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POLIMI, PARTITO NUOVO PROGETTO EUROPEO “CHARISMA”

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Fotografare il movimento ultraveloce degli elettroni all’interno di una molecola di dimensione nanometrica per spiegare numerosi processi biologici e comprendere meglio come, ad esempio, le radiazioni ionizzanti utilizzate in radioterapia danneggino le strutture cellulari, in particolare il DNA dei cromosomi, con possibili gravi conseguenze sul suo funzionamento. È questo l’obiettivo del progetto CHARISMA (Charge transport in intermediate-sized molecules on attosecond time scales), finanziato dalla Commissione Europea attraverso una borsa Marie Sklodowska-Curie individual fellowship assegnata a Fabian Holzmeier, nell’ambito del programma quadro Horizon 2020.
La tecnologia che renderà possibile la realizzazione di questo progetto è stata sviluppata negli ultimi anni dal gruppo del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano diretto dal professor Mauro Nisoli e utilizza impulsi laser con durata estremamente breve: poche decine di attosecondi (1 attosecondo è pari a un miliardesimo di miliardesimo di secondo) come flash di luce per catturare i singoli fotogrammi del filmato che mostrerà come gli elettroni si muovono all’interno di molecole di interesse biologico.
Oltre che per spiegare i processi biologici, lo studio del moto delle cariche in una molecola complessa è di particolare importanza nell’elettronica molecolare, in cui i componenti elettronici sono costituiti da singole molecole. Si tratta di un campo di ricerca emergente e tuttora in fase di sviluppo, con notevoli potenzialità, soprattutto in termini di estrema miniaturizzazione. Descrivere come la luce interagisce con gli elettroni sulla scala temporale degli atto/femtosecondi può portare a importanti ricadute di carattere tecnologico, per esempio lo sviluppo di celle solari sempre più efficienti, dove avviene la conversione della luce in un moto ordinato di elettroni, o la realizzazione di microprocessori ultraveloci basati su strutture molecolari dove la commutazione di transistor è pilotata da segnali luminosi anziché da quelli elettrici come avviene nel caso degli attuali dispositivi elettronici.
(ITALPRESS).

1330 RUNNERS ALLA I EDIZIONE DI POLIMIRUN WINTER

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Il running per il Politecnico di Milano non è semplicemente attività sportiva, ma anche un importante momento di aggregazione. Per questo l’Ateneo rinnova anche in inverno il consueto appuntamento con la PolimiRun inaugurando la prima edizione della PolimiRun Winter 2018 powered by adidas Terrex.

La versione invernale della “classica” PolimiRun, che lo scorso maggio ha coinvolto a Milano 12.000 PolimiRunners, si è svolta oggi a Lecco. Una novità accolta con incredibile entusiasmo: i 1.300 posti disponibili sono terminati in meno di 6 ore.

PolimiRun Winter 2018 powered by adidas Terrex è una corsa trail, fuori strada, con percorso circolare misto sterrato e stradale di 10 chilometri che attraversa le montagne lecchesi tra sentieri e mulattiere. Punto di partenza e arrivo è il Campus di Lecco del Politecnico di Milano.

Questi i risultati. Primi tre uomini assoluti: Martin Dematteis, premia lo Sports Marketing Manager adidas Italy Pietro Zarlenga;  Bernard Dematteis, premia il Sindaco del Comune di Lecco Virginio Brivio; Aymonod Henri, premia l’Assessore allo Sport Roberto Nigriello.

Prime tre donne assolute: Lavinia Possenti, premia il Prorettore del Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano Manuela Grecchi; Ilaria Lanzani, premia il delegato del Rettore per le attività sportive Francesco Calvetti; Francesca Prodi, premia il delegato del Rettore per gli Alumni e il Fundraising Individuale Enrico Zio.

I vincitori hanno ricevuto in premio una felpa dell’Official Merchandising del Politecnico di Milano e un paio di scarpe della linea adidas Terrex.

Come per la PolimiRun Spring, l’obiettivo di questa nuova corsa invernale è raccogliere fondi per borse di studio riservate a studenti meritevoli dell’Ateneo. Dal 2016, anno di nascita della PolimiRun, il Politecnico di Milano ha raccolto più di 200.000 euro.

