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AI MONDIALI ORO A NIKITA NAGORNYY

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Nikita Nagornyy dopo quello europeo conquista anche il titolo mondiale, vincendo la finale All Around di artistica maschile con il totale di 88.772. Il ventiduenne di Rostov ha battuto di oltre un punto e mezzo il connazionale Artur Dalaloyan, campione uscente di Doha 2018 e argento a Stoccarda con il punteggio complessivo di 87.165. Terzo il vice campione olimpico di Rio de Janeiro, l’ucraino Oleg Verniaiev che con 86.973 lascia giù dal podio Ruoteng Xiao. Il cinese fermo a 86.690 rimane ancora una volta beffato, dopo aver perso il titolo, lo scorso anno in Qatar, malgrado l’ex aequo con Dalaloyan, sciolto a favore di quest’ultimo. Diciassettesimo con 81.898 l’unico italiano in gara, il bustese Ludovico Edalli. L’aviere dell’Aeronautica militare già qualificato per i Giochi di Tokyo 2020, riesce a migliorare il proprio ranking rispetto al torneo di ammissione, dove era giunto venticinquesimo con il personale di 81,698.

Dopo il successo a squadre, quella di Nagornyy, bronzo nel 2018, è il secondo oro maschile per la Russia, il quarto podio considerando anche il bronzo in campo femminile di Angelina Melnikova. Domani inizia la due giorni delle finali per attrezzo, si comincia con corpo libero maschile, cavallo con maniglie e anelli, volteggio femminile e parallela asimmetrica (diretta Rai Sport dalle 15.55 alle 19.40). Nella gara agli anelli l’aviere Marco Lodadio, bronzo a Doha, qualificatosi con il quinto parziale proverà a difendere il suo piazzamento sul podio e a conquistare uno dei tre pass olimpici disponibili.

BILES ORO NELL’ALL AROUND, VILLA CHIUDE 16^

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Simone Biles non si ferma più. La 22enne di Columbus, dopo l’oro a squadre di martedì conquistato insieme alle connazionali Sunisa Lee, Eaker Kara, Grace Mc Callum e Jade Carey, si aggiudica anche il titolo individuale All Around con il punteggio di 58.999 ai Mondiali di Stoccarda. La stella americana dopo aver stabilito il record di medaglie iridate, superando la russa Svetlana Khorkina, con il 22^ piazzamento sul podio (16 ori) si avvicina sempre di più al primato ginnico di tutti i tempi, ancora detenuto da Vitaly Sherbo, fermo a quota 23. Alla Biles basterà un altro successo in una delle quattro finali per attrezzo in programma nel fine settimana – ha il miglior parziale a trave e corpo libero, il secondo al volteggio, staccata di un millesimo dalla Carey nella media dei due salti, e il settimo alle parallele – per diventare leggenda. Intanto nel concorso generale odierno la Biles ha fatto il vuoto, conservando il titolo di Doha 2018. Argento per Xijing Tang, che con 56.899 stempera un po’ la delusione cinese per il quarto posto a squadre. Terza la russa Angelina Melnikova con 56.399. Per Giorgia Villa ed Elisa Iorio, due delle Fate dell’Italdonne protagoniste del bronzo a squadre assieme alle gemelle D’Amato, Alice e Asia, e a Desiree Carofiglio, la finale a 24 ha rappresentato l’esordio tra le grandi etoile della disciplina. Entrambe classe 2003, giovanissime, si sono misurate senza timori reverenziali, piazzandosi rispettivamente al 16^ e al 24^ posto. La stella di Ponte San Pietro ha pagato due errori molto simili sulle piroette in accosciata, la doppia alla trave e la tripla al corpo libero, e il 54.232 conclusivo non rispecchia il suo reale valore. Sulla carta infatti il suo potenziale tecnico da 56 punti e mezzo le avrebbe garantito un posto sul podio. Sfortunata anche la modenese, infortunatasi alla caviglia sinistra. Prontamente assistita dal dottor Matteo Ferretti e dal fisioterapista Salvatore Scintu, sembra trattarsi di un leggero trauma distorsivo. Il dtn Enrico Casella, d’accordo con lo staff medico, ha comunque preferito non rischiarla alla parallela asimmetriche, nell’ultimo attrezzo. Ecco dunque il perché del 38.798 e dell’ultima piazza. Domani sarà il turno dei maschi, con l’aviere dell’Aeronautica Militare Ludovico Edalli, già qualificato per Tokyo 2020, unico rappresentante italiano in gara.

