Il 2 febbraio parte la prima selezione di startup digitali promossa dall’incubatore IC406 di Auriga in collaborazione con il PoliHub di Milano, una “chiamata alle armi” per giovani e promettenti startup con idee e progetti nell’ambito del digital business, che prende il nome di Call4Digital. L’iniziativa fa seguito a un accordo di collaborazione per il 2019 siglato tra Auriga, azienda leader in Italia e tra le prime in Europa nel mercato delle soluzioni software per l’IT banking, e PoliHub, rinomato incubatore gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano. Un accordo che ha come raggio d’azione proprio l’organizzazione, il lancio e la conduzione da parte dei due soggetti di una raccolta e selezione di candidature di progetti innovativi ad opera di start up digitali, che possano successivamente essere incubate per un periodo di 6 mesi all’interno di IC406, a Bari.
L’iniziativa nasce per individuare e selezionare le migliori idee, i progetti più innovativi in ambito digitale. In particolare, si rivolge a startup che operano in alcuni settori specifici del mondo digitale: blockchain, intelligenza artificiale, IoT, realtà aumentata e virtuale, fintech, insurtech, peer to peer lending, pagamenti elettronici, retail banking.
Un percorso all’insegna dell’open innovation e della contaminazione che prevede diverse fasi predefinite. Alla raccolta delle candidature, che si concluderà il 2 aprile 2019, seguirà un’accurata fase di selezione per giungere a identificare i team che potranno accedere alla training week con mentor e tutor qualificati del PoliHub. Alla fine di questa settimana seguirà un’ulteriore fase di selezione con la presentazione dei pitch per giungere a definire quelle start up che avranno l’opportunità di beneficiare di un percorso di incubazione e di accelerazione della durata di 6 mesi.
Nello specifico, i progetti prescelti saranno supportati attraverso un programma volto a: favorire lo sviluppo di prodotti/servizi innovativi; attivare un percorso di formazione imprenditoriale volto ad agevolare la costituzione di team di giovani innovatori; implementare un percorso di incubazione attraverso l’erogazione di attività di formazione e mentorship per lo sviluppo concreto e il test di validazione sul mercato dei prodotti/servizi proposti; innescare un processo aziendale di open innovation.
“L’innovazione è da sempre nel DNA di Auriga. In particolare, crediamo in un modello come l’open innovation che ci permette di entrare in contatto con idee e competenze provenienti dall’esterno, anche da ambiti molto diversi. Per questo abbiamo dato vita a settembre 2018 a IC406, un progetto che ha già mosso i primi passi, che oggi inaugura la sua nuova sede fisica qui a Bari, lanciando allo stesso tempo la sua prima Call4Digital, volta ad individuarne le start up digital più innovative, meritevoli di essere incubate”, commenta Vincenzo Fiore, CEO di Auriga.
“Per rendere la nostra iniziativa ancora più efficace e di carattere nazionale, abbiamo trovato un partner valido nel PoliHub di Milano – aggiunge -. Insieme a loro abbiamo definito la struttura della nostra Call4Digital e insieme a loro andremo avanti per tutta la durata del programma, certi di poter contare sulla grandissima esperienza maturata da anni in qualità di incubatore”.
“Call4Digital è un’iniziativa coerente con la mission di PoliHub. Siamo infatti impegnati nel sostenere e far crescere le iniziative locali che generano valore ed impatto sui territori, supportando le startup altamente innovative, puntando alla condivisione di esperienze e conoscenze e alle relazioni con le grandi aziende, nella convinzione che questo possa aumentare la probabilità di successo di ogni singola startup – sottolinea Stefano Mainetti, CEO di PoliHub -. Questo fa di noi un hub da sempre aperto alle collaborazioni e disponibile ad ospitare le iniziative imprenditoriali di successo che, mantenendo importanti legami con il territorio di provenienza, vogliano operare sulla piazza milanese unendosi al nostro Distretto”.