Per prepararsi a questa nuova sfida, gli iscritti alla PolimiRun Winter hanno avuto la possibilità di partecipare a due workout specifici per la corsa fuori strada, che hanno coinvolto 200 runners; i partecipanti hanno avuto anche la possibilità di testare le scarpe adidas Terrex, la linea adidas dedicata agli sport outdoor.

Questi gli sponsor di PolimiRun Winter 2018 powered by adidas Terrex: Accenture, Amplifon, Deloitte, Maccaferri, Modis, Serim, Umana, Unipol Banca.

DALLA FINANZA ALTERNATIVA GRANDI CHANCE MA POCHE PMI SE NE SERVONO

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Nell’ultimo biennio il mercato della finanza alternativa per le Pmi è cresciuto rapidamente, sia in termini di flussi di finanziamenti sia di piccole e medie imprese che guardano con interesse a questi strumenti alternativi al credito bancario. Gli ultimi 18 mesi sono stati anche un periodo di grandi cambiamenti, con alcuni segmenti prima dominanti che hanno perso terreno e altri che hanno registrato un incremento a due cifre. Ma nonostante la forte crescita, il mercato italiano appare ancora in ritardo rispetto ai principali Paesi europei e sono poche le Pmi che si affidano alla finanza alternativa per reperire capitali: appena 1.800, tralasciando le aziende individuali, l’1% delle piccole e medie imprese che potrebbero utilizzarli. Sono alcuni dei risultati del Quaderno di ricerca “La finanza alternativa per le PMI in Italia” degli Osservatori Entrepreneurship & Finance della School of Management del Politecnico di Milano, presentato oggi. Analizzato il mercato degli strumenti alternativi al credito bancario in Italia, indagando il contributo che Minibond, Crowdfunding, Invoice Trading, Direct Lending, ICO e Private Equity e Venture Capital hanno dato alla raccolta di risorse finanziarie per le PMI italiane negli ultimi 10 anni, con dati aggiornati al 30 giugno.
I mini-bond si sono imposti come il primo canale di finanziamento alternativo, col 51% del mercato e 1,840 miliardi di finanziamenti generati, al secondo posto il private equity e venture capital, che ha perso la prima posizione, passando al 22% del mercato. Netta anche la crescita dell’Invoice Trading, lo strumento più utilizzato in assoluto (adottato da 900 PMI), capace di guadagnare undici punti percentuali (dal 5% al 16%) e di produrre un flusso di finanziamenti quasi pari a quello dell’ultimo decennio (580,8 milioni di euro su 612,2). Ancora minoritari ma in crescita il Crowdfunding (dall’1% al 3%) e le ICO (dall’1% al 2%), marginale il Direct Lending (da 0,2% a 0,6%).
‘La finanza alternativa ha generato vantaggi tangibili nei tempi e costi di accesso al capitale e ha offerto nuove possibilità di aumentare la propria competitività e visibilità sul mercato – afferma Giancarlo Giudici, direttore scientifico degli Osservatori Entrepreneurship & Finance della School of Management del Politecnico di Milano -. Il divario con gli altri Paesi europei dimostra che ci sono buoni spazi di crescita, ma finora l’Italia ha scontato un ritardo culturale e di competenze che ha frenato le Pmi. Per cogliere appieno queste opportunità, bisogna puntare su azioni che migliorino le competenze finanziarie di cittadini e imprenditori, che spesso non conoscono queste soluzioni e non sanno come sfruttarle’.
I mini-bond nell’ultimo anno e mezzo si sono imposti come il primo canale alternativo col 51% del mercato (contro il 28% del periodo 2008-2018), generando 1,840 miliardi di finanziamenti, oltre la metà dei flussi generati dal 2008 in poi.
Le Pmi italiane che hanno emesso mini-bond fino al 30 giugno 2018 sono state 221 (36 delle quali si sono affacciate sul mercato per la prima volta quest’anno), per un valore di 3,545 miliardi di euro suddivisi in 335 emissioni. Più di metà dei finanziamenti è stata raccolta negli ultimi 18 mesi: 1,527 miliardi nel 2017 e 313 milioni nel primo semestre del 2018. La cedola media dei mini-bond emessi da Pmi è pari al 5,3%, la scadenza si attesta mediamente a 4,9 anni. ‘Quello dei minibond è un mercato destinato a crescere ancora nel breve termine, spinto dal crescente interesse di PMI e investitori – analizza Giudici -. E’ opportuno però che gli investitori continuino a essere soggetti professionali e ci sia un maggior impegno da parte di assicurazioni e casse di previdenza’.
Negli ultimi mesi ha registrato un buon tasso di crescita (dall’1 al 3%) anche l’equity crowdfunding, trainato dall’estensione a tutte le PMI di questa opportunità, inizialmente riservata a startup e PMI innovative.
