doppio salto carpiato indietro, e, nel secondo salto, una rondata flic con mezzo giro, salto teso avanti con un avvitamento e mezzo. Media da 15.300 e non ce n’è per nessuno. Come per il 14.600 al corpo libero, dove attualmente D’Amato è quarta ed Esposito sesta. Alla trave meglio dell’americana ha fatto soltanto la cinese Yaqin Zhou (Manila è quinta e Alice sesta, con le dita incrociate), mentre sugli staggi la Biles rischia seriamente di rimanere a guardare, malgrado sia stato l’ultimo attrezzo, dal quale è planata sorridente nella standing ovation generale, davanti ad un plotone di fotografi. Al comando, nella classifica provvisoria dopo tre rotazioni c’è l’algerina Kaylia Nemour che qui in Francia ha tante motivazioni in più per restare lì dov’è, il prossimo 4 agosto.
– foto Federginnastica –
(ITALPRESS).
L’ItalGam prende le misure alla Bercy Arena
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – L’ItalGAM ha messo piede sul Field of Play della Bercy Arena, teatro dei Giochi parigini. “Che impressione il campo gara allestito a tema olimpico – ha raccontato in zona mista Mario Macchiati – Quei cinque cerchi fanno un certo effetto, lo ammetto. E’ strano perchè sei abituato a guardarli in tv, invece adesso ci sei dentro, ci cammini sopra. E’ davvero bello, emozionante. Forse anche troppo. Bisogna stare attenti a gestire i sentimenti e a restare lucidi. Oggi abbiamo preso le misure”. Sul podio per la prova generale c’erano tutti i tecnici – il dtn Giuseppe Cocciaro, gli allenatori Alberto Busnari, Marco Fortuna e Paolo Pedrotti e il capomissione Roberto Pentrella – che hanno accompagnato i loro ragazzi lungo le sei rotazioni, partendo dagli anelli e girando insieme a Svizzera, Turchia e Spagna. “Abbiamo preso confidenza – aggiunge Carlo Macchini, uno dei più attivi sui social in questi giorni – Ci siamo presi la tranquillità di non essere perfetti al 100%, per dare il massimo sabato. Palazzetto pazzesco, luci fortissime che risalteranno quanto di bello faremo. Ho cercato di emozionarmi il più possibile oggi per essere più concentrato in qualifica- Ho anche incrociato Tang Chia Hung, che credo sarà uno degli avversari più temibili alla sbarra”. Ma non è solo il taiwanese a destare l’interesse dei nostri atleti. Al Villaggio, infatti, si fanno tanti incontri. “Ho visto Alcaraz e Nadal – conferma Lorenzo Minh Casali – ed ho capito che non mi trovavo in un posto normale. Però, a parte i ginnasti, non ne conosco molti altri. Anzi sì, visto un campione del mondo da molto vicino… si chiama Nicola Bartolini – conclude l’anconetano tra le risate dei compagni. L’atmosfera è molto buona, la squadra viaggia serena e il gruppo si sta godendo ogni istante, con lo spirito giusto. Lo spirito olimpico, appunto. “Mi sento solo un pò stanco – dice Yumin Abbadini – non è facile lavorare a questi orari. Ma ci siamo allenati tanto per arrivare pronti”. Ci penserà l’adrenalina a dare la carica al momento giusto, come sa bene l’allenatore del talento bergamasco, quel Busnari che di Olimpiadi ne ha fatte quattro da atleta e che, nel Villaggio, sembra essere tornato nel suo elemento naturale. “Anche se da ginnasta era diverso”, precisa lui. Al termine del Podium Training della terza ed ultima suddivisione maschile il direttore tecnico italiano ha ufficializzato l’ordine di salita agli attrezzi Anelli: Macchiati/Abbadini/Casali/Bartolini. Volteggio: Abbadini/Macchiati/Casali/Bartolini. Parallele pari: Abbadini/Casali/Macchiati/Bartolini. Sbarra: Macchiati/Casali/Abbadini/Macchini. Corpo libero: Macchiati/Abbadini/Casali/Bartolini. Cavallo con maniglie: Macchini/Casali/Macchiati/Abbadini.
– Foto Ufficio Stampa Federginnastica –
(ITALPRESS).
