SPA-FRANCORCHAMPS (BELGIO) (ITALPRESS) – “Oggi abbiamo avuto ancora una volta prova di quanto l’estate sia una stagione mutevole qui a Spa. Sia noi che le squadre, del resto, ce l’aspettavamo che il sabato sarebbe stato dominato dalla pioggia e quindi i dati raccolti ieri sono diventati fondamentali nella definizione della miglior strategia per la gara di domani che – a prescindere dalla peculiarità dell’estate belga – dovrebbe svolgersi su una pista asciutta”. Così Mario Isola, direttore motorsport Pirelli, dopo le qualifiche del Gp del Belgio, in programma domani a Spa. “Rispetto allo scorso anno, il nuovo asfalto ha spostato la bilancia in maniera netta verso una strategia basata su due soste, rendendo inoltre la mescola più dura fra quelle portate qui, la C2, molto più adatta all’utilizzo in gara di quanto non lo sia stata dodici mesi fa a scapito di quella più morbida, la C4 – ha aggiunto Isola – Peraltro, tutte e tre le mescole sono comunque perfettamente utilizzabili, anche perchè soltanto quattro squadre – Ferrari, McLaren, Mercedes e Alpine – hanno a disposizione due set di Hard”. “Sulla carta, la strategia più veloce prevede un primo stint su Medium per poi un doppio stint con le Hard. La logica alternativa è una sequenza Medium/Hard/Medium ma anche le opzioni Soft/Hard/Hard e Soft/Hard/Medium non sono da scartare. La sosta singola è troppo lenta mentre la sosta tripla, pur su una pista dove i sorpassi sono assolutamente possibili, non risulta più veloce, almeno nelle simulazioni. Peraltro, bisogna tenere in considerazione il fatto che le scelte di assetto fatte oggi – che dovranno essere mantenute per la gara, visto che le vetture sono in regime di parco chiuso – potrebbero anche modificare i rapporti di forza emersi dalle qualifiche. Da notare come in una qualifica disputata su pista bagnata e lunga sette chilometri i tempi siano molto ravvicinati: non è un caso, ad esempio, che i primi sei piloti sulla griglia di partenza siano racchiusi in appena 430 millesimi di secondo. Certo, c’è un pilota che ha chiuso la Q3 davanti a tutti con quasi sei decimi di vantaggio sul secondo ma si chiama Max Verstappen…”, ha concluso Isola.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Gp Belgio, Isola “Con nuovo asfalto strategia con due soste”
Berra “Weekend particolarmente impegnativo per le gomme”
SPA-FRANCORCHAMPS (BELGIO) (ITALPRESS) – “Si prospetta un weekend particolarmente impegnativo per le gomme, come del resto era prevedibile su un circuito particolare come quello di Spa-Francorchamps. La novità rappresentata dalla parziale riasfaltatura di ampi tratti del tracciato ha determinato un aumento rilevante dell’aderenza che, da una parte, ha reso la pista significativamente più rapida – siamo già quasi 1″4 più veloci rispetto alla pole di due anni fa, l’ultimo riferimento realistico -, dall’altra ha probabilmente determinato un aumento del graining, in particolare sulla Medium e sulla Soft, e un conseguente aumento del degrado della prestazione sulla lunga distanza. In entrambe le sessioni abbiamo inoltre notato un’evoluzione della pista piuttosto marcata”. Così Simone Berra, Chief Engineer di Pirelli, dopo il venerdì di prove libere al Gp del Belgio. “Considerato che domani si prevedono condizioni di asfalto prevalentemente bagnato mentre per domenica è previsto asciutto – prosegue Berra in una nota – le squadre dovranno lavorare sui dati raccolti oggi per definire assetto e strategie migliori su una delle piste dov’è più complicato trovare il giusto compromesso fra la necessità di avere carico aerodinamico per non far scivolare le gomme soprattutto nel secondo settore e conservare una buona velocità di punta per essere competitivi sui tratti più veloci del primo e terzo settore. Rispetto a quanto visto nei due anni precedenti – quelli in cui si è corso con questa generazione di monoposto – la C2 sembra essere piuttosto competitiva e potrebbe diventare un’opzione valida per la gara: non è un caso che quattro squadre ne abbiano conservati due set per ciascuno dei loro piloti”.
