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GIUNTA DICE ‘NO’ A RIPARTO CHE TOLGA ALLOGGI A REGIONE

Un  fermo “no” alle ipotesi di riparto, proposte dal Governo nazionale, sulle risorse destinate al Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Riparto che sottrarrebbe alla Basilicata, a vantaggio di altre regioni, diversi milioni di euro e 200 alloggi, ledendo il principio di leale collaborazione fra Stato e Regioni e compromettendo per molti cittadini lucani un diritto, quello alla casa, costituzionalmente garantito. Lo hanno ribadito, oggi in un incontro con i giornalisti, la vicepresidente della Regione Flavia Franconi e l’assessore alle Infrastrutture Carmine Miranda Castelgrande.

Nel ricostruire la vicenda, partita nel 2015, Castelgrande ha chiarito i termini della questione: sulla ripartizione della seconda trance dei fondi per l’edilizia popolare, oltre 321 milioni di euro,  lo scorso 26 luglio le regioni, dopo un lungo lavoro di mediazione, avevano raggiunto un accordo che prevedeva l’istituzione di un Fondo perequativo per soddisfare le esigenze sopravvenute dopo il rilievo del fabbisogno certificato del dicembre 2017.

 

“In base a tale accordo, accettato dalla Regione Basilicata, avremmo dovuto avere – ha spiegato l’assessore-  complessivamente 12.513.229,62 euro per intervenire su 525 alloggi. Le due ipotesi proposte ieri dal Governo, in sede di Conferenza unificata, bypassano quell’intesa, penalizzandoci e  riducendo, nella peggiore delle ipotesi,  i fondi per la Regione Basilicata  a 7,5 milioni di euro che si traducono in 319 alloggi, ben 206 in meno rispetto a quelli previsti dall’intesa di luglio “.

“Il Governo- ha concluso Castelgrande – ha ora 30 giorni di tempo per trovare un’intesa con le Regioni e mi auguro che nella prossima conferenza unificata, fissata per il 6 settembre, prevalga il buon senso, anche perché si tratta di un tema delicato che non riguarda solo il Mezzogiorno, ma coinvolge anche altre regioni del centro-nord, come il Lazio, il Molise, la Toscana ed il Piemonte”.

La vicepresidente Franconi, che ieri a Roma ha espresso il proprio formale dissenso sulle proposte del Governo, ha annunciato che, dopo aver contattato attraverso il proprio Capo di Gabinetto il Ministro del Sud, avvierà da subito una interlocuzione anche con Il Ministro delle Infrastrutture, al fine di chiarire ed instaurare una collaborazione fattiva. 

 

“E’ al prima volta – ha spiegato – che viene modificata un’intesa già raggiunta in sede di Conferenza Stato- Regioni; intesa ritenuta tra l’altro necessaria, in  base ad una sentenza della Corte Costituzionale, per qualsiasi atto successivo. L’auspicio è pertanto che si ritorni a privilegiare, come fatto finora, la sinergia istituzionale e che il Governo dimostri concretamente quella vicinanza al Mezzogiorno più volte professata. Le ipotesi proposte  penalizzerebbero la parte più debole del Paese, dove è superiore sia la povertà assoluta sia quella relativa”.

“Se il Governo dovesse ignorare i richiami al senso di responsabilità, persistendo nella strada intrapresa  – ha annunciato la vicepresidente Franconi- la Regione Basilicata non esclude di ricorrere al Consiglio di Stato”. 

 

RENDICONTO FINANZIARIO 2016, VIA LIBERA DA COMMISSIONI

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Le Commissioni permanenti del Consiglio regionale della Basilicata, riunite in seduta congiunta, hanno espresso parere favorevole a maggioranza, con quattro distinte votazioni, sul Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2016 della Regione Basilicata. Favorevoli al provvedimento i consiglieri dei gruppi Pd, Psi, Ri, Udc, Pp; contrari M5s, Romaniello (Gm) e Napoli.