STARTUP, CALL4DIGITAL CON POLIHUB E AURIGA PER GIOVANI SUD
AL VIA PMI NETWORK PER INCREMENTARE COMPETITIVITÀ TRANSFRONTALIERE
Incrementare la competitività delle piccole e medie imprese attraverso il trasferimento di tecnologie e conoscenze tra il mondo della ricerca e il mondo industriale. Parte PMI Network, il progetto finanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg Italia Svizzera, che va incontro al bisogno di innovazione delle aziende in ambito transfrontaliero.
Più di 1 milione e 300 mila euro per realizzare un’innovazione aperta a beneficio soprattutto di micro e piccole aziende, che da sole non riescono ad accedere a idee e soluzioni tecnologiche che permetterebbero loro di creare più valore ed essere competitive sul mercato globale.
I partner di PMI Network – Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco (capofila), SUPSI – Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (capofila), Fondazione Politecnico di Milano, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Lecco, Confartigianato Imprese Lombardia, Confartigianato Imprese Lecco, A.P.I. – Associazione Piccole e Medie Industrie di Lecco, AITI – Associazione Industrie Ticinesi – lavoreranno insieme per creare una fitta e proficua rete di collaborazione e un aumento della competitività internazionale con interessanti ricadute su tutto il territorio.
Il Canton Ticino comprende 33.971 imprese e il 90% di queste opera nei settori secondario e terziario. Sono 1.549, inoltre, le aziende impiegate nei settori ad oggi di maggiore rilevanza per il Cantone (Meccatronico, Scienze della vita, ICT e Moda). Nel territorio lecchese operano 25.945 imprese, il 93% delle quali nel secondario e terziario. Forte la vocazione all’export (4,4 miliardi di euro di export nel 2017) e a mettersi in rete (ben 276 le imprese lecchesi coinvolte in contratti di rete), specie nei due distretti industriali che caratterizzano storicamente l’area lecchese: quello metalmeccanico (1.601 imprese) e quello tessile per arredo (167 imprese).
Per facilitare il dialogo tra imprese e il mondo universitario e della ricerca, il progetto prevede la nascita del Cooperation Framework, un modello innovativo di trasferimento tecnologico che si concretizzerà nella formazione di due figure: i coordinatori, che interagiranno con i ricercatori e gestiranno i contenuti della piattaforma e gli esperti che lavoreranno presso la Camera di Commercio e le e associazioni di categoria e guideranno le aziende nella rete del network. Parallelamente alla selezione e formazione degli esperti e coordinatori, verrà implementata una piattaforma digitale, che consentirà una continua interazione tra i vari attori del processo innovativo.
“L’area compresa tra il Canton Ticino e il territorio lecchese – afferma Marco Tarabini, coordinatore scientifico del progetto – conta più di 60.000 imprese operanti in settori chiave per le economie dei rispettivi paesi. PMI Network vuole essere un esperimento di cross fertilization in cui le competenze tecnico-scientifiche di Politecnico di Milano e di SUPSI possano diventare un patrimonio condiviso con le istituzioni locali a garanzia di un dialogo costante con il tessuto imprenditoriale. Il Progetto si avvarrà di strumenti innovativi che consentiranno di raggiungere in modo capillare ed efficace le MPMI; pur avvalendosi di canali informatici all’avanguardia, il progetto si basa sulla centralità delle persone, sull’importanza della formazione e sulla necessità di creare reti di diverso livello per mantenersi competitivi in mercati che si modificano sempre più velocemente. Se da un lato la piattaforma digitale condivisa permetterà di interagire con i ricercatori e di accedere a contenuti e servizi in continuo aggiornamento, non mancheranno serate incentrate su tematiche di particolare interesse per distretti o filiere.
PMI Network ha tutte le caratteristiche per avviare un circolo virtuoso che, attraverso lo scambio di competenze e best practice, porterà a una creazione di una comunità di innovatori. La speranza è che la cooperazione tra imprese e territori porti ad un incremento della competitività nel mercato globale, con ricadute positive sull’economia dell’intera regione transfrontaliera”.
