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CONCORSO POLICULTURA, PREMIATE TRE SCUOLE DEL LAZIO

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Tre scuole del Lazio sono risultate vincitrici al Politecnico di Milano a Policultura, il concorso di storytelling digitale collaborativo rivolto alle scuole più ampio al mondo. Menzione per il valore sociale e la qualità dei contenuti alla Scuola Primaria Istituto Comprensivo Renato Fucini di Roma per la narrazione “Da Pamospera con amore… e i diritti dei bambini”.

Premio scar (prog polisocial sulle periferie) all’Istituto Istruzione Superiore Sandro Pertini di Alatri (Frosinone) per la narrazione “Alatri 3.0 e dintorni”. Premio “Migliore qualità comunicativa” e premio della “Giuria popolare” al Liceo Cicerone-Pollione di Formia (Latina) per la narrazione “Cicero meets Vitruvians: a mythological past side by side with a coloured present”. Più di 300 studenti e docenti delle 26 scuole finaliste provenienti da tutta Italia hanno affollato le aule del Politecnico di Milano per la premiazione del Progetto Policultura, il concorso attivo dal 2006 ha coinvolto fino ad oggi quasi 45.000 studenti, 3.600 docenti dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria superiore.

Grazie a Policultura studenti e docenti delle scuole di tutta Italia creano narrazioni interattive con audio, video, immagini e testo grazie a uno “strumento-autore” (1001storia) sviluppato dal laboratorio HOC-LAB del Politecnico di Milano e reso disponibile alle scuole. All’edizione 2019 hanno partecipato 2.400 studenti e 217 insegnanti da 16 regioni italiane che hanno realizzato un totale di 106 narrazioni. Sono stati circa 16.000 i voti della giuria popolare online alle narrazioni, con circa 1.400 visualizzazioni per lo streaming della cerimonia di premiazione.

Dal 2006 sono state prodotte più di 1.788 storie multimediali, per un totale di 580 ore di narrazioni. Molti i temi “politecnici” tra quelli affrontati dai 26 finalisti e vincitori: l’ambiente, il “coding”, le ragazze nella scienza fino all’immancabile Leonardo da Vinci. Un bell’esempio di università che collabora con il mondo della scuola per trasmettere competenze tecnologiche e trasversali. Tutte le narrazioni multimediali sono disponibili sul sito PoliCultura: www.policultura.it.

