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POLIMI SI IMPEGNA NEL SOCIALE CON “POLISOCIAL AWARD”

Polisocial è il programma di impegno e responsabilità sociale del Politecnico di Milano, che si pone l’obiettivo di rafforzare l’impegno sociale nella missione accademica. Dal 2012 promuove la competizione Polisocial Award, finanziata con il contributo del 5 per mille IRPEF a favore della ricerca ad alto impatto sociale. Dalla sua nascita sono stati finanziati 30 progetti che hanno coinvolto oltre 900 docenti dei 12 dipartimenti dell’Ateneo. L’edizione 2018 è dedicata al tema Cooperazione e Sviluppo e l’area geografica di riferimento per le proposte di ricerca è l’Africa. I progetti presentati avranno come ambito tematico quello delle “Città e Comunità Smart” e proporranno un percorso di ricerca multidisciplinare finalizzato a identificare un “Polisocial Development Plan”, un piano che promuova lo sviluppo locale in termini di creazione di posti di lavoro tramite lo sviluppo di nuova imprenditorialità e/o miglioramento dell’accesso ai servizi per la comunità.

L’iniziativa si fonda sull’impegno consolidato del Politecnico di Milano per la ricerca responsabile e sulla rete di rapporti attivi con istituzioni, organizzazioni e atenei africani.

 

Sul tema della Cooperazione e Sviluppo, il programma Polisocial promuove pratiche responsabili di sviluppo sostenibile ed equo esprimendo una cultura interdisciplinare dell’innovazione sociale e della cooperazione accademica, per promuovere e incoraggiare una nuova progettualità multidisciplinare attenta allo sviluppo umano e sociale e ampliando le opportunità formative e le occasioni di scambio offerte a studenti, giovani ricercatori, personale docente e tecnico-amministrativo dell’ateneo e al proprio network.

Le risorse complessivamente dedicate a Polisocial Award 2018 ammontano a 530.000 euro. I soggetti proponenti dovranno essere afferenti al Politecnico di Milano e la partecipazione ai progetti è aperta anche a partner del settore pubblico e privato che volessero contribuire attivamente alle ricerche, aumentare le idee finanziabili e supportare la scalabilità degli loro esiti.

Lunedì 9 luglio nell’aula Magna del Politecnico verrà presentato il nuovo bando dal Comitato Guida di Polisocial, composto dai Prof. Emanuela Colombo (Delegato del Rettore alla Cooperazione e Sviluppo), Francesca Cognetti (Delegato del Rettore alla Responsabilità Sociale per il Territorio), Gabriele Pasqui (Delegato del Rettore alle Politiche Sociali) e Susanna Sancassani (Responsabile METID).

Interverranno Roberto Ridolfi, Special Senior Advisor presso FAO con esperienza decennale presso l’Unione Europea a capo di programmi per lo sviluppo di infrastrutture, ambiente e finanza per lo sviluppo e precedentemente Ambasciatore/Capo della delegazione dell’Unione Europea presso la Repubblica dell’Uganda (2011-2013) e presso 15 paesi e territori nel Pacifico (2005-2007) e Massimo Zaurrini, Direttore Responsabile del mensile Africa e Affari.

 

DUE STUDENTI VINCONO CONCORSO “NEW YORK VERTICAL CITY”

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Giulio Galasso e Loris Luigi Perillo, studenti del corso di laurea magistrale in “Architettura – Ambiente Costruito Interni” del Politecnico di Milano, hanno vinto insieme a Michele Franzoi (École d’architecture de la ville & des territoires, Marne-la-Vallée) il concorso di idee “New York Vertical City”, indetto da Archmedium, piattaforma digitale che organizza competizioni di progettazione per studenti e giovani architetti.

Tema del concorso era la progettazione di un grattacielo multifunzionale in un lotto libero a Manhattan in grado di conciliare spazi di lavoro di qualità, alloggi temporanei, spazi culturali e ricreativi. La giuria era composta da quattro studi di architettura con sede a New York: Studio AMES, Studio Cadena, RAAD Studio e MOS Architects.

Al secondo posto tra i 60 progetti presentati si è classificato un altro team composto da studentesse del Politecnico di Milano: Beatrice Balducci e Gaia Calegari.