Prima del voto i contenuti del Rendiconto, che passa ora all’esame dell’Aula per la definitiva approvazione, sono stati illustrati dal dirigente generale del Dipartimento Presidenza della Giunta, Vito Marsico, coadiuvato dalla funzionaria dell’Ufficio Bilancio Emilia Sarli. Marsico ha ricordato in particolare che il disegno di legge della Giunta prende atto delle prescrizioni riportate nel dispositivo del giudizio di parifica della Corte dei Conti, riguardanti essenzialmente le anticipazioni sulle missioni dei dipendenti (20 mila euro) e alcune somme relative alla spesa farmaceutica (10 milioni di euro), che sono state appostate in entrata e in uscita nel bilancio 2018. Con la delibera n. 1409/2017, il disavanzo di circa 38 milioni di euro (emerso a seguito dell’adeguamento della Regione ai rilievi della Corte dei Conti sul rendiconto 2015) è stato ridotto di circa 14,7 milioni di euro con l’utilizzo del fondo di accantonamento, e si è quindi rideterminato in 23,5 milioni di euro, che hanno trovato copertura nella legge di stabilità 2018.

Marsico e Sarli hanno inoltre spiegato che dei circa 200 milioni di residui attivi accertati, nel 2017 sono stati incassati 77 milioni e nel 2018 59 milioni. E’ stata inoltre inviata una nota ai Ministeri interessati, con la quale si chiede di riscontrare la sussistenza degli altri residui attivi. Marsico ha detto infine che la Giunta sta lavorando al consuntivo del 2017, con l’intento di approvarlo all’inizio di settembre per poter portare in Consiglio regionale una seconda legge di variazione al bilancio di previsione 2018 che potrebbe tener conto dell’avanzo di amministrazione.

Marsico ha risposto inoltre ai quesiti del consigliere Perrino (riguardanti i residui attivi, i finanziamento degli extra Lea in sanità ed i mutui per il Programma operativo val d’Agri) e del consigliere Lacorazza, che ha sottolineato la necessità di prevedere anche nel bilancio 2018 le somme per i Comuni macrofornitori di acqua, in base a quanto previsto dal Programma speciale Senisese.
Nel rendiconto finanziario della Regione gli stanziamenti definitivi di competenza per l’esercizio 2016 ammontano a circa 3 miliardi e 888 milioni di euro: le entrate accertate nel 2016 sono pari a 2 miliardi e 99 milioni di euro, le riscossioni sono di 1 miliardo e 807 milioni di euro, i residui attivi della gestione di competenza ammontano a 292 milioni di euro (1 miliardo e 183 milioni comprese le somme degli esercizi precedenti); le spese impegnate nel 2016 ammontano a 2 miliardi e 118 milioni, i pagamenti sono pari a 1 miliardo e 883 milioni, i residui passivi sono pari a 234 milioni di euro (443 milioni di euro comprese le somme degli esercizi precedenti).

La composizione del risultato di amministrazione, quantificato in 616 milioni di euro, è stata rideterminata a seguito dei rilievi formulati dalla Corte dei Conti con la decisione sull’adeguamento del Rendiconto 2015 della Regione. Le variazioni apportate alla composizione del risultato di amministrazione 2016 riguardano la parte accantonata (che passa da 113 a 88 milioni di euro) e la parte vincolata (che passa da 526 a 574 milioni di euro).

“Le rettifiche apportate all’esito delle prescrizioni della Corte – si legge tra l’altro nella relazione al disegno di legge – hanno rideterminato gli stanziamenti, gli accertamenti, gli impegni, i residui di pari importo nelle entrate e nella spesa non modificando gli equilibri e i risultati finanziari ed economici approvati con la Dgr n. 1409 del 2017, nel rispetto dei generali principi di veridicità, trasparenza e attendibilità del Conto Consuntivo della Regione nell’ottica dell’adeguamento alle indicazioni della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti”.
Alla riunione delle Commissioni, oltre ai presidenti Lacorazza, Romaniello, Robortella e Giuzio, hanno partecipato i consiglieri Bochicchio (Psi), Spada (Pd), Galante (Ri), Perrino (M5s), Soranno (Pp), Mollica (Udc), Pace (Gm), Castelluccio e Napoli.

REGIONE ESTENDE “MARE SICURO” ALLA COSTA JONICA

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La Giunta regionale della Basilicata ha deliberato l’estensione dell’iniziativa “Mare Sicuro”, rientrante nell’ambito della Convenzione con i Vigili del Fuoco e già sperimentata con successo a Maratea, alla costa jonica.