TECCHI “EPPURE CI CREDEVO NELLE FATE AZZURRE”

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“Eppure ci credevo”. Gherardo Tecchi, presidente della Federazione italiana ginnastica, ispirato dal bronzo a squadre delle azzurre ai Mondiali in terra di Germania, rivela speranze nascoste e delusioni, fatiche passate e progetti, e poi tanti altri sogni da realizzare. Tutto parte da lì, dall’impresa della squadra femminile, insieme a potenze come Stati Uniti e Russia sul podio dal quale ha scalzato nientemeno che la Cina. “Dico la verità – spiega Gherardo Tecchi sul sito della Federginnastica-: la speranza del podio no, ma di un posto nella metà alta della classifica ero convinto. E poi, una volta in quella posizione, tutto può succedere. La trave, per fare un esempio, ha già dimostrato tante volte che qualsiasi risultato diventa possibile per via della tensione nervosa e della difficoltà dell’attrezzo, lì conta l’esperienza, ma anche il coraggio, la voglia di far bene. Le nostre ragazze avevano già dimostrato in passato e anche qui a Stoccarda in qualifica di avere le carte in regola per un ottimo risultato. Il bronzo è stata la ciliegina sulla torta, forse inaspettato, ma sicuramente meritatissimo”.
La sensazione di sorpresa si attenua molto quando si va a ricordare il momento più difficile e drammatico della finale, quello in cui tutte le speranze, tutti i sogni sembravano sul punto di frantumarsi. Elisa Iorio deve prendere almeno 11.367 punti per tenere a distanza la Cina e conquistare la medaglia di bronzo. Sale sulla trave e cade. Parte già con un punto in meno di penalizzazione, ma Elisa Iorio resta in piedi e Tecchi ne è ammirato: “Qualunque altra atleta, persino la più forte del mondo, in quel momento avrebbe avuto un crollo nervoso e sarebbe caduta altre quattro volte. Lei no. Ha fatto vedere quanto è forte, quanto sia fantastica questa squadra composta da giovanissime, tutte sotto i 17 anni tranne una, che si sono dimostrate speciali, che possono farci sognare”. E’ un risultato che, naturalmente, non arriva dal nulla, ma ha ragioni precise e profonde. Il presidente Tecchi tiene a mettere in luce il lavoro di una squadra che, oltre ad atleti e atlete, comprende tante persone: tecnici, medici, psicologo, massaggiatore, dirigenti.
“Il ct Enrico Casella ci ha regalato qualcosa di inimmaginabile. Lui e tutti i suoi collaboratori sono un gruppo eccezionale, come i tecnici Marco Campodonico, Monica Bergamelli, Tiziana Di Pilato, lo psicologo Mauro Gatti, il fisioterapista Salvatore Scintu, il medico Matteo Ferretti, la Biotecna del professor Boschino, tutti i dirigenti che contribuiscono a creare un ambiente in cui gli atleti e le squadre crescono benissimo”. Rimane solo un rammarico, quello della mancata qualificazione della squadra maschile all’Olimpiade di Tokyo 2020. Anche in questo caso, però, a dispetto del risultato, i segnali positivi sono numerosi. “Gli uomini sono stati sfortunati – fa notare Tecchi -, anche per la non felice posizione nel turno di qualifica, “a freddo” proprio all’inizio, per poi ritrovarci ad appena mezzo punto dal dodicesimo posto che sarebbe valso il viaggio a Tokyo. In pratica abbiamo perso 5 centesimi in ogni esercizio rispetto al punteggio che ci avrebbe fatto qualificare, una cosa assurda. Questo gruppo meritava l’Olimpiade, i ragazzi sono stati splendidi. Ma accettiamo il verdetto e impariamo, infatti tutto questo non inficia il lavoro che è stato fatto dopo i Mondiali di Glasgow 2015, quando siamo ripartiti con i più giovani e abbiamo ricreato il settore maschile, i risultati si sono già visti e ne avremo ulteriori conferme. I prossimi mesi saranno importanti per riprendere la strada verso l’alto. Sono sicuro che questa squadra già agli Europei di Parigi dimostrerà il suo valore”.
La crescita tecnica, ovviamente, riguarda anche i singoli. “Intanto, spero tanto in una medaglia di Marco Lodadio agli anelli, se la merita e sarebbe una rivincita dopo la beffa a squadre”. Una parola anche per Giorgia Villa, che ha dimostrato grande maturità nella prova a squadre. “La caratteristica che più mi colpisce è la sua voglia di superarsi anche quando sbaglia. Questo la porterà lontano”. La crescita della Federazione è un argomento che non riguarda solo il presente e il futuro. Tecchi parte dalle fondamenta: “Stiamo celebrando i 150 anni di vita della ginnastica in Italia ed è giusto ricordare chi ha contribuito a far crescere questo sport e la Federazione, come il presidente Agabio, che mi ha preceduto. E poi c’è tanta commozione nel celebrare Bruno Grandi, che abbiamo nel cuore non solo noi italiani, ma anche i rappresentanti della ginnastica in tutto il mondo, come il presidente della Fig, Watanabe, e tutti i dirigenti mondiali. Grandi e Agabio hanno creato la base per l’attuale sviluppo della ginnastica italiana, noi dobbiamo proseguire su questa strada”.