HEARTWATCH E BIOMIMX VINCONO FINANZIAMENTO DI EIT HEALTH

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HeartWatch e BiomimX, due giovani spin off del Politecnico di Milano, hanno vinto la competition Headstart, una delle Innostar Start-Up Competitions organizzate da EIT Health. Il premio, un finanziamento di 35.000 euro, aiuterà lo sviluppo del loro business e favorirà l’attrazione di nuovi investimenti.

EIT Health, finanziata dall’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), organo dell’Unione Europea, è una delle più grandi iniziative nel settore sanitario a livello mondiale. Il suo obiettivo è promuovere in modo sostenibile le basi dell’assistenza sanitaria, le condizioni per una vita più sana e il benessere delle persone in tutta Europa.

Nell’ambito delle sue attività di acceleratore, EIT Health fornisce finanziamenti a società start up e a piccole e medie imprese per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi che affrontino tre tematiche: vita sana, invecchiamento attivo e migliore assistenza sanitaria.

BiomimX è pioniere nello sviluppo di una nuova generazione di modelli in vitro, denominati organi su chip, che rivoluzioneranno il modo di testare i farmaci, riducendo o addirittura sostituendo i test su animali. In particolare, integrando colture di cellule in 3D e la stimolazione meccanica propria di molti tessuti, BiomimX propone “beating organs-on-chips”, portando a modelli pre-clinici più affidabili, responsivi e accessibili, utilizzati per valutare sia gli effetti terapeutici sia la tossicità dei farmaci. Il catalogo di BiomimX comprende uHeart, un cuore umano su chip, e uKnee, un modello di articolazione osteoartritica.

HeartWatch propone un prodotto estremamente innovativo per la prevenzione di malattie cardiache e respiratorie. Il suo algoritmo, combinato a una videocamera, permette di riconoscere in tempo reale possibili alterazioni dello stato di salute del paziente. La videocamera, inquadrando e ingrandendo il volto, consente di monitorare in tempo reale la situazione clinica, riconoscendo microcambiamenti cromatici. In caso di problemi, permette di inviare immediatamente un avviso a chi si prende cura del paziente in osservazione.

93% LAUREATI TROVA LAVORO ENTRO 1 ANNO DA LAUREA

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Lavoro garantito per i laureati del Politecnico di Milano e in tempi sempre più brevi: oltre il 93% dei laureati magistrali del Politecnico di Milano trova lavoro entro un anno dalla laurea, registrando un record storico. Ma non basta: sempre più spesso ingegneri, designer e architetti sono “prenotati” dalle imprese ancor prima del titolo. Dall’ultima indagine occupazionale dell’Ateneo, che ha analizzato la popolazione dei laureati 2016, emerge infatti che il 33,3% risulta già occupato il giorno della laurea con una crescita di 1,9 punti percentuali rispetto all’anno scorso. Il 27,3% dei laureati, inoltre, dichiara di aver ricevuto più di 5 offerte di lavoro dopo la laurea, con un picco del 32,1% per gli ingegneri.

“È il segnale che il dialogo diretto e costante con le imprese svolto in Ateneo, paga: le aziende che assumono di più e sempre prima i nostri laureati sono proprio quelle che li hanno incontrati in università per le attività di recruiting & employer branding, accaparrandosi in anticipo i più meritevoli”, fanno sapere dal  Politecnico di Milano.

Un dato evidenziato dall’indagine riguarda le figure degli architetti e dei designer: la loro occupazione a 12 mesi migliora, passando dall’85,3% all’86,1% per gli architetti e addirittura dall’88,2% al 91,8% per i designer. Le imprese stanno sicuramente comprendendo queste aree disciplinari e l’opportunità di valorizzarle anche in un contesto aziendale.

Buone notizie anche sul lato stipendi: la retribuzione netta media migliora per tutte e tre le macroaree rispetto all’anno scorso e si attesta sui 1.500 euro mensili con un aumento medio di 49 euro: nello specifico, gli ingeneri passano da 1.587 euro mensili a 1.618 euro, gli architetti da 1.098 euro a 1.188 euro, i designer da 1.451 euro a 1.500 euro.

