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LA VIA: “GRECIA USCITA DA CRISI GRAZIE A FAMIGLIA EUROPEA”

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“L’uscita della Grecia dal programma di sostegno segna il successo della politica sociale dell’Unione europea, che ha dato concretezza e sostanza ai principi e ai valori sociali e umanitari su cui si fonda. La testimonianza del primo ministro Alexis Tsipras, intervenuto questa mattina al dibattito in aula sul futuro dell’Unione, dimostra che il Paese, provato da una crisi lacerante, è uscito dal baratro. Ma lo sforzo e il sacrificio vanno riconosciuti innanzitutto al popolo greco, quindi alla ‘famiglia europea’, perché tale si è dimostrata, non voltando le spalle a un paese dilaniato da anni di politiche scellerate che hanno ridotto in totale povertà il tessuto economico del Paese, e dalla diffusa e tentacolare corruzione che inquinava il sistema”. Cosi’ l’europarlamentare di Fi, Giovanni La Via, membro del Partito Popolare Europeo.

“La Grecia – aggiunge – era un Paese ai margini dell’asfissia economica, e quando il resto del mondo gli ha girato le spalle, la famiglia europea, lo sottolineo, si è mobilitata per garantire il sostegno che l’ha rimessa in piedi”.

“Tsipras sposta l’attenzione dal fondamentale contributo dell’Europa alle presunte vincenti strategie messe in campo dal suo Paese, certamente determinato a dare una svolta positiva, e certamente protagonista di una rinnovata e più equilibrata gestione delle risorse, lo riconosciamo – sottolinea La Via -. Ma avremmo piuttosto apprezzato da parte del primo ministro, che si è autocelebrato elencando i successi del suo governo, una presa d’atto della realtà: è grazie alle politiche di stabilità se la Grecia è uscita dalla crisi. È grazie al lavoro e al sacrificio dei contribuenti europei se oggi siamo qui a parlare della crisi al passato. Non è certo l’Europa dei tecnocrati, secondo un’espressione di Tsipras, quella che ha sposato la causa greca, ma è quella delle istituzioni, e dei cittadini, che promuovono la solidarietà, l’umanità, il sostegno ai più deboli. I passi avanti fatti dalla Grecia per esempio in materia di lavoro, con l’indice di disoccupazione scesa al 7%, e sul piano dei diritti individuali, sono ineludibili, ma le criticità restano”.

“Preoccupa, per esempio – prosegue La Via -, che a un mese dall’uscita dai programmi di sostegno, i mercati non manifestino fiducia nelle politiche economiche. Guardare avanti, e non commettere gli errori del passato. Lo ha detto Tsipras, lo ribadiamo noi. Quello dell’Unione europea, come ha ricordato oggi il presidente Tajani, determinata a dare un ruolo di primo piano al suo Parlamento, collocandolo al centro del confronto, è un cammino a tratti in salita. L’affermazione dei populismi e degli estremismi, il dramma dei profughi, per il quale serve una soluzione europea, tanto più alla luce dei recenti risultati elettorali in Europa, e in vista delle prossime elezioni di maggio, sono alcune delle sfide che ci attendono, prima fra tutte la necessita di creare nuova occupazione e crescita economica, e per le quali ci aspettiamo dal discorso di Juncker di domani un nuovo slancio, capace di stimolare un’azione concreta in risposta alle priorità e ai bisogni dei nostri cittadini”, conclude l’eurodeputato.

LA VIA: “TUTELARE DIRITTO D’AUTORE”

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“Le grandi piattaforme informatiche, come Google, nel momento in cui andranno a scaricare contenuti dovranno pagare al fornitore del materiale”. Lo ha afferma l’eurodeputato del Partito Popolare Europeo Giovanni La Via, in occasione del voto a favore della direttiva sul copyright e sulla tutela del diritto d’autore tenuto oggi nella sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

“Da una parte – prosegue La Via – c’è chi vuole la rete totalmente libera, acquisendo tutto online senza pagare, dall’altra chi dice che la produzione di contenuti ha dei costi”.

La direttiva va verso la seconda linea di pensiero e quindi a tutelare e a premiare il lavoro dei creativi: “Chi ha realizzato un testo, un libro, un’opera d’ingegno è giusto che venga pagato e non che la piattaforma virtuale lucri pubblicità utilizzando un prodotto proveniente da un altro”, ha precisato l’eurodeputato.