“Il Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI si pone da sempre come un interlocutore attivo nei confronti delle aziende del territorio ticinese e svizzero – dichiara Emanuele Carpanzano, referente operativo di progetto e Direttore del Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI – facendo della ricerca applicata e del trasferimento di conoscenze elementi fondanti della propria struttura didattica e di ricerca. Il progetto PMI Network costituisce un ulteriore elemento nella missione del Dipartimento che intende promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico nelle aziende locali e della regione Insubrica, con l’obiettivo di istituire una solida rete tra istituti, associazioni e aziende, che possa trarre mutuo beneficio da una più fervida collaborazione tra mondo della ricerca ed industriale ed acceleri la capacità di innovare e fare impresa dei soggetti coinvolti”.
NASCE L’INGEGNERE DELLA MOBILITÀ
Il Politecnico di Milano lancia il primo corso di laurea magistrale in Mobility Engineering per formare i futuri professionisti del settore dei trasporti. “Una iniziativa che – ha sottolineato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico – risponde alle esigenze di un settore, quello della mobilità, interessato in questi anni da profonde trasformazioni legate alle mutate esigenze dei cittadini, alle trasformazioni tecnologiche, alle smart city, alla tutela ambientale”.
“Occorrono figure professionali che sappiano unire competenze tecnico-ingegneristiche e gestionali a un approccio attento alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie”, ha sottolineato Resta presentando oggi il nuovo corso insieme con Renato Mazzoncini, docente di Mobility, Infrastructures & Services e Dario Zaninelli, Coordinatore della commissione per la progettazione della nuova laurea magistrale, e dei rappresentanti delle 13 aziende che collaborano con l’ateneo milanese per la definizione del programma di studi e che fanno parte dell’Advisory Board del corso.
Da produttori di sistemi per la mobilità come Hitachi Rail, Alstom, Ansaldo STS o Mermec a gestori di reti di trasporto quali Atm Milano, Brescia Mobilità, Trenord o Trenitalia. E proprio il CEO di Trenitalia, Orazio Iacono, ha sottolineato l’importanza del nuovo corso di laurea per supportare lo sviluppo di sistemi per la mobilità collettiva anche dando impulso a settori quali i big data, oggi fondamentali per un’azienda ferroviaria: “A bordo dei treni esistono centraline che raccolgono migliaia di dati generati da sensori di bordo e che, analizzati attraverso moderne logiche di memory computing, permetteranno di ottenere informazioni utili per effettuare interventi manutentivi in maniera predittiva, intervenendo quando è necessario e con le risorse giuste. Questo consente, e consentirà sempre di più in futuro, di aumentare l’affidabilità della flotta riducendo al tempo stesso i costi di gestione”.
Il corso di laurea magistrale in Mobility Engineering, per il quale sono previste anche specifiche borse di studio, si svolge quasi interamente in lingua inglese ed è stato anticipato, nel corrente anno accademico, da un progetto pilota per gli studenti di Ingegneria Elettrica, Meccanica e Gestionale. Offrirà un percorso formativo pressoché unico a livello nazionale ed europeo: “Un corso in Mobility esiste al MIT di Boston, dove le tematiche della mobilità sono di casa”, ha spiegato Renato Mazzoncini. “I professionisti che oggi lavorano nel settore dei trasporti – ha aggiunto – oggi sviluppano le loro competenze specifiche soprattutto all’interno delle aziende e per questo hanno per lo più un notevole livello di anzianità, di conseguenza non sempre hanno la flessibilità necessaria a gestire le nuove sfide tecnologiche. Con questo corso formeremo neolaureati già dotati di una conoscenza approfondita del settore”.
ISCRIZIONI A TECHCAMP@POLIMI PER I RAGAZZI DELLE SUPERIORI
Centocinquanta posti disponibili, ad oggi 34 borse di studio a copertura totale della retta, 3 corsi su temi attualissimi: Coding, Robotics e Mobility.