Si parla di un progresso che deve riguardare tutti i protagonisti della ginnastica italiana. “Il nostro movimento è in evoluzione – conclude Tecchi -, con uomini, donne e ritmica che sono scuole consolidate, settori per i quali bisogna allargare sempre più il bacino di appassionati e praticanti, questo è fondamentale per il futuro. La ginnastica italiana crescerà ancora grazie allo sforzo di tutti e all’esempio che viene dai nostri 150 anni di vita. Il 23 novembre ci sarà il Gran Prix al Palalido di Milano, con esibizioni di artistica e ritmica e l’intervento di campioni stranieri, proprio per celebrare questa ricorrenza. Sarà una ulteriore occasione per rendersi conto di come la ginnastica sia stata importante nello sport e anche nella società italiana e come potrà continuare a esserlo per i prossimi 150 anni”.
(ITALPRESS).

BRONZO MONDIALE STORICO PER LE AZZURRE

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Bronzo storico a Stoccarda per la squadra femminile di ginnastica artistica. Dopo la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo, infatti, le Fate azzurre Giorgia Villa, Elisa Iorio, Asia ed Alice D’Amato (Brixia Brescia) Desiree Carofiglio (Fanfulla 1874), con la riserva Martina Maggio (Robur et Virtus) hanno portato all’Italia una storica medaglia che mancava da ben 69 anni. L’ultima, infatti, è stata vinta nel corso dei mondiali di Basilea nel lontano 1950.
Le azzurre hanno preceduto di un’inezia la Cina, quarta e medaglia di legno. L’oro è finito al collo degli Stati Uniti. Simone Biles e compagne hanno confermato il titolo di Doha 2018, terminando la prova con 172,330 punti e precedendo, come in Qatar, le rivali russe, ancora seconde con 166.529. A meno di due punti ecco l’Italia del DTN Enrico Casella. Le Fate si sono superate rispetto alla gara di qualificazione chiudendo con 164.796, oltre mezzo punto in più rispetto alle cinesi (164,230) che non scendevano da un podio iridato da tempo immemorabile. Nell’anno del 150° di fondazione della Federazione Ginnastica d’Italia, decana delle federazioni sportive italiane, arriva dunque la nona medaglia mondiale della storia dell’artistica femminile, la seconda di squadra. Un podio di gruppo, tra le donne, mancava dal bronzo di Basilea 1950 conquistato da Renata Bianchi, Licia Macchini, Laura Micheli, Anna Monlarini, Marja Nutti, Elena Santoni, Liliana Scaricabarozzi, Lilia Torriani.
“Queste ragazze sono delle combattenti – le parole del direttore tecnico Enrico Casella – semplicemente fantastiche. Abbiamo lottato dalla prima all’ultima rotazione. Avevo detto loro, nel riscaldamento, che questo risultato sarebbe stato possibile. Le ragazze non ci credevano. Quando ho visto che sugli spalti c’erano tante bandiere rosse bianche e blu dei tifosi degli Stati Uniti d’America, ho commentato che forse c’era troppo blu. Serviva il verde e il verde è arrivato. È stato emozionante salire sul podio e vedere sventolare il tricolore. Avrei voluto che una persona fosse presente qui, oggi, il presidente Bruno Grandi, scomparso solo qualche settimana fa. Una sua fotografia, regalatami dal suo successore a capo della FIG, Morinari Watanabe, è diventato il nostro portafortuna”. “Noi vogliamo dedicare la medaglia ai ragazzi