Il voto a favore  è “un passo in avanti”, secondo La Via, perché “riconosciamo un proprio ruolo e una propria specificità all’industria creativa che rischia di scomparire se fosse andata in porto l’altra soluzione”.

LA VIA “SU EMISSIONI AUTO SERVONO INTERVENTI GRADUALI”

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L’Europa si dà battaglia su numeri e percentuali: da qui comincia la sfida per il futuro a medio termine per l’ambiente e la salute dei cittadini europei, ma anche sul futuro dell’industria europea. A Strasburgo l’Europarlamento riunito in plenaria si è espresso sul testo licenziato dalla Commissione per l’Ambiente che aveva visto al rialzo la proposta della Commissione europea, “correggendola” secondo parametri più ambiziosi entro il 2030, con l’obbligo per le case automobiliste di ridurre le emissioni di CO2 delle nuove auto del 45%, contro il 30% proposto dalla Commissione. E la plenaria ha fatto solo un leggero passo indietro attestandosi al 40% entro il 2030, approvato dai Deputati non senza divisioni, visti i soli 389 voti a favore, a fronte di 239 contrari e 41 astenuti.

“Ho votato contro il provvedimento, perché ritengo il livello di ambizione troppo elevato. Occorre certamente intervenire sulle emissioni dei mezzi su strada attuando una politica volta alla transizione ai veicoli ad emissioni zero, ma essa deve avvenire in modo graduale. Serve una politica in grado di tutelare la salute del pianeta e dei cittadini, con strategie mirate di adeguamento e riconversione ma senza strappi e interventi drastici,  solo così saremo capaci di centrare gli obiettivi ambientali evitando al contempo di danneggiare fortemente l’industria automobilistica – che da sola rappresenta 12 milioni di posti di lavoro – e colpire quindi i livelli occupazionali, già messi a dura prova dalla crisi”, commenta l’eurodeputato Giovanni La Via, di fatto esprimendo il convincimento sulla linea adottata dal suo gruppo, il Ppe, che invece aveva presentato un emendamento di compromesso volto a portare la soglia delle quote di emissioni al 35% entro il 2030.

“Una posizione comunque ambiziosa, perché superiore alla proposta dell’esecutivo, ma equilibrata, che sconfessa la contrapposizione ambiente-sviluppo, cavallo di battaglia di chi oggi ha rappresentato la maggioranza, irrigidita su posizioni che se portano vantaggi da una parte, creano disastri dall’altra”, commenta La Via. Il settore dei trasporti incide sensibilmente sull’inquinamento ambientale, e dal 90 ad oggi è in costante aumento. “L’Europa – spiega La Via – incide per il 10%, ed esporta per 34 miliardi di euro, dati che devono indurre ad una seria riflessione”. E conclude, “Sono certo che durante i negoziati con il Consiglio ci sarà margine per optare per scelte coraggiose e responsabili, mantenendo posizioni equilibrate, a tutela della salute, dei cittadini, dei lavoratori e dell’industria. Un esercizio non facile, ma a cui siamo chiamati ad esprimerci entro la fine della legislatura”.

 

DIRETTIVA ACQUE AL VOTO, INNALZATI I LIMITI DEL BORO

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“L’acqua, patrimonio comune. Diritto di tutti. Dopo anni di battaglie in Parlamento, oggi si registra una vittoria che va verso l’affermazione piena di suddetto principio: un più facile e largo accesso all’acqua, favorendo al massimo l’utilizzo dell’acqua potabile del rubinetto – dalle verificate qualità e proprietà organolettiche –  per ottenere un risparmio economico da parte dei consumatori – calcolato in 600 milioni di euro annui per le famiglie europee – e la riduzione dell’utilizzo della plastica. L’approvazione della relazione – adottata con 300 voti favorevoli, 98 contrari e 274 astensioni – prelude ai negoziati con il Consiglio, quando i ministri avranno stabilito la propria posizione”. Lo rende noto l’eurodeputato Giovanni La Via (Fi-Ppe), che di una battaglia per la Sicilia in particolare si fa portavoce, incassando “un risultato importantissimo soprattutto per il nostro territorio, e i paesi limitrofi dell’Etna in particolare”.