MERCATO MEDIA IN CALO, PRESTO INTERNET SUPERERA’ STAMPA

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Il mercato dei media in Italia si conferma in flessione: nel 2018 è diminuito del 2% e anche la prima stima per il 2019 traccia un’ulteriore decrescita del 2% che porterà l’intero comparto al di sotto dei 15 miliardi di euro. Il calo è dovuto in larga parte alle componenti media a pagamento (-8% nel 2018 e in previsione -5% circa anche nel 2019). La componente pubblicitaria è invece aumentata del 4% nel 2018 ed è prevista stazionaria nel 2019. Se nel 2018 la tv deteneva una quota di mercato del 54%, seguita da stampa (22%), Internet (21%) e infine radio (3%), a breve si assisterà quasi certamente al sorpasso di Internet sul mercato della stampa: già nel 2013 la raccolta pubblicitaria online aveva sorpassato quella sulla carta stampata, nel 2019 l’intero comparto Internet (pubblicità e vendite contenuti Media online) supererà tutto il settore della Stampa (pubblicità e vendita copie cartacee). Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati presentati dall’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Internet Media: alla conquista degli altri mezzi”.
Se ci si concentra sulla sola componente pubblicitaria, il valore di questo settore a fine 2018 era di 8,2 miliardi di euro con l’Internet advertising a rappresentare il 37% del totale. Per quanto riguarda invece la componente a pagamento, che valeva 7,1 miliardi di euro, nel 2018 rimangono predominanti il fatturato di Tv (62% del totale) e stampa (34%), mentre la componente legata ai mercati online, seppur in forte crescita, vale solo il 4%.
L’Internet advertising ha raggiunto a fine 2018 il valore di 2,98 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2017. I primi risultati del 2019 evidenziano una crescita più bassa degli ultimi anni e che potrebbe essere ben al di sotto del 10%, con un mercato complessivo in valore assoluto che si assesterà nell’intorno dei 3,2 miliardi di euro. ‘Come enfatizzato anche negli scorsi anni, si tratta di un mercato altamente concentrato nelle mani di pochi player: la componente in mano agli OTT era pari al 75% nel 2018 e crescerà almeno di un punto percentuale nel 2019’, afferma Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano.
‘Inoltre – prosegue – la pubblicità gestita da questi attori è l’unica che cresce. Infatti, la raccolta pubblicitaria che non transita da motori di ricerca, Social network e altri ecosistemi internazionali ha registrato a fine 2018 un calo del 3%’.
Il Display advertising cresce del 14% e vale complessivamente quasi 1,9 miliardi di euro. Grazie anche all’importante ruolo dei video outstream, la componente Video ha quasi raggiunto la metà (47%) del totale display advertising e nel 2019 supererà la raccolta derivante da banner. Si stima che l’andamento di entrambe le componenti porterà la display advertising a superare nel 2023 i 2,8 miliardi di euro di raccolta.
Il search advertising (ossia l’acquisto di visibilità all’interno dei motori di ricerca) cresce del 9% (in linea con 12 mesi fa) e vale oltre 850 milioni di euro, per il 2019 è prevista un’ulteriore crescita, ma inferiore a quella registrata negli ultimi anni ed un assestamento su un tasso medio del +6% nel periodo 2019-2023.
Classified & eCommerce advertising (ossia l’acquisto di visibilità all’interno dei cataloghi di siti di annunci e portali di eCommerce) hanno chiuso il 2018 a 224 milioni di euro complessivi (+6%). Per il 2019 la crescita attesa dovrebbe essere superiore a quella dell’ultimo anno, grazie soprattutto alle iniziative di eCommerce advertising sui grandi portali per arrivare ad una crescita media del 10% nei prossimi anni.
Infine la raccolta dell’email advertising è costante nell’intorno dei 30 milioni di euro e anche nel 2019 continuerà lo spostamento verso logiche a performance. Il digitale conquista nuovi spazi: il mobile supererà il pc e la crescita arriverà anche da digital audio, digital OutOfHome e addressable tv
Suddividendo la pubblicità online per device di fruizione, si evidenzia come Pc e Smartphone abbiano raccolto sostanzialmente la stessa quota di investimenti: nel 2018 infatti il peso dello Smartphone sul totale del mercato è pari al 47% rispetto al 48% del Pc. Gli investimenti su Tablet (solo App) valgono solo il 5%.
‘Il canale Mobile nel 2019 supererà quasi certamente la raccolta su Desktop, è infatti ormai ritenuto impensabile per le aziende escludere lo Smartphone dalle pianificazioni pubblicitarie’, afferma Andrea Lamperti, direttore dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano.
Ma non è solo il mobile a “spingere” il digitale. “Il modello Internet si sta sempre più affermando anche al di fuori dell’online, all’interno dei media più tradizionali e anche dei canali esclusivamente pubblicitari, cambiando le logiche di vendita di spazi e contenuti, modificando i KPI di misurazione e trasformando ovviamente anche i confini delle nostre quantificazioni – continua Lamperti -. Grazie all’evoluzione tecnologica, infatti, sono oramai entrati nelle pianificazioni delle aziende il Digital Audio, il Digital Out Of Home (DOOH) e l’Addressable Tv. Con Digital Audio si intende la fruizione di contenuti audio tramite dispositivi connessi alla rete, quali ad esempio Smartphone, Tablet, PC, SmartTV, Connected Car, Smart Speaker. Il valore della pubblicità su questi dispositivi a fine 2018 è stimato nell’intorno dei 10 milioni di euro, ma crescerà incredibilmente con la diffusione degli Smart speaker in Italia, come sta avvenendo negli altri paesi’.
‘Il Digital Out Of Home (DOOH) indica l’insieme degli spazi pubblicitari all’interno di schermi e insegne digitali posizionati in luoghi pubblici ad alto traffico, come aree urbane pedonali, stazioni, aeroporti, centri commerciali ed altri luoghi di aggregazione – prosegue Lamperti -. In Italia questo mercato è stimato in crescita di circa il 12% annuo. Infine, la raccolta pubblicitaria dell’Addressable Tv, ossia la possibilità di offrire spot personalizzati in Tv, grazie alla sempre più ampia diffusione di Smart Tv e televisori connessi alla rete, potrebbe raddoppiare nel 2019 passando da circa 8 milioni di euro a oltre 15. È atteso inoltre un deciso incremento nei prossimi anni per lo switch verso la tecnologia HbbTv (probabilmente entro il 2022) che comporterà la sostituzione di molti televisori nelle case degli italiani’.
Il tema della measurement strategy è sempre più importante per le aziende italiane: la quasi totalità dei maggiori investitori ha compreso come la capacità di misurare il contributo dell’online advertising alle performance di marketing e di business sia indispensabile per progettare adeguatamente e interpretare compiutamente le iniziative di marketing e comunicazione.