Fino al 30 giugno 2018 erano 214 le aziende italiane che hanno provato a raccogliere capitale di rischio sulle piattaforme Internet autorizzate, assicurandosi attraverso 134 campagne chiuse con successo investimenti pari a 33,3 milioni di euro (11,6 milioni nel 2017 e 14,2 nel primo semestre del 2018). Si tratta in gran parte di piccole startup, ma si prevede un buon incremento per il futuro con le operazioni in ambito real estate e le campagne che saranno lanciate da PMI mature. ‘La crescita va sostenuta informando adeguatamente i cittadini – rileva Giudici -: ad oggi, infatti, gli italiani che hanno sottoscritto una campagna di equity crowdfunding sono appena lo 0,1% della popolazione’.
L’ultimo biennio ha visto una crescita decisa anche dei prestiti erogati alle PMI dalle piattaforme di lending: su un totale di 60,3 milioni di euro prestati a circa 250 PMI italiane (escludendo le ditte individuali), 53,9 sono stati concessi nel periodo compreso fra il 1 gennaio 2017 e il 30 giugno 2018. Anche questo mercato è destinato a crescere, grazie all’afflusso annunciato di capitali da investitori professionali che si affiancheranno ai piccoli risparmiatori di Internet.
Completa il quadro il reward-based crowdfunding. Si tratta di campagne di piccolo importo (condotte soprattutto su portali USA come Kickstarter e Indiegogo) che imprese italiane in fase di avvio hanno condotto per raccogliere denaro offrendo in cambio prodotti e ricompense non monetarie. La ricerca ha stimato in 7 milioni di euro i finanziamenti raccolti in questo modo, senza prospettive di crescita rilevante.
Netto anche l’aumento dell’Invoice Trading (cessione di una fattura commerciale in cambio di un anticipo in denaro attraverso una piattaforma online), lo strumento più utilizzato in assoluto: è stato adottato da 900 PMI e ha guadagnato negli ultimi 18 mesi undici punti percentuali (dal 5% al 16%), divenendo il terzo segmento del mercato e producendo un flusso di finanziamenti quasi pari a quello dell’ultimo decennio (580,8 milioni di euro su 612,2). ‘E’ uno dei comparti che sta crescendo maggiormente e l’unico fra quelli esaminati che regge il confronto in Europa – commenta Giudici -. Va però notato che il ciclo di investimento in questo ambito è molto più corto, trattandosi della cessione a investitori professionali di fatture commerciali a scadenza mediamente fra i 3 e i 4 mesi, che vengono spesso utilizzate come sottostante per operazioni di cartolarizzazione’. ‘Molte delle risorse conteggiate sono quindi state reinvestite più volte nell’arco del periodo, e le stesse imprese hanno ceduto più fatture nel tempo’, sottolinea.
Il Direct Lending (credito fornito da soggetti non bancari attraverso prestiti diretti è il segmento meno sviluppato (da 0,2% a 0,6%), con un numero marginale di PMI che hanno ottenuto un prestito da fondi specializzati, per un importo intorno ai 20 milioni di euro. Ci sono spazi per una crescita futura, ma è probabile che la maggior parte dei capitali sia destinata a finanziare le imprese medio-grandi.
Il grande interesse cresciuto nel 2017 e nel 2018 attorno alle criptovalute e alla tecnologia blockchain ha spinto diversi imprenditori a lanciarsi nel mercato delle Initial Coin Offerings (ICOs, passate dall’1 al 2% del mercato), che raccolgono capitali su Internet offrendo in sottoscrizione token digitali e disintermediando completamente piattaforme terze e circuiti di pagamento tradizionali. La ricerca ha censito 16 ICO promosse entro giugno da team costituiti per più del 50% da italiani, per un totale di 150 milioni di euro, di cui circa 80 riconducibili a PMI italiane già esistenti o di nuova costituzione.
‘Il mercato delle ICO si trova ancora a uno stato embrionale e il fatto che i token siano spesso scambiati su piattaforme specializzate rende labile il confine fra le ICO e la sottoscrizione di investimenti finanziari – afferma Giudici -. Sicuramente la normativa dovrà provvedere al più presto a definire un quadro di riferimento per consentire lo sviluppo ‘sano’ di questa prassi, potenzialmente molto interessante per le PMI, e industrializzarne i processi’.
L’ultimo comparto analizzato sono gli investimenti effettuati da soggetti professionali nel campo del private equity e del venture capital, che sottoscrivono capitale di rischio di imprese non quotate con l’obiettivo di contribuire alla loro crescita per poi ottenere una plusvalenza al momento dell’exit. Questo segmento ha perso la prima posizione, passando dal 59% del mercato nel periodo 2008-2018 all’attuale 22%. Benchè attivo da tempo, il mercato italiano del private equity e del venture capital è ancora sotto-dimensionato rispetto alla situazione di Regno Unito, Germania, Francia. Considerando soltanto le operazioni di early stage e di expansion, dal 2008 al giugno 2018 sono state mobilizzate risorse in Italia per 970 milioni di euro nell’early stage e 6,5 miliardi nell’expansion. Negli ultimi 18 mesi, invece, i flussi sono stati pari a 229 milioni per la prima voce (su 213 progetti) e di 568 per la seconda (per 69 aziende).
(ITALPRESS).