della squadra maschile che sono rimasti di un soffio fuori dai Giochi Olimpici – ha aggiunto Asia D’Amato a nome di tutte le compagne – e ai nostri genitori, fondamentali nella vita di ogni atleta. E’ anche grazie a loro se siamo qui”. Un pensiero speciale poi è andato agli allenatori, Tiziana Di Pilato, Marco Campodonico e soprattutto Monica Bergamelli, che proprio qui a Stoccarda nell’edizione del 2007 ottenne un allora storico quarto posto di squadra insieme a Vanessa Ferrari.
“Mi dispiace per il mio errore alla trave – ha raccontato una Elisa Iorio in lacrime – pensavo di aver compromesso tutto. E invece adesso andremo alle giostre dell’October Fest a festeggiare, ovviamente brindando con una gazzosa”. Soddisfattissimo anche il Presidente FGI Gherardo Tecchi, che ha ricevuto i complimenti del numero uno del Coni Giovanni Malagò. Ma non è finita qui perché c’è ancora la finale a 24 di giovedì con la Villa, stella di Ponte San Pietro, e la modenese Iorio – entrambe classe 2003, come le gemelline di Genova, le bionde D’Amato – che proveranno a lasciare il segno come fece la Ferrari, nello stesso impianto, dodici anni fa, conquistando un bronzo All Around individuale.

L’ITALDONNE CADE DALLA TRAVE MA VOLA A TOKYO

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Per Giorgia Villa e compagne missione compiuta. L’obiettivo di strappare il biglietto per i prossimi giochi olimpici di Tokyo è stato colto con largo margine, anche se tutto, durante la competizione non è filato liscio come sarebbe dovuto. Per tre quarti di gara il team diretto da Enrico Casella, accompagnato in pedana da Monica Bergamelli, con Marco Campodonico e Tiziana DI Pilato a bordo campo, ha tenuto testa alle più quotate avversarie di questo mondiale che si sta rivelando di altissimo livello. Discreta la prova della nazionale al corpo libero, l’attrezzo con cui le azzurre hanno incominciato questa attesissima rassegna iridata. Qualche piccola sbavatura ma il 38.700 conquistato dalla Villa, Elisa Iorio, Asia D’Amato e Desiree Carofiglio è stato sufficiente per rimanere nelle primissime posizioni della graduatoria provvisoria. Al volteggio e alle parallele asimmetriche, autentici cavalli di battaglia delle azzurrine, il team italiano vola al terzo posto della classifica parziale, dietro solamente a Cina e Francia.

Alla trave però ecco il patatrac! Mettono i piedi per terra, in rapida successione, la Villa, Asia D’Amato ed anche la Carofiglio, facendo davvero temere il peggio per una competizione che andava complicandosi, e non poco. A vestire i panni della salvatrice della Patria ci ha pensato una stoica Elisa Iorio, che eseguendo un esercizio di qualità ha permesso alla nazionale italiana di superare Germania e Belgio, anche se la Gran Bretagna ci è stata superiore per 32 millesimi di punto. Al momento attuale, alla conclusione dell’ottava suddivisione, le Fate occupano la sesta posizione di classifica, piazza che difficilmente sarà utile per entrare fra le migliori otto nazioni che disputeranno la finale a squadre. Davanti alle azzurre ci sono attualmente Cina, Francia, Canada, Olanda e Gran Bretagna, mentre fra le nazioni più pericolose devono ancora esibirsi Stati Uniti, Russia, Giappone e Brasile.

