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RESTA “CAMPUS IN UN ANNO, EDILIZIA TORNI CENTRALE”

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“Abbiamo iniziato a giugno i cantieri e sono previsti 18 mesi di cantiere, quindi siamo a un terzo dei lavori. Vorrà dire veramente ridisegnare il nostro campus di Architettura. Oggi abbiamo bisogno di dare qualità degli spazi ai nostri studenti. E’qualcosa che dobbiamo fare, perché oggi l’edilizia universitaria è diventata fondamentale e deve diventare centrale nelle prossime politiche universitarie nazionali”. A margine dell’incontro ‘Insegnare l’architettura’, che ha ospitato al Politecnico di Milano esponenti della Escuela Tecnica Superior de Arquitectura de Madrid, il Rettore dell’ateneo milanese, Ferruccio Resta, ha commentato i lavori del nuovo campus di Architettura, basato su uno schizzo che Renzo Piano ha regalato all’università. Il rettore ha poi sottolineato come siano “tanti anni che non ci sono fondi per l’edilizia universitaria. Noi stiamo facendo una parte piccola con fondi di autofinanziamento purtroppo non riusciamo a arrivare dove vorremmo. Il numero degli studenti cresce, le esigenza crescono e la didattica ha bisogno di sempre maggiore qualità – ha detto-. Non è una stoccata al governo, né a nessun altro. Si tratta di sapere esattamente quali sono le priorità su cui dobbiamo lavorare. L’edilizia, come tutti sappiamo quando mettiamo mano anche alla nostra casa, è un qualcosa che ha dei costi e dei tempi significativi. Quindi va pianificata e programmata per tempo”.

RESTA “POLITECNICO RIFERIMENTO PER CHI FA IMPRESA”

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“Questi sono dei primi passi nel diventare, sempre di più, un riferimento, a livello nazionale e internazionale, per chiunque voglia fare impresa e impresa tecnologica. Il Politecnico sta facendo tanto, in questa direzione: dopo un fondo di venture capital, ‘Poli 360’, di stimolo, questa seconda nuova iniziativa che valorizza ancora di più le start-up che hanno un percorso avviato. I prossimi passi sono, sicuramente, potenziare il nostro distretto in Bovisa e un’apertura sempre più internazionale”. Cosi’ il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, riferendosi all’evento ‘BeReady2Fly’, in corso a Palazzo Mezzanotte, a Milano: 20 start-up, suddivise in 4 cluster, digital, industrial, smart living, fin-agri-health tech, si raccontano a oltre 60 investitori e 80 imprese, potenziali business partner.

“La selezione è stata fatta da competenze esterne, oggi sono qui in 20 che si presentano: soltanto noi, in questo momento, abbiamo oltre 120 start-up incubate nel nostro incubatore Polihub”, continua Resta.

‘BeReady2Fly’ è il primo evento nato dalla collaborazione tra Politecnico e Università Bocconi, due eccellenze meneghine, la prima pubblica e la seconda privata, e dai rispettivi incubatoi, PoliHub e Speed Mi Up. Al progetto potevano candidarsi le High Flyer Startup del network Politecnico/Bocconi che non avessero più di 7 anni di vita e che rispondessero ad almeno 2 dei seguenti parametri: un fatturato pari o superiore a 500.000 euro nel 2017; almeno 500.000 euro di finanziamenti, raccolti dal momento della costituzione, sotto forma di equity, debito o fondi della Commissione Europea; valore aziendale pari o superiore a 1 mln di euro secondo una valutazione formale.

Per essere considerate parte del network Politecnico/Bocconi, le imprese in oggetto dovevano rispettare almeno 2 dei seguenti requisiti: percorso di incubazione e/o accelerazione, in fieri o già concluso, presso il PoliHub o lo Speed Mi Up; uno dei co-fondatori dell’azienda è studente, docente o ricercatore di Politecnico o Bocconi; almeno uno dei co-fondatori ha conseguito laurea i master in uno dei 2 atenei milanesi.