L’evidenza principale che emerge è che una implementazione effettiva di una strategia evoluta alla misurazione è in grado di generare a tutti gli effetti un concreto vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.
‘Al fine di investigare il tema delle metriche di misurazione delle iniziative di online advertising è stata svolta una ricerca estensiva su un campione di 105 imprese top spender in advertising appartenenti a diversi settori e operanti in Italia – sottolinea Nicola Spiller, direttore dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano -. In primo luogo, è emerso come le imprese analizzate dedichino la maggior parte del budget di online advertising – il 60% in media – ad iniziative di durata definita (le classiche campagne di comunicazione), a fronte di un 40% dell’investimento mediamente destinato ad iniziative always-on. Considerando nel dettaglio il budget allocato ad iniziative di durata definita, questo viene mediamente destinato per il raggiungimento di obiettivi di branding e awareness (44%), seguito da conversione (32%) e sviluppo della considerazione (24%)’.
‘Al contrario le iniziative always-on vedono una prevalenza – sempre in termini di budget allocato – di obiettivi di conversione (52%), seguiti da obiettivi di considerazione (26%) e infine da obiettivi di branding e awareness (22%) – spiega -. Considerando nello specifico i formati Banner e Video advertising, la Ricerca ha evidenziato come i primi vengano utilizzati prevalentemente per raggiungere obiettivi di conversion (92%), seguiti da obiettivi di branding/awareness (82%) e infine per ottenere obiettivi di considerazione (73%). I secondi vengono invece utilizzati prevalentemente per raggiungere obiettivi di branding/awareness (92%), seguiti da obiettivi di considerazione (62%) e infine per obiettivi di conversione (52%)’.
Il mercato complessivo delle vendite di contenuti media in Italia chiude il 2018 in contrazione (-8%) con un valore di 7,1 miliardi di euro. Il mercato è dominato dalla tv (62% di quota di mercato) e dalla stampa (34%).
La componente derivante da Internet è molto marginale (4%) e si assesta poco sopra ai 270 milioni di euro, ma fa registrare un incremento del 37% rispetto al 2017. Il 65% dei ricavi degli Internet Media a pagamento sono legati alla vendita di contenuti Video online (in SVOD, ossia abbonamenti a servizi di Video On Demand); seguono i ricavi per gli abbonamenti a servizi musicali (il 20% del mercato) e i ricavi legati alle news (15%).
Sono soprattutto i Video online a trainare la crescita della componente premium (+46%), con un valore delle vendite pari a 177 milioni di euro. Nel corso degli anni, la diffusione dei servizi SVOD in Italia è andata più a rilento rispetto agli altri grandi paesi europei, nell’ultimo anno però la diffusione di questi servizi ha registrato una crescita significativa e ora il mercato ha raggiunto una massa importante di pubblico, anche quello sportivo grazie al lancio di nuove offerte dedicate. Si stima che già nel 2019 il numero di sottoscrizioni in Italia a questi abbonamenti possa superare quello degli abbonamenti a PayTv. Nei prossimi anni, inoltre, la banda ultralarga e l’avvento del 5G potrebbero ulteriormente migliorare l’user experience e, in seconda battuta, anche incrementare il numero di utenti abbonati a questi servizi.
“La maggior diffusione e fruizione dei contenuti Video su Internet, all’interno sia delle offerte in abbonamento sia dei siti di broadcaster, replay Tv e piattaforme gratuite, mette sempre più in confronto diretto la proposta online con quella del palinsesto televisivo. Tra i comportamenti abituali dei consumatori, aumenta la propensione ad utilizzare come prima variabile di scelta il programma di proprio interesse che si vuole seguire, indipendentemente dalle modalità con cui viene trasmesso: predilige questa modalità più della metà del campione (52%, in crescita rispetto al 44% dello scorso anno); diminuisce invece l’abitudine a lasciarsi guidare dalla programmazione televisiva tradizionale a palinsesto – dichiara Antonio Filoni, Head of Digital Offering di BVA Doxa -. Che la ‘fine dello zapping’ sia vicina, emerge su tutte le fasce di popolazione ed è in crescita ovunque rispetto alla stessa rilevazione dello scorso anno: risulta più evidente tra i Millennials (18-34 anni) e in fortissima crescita nella Generazione X (la fascia 35-54 anni segna +10% rispetto allo scorso anno)’.
Se in termini di utenti che vi hanno accesso il mercato delle PayTv è piuttosto stabile, il settore SVOD è in forte crescita: utilizza questi servizi online il 19% della popolazione Internet italiana, rispetto all’8% di 12 mesi fa. Il consumatore finale che utilizza i servizi di PayTv ha però una maggiore frequenza di visione: il 46% degli abbonati la guarda tutti i giorni rispetto al 20% degli utenti SVOD.
Le proposte online vengono fruite comunque con una frequenza almeno settimanale; gli utenti infatti che usano questi servizi meno di una volta a settimana sono solo il 16%, molto vicino al 10% degli utenti PayTv. Molto importante per tutti i servizi SVOD è il periodo di prova, solitamente mensile: il 62% degli intervistati usano questo momento per testare effettivamente il servizio prima dell’eventuale acquisto. Ai due estremi opposti, il 20% degli intervistati ha dichiarato di aver già deciso di abbonarsi nonostante il mese di prova, mentre il 18% ha detto di voler sfruttare esclusivamente il periodo gratuito della promozione. Il consumatore è sempre più attento, preparato ed esigente.
L’esperienza di fruizione dei contenuti Video on demand sono spesso sottoposti al giudizio del consumatore: tra i principali “responsabili” di una qualità scadente indicano in particolare la tipologia di connessione utilizzata nella propria abitazione (Wi-Fi invece che via cavo) e l’operatore telefonico; meno coinvolti i fruitori dei servizi o i produttori stessi dei contenuti. Se invece analizziamo la fruizione in mobilità, il primo “colpevole” risulta l’operatore telefonico seguito da chi ha prodotto quel contenuto, solo al terzo posto figura chi ha venduto il servizio/abbonamento. Diverse sono le motivazioni per cui un abbonamento non viene rinnovato e queste cambiano a seconda che sia un servizio di PayTv o SVOD. Per quanto riguarda la PayTv, emerge innanzitutto il costo ritenuto eccessivo (46% degli intervistati) e a seguire la percezione di non sfruttare in modo adeguato l’offerta (32%). Non è ancora molto percepita la possibilità di utilizzare i servizi SVOD come alternativa alla PayTv (solo 12%). Per quanto riguarda l’offerta SVOD, invece, le motivazioni principali si ribaltano: prevale la sensazione di non sfruttare l’offerta a sufficienza (36%) sul costo eccessivo (31%). Per entrambe le offerte, circa un quarto degli utenti cita la scarsa soddisfazione dei contenuti proposti come motivazione di un mancato rinnovo.
(ITALPRESS).

