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Anche per Montreal scelto tris più morbido della gamma 2024

ROMA (ITALPRESS) – Il Gran Premio del Canada riporta la Formula 1 in Nord America dopo due gare consecutive in Europa, Imola e Monaco. Cambia quindi il continente ma non cambiano le mescole scelte per la nona prova stagionale, visto che, come nelle due ultime gare, anche a Montreal sarà di scena il tris più morbido della gamma 2024, composto da C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft. E’ una conferma per la pista canadese, un tracciato semi-permanente situato sull’isola artificiale di Notre-Dame, creata per l’Expo Universale del 1967. Lunga 4,361 chilometri e intitolata alla memoria di Gilles Villeneuve, la pista è composta da sei curve a sinistra e otto a destra ed è fra quelle con la velocità media più bassa di tutta la stagione. Stabilità in frenata e trazione in uscita dalle chicane e dalle curve più lente – c’è anche un tornante da affrontare prima di un rettilineo lunghissimo – sono fondamentali per essere competitivi, così come l’agilità nei cambi di direzione. A differenza di Monaco, a Montreal i sorpassi sono possibili, soprattutto in fondo al rettilineo che porta all’ultima chicane, alla cui uscita c’è quel Muro dei Campioni che ha assunto questa denominazione dopo che, nell’edizione 1999, tre campioni del mondo – Damon Hill, Michael Schumacher e Jacques Villeneuve – terminarono la loro corsa schiantandosi contro le barriere di protezione. Una delle novità di quest’anno sarà l’asfalto, completamente rifatto così come sono stati sostituiti i cordoli. Sulla carta, le caratteristiche di bassa rugosità e, quindi, aderenza ridotta dovrebbero essere state mantenute e la prima controprova la si avrà dalle misurazioni che i tecnici Pirelli effettueranno mercoledì. Bisogna tenere presente che la pista è solitamente usata soltanto dai montrealesi per delle passeggiate a piedi o in bicicletta; quindi, ogni anno i tempi sul giro si abbassano in maniera molto significativa man mano che le vetture girano. E’ inoltre possibile che, soprattutto il venerdì, il graining possa manifestarsi, in particolare sui composti più morbidi. Le forze laterali esercitate sui pneumatici sono molto limitate mentre sono più rilevanti quelle longitudinali ma, in assoluto, Montreal è uno degli appuntamenti più gentili con i pneumatici di tutta la stagione. Anche se non ai livelli di Monaco, anche a Montreal il tempo sul giro in qualifica lo si ottiene limando ogni spazio possibile nei passaggi vicino alle barriere di protezione e nei passaggi sui cordoli, quindi un altro fattore rilevante è la fiducia dei piloti che si riacquista giro dopo giro. Ogni errore ovviamente si può pagare a caro prezzo, ancor di più quest’anno visto che in uno dei punti dove era più facile finire fuori pista – la chicane fra la curva 4 e la 5 – la via di fuga ora è in erba mentre prima era in asfalto. L’edizione 2023 ha visto protagoniste tutte le mescole da asciutto, con un mix di strategie fra piloti che hanno scelto il doppio pit-stop (come i tre sul podio) e chi invece ha puntato sulla sosta singola, cercando di allungare il più possibile il primo stint. Va infatti considerato che la comparsa della safety-car è molto frequente e che quindi una prima parte di gara più lunga offre maggiori possibilità di minimizzare il tempo perso per il cambio gomme. Un’altra incognita tradizionale dell’appuntamento nel Quebec è legata alle condizioni meteorologiche, molto mutevoli anche all’inizio del mese di giugno. Non soltanto si può passare da giornate di pioggia fredde e ventose e ad altre assolate e calde ma anche nell’arco dello stesso giorno ci possono essere escursioni termiche importanti. Il Gran Premio del Canada è parte della massima competizione automobilistica dal 1967 ed è stato ospitato su tre tracciati diversi. Oltre all’attuale, si è infatti corso otto volte a Mosport, in Ontario, e due a Mont-Tremblant, poco meno di 150 chilometri a nord di Montreal, sempre in Quebec. In totale sono state 52 le edizioni disputate e due piloti – Michael Schumacher e Lewis Hamilton – si dividono il primato di successi con sette vittorie a testa e anche delle pole position (sei ciascuno). Fra i costruttori, la McLaren è regina di vittorie (13) e di pole (11) mentre la Ferrari primeggia come piazzamenti sul podio (37).