“A seguito di risparmi economici individuati nell’ambito della Convenzione con i Vigili del Fuoco, abbiamo voluto estendere all’area del Metapontino il pattugliamento via mare della costa” ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, Carmine Miranda Castelgrande.
“Il progetto prevede l’avvistamento degli incendi costieri con tempestiva comunicazione alle strutture preposte allo spegnimento, la sorveglianza via mare effettuata tramite un’unità operativa costituita da un battello pneumatico di superficie, il pattugliamento con navigazione sottocosta utilizzando una moto d’acqua allestita per il soccorso con a bordo personale qualificato, la vigilanza dello spazio riservato alla balneazione.
I servizi di vigilanza a Maratea e sulla costa jonica – ha aggiunto l’assessore – saranno assicurati per 11 giornate ripartite tra fine settimana e giorni in prossimità di ferragosto”.

FILIERA CINGHIALE, BRAIA “CONTROLLI E TRACCIABILITÀ CARNI”

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“Igiene, tracciabilità, sicurezza. È un altro tassello importante per la costruzione di una vera e propria filiera, considerato che in ambito regionale è sempre più crescente l’interesse relativo alla lavorazione delle carni dei cinghiali abbattuti e destinate all’alimentazione umana. La carne di cinghiale e i prodotti derivati sono infatti un prodotto di nicchia, che può generare economia e sviluppo nei territori – come accade in molte altre regioni che hanno saputo trasformare un problema in opportunità – e che, quindi, va garantito e preservato da tutti i rischi sanitari”.
Lo dichiara l’assessore alle Politiche Agricole e Forestali della regione Basilicata, Luca Braia.

“La cattura, tra le strategie finalizzate a ridurre le densità della popolazione di cinghiale – prosegue l’assessore Braia – tra le tecniche di contenimento possibili e rese tutte operative con la possibilità di effettuare attività di controllo tutto l’anno, dopo l’approvazione avvenuta nei giorni scorsi del piano per il contenimento della presenza del cinghiale nelle aree protette della Basilicata da parte del Dipartimento Ambiente, è certamente la più efficace in rapporto allo sforzo profuso (rapporto ai costi-benefici) e che offre i migliori vantaggi dal punto di vista gestionale”.

“La Regione Basilicata – continua la nota – con questo provvedimento sistematizza e semplifica le fasi di gestione di capi e carcasse nelle fasi successive ad abbattimenti e catture al fine di garantire, per le carni di cinghiale, l’obbligo che tutti i capi abbattuti siano sottoposti al controllo per la ricerca delle trichine prima di essere destinati al consumo.
Grazie al lavoro congiunto per arrivare alla definizione con il dott. Gerardo Salvatore dell’ufficio Veterinario e Igiene degli alimenti del Dipartimento Politiche della Persona, che ringrazio per il lavoro svolto, abbiamo oggi le linee guida per lo spostamento dei cinghiali catturati e per la destinazione delle carni dei cinghiali abbattuti.

Vengono definiti gli adempimenti che gli Enti Parco, gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali devono assicurare sui cinghiali selvatici, al fine di monitorare lo stato sanitario della popolazione animale e, nel contempo, assicurare il garantire la salubrità delle carni e dei prodotti derivati. Vengono altresì definite le procedure operative che i Servizi Veterinari delle Aziende sanitarie della Regione Basilicata, gli Enti Parco, gli Enti gestori di strutture di cattura (Regione-Province-Atc) e i privati coinvolti devono rispettare dal momento della cattura dei cinghiali sino alla loro destinazione finale, prevista in Aziende agri-turistico-venatorie, allevamento o impianto di macellazione, al fine di arrivare al consumatore come prodotto del gusto lucano sicuro da ogni punto di vista”.

“Tutti i cinghiali abbattuti, nell’ambito delle modalità previste da norma, prima di qualunque trasferimento presso gli impianti di macellazione, Aziende agri-turistico-venatorie o allevamenti di fauna selvatica, vanno identificati, e fascettati con i sigilli identificativi forniti dagli Enti Parco/Atc – continua Braia –

Il campione delle parti di muscolo diaframmatico prelevato va conferito direttamente o per il tramite del Servizio Veterinario dell’Asl, all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio o ad altro laboratorio autorizzato per la ricerca di trichinella, senza costi per il cacciatore o il selecontrollore come da convenzione stipulata da questo Assessorato con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata. Selecontrollori e cacciatori hanno l’obbligo di partecipare ai corsi di formazione appositi, con relativo esame finale. I cinghiali possono essere inviati, vivi, in allevamenti autorizzati presenti nel territorio della Regione Basilicata. I cinghiali catturati possono essere movimentati dai chiusini di cattura previa identificazione, ove possibile, e verso impianti autorizzati, per essere in seguito macellati. Vanno – in tutti i casi – rispettate le regole per la preparazione, manipolazione e conservazione domestica delle carni, in caso di autoconsumo e per quelle destinate alla commercializzazione solo attraverso centri di lavorazione riconosciuti”.