SMART HOME, IOT LAB POLIMI FA DIALOGARE SISTEMI DI PRODUTTORI DIVERSI

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Domotica e Internet of Things sono ormai sempre più presenti nelle case degli italiani, anche se magari molti ne sono ancora inconsapevoli. Basti pensare a come si stanno diffondendo gli altoparlanti intelligenti con assistente virtuale come Google Home o Amazon Echo. Le tecnologie per la smart home sono ormai numerose sul mercato e i prezzi sono sempre più accessibili, il problema è che non sempre soluzioni di produttori diversi riescono a comunicare fra loro, limitandone le potenzialità e costringendo gli utenti a districarsi tra applicazioni diverse a scapito della usabilità e della semplicità. È proprio per superare questo problema che il Politecnico di Milano, attraverso il suo laboratorio interdipartimentale IoT Lab, ha avviato lo scorso settembre il progetto Open Lab Smart Home allo scopo di dare vita a un ecosistema costituito da dispositivi prodotti da aziende diverse ma interoperabili nella maniera più semplice e naturale per l’utilizzatore. I risultati dell’iniziativa – alla quale hanno aderito aziende come BTicino, Epta, Ezviz, Gewiss, Signify, SoloMio, Beeta by Tera, Vimar e V by Vodafone – sono stati presentati quest’oggi da Antonio Capone e Giovanni Miragliotta, responsabili scientifici dell’IoT Lab,Razvan Pitic, direttore dell’IoT Lab e dal ricercatore Daniele Uboldi, insieme con i rappresentanti delle nove aziende partner. “Attraverso una serie di demo e casi d’uso della smart home abbiamo dimostrato come, con dispositivi e soluzioni di produttori diversi, si possa ottenere una integrazione, sia in ambito locale sia a livello di servizi cloud, in grado di fornire all’utente finale un valore costituito da una pluralità di servizi che le singole soluzioni non possono offrire”, spiega all’Italpress Antonio Capone. “Per realizzare questo sistema – aggiunge – abbiamo utilizzato elementi forniti dalle aziende partner e regolarmente disponibili sul mercato piuttosto che elementi open source che abbiamo sviluppato e integrato. Il tutto con una particolare attenzione ai costi: quelle che abbiamo presentato sono soluzioni tecnicamente realizzabili e che possono già oggi essere rese disponibili sul mercato di massa a prezzi competitivi”. Nello specifico, le soluzioni mostrate da IoT Lab sono riconducibili a diversi ambiti quali la sicurezza, il comfort, l’assistenza alla persona, dimostrando quali possono essere i vantaggi che l’implementazione di una giornsmart home, attraverso elementi integrati fra loro, può portare nella vita domestica di tutti i giorni.

