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Stefano Domenicali visita il Circuito Panamericano di Pirelli

SAN PAOLO (BRASILE) (ITALPRESS) – Alla vigilia del Gran Premio del Brasile, Stefano Domenicali, presidente e Ceo di Formula 1, ha visitato oggi il Circuito Panamericano, il proving ground di Pirelli più avanzato al mondo. Ad accompagnarlo nel corso della sua visita sono stati Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing, e Cesar Martin Alarcon, Ceo e vicepresidente esecutivo Pirelli LatAm. “Pirelli è un partner tecnologico di grande valore per la Formula 1 che fa un lavoro incredibile per questo sport nel corso di tutta la stagione – commenta Domenicali – E’ stato molto interessante visitare il Circuito Panamericano, un impianto all’avanguardia dove Pirelli testa i pneumatici stradali utilizzando l’expertise che matura sui campi di gara di F1. Oggi ho avuto l’opportunità di vedere come l’attività sportiva abbia una ricaduta diretta sui pneumatici che guidiamo su strada ogni giorno”. “Il Circuito Panamericano è il complesso multipista più grande dell’America Latina – le parole di Isola – E’ stato un piacere ospitare Stefano Domenicali e mostrare il legame stretto che c’è tra la continua sperimentazione ed evoluzione dei pneumatici da competizione e i nostri prodotti stradali”. Da anni Pirelli è leader di mercato in Brasile – il più grande Paese del Sud America – con una presenza industriale di lunga data e diversi stabilimenti. Parte fondamentale della presenza di Pirelli nel Paese è stato l’importante investimento nel Circuito Panamericano, che ora è il più sofisticato proving ground Pirelli. La pista è l’ultima nata tra i circuiti di prova Pirelli dopo quello storico di Vizzola Ticino, in Italia, e il Centro Sottozero, in Svezia, nell’ambito del dipartimento R&D che comprende 12 centri in tutto il mondo per un totale di quasi 2000 dipendenti. Con sette possibili configurazioni di pista per un totale di 22 chilometri, il Circuito Panamericano, situato vicino a San Paolo e allo stabilimento Pirelli di Campinas, è il più grande complesso multipista dell’America Latina, in grado di offrire la tecnologia più all’avanguardia per effettuare test avanzati di pneumatici. Comprende percorsi di handling su asciutto e su bagnato ma anche in fuoristrada: tutti test essenziali nella progettazione e produzione di pneumatici all’avanguardia. In totale, è possibile eseguire contemporaneamente 15 test diversi, e il circuito viene utilizzato anche per la formazione di conducenti, presentazioni stampa di prodotto e attività di riprese video. La pista di dry handling è stata progettata da Studio Dromo, nota azienda italiana che si occupa della progettazione e realizzazione di circuiti, che è stata anche responsabile della costruzione o dell’ammodernamento di molte delle piste attualmente presenti nel calendario di Formula 1, non ultima Zandvoort in Olanda. In aggiunta al suo ruolo principale di testing di pneumatici per uso stradale, il circuito ha già ospitato test per stock car e Formula 3 evidenziando lo stretto legame tra pista e strada che Pirelli persegue nello sviluppo dei propri pneumatici.
Pirelli ha investito 90 milioni di real brasiliani – circa 14 milioni di euro – nel Circuito Panamericano, e questo sottolinea ancora una volta l’impegno nella ricerca e sviluppo grazie anche alla centenaria presenza nel motorsport che rappresenta un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, dove il know-how acquisito in pista riesce ad arrivare fino ai pneumatici utilizzati tutti i giorni su strada. Il motorsport rappresenta anche un territorio comune con i principali costruttori di supercar, segmento che Pirelli presidia con i propri pneumatici, equipaggiando una supercar su due del mercato.