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Confermate nel Gp di Monaco le aspettative su hard e medium

MONTECARLO (MONACO) (ITALPRESS) – Fine settimana perfetto per Charles Leclerc che, finalmente, sfata il tabù Monaco. Dopo essere stato il più veloce nelle libere del venerdì e nelle qualifiche del sabato, il pilota monegasco ha trionfato oggi per la prima volta nella sua gara di casa, ottenendo così il suo sesto successo in Formula 1, con l’ultimo che risaliva al Gran Premio d’Austria del 2022. Per la squadra di Maranello questa è la vittoria numero 245 nella storia, la decima in questo Gran Premio. Sul podio sono saliti anche Oscar Piastri (McLaren), che ha eguagliato il suo miglior risultato (Qatar 2023) e Carlos Sainz (Ferrari), che a Montecarlo era già salito sul podio due volte (2021 e 2022), quando aveva terminato la gara al secondo posto.
Alla partenza i piloti si sono suddivisi in maniera quasi uguale fra chi ha optato per un primo stint con le Medium (nove: Leclerc, Sainz, Norris, Piastri, Albon, Ricciardo, Tsunoda, Zhou e Hulkenberg) e chi invece ha preferito la Hard (undici: Perez, Verstappen, Russell, Hamilton, Stroll, Alonso, Ocon, Gasly, Sargeant, Bottas e Magnussen). La bandiera rossa al primo giro, causata dalla collisione fra Perez e il duo della Haas, ha consentito a tutti i piloti che hanno potuto ripartire (Ocon è rimasto ai box per le conseguenze di un’altra collisione, col suo compagno di squadra) di assolvere all’obbligo di utilizzo di due mescole diverse senza dover fare un pit-stop: chi era partito con la C3 è passato alla C4, gli altri hanno fatto il contrario, tutti con la possibilità di arrivare fino alla bandiera a scacchi senza doversi fermare. L’unica eccezione è stato Sargeant, che è rimasto con il treno di Hard montato alla prima partenza. I successivi pit-stop sono stati effettuati soltanto quando si sono aperte delle finestre di traffico utili a cambiare set di gomme senza perdere la posizione in pista. Ad approfittare della situazione sono stati, nell’ordine, Bottas, Stroll, Hamilton, Verstappen e Sargeant che sono passati dalla Medium alla Hard e Zhou, che dalla Hard è passato alla Soft. L’unico che ha fatto due soste è stato il canadese dell’Aston Martin, costretto ad un pit-stop supplementare a causa di una foratura determinata da un urto contro le barriere di protezione. “Innanzitutto, complimenti a Charles Leclerc e alla Scuderia Ferrari per questa vittoria: possiamo solamente immaginare quanto Charles sia felice per aver trionfato sulle strade della città dov’è cresciuto – commenta Mario Isola, direttore motorsport Pirelli – Per quanto riguarda le gomme, già di solito la gara di Monaco non offre molti spunti e oggi anche quei pochi sono stati praticamente azzerati dalla bandiera rossa esposta già al primo giro. Infatti, l’interruzione ha reso non più necessario il pit-stop, come spiegato in precedenza. Sapevamo che sia la Hard che la Medium erano in grado di far completare l’intera distanza di gara se gestite adeguatamente e ciò è stato fatto praticamente da tutti i piloti. Si sono creati dei gruppi determinati dalle mescole montate e, al loro interno, si è un pò giocato a scacchi per provare a indurre all’errore gli avversari ma senza che mai si creassero davvero delle opportunità per un sorpasso o per un cambio di strategia capace di sparigliare le carte”. “Chi ha effettuato un pit-stop lo ha fatto gratis, vale a dire senza perdere la posizione – ha aggiunto Isola – per un pò ha potuto spingere con la pista libera facendo immediatamente segnare dei tempi sul giro inferiori anche di secondi a chi stava gestendo le gomme ma poi, una volta ritrovatosi nel traffico, è ritornato a guardare da vicino il posteriore di chi gli stava davanti. Non è un caso che le posizioni dei primi dieci siano rimaste identiche dal primo all’ultimo giro”.
