ROMA (ITALPRESS) – La Pirelli ha comunicato alle squadre e alla Fia la selezione delle mescole per i Gran Premi di Emilia-Romagna, Monaco e Canada, identica per tutti e tre: C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft.
Rispetto allo scorso anno non ci sono cambiamenti, anche perchè le mescole sono rimaste inalterate. Nei fatti, però, il tris più morbido a Imola non venne messo alla prova perchè l’evento fu cancellato all’ultimo minuto a causa dell’alluvione che aveva colpito la Romagna. Nel 2022, l’unico precedente delle Pirelli da 18″ all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, furono utilizzate la C2 come Hard, la C3 come Medium e la C4 come Soft. L’appuntamento del 17-19 maggio dirà se l’approccio più soft contribuirà ad offrire un ventaglio di opzioni strategiche più ampio rispetto al passato su un tracciato dove i sorpassi sono notoriamente piuttosto complicati. Per Monaco e Montreal, due circuiti cittadini caratterizzati da un asfalto molto liscio, la selezione è stata naturalmente orientata verso le mescole più morbide, sperimentate ampiamente nel passato più o meno recente.
– foto ufficio stampa Pirelli –
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Pirelli sceglie il tris “morbido” per Imola, Montecarlo e Montreal
Isola “In Cina tutte e tre le mescole idonee a essere impiegate”
SHANGHAI (CINA) (ITALPRESS) – “Giù il cappello di fronte all’ennesima dimostrazione di forza di Max Verstappen, che ha conquistato due vittorie in questo primo weekend Sprint della stagione. La corsa è stata comunque molto interessante perchè alle spalle del tre volte campione del mondo c’è stata una lotta molto intensa, con sorprese, sorpassi ed emozioni. Così come tanta emozione ha suscitato vedere la passione con cui i tifosi cinesi hanno seguito per tutto il fine settimana il loro idolo di casa, Guanyu Zhou, che li ha salutati con calore al termine della gara – afferma Mario Isola, Dorettore Motorsport Pirelli.
“Dal punto di vista strettamente tecnico, la corsa di oggi ha confermato come tutte e tre le mescole siano state idonee ad essere impiegate. Ovviamente, le lunghe neutralizzazioni hanno condizionato lo svolgimento della corsa, permettendo anche a chi stava esplorando la possibilità di fare una sola sosta di renderla un’opzione valida. Visto comunque il degrado registrato, sarebbe stato davvero al limite arrivare a fare una sosta sola senza appunto l’entrata in pista della safety-car e senza dover pagare un gap di prestazione troppo alto rispetto a chi, nella parte finale della corsa, si sarebbe trovato ad avere una gomma più prestazionale ed, eventualmente, più fresca: lo ha dimostrato peraltro l’ultimo stint di Alonso che, con un set di Medium nuovo montato al giro 43 quando era settimo, ha rimontato tutte e cinque le posizioni perse nel pit-stop. Infine, da sottolineare che nessuna delle tre mescole ha sofferto per il graining, un altro segnale del fatto che abbiano lavorato bene su una pista e con condizioni molto particolari”.
Alla partenza la Medium è stata, come prevedibile, la mescola preferita dalla grande maggioranza dei piloti. Hanno fatto eccezione in cinque: quattro – Hamilton, Stroll, Sargeant e Tsunoda – hanno scelto la Soft mentre Magnussen ha optato per la Hard.
Lo svolgimento della corsa e delle varie strategie sono state influenzate dalle tre neutralizzazioni, per un totale di circa 17 minuti complessivi, verificatesi poco prima della metà della distanza prevista – una virtuale e due effettive, con la safety-car in pista a raggruppare il plotone – che hanno quindi mischiato le carte in tavola in termini di pit-stop e di utilizzo dei pneumatici, tanto è vero che ci sono stati sei piloti (Hamilton, Stroll, Alonso, Sargeant, Tsunoda e Zhou) che hanno montato tutte e tre le mescole. Ne è un’ulteriore conferma il fatto che le strategie utilizzate dai piloti che hanno concluso la corsa nella top ten siano state decisamente differenziate, sia in termini di numero di pit-stop (Norris, Sainz e Leclerc hanno fatto una sola sosta; Verstappen, Perez, Russell, Hamilton, Piastri e Hulkenberg due; Alonso tre) che di successione delle mescole. Lo stint più lungo in assoluto è stato completato da Sainz (39 giri sulle Hard), con Magnussen primatista sulle Medium (29 giri) e Alonso sulle Soft (20).