POLIMI PRESENTA PIANO MITIGAZIONE EMISSIONI CO2

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Presentato al Politecnico di Milano il Piano di Mitigazione delle emissioni di CO2 dell’Ateneo. Approvato a inizio anno, il Piano prevede l’assunzione di impegni formali di riduzione delle emissioni climalteranti rispetto all’anno di riferimento 2015 e cioè: -25% al 2025 e -35% al 2030.
“Il Piano è un contributo concreto del Politecnico di Milano allo sforzo globale di mitigazione dei cambiamenti climatici – afferma Eugenio Morello, delegato del rettore al Progetto Sostenibilità Ambientale di Ateneo – E rappresenta un altro passo avanti verso la realizzazione di ‘Città Studi Campus Sostenibile'”.
La redazione del Piano rientra nelle attività del “Progetto CO2 di Ateneo”, il cui referente scientifico è Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici che sottolinea: “Il lavoro svolto è interessante anche dal punto di vista metodologico e può servire come modello di riferimento per altri atenei”.
Il Piano prevede interventi nel settore dell’energia e dei trasporti quali ad esempio: l’ottimizzazione del Trigeneratore della Sede milanese di Città Studi con una maggiore produzione elettrica e l’ampliamento della potenza termica erogata. La dismissione di caldaie a gas, pompe di calore o gruppi frigoriferi inefficienti; la realizzazione di un nuovo Trigeneratore presso la Sede milanese di Bovisa; la sostituzione di tutta l’illuminazione degli spazi interni dell’Ateneo con apparecchi LED; lo sviluppo della produzione di energia fotovoltaica nell’Ateneo; interventi di sostituzione delle macchine frigorifere più vetuste con macchie più efficienti; la riqualificazione energetica degli edifici: monitoraggio e regolazione della distribuzione dell’energia, razionalizzazione delle aperture dei serramenti, sostituzione dei serramenti con serramenti dotati di vetrocamere basso emissive e telaio con taglio termico; interventi di isolamento delle superfici opache degli edifici.
E ancora, l’ottimizzazione della regolazione degli impianti, intervenendo sulla sensoristica e l’impiantistica, con riduzione dei consumi di energia; mobilità sostenibile: incremento del contributo per l’acquisto agevolato di abbonamenti al trasporto pubblico, monitoraggio dell’utilizzo del telelavoro e della sperimentazione strutturata dello smart working, incentivazione della sostituzione dei veicoli più vecchi della flotta aziendale.
Il Piano, strumento essenziale e replicabile, è un ulteriore tassello dell’azione sul cambiamento climatico del Politecnico di Milano, da anni impegnato con numerose attività istituzionali e azioni, sia didattiche che di ricerca, e nello sviluppo tecnologico.
“Per arrivare a questo risultato – spiega Emilio Faroldi, prorettore delegato con Delega all’Edilizia, Spazi e Sostenibilità – è stato adottato un approccio inclusivo che ha visto la collaborazione non solo delle strutture amministrative e di molti docenti ma anche degli studenti, che hanno svolto approfondimenti con circa 20 tesi di laurea sui temi specifici del Piano stesso”.
“Dal punto di vista metodologico – aggiunge – il Piano rappresenta già parte del percorso di potenziamento della sostenibilità all’interno delle università, sulla base degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ONU 2030, delineati dal recentissimo Manifesto – Le Università per la Sostenibilità, La Sostenibilità è nelle Università – sottoscritto dai Rettori degli atenei italiani, redatto al termine dei Magnifici Incontri CRUI 2019 di Udine il 30 maggio 2019”.
“Con questi impegni – conclude il direttore generale Graziano Dragoni – il Politecnico di Milano mostra che intende affrontare seriamente la questione e che il mondo accademico può dare un contributo significativo, che va al di là dell’attività didattica, scientifica e culturale, traducendosi quindi in un’azione concreta, attraverso la riduzione delle proprie emissioni”.
Hanno collaborato inoltre: la Commissione Energia e l’Energy Manager di Ateneo, il gruppo di lavoro del progetto ViviPoliMi, l’Area Tecnico Edilizia, il Mobility Manager di Ateneo e il Laboratorio di Politica dei Trasporti TRASPOL.

TORNA “MEETMETONIGHT” E DIVENTA EVENTO EUROPEO!

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La due giorni di divulgazione scientifica “MEETmeTONIGHT – Faccia a faccia con la ricerca” diventa nel 2018 e 2019 evento europeo, inserito ufficialmente nel circuito della Notte Europea dei Ricercatori, iniziativa annuale promossa dalla Commissione Europea che sfocia in un evento svolto in simultanea in tutti i Paesi europei l’ultimo venerdì di settembre, con l’obiettivo di favorire l’incontro e il dialogo tra ricercatori e cittadini e valorizzare la cultura della ricerca.
Dal 2012 in Lombardia “MEETmeTONIGHT” si è imposto come evento collaterale e contemporaneo all’iniziativa europea, attirando 190.000 persone in tutta la Regione: da oggi entra a pieno diritto nel circuito ufficiale finanziato dalla Commissione Europea.
Il partenariato costituito da Università di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Università Statale di Milano, Comune di Milano e Università Federico II di Napoli ha infatti partecipato alla call europea presentando il progetto “MEET: MEETmeTONIGHT – Faccia a faccia con la ricerca”.
MEET è stato approvato dalla Commissione Europea e diventerà pertanto la Notte Europea dei Ricercatori a Milano e a Napoli per le due prossime edizioni, dando quindi respiro più ampio all’iniziativa, grazie alla dimensione continentale garantita dal finanziamento, e includendo un territorio geograficamente più esteso. Il progetto ha ricevuto inoltre dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo il marchio relativo all’Anno europeo del Patrimonio culturale “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro” ed è stato inserito nel calendario nazionale delle sue iniziative.