Un importante cambiamento, secondo l’indagine, riguarda la destinazione dei laureati magistrali: diminuiscono gli occupati nelle medie imprese e contestualmente aumentano del 15,1% gli occupati all’interno delle piccole aziende (il 55,6% rispetto al 40,5% dell’anno scorso). Dato che si spiega da un lato con il boom di start up che sicuramente hanno ampliato il ventaglio delle possibilità lavorative, ma dall’altro anche con un aumento della consapevolezza da parte delle piccole imprese della necessità di adeguarsi al cambiamento tecnologico e dell’importanza di assumere nuove figure professionali per affrontare le trasformazioni del mercato.

In aumento, infine, la percentuale dei laureati magistrali che lavora all’estero: dal 10% dell’anno scorso al 12, 6% di quest’anno (12% degli ingegneri, 16% degli architetti, 11% dei designer). I Paesi dove vanno maggiormente sono Svizzera, Regno Unito, Germania, Francia e Olanda.
Per quanto riguarda i laureati magistrali stranieri, il tasso di occupazione resta in linea con l’anno scorso e si attesta sull’87%. 

Il 50,7% dei laureati magistrali stranieri (57,7% degli ingegneri, 36,6% degli architetti, 54% dei designer) resta in Italia a lavorare segnando un incremento del 5,7% rispetto allo scorso anno.
I laureati stranieri guadagnano in media 1.627 euro al mese, quindi 127 euro netti al mese in più rispetto ai colleghi italiani. Il gap è in parte collegato al numero elevato degli stranieri impiegati all’estero, dove le retribuzioni sono spesso più alte.

L’indagine ha analizzato anche la popolazione dei laureati triennali 2016 non proseguenti al Politecnico, mettendo in evidenza, come per i laureati magistrali, risultati incoraggianti: il 90,6% (95% degli ingegneri, 86,9% degli architetti e 86,2% dei designer) dei laureati triennali che decidono di entrare nel mercato del lavoro è impiegato ad un anno dal conseguimento del titolo, con un aumento medio del 4% rispetto allo scorso anno. L’83,2% dei laureati triennali ha inoltre un contratto di lavoro stabile con una retribuzione media netta mensile di 1.370 euro in rialzo di 100 euro rispetto al 2017.

BIOINGEGNERIA, DAL 25 AL 27 GIUGNO IL CONGRESSO NAZIONALE

Il sesto Congresso Nazionale di Bioingegneria (GNB 2018), organizzato dal Politecnico di Milano, Gruppo Nazionale di Bioingegneria e CNR IEIIT – Istituto di Elettronica e Ingegneria dell’informazione e delle Telecomunicazioni – in collaborazione con la Fondazione Politecnico di Milano, si svolgerà dal 25 al 27 giugno a Milano presso l’Ateneo milanese e rappresenta il momento di incontro dei bioingegneri italiani. 

GNB 2018 fornirà una panoramica delle più avanzate attività di ricerca del settore e sarà l’occasione per assistere a dimostrazioni virtuali e di realtà aumentata all’interno del corpo umano, che testimoniano il fermento tecnologico del settore.

La bioingegneria è un settore in cui ci sono grandi margini di sviluppo per il Paese. Grazie a scoperte e nuove frontiere tecnologiche, si possono affrontare le problematiche legate all’invecchiamento e all’assistenza sanitaria, diventando allo stesso tempo un’occasione di sviluppo.

Durante il congresso sarà organizzato anche un contest (Switch2Product S2P-GNB-2018) che mira a premiare i progetti più innovativi nel campo della bioingegneria.

1° giorno

Focus sulla ricerca

Nel pomeriggio del 25 giugno si affronterà il tema della ricerca e sarà l’occasione per ribadire che la ricerca nel campo della bioingegneria è strategica per il paese perché riguarda la salute. Ma qual è la fotografia del settore in Italia?

Uno degli obiettivi del programma Horizon 2020 richiede ai Paesi dell’Unione Europea di investire il 3% del PIL in Ricerca e Sviluppo. Nel 2017 l’Italia ha investito l’1,3% contro la media europea del 2%. Il nostro paese non compare tra i fanalini di coda in senso assoluto visto che 10 paesi sui 28 totali hanno investimenti inferiori all’1%, però i nostri standard sono lontani da Svezia (3,25%) Austria (3,09%) Germania (2.94%) Danimarca (2.87%) Finlandia (2,75%) ( Belgio 2,49%)e Francia (2.22%).