CONCLUSO A MILANO IL VODAFONE 5G HACKATHON–WEARABLES FOR SPORTS

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Si è concluso il “Vodafone 5G Hackathon – Wearables for sports”, il primo hackathon dedicato al 5G organizzato da Vodafone, Politecnico di Milano e L.I.F.E che si è svolto al Vodafone Village di Milano il 12 e 13 novembre. Una maratona di due giorni per fare evolvere il progetto nato nell’ambito della sperimentazione 5G di Vodafone a Milano “Wereable 5G per lo sports” realizzato con L.I.F.E. e Politecnico di Milano e far capire le potenzialità del 5G anche nel campo dello sport.
Il progetto “Wereable 5G per lo sports” consiste in smart wearable connessi alla rete 5G di Vodafone che rilevano i parametri fisiologici e i movimenti di un atleta per guidarlo durante la performance sportiva, dandogli un feedback immediato qualora un movimento sia eseguito correttamente o meno. Sviluppi futuri prevedono la possibilità da parte di un allenatore di seguire più atleti contemporaneamente e da remoto grazie alla condivisione dei dati in tempo reale. Tutto questo sarà possibile grazie al 5G, che consente di supportare la trasmissione continua e affidabile di numerosi dati fisiologici e biomeccanici provenienti da un elevato numero di sensori connessi e, grazie alla bassa latenza, di fornire feedback aptici e vocali direttamente all’atleta, aiutandolo in questo modo a migliorare le proprie abitudini mentre si sta allenando.

Ed è proprio sugli scenari evolutivi del 5G applicato a questo progetto che si sono sfidati, durante la due giorni, 40 studenti, divisi in 8 gruppi, della laurea magistrale di Ingegneria Biomedica e Informatica del Politecnico di Milano, con l’obiettivo di creare nuovi algoritmi applicabili ai dispositivi indossabili (wearables) L.I.F.E connessi in 5G Vodafone e sviluppare nuovi casi d’uso su quattro sport selezionati: corsa, ciclismo, tennis e calcio.
Dopo due giorni di lavori e otto progetti sviluppati è stato selezionato il progetto “Tennis yourself” presentato dal team “TT”. Il progetto si rivolge al mondo del tennis, per consentire ai tennisti di migliorare le proprie performance durante l’allenamento grazie alla ricezione, tramite smartwatch, di feedback visivi e vocali in tempo reale. Nello specifico, il team ha sviluppato in dodici ore gli algoritmi necessari per migliorare la fase della battuta mostrando alla giuria una demo in 5G.