– Foto: ufficio stampa Pirelli –
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Isola “Soft non va scartata a priori per la gara”
SHANGHAI (CINA) (ITALPRESS) – “La seconda giornata del Gran Premio della Cina è stata davvero intensa, con il nuovo format del weekend che ha tenuto alto l’interesse degli spettatori che anche oggi hanno riempito le tribune”. Lo ha dichiarato Mario Isola, direttore motorsport Pirelli, commentando il sabato del Gp di Cina di Formula 1, che ha confermato il dominio di Max Verstappen, vincitore di Sprint e qualifiche con la sua RedBull. “La gara Sprint ha confermato ovviamente il buon livello di prestazione della gomma Medium – ha sottolineato Isola – ma, grazie alla scelta di Russell, ha anche dimostrato che la Soft non va scartata a priori come possibile mescola da utilizzare in gara: potrebbe infatti essere una soluzione idonea per il primo stint nel caso si voglia anticipare la sosta per sfruttare l’undercut, qui molto efficace, oppure nell’ultima parte di gara per rimontare posizioni su chi si dovesse trovare a gestire invece un set di gomme abbastanza usurato e quindi meno performante”. “Considerato l’alto degrado visto fin qui sia nelle prove libere di ieri che nella Sprint di oggi, la doppia sosta è la strategia chiaramente più veloce. Il mix fra C3 e C2 è quello che offre sulla carta un vantaggio ma, come detto in precedenza, la C4 può essere un’opzione. In termini di usura, la gomma da tenere particolarmente sotto controllo è l’anteriore sinistra ma anche l’asse posteriore sarà messo a dura prova”, ha concluso Isola.
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In Cina già all’opera 4 delle 5 gomme a disposizione dei team
SHANGHAI (CINA) (ITALPRESS) – La prima giornata del Gran Premio della Cina è stata ricca di azione e di sorprese in pista, soprattutto nella parte conclusiva della sprint qualifying. Dopo che qualche goccia di pioggia aveva iniziato a cadere nelle ultime battute di Q2, il segmento conclusivo è stato disputato in condizioni di pista completamente bagnata e su un asfalto particolarmente viscido. Ne sono scaturiti otto minuti di spettacolo ed emozioni, con uscite di pista, grandi correzioni di traiettoria, prodezze e, soprattutto, una classifica finale decisamente inusuale. Infatti, nella prima sprint race della stagione partirà in pole position la McLaren di Lando Norris che avrà al suo fianco la Mercedes di Lewis Hamilton. In seconda fila si schiereranno Fernando Alonso (Aston Martin) e Max Verstappen (Red Bull), con Carlos Sainz (Ferrari) a completare la prima cinquina composta così da cinque diverse monoposto. Per la gioia del pubblico locale, che ha riempito la tribuna principale dello Shanghai International Circuit, anche il primo pilota cinese nella storia della Formula 1, Guanyu Zhou, è riuscito ad arrivare alla fase finale, piazzandosi al decimo posto. La prima e unica sessione di prove libere del weekend è stata caratterizzata da un utilizzo abbastanza omogeneo di tutte e tre le mescole da asciutto selezionate da Pirelli per questo evento. La più impiegata è stata la C4 Soft, usata