Se ci spostiamo fuori dai confini europei, i numeri sono ancora diversi Corea del Sud e Giappone investono il 4,23% e il 3,29% del PIL e gli Stati Uniti il 2,79%.

I numeri parlano chiaro, ma nonostante una realtà poco “lusinghiera”, durante il convegno si vuole porre il tema di come migliorare questa situazione con suggerimenti che arrivano da chi con la ricerca e l’innovazione ci lavora.

Al convegno ci sarà Ugo della Croce, professore universitario di bioingegneria attualmente Addetto Scientifico all’Ambasciata d’Italia a Washington, che presenterà il sistema americano della ricerca e le prospettive per i bioingegneri italiani. Con riferimento agli scenari internazionali verrà data particolare enfasi alla programmazione della ricerca in vista del nono programma quadro in discussione nel prossimo futuro a Bruxelles. Roberto Cingolani, direttore scientifico di IIT, presenterà le strategie di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia e di Human Technopole che hanno una serie di attività di sicuro interesse per la comunità scientifica della bioingegneria, mentre Daniela Corda, Direttrice dell’Istituto di Biochimica delle proteine del CNR, e rappresentante del governo italiano nei comitati di programma a Bruxelles, potrà presentare i progetti Flagship del programma Future Emerging Technology.

2° giorno

Focus sulla figura dell’Ingegnere Clinico

Attualmente le Università italiane laureano da 800 a 1000 Ingegneri Biomedici l’anno (Laurea Magistrale) ed in molte Università di Ingegneria tale settore risulta essere uno dei più ‘gettonati’ da parte degli Studenti. Dopo l’approvazione della legge Lorenzin del gennaio 2018, che ha previsto l’inserimento dell’Ingegnere Biomedico e Ingegnere Clinico all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, si vuole fare una riflessione sull’importanza che riveste tale figura negli ospedali, dove negli ultimi anni, un numero crescente di apparecchiature biomediche e di tecnologie “avanzate” per la diagnosi e la terapia ha radicalmente modificato l’approccio alla cura della salute.

I compiti principali dell’Ingegnere Clinico sono quelli di gestione delle apparecchiature biomediche e dei sistemi medicali al fine di una loro scelta ed impiego corretto e sicuro, di responsabilità della loro manutenzione, oltre alla valutazione degli aspetti tecnologici e l’analisi di rischio per realizzare negli Ospedali un ambiente sicuro ed efficiente sia per il paziente sia per gli operatori sanitari.

Nel forum del pomeriggio, con il professor Sergio Cerutti, si farà una riflessione sull’inquadramento di queste figure professionali all’interno delle strutture sanitarie e del territorio, aumentando le sempre più necessarie competenze tecnologiche, di sicurezza e di razionalizzazione dei costi nel complesso comparto della Salute del Paese. Un comparto quello della Salute che risulta strategico a livello nazionale e internazionale. Le enormi prospettive di questo mercato e l’importanza che hanno assunto le tecnologie hanno reso necessaria, sia in Italia, sia in Europa un’ampia riforma normativa, segno dell’importanza di queste figure e del settore dell’ingegneria biomedica in generale.

3° giorno

Focus su industria e brevetti

Il settore delle tecnologie per la medicina è il maggiore in termini di brevetti in Europa e le prospettive di mercato sono crescenti, anche in relazione all’allungamento delle aspettative di vita della popolazione. Nell’Unione europea il numero degli abitanti con più di 80 anni è destinato ad aumentare del 40% entro il 2030. L’Italia, in particolare, è il secondo Paese al mondo per longevità della popolazione, ma solo il 19esimo per longevità in buona salute. Questo è un punto centrale perché le tecnologie legate alla bioingegneria possono essere uno strumento di promozione della possibilità di avere una qualità della vita migliore.

Si tratta di temi su cui i ricercatori di bioingegneria italiani sono all’avanguardia, contando il numero più alto di brevetti e di aziende spin-off rispetto agli altri settori. Rispetto all’eccellenza della ricerca, il bilancio non è però positivo se si pensa che, nel settore, l’Italia è al dodicesimo posto per le esportazioni e all’ottavo come importatore.

Il saldo negativo della bilancia commerciale come si può spiegare?  Di questo e di altri temi, legati all’industria e di come far diventare il settore un volano per lo sviluppo, si parlerà nel forum dedicato.