Sono i numeri dell’edizione 2019 di TechCamp@POLIMI, il primo progetto in Italia per avvicinare gli studenti delle superiori a corsi STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) con standard di livello universitario. Si tratta di corsi intensivi, hands-on, a numero chiuso, tenuti in inglese, di una settimana ciascuno che si svolgono dopo la fine dell’anno scolastico (dal 10.06.2019 al 28.06.2019) nel campus Città Studi del Politecnico di Milano.
Da oggi e fino al 12 aprile 2019 possono iscriversi sul sito www.techcamp.polimi.it studenti delle scuole superiori a partire dal 2° anno.
I corsi 2019, tutti pensati e tenuti da docenti del Politecnico di Milano, supportati da ricercatori e dottorandi, sono tre: MOBILITY – Smart and Autonomous Vehicles, ROBOTICS – Il robot: nemico o amico da istruire? e CODING – Programmazione: linguaggi per farsi largo tra le idee.
MOBILITY – Smart and Autonomous Vehicles.
Saranno illustrati i concetti principali della dinamica dei veicoli su strada, con particolare attenzione a sospensioni, pneumatici, sistema frenante, diversi sistemi di propulsione (tradizionali, ibridi ed elettrici) e alle tecnologie per la guida autonoma del veicolo. Si potrà capire l’effetto della variazione dei parametri che incidono sul comportamento del veicolo con esperimenti ad-hoc su modellini di auto telecomandate. Nella seconda parte del camp, i ragazzi potranno fare esperimenti di navigazione autonoma su modelli in scala dotati di sensori laser per riconoscere ostacoli, di sensori di moto e di un microprocessore per il controllo del veicolo. Verrà data anche l’opportunità unica di comprendere la logica “automatica” con cui un veicolo può muoversi da solo, dando enfasi a come le informazioni misurate dai diversi sensori vengano elaborate e utilizzate in tempo reale.
ROBOTICS – Il robot: nemico o amico da istruire?.
Il corso avrà lo scopo di avvicinare i partecipanti al concetto di robot e di programmazione. Verranno affrontate diverse questioni stimolanti: che cos’è un robot? Quali movimenti può eseguire? Come possiamo descrivere il suo moto? Come possiamo farlo muovere come vogliamo? E… cosa significa programmare un robot? Saranno forniti gli strumenti di base per rispondere a queste domande. I partecipanti avranno anche l’opportunità di programmare un vero robot e osservare i risultati della propria programmazione.
CODING – Programmazione: linguaggi per farsi largo tra le idee.
Nel corso sarà presentato Python, un potente linguaggio di esplorazione e programmazione che offrirà ai ragazzi possibilità interessanti: programmare gli oggetti che li circondano, imitare alcuni aspetti dell’intelligenza umana, scrivere videogiochi, elaborare immagini, sintetizzare musica. Ma soprattutto conosceranno un modo potente per estendere i loro pensieri e si faranno un’idea più chiara di quello che è possibile fare con i computer.
TechCamp@POLIMI, che nasce dall’idea di due docenti del Politecnico di Milano, Silvia Strada e Mara Tanelli, e di Francesca Sibella, è organizzato dal Politecnico di Milano in collaborazione con Fondazione Politecnico. Sponsor privati dell’iniziativa Atos Italia, BCG, Flamme, Soroptimist International-Club Milano, Women@Google.
I VINCITORI DI POLISOCIAL AWARD
Nell’Aula Magna del Politecnico di Milano sono stati premiati con oltre 500.000 euro i vincitori di Polisocial Award 2018, la quinta edizione della competizione che sostiene i progetti di ricerca ad alto contenuto sociale del Politecnico di Milano, finanziati con il contributo del 5 per mille IRPEF destinato all’Ateneo.
L’edizione 2018 è dedicata ai temi della Cooperazione e Sviluppo e l’area geografica di studio è l’Africa. I progetti finanziati, che saranno avviati a inizio marzo e avranno durata di 15 mesi, hanno come ambito tematico quello delle Città e Comunità Smart e propongono percorsi di ricerca multidisciplinare finalizzati a identificare piani di sviluppo locale in Eritrea, Mozambico e Somalia.
