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Gp Singapore: Norris mette la quinta

MARINA BAY (SINGAPORE) (ITALPRESS) – Sarà Lando Norris a partire dalla pole position nella quindicesima edizione del Gran Premio di Singapore. Il pilota della McLaren ha ottenuto la sesta pole della sua carriera, la quinta in questa stagione: il suo 1’29″525 migliora di più di 1″4 il tempo della pole position di Carlos Sainz (1’30″984) del 2023. Per la squadra britannica quella di oggi è la partenza al palo numero 161 della storia, con le ultime sei tutte ottenute da Norris. Accanto a Norris prenderà il via Max Verstappen, che nemmeno questa volta è riuscito a conquistare la pole sul circuito di Marina Bay: il pilota della Red Bull ha ottenuto un miglior tempo di 1’29″728. In seconda fila ci saranno le due Mercedes, con Lewis Hamilton (1’29″841) davanti al compagno di squadra George Russell per soli 26 millesimi di secondo. La terza sessione di prove libere è stata principalmente dedicata alla preparazione delle qualifiche. Tre piloti – Colapinto (Williams) e il duo della Sauber (Bottas e Zhou) – hanno usato solamente gomme Soft, conservandosi così due Medium per la gara di domani. Tutti gli altri 17 piloti hanno utilizzato un set di Medium e uno di Soft, con il duo della Aston Martin che ha effettuato il consueto rodaggio dei treni di Medium e Hard che conserverà per regolamento in vista della gara di domani.
In qualifica tutti hanno ovviamente usato solamente la C5. Se in Q1 alcuni piloti sono riusciti a migliorarsi anche in un secondo giro cronometrato dopo aver fatto una tornata di raffreddamento dei pneumatici, già dalla parte finale del primo segmento il picco di prestazione è stato ottenuto subito al primo tentativo. Per la settima volta nella stagione sette squadre hanno piazzato almeno un pilota in Q3. Il Pirelli Pole Position Award è stato consegnato a Norris dai The Corrs. “E’ stata una giornata ricca di spunti, già a partire dalla terza sessione di prove libere. Nonostante la forte pioggia caduta a lungo ieri sera, la pista non ha perso aderenza e durante i sessanta minuti ha continuato a migliorare”, ha spiegato Mario Isola, Direttore Motorsport Pirelli. “Diversa la situazione durante l’ora di qualifica, quando invece l’evoluzione dell’asfalto è stata molto bassa, il che può spiegare come il tempo del primo classificato in FP3 (Norris, 1’29″646) sia stato migliorato solamente dallo stesso pilota solamente di 125 millesimi di secondo. Da tener presente che qui a Singapore c’è molta umidità nell’aria e che non ci sia stata attività in pista fra le due sessioni riservate alla Formula 1, un ulteriore elemento che può aver inciso sulle condizioni dell’asfalto”, ha aggiunto Isola.
“Guardando alla gara di domani – ha proseguito – con un cambio gomme che richiede circa 28″, la sosta unica è una scelta obbligata. Sulla carta e sulla base delle prime analisi, una successione Medium/Hard è la combinazione più veloce, con una finestra per il pit-stop fra il giro 21 e il 27. La Soft ha dimostrato di essere un’opzione praticabile per il primo Stint, con una sosta più anticipata (fra il giro 14 e il 19) per montare la Hard. Chi parte dal centro del gruppo in avanti potrebbe anche giocare la carta di partire con la Hard per allungare il più possibile la prima parte di gara, con una finestra per il pit-stop idealmente aperta fra il giro 37 e il 43. Tutto ciò detto, su un tracciato come questo abbiamo visto tante volte – non ultima lo scorso anno – piloti e squadre giocare tatticamente col passo di gara, soprattutto nel primo stint. Neutralizzazioni e condizioni meteorologiche sono altre due incognite che devono assolutamente essere considerate ma su quelle c’è poco da fare se non farsi trovare pronti a sfruttare ogni eventualità”.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Tutte e tre le mescole in gioco nella notte di Singapore

MARINA BAY (SINGAPORE) (ITALPRESS) – E’ Lando Norris il più veloce nella prima giornata del Gran Premio di Singapore. Il pilota della McLaren ha ottenuto nella seconda sessione il suo miglior tempo, fermando il cronometro sull’1’30″727, cinquantotto millesimi in meno rispetto al ferrarista Charles Leclerc: entrambi hanno già migliorato il tempo della pole position dello scorso anno, conquistata da Carlos Sainz (1’30″984). Che la pista sia sensibilmente più veloce rispetto ad un anno fa lo si era già visto in FP1, sottolineano da Pirelli, quando i più veloci erano stati gli stessi due piloti ma in ordine inverso – primo il monegasco in 1’31″763, secondo il britannico in 1’31″839 con tempi già inferiori a quelli del venerdì del 2023. Dal punto di vista dell’utilizzo dei pneumatici, il colpo d’occhio è molto diverso rispetto al venerdì della scorsa settimana a Baku, pur se le tre mescole da asciutto sono le stesse. Se in Azerbaigian, infatti, il bianco che contraddistingue la Hard era praticamente invisibile – solo due squadre, Alpine e Mercedes, le avevano nei fatti utilizzate per dei run significativi, qui tutti i piloti hanno usato un set di C3: tredici nella prima sessione, sette nella seconda.