in 169 dei 453 giri percorsi (37,3%), seguita dalla C2 Hard (158 giri, 34,9%) e dalla C3 Medium (126 giri, 27,8%). Nella Sprint Qualifying, i primi due segmenti, corsi sull’asciutto, hanno visto protagonista come da regolamento la Medium mentre nel terzo – dichiarato formalmente dalla Fia come sessione bagnata e, conseguentemente, con la libertà per le squadre di scegliere mescola e tipologia di gomma preferita – è stata usata da tutti e dieci i piloti la gomma Intermedia. Da notare che, in base al Regolamento Sportivo, i partecipanti alla Q3 potranno ricevere un set di Intermedie nuovo dopo aver restituito quello usato. Lando Norris ha ricevuto il Pirelli Sprint Qualifying Award da Qiu Xin, un fortunato tifoso cinese scelto tramite un concorso svoltosi nelle scorse settimane su Weibo. Il trofeo, realizzato a mano in Italia, è composto da un quadrato di gomma naturale certificata FSC (Forest Stewardship Council) racchiuso in due vetri trasparenti su cui è riprodotto il tracciato dello Shanghai International Circuit e il caratteristico logo FSC a forma di un albero stilizzato. La stessa gomma fa parte dei materiali con cui vengono realizzati tutti i pneumatici Pirelli P Zero di Formula 1 e rispetta i criteri di sostenibilità ambientale e sociale definiti dall’organizzazione non governativa per la gestione delle foreste. “Una giornata molto interessante, sia per gli spettatori che per gli addetti ai lavori – sottolinea Simone Berra, chief engineer Pirelli – Con le condizioni meteorologiche che sono cambiate in maniera significativa durante la giornata, abbiamo visto all’opera quattro delle cinque gomme a disposizione delle squadre in questo fine settimana”. “Per quanto riguarda le mescole slick – ha detto ancora Berra – da una prima analisi del loro comportamento possiamo dire che tutte e tre sembrano poter giocare un ruolo nel prosieguo del weekend. La Medium è ovviamente destinata ad essere in gioco sia nella Sprint Race di domattina che nella gara di domenica, con la Soft che potrebbe essere un’opzione valida per la Sprint, soprattutto se si dovesse disputare con temperature più basse di quelle di FP, e la Hard logicamente più destinata ad un utilizzo nella gara di domenica. In generale, le condizioni della pista sono mutate molto velocemente durante l’arco della giornata. Contrariamente alle aspettative, oggi il graining non si è fatto vedere mentre sulle mescole da asciutto abbiamo visto un degrado piuttosto significativo ma è presto per avere un’indicazione netta in termini di strategie. La Sprint Race sarà un ottimo banco di prova per verificare il comportamento sulla lunga distanza. La pioggia caduta in Q3 ha permesso di vedere all’opera in uno scenario altamente competitivo la lntermedia, che si è comportata piuttosto bene nonostante la peculiarità dell’asfalto di Shanghai. Infatti, lo strato di bitume steso nei mesi scorsi ha reso più scivoloso della norma il tracciato in condizioni di bagnato, mettendo a dura prova l’abilità dei piloti. Ne è venuta fuori una sessione davvero spettacolare che, credo, abbia divertito tutti, anche i piloti stessi”.