“La presenza del boro nell’acqua, in alcune zone come la nostra, particolarmente ricca per le caratteristiche strutturali delle rocce vulcaniche, e al di sopra della media europea, ha rappresentato un limite al consumo nonostante, entro una certa soglia, non comportasse rischi per la salute – spiega -. Un report dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) del 2009, forniva già un parere in merito, considerando sicuro un limite del boro a 2,4 mg/l. Una soglia troppo lontana da quella fissata nella sua proposta dalla Commissione europea, pari a 1 mg/l, che non ha rivisto i parametri nonostante le nostre richieste di innalzarli a 1.5 mg/l, quantità che l’EFSA ( Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha testato su gruppi vulnerabili, tra cui giovani fino a 14 anni, considerandola sicura”.

Dopo una prima bocciatura in Commissione Envi, oggi è arrivata l’approvazione in Parlamento dell’emendamento 180, che quindi sarà parte del testo negoziato con il Consiglio. “Sono molto contento per questo risultato, figlio di un lavoro iniziato due anni fa e grazie al quale acqua che prima era fuori norma, ora può essere tranquillamente consumata, senza rischi per la salute”, dice La Via.

“A Catania – conclude l’eurodeputato –  sono così 200 mila gli utenti che possono usufruirne: aumenterà quindi la disponibilità procapite, con un notevole risparmio sui costi di trattamento  del boro. Fatta salva la salute, i vantaggi sono considerevoli per i consumatori, che avranno accesso a un’acqua controllata e priva di rischi, in linea assoluta con le indicazioni dell’Efsa e dell’Oms, e con una contestuale riduzione dei costi a vantaggio delle famiglie”.

PLASTICA, LA VIA “ATTENTI ALL’AMBIENTE MA ANCHE AI LIVELLI OCCUPAZIONALI”

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“Contribuire a un ambiente più pulito nel rispetto dei posti di lavoro: l’europarlamento chiamato oggi al voto sulle strategie di riduzione della plastica si è espresso con un esito che mira ad ambiziosi risultati che però non devono trascurare l’aspetto occupazionale, esprimendo una posizione equilibrata e realistica, oltre un ambientalismo poco pertinente con la realtà, spesso spinto su posizioni estreme”. Cosi’ l’eurodeputato Giovanni La Via (Fi/Ppe).

“Sono d’accordo – spiega – sul divieto di alcuni oggetti, come le cannucce o i cotton fioc in platica, ritrovati spesso nelle spiagge, ma non concordo sulla decisione di vietare alcuni prodotti monouso come piatti e bicchieri, quando usati in circuiti chiusi, o in territorio con scarsa disponibilità di acqua. Alla fine il compromesso trovato riguarda solo i servizi effettuati nelle scuole e negli ospedali, fino al 2023, mentre sarebbe stato auspicabile che la deroga si estendesse a tutti i luoghi chiusi, in cui è presente un soggetto responsabile per lo smaltimento e il riciclo, considerato che in tutti questi casi non c’è rischio di inquinamento marino”.

“Adesso – prosegue La Via – puntiamo ai negoziati con il Consiglio, sperando che si arrivi ad alcuni correttivi che possano migliorare la posizione approvata oggi dal Parlamento Europeo. Le misure esageratamente restrittive, poiché l’inquinamento marino è determinato da questi oggetti monouso solo in minima parte, appaiono un limite troppo elevato rispetto agli obiettivi da raggiungere, un limite che può nuocere anche ai livelli occupazionali e alle nostre imprese leader nel settore, cosa che non dobbiamo consentire, attuando al contrario politiche moderne, che assicurino una transizione industriale e dei comportamenti. Buonsenso, prima di tutto”.

“Un risultato positivo arriva, invece – conclude La Via – con l’esclusione del divieto introdotto dalla relatrice belga Ries in aggiunta a quanto previsto dalla Commissione europea, per i sacchetti ultraleggeri. Una proposta che era in conflitto con la direttiva sui sacchetti di plastica da noi approvata nel 2015 sotto presidenza italiana, e che prevede la possibilità che essi siano inclusi in misure atte a ridurne il consumo e a misure economiche, come da noi in Italia, dove si pagano 2 centesimi, ma non vietati. Con il nostro emendamento si consente il loro utilizzo per ragioni igieniche”.