In F2 Zak O’Sullivan non poteva scegliere posto e modalità migliori per cogliere il suo primo successo. Il pilota della ART Grand Prix ha trionfato a sorpresa nella Feature Race grazie ad una strategia estrema e a un colpo di fortuna. O’Sullivan, che partiva dalla quindicesima posizione sulla griglia, ha esteso il più possibile il suo primo stint con le Soft e poi ha effettuato al penultimo giro il pit-stop obbligatorio pochi istanti prima che fosse decretata una VSC, riuscendo così ad uscire dalla pit-lane senza perdere quella prima posizione che aveva nel frattempo acquisito man mano che gli altri piloti si fermavano: a quel punto è bastato tenere a bada l’ultimo assalto di Isack Hadjar (Campos Racing) che era convinto di avere la vittoria in pugno) per passare per primo sotto la bandiera a scacchi. Al terzo posto si è piazzato Paul Aron (Hitech Pulse-Eight), che ha conquistato la prima posizione nel campionato Piloti con 80 punti, due in più di Hadjar e undici in più del leader precedente, Zane Maloney (Rodin Motorsport), oggi solo decimo. La maggior parte dei piloti ha preso il via della gara sulle Soft, con l’obiettivo di allungare il più possibile il primo stint. La prestazione di questa mescola è stata molto solida e costante e soltanto negli stint più lunghi ha accusato un vero deficit di prestazione rispetto alla Supersoft. La mescola viola ha richiesto un’introduzione molto cauta perchè c’era il rischio di far iniziare il graining nella fase di riscaldamento.
In F3 è Gabriele Minì il trionfatore della Feature Race di Montecarlo. Partito dalla pole position, il pilota italiano della Prema Racing è stato al comando dall’inizio alla fine di una gara contrassegnata da tre neutralizzazioni. Minì è stato perfetto in tutte le ripartenze e ha conquistato così il suo terzo successo in F3 dopo quelli del 2023 a Budapest nella Sprint e proprio qui a Monaco ancora nella Feature Race. In una corsa la cui classifica finale ha sostanzialmente replicato la griglia di partenza, sul podio insieme a Minì sono saliti Christian Mansell (ART Grand Prix) e Luke Browning (Hitech Pulse-Eight). Grazie a questo successo, il pilota della Prema ha inoltre conquistato il primo posto nella classifica del campionato con 72 punti, quattro in più di Browning e otto in più di Leonardo Fornaroli, oggi quinto.
Dal punto di vista del comportamento degli pneumatici, va innanzitutto come la corsa si sia disputata con temperature sensibilmente inferiori ai giorni precedenti, visto che è iniziata alle otto di mattina. Ne è conseguito un warm-up più lento mentre il degrado, sia al posteriore che all’anteriore, ha iniziato a manifestarsi in maniera significativa dopo otto giri, a causa della comparsa di un pò di graining, ma comunque abbastanza gestibile. Con le tante neutralizzazioni e la naturale difficoltà di superare su questa pista ne è venuta fuori una corsa poco movimentata.
Dopo due gare in Europa, la Formula 1 torna a trasferirsi sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico. Dal 7 al 9 giugno prossimi si svolgerà a Montreal, nel Quebec, il Gran Premio del Canada, un appuntamento storico della massima serie visto che fa parte del calendario iridato sin dal 1967. Prima della trasferta canadese Pirelli ha in programma due giorni di test martedì e mercoledì prossimi sul circuito Paul Ricard di Le Castellet (Francia), dove saranno impegnati i due piloti titolari della Ferrari, Charles Leclerc e Carlos Sainz: il programma tecnico prevede prove di nuove soluzioni di mescole e costruzioni sia per le gomme slick che per quelle da bagnato.