L’importanza di ‘BeReady2Fly’ “è nel continuare a parlare di innovazione e start-up, farlo non da soli ma, in questo caso, farlo con Bocconi e farlo non in un’aula o in un laboratorio di università ma direttamente nel cuore pulsante della parte finanziaria di Milano”, sottolinea Resta. “In questo momento abbiamo avviato un percorso in cui le competenze, le due comunità, le nostre possibilità di avere relazioni con le imprese, con la finanza, con le nostre comunità di alunni, sono messe a sistema per un obiettivo comune che è quello di fare impresa, nuova, tecnologica, a Milano”, sostiene Resta, a proposito dell’alleanza Politecnico/Bocconi.

“Noi crediamo che l’imprenditorialità sia qualcosa da stimolare con tutte le forze e le energie. Abbiamo, quindi, pensato di unire due eccellenze, nei rispettivi campi, Politecnico, ha un tecnological transfer office ottimo e un’alta qualità nella creazione di brevetti, e Bocconi, che appartiene alla sfera delle scienze sociali, fatta da ottimo economisti, ottimi uomini e donne di marketing e management, e fornisce una risorsa complementare determinate per creare una strart-up”, spiega il rettore della Bocconi, Gianmario Verona.

“Capita spesso che il bocconiano e il laureato del Politecnico si incontrino in azienda, abbiamo voluto anticipare questo percorso dando sfogo a un’interazione formale già durante l’università e, soprattutto, in coda all’università, per creare delle start-up”, aggiunge. Nell’ambito della collaborazione pubblico/privato tra i due atenei, “a settembre 2019 verrà lanciata una laurea magistrale, che permetterà, per la prima volta, ai due atenei, di fare un corso di laurea magistrale, Master of science, come si chiama a livello internazionale, dove gli studenti di entrambi gli atenei avranno la possibilità di acquisire una laurea in Cyber risk, strategy and governance”, conclude.

 

POLIMI PARTNER PROGETTO H2020 PREMIUM LIGHT PRO

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Il Politecnico di Milano partner del progetto H2020 Premium Light Pro. Premium Light Pro svela tutti i segreti sui sistemi di illuminazione LED ad alta efficienza energetica. L’obiettivo è quello di supportare la progettazione e l’acquisto di soluzioni di illuminazione LED, indoor e stradale, efficienti e di alta qualità. La piattaforma www.premiumlight.it fornisce gli strumenti utili a raggiungere tali obiettivi.

Premium Light Pro, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020, si inserisce in questo contesto perché L’EU stessa ha definito da pochissimo il proprio obiettivo di efficienza energetica al 2030: riduzione del 32,5% dei consumi di energia per tutti i Paesi membri.

“Le tecnologie già presenti sul mercato – si legge nella nota – offrono ottime opportunità di riduzione dei consumi, dei costi totali e dei relativi impatti ambientali, ma non sempre è semplice operare le scelte corrette: un aiuto concreto si può avere consultando www.premiumlight.it .

Per l’illuminazione domestica, ad esempio, la scelta dei prodotti più efficienti è facilitata dalla presenza dell’etichetta energetica UE, ma per gli edifici del settore terziario e per l’illuminazione stradale la scelta delle soluzioni migliori è più complessa”.

“L’adozione di sistemi di illuminazione con tecnologia LED, caratterizzata anche da una maggiore durata di vita dei prodotti, impatterà nel lungo termine su consumi, emissioni, costi e qualità – continua la nota –  È necessario garantire la massima qualità possibile dell’illuminazione, valutando costi e benefici in maniera corretta.
Su www.premiumlight.it si possono trovare tutte le informazioni tecniche e pratiche con esempi concreti di buone pratiche a livello europeo, un database per la selezione di prodotti efficienti e di qualità e gli strumenti di calcolo utili alla valutazione dei costi totali e della qualità dei prodotti scelti.