FGI IN UDIENZA PRIVATA DA PAPA FRANCESCO

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Papa Francesco prende il nastro dalle mani della capitana delle Farfalle Alessia Maurelli e, sotto lo sguardo divertito del Presidente Tecchi e della DTN GR Emanuela Maccarani, mette in mostra un ottimo maneggio. Questa è forse l’istantanea più bella dell’udienza privata che il Santo Padre ha concesso alla Federazione Ginnastica d’Italia per festeggiare il 150° di fondazione della decana delle Federazioni Sportive riconosciute dal Coni. Una folta rappresentativa della FGI – guidata dal Presidente Gherardo Tecchi, con il suo collega della Federazione Mondiale, il membro Cio Morinari Watanabe, il Segretario Generale FIG Nicolas Buonpane, il numero uno della Ginnastica Europea Farid Gayibov, il Presidente del Coni Giovanni Malagò, il Presidente onorario del nostro sodalizio Riccardo Agabio, il Consiglio Direttivo Federale, con i due Vice Presidenti – il Vicario Valter Peroni e Rosario Pitton – il Segretario Generale FGI Roberto Pentrella, la Consulta dei Presidenti Regionali, il Collegio dei Revisori dei Conti, i Team Manager delle Sezioni olimpiche e il Presidente della RSGT, la più antica società sportiva italiana, Emanuele Lajolo di Cossano – è stata ricevuta questa mattina dal Pontefice nella Sala del Concistoro, in Vaticano. Presente anche il Prefetto della Casa Pontificia, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Georg Ganswein. Tanti anche i campioni di Ginnastica. Con il cinque volte olimpionico Franco Menichelli (oro al corpo libero, argento agli anelli e bronzo alle parallele pari a Tokyo 1964, nonché bronzo al corpo libero e a squadre a Roma ’60), c’erano il bronzo agli anelli di Londra 2012, il sergente dell’Aeronautica Militare Matteo Morandi, i due caporal maggiore dell’Esercito Italiano Vanessa Ferrari e Lara Mori, la capitana della Squadra Nazionale di Ritmica Alessia Maurelli con la compagna del Gruppo Sportivo di Vigna di Valle Alexandra Agiurgiuculese, la coppia due volte iridata dell’Aerobica, Michela Castoldi e Davide Donati, la trampolinista Costanza Michelini e le due giovani promesse dell’Artistica maschile Lay Giannini e Lorenzo Casali. L’individualista dei piccoli attrezzi ha fatto dono al Papa di una palla con i colori giallo e bianco del Vaticano, realizzata per l’occasione, insieme al nastro, dalla ditta PastorelliSport.  “La palestra, il luogo fisico in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze trascorrono molto tempo della loro giovinezza – ha illustrato Tecchi nel suo saluto ufficiale – guidati con dedizione dai loro allenatori e sostenuti nel cammino, con pazienza, dalle loro famiglie, è, per noi, anche palestra di vita. Un grande lavoro devono fare, su se stessi, gli atleti,  nell’accettazione della volontà di Dio, affinché la sconfitta diventi occasione per interrogarsi su come operare ancora meglio, per poter apprendere di più, e non disfatta; affinché la vittoria sia momento di gioia piena, da condividere con tutti i soggetti che hanno contribuito a costruirla, e mai fonte di superbia o desiderio di rivalsa”. “Ringrazio il presidente per le sue parole – ha risposto Sua Santità – La presenza delle associazioni sportive nella società non è solo funzionale ad organizzare l’attività sportiva. Esse sono chiamate a favorire una mentalità che, attraverso lo sport, promuova lo sviluppo integrale della persona umana e l’amicizia sociale. Si tratta di intendere e vivere la pratica sportiva non soltanto come fonte di benessere fisico ma come ideale di vita coraggioso, positivo e ottimista. In questo senso lo sport diventa esperienza formativa che aiuta soprattutto le nuove generazioni a coltivare i valori della vita: lealtà, giustizia, culto della bellezza, della volontà, della ricerca della libertà e della solidarietà. Ai nostri giorni il sistema dello sport appare a volte condizionato da logiche di profitto e, purtroppo, anche da atteggiamenti violenti. Quando sopraggiungono questi atteggiamenti è perché manca la dimensione amatoriale dello sport. Quando lo sport perde questa dimensione vengono fuori atteggiamenti che abbassano il livello dello sport stesso. Di fronte a questi aspetti negativi i dirigenti, animati dalla fede cristiana, possono testimoniare la forma umanizzante del Vangelo negli ambienti sportivi, contribuendo così a costruire una società più fraterna. È quello che auguro anche a voi in questo anniversario: che possiate vivere sempre lo sport senza perdere l’ispirazione amatoriale. Questo vi aiuterà ad affrontare le gare della vostra vita con coraggio, umiltà e gioia. Affido al signore la vostra federazione, vi benedico e vi chiedo di pregare con me”. Dopo la benedizione apostolica il Presidente della FGI ha fatto omaggio al Pontefice del libro e di una medaglia commemorativa del 150° con il logo ufficiale, il nome di Papa Francesco e l’incisione dell’incipit dell’Ave Maria, realizzata da Michele Sessa di Mikelart. 