– foto Ipa Agency –
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Isola “Complimenti a Leclerc per la sua terza pole in casa”

MONTECARLO (MONACO) (ITALPRESS) – “A Monaco le emozioni si concentrano molto spesso al sabato e anche questa settantesima edizione non ha fatto eccezione. I sessanta minuti che hanno deciso la griglia di partenza sono stati intensissimi e incerti fino all’ultimo”. Così in una nota Mario Isola, direttore motorsport Pirelli, al termine del venerdì del Gran Premio di Monaco. “Complimenti a Leclerc che ha conquistato la sua terza pole nella gara di casa ma anche a tutti gli altri 19 piloti perchè vederli sfrecciare su queste strade fino a sfiorare i guardrail è sempre uno spettacolo – ha sottolineato Isola – Ieri Leclerc era già stato il più veloce e oggi lo ha confermato ma c’è stata comunque battaglia, tanto è vero che ci sono stati tre diversi piloti in testa alla classifica dei tre segmenti che compongono la sessione e le differenze nei tempi molto limitate, come testimoniano i primi quindici classificati di Q1 racchiusi in meno di quattro decimi di secondo”. Dal punto di vista tecnico, “la C5 ha confermato di essere una mescola molto prestazionale su un tracciato e su un asfalto come questo. Rispetto alle qualifiche dello scorso anno i tempi si sono notevolmente abbassati, visto che la pole è stata di oltre un secondo più veloce, inferiore anche a quella definita sulla base delle simulazioni ricevute dalle squadre (1’10″500). Fatto il pieno di emozioni oggi, prepariamoci ad una gara che, inevitabilmente, dovrebbe avere un andamento abbastanza prevedibile. A Monaco i sorpassi sono pressochè impossibili e la strategia è praticamente obbligata: una sosta, con Medium e Hard a fare da protagoniste. Chi sceglierà di partire con la C3 proverà ad allungare il più possibile la prima parte di gara, cercando di approfittare eventualmente di una neutralizzazione per minimizzare il tempo necessario per il cambio di pneumatici. Anche la previsione delle finestre ideali per il pit-stop rimane piuttosto aleatoria, alla luce appunto del fatto che saranno gli episodi in pista a creare eventuali opportunità. In ogni caso eccole qui: fra il giro 25 e il 35 per una strategia Medium-Hard e fra il 45 e il 55 per quella Hard-Medium. Fra meno di ventiquattr’ore – ha concluso Isola – sapremo se saranno rispettate”.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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Gp Monaco, Berra “non evidenziate particolari sorprese”

MONTE CARLO (MONACO) (ITALPRESS) – Se è vero che il risultato del Gran Premio di Monaco è molto spesso determinato da quello delle qualifiche, allora Charles Leclerc si è già portato avanti dominando la prima giornata di prove di questa settantesima edizione della sua gara di casa valida per il Campionato del Mondo Piloti. Il monegasco ha infatti ottenuto il miglior tempo assoluto della giornata durante FP2 (1’11″278), scendendo già sotto la pole position dello scorso anno (1’11″365), conquistata da Max Verstappen. Ha impressionato la facilità con cui il pilota della Scuderia Ferrari si è costantemente migliorato run dopo run mentre gli altri piloti facevano più fatica per portare al limite la loro monoposto. Reso omaggio al più veloce in pista oggi, va ricordato che è soltanto venerdì e nelle qualifiche di Monaco sono sempre possibili sorprese, anche perchè il margine d’errore è praticamente inesistente. Inoltre, il fatto che ci siano cinque vetture diverse nelle prime cinque posizioni di FP2 – alle spalle di Leclerc si sono piazzati, nell’ordine, la Mercedes di Lewis Hamilton, l’Aston Martin di Fernando Alonso, la Red Bull di Max Verstappen e la McLaren di Lando Norris, racchiusi in 675 millesimi di secondo – è un segnale dell’equilibrio delle forze in campo. Come sempre accade nelle prove libere di Monaco, i piloti hanno cercato di girare il più possibile per riacquisire la necessaria confidenza con un tracciato unico per le sue caratteristiche nel calendario iridato. Sono stati quasi quattromila (3.937,66) i chilometri percorsi, pari a 1180 giri. La mescola più usata è stata la C4 (600 giri), seguita dalla C3 (314) e dalla C5 (266).
“Una giornata molto intensa quella appena conclusa oggi a Monaco, sia per quanto riguarda la Formula 1 – con le due ore di prove libere – sia per le altre due categorie di cui siamo fornitori di pneumatici (F2 e F3), che oggi hanno offerto lo spettacolo delle qualifiche” le parole di Simone Berra, chief engineer Pirelli.