Questi i progetti vincitori: BECOMe – Business ECOsystem design for sustainable settlements in Mogadishu: affordable housing, local entrepreneurship and social facilities (Somalia)
Obiettivo del progetto è la realizzazione di un modello di sviluppo integrato per Mogadiscio, basato su un ecosistema di business finalizzato a promuovere insediamenti sostenibili con alloggi, spazi imprenditoriali, servizi sociali e produzione di energia rinnovabile. Tra i principali bisogni della popolazione somala, infatti, c’è la risoluzione dell’emergenza abitativa determinata dall’intensa crescita della popolazione, gli alti livelli di povertà, il danneggiamento di edifici provocato dalla guerra civile e la generale insicurezza nelle aree di conflitto. (Responsabile scientifico: Professore Oscar Bellini)
BOA_MA_NHA! – Study for the integrated development of the regions BOAne, MoAmba, NamahacHA (Mozambico)
Il team multidisciplinare composto da ricercatori di Polimi con il supporto di colleghi di UEM (Maputo) e UniMi si propone di studiare un’area metropolitana frammentata dal punto di vista amministrativo e di cui mancano dati statistici e cartografici, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo integrato della regione e diffondere la cultura di un’efficace pianificazione territoriale, mettendo a disposizione delle amministrazioni locali un piano di sviluppo e una metodologia di cui verrà testata la replicabilità. Uno dei punti focali della ricerca è la creazione di un modello sul nexus acqua-energia-cibo a supporto della pianificazione regionale strategica, con particolare riferimento al settore agricolo. (Responsabile scientifico: Professoressa Laura Montedoro).
SAFARI NJEMA – From informal mobility to mobility policies through big data analysis (Mozambico)
Circa l’80% della mobilità nelle grandi città africane si basa su sistemi di mobilità informale: quasi la totalità delle famiglie non dispone di un’auto ma allo stesso tempo scarseggiano sistemi di trasporto pubblico affidabili ed economicamente accessibili. Tramite l’analisi e la produzione di nuovi dati, a partire dalle informazioni offerte dall’utilizzo della telefonia mobile, il progetto SAFARI NJEMA esplora soluzioni bottom-up e place-based replicabili e alternative a modelli formali. (Responsabile scientifico: Professore Simone Vantini).
EMotion – Eritrea Mobility and Cultural Heritage: New Frontiers of the Horn of Africa (Eritrea)
Nel Corno d’Africa si pone la questione del ruolo della mobilità come driver di crescita economica ed equità sociale della regione. In Eritrea si corre però il rischio di non preservare l’infrastruttura storica preesistente, un patrimonio culturale costituito da una rete stradale e ferroviaria che collega siti di importanza architettonica e archeologica. Il progetto si concentra sull’asse Asmara-Massawa, una strada a carreggiata unica lunga 117 km che, oltre ad essere funzionale al trasporto di beni e merci, tocca trenta strutture civili di valore storico e architettonico. Il team del progetto si occuperà di inventariare siti di interesse e raccogliere dati ad oggi non esistenti sui movimenti di beni e persone, al fine di formulare scenari di sviluppo commerciale, culturale e turistico.
(Responsabile scientifico: Professore Federico Cheli).
Il premio è promosso da Polisocial, il programma di impegno e responsabilità sociale del Politecnico di Milano attivo dal 2012, attraverso il quale l’Ateneo mira a sviluppare la terza missione dell’università e a promuovere l’attivazione di quest’ultima in chiave etica e a servizio della comunità. Polisocial è uno dei primi programmi di responsabilità sociale di natura accademica nel panorama italiano e è stata attivata nel 2012 la competizione Polisocial Award, che nel corso delle sue cinque edizioni ha visto la candidatura di oltre 190 progetti e il finanziamento di 34 proposte, con un investimento diretto di 2.500.000 € erogato dal Politecnico grazie al 5 x mille IRPEF destinato all’ateneo e ulteriori fondi offerti da partner esterni a cofinanziamento dell’iniziativa.