“Definite, infine,  sempre nelle linee guida – conclude Braia – anche le modalità di somministrazione delle carni di cinghiale, previo controllo trichinella, per gli esercizi di ristorazione, aprendo ad alcune possibilità che potrebbero aprire a occasioni di valorizzazione e promozione del consumo di Cinghiale lucano”.

 

BASILICATA ATTRATTIVA, CIFARELLI “NUOVO BANDO PER COMUNI ESCLUSI”

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“Stiamo lavorando per pubblicare un nuovo bando, con caratteristiche leggermente diverse rispetto al precedente, che possa tenere conto di ulteriori risorse da mettere a disposizione delle amministrazioni comunali escluse”. Lo ha detto oggi, in Consiglio regionale, l’assessore regionale alle Politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca della regione Basilicata, Roberto Cifarelli, poco prima dell’approvazione da parte della massima assise territoriale lucana di un ordine del giorno del consigliere Piero Lacorazza sull’avviso “Basilicata attrattiva”. L’avviso pubblico – con una dotazione finanziaria di undici milioni di euro – ha l’obiettivo “di elevare l’attrattività del patrimonio culturale regionale attraverso interventi di valorizzazione dei beni archeologici, architettonici, artistici e monumentali”. Il primo agosto, il giorno dopo la pubblicazione delle graduatorie, i Comuni esclusi avevano chiesto “un immediato ravvedimento da parte del Dipartimento regionale per le Attività produttive per la riammissione nell’elenco dei Comuni ammessi a valutazione a seguito delle istanze di riesame proposte dagli esclusi al bando”.

La nota era sottoscritta dai sindaci delle amministrazioni comunali di Anzi, Abriola, Avigliano, Barile, Calciano, Castelmezzano, Castelsaraceno, Episcopia, Filiano, Grumento Nova, Irsina, Lagonegro, Latronico, Lauria, Marsico Nuovo, Marsico Vetere, Miglionico, Moliterno, Montemurro, Montescaglioso, Nova Siri, Picerno, Pietragalla, Pomarico, Rapone, Rionero in Vulture, Roccanova, Salandra, Sant’Arcangelo, Satriano di Lucania, Stigliano, Tito, Tramutola, Vaglio, Valsinni, Venosa, Vietri di Potenza.
“Dal momento che eravamo di fronte ad interventi per la valorizzazione del nostro patrimonio, anche in funzione di Matera 2019 – ha spiegato Cifarelli – avevamo bisogno di un’accelerazione nella definizione delle proposte progettuali dei Comuni. Quando si tratta con altre amministrazioni pubbliche, in realtà, si dovrebbe badare meno alla forma e più alla sostanza. Ma nel rispetto e nella distinzione dei ruoli, la commissione regionale, nell’approvare la graduatoria si è attenuta rigorosamente al dettato della norma, una volta esaminate le pratiche”.

“Al di là di questo – ha evidenziato l’assessore – sapevamo perfettamente che le risorse non sarebbero state sufficienti per soddisfare tutte le richieste: avremmo avuto comunque alcuni Comuni non ammessi a finanziamento. La polemica è nata nel momento in cui sono state in qualche modo attribuite le responsabilità dell’esclusione all’operato di alcuni uffici. Attendiamo adesso, di capire quale sarà l’esito dei ricorsi presentati entro i dieci giorni concessi. Nel frattempo – ha detto ancora l’assessore – stiamo cercando di recuperare almeno 5 milioni da destinare ad un nuovo ed analogo avviso, per consentire ai Comuni esclusi di ottenere le risorse, dal momento che la modifica della graduatoria comporterebbe un meccanismo a catena che coinvolgerebbe progetti ammessi che per la riammissione di altri potrebbero essere oggi esclusi”. 