Variegato anche il quadro “cromatico” dei long run, con tutte e tre le mescole che sono state utilizzate nelle simulazioni in vista della gara di domenica, anche quella Soft che, tradizionalmente, non è mai stata una mescola molto usata in gara. “Una giornata che potrebbe essere definita come un classico. Due ore di prove libere che si sono svolte senza intoppi e che hanno visto tutte le squadre provare tutte le mescole disponibili, anche con quantitativi di benzina a bordo diversi. – evidenzia Mario Isola, direttore motorsport di Pirelli – Per quanto visto oggi, non abbiamo avuto graining, nemmeno sulla Soft, il che potrebbe aprire la porta ad un eventuale suo utilizzo domenica. In quest’ottica, sarà interessante vedere come le squadre approcceranno la terza sessione di prove libere: ferma restando l’obbligatoria selezione della Hard e di una Medium, ci potrà essere chi sceglierà di tenere due Medium e chi potrà pensare invece ad avere un’ulteriore Soft nuova in più per la qualifica”.
La pista, aggiunge Isola, “si è dimostrata nettamente più veloce dello scorso anno, tanto che è stato già migliorato il tempo della pole 2023. Ciò potrà essere stato dovuto non soltanto al logico miglioramento delle prestazioni delle vetture da un all’altro ma anche al fatto che la pista è stata sottoposta, perlomeno nella sua traiettoria ideale, ad un trattamento con getti d’acqua ad alta pressione, che rendono l’asfalto molto più performante e pulito. Detto questo, è chiaro che le prestazioni continueranno a migliorare man mano che la pista si gommerà quindi è ipotizzabile che, in qualifica, si arrivi anche ad andare oltre quel tempo di 1’29″200 indicato come possibile pole position dalla media delle simulazioni ricevute dalle squadre alla vigilia di questo Gran Premio. Un’incognita potrebbe essere costituita dalla pioggia: dovessero esserci dei rovesci intensi, eventualità tutt’altro che da escludere qui a cavallo dell’Equatore, allora le condizioni della pista potrebbero resettarsi e perdere quel grip acquisito finora”.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Pirelli sceglie le gomme per i Gp di Usa, Messico e Brasile

MILANO (ITALPRESS) – Pirelli ha comunicato alle dieci squadre che competono nel Mondiale di Formula 1 le mescole disponibili per la lunga trasferta nel continente americano che prevede tre fine settimana consecutivi di gara in altrettanti Stati, due in Nordamerica e una in Sudamerica.
Al Formula 1 Pirelli United States Grand Prix 2024, in programma ad Austin dal 18 al 20 ottobre, verranno utilizzate le mescole C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft, confermando quindi la scelta fatta nel 2023. A Città del Messico (25-27 ottobre) e a San Paolo del Brasile (1-3 novembre) saranno di scena le tre mescole più morbide: C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft. Se per l’autodromo intitolato ai fratelli Pedro e Ricardo Rodriguez si tratta di una conferma rispetto al 2023, per il tracciato di Interlagos è una novità, in quanto nella scorsa edizione furono utilizzate la C2 come Hard, la C3 come Medium e la C4 come Soft. Proprio la più dura delle tre non fu mai impiegata, con tutti i piloti che optarono per una gara su due soste alternando Medium e Soft: uno step più morbido dovrebbe quindi consentire più opzioni disponibili in termini di strategia. Peraltro, va notato che sul circuito brasiliano sono in corso dei lavori che prevedono il rifacimento dell’asfalto, con tutte le incognite del caso: la giornata del venerdì sarà più importante che mai per verificare il comportamento dei pneumatici e bisognerà tener presente che le condizioni di aderenza muteranno molto velocemente durante tutto il fine settimana.