Come per le scorse edizioni di “MEETmeTONIGHT”, l’evento sarà completamente gratuito, aperto all’intera cittadinanza con un occhio di riguardo alle scuole per cui sono previste attività specifiche. A settembre 2018, nelle giornate di venerdì 28 e sabato 29 (e analogamente per il 2019), Milano e Napoli, oltre che diverse altre città della Lombardia (Brescia, Castellanza, Cremona, Edolo, Lecco, Lodi, Mantova, Monza, Pavia, Sondrio) e della Campania (Portici e Procida) saranno quindi teatro di una grande manifestazione di divulgazione scientifica, fortemente radicata sul territorio.
Saranno allestiti numerosi stand con esperimenti, dimostrazioni scientifiche dal vivo, laboratori interattivi gestiti direttamente dai ricercatori, in cui i visitatori saranno coinvolti in prima persona, diventando attori principali, toccando, sperimentando, giocando. Il programma prevede anche talk divulgativi, momenti di incontro con i ricercatori e giochi di ruolo, visite guidate gratuite ai musei civici della città, “EU Corner” per promuovere la dimensione europea della ricerca, spesso svolta nelle università all’interno di grandi collaborazioni internazionali. Per l’occasione, inoltre, il Comune di Milano ha deliberato la concessione ai visitatori dell’ingresso gratuito presso il Museo di Storia Naturale, l’Acquario Civico e il Civico Planetario Ulrico Hoepli durante l’evento.
Tutte le iniziative convergeranno attorno a cinque grandi aree tematiche: “Scienza e Tecnologia”, “Cultura e Società”, “Ambiente”, “Salute” e “Patrimonio Culturale”, all’interno delle quali sono identificati altri cinque argomenti (rispettivamente “Era spaziale”, “Il nostro cibo”, “Acqua sostenibile”, “Medicina personalizzata” e “Il genio di Leonardo”). A conclusione delle due serate di venerdì e sabato, saranno organizzate attività di intrattenimento come spettacoli teatrali e concerti.

Due ricorrenze importanti saranno valorizzate nel corso dell’evento: il 2019 segna infatti i 50 anni dal primo uomo sulla Luna e una campagna di crowdfunding punterà alla realizzazione di una mostra multimediale interattiva sul tema. Nel 2019 si celebrano anche i 500 anni dalla morte di Leonardo, genio che ha certamente contribuito alla definizione della nostra identità come italiani ed europei: sono previsti quindi percorsi specifici attorno alla sua figura, incluso un appuntamento speciale per i bikers, con visite in bicicletta ai luoghi leonardeschi.

 

 

AL POLIMI IL PRIMO MASTER IN DESIGN FOR KIDS & TOYS

Formare una nuova generazione di professionistidel progetto in grado di gestire processi di progettazione complessi nel mondo dei prodotti e servizi per bambini: è l’obiettivo da cui nasce il primo Master in Design for Kids & Toys del Politecnico di Milano, realizzato grazie alla partnership con Assogiocattoli, in partenza il prossimo ottobre con 30 posti disponibili. Diretto da Francesco Zurlo, Arianna Vignati e Luca Fois, docenti alla Scuola del Design del Politecnicodi Milano, il Master dà il via ad un nuovo percorso formativo annuale, in lingua inglese, che prosegue il successo delle prime cinque edizioni del Corso Internazionale di Alta Formazione in Design for Kids & Toys.

Un’esperienza che saputo cogliere la richiesta crescente da parte delle aziende di settore in Italia e all’estero di nuove figure esperte nel design for kids. Sono così nate start up dedicate al mondo del giocattolo –  come Internotrentatre, Italian Toy, LAM e Tata Robotica, e si sono formati professionisti specializzati oggi inseriti in importanti realtà quali Ravensburg, Ferrero, Sbabam, Beleduc ma anche neo imprenditori e freelance, in particolare nelle aree del design, dello sviluppo prodotti e della comunicazione. Tutti professionisti attivi nell’ambito di un mercato in costante crescita.

 

Più nel dettaglio, il progetto formativo del Master si basa su un modello di blended learning che integra moduli formativi teorici in modalità e-learning con attività di workshop in presenza e un project work sviluppato durante un tirocinio professionale.

L’obiettivo formativo è quello di fornire metodi e strumenti per coordinare competenze molto diverse tra loro e di muoversi con sicurezza tra vincoli concreti, come quelli della sicurezza e della normativa, e obiettivi astratti come quelli culturali, cognitivi, pedagogici, ludici ed etici. Al termine del Masterlo studente avrà acquisito competenze progettuali e di processo, idonee a gestire Sistemi Prodotto ad alta complessità, tipici di tutti i settori che hanno il bambino come utentedi riferimento (giocattolo, arredo, moda, alimentare ecc.).

