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ESPOSIZIONE LATTE MATERNO A DIOSSINE, PIETRANTUONO A LAVELLO

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“La percezione del nesso tra ambiente e salute è qualcosa di molto difficile e delicato per la popolazione, e bisogna affrontarla con grande responsabilità. Per questo motivo un ringraziamento particolare va fatto al Comune di Lavello e al sindaco Sabino Altobello, che si sono fatti promotori, insieme ad altri enti, di un’indagine molto importante che serve a fare chiarezza e a dare maggiore tranquillità alla popolazione”.  Lo ha detto oggi, nell’aula consiliare del Comune di Lavello, in provincia di Potenza, l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, nel concludere i lavori di un incontro organizzato dalla locale amministrazione comunale, per discutere di “Valutazione dell’esposizione a diossine e policlorobifenili di donne in età riproduttiva residenti nella provincia di Potenza”. L’iniziativa è stata promossa per presentare i risultati di uno studio realizzato dalla Regione Basilicata con il supporto scientifico dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e su impulso del Comune di Lavello.

“Lo studio presentato – ha proseguito l’assessore – ci dice che la presenza di diossina riscontrata nel latte materno delle giovani madri che hanno consegnato il campione va oltre il limite di massima tranquillità ma è lontano da quello di preoccupazione ed allo stesso tempo che è l’alimentazione, e non altro, ad incidere al 90 per cento sul trasferimento di queste sostanze. L’indagine ci rivela anche che esiste un’associazione abbastanza robusta tra consumo di pesce e diossina. Non si può usare la scienza come una clava per combattere battaglie politiche e bisogna evitare di utilizzare con eccessiva forza dati che stanno in un campo di probabilità statistiche. Detto questo, la Regione Basilicata – ha aggiunto Pietrantuono – non si sottrarrà mai dall’affrontare e promuovere studi mirati ed anche in questo caso continuerà l’indagine già avviata con un addendum rivolto, auspicando una proficua partecipazione, alle donne di Lavello”. Pietrantuono ha quindi ripercorso le numerose attività promosse dalla Regione Basilicata per migliorare ed irrobustire “un sistema di protezione ambientale che era molto carente – ha messo in chiaro Pietrantuono – a partire dalle aree interessate da estrazione petrolifera. La Regione – ha assicurato – metterà a disposizione risorse e strutture”.

A portare il saluto della vicepresidente della giunta regionale, Flavia Franconi – a Roma per impegni istituzionali – il direttore generale del Dipartimento alle Politiche per la persona, Donato Pafundi. “Ricordo – ha detto il dirigente – i giorni convulsi in cui notizie di stampa, nel 2015, parlavano di diossina nel latte materno di una donna della zona, così come rammento l’impegno personale dello stesso assessore Franconi, che da subito ha coinvolto il massimo organismo, l’Istituto superiore di sanità, per poter dare sicurezza ad operatori, sistema sanitario e cittadini della bontà di analisi molto delicate e complicate. I risultati di oggi ci trasferiscono serenità rispetto a quel periodo non semplice che abbiamo vissuto, grazie ad un approccio serio e sereno alla questione”.