– foto ufficio stampa Pirelli –
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Una nuova zona Drs fa il suo debutto a Singapore

ROMA (ITALPRESS) – Sono quasi settemila i chilometri che separano Baku da Singapore e le squadre e tutti i protagonisti del mondo della Formula 1 hanno intrapreso l’ennesima sfida logistica di questa lunghissima stagione. All’Equatore, spiegano da Pirelli, le mescole da asciutto disponibili per la quindicesima edizione del Gran Premio di Singapore saranno le stesse della scorsa edizione e anche le stesse delle ultime due gare, disputate su tracciati dalle caratteristiche molto diverse come quelli di Monza e Baku: C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft. Il circuito è stato modificato lo scorso anno e reso un pò più filante ma rimane uno dei più tortuosi di tutta la stagione. La lunghezza è stata ridotta a 4,940 chilometri e il numero di giri previsti aumentato a 62. Nell’ultimo settore – quello originariamente compreso fra le curve 16 e 19 – è stato creato un rettilineo lungo quasi 400 metri e, conseguentemente, il numero totale delle curve è sceso da 23 a 19. Nel 2023 era iniziata la riasfaltatura del tracciato e questo lavoro è proseguito anche quest’anno: i tratti fra le curve 3 e 9, fra la 10 e la 12 e fra la 14 e la 17 sono stati rifatti. Il bitume dovrebbe essere simile a quello già utilizzato su delle strade normalmente aperte al traffico cittadino ma su un asfalto nuovo è lecito attendersi un livello di rugosità inferiore.
La prima sessione di prove libere, solitamente poco indicativa, servirà a tutti per raccogliere importanti informazioni sul comportamento dei pneumatici. Come tutti i circuiti cittadini, a Singapore anche un piccolo errore si paga a caro prezzo, visto che le vie di fuga non sono molte e basta una sbavatura per toccare uno dei muri che delimita la pista. Ciò comporta anche un’elevatissima possibilità di avere delle neutralizzazioni, anche perchè il tempo necessario per rimuovere una vettura incidentata non sempre è rapidissimo. Se a ciò si aggiunge sia che il tempo perso in pit-lane per il cambio gomme si aggira attorno ai 28″ – la velocità a Singapore è ridotta a 60 km/h – sia che i sorpassi sono decisamente complicati da completare si capisce come questo Gran Premio sia quasi obbligatoriamente una delle gare dove la singola sosta è l’unica strategia possibile, con la doppia sosta che diventa un’opzione solamente nel caso che se ne presentasse l’opportunità in caso di neutralizzazione. Solitamente, la Soft è una gomma prettamente da qualifica, con Medium e Hard a spartirsi i giri in gara. Peraltro, lo scorso anno la C5 ha giocato un suo ruolo anche la domenica, soprattutto nel primo stint per cercare di sfruttarne il miglior grip alla partenza.
Il degrado su questa pista è dovuto principalmente allo stress termico, non tanto sulla superficie del pneumatico quanto al suo interno, un comportamento che non si verifica così frequentemente e che varia molto in base all’assetto delle vetture e al carico aerodinamico che riescono a produrre. Tantissime volte si è assistito ad un primo stint in cui i piloti hanno gestito il più possibile le gomme cercando di allungarlo per equilibrare il più possibile le due porzioni della corsa. Ciò spesso ha provocato la formazione di treni di vetture con distacchi minimi l’una dall’altra che non riuscivano però a superarsi perchè la differenza di prestazione era comunque relativa, nonostante ci fossero ben tre zone DRS. Per cercare di offrire qualche chance in più di azione in pista, la FIA ha deciso per questo fine settimana di introdurre una quarta zona DRS, fra la curva 14 e la 16. Un altro fattore di imprevedibilità è legato alle condizioni meteorologiche. Situata a cavallo della linea dell’Equatore, Singapore ha un clima sempre costante, contraddistinto dall’elevato tasso d’umidità, raramente sotto il 70%, e dalla possibilità di scrosci di pioggia, anche molto intensi, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
(ITALPRESS).