Il 3 dicembre 2018 si terrà la presentazione degli strumenti offerti dal Progetto Premium Light Pro nell’incontro Buone pratiche del settore pubblico e privato. Appuntamento alle ore 9.45 presso l’Aula Consiglio del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano sito in Via Lambruschini 4a, Milano. Interverranno i maggiori attori del settore pubblico e privato”.
Del progetto fanno parte realtà provenienti da nove Paesi europei, coordinati dall’Austrian Energy Agency: il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano per l’Italia; la ceca SEVEn, la danese Energy piano, la tedesca co2online, la polacca Foundation for Energy Efficiency, l’inglese Energy Saving Trust, l’Università di Coimbra in Portogallo e la spagnola Ecoserveis.

REAL ESTATE, RESIDENZIALITÀ TEMATICA NUOVO TREND

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Presentati al Politecnico di Milano i risultati dell’XI Osservatorio Permanente sulla Pubblica Amministrazione Locale (OPPAL) realizzato all’interno del Real Estate Center (REC) del Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito.
Dai dati relativi all’approfondimento sulle forme di residenzialità tematica emerge che esse rappresentano il nuovo trend del settore del Real Estate italiano e che, soprattutto nel caso di patrimonio pubblico, sono funzionali a rispondere alle mutate esigenze della collettività. Per residenzialità tematica si intendono strutture abitative destinate ad accogliere categorie particolari di soggetti e rispondere a delle specifiche esigenze (Centri di accoglienza, Co-Housing, Residenze Sociali Temporanee, Senior Housing, Social Housing e Student Housing).
(ITALPRESS) – (SEGUE).

Nell’analisi una particolare attenzione è stata data alle tipologie e agli strumenti di finanziamento che le singole amministrazioni intendono mettere in campo per sostenere tali progetti: ancora preponderante la scelta di utilizzare forme di finanziamento pubbliche, anche grazie a strumenti riconducibili a finanziamenti europei e regionali. All’approfondimento hanno risposto 28 comuni su 49, ovvero il 57% del campione. Dall’analisi emerge poi che 11 comuni su 28 segnalano la presenza di un centro di accoglienza/dormitorio. A seguire social housing, strutture protette e Residenze Sociali Temporanee (RST). Nella stessa direzione va il tema della gestione delle residenzialità tematiche che nel 53% dei casi è in capo agli enti pubblici. In una visione prospettica i comuni che hanno partecipato all’analisi si sono dichiarati interessati al tema del social housing (78%), allo student housing e al co-working (44%).
L’XI edizione dell’Osservatorio ha rilevato che i piani attuativi istruiti sono stati in media 8 in linea con quanto registrato negli anni precedenti. In linea con i dati del 2015-2016 anche il numero degli addetti dedicati che si attesta mediamente sulle nove unità. Anche per le tempistiche, i dati che emergono dall’analisi sono in linea con quelli degli anni precedenti: 13 giorni per il certificato di destinazione urbanistica e 8 mesi per l’approvazione del piano attuativo.
In particolare, anche nell’indagine di quest’anno l’attenzione è andata alle previsioni che ciascun Comune fa in merito alle aree di espansione (greenfield) e a quelle di trasformazione (brownfield): la componente residenziale nel comparto greenfield è pari al 52%, mentre nel comparto brownfield è pari al 50%.
Un altro elemento di analisi è quello della competitività dei territori nell’attrarre gli operatori internazionali: nell’84% dei casi gli interventi sono affidati ad imprese locali, in incremento rispetto a quanto registrato lo scorso anno.
Importante il dato relativo all’esistenza di un piano di alienazioni e valorizzazioni con gli immobili non strumentali che sembra coprire il 90% del campione delle amministrazioni che hanno partecipato all’analisi. Alla ricerca di quest’anno hanno partecipato 49 capoluoghi di provincia su un panorama delle 110 amministrazioni coinvolte e localizzate su tutto il territorio italiano, con un incremento rispetto all’anno precedente di circa il 7%. L’Osservatorio, si basa sulla collaborazione delle pubbliche amministrazioni locali mediante la somministrazione di un questionario d’indagine. Ha indagato le procedure urbanistiche ed edilizie adottate e approfondito il tema dell’efficienza dei processi concessori analizzando tutte le risorse e procedure messe in campo dal soggetto pubblico per l’iter di concessione urbanistica. Tutti gli elementi di analisi portano a fornire una fotografia precisa di come le realtà locali si muovano per attrarre capitali di investimento.
(ITALPRESS).