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Mescole più morbide rispetto al 2019 per il Gp del Brasile

ROMA (ITALPRESS) – Per il Gran Premio del Brasile, Pirelli fa sapere che saranno utilizzate la C2 come P Zero White hard, la C3 come P Zero Yellow medium e la C4 come P Zero Red soft, la stessa selezione fatta per tutte le gare disputate quest’anno nel continente americano. La nomination è uno step più morbida rispetto all’ultima volta in cui si è corso il Gran Premio a Interlagos nel 2019, quando furono selezionate la C1, la C2 e la C3. Nel 2019 la hard non era stata molto utilizzata, mentre la selezione di quest’anno dovrebbe consentire un utilizzo più equo di tutte le mescole e una maggiore varietà di strategie. Il Brasile ospita l’ultima gara dell’anno con il format della sprint qualifying, quindi c’è un’allocazione di pneumatici diversa dal solito: per l’intero weekend i piloti avranno a disposizione 12 set, anzichè i soliti 13: 2 set di P Zero White hard, 4 set di P Zero Yellow medium e 6 set di P Zero Red soft. In aggiunta, sono previsti fino a 6 set di Cinturato Green intermediate e 3 set di Cinturato Blue full wet in caso di bagnato. “Quest’anno siamo tornati su una nomination più simile a quelle fatte fino al 2018, con la mescola C4 come soft – spiega Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing – Nel 2019 avevamo fatto una selezione di uno step più dura, per cercare di limitare graining e degrado con la soft, ma il risultato è stato uno scarso utilizzo della hard. Interlagos è un circuito vecchia scuola, che mette alla prova sia i piloti che i pneumatici, ed è spesso teatro di gare spettacolari, come abbiamo visto l’ultima volta. Un’altra variabile è il meteo: qui in passato abbiamo visto temperature asfalto da record, a volte le più alte della stagione, altre volte piuttosto basse. Di conseguenza, la nomination mescole di quest’anno, più versatile, dovrebbe adattarsi bene alle sfide poste dal circuito e favorire una maggiore variabilità nelle strategie. Anche se la gara si corre all’incirca nello stesso periodo dell’anno dell’ultima volta, i team non hanno mai sperimentato una sprint qualifying a Interlagos, quindi quest’anno ci sarà tanto da scoprire”.
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Isola “In Messico strategia di sosta Medium-Hard”

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CITTA’ DEL MESSICO (MESSICO) (ITALPRESS) – La strategia più veloce per i 71 giri del Gran Premio del Messico è sicuramente ad una sosta, dato che si perde abbastanza tempo a percorrere la pit-lane (circa 22 secondi oltre alla sosta effettiva) e che in questo circuito è difficile sorpassare.
P Zero Yellow medium C3 seguita da P Zero White hard C2 è la strategia ottimale, motivo per cui così tanti piloti hanno voluto superare la Q2 con i pneumatici gialli. Questa scelta permette anche una finestra di pit-stop piuttosto ampia.
Anche la strategia da P Zero Red soft C4 a hard è fattibile (anche se più lenta) ma non offre molta flessibilità, in quanto la soft richiederà una maggiore gestione e un primo stint più corto rispetto ai piloti che partiranno con la medium.
La strategia migliore a due soste sarebbe quella medium-hard-medium, ma è sicuramente più lenta di quelle ad una sosta. Come sempre, la temperatura della pista sarà un fattore chiave, con condizioni calde previste per la gara di domani. Man mano che il circuito si va gommando anche lo scivolamento dovrebbe dimuire rispetto a quanto visto venerdì.
Valtteri Bottas (Mercedes) ha conquistato la pole con la soft davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton, ma domani inizierà la gara con la medium che ha usato per ottenere il suo miglior tempo in Q2. Quasi tutti hanno usato la medium per superare la Q2, così da effettuare domani la strategia ad una sosta più veloce. Oltre a Bottas, tutti gli altri piloti tra i primi 10 in griglia partiranno con la medium nel Gran Premio del Messico, fatta eccezione per Yuki Tsunoda (AlphaTauri) che ha segnato il suo miglior tempo con la soft in Q2 e si è qualificato tra i primi 10, ma dovrà partire dal fondo della griglia con questa mescola. Tsunoda non è l’unico pilota ad essere colpito dalle penalità per i cambi motore: anche Esteban Ocon (Alpine), Lando Norris (McLaren) e Lance Stroll (Aston Martin) partiranno dal fondo della griglia, mentre George Russell (Williams) ha cinque posizioni di penalità per aver sostituito il cambio.
