A poche ore dal varo del cosiddetto decreto rilancio, Confedilizia richiama l’attenzione su cinque elementi “essenziali per la proprietà immobiliare”. “1. Auspichiamo che il credito di imposta per gli affitti commerciali sia congegnato in modo tale da assicurare un effettivo sostegno a proprietari ed esercenti in questa fase così difficile per gli uni e per gli altri. A tal fine, il credito dovrà essere consistente (i Ministri Gualtieri e Patuanelli hanno parlato alla Camera di un ristoro integrale di tre mensilità) e liberamente utilizzabile da entrambe le parti con riferimento a tutte le imposte, Imu inclusa – spiega l’associazione di categoria in una nota -. 2. Per le locazioni abitative, è importante che venga incrementato il fondo nazionale per il sostegno all’affitto e che ne siano migliorati gli aspetti applicativi. Il resto dovrebbero farlo Regioni e Comuni. 3. A proposito dell’annunciato superbonus del 110 per cento per gli interventi sugli immobili, destano preoccupazione le indiscrezioni che lo vorrebbero condizionato alla contemporanea realizzazione di interventi di efficientamento energetico e miglioramento sismico. Si tratterebbe di una fortissima attenuazione delle potenzialità di una misura che, nella versione annunciata, era efficace e ben studiata”.
“4. Il tax credit per le vacanze delle famiglie a reddito medio-basso non deve essere limitato alle spese effettuate presso le imprese turistico-ricettive ma previsto anche per i soggiorni presso abitazioni date in locazione turistica. Non c’è ragione di fare discriminazioni, visto che per gli affitti brevi vi sono le stesse possibilità di controllo esistenti per gli alberghi, legate all’obbligo di comunicare alla Questura i nomi degli ospiti e a quello di versare l’imposta di soggiorno – spiega Confedilizia -. 5. La scelta di lasciare ai Comuni ogni decisione sui tributi di loro competenza creerà confusione, oltre che delusione. Ci saranno ottomila delibere da controllare, gran parte delle quali – è facile prevederlo – non porteranno novità positive ai contribuenti. E fra poco più di un mese – il 16 giugno – i proprietari saranno chiamati a versare i primi 11 dei 22 miliardi annui dell’Imu. Chissà con quali soldi”.
(ITALPRESS).
Dl Rilancio, Confedilizia “5 punti essenziali per la proprietà immobiliare”
Agenzie immobiliari pronte a riaprire in totale sicurezza
La Consulta Interassociativa Nazionale dell’Intermediazione Immobiliare (Anama-Fimaa-Fiaip), come si legge in una nota, “nell’ottica di fornire un contributo fattivo e propositivo, ha presentato al ministero dello Sviluppo Economico un vademecum contenente le misure precauzionali e di sicurezza negli ambienti di lavoro e nello svolgimento dell’attività di agenzia immobiliare affinchè quest’ultima possa rientrare dal 4 maggio tra quelle consentite, nel pieno rispetto, grazie alle misure suggerite, della tutela della salute pubblica”. Le tre organizzazioni sindacali di categoria (Anama-Fimaa-Fiaip) sottolineano nella nota come, “l’adozione di particolari accorgimenti contenuti nel Vademecum proposto al Mise unitamente all’individuazione della Commissione Scientifica del coefficiente di rischio ‘1’ come classe di aggregazione sociale e di coefficiente ‘Basso’ per quanto riguarda quello di rischio integrato per l’attività di intermediazione immobiliare, non giustifichino più la sospensione dell’attività di agenzia immobiliare”. “Pertanto – sottolinea la nota -, si ritiene non più rinviabile la riapertura delle agenzie immobiliari che da sempre svolgono un ruolo strategico sia per la vitalità del settore immobiliare che, nonostante non si sia mai realmente ripreso dalla crisi del 2008, rappresenta ad oggi il 22% del prodotto interno lordo italiano e sia per il soddisfacimento delle esigenze dei cittadini relativamente ad un bene di prima necessità qual è il bene Casa”. “Sono, infatti, circa 65.000 i contratti di locazione di varie tipologie, a cui si aggiungono i circa 20.000 relativi ai trasferimenti immobiliari, che non si sono potuti perfezionare a causa dell’effetto Coronavirus, creando forti disagi a migliaia di cittadini – prosegue la nota -. E proprio nella gestione di tali situazioni assume un ruolo ancor più di strategica importanza l’attività delle agenzie immobiliari nel cercare mediazioni finalizzate a trovare soluzioni che consentano di evitare il forte rischio di contenzioso legale”. “Proponiamo al Governo l’inserimento delle Agenzie Immobiliari tra le imprese che riapriranno il 4 maggio – dichiarano il presidente di Anama Renato Maffey e Coordinatore della Consulta, il Presidente di Fimaa Santino Taverna e il presidente Fiaip Gian Battista Baccarini – non essendoci più valide ragioni per mantenere la sospensione di un’attività classificata a rischio basso dall’Inail. Le agenzie immobiliari – concludono – sono attività che, considerata l’erogazione di servizi professionali e l’utilizzo sempre più massivo di strumenti digitali unitamente alla facilità di evitare assembramenti, sono assolutamente in grado di essere esercitate in totale sicurezza a tutela della salute degli operatori immobiliari e dell’intera comunità”.