I progetti di ricerca dell’edizione 2018 sono stati selezionati grazie al coinvolgimento di un comitato scientifico interno e al contributo di un Advisory Board composto da: Cheikh Bedda-African Union Commission; Antonella Baldino-Cassa Depositi e Prestiti; Stefano Bologna-UNIDO; Elena Casolari-OPES-LCEF; Cleophas Adrien Dioma-Gruppo “Migrazioni e sviluppo”, CNCS; Stefania Mancini-Assifero; Giuseppe Mistretta-MAECI, DGMO; Roberto Ridolfi-FAO; Piotr Tulej-DG RTD, UE.
POLIMI, NUOVA TECNOLOGIA PER TRATTAMENTO FANGHI DEPURAZIONE
Con il progetto europeo Sludgetreat, il Politecnico di Milano coglie una delle sfide più importanti del servizio idrico integrato: la gestione dei fanghi di depurazione. Sludgetreat permette una disidratazione più efficace ed efficiente dei fanghi, riducendo il loro contenuto di acqua al 55%, e diminuisce i costi di trasporto e smaltimento del 35% annuo, per una gestione più sostenibile dell’intero processo di depurazione. I fanghi prodotti dalla chiarificazione delle acque reflue sono liquidi e maggiore è il loro contenuto di acqua maggiore è il loro costo di smaltimento e di trasporto. Basti pensare che attualmente in Lombardia vengono smaltite ogni anno 800.000 tonnellate di fanghi per un costo di circa 120 euro per tonnellata. Ad oggi, le tecniche di disidratazione meccanica comunemente adottate presso gli impianti di depurazione delle acque di rifiuto sono la centrifugazione e la pressatura a nastro o su piastre e riescono a ridurre il contenuto di acqua dal 95-98% al 70-75%.
La tecnologia basata sulla elettro-disidratazione (electro dewatering – EDW) sviluppata nell’ambito del progetto Sludgetreat consente di arrivare al 55% di contenuto di acqua in modo economicamente sostenibile, compensando il costo energetico con il minor costo di smaltimento, in quanto riduce la massa da avviare a smaltimento riducendone il contenuto d’acqua.
Il maggiore consumo di energia di questa tecnologia rispetto alle tecniche di disidratazione puramente meccanica, è più che compensato dal risparmio del costo di smaltimento, poiché la massa di fango umido da smaltire è inferiore. Il passaggio da disidratazione meccanica convenzionale a questa tecnica consente così di risparmiare fino al 35% all’anno sui costi di smaltimento dei fanghi.
In particolare, l’oggetto della ricerca è stato di mettere a punto una macchina innovativa, basata sul principio della pressa a vite e dotata di opportuni elettrodi che migliora la miscelazione del fango così disidratato rispetto ad altre macchine che si sono recentemente affacciate sul mercato del trattamento dei fanghi di depurazione.
Oltre a ridurre ulteriormente i costi di trasporto, ridurre il contenuto d’acqua sotto il 60% consente anche l’autosostentamento della combustione (e cioè la combustione senza utilizzo di combustibile ausiliario). Oggi questo grado di contenuto di acqua viene raggiunto con essiccamento termico (ad esempio così fa il nuovo inceneritore per fanghi di Zurigo) che richiede molta più energia rispetto alla tecnologia della elettrodisidratazione.
Il progetto H2020 Sludgetreat (FP7 MSCA IAPP project no. 611593) è iniziato in settembre 2015 e avrà termine il 28 febbraio 2019. I partner del progetto sono: Politecnico di Milano (coordinatore), X2 Solutions srl (Mirandola, Italia), Flubetech (Barcellona, Spagna), AIN (Pamplona, Spagna). Sito web: www.sludgetreat.eu
RICERCA, NASCE IL PREMIO FELDER
È dedicato alla memoria dello scienziato Ernst Felder, autore di importanti scoperte nel campo dell’imaging diagnostico, il premio promosso dalla Fondazione Bracco e da Bracco Imaging in collaborazione con il Politecnico e la Fondazione Politecnico di Milano. Presentato nell’aula magna dell’ateneo milanese da Ferruccio Resta, rettore del Politecnico, e da Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco e del Gruppo Bracco, il progetto prevede un investimento, da parte di Fondazione Bracco, di un milione di euro per un bando internazionale che ha lo scopo di selezionare un ricercatore o una ricercatrice specializzati nella chimica di processo, in particolare nella microfluidica in campo farmaceutico.