Le temperature sono rimaste elevate durante le qualifiche, con circa 22 gradi centigradi aria e 45 gradi asfalto, che sono diminuite progressivamente durante la lunga sessione di qualifiche.
“Praticamente tutti i piloti hanno cercato di superare la Q2 con la medium così da optare domani per la strategia più veloce, che è sicuramente quella ad una sosta medium-hard dato che c’è una perdita di tempo piuttosto significativa in pit-lane e che in questo circuito è piuttosto difficile sorpassare. Questa opzione offre anche molta flessibilità dal punto di vista della strategia. Come previsto, man mano che la pista si è gommata, la soft ha mostrato una prestazione molto solida in qualifica e quindi potrebbe avere un ruolo nell’ultimo stint della gara di domani” ha dichiarato Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing.
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Venerdì di libere in Messico, gap fra mescole secondo le previsioni

CITTA’ DEL MESSICO (MESSICO) (ITALPRESS) – Su una pista molto sporca e scivolosa, Max Verstappen su Red Bull è stato il pilota più veloce nelle prove libere del venerdì in Messico, con il tempo di 1’17″301 in FP2 realizzato con pneumatici P Zero Red Soft in mescola C4. Valtteri Bottas (Mercedes) è stato il più veloce nelle FP1 del mattino, anche lui con pneumatici soft.
La pista, dopo due anni in cui non è stata molto utilizzata, è migliorata notevolmente nel pomeriggio man mano che si andava gommando. La famosa sezione dello stadio era particolarmente sporca al mattino, e Charles Leclerc (Ferrari) e Sergio Perez (Red Bull) ne hanno pagato le conseguenze uscendo di pista e danneggiando le ali posteriori. Con il carico aerodinamico ridotto di circa il 25% a causa dell’aria rarefatta presente in Messico a più di 2000 metri sul livello del mare, le vetture hanno scivolato molto generando un surriscaldamento della superficie dei pneumatici, ponendo di conseguenza l’accento sulla gestione dei pneumatici. Le condizioni sono state calde e asciutte per tutto il giorno, con le FP2 iniziate con 24 gradi aria e 40 gradi asfalto. Condizioni simili sono previste per il resto del fine settimana. Fino a questo momento, e come previsto, il gap prestazionale tra P Zero White hard C2 e P Zero Yellow medium C3 è di circa 0,6 secondi, e quello tra medium e soft C4 è simile. “Al mattino i piloti hanno dovuto affrontare una pista estremamente ‘verdè e sporca che ha portato ad un pò di abrasione e graining, soprattutto sui pneumatici anteriori e posteriore sinistro in mescola soft – l’analisi di Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing Pirelli – Nel corso di tutta la giornata c’è stata una grande evoluzione man mano che la pista si andava gommando e i tempi sono notevolmente migliorati. Gran parte delle sessioni di oggi si sono svolte con pneumatici soft, soprattutto al mattino, perchè i piloti hanno scelto di preservare la dotazione di pneumatici in mescola medium per le condizioni più rappresentative delle FP2 del pomeriggio, ma anche per mantenere due set di questa mescola per domani dato che alcuni di loro probabilmente cercheranno di superare la Q2 con le medium e opteranno per una strategia ad una sosta in gara. Ci aspettiamo un’ulteriore evoluzione della pista sabato e abbiamo visto che la battaglia tra i primi piloti è estremamente serrata in termini di passo gara, quindi questo potrebbe essere un gran premio in cui la strategia può fare la differenza”.
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Pirelli porta in Messico le mescole centrali della gamma

CITTA’ DEL MESSICO (MESSICO) (ITALPRESS) – Come il Gran Premio degli Stati Uniti, anche il Gran Premio del Messico è tornato in calendario a distanza di due anni. Per questa gara sono state selezionate le mescole centrali della gamma: C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft. La nomination è la stessa del 2019, anno in cui la gara si era svolta qualche giorno prima, mentre è di uno step più dura rispetto al 2018 (quando si capì che la C5 era una scelta troppo aggressiva per il Messico). Anche se la scelta mescole è la stessa fatta per il COTA due settimane fa, l’Autodromo Hermanos Rodrìguez ha caratteristiche molto diverse: è molto più liscio, con due settori finali stretti e tortuosi, e un lungo rettilineo di partenza, parte di un primo settore molto veloce. Questo pone particolare enfasi sulla frenata, ma anche la trazione è un elemento chiave. La versatilità delle mescole P Zero centrali di gamma le rende adatte alle specificità della pista di Città del Messico.