(ITALPRESS).
Immobiliare, settore chiede tutela locazione e rilancio mercato
Un appello al Governo a salvaguardare le imprese e le famiglie, che svolgono l’indispensabile funzione economica e sociale dell’affitto. E’ quello che giunge da Confedilizia, la Confederazione della proprietà immobiliare, e da Aspesi, che nel sistema Confedilizia rappresenta il settore delle società di investimento immobiliare.
“Con la pubblicazione in Gazzetta del decreto liquidità, un altro tassello si è aggiunto nel sostegno alle attività di impresa, tale da rappresentare un ausilio rilevante, fra l’altro, per il pagamento dei canoni di locazione da parte delle imprese. In precedenza, con il decreto Cura Italia, un’ampia platea di operatori aveva ottenuto uno specifico supporto costituito dal credito di imposta pari al 60% dell’ammontare del canone di locazione relativo al mese di marzo in favore dei conduttori di locali commerciali rientranti nella categoria catastale C/1. Si può fare, però, di più, nell’interesse di entrambe le parti dei contratti e dell’intera economia, senza esborso di denaro pubblico”, sottolineano. Confedilizia e Aspesi propongono di “estendere il credito d’imposta di cui al ‘Cura Italia’ per gli utilizzatori di immobili colpiti dalla chiusura forzata (ora limitato ai negozi) a tutte le asset class non residenziali, sempre a condizione dell’avvenuto pagamento del canone; attribuire tale credito d’imposta alle proprietà, qualora i conduttori non abbiano invece corrisposto nei termini il canone; estendere l’applicazione della norma, ora limitata alla mensilità di marzo, anche al mese di aprile”. Si sottolinea, poi, che “l’attribuzione del bonus fiscale alle proprietà danneggiate dal blocco delle attività, non implica nuova spesa, quindi non richiede una specifica copertura finanziaria in quanto è lo stesso credito di imposta che potrà essere concesso solo a una parte del rapporto locativo, quella effettivamente danneggiata. Inoltre, si rivelano più che mai indispensabili in questa fase di grande difficoltà, due misure che già prima della crisi si erano dimostrate necessarie e urgenti, vista la situazione critica del commercio: l’estensione a tutte le locazioni non abitative della cedolare secca, che ora avrebbe l’ulteriore vantaggio di incentivare le revisioni dei contratti, e l’eliminazione dell’assurda regola della tassazione dei canoni non percepiti”. Per la ripresa del mercato immobiliare post blocco, Confedilizia e Aspesi propongono, poi, “di far nascere il mercato di sostituzione con le permute tra la propria casa vecchia ed una nuova. Ciò, attraverso la sospensione per 5 anni dell’imposta di registro sulla vendita alla società costruttrice dell’alloggio vecchio a deconto del prezzo del nuovo. Non è prevedibile, infatti, in questo quadro di debolezza delle famiglie italiane, la possibilità di rilanciare a breve qualsiasi altro mercato residenziale che non sia, appunto, quello di sostituzione. E la produzione di alloggi nuovi nelle grandi città che ne deriverebbe, in particolare da recupero, avrebbe un fortissimo ed immediato impatto anticiclico su produzione e occupazione, oltre che su risparmio energetico e qualità della vita”.
(ITALPRESS).