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Asfalto nuovo a Spa-Francorchamps, Pirelli conferma mescole
ROMA (ITALPRESS) – L’ultimo Gran Premio prima della pausa estiva andrà in scena su uno dei circuiti più affascinanti e ricchi di storia del calendario iridato, quello di Spa-Francorchamps. Sette chilometri di puro spettacolo che si snodano sulle strade disegnate sui saliscendi delle Ardenne, contornati da una foresta che rende il paesaggio ancor più magico ma che, al tempo stesso, nasconde insidie ad ogni chilometro. Eau Rouge, Raidillon, Source, Kemmel, Stavelot, Malmedy: questi e altri ancora sono i nomi che hanno reso il tracciato che ospita il Gran Premio del Belgio famoso in tutto il mondo.
Le corse sono di casa nelle Ardenne da più di un secolo – la prima gara di moto si svolse qui nel 1921, l’anno successivo fu ospitata la prima edizione del Gran Premio del Belgio – su un tracciato stradale creato utilizzando i tre lati di un ideale triangolo che univa le cittadine di Spa-Francorchamps, Malmedy e Stavelot. Quest’anno la pista si è rifatta il trucco: un nuovo manto di asfalto è stato steso per buona parte della sua lunghezza, una variabile importante da tener presente nella preparazione della gara.
La Pirelli ha già saggiato il nuovo asfalto un mese fa, in occasione della 24 Ore di Spa, la “classica” del GTWC di cui la casa milanese è fornitrice unica di pneumatici. Durante l’evento del giugno scorso le GT3 hanno fatto registrare tempi inferiori di oltre tre secondi rispetto all’anno precedente, a parità di mescola. Ovviamente, le prestazioni delle vetture GT non possono essere paragonate a quelle di una monoposto di Formula 1, nemmeno attraverso gli attuali, avanzatissimi strumenti di simulazione, ma è assai prevedibile che la novità produrrà un significativo abbassamento dei tempi sul giro e un aumento importante dell’aderenza nei tratti riasfaltati.
Per la quattordicesima gara della stagione la Pirelli ha selezionato le stesse mescole usate nell’ultimo biennio, vale a dire il tris composto dalla C2 come P Zero White hard, dalla C3 come P Zero Yellow medium e la C4 come P Zero Red soft. Dal punto di vista dello stress per i pneumatici, Spa-Francorchamps è uno dei tracciati con la media più elevata, anche se non raggiunge i picchi di Silverstone e Suzuka. Sono presenti tutte le tipologie di curve, raccordate da tratti molto veloci, caratteristiche che rendono complicato il lavoro delle squadre nell’identificazione del compromesso aerodinamico ideale. Non è affatto raro vedere monoposto che sono molto forti nel primo e nel terzo settore, quelli più veloci, e in difficoltà nel secondo, quello più lento, o viceversa. Alcune combinazioni di curve – vedi quella Eau Rouge-Raidillon- sono molto impegnative e hanno caratteristiche peculiari, nella fattispecie una forte compressione che mette a dura prova tanto la vettura quanto il pilota. Solitamente, su questa pista il degrado è soprattutto termico ma il nuovo asfalto potrebbe essere un fattore determinante anche su questo aspetto, vista la maggior aderenza che offrirà alle gomme.
Infine, come non considerare il meteo come un elemento determinante per il risultato di un fine settimana di corse a Spa-Francorchamps? Se c’è un weekend nel calendario motoristico – non soltanto di F1 – in cui la variabilità delle situazioni climatiche può avere un ruolo è proprio questo, non soltanto per la possibile alternanza di condizioni anche molto diverse da un giorno all’altro ma anche perchè si possono avere contemporaneamente livelli di aderenza dell’asfalto completamente differenti fra un punto e l’altro del circuito. Inoltre, la lunghezza del giro può rendere particolarmente penalizzante un sia pur piccolo errore di valutazione per il cambio di gomme in caso di passaggio da quelle da asciutto a quelle da bagnato e viceversa, sia in gara sia, soprattutto, in qualifica.