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Pirelli al Gp della Cina come fosse la prima volta
ROMA (ITALPRESS) – La Formula 1 torna a Shanghai dopo un’assenza di cinque anni. Era infatti dal 2019 che non si disputava il Gran Premio della Cina, che quell’anno ospitò le celebrazioni per il millesimo evento nella storia della massima competizione automobilistica. Lo scoppio della pandemia provocata dal COVID-19 e il conseguente lento ritorno alla normalità hanno imposto uno stop forzato e oggi si riprende così un filo che aveva iniziato a dipanarsi quasi vent’anni fa. Tutte e 16 le edizioni si sono corse sul tracciato dello Shanghai International Circuit, disegnato da Hermann Tilke sulla falsariga dell’ideogramma shang (“verso l’alto”). In base alle simulazioni e ai dati storici, le forze laterali e longitudinali cui saranno sottoposti i pneumatici dovrebbero rientrare nella media, con la parte esterna soggetta, in particolare sul lato sinistro della vettura, ad una maggiore usura. Il tris di mescole selezionato questo inverno per essere portato a Shanghai è quello mediano, con la C2 come Hard, la C3 come Medium e la C4 come Soft. Nominalmente, si tratta della stessa selezione del 2019 ma lo scenario è assai diverso. Cinque anni fa, infatti, erano ancora utilizzati i pneumatici da 13″ montati sulla generazione precedente di monoposto, caratterizzate da un fondo piatto e con un’aerodinamica completamente differente da quella attuale. Nei fatti, è quasi come se si ripartisse da zero: per i piloti, per le squadre e per la stessa Pirelli, visto che i riferimenti sono molto labili. A complicare la situazione ci sarà anche il fatto che il Gran Premio della Cina sarà il primo dei sei in programma nella stagione ad adottare il formato Sprint, peraltro leggermente modificato rispetto allo scorso anno sia in termini di ordine di svolgimento delle sessioni – prove libere e qualifiche Sprint il venerdì, gara Sprint e qualifiche il sabato, Gran Premio ovviamente la domenica – sia come gestione del parco chiuso, che sarà suddiviso in due parti: una che comprende la qualifica e la gara Sprint e una che inizia prima delle qualifiche del sabato pomeriggio. Ci sarà comunque solamente un’ora il venerdì per cercare le migliori regolazioni delle vetture e, soprattutto, per provare i pneumatici sulla lunga distanza su una pista che sarà per forza di cose in condizioni tutt’altro che ottimali: è prevedibile che l’evoluzione del livello di grip offerto dall’asfalto, che è rimasto immutato dal 2019 ed è stato usato soltanto in pochissimi eventi da allora ad oggi, sarà molto significativa man mano che le vetture lo gommeranno. Per le squadre e i piloti sarà quindi ancor più importante del solito il lavoro svolto al simulatore, sia in preparazione all’evento che durante il suo svolgimento. Col formato Sprint viene adottata anche una diversa allocazione delle gomme da asciutto, che si riducono da 13 a 12 treni (due Hard, quattro Medium e sei Soft) mentre rimane invariata quella delle gomme da bagnato (cinque Intermedie e due Extreme Wet). Il mese di aprile a Shanghai presenta tradizionalmente significativi cambiamenti di temperatura, con oscillazioni di oltre 10 °C, aggiungendo un’ulteriore incognita al puzzle che squadre e piloti si troveranno ad affrontare.
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Isola “Dominio Red Bull, ma a Suzuka ci sono tante incognite”
SUZUKA (GIAPPONE) (ITALPRESS) – “Su una delle piste più impegnative per piloti e vetture abbiamo assistito ad una qualifica dominata da Verstappen e dalla Red Bull, che è tornata dopo più di un anno a portare entrambi i piloti in prima fila. Domani c’è quindi un chiaro favorito ma le incognite sul tavolo saranno comunque molte, a partire dalla strategia. Nonostante le temperature sensibilmente inferiori rispetto alla gara dello scorso anno, il degrado rimane particolarmente significativo e, conseguentemente, la doppia sosta permane l’opzione più veloce”. Questa l’analisi del direttore Motorsport Pirelli, Mario Isola, al termine delle qualifiche del Gran Premio del Giappone. “Diverso il discorso in termini di combinazioni fra le varie mescole a disposizione, soprattutto perchè la Soft – che lo scorso anno era nei fatti fuori gioco – domani potrebbe essere un’opzione importante, in particolare nel primo stint per chi ne vorrà sfruttare il differenziale di prestazione nei primissimi giri di gara – prosegue Isola -. Va tenuto infatti in considerazione sia il fatto che su questo tracciato i sorpassi sono tutt’altro che agevoli e sia che, come si è visto in questa prima parte di stagione, sempre di più questa generazione di monoposto soffre di instabilità nell’avvicinamento ad un’altra vettura, rendendo così sempre più complicato provare a superare anche quando si ha un vantaggio di prestazione importante”.