POLIMI IN PRIMA LINEA EUROPA PER TECNOLOGIE QUANTISTICHE

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Il Politecnico di Milano, come partner del progetto H2020 UNIQORN, è stato selezionato per partecipare ad una delle più ambiziose iniziative della Commissione Europea, la neonata Quantum Flagship.
La Quantum Flagship è un programma di ricerca decennale che vede il coinvolgimento di tutti gli stati membri, con un investimento complessivo di un miliardo di euro. L’obiettivo è quello di posizionare l’Europa all’avanguardia nelle sfide tecnologiche emergenti a livello mondiale nel settore delle tecnologie quantistiche. In particolare, la Flagship sostiene progetti di ricerca e innovazione che avranno come obiettivo principale il trasferimento della ricerca sulla fisica quantistica dal laboratorio al mercato, attraverso applicazioni commerciali.
Il progetto UNIQORN (Affordable Quantum Communication for Everyone: Revolutionizing the Quantum Ecosystem from Fabrication to Application) coordinato dall’Austrian Institute of Technology di Vienna, è tra i primi 20 progetti selezionati dalla Commissione Europea per partecipare alla Flagship.

Con un finanziamento di 9,979,905 € per il triennio 2018/2021, il progetto svilupperà tecnologie e prodotti partendo dai singoli componenti quali le sorgenti di singoli fotoni (e di coppie di fotoni “entangled”), i fotorivelatori di singoli fotoni, i sistemi in guide d’onda, ed i sistemi integrati su un unico supporto, fino alle applicazioni di comunicazioni quantistiche, con lo scopo di rendere questi sistemi producibili e fruibili su larga scala. In particolare verranno ideati e sviluppati componenti quantistici (sorgenti, rivelatori, sistemi, applicazioni, protocolli) per l’implementazione in moduli compatti, economici, ed affidabili di protocolli ed architetture innovative, che abiliteranno le reti di comunicazione globali più sicure ed affidabili.
Il progetto vede coinvolto il gruppo “SPADlab” del Politecnico di Milano, guidato dal Professor Franco Zappa del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, che svilupperà innovativi circuiti microelettronici contenenti matrici di fotorivelatori dei singoli quanti di luce (gli SPAD, Single Photon Avalanche Diode), ed elettronica integrata di per monitorare la trasmissione e la rivelazione dei singoli fotoni.

“Sfruttare le proprietà quantistiche della luce permette di costruire sistemi di comunicazioni più veloci rispetto alle migliori macchine attuali e soprattutto assolutamente sicuri in quanto crittografati con delle chiavi di decrittaggio nascoste e trasmesse tramite singoli fotoni, non copiabili” – spiega il Professor Franco Zappa.

CRACKING ART, OLTRE 50 RANE “INVADONO” POLITECNICO MILANO!