APPROVATO PIANO STRATEGICO PER ISTITUZIONE ZES

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La Regione Basilicata, dopo aver dato il via libera lo scorso 3 luglio 2018, alla proposta lucana del “Piano di Sviluppo Strategico Zes Basilicata finalizzato allo sviluppo della istituzione di una Zes Jonica interregionale di concerto con la Regione Puglia, ha approvato oggi il Piano Strategico per la istituzione della Zes Jonica Puglia/Basilicata chiedendo alla Puglia di approvare a sua volta lo stesso documento al fine di sottoscrivere insieme la trasmissione degli atti al Governo nazionale.

Lo ha reso noto l’assessore alle Attività Produttive Roberto Cifarelli.

“L’auspicio – ha concluso l’assessore – è quello di riuscire ad arrivare, nel più breve tempo possibile, all’invio del Piano in questione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Per la Basilicata si tratta di un obiettivo prioritario, dal momento che l’istituzione di una Zes nel territorio lucano può contribuire al rilancio e al consolidamento di aree aventi marcate vocazioni produttive, così da generare opportunità economiche per l’intera regione”.

PSR, DIFFERIMENTO DOMANDE MISURA 9.1

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La Giunta Regionale della Basilicata, su proposta dell’Assessore Luca Braia, ha approvato il differimento dei termini per la presentazione della domanda di sostegno relativa alla Misura 9.1 del Psr Basilicata 2014-2020 “Costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori nei settori agricolo e forestale” al 14 settembre 2018.

Riscontrato che, allo stato attuale, non risultano ancora rilasciate su sistema informatico SIAN domande di sostegno, considerando che la scadenza precedente (16 agosto) ricade in un periodo di ferie che presumibilmente determina difficoltà agli operatori per la predisposizione della documentazione necessaria, si è ritenuto opportuno prorogarne i termini.

Ritenuto cruciale per la volontà di sostenere lo sviluppo di forme di aggregazione nei comparti agricoli poco o per niente organizzati, in virtù della pausa estiva, concede ulteriore tempo per permettere ai potenziali beneficiari di una misura, la cui dotazione finanziaria è pari a 1,6 milioni di euro,  di predisporre quanto necessario alla costituzione delle aggregazioni e della relativa documentazione, tale differimento è da ritenersi, comunque, perentorio”. Lo rende noto il Dipartimento Politiche Agricole e Forestali.

APPROVATO DDL VARIAZIONE AL BILANCIO 2018/2020

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Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Pd, Psi, Ri, Udc, Pp e 3 voti contrari di M5s, Romaniello del Gm e Napoli) il disegno di legge della Giunta su una “Variazione al bilancio di previsione pluriennale 2018-2020”.
Le variazioni di bilancio previste riguardano innanzitutto il fondo per la non autosufficienza  (Programma “Con noi dopo di noi”), per utilizzare un significativo finanziamento da parte dello Stato con una sponda da parte della Regione di 340 mila euro. Le altre variazioni riguardano le iniziative volte alla sensibilizzazione sui temi dell’usura e la gestione del comitato antiusura (250 mila euro), gli interventi urgenti nel settore del dissesto idrogeologico (300 mila euro) e le spese per le attività dell’Audit, l’ufficio che esegue il controllo finanziario di secondo livello sui programmi comunitari (20 mila euro). A queste variazioni in aumento corrispondono quelle in diminuzione che riguardano il fondo per compensare i danni derivanti dagli eventi alluvionali in Basilicata (250 mila euro), gli interventi diretti a fronteggiare esigenze urgenti per calamità naturali nonché per il potenziamento delle aree di ammassamento dei sistemi locali di protezione civile (300 mila euro), le spese per attività inerenti il Psr, il fondo regionale Iva per le amministrazioni locali (360 mila euro). Le riduzioni apportate riguardano spese da rifinalizzare perché solo parzialmente impegnabili entro il 2018. Queste risorse, ove necessario e laddove ricorrano i presupposti finanziari, saranno garantite nuovamente con le successive manovre di assestamento 2018/2020 e di bilancio 2019/2021.