Il forum affronterà, inoltre, il tema della nascita di start up della ricerca nell’ambito dell’Ingegneria Biomedica. La discussione del tema sarà affidata a due importanti esperienze che includono la generazione di impresa e il finanziamento di rischio.

Secondo l’Osservatorio “Produzione, ricerca e innovazione nel settore dei dispositivi medici in Italia” di Assobiomedica (l’associazione di Confindustria che raggruppa queste imprese) sono 3.883 le imprese di dispositivi medici in Italia e 350 le start-up, di cui il 44% ha origine come spin-off della ricerca pubblica: si tratta di industrie molto ‘giovani’, con un’età media di 6 anni. Il maggior numero di start-up risulta attivo nel comparto della diagnostica avanzata (35%), gli altri ambiti di attività sono l’oncologia (10%), il cardiovascolare (8%), la nutraceutica (8%), la medicina degenerativa (7%).

Dimostrazioni all’avanguardia allestite nei laboratori di Bioingegneria del Politecnico di Milano

1.      Un viaggio sicuro all’interno del cervello (NearLab – Elena De Momi)

Si tratta della dimostrazione del funzionamento di un robot per la neurochirurgia impegnato in un compito complesso che simula un atto chirurgico nel cervello: con l’ausilio delle immagini mediche e della realtà virtuale si potrà calcolare un percorso sicuro per raggiungere la destinazione all’interno del cervello, evitando tutti gli ostacoli lungo il cammino, grazie ad una nuova sonda robotica, flessibile in grado di eseguire percorsi curvilinei all’interno dei tessuti molli.

2.     Realtà aumentata per la chirurgia robotica (NearLab – Giancarlo Ferrigno):

La realtà aumentata permette al chirurgo di vedere oltre il campo visivo del microscopio mentre sta tele-operando con il sistema robotico da Vinci, presente all’interno dei laboratori del Politecnico, aumentando così la sicurezza dell’intervento minimamente invasivo.

3.     Test in vitro di un farmaco chemioterapico su una metastasi all’osso (Mechanobiology Lab – Manuela Raimondi)

Si tratta della dimostrazione del funzionamento di una cameretta nella quale vengono mantenute in vita cellule viventi prelevate da un tumore.

4.     Batte il cuore in laboratorio: il ciclo cardiaco dalle cellule, ai tessuti, al cuore intero (µBSLab – Beniamino Fiore)

E’ una dimostrazione di come si può replicare sui banchi di un laboratorio l’attività pulsatile del cuore o di una sua parte, fino ad arrivare alla scala delle cellule cardiache.

5.     Camminare fra i modelli: biomeccanica e realtà virtuale dalla scala molecolare a quella degli organi (CBLab – Alberto Redaelli)

Scopriremo come simulare una proteina motore, una valvola cardiaca o un vaso arterioso e come sia possibile rappresentarli con strumenti di realtà virtuale e aumentata.

6.     Modelli 3D delle vie respiratorie per la definizione di nuovi trattamenti termali (LaBS – Gabriele Dubini)

Cercheremo di capire come si distribuisce uno spray inalato all’interno di un modello in plastica delle vie respiratorie.

7.     Catturare il movimento: tecnologie e metodi per studiare la biomeccanica del corpo umano (Lab. Luigi Divieti – Manuela Galli)

Scopriremo con delle ricostruzioni virtuali come la biomeccanica del movimento interviene nella definizione e nella valutazione dei percorsi terapeutici per la clinica, nello studio della performance e nella prevenzione degli infortuni per lo sport, e nella valutazione dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente per l’ergonomia.

8.    Diamo un cervelletto ad un robot umanoide (Nearlab – Alessandra Pedrocchi)

Sulla base di studi neurofisiologici è stata costruita una rete neurale ispirata alle strutture del cervelletto e che esprime le capacità di apprendimento motorio proprie di questa struttura del nostro cervello. Per verificarne il funzionamento in un contesto reale la abbiamo inserita nel controllo di un robot umanoide, che impara alcuni movimenti proprio grazie al suo cervelletto.