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Più di cinquanta coloratissime rane popoleranno il Campus di Bovisa, e Leonardo, del Politecnico di Milano arrampicandosi o calandosi sulle pareti degli edifici o sulle eleganti tettoie. E’ la mostra “Kiss the Frog” organizzata dall’Ateneo con Cracking Art che sarà visitabile nella sede del Campus Bovisa, Via La Masa 1, dal 30 novembre al 31 maggio 2019, dal lunedì al venerdì, ore 9 – 18.
Simbolo di trasformazione urbana e mentale, “Kiss the Frog” è anche una campagna di fundraising. Acquistando le piccole sculture di CrackingArt, che per l’occasione sono state personalizzate e cobrandizzate Politecnico di Milano/Cracking Art, si finanzierà il nuovo laboratorio interdipartimentale CIRC-eV (Circular Factory for the Electrified Vehicles of the Future) dedicato allo sviluppo di tecnologie per l’economia circolare in ambito automotive da utilizzare nella fabbrica sostenibile del futuro. In particolare, saranno studiati sistemi avanzati per il recupero/riuso delle batterie agli ioni di litio dismesse da veicoli elettrici e ibridi.
Le mini sculture saranno disponibili dal 30 novembre negli store official merchandise Politecnico di Milano di Via Bonardi 3 (Milano) e su Amazon: l’intero ricavato sarà destinato allo sviluppo e alla ricerca del laboratorio CIRC-eV.

Parola chiave di “Kiss the Frog” è RIGENERAZIONE. Se da una parte Cracking Art condivide da anni il concetto di “arte che rigenera l’arte”, dall’altra il Politecnico, attraverso la ricerca che si svilupperà nel laboratorio, darà un contributo fondamentale alle sfide dell’economia circolare. Il tutto in un quartiere in forte “rigenerazione” come la Bovisa.
Per questo tra i tanti animali prodotti da CrackingArt la scelta è ricaduta sulla rana che, proprio per la metamorfosi che compie nel suo processo evolutivo e per il suo legame con l’acqua, diventa metafora di rinascita, rigenerazione.
“Sono particolarmente orgoglioso di questo progetto, dove cultura tecnica e sostegno alla ricerca trovano perfetta simbiosi e sinergia – dice Marco Bocciolone, Direttore del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano e promotore dell’iniziativa – “Il nuovo laboratorio che sorgerà in Bovisa si porrà come riferimento regionale, nazionale ed europeo nell’ambito dell’economia circolare e della fabbrica sostenibile del futuro, in un settore strategico come la mobilità elettrica”.
“Kiss the Frog” fa parte degli eventi del programma Cultura Meccanica ideato dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Politecnico e curato da Francesca Brambilla.

POLITECNICO MILANO FRA I MECENATI DEL XXI SECOLO

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In una cerimonia tenuta presso la sede del Parlamento Europeo di Bruxelles, il Politecnico di Milano ha ricevuto il premio Mecenati del XXI Secolo, “per aver trasformato il campus in un museo a cielo aperto con mostre permanenti e temporanee”. A ritirare il premio il Prorettore Delegato, professore Emilio Faroldi.

L’obiettivo dei premi “Mecenati del XXI Secolo” è rafforzare la visibilità, il riconoscimento e la reputazione di quelle istituzioni, aziende e investitori privati che contribuiscono attivamente allo sviluppo delle arti e della società.
Il progetto artistico destinatario di questo prestigioso premio è La dimensione esterna della scultura, la mostra permanente di Gio’ Pomodoro al Campus Bovisa. 22 opere del grande scultore italiano si rincorrono in un paesaggio post-industriale, innestandosi tra le geometrie austere degli edifici dell’università. Il risultato è una felice armonia di marmi, bronzi ed elementi architettonici.
“Dalla fine degli anni Sessanta – si legge nella nota – Gio’ Pomodoro ha sempre creduto nella dimensione esterna della scultura, nella sua relazione con l’ambiente e con chi la usa, facendone luogo di incontro e di sosta per le persone. Pensava che il particolare linguaggio della scultura fosse assai prossimo a quello dell’architettura e della scienza, e che fosse urgente ricomporne l’unità originaria. Per questo la sua opera è caratterizzata da un coinvolgimento dell’ambiente, che si realizza attraverso un’interazione che muovendo dalla scultura attiva lo spazio esterno”.