– foto Ipa Agency –
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GP Ungheria: Isola “E’ stata una partita a scacchi”
BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) – Doppietta McLaren in qualifica, doppietta McLaren in gara. Questo il verdetto del Gran Premio d’Ungheria, con Oscar Piastri che ha conquistato il primo successo della sua carriera in Formula 1 e Lando Norris, partito dalla pole position, che ha concluso alle sue spalle. Sul terzo gradino del podio è salito Lewis Hamilton (Mercedes) che ha ottenuto così il duecentesimo piazzamento fra i primi tre su 345 Gran Premi disputati in Formula 1 (57,97%). Per la McLaren è la seconda vittoria della stagione, la numero 185 in assoluto e la dodicesima all’Hungaroring. Le doppiette sono diventate 49: l’ultima risaliva al Gran Premio d’Italia 2021, quando Norris chiuse al secondo posto, sempre alle spalle di un pilota australiano, Daniel Ricciardo. Come previsto, alla partenza è stata la Medium la mescola preferita: tredici piloti hanno scelto la C4 per il primo stint, quattro hanno preferito la Soft e tre (fra cui Gasly, che partiva dalla pit-lane) la Hard. La strategia a due soste è stata scelta praticamente da tutti i piloti. Tre piloti hanno fatto eccezione ma se per Ocon e Sargeant le tre soste non hanno dato alcun vantaggio – il pit-stop finale per montare un treno di Soft è avvenuto quando non avevano più nulla da perdere – diverso è stato l’esito della gara impostata su una singola sosta per Tsunoda, con un nono posto conquistato soprattutto grazie ad una sapiente gestione delle gomme in entrambi gli stint (29 giri con le Medium e poi 41 con le Hard). Dopo le scelte fatte nelle sessioni di prove libere, i due piloti della Aston Martin sono stati costretti a pianificare una strategia che prevedeva l’utilizzo di tutte e tre le mescole, seguendo una successione Soft/Medium/Hard che ha permesso di portare a casa solamente un punto, grazie al decimo posto di Stroll, finito proprio davanti ad Alonso. Gli stint più lunghi (41 giri con la Hard) li hanno effettuati i due piloti della Racing Bulls, Ricciardo e Tsunoda, mentre con la Medium il primato va a Stroll (31) che è anche il pilota che ha percorso più giri con le Soft (14). “Credo che i 310.000 spettatori che hanno seguito questo fine settimana in pista all’Hungaroring e i milioni che lo hanno fatto davanti agli schermi televisivi e digitali in tutto il mondo si siano divertiti – ha affermato Mario Isola, direttore Motorsport Pirelli -. Tutto il weekend è stata una sorta di partita a scacchi che ha poi avuto il suo apice in una corsa molto combattuta ed incerta, con la prima posizione che è passata di mano sette volte. Con temperature abbastanza in linea con quelle registrate nella seconda sessione di prove libere del venerdì, la Medium è probabilmente risultata la mescola complessivamente più efficace: se non fosse stato per il contatto con Hamilton, Verstappen avrebbe quasi certamente chiuso al terzo posto”.
“Ma anche la Hard – ha aggiunto Isola – che in definitiva è stata la mescola più usata, è stata competitiva, non soltanto sulle due Mercedes – che, fra i team di vertice, era l’unica ad averne due set disponibili – ma anche su altre vetture. In definitiva, penso che questa corsa abbia dimostrato una volta di più quanto sia importante per le squadre studiare bene quali siano le mescole più efficaci per le loro vetture e che l’attuale range di gomme consenta di vedere in pista il confronto fra strategie diverse. Del resto, questo è l’obiettivo principale che ogni anno ci viene dato dalla FIA, da Formula 1 e dagli altri stakeholder dello sport: fornire un prodotto che sia in grado in primis di garantire il massimo possibile di sicurezza ma poi consenta alle squadre e ai piloti si sfruttare al meglio il potenziale a disposizione. E’ quello che cerchiamo di fare nel miglior modo possibile, non soltanto in Formula 1 ma anche nelle due categorie propedeutiche di cui siamo fornitori esclusivi dei pneumatici”.