“L’undercut – vale a dire il vantaggio che si ha ad anticipare il pit-stop per sfruttare la prestazione della gomma nei primi giri – è molto efficace qui e sarà sicuramente un fattore – spiega Isola -. La strategia più veloce prevede l’utilizzo della Soft e della Hard ma ci sono alcune squadre – come Ferrari, Red Bull e Aston Martin, oltre a Magnussen – che hanno a disposizione solamente un set di C1 e quindi dovranno provare qualcosa di diverso: o scartare la C3 e privilegiare la C2 – che nelle prove libere ha dimostrato di essere comunque competitiva – oppure usare tutte e tre le mescole. Ci sono quindi gli ingredienti per avere una corsa interessante da seguire dall’inizio alla fine”.
In qualifica, assoluta protagonista è stata la Soft: come nelle previsioni della vigilia, ogni set ha permesso di completare solamente un giro cronometrato. Da notare come il tempo della pole position di oggi sia stato di quasi sette decimi inferiore rispetto a quello registrato nelle qualifiche di sei mesi fa (1’28″877): su questo incremento di prestazione, ottenuto con le stesse mescole usate nel 2023, hanno influito non soltanto le temperature più basse (12 °C di asfalto in meno oggi pomeriggio) ma anche ovviamente i miglioramenti delle vetture di quest’anno rispetto a quelle precedenti.
Il Pirelli Pole Position Award è stato consegnato a Verstappen da Jean Alesi. Il pilota francese ha concluso la sua carriera in Formula 1 proprio nel Gran Premio del Giappone del 2001. A Suzuka ha corso 12 volte, ottenendo un podio nel 1994 (terzo posto) con Ferrari. In Giappone ha preso parte anche al Gran Premio del Pacifico del 1995.
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Gp Giappone, Soft opzione appetibile anche per la gara
SUZUKA (GIAPPONE) (ITALPRESS) – Sono stati il freddo e la pioggia i grandi protagonisti della prima giornata del Gran Premio del Giappone che, per la prima volta nella sua storia, si svolge nel mese di aprile.
In termini di prestazione assoluta rimangono quindi validi i tempi ottenuti nella prima ora, con Max Verstappen (Red Bull) autore del giro più veloce (1’30″056) davanti al compagno di squadra Sergio Perez (1’30″237) e al ferrarista Carlos Sainz (1’30″269). Peraltro, nemmeno la prima sessione si è svolta senza intoppi in quanto c’è stata un’interruzione di undici minuti a causa dell’uscita di pista di Logan Sargeant (Williams). Tutte e tre le mescole portate qui dalla Pirelli (C1 come Hard, C2 come Medium e C3 come Soft) sono state utilizzate in FP1. Cinque piloti (Verstappen, Perez, Leclerc, Sainz e Magnussen) hanno usato un set di Hard e uno di Soft, due (Bottas e Zhou) hanno montato due treni di Medium mentre gli altri tredici hanno usato uno di Soft e uno di Medium.