“Crediamo che Gio’ Pomodoro – continua la nota –  rappresenti efficacemente la cultura politecnica. Scultore, diplomato geometra, studiava la poesia e la scienza, e considerava l’architettura una disciplina sorella. Ha realizzato gioielli e medaglie, ceramiche e mobili; ha disegnato e dipinto; ha lavorato il ferro e il poliestere, il bronzo e il gesso, le pietre e i marmi. Grazie alla fondamentale collaborazione dell’Archivio Gio’ Pomodoro, l’Ateneo ospita questo museo a cielo aperto, con la volontà di valorizzare il più possibile le sue opere, rendendole fruibili agli studenti e alla città di Milano”.
Giunto alla terza edizione, il premio ha visto finora la partecipazione di oltre 300 aziende ed istituzioni da 32 paesi dei 5 continenti. Tra i premiati di quest’anno nella categoria Istituzioni, oltre al Politecnico di Milano, figurano il Ministero degli Affari Esteri, la FAO, le banche centrali d’Italia, Argentina ed Ecuador e il Joint Research Centre della Commissione Europea.
Ideato nel 2016 da pptArt, in collaborazione con LUISS Business School, il programma nasce dalla constatazione che aziende ed enti coinvolti attivamente nel mondo dell’arte tendono ad avere maggior successo in termini di profittabilità e sembrano affrontare meglio molte sfide etiche, ambientali e sociali.

SOLVAY E POLITECNICO MILANO ANCORA INSIEME FINO AL 2022

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Una stima di 800.000 euro in contratti di ricerca commissionati da Solvay al Politecnico di Milano nelle aree dello sviluppo di polimeri ad alte prestazioni, materiali supramolecolari e per la somministrazione di farmaci oltre che delle tecniche avanzate di stampaggio di polimeri (ad esempio 3D Printing). Attività di formazione avanzata nei settori delle tecniche di polimerizzazione di ultima generazione, della scienza dei materiali polimerici e della trasformazione dei polimeri.
Sono queste le due grandi anime del nuovo accordo che legherà Solvay e Politecnico di Milano fino al 2022, siglato oggi da Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e Marco Colatarci, presidente/AD di Solvay Specialty Polymers Italy SpA. Le due realtà collaboreranno anche sul piano tecnico-scientifico con la possibilità di partecipare in maniera congiunta a bandi nazionali e internazionali di sostegno finanziario a progetti comuni.
“Il legame con il Politecnico di Milano è strategico per Solvay e ci permette di sviluppare due importanti aree specifiche: la formazione di nuovi talenti e la ricerca avanzata – ha affermato
 Colatarci -. Gli indicatori di qualità sono ampiamente positivi. Ogni anno assumiamo talenti che si sono formati al Politecnico e i progetti di ricerca congiunti negli ultimi quattro anni hanno generato dieci domande per brevetti internazionali. Questo nuovo accordo programmatico ha lo scopo di rafforzare ulteriormente nei prossimi anni una già consolidata collaborazione. Solvay e Politecnico intendono affrontare insieme le nuove sfide nel settore dei materiali tecnologicamente avanzati, in cui il nostro Centro di Ricerca & Sviluppo di Bollate rappresenta un’eccellenza su scala mondiale”.
“Con questo accordo si rinnova un modello di interazione vincente tra università e impresa. Si rafforza un’intesa che, da più di un decennio, traduce la nostra capacità di fare ricerca in progetti condivisi di innovazione, in brevetti, in percorsi di studio all’avanguardia”, ha aggiunto il rettore Resta.
“Dal 2004 ad oggi, con l’istituzione della prima cattedra al Politecnico di Milano, Solvay – ha concluso – ha saputo cogliere quello spirito di collaborazione che è fondamentale per la crescita del nostro Ateneo, che ci consente di essere competitivi in ambiti di innovazione strategici, come quello dei nuovi materiali, che aumenta gli investimenti in ricerca e sviluppo e la capacità di dare risposte concrete a favore dell’occupazione”.
(ITALPRESS).

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