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Isola “Doppio pit-stop strategia nettamente favorita”
BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) – “Anche all’Hungaroring abbiamo assistito ad una qualifica spettacolare, coi primi tre piloti racchiusi in appena 46 millesimi di secondo e con diversi colpi di scena. Tutto lascia quindi prevedere che domani potremo assistere ad una gara molto combattuta, sia per le primissime posizioni che per il resto della zona punti. Da evidenziare il fatto che, in un anno, le prestazioni delle vetture siano cresciute in maniera significativa, visto che il tempo della pole position di oggi è di quasi un secondo e mezzo più basso rispetto al 2023 su uno dei circuiti più corti di tutto il calendario”. Questo il commento del direttore motorsport Pirelli, Mario Isola, al termine del sabato del Gran Premio d’Ungheria. “Dal punto di vista delle strategie, questa è una classica gara dove il doppio pit-stop è nettamente il favorito – ha aggiunto Isola – Sulla carta, la strategia più veloce prevede la partenza con la Medium, da combinare poi con la Hard. E’ chiaro che la quantità di set disponibili delle due mescole più dure determinerà le scelte delle squadre. Va detto quindi che ci sono tre squadre – Red Bull, McLaren, Ferrari- che hanno un solo set di Hard e due di Medium nuovi a disposizione mentre una – la Aston Martin – ha un set di Medium e uno di Hard nuovi. Tutte le altre hanno almeno due set di Hard e uno di Medium nuovi. Un altro fattore molto importante da tenere in conto sarà il nuovo innalzamento delle temperature previsto per domani che dovrebbe riportare quella dell’asfalto a superare ampiamente la barriera dei 50 °C”, ha concluso Isola.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Norris comincia col piede giusto all’Hungaroring
BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) – E’ Lando Norris il più veloce
della prima giornata del Gran Premio d’Ungheria. Il pilota inglese della McLaren è stato l’unico a scendere sotto la barriera dell’1’18”, facendo segnare un miglior tempo di 1’17″788 durante la seconda sessione, seguito dalla Red Bull di Max Verstappen (1’18″031) e dalla Ferrari di Carlos Sainz (1’18″185). Proprio il pilota spagnolo era stato il più veloce nella prima sessione con il tempo di 1’18″713, davanti a Verstappen (1’18″989) e dal compagno di squadra Charles Leclerc (1’19″011), protagonista di uno spettacolare incidente in FP2 che ha causato un’interruzione di 16 minuti.
Il venerdì di Budapest ha fatto segnare la terza
temperatura dell’asfalto più alta da quando la Pirelli è tornata
in Formula 1 nel 2011. I 59,7 °C misurati in FP1 sono superati
solamente dai 60 °C del Gran Premio d’Ungheria del 2018 e dai 61
°C delle prime prove libere del Gran Premio della Malesia del
2016.Oggi la differenza di temperature fra le due sessioni è stata molto sensibile (fra i 10 e i 15 °C), accentuata anche da una parziale copertura del cielo durante la seconda: è un dato importante da tenere presente nell’analisi dei dati raccolti oggi, anche alla luce del fatto che domani le qualifiche si svolgeranno alle 16 e la gara partirà alle 15, nonchè del fatto che le previsioni meteo danno la temperatura dell’aria in leggero calo domani per poi tornare ai valori odierni domenica. Dal punto di vista dell’utilizzo dei pneumatici, una considerazione importante riguarda la Hard, usata oggi solamente da Ferrari e Aston Martin in FP1 e dalla McLaren in FP2. Ciò significa che queste tre squadre avranno solamente un treno di questa specifica disponibile in gara – è obbligatorio averne almeno uno di Medium e uno di Hard – e, per quello che si è visto finora, la C3 appare come la mescola più competitiva sulla lunga distanza.
“Una giornata molto calda, com’era del resto assolutamente prevedibile. – ha spiegato Simone Berra, Chief Engineer Pirelli –
Onestamente, non abbiamo avuto particolari sorprese in questo
primo giorno di attività in pista. Le tre mescole si stanno
comportando in linea con le simulazioni, con la C3 e la C4 che
appaiono le più idonee ad essere utilizzate in una gara dove il
degrado termico sarà il fattore determinante. La C5, chiaramente
più veloce sul giro secco (la differenza con la C4 è di circa
sei/sette decimi), andrà comunque gestita con attenzione per
poterne estrarre tutto il potenziale. L’evoluzione della pista è
stata significativa già durante la prima sessione, anche se la
pista era comunque già in buone condizioni sin dall’inizio. Il
calo della temperatura dell’asfalto ha consentito di abbassare i
tempi in maniera rilevante fra una sessione e l’altra. Inoltre,
c’è stato un impatto importante sul bilanciamento delle vetture,
col degrado che si è mostrato più accentuato sull’anteriore
rispetto alla prima sessione. Nell’analisi dei tempi sui long run
– ha concluso – va tenuto presente che abbiamo visto piloti e
squadre adottare diversi approcci in termini di gestione delle
gomme: c’è chi ha preferito avere un inizio del run molto cauto
per poi spingere nella parte finale e chi, invece, ha scelto di
partire forte per poi vedere quale avrebbe potuto essere il
livello di degrado in condizioni più estreme”.