Isola “A Baku gara incerta fino all’ultimo giro”

BAKU (AZERBAIJAN) (ITALPRESS) – Oscar Piastri ha conquistato il successo nel Gran Premio dell’Azerbaigian, ottenendo così la seconda vittoria nella sua ancor brevissima carriera in Formula 1. L’australiano della McLaren ha preceduto sotto la bandiera a scacchi Charles Leclerc (Ferrari), con cui ha lottato per la vittoria praticamente per tutta la gara. Sul terzo gradino del podio è salito George Russell (Mercedes), che ha ereditato il piazzamento dopo la collisione che ha visto protagonisti Carlos Sainz (Ferrari) e Sergio Perez (Red Bull) al penultimo giro, provocando l’unica neutralizzazione (VSC) della corsa. Grazie ai 25 punti conquistati da Piastri e ai 13 portati a casa da Lando Norris, la McLaren passa in testa al campionato Costruttori: era dalla prima gara della stagione 2014 – Gran Premio d’Australia – che la squadra di Woking non deteneva il primato riservato alle squadre. Alla partenza, la Medium è stata la mescola preferita dalla maggioranza (14) dei piloti. A scegliere la Hard sono stati Lando Norris, Alexander Albon (Williams), Daniel Ricciardo (Racing Bulls), Zhou Guanyu (Sauber) e i due piloti della Alpine (Ocon e Gasly). Come nelle previsioni, è stata una corsa in cui il pit-stop singolo si è dimostrato il più efficace in termini di gestione delle gomme: soltanto due piloti – Stroll e Verstappen – ne hanno fatte due ma soltanto per ragioni non legate alla strategia (il canadese perchè ha subito una foratura dopo un contatto con Tsunoda nel primo giro, l’olandese perchè ha provato ad ottenere il giro più veloce della gara nel finale avendo la possibilità di fare una sosta senza perdere la posizione). Lo stint più lungo in assoluto è stato il primo di Pierre Gasly (Alpine), che ha completato 50 giri con la Hard, fermandosi soltanto al penultimo giro per montare un set di Soft. Sulle Medium, il primatista è stato Alexander Albon, che con la C4 ha percorso una seconda parte di gara lunga 20 giri. “A quindici giorni di distanza dal Gran Premio d’Italia abbiamo assistito ad un’altra gara davvero entusiasmante, incerta dal primo all’ultimo giro – il commento di Mario Isola, direttore motorsport Pirelli – A Monza avevamo visto due strategie diverse confrontarsi mentre oggi quasi tutti hanno scelto di puntare sulla stessa strategia ma ciò non è andato in alcun modo a detrimento dell’azione in pista, come si è visto non soltanto nel lungo triello in testa ma anche nei vari duelli che si sono verificati lungo tutto l’arco della corsa”. “Per questo fine settimana, e anche per il prossimo, peraltro, abbiamo scelto la stessa selezione di mescole da asciutto, che hanno reso secondo le aspettative, adattandosi al meglio alle condizioni e alle caratteristiche della pista. Alla vigilia, la Soft era chiaramente una gomma da qualifica e la Hard la più veloce per la gara, con la Medium come ottimo compromesso per la prima parte della corsa: fra ieri e oggi, le previsioni sono state confermate. Anche oggi la pista ha continuato a gommarsi. Ciò ha consentito di vedere i tempi abbassarsi continuamente e di notare un degrado piuttosto limitato. Il graining che si è presentato sulle gomme di diversi piloti, soprattutto nel primo stint, non ha però penalizzato in maniera significativa le prestazioni. Chiaramente, essere nel traffico ha complicato la vita nella gestione dei pneumatici ma questo è un aspetto sostanzialmente inevitabile con l’attuale configurazione aerodinamica delle monoposto”, ha concluso Isola.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Isola “Feeling speciale per Leclerc sulla pista di Baku”