Il “Vodafone 5G Hackathon – Wearables for sports” si inserisce tra le numerose iniziative di Vodafone per promuovere la cultura del digitale, soprattutto tra i giovani. Infatti oltre alla premiazione in prodotti “V by Vodafone” per la squadra vincitrice, a 5 studenti che si sono distinti particolarmente è stata offerta la possibilità di continuare a lavorare sulla Sperimentazione 5G di Milano tramite degli stage retribuiti offerti da Vodafone e LIFE.
L.I.F.E. è una startup di ricerca che progetta e produce indumenti dotati di numerosi sensori e sistemi di analisi dei dati fisiologici a elevata accuratezza per il mondo della sanità e benessere. Il Politecnico di Milano (Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria) supporta la startup nello sviluppo degli algoritmi.

SU RIVISTA NATURE LA “DIMENSIONALITÀ” DEI CUPRATI

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Pubblicata oggi su Nature la ricerca che svela nuovi dettagli chiave sulla “dimensionalità” dei cuprati, i cosiddetti superconduttori ad alta temperatura critica. Lo studio Three-dimensional collective charge excitations in electron-doped cuprate superconductors è stato condotto dai ricercatori del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano in collaborazione con la Stanford University che ha coordinato il lavoro.
A più di trent’anni dalla loro scoperta (1986), i cuprati, composti a base di rame e ossigeno, non hanno ancora svelato la ricetta segreta della propria capacità di trasportare corrente elettrica senza resistenza, e di farlo anche a temperature molto meno basse degli altri superconduttori, fino a -143°C.
“In questa sfida – si legge nella nota –  gli esperimenti basati sui raggi X stanno avendo un ruolo importante, soprattutto grazie alla tecnica messa a punto dai ricercatori del Politecnico di Milano in collaborazione con ESRF: la diffusione anelastica risonante di raggi X, o RIXS per Resonant Inelastic X-ray Scattering. Proprio utilizzando il RIXS, questo lavoro ha aggiunto un tassello prezioso al complicato mosaico dei cuprati, che permette di capire come fenomeni a 2 e a 3 dimensioni coesistano in questi materiali”.

“È noto infatti – continua la nota – che struttura cristallina (posizione degli atomi), magnetica (come si orientano gli spin degli atomi) ed elettronica (come si muovono gli elettroni nel materiale) sono sostanzialmente bidimensionali. I cuprati sono apparentemente composti da piani paralleli che non comunicano tra loro. Tuttavia si è anche visto che la superconduttività è il risultato di uno stato quantistico coerente tridimensionale, che coinvolge più piani. Sinora mancava però la dimostrazione sperimentale dell’esistenza di un effettivo legame tra i piani dei cuprati. Utilizzando il RIXS si sono osservati fenomeni di oscillazioni della carica elettrica, i cosiddetti ‘plasmoni’, che hanno natura tridimensionale, benché coinvolgano elettroni che sono confinati nei piani bidimensionali. Questa tridimensionalità conferma quanto si sospettava, e cioè che i piani comunicano tra loro a distanza pur senza scambiarsi elettroni. Tale osservazione permette di spiegare perché sia assai difficile ottenere la superconduttività in film di cuprati così sottili da poter essere considerati perfettamente bidimensionali. L’esperimento è stato reso possibile dallo strumento ERIXS che, progettato e costruito in collaborazione tra Politecnico e ESRF, è installato presso il Sincrotrone europeo di Grenoble e viene utilizzato da ricercatori di tutto il mondo”.