“Una figura che possa contribuire alla nascita in Italia di un centro di competenze sulla chimica microfluidica e sulla chimica di processo nel settore biomedicale”, spiega all’Italpress Ferruccio Resta. Che durante la presentazione ha sottolineato anche il valore simbolico del premio: “Quello di rappresentare un aiuto al reclutamento del personale universitario, esempio di una responsabilità comune fra università e impresa che condividono mete e traguardi per la crescita della comunità scientifica e per il futuro delle nuove generazioni”, ha detto il rettore del Politecnico di Milano.
La call internazionale è rivolta esclusivamente a giovani studiosi di nazionalità italiana che stiano svolgendo da almeno un triennio all’estero attività didattica o di ricerca post dottorale nel settore della “chimica in flusso”, e in particolare nella “trasformazione dei processi di sintesi chimica da modalità discontinua a continua”.
Le candidature – sottoscritte digitalmente o allegate in copia PDF con sottoscrizione olografa e accompagnate dalla copia di un documento del candidato – dovranno essere trasmesse entro il prossimo 2 maggio all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected].
“Questo premio ci è sembrato il modo migliore per celebrare la figura di Ernst Felder, grande chimico scomparso di recente e che, come capo della nostra ricerca, negli anni 70 scoprì lo iopamidolo, mezzo di contrasto non ionico che ha rivoluzionato la diagnostica per immagini a livello mondiale, determinando una svolta per la radiologia, per il benessere delle persone e per la prevenzione, il monitoraggio e la cura di moltissime malattie”, ha spiegato Diana Bracco.
L’iniziativa si inserisce nella politica del Politecnico di Milano basata su una didattica e una ricerca aperta alla collaborazione con il mondo delle imprese: “Oggi le imprese ci aiutano a disegnare nuove lauree magistrali, a definire progetti di ricerca e oggi anche a reclutare nuovi giovani ricercatori”, ha puntualizzato il rettore Ferruccio Resta.
“Ormai – ha aggiunto – il 30% degli iscritti al Politecnico arriva dall’estero e un altro 30% da altre regioni italiane. E soltanto lo scorso anno abbiamo reclutato una trentina di professori internazionali, così come sono internazionali più della metà dei nostri dottorandi”.
POLIMI SI AGGIUDICA VITTORIA CFA RESEARCH CHALLENGE
Il Politecnico di Milano vince la finale italiana della CFA Research Challenge 2019, competizione mondiale di finanza targata CFA Institute e promossa nel nostro Paese da FactSet, Fidelity International e PwC.
L’evento di premiazione ha visto il coinvolgimento di otto atenei, 37 studenti e oltre 30 professionisti. Alla fase italiana, coordinata da CFA Society Italy, hanno partecipato i team rappresentanti le seguenti università: Università Cattolica e Politecnico di Milano, Ca’ Foscari di Venezia, Università di Modena e Reggio Emilia, Libera Università di Bolzano, Università di Pavia, Università Politecnica delle Marche e Università di Napoli Federico II.
Gli studenti Paolo Farfalletti Casati, Valentina Zanni, Giovanni Righi, Giacomo Ferrari e Andrea Monteduro, sotto la guida dei docenti Marco Giorgino e Laura Grassi e del mentor CFA Daniele Zujani, hanno presentato il loro studio a una giuria di sei esperti del settore finanziario: Domenico Ghilotti (Equita Sim), Marco Greco (Value Track), Nicola Madureri (PwC Italy), Angelo Meda, CFA (CIPM Banor Sim), Marco Mossetti, CFA (Eurizon Capital SGR), Pinuccia Parini (AIFO Advisory). Il secondo e terzo posto sono stati assegnati rispettivamente all’Università di Pavia e all’Università di Napoli Federico II.