BAKU (AZERBAIJAN) (ITALPRESS) – Quarta pole position consecutiva per Charles Leclerc a Baku. Il pilota della Ferrari ha confermato di trovarsi straordinariamente a suo agio su questo particolare tracciato, dove nessuno riesce a superarlo nella sfida contro il tempo dal 2021 in avanti: infatti, oltre alle quattro pole, va considerato il primato nella Sprint Shootout del 2023. Per il monegasco quella di oggi è la ventiseiesima pole della carriera, la terza del 2024, mentre la Ferrari arriva a quota 252, di cui cinque su questa pista (la prima fu ottenuta da Sebastian Vettel nel 2018. Leclerc ha rifilato più di tre decimi al più immediato inseguitore – 1’41″365 il suo tempo, 1’41″686 per Oscar Piastri (McLaren) – e 44 centesimi al compagno di squadra Carlos Sainz, terzo in 1″41″805. Una giornata tinta quasi esclusivamente di rosso, non soltanto per la pole di Leclerc ma anche perchè la Soft è stata praticamente l’unica mescola utilizzata sia nella terza sessione di prove libere che nelle qualifiche. Le uniche eccezioni hanno riguardato da una parte l’ormai tradizionale lavoro di rodaggio dei pneumatici effettuato da tre squadre (Aston Martin, Racing Bulls e Sauber) in vista della gara e il primo run di Q1 dei due piloti della Mercedes, che hanno scelto di effettuare almeno un tentativo con la Medium. Anche a causa di un paio di interruzioni che hanno accorciato il tempo di pista disponibile in FP3, nessuna squadra ha effettuato dei long run con un quantitativo di benzina significativo in funzione della gara. “Sembra davvero che Leclerc abbia un feeling speciale con questa pista, visto che non capita spesso di vedere un pilota fare quattro pole consecutive nello stesso Gran Premio – ha detto Mario Isola, direttore motorsport Pirelli – Anche oggi abbiamo visto come la pista stia diventando più veloce man mano che le vetture girano ma ancora siamo molto lontani non soltanto da quello che era il tempo previsto dalle simulazioni ricevute dalle squadre (1’39″4) ma anche da quello della pole dello scorso anno (1’40″203), segno che c’è ancora margine per vedere un’evoluzione significativa durante la gara. Dal punto di vista delle strategie, su questa pista la sosta unica rappresenta sulla carta l’opzione nettamente più veloce, con Medium e Hard come le mescole più idonee a completare i 51 giri previsti. Un’eventuale doppia sosta diventerebbe credibile soltanto in caso di safety car nella seconda metà della corsa ed è probabilmente per questa ragione che molti piloti si sono tenuti due set di C3 per domani pomeriggio. Teoricamente, in base alle prime analisi dei dati, la prima sosta dovrebbe verificarsi fra il giro 13 e il giro 20 per chi sceglierà di partire con la Medium mentre chi prenderà il via con la Hard dovrebbe fermarsi fra il giro 32 e il giro 38. E’ ovvio che una neutralizzazione potrebbe innescare la sarabanda dei pit-stop, come si è visto ad esempio lo scorso anno. Un fattore – ha concluso Isola – da tener presente sarà il graining, visto che la pista è ancora molto sporca”.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Gp Azerbaijan: anche a Baku regna l’equilibrio

BAKU (AZERBAIJAN) (ITALPRESS) – Tre piloti di tre squadre diverse
in 66 millesimi: il grande equilibrio fra le squadre di vertice
evidenziatosi da Miami in avanti sembra trovare conferma anche a
Baku. Trova conferma anche l’ottimo stato di forma di Charles
Leclerc (Ferrari), il più rapido nella simulazione di qualifica
col tempo di 1’43″484. Al secondo posto, a soli sei millesimi di
secondo, c’è un Sergio Perez (Red Bull) che nella capitale
dell’Azerbaigian si trova particolarmente a suo agio (due vittorie e cinque podi e una Sprint in sette presenze), mentre al terzo si inserisce Lewis Hamilton (Mercedes), con 66 millesimi di ritardo dal suo futuro compagno di squadra. Dal punto di vista
dell’utilizzo delle gomme, evidenzia Pirelli, la giornata ha
confermato che la Soft non sarà un’opzione per la gara. Il fatto
che solamente due squadre – Alpine in FP1 e Mercedes in FP2 –
abbiano usato un set di Hard con ciascuno dei loro piloti e che,
quindi, tutti gli altri team li abbiano conservati entrambi per il prosieguo del fine settimana dimostra che la C3 sia la mescola più idonea per la gara, assolutamente in linea con le previsioni della vigilia.