9.     Esoscheletri per arto superiore (Nearlab – Alessandra Pedrocchi)

L’utilizzo di esoscheletri robotici è una frontiera importante nella riabilitazione di pazienti con disabilità neuromotorie a carico dell’arto superiore. Molteplici soluzioni sono presenti nel laboratorio al fine di rispondere alle esigenze di diverse popolazioni di pazienti, da soluzioni per pazienti post-ictus durante la fase di riabilitazione in ospedale a soluzioni motorizzate per soggetti con patologie neuromuscolari al fine di migliorare la qualità di vita a casa e al lavoro.

Annunci di innovazione – Competizione Switch2Product S2P-GNB-2018

Nell’ambito del congresso GNB 2018 è stato organizzato un contest per selezionare i migliori progetti di innovazione in Bioingegneria. Si tratta dell’Award Switch2Product (S2P) – GNB2018 “Innovation in Bioengineering”, il premio proposto e sponsorizzato dal Technology Transfer Office (TTO) del Politecnico di Milano e da PoliHub, incubatore d’impresa dell’ateneo gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano. 

Scopo del contest è valorizzare i nuovi risultati, potenzialmente brevettabili, della ricerca delle università Italiane nell’ambito della bioingegneria, in grado di costituire la base per iniziative di trasferimento tecnologico o di nuova imprenditorialità. 

Il giorno 26 giugno si sfideranno davanti a una giuria composta da esperti di trasferimento tecnologico, investitori, e aziende del settore, i 10 progetti finalisti, selezionati tra le numerose domande ricevute che spaziano dall’ambito della robotica chirurgica, a quello delle colture cellulari per l’ingegneria dei tessuti, dall’analisi del movimento alle soluzioni riabilitative tramite esoscheletri automatizzati.

Questo Award ha il patrocinio di Netval, il network Italiano per la valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica.

Esperti presenti al convegno (in ordine alfabetico):

Maria Grazia Carrozza, Presidente del Gruppo Nazionale di Bioingegneria, Professore ordinario di bioingegneria industriale, è stata anche Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 è stata Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel governo Letta.

Sergio Cerutti, Presidente dell’IEEE Italian Chapter on Engineering in Medicine and Biology, Coordinatore delle Commissioni Ordinariali di Ingegneria Biomedica, Membro del Gruppo Nazionale Bioingegneria. E’ autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche e nel 2009 ha ricevuto il prestigioso IEEE-EMBS Academic Career Achievement Award.

Roberto Cingolani, Direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova è uno degli scienziati più citati del momento. È l’ideatore dello Human Technopole, il centro di ricerca avanzata sul genoma che sorgerà nell’area Expo di Milano.

Ugo della Croce, professore ordinario di Bioingegneria del Dipartimento Scienze biomediche dell’Università di Sassari, ha l’incarico di Addetto Scientifico all’Ambasciata d’Italia a Washington.

Giancarlo Ferrigno Professore ordinario di Bioingegneria elettronica e informatica e coordinatore della sezione di Bioingegneria del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.

Riccardo Pietrabissa Professore ordinario di Bioingegneria del Politecnico di Milano. Vice Presidente del Cnr Scientific Council.

Manuela Teresa Raimondi Professore ordinario di Bioingegneria del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “G. Natta” del Politecnico di Milano. Principal Investigator di due progetti finanziati dall’ERC nel campo della bioingegneria: il Consolidator grant NICHOID e il Proof-of-Concept grant NICHOIDS (www.nichoid.polimi.it).

Paolo Ravazzani, Dirigente di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni CNR IEIIT.

 

POLIMI, COMPIE 10 ANNI IL DIPARTIMENTO DI ENERGIA

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Compie dieci anni il dipartimento di energia del Politecnico di Milano. Le celebrazioni sono state l’occasione per ripercorrere la storia del dipartimento, nato nel 2008, che dopo un decennio è diventato uno dei fiori all’occhiello dell’ateneo milanese. L’ultimo riconoscimento è stato l’assegnazione da parte del Miur, ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca in quanto “dipartimento d’eccellenza” di un finanziamento di oltre nove milioni di euro per i prossimi cinque anni. Fondi che saranno impiegati per lo sviluppo del progetto “Energy for motion” che punta a fare del dipartimento un punto di riferimento internazionale sulle tecnologie energetiche nel settore dei trasporti. 