AVVISO PUBBLICO MINI-PIA, AMMESSE 33 DOMANDE PER 27 MLN

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“Le domande pervenute sono 111, per oltre 100 milioni di contributi richiesti a fronte di 300 milioni di investimenti privati da realizzare sul territorio regionale. Le istanze che rientrano nella dotazione finanziaria di 27 milioni di euro sono 33. L’avviso pubblico del Bando Mini Pia (Pacchetti integrati agevolativi), emanato a valere sulle risorse del Po Fesr 2014-2020 e che integrava in maniera innovativa investimenti produttivi, sviluppo dei livelli occupazionali, servizi reali, ricerca e innovazione aziendale, è stato premiato, vista la grande partecipazione, da eccellenti risultati in termini di adesione”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche di Sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Roberto Cifarelli.
“Si tratta – ha aggiunto – di un buon risultato, l’ennesimo, a favore del sistema produttivo regionale, che ha già visto lo stanziamento negli ultimi anni di circa 350 milioni a favore delle sole imprese e che insieme ai Bandi ‘PIA grandi investimenti’, ‘Industria 4.0’, ‘Strutture ricettive di qualità’, ‘Efficienza Energetica delle PMI’ per i quali si è già chiusa l’attività istruttoria, nonché ‘Pacchetto Creopportunità’, ‘Voucher per l’innovazione’, ‘Impresa artigiana Innovativa’, ‘La piccola distribuzione in marcia verso l’innovazione’, ‘Promozione dei Cluster’, ‘Integrazione fondi rischi dei Confidi’, ‘Destinazione Giovani’ (questi ultimi ancora aperti), stanno sviluppando economia concreta sul territorio lucano, che si traduce in crescita per le imprese e occupazione reale e di prospettiva, soprattutto per i giovani qualificati, che possono così investire sul futuro nella loro regione”.
“Considerato il numero elevato di richieste e le attese generate – ha concluso l’esponente dell’esecutivo lucano – ci adopereremo per individuare ulteriori risorse finanziarie, aggiuntive ai 27 milioni di euro già stanziati”. L’elenco delle istanze è consultabile nella sezione avvisi del portale www.regione.basilicata.it
(ITALPRESS).

BRAIA “PIATTAFORMA AGROALIMENTARE FERRANDINA PRIORITÀ”

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“La piattaforma logistica dell’agroalimentare a Ferrandina deve essere la priorità e deve trovare nello strumento ZES la propria legittimazione ed attuazione delle connessioni tra Porto di Taranto e Val Basento, diventando elemento centrale nelle politiche di sviluppo del mezzogiorno, del mediterraneo e dell’area del Metapontino in particolare, perché la progettualità legata alla logistica dell’agroalimentare, e dell’ortofrutta nello specifico, può trovare il proprio accoglimento”. Lo rende noto l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia. “Sarò presente domani al convegno sul tema ‘Z.E.S. interregionale ionica: opportunità e sfide per lo sviluppo del territorio’, promosso dalla Regione Basilicata con il supporto organizzativo di Sviluppo Basilicata e di T3 Innovation, dove – aggiunge – sarà data ampia informazione sullo stato dell’arte della ZES interregionale ionica e sulle opportunità messe in campo o da programmare”.
“Sottolineo da tempo e ribadirò in questo importante consesso, l’importanza strategica della realizzazione di un progetto esecutivo della piattaforma dell’agroalimentare per il comparto ortofrutta che – aggiunge Braia – collocherebbe Ferrandina nell’ambito di un’area ZES nella quale imprenditori e imprese possono anche avere vantaggi in termini di fiscalità e di semplificazione burocratica. Il Porto di Taranto a partire da 3 principali Poli logistici e produttivi lucani (Melfi, Ferrandina e Galdo di Lauria) vedrà realizzarsi attività economiche e imprenditoriali che dovranno essere messe in condizione di beneficiare di tutti le speciali condizioni che, come Governo Regionale, dobbiamo essere capaci di saper cogliere, programmare e proporre al fine di un reale e concreto sviluppo economico dell’intero comparto agroalimentare che potrà beneficiarne”.
(ITALPRESS).

A PISTICCI GIORNATA SULLA ZES INTERREGIONALE IONICA

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“Gli obiettivi che ci eravamo prefissi sono stati raggiunti. Mettendo da parte ogni polemica abbiamo fatto il punto su come procedere sulle Zes, nella convinzione che le stesse sono tra gli strumenti necessari per il Mezzogiorno, senza il quale l’Italia non cresce”. Con queste parole dell’assessore regionale alle Politiche di Sviluppo, Roberto Cifarelli si è concluso a Pisticci (Matera) il convegno dal titolo “Z.E.S. interregionale jonica, opportunità e sfide per lo sviluppo del territorio”. L’evento, promosso dalla Regione Basilicata con il supporto organizzativo di Sviluppo Basilicata e di T3 Innovation e moderato dal giornalista di Rai news 24 Gianluca Semprini, è stato organizzato con lo scopo di favorire l’informazione sullo stato dell’arte della ZES interregionale jonica e per una discussione sulle opportunità in campo, in particolare verso i target primari dell’iniziativa. Al centro del dibattito la proposta del Piano di sviluppo strategico della ZES unica lucana a valere sulla ZES interregionale Jonica, già trasmessa al presidente del Consiglio dei Ministri oltre che ai Ministri competenti e in attesa di approvazione. Il Piano ha come sbocco principale del sistema logistico regionale, il Porto di Taranto a partire da tre principali Poli logistici e produttivi lucani (Melfi, Ferrandina e Galdo di Lauria).