POLITECNICO DI MILANO E TECHINT INSIEME FINO AL 2020

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Politecnico di Milano e Techint S.p.A. hanno firmato l’accordo quadro che li unirà fino al 2020 in iniziative di ricerca e formazione. Promotori dell’iniziativa il Dipartimento di Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito e il Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano. Le attività con Techint Engineering & Construction saranno indirizzate in particolare allo studio e alla sperimentazione di principi progettuali innovativi e tecnologicamente avanzati per le cosiddette “Architetture della Salute”. Le aree coinvolte saranno quelle dell’Architettura e dell’Ingegneria ospedaliera e socio-sanitaria.
“L’accordo – si legge in una nota del Politecnico – non si esaurirà nell’impegno in questo settore ma rappresenterà strumento e occasione per cogliere opportunità di ricerca e collaborazioni scientifiche reciproche nei molteplici ambiti in cui Techint S.p.A. è impegnata (settore Meccanico, Elettromeccanico, Siderurgico, Metallurgico, Vetrario, Cementiero, Manifatturiero di ogni genere, Infrastrutture, Petrolifero, Petrolchimico, Energia, Chimica, Gomma, Plastica, Sfruttamento delle Acque, Smaltimento dei Rifiuti e Protezione Ambientale in genere)”.
L’accordo inoltre pone le basi per la futura costituzione di un Joint Research Center (JRC) permanente tra l’Ateneo e Techint S.p.A. “Il Politecnico di Milano firma con Techint un accordo che rafforza la solida collaborazione in atto – commenta Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano – assisteremo a grandi trasformazioni nel settore della salute e della medicina: le ricerche scientifiche e le future innovazioni tecnologiche, su cui il Politecnico sta puntando con forza, ne rivoluzioneranno gli attuali paradigmi, creando grandi opportunità per lo sviluppo del territorio. Trasformazioni che coinvolgeranno anche il settore dell’architettura e dell’ingegneria ospedaliera e socio-sanitaria, tema di questa convenzione e primo passo verso nuove opportunità che renderanno ancora più proficuo il rapporto tra le due realtà”.
“Siamo soddisfatti di aver sottoscritto un Accordo Quadro fino al 2020 con un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale come il Politecnico di Milano – ha commentato Dario Puglisi, amministratore delegato di Techint Engineering & Construction -. Sono sicuro che il lavoro congiunto delle professionalità di Techint con quelle del Politecnico possano portare allo sviluppo di progetti e soluzioni innovative nei molteplici settori in cui operiamo. Ritengo questo Accordo particolarmente significativo in quanto costituirà la base per una collaborazione più ampia tra le due realtà anche in futuro”.
(ITALPRESS).

EGOVERNMENT, ITALIA INDIETRO NEL BENCHLEARNING EUROPEO

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L’Italia risulta 17esima sui 28 Paesi europei per capacità della Pubblica amministrazione di sfruttare le potenzialità offerte dall’ICT con un valore (58%) di poco inferiore alla media europea, pari al 63%. Ma per utilizzo dell’eGovernment si colloca all’ultimo posto in Europa: solo il 22% dei cittadini utilizza servizi digitali per interagire con la Pubblica Amministrazione, contro una media europea del 53%. Due performance sotto la media che posizionano il nostro Paese nella categoria “Non-consolidated eGov”, tra quegli Stati che devono ancora lavorare per adottare in modo efficace l’ICT e ottenere performance paragonabili a quelle dei migliori.

È quanto emerge dell’eGovernment Benchmark Report 2018 della Commissione Europea, alla cui elaborazione per il quarto anno consecutivo ha contribuito il Politecnico di Milano attraverso un modello di analisi innovativo che porta il tradizionale benchmarking verso il benchlearning.
Il modello è stato sviluppato per cercare di dare una spiegazione a questi risultati, partendo dall’evidenza che le prestazioni in eGovernment di un Paese possono essere fortemente influenzate dalle sue specifiche caratteristiche in termini di tipologia di utenza, caratteristiche della PA e propensione al digitale del Paese.