Se oggi pensiamo al cosiddetto “Design for kids”, ci rendiamo conto infatti della grande complessità insita nella progettazione, nella produzione, nella distribuzione e nell’utilizzo di un giocattolo: complessità che spesso supera quella di altri prodotti. Comunicazione, interazione, colore, psicologia, estetica, ricordo, tecnologie, creatività, udito, pedagogia, progetto sostenibile, etica, racconto, immaginazione, futuro, valore ludico, gusto, vista, marketing, olfatto, sicurezza, tatto, motricità e materiali sono solo alcuni degli ingredienti che si mescolano, interagiscono e compongono la progettazione di un giocattolo.

Il Master si rivolge a designer, grafici, laureati in marketing ed economia, interior designer, architetti, artisti, insegnanti, educatori, genitori, particolarmente interessati agli aspetti di Sistema Prodotto del giocattolo, del gioco, e in generale dei prodotti, servizi ed eventi, per l’infanzia.

Gli studenti, usufruendo della piattaforma e-learning, frequenteranno a distanza tutti i moduli didattici e-learning. Questo consentirà loro di gestire autonomamente i tempi e gli oraridi fruizione dei contenuti didattici con dei webinar che potranno essere seguiti in diretta o in differita tramite la piattaforma on-line. Nell’ambito del percorso sarà inoltre prevista un’attività di workshop in presenza e un project work sviluppato durante un tirocinio professionale.

Il Master, erogato in lingua inglese, ha la durata di un anno.

L’avvio è previsto per ottobre 2018. I posti disponibili sono 30.

Sono disponibili 4 esoneri parziali del 15% sulla quota di partecipazione disponibili fino ad esaurimento.

 

INNOVAZIONE: LEONARDO E POLIMIPER L’ELICOTTERO DEL FUTURO

L’elicottero sarà un mezzo di trasporto sempre più confortevole, ma non solo. Abbattendo il rumore e le vibrazioni all’interno della cabina si potranno ridurre il carico di lavoro del pilota, rendere più efficaci i compiti delle missioni di ricerca e soccorso e aumentare la qualità delle prestazioni sanitarie nelle eliambulanze. È sullo sviluppo di nuove tecnologie per l’elicottero del futuro che Leonardo e il Politecnico di Milano ampliano la collaborazione, avviata nel 2016 con la firma di Innovation Hub, un accordo quadro di valenza pluriennale. Gli studi si dedicheranno inoltre allo sviluppo di tecnologie sull’utilizzo di componenti innovativi di accoppiamento meccanico basati su nuovi materiali, più leggeri, che apporteranno vantaggi in termini di costi di produzione e facilità di installazione. Al via entro il 2018 un ulteriore progetto di ricerca sulla manutenzione predittiva dello stato di salute degli elicotteri.  L’intesa, oltre a soluzioni innovative relative agli elicotteri, riguarda ulteriori ambiti di ricerca che attengono al business di Leonardo. La partnership tra l’Azienda e l’ateneo milanese riafferma l’importanza della collaborazione tra grandi imprese e università di eccellenza come fattore determinante di sviluppo  e crescita economica e culturale. “Il Politecnico di Milano si affianca in maniera strutturata alle maggiori realtà industriali per rendere il suo ambiente di ricerca sempre più permeabile alle esigenze delle imprese – afferma Ferruccio Resta, rettore dell’Ateneo -. L’Innovation Hub creato con Leonardo sta portando risultati concreti e significativi che confermano il nostro impegno e ci individuano ancora una volta come motore di innovazione nel sistema- Paese”.

“In Leonardo investiamo su un’innovazione continua e sempre più collaborativa – sottolinea Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo – per sviluppare soluzioni sempre più efficaci e sostenibili per i nostri clienti e per il Sistema Paese. La collaborazione pluriennale con il Politecnico di Milano ne è un esempio concreto. Mettendo a sistema il nostro patrimonio di competenze con quelle del mondo accademico – aggiunge Profumo – possiamo accelerare i processi di innovazione e lo sviluppo tecnologico, creare sinergia e vantaggio reciproco per supportare la competitività dell’Italia”.  La collaborazione tra Politecnico di Milano e Leonardo è volta alla realizzazione di progetti di innovazione concreti di cui i seguenti sono importanti esempi.  

Oggetto della ricerca  saranno i componenti innovativi di accoppiamento meccanico basati su nuovi materiali, essenziali per consentire il trasferimento di carichi dal propulsore alla scatola di trasmissione principale dell’elicottero. Ciò consentirà una significativa semplificazione del sistema meccanico, grazie all’utilizzo di un singolo componente flessibile anziché di un sistema articolato.