“A distanza di due mesi, dal momento in cui abbiamo consegnato il Piano al ministro per il Sud – ha detto Cifarelli – abbiamo discusso insieme su come far crescere le nostre aree, facendo in modo che ci sia la capacità delle imprese di investire e con la speranza che possano nascere nuovi posti di lavoro, vero obiettivo della Zes interregionale”. “Dobbiamo lavorare per migliorare le azioni fatte fino ad ora, mettendo insieme il lavoro presentato dalla Regione Puglia e dalla Regione Basilicata, ha detto Cosimo Borracino, assessore a Competitività, attività economiche e consumatori della Regione Puglia. Secondo Donato Viggiano, direttore generale del Dipartimento regionale lucano alle Politiche di Sviluppo “c’è stato un grande lavoro di elaborazione del piano strategico regionale insieme alla Regione Puglia. Adesso comincia un nuovo lavoro perché la Zes non è un prodotto, ma un processo che si realizza nel tempo”, mentre il sindaco di Pisticci (Matera), Viviano Verri ha detto che “sarà importantissima e imprescindibile l’attività di bonifica. La Zes sarà una occasione importante per portare qui delle aziende sane, che avevano tutto l’interesse a venire qui in virtù della detassazione e delle semplificazioni”.

“Con la reciproca collaborazione – ha detto invece Gennaro Martoccia, sindaco di Ferrandina- – è possibile forse dare risposte positive ai giovani. L’assenza di rappresentanti del Governo è un fatto non positivo. Sono convinto, comunque, che arriveremo ad una conclusione con la firma degli atti relativi all’istituzione della Zes, dando continuità all’esperienza amministrativa”.

PSR, BRAIA “RAGGIUNTO TARGET SPESA N+3 CON 2 MESI ANTICIPO”

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“Con un avanzamento pari al 101,1% delle risorse europee trasferite alle aziende rispetto all’impegno di spesa 2015, la Basilicata ha superato il rischio disimpegno, cosiddetto N+3, con ampio anticipo rispetto alla data del 31 dicembre 2018. Il target finanziario previsto dall’Europa è stato superato, nei giorni scorsi, con il decreto di pagamento Agea n. 209.”
Lo rende noto l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia.
“Il Psr della Regione Basilicata conferma il suo percorso virtuoso – prosegue l’assessore Luca Braia –  che, nonostante le difficoltà della stessa Agea e dalle criticità emerse e in via di soluzione nel sistema regionale, vede ad oggi superato il primo importante step del rischio di disimpegno N+3, come da comunicazione ricevuta ufficialmente dagli uffici dell’Autorità di Gestione del Feasr.
Il tasso di realizzazione del Psr Basilicata 2014-2020, è pari al 17,5% della spesa, corrispondente a 117,2 milioni di euro di spesa pubblica (rispetto alla dotazione finanziaria complessiva di 406 milioni di euro – quota Feasr) con quasi 24mila domande di aiuto finanziate a valere complessivamente sulla programmazione 2014/2020.

Nello specifico – conclude l’assessore Braia  – ad oggi sono stati pagati oltre 11 milioni di euro ai giovani imprenditori al loro primo insediamento in agricoltura, oltre 32 milioni di euro alle imprese che hanno scelto di intraprendere o confermare la produzione biologica, 25 milioni di euro per gli interventi di carattere agroambientale, oltre 20 milioni di euro per le infrastrutture pubbliche a sostegno del contesto agricolo, 8,7 milioni di euro per la forestazione produttiva, oltre 14 milioni di euro per gli investimenti aziendali ed inoltre 4,1 milioni di euro per le attività che si stanno realizzando nell’ambito del programma Leader, a valere sulla programmazione 2007/2013 e 2014/2020”

PERMESSO RICERCA MASSERIA LA ROCCA, PIETRANTUONO “STRADA RICORSI”