La pista è andata migliorando in maniera molto significativa man mano che le vetture giravano (oltre alla F1 in questo evento è di scena anche la F2) così nella valutazione dei tempi bisogna tener ben presente anche il peso di questo parametro. “Due ore di prove libere piuttosto difficili da interpretare, soprattutto per le condizioni della pista. – ha detto Simone Berra, Chief engineer Pirelli – Avevamo già visto nelle misurazioni dell’asfalto che effettuiamo il mercoledì che il livello di grip era inferiore rispetto allo scorso anno e anche differente a seconda dei settori del tracciato e ne abbiamo avuto una conferma oggi una volta che le vetture hanno iniziato a girare. I tempi sul giro si sono abbassati molto velocemente ma sono comunque rimasti distanti non soltanto da quelli registrati nell’unica sessione di prove libere dello scorso anno – nel 2023 a Baku si tenne il primo weekend col formato Sprint – ma anche dalla media delle simulazioni della vigilia. Una spiegazione? Impossibile darne una univoca ma può aver giocato un ruolo il fatto che quest’anno l’asfalto non sia stato trattato come lo scorso anno, come si è visto anche dalla tanta polvere che sollevavano le monoposto”.
“Abbiamo notato un pò di graining sulle gomme durante i long run ma non ad un livello particolarmente elevato e riteniamo che, man mano che la pista si gommerà, la sua incidenza andrà diminuendo. Dal punto di vista delle strategie, questa è tradizionalmente una gara che si articolerà in due parti, con protagoniste la mescola Medium e la Hard, mentre la Soft è chiaramente una gomma da qualifica. Non è quindi un caso che otto squadre su dieci si siano tenuti entrambi i set di Hard, non tanto perchè pensano di fare due soste ma per coprire un’eventuale neutralizzazione e sfruttare così al meglio il potenziale della mescola più competitiva sulla lunga distanza”, ha concluso Berra.
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Pirelli seleziona mescole da asciutto più morbide per Baku

ROMA (ITALPRESS) – L’ultimo terzo della stagione del Mondiale di Formula 1 prende il via da Baku, capitale dell’Azerbaijan e sede di un Gran Premio dal 2016, con la sola eccezione del 2020. Dei sette eventi fin qui ospitati, il primo – nel 2016 – aveva la denominazione di Gran Premio d’Europa mentre dal successivo in avanti ha assunto quella del Paese ospitante. Una novità di quest’anno è la collocazione nel calendario: in passato si era sempre corso in aprile o in giugno ma adesso si corre in settembre e lo stesso accadrà il prossimo anno, un cambiamento deciso nel tentativo di armonizzare dal punto di vista logistico il calendario. Come tradizione su un circuito cittadino, le mescole da asciutto selezionate da Pirelli sono le più morbide della gamma, vale a dire C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft. Il tracciato, lungo 6,003 chilometri, è rimasto sostanzialmente immutato dal 2016 in avanti ed è caratterizzato da 20 curve: alcune praticamente ad angolo retto – come le prime sette – altre molto lente una volta che la pista si addentra nella parte vecchia della città, e altre ancora che vengono percorse in pieno perchè, nei fatti, sono parte di un tratto praticamente rettilineo lungo due chilometri che conduce al traguardo. La sede stradale varia molto come larghezza: si va dai sette metri della curva 8 allo spazio sufficiente ad avere anche tre monoposto appaiate sul rettilineo principale. Con un asfalto che, normalmente, viene percorso dal traffico cittadino, l’evoluzione della pista sarà un fattore importante da tenere presente nella valutazione delle prestazioni in pista, così come un peso lo avranno le condizioni meteorologiche. Di solito, in settembre le temperature sono piuttosto elevate, certamente più alte di quelle che si registravano quando si correva in aprile. Peraltro, va tenuto presente che la temperatura dell’asfalto può variare significativamente in base al soleggiamento e all’ombra determinata dai palazzi, soprattutto nella parte all’interno della città vecchia. Last but not least, il vento può rendere instabili le vetture, disturbando la guida, e può arrivare da più direzioni, incanalandosi fra i corridoi creati dalla struttura urbana. Dal punto di vista delle strategie, quella di Baku è una tipica gara ad una sosta, con le mescole più dure a fare da grandi protagoniste. Nonostante si possa pensare il contrario guardandone la configurazione, i sorpassi non sono affatto semplici: in una situazione come quella di quest’anno, dove all’interno dei due gruppi principali di squadre le differenze di prestazione sono minime, l’efficacia del DRS potrà essere un fattore rilevante, così come la capacità di reagire agli imprevisti: la possibilità di avere una neutralizzazione è molto elevata. Nel 2023, quasi tutti i piloti hanno iniziato la gara con le Medium per poi passare alle Hard al momento dell’entrata in pista della safety-car al giro 11.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
(ITALPRESS).

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