Attraverso il progetto Comfort, Leonardo e Politecnico di Milano stanno sviluppando, inoltre,  tecnologie utili per la riduzione delle vibrazioni e del rumore degli elicotteri. La piattaforma di riferimento per lo studio è rappresentata dall’AW139.

Le attività di ricerca si concentrano su tre aree principali: il rotore, da cui provengono le vibrazioni, i sistemi di vincolo della trasmissione, attraverso cui tali vibrazioni sono diffuse alla struttura dell’elicottero riducendo il livello di comfort e infine alla cabina stessa. L’obiettivo finale del programma è dimostrare un miglioramento significativo nella riduzione della vibrazione e del rumore interno, attraverso un uso coordinato di sistemi passivi e attivi. Lo sviluppo di soluzioni idonee al raggiungimento dell’obiettivo include attività di simulazione e di validazione sperimentale della ricerca.

Prenderà il via entro l’anno, nell’ambito dell’accordo, un progetto di manutenzione predittiva dello stato di salute degli elicotteri HUMS (Health & Usage Monitoring Systems), tecnologia in continuo progresso, che consentirà di indicare preventivamente le anomalie di funzionamento permettendo un incremento dei livelli di sicurezza e di riduzione dei costi di esercizio.  Nell’ambito di Innovation Hub, inoltre, e-GEOS, una società partecipata da Telespazio (80%) e dall’Agenzia Spaziale Italiana (20%), ha siglato un ulteriore accordo per lo sviluppo congiunto di prodotti e servizi innovativi di data analytics satellitari. La partnership consentirà a e-GEOS di offrire nuovi e potenti strumenti per l’analisi di dettaglio del nostro Pianeta. Tali analisi supportano specifici settori di mercato: dalle assicurazioni all’agricoltura di precisione, dall’oil&gas alla difesa, dalla gestione delle emergenze fino a tutte le attività in cui è strategico il monitoraggio di asset distribuiti su vasta scala.Le tecniche di Intelligenza Artificiale, sviluppate da e-GEOS in partnership con il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano, saranno in grado di rivelare insights, trends e altre informazioni contenute nei dati satellitari integrati con informazioni generate da altre fonti.

 

POLIMI PRIMO IN CLASSIFICA ATENEI PER FINANZIAMENTO RICERCA

Il Politecnico di Milano è la 1° università italiana per finanziamenti alla ricerca nell’ambito di Horizon 2020, il più grande programma di ricerca e innovazione della Commissione Europea. Oltre 100 Milioni di euro in quattro anni e mezzo: un segnale importante per l’Ateneo e per Milano, che si riconferma polo di attrazione in Italia e all’estero.

234 progetti in tutto che spaziano dai big data per la diagnosi del cancro ai sistemi di smart manufacturing, dalla fotonica per il monitoraggio del trauma celebrale agli edifici intelligenti, solo per fare alcuni esempi. Sempre di più la ricerca risponde ai bisogni del cittadino, alla richiesta di innovazione delle imprese e al desiderio di crescita delle future generazioni.

Un riconoscimento al merito, che vede il Politecnico 1° in Italia tra le università anche per il numero di ERC (con un valore complessivo di 26 Milioni di euro). Sono infatti 23 i progetti eccellenti premiati dalla Commissione Europea per la capacità di distinguersi in ambiti di frontiera. Di questi, 3 progetti sono di giovanissime ricercatrici che hanno scelto di rientrare in Italia e di svolgere al Politecnico le loro ricerche. Un messaggio chiaro che ci chiede di investire sempre di più nell’alta formazione e nello sviluppo del capitale umano.

“I risultati raggiunti sono straordinari in un contesto, quello italiano, caratterizzato da mezzi scarsi per ricerca e innovazione. Confermano la capacità del Politecnico di Milano di attrarre risorse e talenti, di competere a livello internazionale. – commenta Donatella Sciuto, Prorettore Vicario del Politecnico di Milano – Evidenziano la necessità di sostenere la ricerca come motore di innovazione non solo per il nostro Ateneo, ma per il suo territorio di riferimento. Per questo, ancora più importante sarà il nostro impegno in vista del nuovo Programma Horizon Europe e delle risposte che questo potrà dare alla richiesta di innovazione del Paese.”

Nel confronto con le realtà straniere, il Politecnico di Milano risulta al 12° posto per progetti finanziati da Horizon 2020, se consideriamo le sole università. È 20° se allarghiamo a tutti i partecipanti al programma di ricerca. Un raffronto vincente in un bacino che raccoglie oltre 26.000 università, enti di ricerca e aziende da tutto il mondo. Una riconferma del ruolo da protagonista svolto dal Politecnico negli ultimi dieci anni con oltre 500 progetti finanziati (7PQ + H2020) per un totale di circa 198 milioni di Euro. Uno stimolo nel rafforzare il nostro impegno in vista del prossimo programma di finanziamento alla ricerca Horizon Europe e un invito ad unirsi a noi per raggiungere traguardi ancora più ambiziosi.

 

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