“Per quanto riguarda la massima serie, l’andamento delle libere non ha evidenziato particolari sorprese. Qui è importante girare con continuità per trovare il giusto ritmo e per guadagnare quei centimetri necessari per arrivare al limite della traiettoria ideale. Dal punto di vista strettamente tecnico, abbiamo visto come la pista sia diventata più veloce man mano che le vetture giravano e questo potrà essere un fattore importante anche nelle qualifiche perchè le condizioni potranno mutare in maniera significativa dall’inizio alla fine di ogni segmento della sessione. Il fatto che il miglior tempo di oggi sia già di quasi un decimo inferiore rispetto alla pole position dello scorso anno è un segnale del progresso prestazionale di questa generazione di vetture, visto che le caratteristiche delle gomme sono sostanzialmente immutate rispetto allo scorso anno”.
– foto ufficio stampa Pirelli –
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Tris più morbido per mescole gomme slick al Gp Monaco

MILANO (ITALPRESS) – Il Gran Premio di Monaco è uno degli appuntamenti storici nel calendario della Formula 1 e, quest’anno, raggiunge un traguardo importante. Quella che andrà in scena questo fine settimana sarà infatti la 70esima edizione valida per il Mondiale piloti e, come tradizione, la scelta della Pirelli per quanto riguarda le mescole delle gomme slick è caduta sul tris più morbido a disposizione quest’anno, vale a dire quello composto dalla C3 come Hard, dalla C4 come Medium e dalla C5 come Soft. Come quasi sempre accade sui tracciati cittadini, che hanno un asfalto particolarmente liscio visto che viene normalmente utilizzato quotidianamente dalle vetture stradali, i pneumatici devono poter offrire la massima aderenza possibile. La gara di Monaco è quella dove le forze cui sono sottoposti i pneumatici sono fra le più basse di tutta la stagione perchè la velocità media con cui vengono completati i 3,337 metri di lunghezza del tracciato è molto ridotta, con curve che vengono affrontate anche a meno di 50 km/h e soltanto per circa il 30% del giro viene percorso in pieno. Peraltro, il fatto che siano ben 78 i giri previsti la domenica determina una frequenza decisamente superiore alla media di ogni fenomeno che caratterizza il comportamento dei pneumatici, in particolare per quanto riguarda la densità dell’energia sviluppata in fase di trazione. Un altro fattore da tenere in considerazione nell’analisi delle gomme è il graining che, soprattutto i primi giorni, potrebbe essere un ospite non particolarmente desiderato. Su una pista in cui il margine d’errore è praticamente ridotto a zero, un elemento che caratterizza l’evoluzione dei tempi sul giro è la fiducia con cui i piloti affrontano le 19 curve e tutti i trabocchetti che vi sono disseminati. L’obiettivo di ogni pilota è di limare progressivamente la ricerca della traiettoria migliore, avvicinandosi sempre di più ai guardrail, spesso sfiorandoli con la spalla dei pneumatici: riuscirci senza rompere nulla è la chiave per conquistare una buona posizione in griglia, fondamentale per il risultato finale visto che i sorpassi sono pressochè impossibili, anche in presenza di una differenza di prestazione fra vetture nell’ordine dei secondi. Su una pista del genere è praticamente inevitabile l’intervento della safety-car (77% di probabilità, in media quasi due volte per gara) ma l’edizione scorsa è, curiosamente, filata via liscia, senz’alcuna neutralizzazione. Dal punto di vista strategico, sulla carta c’è una sola opzione: la sosta singola, cercando di ritardarla il più possibile proprio per poter eventualmente approfittare di una safety-car per minimizzare il tempo perso in pit-lane.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
(ITALPRESS).