Approvati in Aula alcuni emendamenti proposti da Giuzio (Pd), che riguardano tra l’altro lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per il 2019 e di 500 mila euro per il 2020 per le spese relative alle elezioni regionali, di circa 148 mila euro per l’attuazione della legge n. 16/2002 sugli interventi in favore dei lucani nel mondo (per gli enti locali e le provvidenze in favore dei lucani nel mondo), di 342 mila euro per il Piano di azione e coesione (50 mila euro per i diritti sociali, 130 mila euro per l’inclusione sociale, 162 mila euro per l’energia e lo sviluppo sostenibile), di 100 mila euro per la forestazione, di 45 mila euro per gli adempimenti del Piano di indirizzo energetico, di 450 mila euro per gli impianti e di circa 3,2 milioni di euro per il personale della Regione, di 200 mila euro per il sostegno all’accoglienza agli immigrati (il consigliere Romaniello ha ritirato un analogo emendamento), di 168 mila euro per l’acquisto di prestazioni professionali specialistiche a supporto del Servizio sanitario regionale. A queste variazioni corrispondono variazioni in diminuzione di circa 148 mila euro per l’attuazione della legge n. 16/2002 sugli interventi in favore dei lucani nel mondo (spese per servizi), di 342 mila euro per il Piano di azione e coesione (tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali), di 100 mila euro per la convenzione con il Corpo forestale dello Stato, di 45 mila euro per gli adempimenti del Piano di indirizzo energetico (servizi amministrativi e oneri per il lavoro flessibile), di 450 mila euro per le spese di pulizia per gli immobili regionali, di 3,168 milioni di euro per il riordino delle funzioni dei servizi per l’impiego, di 250 mila euro per la gestione dell’aviosuperficie Mattei, di 168 mila euro per l’erogazione dei Lea sanitari aggiuntivi.

Approvati anche due emendamenti di Lacorazza (Pd) che riguardano l’istituzione di un Fondo rotativo per la progettazione relativa al Programma Operativo ‘Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra’ (con una dotazione iniziale di 500 mila euro provenienti dai fondi per gli accordi sul petrolio) e l’istituzione di un fondo regionale per finanziare la quota di compartecipazione alla spesa per le prestazioni di medicina dello sport, relative ad attività non agonistiche e ad attività agonistiche dilettantistiche (60 mila euro per il 2018, 70 mila euro per il 2019 e 70 mila euro per il 2020).

Approvati infine alcuni emendamenti di carattere normativo. Il primo, proposto da Galante (Ri), riformula un articolo del Collegato alla legge di stabilità regionale 2018 che è stato impugnato dal Governo, e riguarda i medici del servizio di continuità assistenziale. “Fino all’approvazione della deliberazione della Giunta Regionale n. 347 del 3 maggio 2017 – si legge nel testo approvato -, le attività correlate alle indennità aggiuntive di cui all’articolo 35, comma 1, alinea 1, 2 e 6 dell’Accordo Integrativo Regionale, approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 331 dell’11 marzo 2008, poiché finalizzate ad assicurare la partecipazione dei medici di continuità assistenziale alle attività previste dagli accordi regionali primariamente orientate, in coerenza con l’impianto generale dell’accordo collettivo nazionale vigente, a promuovere la piena integrazione tra i diversi professionisti della Medicina generale, si intendono perseguite con l’apporto di tutti i professionisti che non abbiano negato la disponibilità allo svolgimento delle attività correlate”.

Analogamente, a seguito dei rilievi formulati dal Governo, su proposta di Giuzio (Pd) abrogati due articoli del Collegato alla legge di stabilità regionale 2018 riguardanti gli interventi in materia di sicurezza urbana e le norme in materia di durata delle graduatorie delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale. Per colmare il vuoto normativo determinato dalla pronuncia di incostituzionalità di un articolo della legge istitutiva del Consorzio unico di bonifica della Basilicata (legge regionale n. 1/2017), approvata una norma proposta da Giuzio che chiarisce il ruolo del Consorzio unico per la gestione dei beni riconducibili ad opere pubbliche e dei beni immobili e mobili che rientrano nella proprietà della gestione liquidatoria dei vecchi Consorzi. Sempre di Giuzio, infine, l’emendamento approvato dall’Aula che, facendo seguito all’impegno assunto dalla Giunta regionale quando sono stati determinati i tetti di spesa per le strutture sanitarie private accreditate, istituisce un fondo integrativo (di 400 mila euro per il 2019 e di 400 mila euro per il 2020) per le prestazioni di specialistica ambulatoriale (art. 25 legge 883/78). 
Nel dibattito che ha preceduto il voto sono intervenuti i consiglieri Romaniello (Gm), Perrino (M5s), Napoli, Lacorazza (Pd), Galante (Ri) e gli assessori Cifarelli, Miranda Castelgrande e Braia.

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