DOMENICA A ROMA LA GYMNAESTRADA DEI 150 ANNI FGI

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Domenica 29 settembre, nell’incantevole cornice di Via dei Fori Imperiali, a Roma, andrà in scena la Gymnaestrada dei 150 anni della FGI. Una passeggiata nella storia, in uno dei siti archeologici più importanti al mondo, con la Federazione Sportiva dalla storia più antica. Dalle 10.00 alle 18.00, oltre 2.500 iscritti provenienti da tutta Italia, in rappresentanza di moltissime società affiliate, si alterneranno sui sette campi appositamente allestiti per le attività di Artistica, maschile e femminile, Ritmica, Acrobatica aerea, Parkour, TeamGym e Ginnastica per tutti. Grande attesa per le esibizioni delle rappresentative nazionali azzurre, a cominciare dalle Farfalle di Emanuela Maccarani reduci dal bronzo ai Mondiali di Baku. Previste anche delle sessioni dedicate a coloro che vorranno mettersi alla prova nelle varie discipline ginniche, sotto la supervisione di tecnici federali. L’ingresso è libero. Venerdì 27, inoltre, dalle 18:00 alle 21.00, si terranno, presso il Salone d’Onore del Coni, le premiazioni del Comitato FGI Lazio agli atleti, tecnici e dirigenti che, partendo dalla regione, hanno portato lustro internazionale all’intero Paese. Sabato 28, infine, il Santo Padre riceverà in udienza privata una delegazione della Federazione Ginnastica d’Italia guidata dal presidente Gherardo Tecchi.

FEDERGINNASTICA IN LUTTO, È MORTO BRUNO GRANDI

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È morto nella notte, all’età di 85 anni, Bruno Grandi, presidente onorario della Federginnastica. Nato a Forlì il 9 maggio 1934, è stato per 23 anni, fino al 2000, presidente della FGI. Fra il 1998 e il 1999 è stato presidente reggente del CONI; poi è stato componente italiano del CIO dal 2000 al 2004. Dal 1996 al 2016 è stato anche presidente della Federazione mondiale di ginnastica. “Un dolore immenso per tutta la famiglia italiana e mondiale della ginnastica. Va ricordato come un grande amico e un grande uomo di sport… un personaggio unico”: questo il cordoglio del presidente della FGI, Gherardo Tecchi.
“Lo sport italiano è in lutto per la scomparsa di Bruno Grandi, raro esempio di competenza e umanità al servizio del movimento. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, unendosi al cordoglio della famiglia ed esprimendo la vicinanza dello sport italiano, ha disposto le bandiere a mezza asta per onorare la memoria di un grande personaggio, che ha dato lustro al movimento con la sua mirabile attività dirigenziale”, ha scritto il Comitato Olimpico Nazionale Italiano. A ruota, lo stesso Malagò ha affermato: “Bruno è stato un maestro, un grande uomo di sport. Ci ha insegnato a difendere il Coni e l’ordinamento sportivo: l’ho sentito a fine agosto e mi ha incoraggiato ad andare avanti”.
— Credit photo: Minkus/FIG —

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