Gp Emilia Romagna, Isola “Gara serrata accesa nel finale”

IMOLA (ITALPRESS) – Ancora una vittoria per Max Verstappen ma Lando Norris è andato molto vicino a bissare il successo ottenuto a Miami quindici giorni fa: fra qualifiche e gara, il distacco fra il pilota della Red Bull e quello della McLaren è solamente di 816 millesimi di secondo (91 in qualifica, 725 in gara). Sul terzo gradino del podio è salito il ferrarista Charles Leclerc, con i primi tre piloti racchiusi in meno di otto secondi di distacco (7″916). Questa è stata la 59esima vittoria per Verstappen, la terza consecutiva (2021, 2022 e 2024) a Imola eguagliando così il primato di Michael Schumacher (2002-2004), e la 118esima per la Red Bull. Alla partenza quindici piloti hanno scelto la Medium come mescola per il primo stint. Tre – Perez, Sargeant e Zhou – hanno optato per la Hard mentre Alonso, che partiva dalla pit-lane, e Gasly hanno azzardato la Soft. Come ampiamente previsto, è stata una gara da un pit-stop, con Medium e Hard assolute protagoniste. La scelta di partire con la Soft non ha infatti pagato in alcun modo, costringendo entrambi i piloti sopra citati ad effettuare una sosta supplementare. Lo spagnolo dell’Aston Martin alla fine – mancavano tre giri – ha rimontato un set di Soft, probabilmente per togliersi lo sfizio del giro più veloce in gara non riuscendo però a strapparlo a George Russell che, a sua volta, aveva effettuato una sosta supplementare al giro 52 proprio con questo obiettivo, riuscendo così a dare alla Mercedes un punto iridato in più.
Il primato del singolo stint più lungo in assoluto va a Valtteri Bottas (Sauber), non nuovo a queste imprese, che ha percorso ben 54 dei 62 giri totali (ha terminato la corsa doppiato) con la C3 mentre Kevin Magnussen (Haas) e Lance Stroll (Aston Martin) hanno stabilito il primato con la C4, allungando fino al giro 37 il loro primo stint. “Una gara molto serrata, senza picchi di emozione per larga parte ma accesasi nel finale grazie alla rimonta di Norris su Verstappen. Su una pista vecchio stile come Imola i sorpassi sono sempre stati difficili e anche l’edizione 2024 non ha fatto eccezione” l’analisi di Mario Isola, direttore Motorsport Pirelli. “La strategia imperniata su una sola sosta è stata secondo le previsioni quella più veloce e più utilizzata, col primo stint completato con la Medium e il secondo con la Hard. Entrambe le mescole si sono comportate piuttosto bene, nonostante il fatto che – soprattutto nelle prime posizioni – i piloti abbiano spinto praticamente per tutta la corsa, con temperature dell’asfalto che, sia pur in presenza di qualche nuvola, hanno oscillato fra i 43 e i 50 °C. L’andamento della corsa ha confermato che la finestra prevista per il pit-stop era quella giusta: infatti, chi ha anticipato molto si è poi trovato in difficoltà nel finale. Il degrado, infatti, non è stato elevatissimo perchè di graining se n’è visto poco. Infine, lasciatemi fare i complimenti allo stupendo pubblico di Imola che, con la sua passione, ha offerto una volta di più uno spettacolo straordinario sulle tribune che, ne sono sicuro, ha entusiasmato piloti e squadre”.
– foto ufficio stampa Pirelli –
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Gp Emilia Romagna, Isola “Sarà una gara combattuta”

IMOLA (ITALPESS) – Max Verstappen ha conquistato la pole position nel Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, eguagliando così due prestigiosi record: quello delle pole position consecutive (8), ora detenuto insieme ad Ayrton Senna, e quello delle pole consecutive all’inizio di una stagione (7), adesso in codominio con Alain Prost. Per il pilota della Red Bull le pole in carriera sono ora 39 mentre la Red Bull sale a 102.
Così come ieri, anche oggi si sono registrate temperature piuttosto elevate: quella dell’aria ha oscillato fra i 28°C e i 30°C, quella dell’asfalto ha raggiunto un picco di 53°C alla fine di FP3 per poi scendere a 44°C al termine delle qualifiche. Il vento ha cambiato direzione rispetto a ieri ed è diminuito d’intensità, rendendo la vita un pò più semplice ai piloti che hanno sofferto meno per l’instabilità delle vetture. In FP3 alcune squadre hanno lavorato ancora in funzione della gara, o girando con molta benzina a bordo oppure effettuando serie di giri consecutivi. La qualifica ha permesso di confermare, grazie alla scelta della Ferrari di affrontare Q1 con la C4, la differenza di prestazione fra Medium e Soft, rimasta come ieri attorno al mezzo secondo. Infine, da notare come il tempo della pole position sia stato di più di otto decimi inferiore a quello previsto dalle simulazioni ricevute dalle squadre (1’15″700).