LA VIA: “EUROPA È UNICO FUTURO POSSIBILE”

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Il Ppe, con i suoi oltre 700 delegati al congresso di Helsinki, ha scelto il proprio Spitzenkandidat: la scelta come abbondantemente previsto è ricaduta, con 492 si 721 voti, sul capogruppo al Parlamento Europeo Manfred Weber, dato per favorito sul finlandese Alexander Stubb. “Con Weber che ci rappresenterà alle prossime elezioni per la successione a Juncker, il partito si è espresso in maniera compatta. E’ una scelta giusta, su un candidato giovane ma con la giusta esperienza. L’Europa deve tornare protagonista, in quella che sarà l’elezione europea più importante degli ultimi decenni, far fronte ai populismi e nazionalismi, dando messaggi chiari e risposte concrete, riappropriandosi di un ruolo centrale a cui in molti hanno attentato, in un processo che il Ppe intende invertire, restituendogli dignità, forte dei propri valori”, commenta l’eurodeputato Giovanni LA Via (FI\PPE) tra i delegati presenti nella capitale finlandese.

“Come ricordato dal presidente Berlusconi, condividendo il pensiero della delegazione di Forza Italia, l’Ue è fondata sui valori, sul rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza – aggiunge -. Weber dovrà rappresentare i principi a cui ci ispiriamo e concentrarsi sulle priorità fissate durante il dibattito ad Helsinki, che si tradurranno nel nostro messaggio elettorale ai cittadini, un messaggio che dovrà fornire risposte ai loro problemi, ma anche la visione di una speranza per il futuro. E’ dal rispetto di queste priorità, che si traducono in politiche efficaci ed equilibrate nei confronti di tematiche delicate come il lavoro e l’immigrazione – commenta l’eurodeputato – che si gioca il futuro dell’Unione. Weber, con il suo manifesto politico che abbiamo condiviso, rappresenta lo spartiacque tra la destra estrema, e le altre frange sovraniste e antieuropee, che snaturano la mission delle istituzioni, chiamate a rappresentare tutti i cittadini dell’Unione. Uno sbilanciamento rischioso, esorcizzato da una proposta seria e moderata, di cui il Ppe si fa motore e promotore per una Europa sempre più solida nei suoi pilastri: democrazia, giustizia sociale, solidarietà, dignità umana”.

“Già il metodo – evidenzia La Via – è una dimostrazione di apertura e trasparenza: mentre noi votiamo democraticamente in un confronto senza steccati e barriere, altri, vedi l’elezione del socialista Frans Timmermans, votano a porte chiuse. Il cambiamento comincia da qui”.

 

ENERGIA, LA VIA “COGLIAMO OPPORTUNITÀ DELLA NEW ECONOMY”

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Gli obiettivi sul clima fissati a Parigi sono più vicini e concreti. Con il pacchetto “Energia pulita” votato oggi in plenaria l’Europa sancisce l’impegno al raggiungimento di target ambiziosi ma realistici, frutto di lunghi negoziati: dal 2030 almeno il 32% del consumo energetico dovrà venire da fonti energetiche rinnovabili. L’efficienza energetica, entro il 2030, aumenterà del 32,5%: avendo a disposizione un’energia più efficiente, inoltre, i cittadini europei potranno vedere l’importo delle loro bollette ridursi sensibilmente.

La legislazione prevede la possibilità per le abitazioni di creare, immagazzinare e consumare più facilmente la propria energia pulita. Ciò si tradurrà in una riduzione delle emissioni di gas serra del 40%, come stabilito dalla conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Inoltre sarà istituita una nuova governance per realizzare l’Unione energetica e alcuni tipi di biocarburanti per le colture alimentari saranno eliminati e sostituiti con i biocarburanti di seconda generazione.

In questo quadro gli Stati saranno chiamati ad attuare politiche virtuose a beneficio dell’ambiente e della salute dei cittadini dell’Unione, lungo un percorso da cui non si può più tornare indietro, perché “il tempo è scaduto”, l’impatto delle emissioni ha raggiunto livelli di saturazione e i cambiamenti climatici hanno determinato stravolgimenti ambientali allarmanti, e con conseguenze irreversibili se non si cambierà rotta.