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“E’ stato un incontro proficuo, dal quale sono emersi elementi di reciproco chiarimento per capire se poter seguire la strada del ricorso alla Corte Costituzionale oltre a quello in Cassazione”. Lo ha detto oggi, l’assessore regionale ad Ambiente ed Energia, Francesco Pietrantuono, a conclusione di un incontro – richiesto dal sindaco di Brindisi di Montagna, Nicola Allegretti e dai rappresentanti del comitato No Triv di Brindisi di Montagna e del coordinamento regionale No Triv Basilicata – per discutere della strategia processuale da adottare in relazione alla istanza per il conferimento del permesso di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Masseria La Rocca”. Erano presenti al tavolo, oltre all’esponente dell’esecutivo lucano, i dirigenti generali dei Dipartimenti regionali alla Presidenza della giunta, Vito Marsico e ad Ambiente ed Energia, Carmen Santoro, che hanno arricchito la discussione dal punto di vista tecnico. “Abbiamo manifestato più volte e lo abbiamo fatto soprattutto con atti formali – ha aggiunto Pietrantuono – la nostra intenzione di opporci in ogni modo al permesso di ricerca Masseria La Rocca. Con la riunione di oggi abbiamo inteso analizzare le strategie di ricorso da mettere in campo, nella consapevolezza, che il governo nazionale sostenuto da Lega Nord e Movimento 5 Stelle potrebbe chiudere oggi stesso la partita, confermando il diniego all’intesa che la Regione Basilicata ha già espresso”.

A tal proposito, l’assessore Pietrantuono ha fatto sapere di aver inviato, giorni fa, una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in cui gli chiede “di voler confermare la giustezza del diniego dell’intesa da parte della Regione Basilicata e rigettare definitivamente il permesso di ricerca Masseria La Rocca”. “Questo, perché la Regione Basilicata – è specificato nella missiva indirizzata al premier – ha da tempo delineato un programma di sviluppo che prevede un futuro non compatibile con altri progetti di estrazione petrolifera, e che è orientato invece alla eco-sostenibilità, alla qualità ambientale e turistica, alla tutela della produzione agricola di pregio e all’innovazione tecnologica”. L’assessore Pietrantuono ha poi ribadito al sindaco di Brindisi di Montagna ed ai comitati No Triv – che ha colto l’occasione per ringraziare –  che la posizione delle Regione Basilicata non è mai cambiata rispetto “alla necessità di condividere un percorso. La concertazione, infatti – ha sottolineato – ci aiuterà ad individuare la strada più robusta da intraprendere. Il nostro ufficio legale, comunque – ha detto ancora – ha competenze importanti ed in questi giorni lavorerà incessantemente per rispettare i tempi e le scadenze per il ricorso alla Corte Costituzionale. Per quanto riguarda le estrazioni petrolifere – ha tenuto a precisare Pietrantuono – la Regione ha raggiunto un punto di saturazione, oltre il quale non si andrà”.