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Le tre mescole più morbide della gamma per Gp Ungheria
ROMA (ITALPRESS) – Rush finale per la Formula 1 prima della pausa estiva. La seconda metà del campionato prende il via con una doppietta di gare consecutive che si svolgono su circuiti che non potrebbero essere più diversi fra loro: Hungaroring e Spa-Francorchamps. Il prossimo weekend, dal 19 al 21 luglio, si comincia con l’appuntamento in Ungheria, ormai diventato un “classico” estivo che richiede alle monoposto un livello di carico aerodinamico ideale quasi paragonabile a quello di Monte-Carlo, mentre la settimana successiva si va in Belgio, dove invece l’efficienza aerodinamica è fondamentale per essere competitivi sia sui curvoni più veloci che sui lunghi rettilinei. Anche dal punto di vista meteorologico sulla carta non potrebbero essere due circuiti più diversi – l’estate ungherese è sicuramente molto più calda di quella belga – anche se va detto che negli ultimi anni il fine settimana di Budapest ha spesso visto la pioggia protagonista. Dal punto di vista delle energie esercitate sui pneumatici, l’Hungaroring non è particolarmente severo. La scelta di Pirelli per questo appuntamento è stata identica rispetto allo scorso anno, con le tre mescole più morbide della gamma – C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red Soft – confermando così il passo più “soft” rispetto alla stagione d’esordio delle gomme da 18″. La trazione è uno dei fattori più importanti, soprattutto sull’asse posteriore. Il degrado può essere elevato, soprattutto in presenza di temperature elevate – e le previsioni per questo fine settimana non sono certo favorevoli -, basti pensare che lo scorso anno con 53° C si registrò la temperatura dell’asfalto più alta di tutta la stagione. Il surriscaldamento, quindi, è un fenomeno da tenere sotto controllo, non soltanto in gara, ma anche in qualifica: con la mescola più morbida sul giro secco è fondamentale riuscire ad arrivare alle ultime due curve a 180° con ancora un buon livello di grip, compito non facile se si considera che i brevi tratti rettilinei lasciano poco tempo per respirare alle gomme. L’Hungaroring è un circuito permanente ma non viene utilizzato tantissimo, il che tradizionalmente lo rende una delle piste dove le condizioni di aderenza dell’asfalto si evolvono significativamente man mano che si gomma. Lo sarà ancora di più quest’anno visto che c’è stata un’interruzione molto lunga dell’attività a causa dei lavori di ammodernamento dell’impianto, la cui prima fase si è conclusa nel maggio scorso. Il graining potrebbe quindi essere un protagonista, soprattutto nelle prime sessioni.
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Scelte le mescole per Gp Ungheria, Belgio e Olanda
ROMA (ITALPRESS) – La più lunga stagione della storia della Formula 1 prosegue con altre tre gare in Europa: le prime due – Ungheria e Belgio – prima della pausa estiva e la terza – Olanda – al ritorno in pista. Per questi tre appuntamenti Pirelli utilizzerà tutte le mescole che fanno parte della gamma 2024. Si comincia a Budapest – dal 19 al 21 luglio – con il tris più soft, composto dalla C3 come Hard, dalla C4 come Medium e dalla C5 come Soft. Una settimana più tardi si va in scena su una delle piste più affascinanti e impegnative con una vasta tipologia di curve e alcune importanti compressioni determinate dall’altimetria, quella di Spa-Francorchamps, dove si utilizzerà la combinazione di mescole centrali: C2 come Hard, C3 come Medium e C4 come Soft. Infine, a Zandvoort, tracciato molto severo e caratterizzato da due curve sopraelevate e dove si corre dal 23 al 25 agosto, si passa al trio più duro, usato ad esempio ieri a Silverstone: C1 come Hard, C2 come Medium e C3 come Soft.
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