“La Cop 21 del dicembre 2015 – commenta l’eurodeputato Giovanni La Via (Fi – Ppe) – è un punto di non ritorno che richiama all’attuazione da parte degli Stati di azioni mirate al raggiungimento degli obiettivi fissati. L’Europa incide solo per il 10% delle emissioni mondiali, faremo la nostra parte ma non possiamo pretendere – spiega l’europarlamentare – di cambiare il mondo. Gli altri paesi, soprattutto quegli emergenti, devono seguirci. Il nostro contributo sarà costante e progressivo, una mission per un futuro green e in equilibrio con le esigenze del mercato e dell’occupazione”.

“L’Europa – dice La Via – sta fornendo risposte precise in questa direzione, allineandosi a una visione ecosostenibile del pianeta, rispettando i livelli occupazionali, anzi puntando alla creazione di nuovi posti di lavoro nella new economy”. Flessibilità e tutela dell’ambiente: questo il binomio da declinare in una dura battaglia per centrare gli obiettivi di efficienza energetica e sviluppo delle rinnovabili.

L’uso di energie da fonti rinnovabili contribuisce a incrementare l’indipendenza energetica dell’Ue, migliorando la sicurezza dell’energia e riducendo il livello di vulnerabilità nei confronti dei fornitori esterni di energia. “Bisogna favorire gli investimenti per decarbonizzare l’economia dell’Unione, così come sfruttare le stesse competenze tecnologiche con cui l’Europa ha sviluppato il settore”, conclude La Via, sottolineando l’opportunità che si apre con un processo di parziale conversione energetica, che richiede profili professionali specifici e innovazione.

AGRICOLTURA, LA VIA: “PIÙ TUTELE CONTRO PRATICHE SLEALI GDO”

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“L’accordo raggiunto tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione europea – in attesa di arrivare a piena attuazione con il voto formale in Parlamento e in Consiglio – è una vera conquista sul campo dei diritti degli agricoltori che adesso potranno avvalersi di strumenti reali ed efficaci contro le pratiche commerciali sleali lungo la filiera”. Lo dice l’eurodeputato Giovanni La Via (Fi/PPE) plaudendo alle misure concordate che “finalmente riconoscono le condizioni di svantaggio rispetto al sistema della gdo”.

L’aumento della soglia del fatturato, dai 50 ai 350 milioni, entro la quale le imprese agroalimentari godranno di effettiva tutela, con la possibilità per gli Stati membri di innalzarla, è, dice La Via, “un passaggio forte, una presa di posizione e di coscienza che vuole arginare un fenomeno purtroppo largamente diffuso, con gravi danni economici e morali per chi li subisce. I rapporti commerciali tra fornitori e acquirenti – aggiunge -dovranno essere scritti con la possibilità di denunciare eventuali anomalie”.

 

“Il raggio d’azione degli effetti del negoziato è stato ampliato in maniera esponenziale anche oltre i confini europei, nel caso in cui gli acquirenti risiedano in paesi terzi, così da evitare triangolazioni di centrali distributive che hanno sede legale in Stati extra-Ue – aggiunge -. Ancora, tra le pratiche vietate dalle nuove regole: la cancellazione last minute degli ordini, i ritardi nei pagamenti ai fornitori, e le modifiche unilaterali o retroattive dei contratti, la pubblicità sleale. Il Parlamento europeo, sotto la guida del relatore, il collega Paolo De Castro, ha raggiunto un risultato importantissimo, definendo misure concrete e armonizzate per mettere fine all’evidente squilibrio commerciale oggi esistente lungo la filiera alimentare e garantire un equo trattamento alle imprese. Era necessario stabilire regole e procedure in grado di garantire una catena di approvvigionamento alimentare più equa, e il Parlamento ha migliorato notevolmente la proposta originaria della Commissione, rendendola più efficace, eliminando gli ostacoli per le imprese e tutelando i consumatori, che potranno avere più fiducia nel mercato interno. La Pac- sottolinea l’eurodeputato- è l’unica vera politica comune dell’Unione, e come tale deve farsi garante contro ogni forma di discriminazione. L’accordo raggiunto – conclude l’esponente del PPE – è un fondamentale passo in questa direzione”.