Il Politecnico di Milano proseguirà direttamente per la finale regionale EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), che si terrà il prossimo 10 e 11 aprile 2019 a Zurigo. A testimonianza dell’elevata qualità dei nostri studenti e dei professionisti che li seguono, già nel 2016, 2014 e 2011 l’Italia si è aggiudicata la finale regionale EMEA.
La finale mondiale, invece, si disputerà il 25 aprile 2019 a New York, mettendo a confronto i vincitori di EMEA, America e Asia Pacifico.
“CFA Society Italy, nella sua attività pluriennale, ha costruito un’intensa relazione con le università italiane per promuovere i principi di integrità ed eccellenza professionale presso le giovani generazioni”. Ha affermato il Direttore di CFA Society Italy e coordinatore del progetto, Giuseppe Quarto di Palo. “Siamo felici di poter offrire alle università e ai loro talenti l’opportunità di misurarsi in una competizione realistica, volta a riprodurre l’esperienza di un ufficio di ricerca di società di gestione o di case di investimento. Ai migliori studenti offriamo, inoltre, borse di studio per accedere al Programma CFA, al fine di ottenere una certificazione globalmente riconosciuta nel settore finanziario”.
“Questa iniziativa consente di raggiungere alcuni obiettivi importanti nel mondo della formazione e delle accademie. Innanzitutto, avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, combinando le conoscenze accademiche con le tecniche e gli strumenti utilizzati dai professionisti del settore finanziario. Il secondo obiettivo è quello di dare risalto alle nostre eccellenze universitarie italiane a livello europeo e mondiale”. Ha commentato il presidente di CFA Society Italy, Giancarlo Sandrin. “Questo progetto non potrebbe esistere senza il prezioso contributo dei volontari dell’associazione e dei partner che hanno sostenuto l’iniziativa FactSet, Fidelity International, PwC e Interpump, società oggetto di ricerca da parte degli studenti”.
“Anche in questa quarta edizione, FactSet ha avuto il piacere di supportare la CFA Research Challenge offrendo la sua piattaforma analitica a tutti gli studenti, professori e mentor”. Ha sottolineato Dorin Agache, Account Manager FactSet. “Quest’anno abbiamo visto un maggior coinvolgimento da parte delle Università partecipanti che hanno colto il valore della competizione utilizzando appieno anche la versione FactSet Web per effettuare l’analisi finanziaria di Interpump. Un in bocca al lupo al team del Politecnico di Milano per la prossima avventura a Zurigo!”
“Attraverso lavoro, dedizione e tanto impegno abbiamo raggiunto questo incredibile risultato”. Queste le prime dichiarazioni a caldo del team Politecnico di Milano dopo la proclamazione. “In questi mesi, il consiglio migliore che abbiamo ricevuto è stato “divertitevi” da parte della nostra professoressa Laura Grassi. In effetti, sempre con il sorriso abbiamo affrontato questa sfida e siamo arrivati alla vittoria che ci ha reso estremamente fieri e felici”.
“Questo è un riconoscimento che ci rende molto orgogliosi. La competizione organizzata da CFA Institute è un ottimo modo per avvicinare gli studenti a un’esperienza lavorativa sfidante, in un contesto avvincente dove determinazione, passione e divertimento sono stati la chiave di un successo più che meritato per i nostri ragazzi”. Ha dichiarato il professore Marco Giorgino, Professore Ordinario di finanza e di risk management del Politecnico di Milano. “Ancora una volta il Politecnico di Milano si aggiudica, a livello nazionale, la CFA Research Challenge a conferma di come sia elevato il livello di preparazione che è possibile raggiungere, su temi di finanza aziendale e di finanza dei mercati, studiando Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano”.