Questo è uno dei circuiti storici per la Formula 1, nato a fine anni ’50. Da allora, però, è stato ampiamente rinnovato – l’intervento più recente ad opera del famoso architetto di circuiti Herman Tilke – prima del ritorno in calendario nel 2015. Con un’altitudine di 2285 metri sul livello del mare, l’Autodromo Hermanos Rodrìguez si trova più in alto (di oltre 1000 metri) rispetto a qualsiasi altra pista in calendario. Ciò significa che l’aria è più rarefatta, quindi anche se le monoposto hanno un assetto carico per cercare di generare grip aerodinamico in curva, in realtà l’effetto della deportanza è ridotto al minimo e questo, come conseguenza, può generare scivolamento. I primi tre classificati nel 2019 hanno utilizzato tutti una strategia a una sosta medium-hard (con alcuni lunghi stint su hard), mentre Charles Leclerc (Ferrari) è arrivato quarto effettuando due soste e realizzando due stint su medium. La soft invece non è stata molto utilizzata a causa del graining, sebbene questo aspetto si sia ridotto tra le prove libere e la gara, e nel complesso i piloti partiti con la soft sono stati in grado di terminare il gran premio con due soste. La pista non ha ospitato molte gare negli ultimi due anni. Di conseguenza, i piloti dovranno affrontare una superficie particolarmente “verde” e scivolosa all’inizio, che dovrebbe evolvere rapidamente durante il fine settimana. Ma, dato che il meteo è imprevedibile in questo periodo dell’anno a Città del Messico, c’è sempre la possibilità che arrivino acquazzoni a “resettare” l’asfalto. “L’altitudine elevata in modo particolare, ma anche la conformazione stessa del circuito, generano sempre una serie di sorprese e di sfide interessanti in Messico, quindi spesso la gara è imprevedibile e ci sono diverse opzioni a livello di strategia – commenta Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing Pirelli – L’ultima volta che abbiamo corso qui, medium e hard sono stati i pneumatici su cui i team hanno puntato di più durante la gara e, in base al livello di graining e di scivolamento che potrebbero verificarsi con la soft, quest’anno potrebbe succedere la stessa cosa. Perciò, comprendere il gap prestazionale tra soft e medium sarà fondamentale per le qualifiche. L’Hermanos Rodrìguez è un circuito storico ed emozionante, quindi siamo felici di tornare dopo due anni. La gara si svolgerà all’incirca nello stesso periodo dell’anno di due stagioni fa e, da allora, non è stata effettuata nessuna modifica significativa della pista, eccetto una parziale riasfaltatura prima della curva 1 per livellare una disconnessione. Tuttavia, le monoposto sono cambiate molto nel frattempo, quindi è difficile dire se i dati ricavati nel 2019 siano ancora attuali”.
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Gp Usa, Isola “Gestione soft sarà fondamentale”

AUSTIN (USA) (ITALPRESS) – Tutto passa dalle gomme soft. Si potrebbe riassumere così il venerdì di libere ad Austin dove Valtteri Bottas ha fatto segnare al mattino il miglior tempo di giornata montando le P Zero Red Soft, con Sergio Perez di poco più lento al pomeriggio, sempre con la stessa mescola ma con temperature più calde. Il gap prestazionale fra hard e medium è stato stimato da Pirelli in 0″5 mentre quello fra medium e soft si aggira fra gli 0″6 e gli 0″7, lievemente più alto rispetto al previsto. “Nonostante il circuito sia stato riasfaltato per circa il 40% della sua lunghezza totale, non c’è un’enorme differenza in termini di abrasione rispetto alla nostra ultima visita nel 2019, ed è anche più irregolare – l’analisi di Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing Pirelli – La più grande differenza è stata invece il meteo, faceva molto più caldo sia in pista che fuori rispetto a due anni fa. E come previsto con le temperature calde di venerdì, c’è stato un pò di surriscaldamento sul pneumatico posteriore in mescola soft C4, che è piuttosto stressato vista quanta trazione viene richiesta in questo circuito, soprattutto nel settore finale”. “La gestione della gomma soft sembra essere la chiave, e questo è qualcosa che i team esamineranno più in dettaglio sabato, con alcuni che probabilmente proveranno a superare la Q2 con la media con cui poi partire domenica e lasciarsi aperta un gamma più ampia di possibilità strategiche per la gara. Tuttavia, con un divario di prestazioni maggiore rispetto alla soft rispetto a quanto visto venerdì mattina, anche la soft ha sicuramente i suoi vantaggi, soprattutto con un doppio pit-stop che sembra la strategia più probabile”.