Nella seconda sessione, soltanto tredici piloti sono scesi in pista, completando in totale 71 giri: di questi, sei (Hamilton, Leclerc, Sainz, Norris, Ocon e Hulkenberg) hanno usato solamente gomme da asciutto (quasi tutti la Soft, solo Hamilton ha provato anche la Medium) mentre gli altri sette (Piastri, Albon, Ricciardo, Tsunoda, Bottas, Zhou e Magnussen) hanno usato, in tutto o in parte, le Intermedie. Va sottolineato che il Regolamento Sportivo 2024 ha modificato l’allocazione e la gestione degli pneumatici da bagnato per il weekend di gara. Da quest’anno, infatti, ogni pilota ha a disposizione sin dal primo giorno di prove libere, indipendentemente dalle previsioni meteorologiche, cinque set di Intermedie, senza obbligo di restituzione il venerdì sera, e due di Extreme Wet. Considerata la possibilità di pioggia ancora presente per il prosieguo del fine settimana è ipotizzabile che le squadre abbiano quindi preferito mantenere il più possibile inalterata la disponibilità di gomme da bagnato. “Nei fatti, solamente la prima ora di prove libere ci ha permesso di raccogliere dati utili sul comportamento degli pneumatici su una pista così impegnativa come quella di Suzuka – commenta Simone Berra, chief engineer Pirelli – La seconda sessione, infatti, è stata danneggiata dalla pioggia che, cadendo con intermittenza, ha fatto sì che l’asfalto non fosse mai propriamente sufficientemente asciutto per poter spingere con la necessaria aderenza con le slick nè sufficientemente bagnato per poter valutare compiutamente il comportamento delle intermedie nè tantomeno il punto di passaggio dall’utilizzo di queste alle gomme da asciutto”. “Il dato più eclatante che salta agli occhi è l’abbassamento dei tempi sul giro rispetto alla scorsa edizione del Gran Premio del Giappone – continua Berra – A parità di mescole – sono le stesse del 2023 – l’1’30″056 di Verstappen è inferiore di 1″6 rispetto al miglior tempo stabilito dallo stesso pilota nel settembre scorso. E’ chiaro che le temperature sensibilmente più basse potrebbero aver contribuito a questo abbassamento dei tempi, in particolare rendendo la C3 più performante, insieme all’incremento di prestazione generato dalle vetture di quest’anno. La Soft potrebbe quindi essere presa in considerazione come gomma per la gara, considerata anche la differenza di prestazione che garantisce in partenza e nei primi giri che la rende così ancor più appetibile come opzione su una pista dove i sorpassi non sono certamente agevoli. Ovviamente, per un’ulteriore valutazione delle possibili strategie dovremo aspettare le prove libere di domani”.
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Tris di mescole più duro per il Gran Premio del Giappone
ROMA (ITALPRESS) – La Formula 1 torna in Giappone a poco più di sei mesi dall’ultima apparizione. Quest’anno, infatti, per la prima volta nella sua storia il Gran Premio del Giappone si svolge nel mese di aprile: fino all’anno scorso la gara era infatti collocata nella parte finale, in settembre o in ottobre, tanto è vero che molte volte su questa pista sono stati assegnati uno o entrambi i titoli iridati. Non hanno fatto eccezione nemmeno le ultime due edizioni: nel 2022 Verstappen si aggiudicò il suo secondo campionato proprio a Suzuka e l’anno scorso fu la Red Bull a laurearsi campione Costruttori. L’appuntamento di Suzuka è uno dei classici della stagione. Lungo 5,807 chilometri, il tracciato di proprietà della Honda è uno dei preferiti dei piloti perchè mette alla prova il loro talento in virtù di un layout completo ed è contraddistinto da una caratteristica forma ad otto, unica nella storia della Formula 1. Come tradizione, per questa pista la Pirelli ha selezionato il tris di mescole più duro fra quelle a disposizione, composto dalla C1 come Hard, dalla C2 come Medium e dalla C3 come Soft. Si tratta fra l’altro della stessa selezione utilizzata in Bahrain per la prima gara della stagione. Solitamente la gara si sviluppa su due soste, considerato appunto lo stress cui vengono sottoposte le gomme e il loro degrado termico: peraltro, le eventuali temperature più basse rispetto al passato potrebbero essere un suo fattore mitigante e creare così le condizioni, soprattutto per vetture e piloti particolarmente gentili nella gestione dei pneumatici, per provare ad arrivare al traguardo fermandosi solamente una volta per l’obbligatorio cambio di mescola. Il rovescio della medaglia sta nella maggior difficoltà che si potrebbe incontrare nel portare alla giusta temperatura d’esercizio le gomme, soprattutto dopo la ripartenza dai box: ciò diminuirebbe anche l’efficacia dell’undercut, di solito molto utile su questo tracciato, anche alla luce del fatto che le mescole preferite per la gara sono tradizionalmente Hard e Medium.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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