“Dieci anni fa – racconta il rettore Ferruccio Resta – è stata fatta una lettura su come il mondo dell’energia stesse cambiando, l’abbiamo presa per tempo e abbiamo costruito questo dipartimento che ha ridisegnato tutta la ricerca e la formazione nel settore dell’energia. Il dipartimento è stato riconosciuto oggi come un dipartimento eccellenza puntando su uno valore dell’energia nel mondo digitale”. 

E pensare che il dipartimento di Energia era nato tra timori e incertezze su cui in poco avrebbero scommesso.

L’allora rettore dell’ateneo Giulio Ballio e il prorettore Giovanni Azzone pensano di riunire docenti e ricercatori che operano nelle varie dimensioni del settore dell’energia in unico dipartimento con lo scopo di agevolare l’approccio multidisciplinare a una materia complessa e con molte declinazioni. Dieci anni dopo la scommessa può dirsi pienamente vinta.  

“La sfida principale – spiega Fabio Inzoli, direttore di dipartimento – che ci siamo posti è stata quella di mettere sotto lo stesso tetto gruppi di ricerca  diversi che lavorano sull’energia. In questi dieci anni hanno trovato un’amalgama che ha consentito di raggiungere importati risultati in ambito di cooperazione, di internazionalizzazione e di rapporti con le aziende. Abbiamo aumentato il nostro fatturato più del 100% e oggi ci siamo stabilizzati come una una delle principali realtà italiane nel panorama europeo”. 

Nei prossimi anni l’obiettivo è “attrarre docenti e gruppi di ricerca dall’estero per creare all’interno del dipartimento un centro d’eccellenza sui temi dello storage elettrico”, conclude Inzoli.

 

NASCE POP, PROGRAMMA SU TEMATICHE DI GENERE

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Gaetanina Calvi, prima donna laureata al Politecnico di Milano in Ingegneria civile nel 1913, Maria Artini prima laureata d’Italia in Ingegneria elettrotecnica nel 1918 e poi ancora Elvira Luisa Morassi e Carla Bassi, prime laureate in Architettura nel 1928. In tempi più recenti, le celeberrime Gae Aulenti, Cini Boeri, Amalia Ercoli Finzi. Donne intraprendenti in aule quasi tutte maschili che hanno testimoniato con le loro carriere che “le ragazze possono” anche in settori tecnico – scientifici.

Un messaggio che arriva da tempi lontani ma che incredibilmente non è ancora radicato nella società. È compito della prima università italiana invertire la rotta. Oggi, in occasione di Gender POP Day, il primo evento annuale con focus sulle tematiche di genere e inclusione delle donne, il Politecnico di Milano presenta il programma strategico POP – Pari Opportunità Politecniche (www.polimi.it/pop).

Con POP il Politecnico intende impegnarsi per garantire un ambiente di studio e lavoro che rispetti non solo le identità di genere ma anche le diverse abilità, le culture e provenienze.
Allo sviluppo di questo progetto il Politecnico dedica, per il 2018, 500.000 euro.

In dettaglio, per quanto riguarda il supporto alle ragazze che vogliono avvicinarsi al mondo della scienza e della tecnologia, l’Ateneo: ha offerto 20 borse di studio a studentesse delle scuole superiori per frequentare TechCamp@polimi, il summer camp sui temi della programmazione, della robotica e dell’intelligenza artificiale inaugurato a giugno 2018; ha deciso di formare le proprie dottorande perché diventino esempio per le future studentesse: sarà loro proposto un corso di storytelling per imparare a raccontare la ricerca in modo efficace nelle scuole e in vari momenti di promozione delle professioni STEM; ha deciso di supportare la carriera delle ricercatrici offrendo 20.000 euro alle docenti che decidono di riprendere il lavoro di ricerca dopo la maternità; ha deciso di offrire gratuitamente l’asilo nido del Politecnico alle dottorande diventate mamme; ha lanciato le prime iniziative di Women Mentoring per preparare le proprie studentesse al mondo del lavoro grazie alla collaborazione con imprese partner.

Nel corso del Gender POP Day sono stati inoltre presentati i risultati del 1^ Diversity Data Report, frutto di un osservatorio interno nato per monitorare e analizzare periodicamente i dati sulla diversità e inclusione al Politecnico di Milano. Per il primo anno il rapporto si è focalizzato sul bilancio di genere per descrivere la presenza e le caratteristiche del percorso delle oltre 14.500 studentesse dell’ateneo.