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Conclusi test sviluppo nuovi pneumatici da 18 pollici

ROMA (ITALPRESS) – I test di sviluppo dei nuovi pneumatici da 18 pollici, che a partire dal 2022 verranno utilizzati dalle monoposto del Campionato Mondiale di Formula 1 in sostituzione degli attuali 13 pollici, si sono conclusi ieri presso il circuito Paul Ricard. Il tracciato francese ha infatto ospitato l’ultima giornata di test su bagnato a cui ha preso parte la Alpine guidata da Daniil Kvyat. Il passaggio ai nuovi pneumatici con profilo ribassato rappresenta una rivoluzione tecnologica per il massimo campionato motoristico ed ha richiesto un un grande lavoro di ricerca e sviluppo che ha visto alternarsi testing indoor ad attività outdoor. Rispetto agli attuali 13 pollici, quello del 18 pollici è un progetto completamente nuovo: è stata realizzata una riprogettazione completa che ha coinvolto tutti gli elementi del pneumatico, dai profili, alla struttura, alle mescole. Sono state 28 le giornate di test in pista per i nuovi pneumatici nel 2021, 36 in totale se si consideranno anche quelle effettuate tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 prima dello stop causato dal Covid-19. Analizzando i numeri a supporto dell’attività di sviluppo, i nuovi 18 pollici possono vantare un pedigree di tutto rispetto: oltre 10.000 ore di testing indoor, più di 5000 ore di simulazione e più di 70 soluzioni sviluppate virtualmente per poi realizzare le 30 specifiche che sono state testate dai piloti. Sono ben 4267 i giri di pista effettuati e più di 20.000 i chilometri percorsi, pari a circa metà della circonferenza della Terra. In totale sono stati utilizzati 392 set, ovvero 1568 pneumatici. I test in pista hanno visto la partecipazione di quasi tutti i team e di ben 19 piloti, di cui 15 tra quelli che attualmente gareggiano in campionato. Il ruolo dei piloti è stato fondamentale: ciascuno di loro ha offerto il proprio contributo, nelle diverse fasi, allo sviluppo del nuovo prodotto e questo ha consentito a Pirelli di progettare passo dopo passo il nuovo pneumatico proprio sulla base dei loro feedback e delle loro aspettative. “Con quest’ultimo test su specifiche da bagnato abbiamo finalmente portato a termine il percorso di sviluppo dei nuovi 18 pollici – ha detto Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing – L’anno scorso la pandemia ci ha costretti a rivedere completamente la tabella di marcia e ad annullare tutti i test in pista per focalizzarci sulle attività di simulazione e sui processi di virtualizzazione e modellizzazione”. “Proprio lo screening virtuale ci ha permesso di ottimizzare il numero di specifiche da produrre e di tornare a testare in pista nel 2021 per 28 giornate. Abbiamo iniziato il processo di sviluppo partendo dai profili per poi passare alla costruzione di base e, nella fase finale, ci siamo concentrati sulla identificazione delle cinque mescole di gamma da omologare per il prossimo anno. I risultati fin qui ottenuti, aspetto per noi fondamentale, sono stati avvalorati anche dai piloti che attualmente gareggiano nel mondiale e che hanno avuto modo di provarli, seppur solo con delle mule car. Il prossimo anno avremo comunque a disposizione ulteriori giornate di test che ci permetteranno, qualora fosse necessario, di affinare i pneumatici utilizzando le nuove monoposto. Ora, dopo la convalida delle specifiche da parte di FIA, nei test successivi al Gran Premio di Abu Dhabi tutti i piloti avranno la possibilità di provare i 18 pollici nella versione definitiva, anche se dovremo appunto attendere i test di inizio campionato del prossimo anno – ha concluso Isola – per vederli in azione per la prima volta con le monoposto 2022”.