Affitti, negli ultimi sei mesi canoni stabili
Negli ultimi sei mesi il mercato delle locazioni ha ripreso la via della stabilità, sia nelle città in cui gli ultimi aumenti dei costi iniziavano a far temere un rischio bolla sia in quelle in cui gli indicatori di domanda, offerta e prezzi erano ancora in sofferenza. A Milano, che rimane un caso unico e la città più cara con una media di quasi 1.300 euro per un bilocale da 65 metri quadri, l’aumento dei canoni ha frenato: nel semestre infatti l’affitto medio risulta quasi fermo, con una variazione dello 0,3% in positivo. In questo modo si è bilanciato l’aumento record dello scorso semestre che aveva sfiorato il +6%. Non si ferma pero’ la crescita costante della domanda (+1,9%) a cui l’offerta non riesce a rispondere, tanto che anche questo semestre si chiude con un calo degli immobili sul mercato pari al 3%. Gli altri grandi capoluoghi di regione si trovano in un momento di sostanziale stabilità: qui infatti i prezzi in sei mesi sono rimasti quasi fermi, perdendo appena l’1,4%, cosi’ come rimane invariata la domanda (+0,8%). Risulta più evidente il calo dell’offerta che è scesa del 2,1%. I canoni di locazione risultano ben lontani da quelli richiesti nel caso unico milanese: nei grandi capoluoghi infatti la spesa media mensile è pari a 842 euro per un bilocale da 65 metri quadri. Nei capoluoghi regionali più piccoli il mercato tiene ma rimane fermo, apparendo ancora lontano da una situazione di ripresa. Il canone medio richiesto di 456 euro al mese è molto distante dalle cifre finora viste nelle grandi città, nonostante negli ultimi sei mesi abbia guadagnato tre punti percentuali. Rimangono pero’ congelati domanda e offerta: entrambi gli indicatori infatti appaiono praticamente invariati (+0,3%). Piccoli centri e provincia sono ancora in sofferenza e qui tutti gli indicatori di mercato rilevati riportano ancora valori in perdita, giustificati soprattutto da una domanda che continua a calare e che, in sei mesi, ha perso due punti percentuali (-1,7%). Il prezzo è rimasto quasi invariato rispetto al semestre scorso e i 393 euro richiesti mediamente per un appartamento da 65 metri quadri sono frutto di un calo di appena lo 0,5%. Risulta scesa dell’1,5% anche l’offerta di immobili in locazione.
(ITALPRESS).
Coronavirus, le proposte di Confedilizia per l’immobiliare
“Il settore immobiliare sta pagando le conseguenze del Coronavirus in un contesto già difficile, caratterizzato da una tassazione patrimoniale soffocante, da una continua discesa del valore di investimenti e risparmi e da una crisi che coinvolge tutti gli operatori del comparto e del suo indotto, con riflessi anche sui consumi”. Così Confedilizia, in merito all’emergenza Covid-19, sottolineando come “il Governo è intervenuto per affrontare l’emergenza. Adesso è necessario varare misure coraggiose e incisive per il rilancio dell’economia. Occorre liberare energie, stimolare attività, rimuovere i vincoli fiscali e regolatori che scoraggiano l’iniziativa. Solo seguendo questa direzione l’Italia potrà superare un momento indubbiamente difficile e al contempo affrontare le sue tare più risalenti, che da troppo tempo ne impediscono lo sviluppo”. Confedilizia indica alcuni possibili interventi per il settore.
CEDOLARE SECCA AFFITTI COMMERCIALI
“Con la manovra per il 2019 è stato avviato un sistema di tassazione sostitutiva dei redditi da locazione di immobili a uso diverso dall’abitativo, attraverso l’introduzione di una cedolare secca per i soli con-tratti stipulati nel 2019 aventi a oggetto unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/1, di superficie fino a 600 metri quadrati. Al minimo, per rianimare un settore già in crisi prima di questa emergenza, occorrerebbe rinnovare quella misura. Un intervento, auspicabilmente, più incisivo dovrebbe pero’ ri-guardare tutti gli affitti non abitativi”, osserva Confedilizia.
SEMPLIFICAZIONE LOCAZIONI COMMERCIALI “I contratti di locazione di immobili a uso diverso dall’abitativo, sono regolati ancora da una legge di oltre quarant’anni fa, che impone alle parti vincoli non solo sulla durata dei contratti, obbligatoriamente prevista in 12 o 18 anni, ma anche su altri aspetti del rapporto fra proprietario e inquilino. è necessario prevedere – almeno nelle zone maggiormente interessate dall’epidemia – la rimozione di queste limitazioni fuori dal tempo, per favorire l’avvio di nuove attività economiche”, propone Confedilizia.