Dal Report emerge che se su Architettura e Design il Politecnico ha raggiunto e, in alcuni casi superato, una parità di genere, la percentuale di ragazze che ha scelto di studiare Ingegneria al Politecnico è ancora bassa.

Nel 2017/18, infatti, il 33% delle iscritte a tutti i corsi di laurea del Politecnico sono donne, ma la percentuale scende al 24% per i soli corsi di Ingegneria. In alcuni casi, la percentuale è addirittura al di sotto del 10% (ad es. per i Corsi di laurea triennale in Ingegneria Meccanica è solo il 6,5%, per Ingegneria Elettrica il 7% e per Ingegneria Informatica il 9,4%). Nonostante questo svantaggio numerico, le ragazze si laureano nei tempi e con ottimi voti.

Tuttavia, al primo ingresso nel mondo del lavoro si rileva ancora oggi una differenza di contratti e retribuzioni: le laureate in Ingegneria guadagnano quasi 180 euro al mese in meno rispetto ai colleghi maschi, ad un anno dalla laurea.

Quelle appena elencate sono le prime attività concrete che rispondono agli obiettivi di POP dedicati alle ragazze, ovvero incoraggiarle agli studi STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), garantire loro un ambiente accogliente che le supporti durante gli studi, accompagnare dottorande e ricercatrici nel percorso professionale con azioni di supporto e formazione perché diventino anche modello per le studentesse del futuro e aprire uno spazio di condivisione e dialogo con gli stakeholder per migliorare le pari opportunità dentro e fuori l’ateneo.

Il programma POP non è però dedicato solo al supporto delle donne, ma è molto altro. POP si sviluppa infatti lungo 5 linee di azione strategiche: cultura, nazione e religione; orientamento sessuale; diverse abilità; benessere psicologico e, appunto, identità di genere.
Per ognuna delle 5 linee di azione l’Ateneo promuove e organizza un piano di iniziative formative e servizi (di accompagnamento, ascolto e supporto, ecc.) mirati alla creazione di un ambiente inclusivo che permetta a studenti, ricercatori, personale docente e amministrativo di percorrere la propria carriera con successo, dentro e fuori l’Ateneo.

“Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi – ha commentato Donatella Sciuto, Prorettore del Politecnico di Milano – È questa condizione che vogliamo garantire ai nostri studenti e ai nostri ricercatori, all’interno dell’università così come nei futuri percorsi lavorativi. POP è una piattaforma di valori sulla quale abbiamo investito e che vogliamo far crescere in collaborazione con le imprese. A loro lanciamo un invito per unirsi a noi in azioni concrete”.

INCHIOSTRI CONDUTTIVI PER L’ELETTRONICA DEL FUTURO

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Politecnico di Milano ed Eptatech S.r.l., Società del Gruppo Eptanova da tempo attiva nella formulazione e commercializzazione di inchiostri funzionali per la Printed Electronics, collaboreranno per lo sviluppo di inchiostri conduttivi basati sulla tecnologia Nanocarbon-Up, vincitrice della competizione Switch to Product 2017 (S2P 2017).
Nata per valorizzare in chiave imprenditoriale i risultati della ricerca sviluppata all’interno dell’Ateneo milanese, S2P non è solo una sfida tra progetti ad alto potenziale d’innovazione ma è anche un percorso atto a stimolare il dialogo tra ricercatori e il mondo dell’impresa.
“All’interno di questo contesto – si legge nella nota – è nato il contatto tra la società Eptatech e il gruppo di ricerca del Professor Maurizio Galimberti del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica ‘Giulio Natta’ che ha sviluppato la tecnologia Nanocarbon-up.
NanoCarbon-Up è una tecnologia innovativa che, tra le tante applicazioni, consente anche un’efficacie preparazione di inchiostri conduttivi mediante la dispersione stabile ed omogenea in acqua o altri solventi eco-compatibili di allotropi del carbonio, mantenendone la struttura e quindi le proprietà.
Tale tecnologia trova impiego in una vasta gamma di applicazioni come ad esempio la sensoristica per il mondo biomedicale e dello sport e la componentistica per automotive”.

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