Le performance sono state misurate attraverso due indicatori: Penetration, che misura il grado di diffusione del canale online tra gli utenti che hanno la necessità di utilizzare i servizi pubblici, e Digitisation, la capacità della PA di sfruttare adeguatamente le potenzialità offerte dall’ICT. Dopodiché sono stati individuati e pesati i fattori di contesto che possono condizionare lo sviluppo dell’eGovernment in un Paese.

“L’obiettivo non è quello di trovare delle giustificazioni a performance mediocri di alcuni Paesi ma abilitare un confronto tra le strategie di eGovernment di Paesi con caratteristiche simili” spiega Michele Benedetti, responsabile della Ricerca per il Politecnico di Milano.

Ad esempio, una politica efficace attuata nei Paesi Scandinavi, dove internet è utilizzato settimanalmente da circa il 95% della popolazione, potrebbe non esserlo altrettanto in Romania, dove questo valore scende al 61%.

Ne emerge ad esempio che le tre Repubbliche baltiche Estonia, Lettonia e Lituania sono gli unici tre Stati con performance significativamente superiori alla media (“outperforming”) rispetto al resto dei Paesi Europei con caratteristiche di contesto simili, come Danimarca, Austria e Olanda. l’Italia invece risulta sotto performante rispetto alla Penetration, evidenziando che ci sono Paesi nelle nostre stesse condizioni che stanno ottenendo risultati migliori, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi di eGovernment da parte della Popolazione.

“Alcuni fattori di contesto rappresentano senz’altro un freno per chi è deputato a governare la trasformazione al digitale del nostro Paese, ma non possono essere presi come unica scusante” commenta Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano e responsabile del gruppo di ricerca sull’eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano.

“I dati ci dicono – aggiunge – che sempre più italiani utilizzano internet in modo evoluto e gli scarsi risultati registrati nell’utilizzo dei servizi di eGovernment devono far riflettere sulla reale fruibilità (in termini di usabilità, punti di accesso e rispondenza ai bisogni dell’utenza) di quanto oggi messo a disposizione sul Web da parte della PA”.

INCONTRO CON LA SCUOLA DI ARCHITETTURA DI MADRID

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 Un confronto-scontro lo definisce il prorettore del Politecnico di Milano, Emilio Faroldi. Un modo per rilanciare “un’idea di universalità” gli fa eco Alberto Campo Baeza, professore della Escuela Técnica Superior de Arquitectura dell’Universidad Politécnica de Madrid (ETSAM). Nella sala De Donato di Piazza Leonardo, si sono incontrati due tra i più importanti atenei europei in tema di architettura, per confrontarsi su temi della didattica e del mondo universitario. “Per confermarsi eccellenze internazionali – afferma Faroldi – è necessario un dialogo che parta da un rapporto di continua frequentazione con colleghi e studenti di altre realtà. L’Europa esprime eccellenze e Madrid è una di queste, soprattutto per l’architettura”. Un incontro quello di oggi che cerca di mettere a fuoco la questione della didattica e della formazione e soprattutto del futuro di “una professione che è in costante mutazione” continua Faroldi, che sottolinea anche “l’indebilimento del rapporto studente-docente, dovuto alle scorciatoie che la rete e il mondo digitale propongono e l’approccio alla didattica ha demandato parte del lavoro a queste nuove tecnologie”.

Una visione comune con Campo Baeza: “gli studenti devno capire questo concetto dell’universalità. Noi non siamo nel XXI secolo, ma nel terzo millennio. In questo terzo millennio, il mondo è piccolo e i ragazzi devono capire che questo incontro e questo scambio deve diventare la normalità. Milano, Madrid e Barcellona sono le tre scuole di architettura migliori al mondo. La formazione del Politecnico di Milano è di un qualità altissima”. Una posizione assolutamente condivisa dal Rettore del Politecnico, Ferruccio Resta: “Uno dei nostri valori è l’apertura: non dobbiamo chiuderci dentro le nostre mura, non dobbiamo avere paura del confronto con i più grandi. Sia per imparare, che per difendere le nostre posizioni. Ma soprattutto per cogliere le opportunità che ci si presentano in un periodo di difficoltà su più piani. Difficoltà che, con forzae tirando fuori il nostro meglio, possiamo trasformare in opportunità”.

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