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Pirelli opta ad Austin per mescole adattabili a varie temperature

AUSTIN (USA) (ITALPRESS) – Dopo aver saltato la stagione 2020 a causa della pandemia da Covid-19, Austin torna quest’anno nel calendario di Formula 1 con un aspetto leggermente rinnovato. Nel corso del 2020 la pista ha subito una parziale riasfaltatura che ha interessato circa il 40% della sua lunghezza totale. Anche se la rugosità del nuovo asfalto non è stata ancora misurata, sulla base dei dati disponibili Pirelli ha confermato la stessa nomination effettuata per Austin due anni fa, con le tre mescole centrali della gamma: C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft. Questi pneumatici si adattano bene alle diverse sfide poste dal famoso circuito texano, entrato per la prima volta nel calendario di Formula 1 nel 2012. Il tracciato è infatti molto variegato con un layout ispirato alle curve di alcune delle piste più famose del mondo. In questo periodo dell’anno, il meteo in Texas può essere imprevedibile. Di conseguenza, sono state selezionate mescole che siano abbastanza adattabili a un’ampia varietà di temperature, anche se la gara di quest’anno si svolge un pò prima rispetto all’ultima volta. Il circuito è stato riasfaltato in alcuni punti: il rettilineo d’arrivo (compresa la pit lane) fino all’uscita della curva 1, l’uscita della curva 9 fino alla curva 10, l’uscita della curva 11 fino alla curva 12 e dalla curva 15 fino alla curva 19. Alcune sconnessioni nell’asfalto (tra la curva 2 e la curva 3, così come nei pressi delle curve 4, 6, 10 e 14) sono state sistemate utilizzando un processo di livellamento per rendere la superficie più uniforme. Una delle caratteristiche più insolite del COTA è la Curva 1, un tornante in salita verso sinistra. Questo rende molto difficile stabilire il punto in cui frenare, soprattutto alla partenza. Austin è una delle piste più impegnative in assoluto in termini di forze laterali, con diverse curve ad alta velocità tra i 250 e i 270 km/h nel primo settore e forze laterali fino a 4,5 g (specialmente sulla curva 6, per tre secondi).
Il Circuit of the Americas non è stato molto utilizzato di recente, perciò la pista potrebbe essere abbastanza “verde” all’inizio del fine settimana. Tuttavia, in programma ci sono la Formula 4 e le W series (al posto di Formula 2 e Formula 3), che aiuteranno a gommare l’asfalto e a ottenere un alto grado di evoluzione della pista. Nel 2019 ha vinto la strategia a due soste (medium-hard-medium) del pilota Mercedes Valtteri Bottas, mentre il suo compagno di squadra Lewis Hamilton è arrivato secondo con una strategia a una sosta da medium a hard. Tutte e tre le mescole hanno svolto un ruolo importante durante la gara. “Anche se le squadre hanno accumulato tanta esperienza sul tracciato di Austin, quest’anno affrontano una pista che è cambiata un pò rispetto al 2019, quando abbiamo corso qui l’ultima volta – avverte Mario Isola, responsabile F1 e Car Racing Pirelli – Circa il 40% della pista è stato riasfaltato, ma a causa delle restrizioni per il Covid-19 non abbiamo potuto inviare il nostro personale per analizzare il nuovo asfalto, quindi le sue caratteristiche sono un punto interrogativo per tutti e scopriremo gli effetti finali sui pneumatici e sulle prestazioni della vettura in generale solo quando saremo lì. Come al solito, la nomination pneumatici è stata fatta sulla base dei dati ottenuti prima della gara, con le mescole centrali della gamma che ben si adattano alle circostanze. La battaglia per la vittoria del campionato si sta giocando sul filo del rasoio, quindi è chiaro che più ci avviciniamo alla fine della stagione, più ogni singolo elemento della strategia sarà determinante, come abbiamo visto nell’ultima gara in Turchia”.
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