Ginnastica artistica, Casella sceglie le 5 azzurre per Parigi
CUNEO (ITALPRESS) – Il direttore tecnico della sezione di artistica femminile Enrico Casella ha scelto la rosa dell’Italdonne ai prossimi Giochi Olimpici, in Francia. Alle prime tre all arounder degli Assoluti di Cuneo, Alice D’Amato, Manila Esposito ed Elisa Iorio, tutte agenti delle Fiamme Oro, si aggiungono il neo caporal maggiore dell’Esercito Italiano Angela Andreoli e la poliziotta bergamasca Giorgia Villa. Rimane fuori, purtroppo, Martina Maggio, attualmente riserva a Brescia. Con il dtn e il capomissione Roberto Pentrella partiranno per Parigi Bercy anche i tecnici Monica Bergamelli e Marco Campodonico. La squadra delle Fate, che farà il suo esordio in qualifica il 28 luglio, sarà così composta dalla campionessa italiana assoluta, alla sua seconda partecipazione olimpica dopo Tokyo 2021, e da quattro esordienti, di cui due del 2006. Manila Esposito sarà la più giovane di tutta la missione della ginnastica, inclusa la ritmica, mentre Nicola Bartolini, classe 1996, è il più anziano. L’avventura a cinque cerchi delle azzurre dei grandi attrezzi inizierà così da domani, quando il Coni ufficializza l’intera delegazione guidata dal segretario generale Carlo Mornati. Per la FGI sarà la prima volta, da Pechino 2008, senza Vanessa Ferrari.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Alice D’Amato si conferma campionessa italiana assoluta di artistica
CUNEO (ITALPRESS) – Alice D’Amato si conferma campionessa italiana assoluta di artistica femminile. La fata genovese, classe 2003, aggiunge il totale di 56.700 al 57.200 di venerdì e dopo aver dominato anche l’all-around di gara 2 con il totale di 113.900 si tiene al collo l’oro di Padova 2023. Con la sua doppietta l’agente delle Fiamme Oro eguaglia la sorella gemella Asia che si era laureata regina nel 2019 e 2020. Al secondo posto la stella continentale di Rimini Manila Esposito che con 111.300 prevale per meno di un punto sulla collega poliziotta Elisa Iorio. Al quarto posto una strepitosa Giorgia Villa, ai piedi del podio cuneese con il personale di 109.150. Quinta con un 106 tondo la numero uno del 2022 Martina Maggio, mentre il futuro caporale dell’Esercito Angela Andreoli chiude il sestetto dell’Accademia Internazionale di Brescia a quota 105.250.
Sotto gli occhi di Vanessa Ferrari, si sono poi completati anche i podi delle singole finali di specialità. Irene Lanza, tesserata Futuregym 2000 e allenata a via Ovada, a Milano, da Paolo Bucci e Tiziana di Pilato, conquista il titolo al volteggio con le media di 13.400 nel primo giorno e di 13.350 oggi, per un totale di 26.750. Seconda piazza per Alessia Guicciardi della Biancoverde Imola con 25.525. Bronzo per Nunzia Dercenno della Ginnastica Salerno (25.475). Alice D’Amato vince anche l’oro alle parallele asimmetriche (29.500), nelle quali è la migliore del Vecchio Continente da due edizioni europee consecutive, e con quello alla trave dove con 28.650 tiene a distanza Villa (28.250) e l’accoppiata pari merito a 27.950, Esposito e Giulia Perotti. Sugli staggi la bionda ligure ha la meglio su una Iorio in grande forma e seconda con 29.200 e su Giorgia Villa, bronzo con 28.700 e protagonista di una prestazione sfarzosa. Al corpo libero il testa a testa è tra le più giovani del gruppo. Entrambe del 2006, Angela Andreoli si fa preferire con 27.750 su Manila Esposito, dietro di quattro decimi su due esecuzioni, a 27.350. Sul gradino più basso l’onnipresente D’Amato (27.300), che per 50 millesimi non strappa l’argento alla partenopea. A premiare in questa lunga giornata di gare sono stati il vicepresidente della Federazione Ginnastica d’Italia, Valter Peroni, l’assessore allo Sport della Città di Cuneo, Valter Fantino, il presidente del Comitato Regionale FGI Piemonte e Valle d’Aosta, Angelo Buzio, la delegata Coni Piemonte, Claudia Martin, l’Assessore alla Montagna della Regione Piemonte, Marco Gallo. “Non potevamo festeggiare meglio il 50° anniversario di Cuneoginnastica – ha dichiarato il presidente del Comitato organizzatore, Claudio Adinolfi – E’ stato un evento straordinario, dal livello tecnico altissimo che ha emozionato tutti quanti. Il pubblico ha risposto in modo entusiasmante e sono contento che tanti e tante giovani abbiano potuto vedere dal vivo i loro beniamini e beniamine, avvicinandosi meglio a questa disciplina. Siamo grati alla Federazione Ginnastica d’Italia per aver creduto in noi, così come le istituzioni e i nostri partner. La squadra di volontari e la macchina organizzativa è entusiasta ed ormai rodata, siamo disponibili e speriamo che la Federazione possa presto affidarci un evento ancora più prestigioso il prossimo anno”. In occasione delle premiazioni femminili, a fine giornata è stato poi assegnato il Premio Dora Cortigiani alla campionessa assoluta, in ricordo del grande impegno che la giudice internazionale, prima atleta e tecnica, ha sempre profuso per la ginnastica artistica. Inoltre, ha ricevuto un premio speciale dal Comitato Regionale FGI Piemonte e Valle d’Aosta anche la giovane atleta piemontese Giulia Perotti, per celebrare il suo secondo piazzamento agli Europei junior.
– foto Simone Ferraro/ufficio stampa Federginnastica –
(ITALPRESS).