“E’ stata una qualifica combattutissima ed equilibrata dove, ancora una volta, l’ha spuntata Max Verstappen. Viste le differenze di prestazione molto contenute fra Red Bull, McLaren e Ferrari domani ci possiamo aspettare una gara altrettanto combattuta” l’analisi di Mario Isola, direttore motorsport Pirelli. “Dal punto di vista della strategia, qui la scelta di un’unica sosta è praticamente obbligata, sia perchè il tempo che si perde in pit-lane per il cambio gomme è fra i più alti della stagione (attorno ai 28″), sia perchè i sorpassi sono molto difficili, considerato pure che c’è una sola zona DRS. Un ulteriore elemento di incertezza sarà legato alle possibili neutralizzazioni: come si è visto oggi nelle gare di F2 e F3, l’aumento della presenza della ghiaia nelle vie di fuga porta inevitabilmente ad avere maggiori possibilità di vedere vetture ferme dopo un’uscita di pista. Qui abbiamo portato il tris di mescole più morbido e la C5 ha confermato un buon livello di prestazione sul giro secco, senza dover richiedere particolare attenzione in termini di preparazione. La C3 e la C4 sono apparse entrambe competitive sulla distanza e, assai prevedibilmente, saranno le mescole più utilizzate in gara, con la C5 che potrebbe eventualmente essere un’opzione nell’ultima fase, soprattutto in caso di neutralizzazioni. Chi punterà su questa eventualità potrebbe scegliere di partire con la Hard per allungare il più possibile il primo stint e poi passare o alle Medium o, appunto, alle Soft”.
– foto ufficio stampa Pirelli –
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F1: GP Emilia Romagna. Berra “Medium e Hard molto competitive”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono stati 115 minuti (cinque sono stati neutralizzati dall’unica bandiera rossa della giornata, ndr.) ricchi di azione a Imola su una delle piste più classiche di tutto il calendario iridato. Abbiamo portato qui il tris di mescole più morbido, sulla scorta di quanto avevamo visto nella gara del 2022, quando la C2 non fu praticamente utilizzata in gara perchè riteniamo che questa scelta possa portare le squadre ad avere un maggior ventaglio di opzioni strategiche a disposizione, fermo restando che questa è una corsa che sulla carta prevede un solo pit-stop”. Così Simone Berra, chief engineer di Pirelli Formula 1, dopo il venerdì di libere di Imola, in occasione del Gp Emilia Romagna.
“Come prevedibile, anche per la forte pioggia caduta ieri, la pista nella prima sessione era ancora piuttosto ‘verdè e il grip offerto dall’asfalto è andato velocemente aumentando man mano che le vetture giravano. Questa veloce evoluzione delle condizioni della pista è proseguita anche nella seconda sessione, anche se in misura minore. Il vento è stato un fattore di disturbo soprattutto in FP1 con le temperature che sono rimaste abbastanza stabili attorno ai 27/28 °C per quanto riguarda l’aria mentre sono passate da una media di 50 °C nella prima sessione ai 39 °C della seconda, condizioni che potrebbero essere piuttosto simili a quelle previste per la gara di domenica”, ha aggiunto Berra.
“Medium e Hard si sono dimostrate molto competitive in termini di prestazione sulla lunga distanza mentre la Soft, soprattutto in presenza di temperature molto elevate, potrebbe risultare abbastanza complicata da gestire per un numero di giri elevato. La differenza di prestazione sul giro fra le mescole è attorno al mezzo secondo fra l’una e l’altra. Per quanto abbiamo potuto vedere, alcune squadre non hanno ancora trovato la maniera migliore per sfruttare al meglio la C5 sul giro secco mentre la C4 ha sofferto un pochino di graining sul lato destro, in particolare sulla gomma anteriore”, ha concluso lo chief engineer di Pirelli Formula 1.
– foto Ipa Agency –
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