REGIONE CANDIDERÀ MONTE VULTURE A RISERVA BIOSFERA UNESCO

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La Zona di conservazione speciale (Zsc) del Monte Vulture sarà candidata al “Man and Biosphere”, il programma intergovernativo dell’Unesco, che punta “a promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile”. L’iniziativa è del Dipartimento ad Ambiente ed energia della Regione Basilicata, che presto firmerà un’intesa con il Parco naturale regionale del Vulture e con il Club Unesco dell’area, per regolamentare quanto necessario alla presentazione dell’istanza e le attività che saranno svolte nell’aderire al progetto. Un primo passaggio importante è stato l’approvazione del protocollo – pubblicato nell’ultimo Bollettino ufficiale della Regione Basilicata – che sarà sottoscritto dall’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono e dai presidenti del Parco regionale del Vulture, Francesco Ricciardi e dell’Unesco Club del Vulture, Francesco Perillo.
“Gli obiettivi del programma Man And Biosphere(MaB) – è scritto nella delibera dell’esecutivo lucano che dà l’ok alla prossima firma dell’intesa – sono in linea con la strategia politica messa in campo dalla Regione Basilicata finalizzata alla tutela della biodiversità attraverso attività. La candidatura della Zsc Monte Vulture a riserva della biosfera dell’Unesco rappresenterebbe un valido strumento per accrescere le azioni di tutela e di salvaguardia già intraprese nell’atto di istituzione del Parco naturale regionale del Vulture”. Il programma Mab –  che include al suo interno “le riserve della Biosfera, comprendenti ecosistemi terrestri, marini, costieri o una combinazione degli stessi” – “mira a migliorare le relazioni tra le persone e l’ambiente in cui vivono e a tale scopo utilizza le scienze naturali e sociali, l’economia e l’educazione per migliorare la vita delle persone e l’equa distribuzione dei benefici e per proteggere gli ecosistemi naturali, promuovendo approcci innovati vi allo sviluppo economico che siano adeguati dal punto di vista sociale e culturale e sostenibili dal punto di vista ambientale”.
L’obiettivo primario è “la condivisione razionale e sostenibile delle risorse della biosfera”, con la finalità di “identificare i cambiamenti della biosfera derivanti dalle attività umane e naturali e i conseguenti effetti sulle persone e sull’ambiente, in particolare nell’ambito del cambiamento climatico; studiare le interrelazioni dinamiche tra gli ecosistemi e i processi socioeconomici, in particolare in un contesto di rapida perdita di diversità biologica e culturale; assicurare il benessere dell’uomo e un ambiente vivibile in un contesto in cui la rapida urbanizzazione e il consumo di energia sono portatori di cambiamento ambientale; promuovere lo scambio di conoscenza dei problemi e delle soluzioni ambientali e rafforzare l’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile”. La Zsc del monte Vulture si trova nell’area Nord della Basilicata, in provincia di Potenza ed è ricompresa nel Parco naturale regionale del Vulture, che rientra nei territori dei comuni di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte, San Fele. Nello schema di protocollo è previsto che la Regione Basilicata affiderà al Parco naturale regionale del Vulture “gli adempimenti connessi alla candidatura al Programma Man and Biosphere Unesco”, impegnando allo scopo una cifra pari a 25 mila euro.
(ITALPRESS).

PIETRANTUONO “PROPOSTE DUE NUOVE AREE PROTETTE”

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La giunta regionale della Basilicata ha proposto alla Commissione europea l’istituzione di due nuove aree protette: si tratta di “Gole del Platano” e di “Monte Misegna-Torrente di Mella”, zone caratterizzate “da elementi di particolare pregio naturalistico in termini di habitat e di specie, nonché da elementi di notevole suggestione paesaggistica”. Ad affermarlo l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono. Il sito Gole del Platano (di 1383 ettari) si trova nella parte nordoccidentale della regione al confine con la Campania e ricade nel bacino idrografico del fiume Sele e nei territori adei comuni del potentino di Baragiano, Bella, Balvano, Muro Lucano e Vietri di Potenza. Il sito Monte Misegna -Torrente di Mella (di 1565 ettari) ricade invece nei territori amministrativi di Stigliano e San Mauro Forte, in provincia di Matera. L’area individuata costituisce un importante corridoio ecologico che connette grandi complessi boschivi con gli ambienti “calanchivi” dell’arco jonico.

“In entrambi i casi – ha evidenziato l’assessore Pietrantuono – si tratta di ambienti che presentano un elevatissimo interesse di tipo naturalistico, che sono sostanzialmente indisturbati dalle attività dell’uomo e che non si prestano ad usi alternativi che possano innescare conflitti gli obiettivi di preservazione. E’ opportuno ricordare – ha proseguito – che grazie al lavoro dell’Ufficio Parchi, biodiversità e tutela della natura, sono state lucane le prime 20 Zone speciali di conservazione (Zsc) designate dal Ministero dell’Ambiente per la regione biogeografica mediterranea”. Nel caso dei nuovi siti proposti è stata attivata una sorta di “concertazione ex ante” con le amministrazioni interessate “al fine di  includere nei siti solo territori con elevata valenza naturalistica e con scarsa vocazione per usi alternativi conflittuali con gli obiettivi di conservazione”. Ulteriori quattro siti “saranno proposti a breve con l’obiettivo di potenziare una infrastruttura ambientale che connetta ambiti territoriali ad elevata naturalità”.

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