ELIMINAZIONE TASSAZIONE CANONI DI LOCAZIONE COMMERCIALE NON PERCEPITI
Per Confedilizia “in questo momento di difficoltà per moltissime attività commerciali, con conseguenti rischi di mancati pagamenti dei canoni di locazione, l’assurdità della norma che sottopone a tassazione anche i canoni non percepiti dai proprietari-locatori si manifesta in modo eclatante. Occorre rimuoverla, adeguando la normativa sugli affitti commerciali a quella sugli affitti abitativi”.
RIDUZIONE IMU E DIFFERIMENTO VERSAMENTI
“I 22 miliardi l’anno di patrimoniale sugli immobili sono un macigno che determina conseguenze negative sui valori, sui consumi e su tutta l’economia. Occorre dare – particolarmente in questa fase di grande difficoltà – un segnale di riduzione, cosa che puo’ avvenire attraverso una diminuzione dei ‘moltiplicatori Montì (quello delle abitazioni, ad esempio, passo’ nel 2012 da 100 a 160) e/o mediante la possibilità di dedurre l’Imu anche dall’Irpef. Inoltre, è necessario disporre il differimento del termine di versamento della prima rata dell’imposta (fissato nel 16 giugno), eventualmente accorpandolo con quello del saldo, e/o la possibilità di rateizzazione del pagamento”, conclude.
(ITALPRESS).
Immobili, nel terzo trimestre 2019 compravendite +4,8% su anno
Nel terzo trimestre 2019 sono state 183.479 le compravendite di immobili. Depurate della componente stagionale, aumentano dell’1,2% rispetto al trimestre precedente (+1,2% il settore abitativo e +1,7% l’economico). Lo rende noto l’Istat. Il comparto abitativo segna variazioni su base mensile positive in tutte le aree geografiche del Paese (Nord-est +2,3%, Nord-ovest +1,3%, Sud +0,9% e Centro +0,7%), con eccezione delle Isole (-0,5%). Per il settore economico, la crescita, seppure con intensità diverse, riguarda il Nord-est (+8,1%), il Sud (+0,9%) e il Centro (+0,3%); risultano invece in flessione le Isole (-1,1%) e il Nord-ovest (-0,8%). Il 94,5% delle convenzioni stipulate riguarda trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (173.381), il 5,2% quelle a uso economico (9.467) e lo 0,3% le convenzioni a uso speciale e multiproprietà (631). Rispetto al terzo trimestre 2018 le transazioni immobiliari aumentano complessivamente del 4,8% (+4,8% per il settore abitativo, +5,8% per quello economico). L’incremento su base annua interessa tutto il territorio nazionale sia per l’abitativo (Nord-est +5,9%, Nord-ovest +5,7%, Sud +4,7%, Centro +3,8% e Isole +1,7%) sia per l’economico (Isole +14,2%, Nord-est +10,2%, Sud +8,4%, Centro +4,8%, Nord-ovest +0,2%). A livello di tipologia di comuni, nel settore abitativo la crescita interessa maggiormente i piccoli centri (+5,7%) rispetto alle città metropolitane (+3,7%). Al contrario, nel comparto economico l’incremento riguarda di più le città metropolitane (+6,8% contro +5,2%). Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (94.205) aumentano dell’1,7% rispetto al trimestre precedente e diminuiscono del 4,1% su base annua. Queste convenzioni registrano una crescita su base congiunturale nel Nord-est (+2,8%), nel Nord-ovest (+2,6%) e al Centro (+1,2%); sostanzialmente stabili al Sud +0,4% e in calo nelle Isole (-2,4%). Su base annua la flessione interessa tutte le ripartizioni geografiche del Paese (Isole -9,6%, Sud -7,6%, Centro -5,3%, Nord-ovest -2,4% e Nord-est -1,8%) e tutte le tipologie di comuni (città metropolitane -4,8%, piccoli centri -3,5%). “Nel terzo trimestre 2019 l’indice destagionalizzato delle compravendite cresce rispetto al periodo precedente, superando per il quarto trimestre consecutivo i valori medi del 2010. L’aumento e’ trainato dalle regioni settentrionali mentre il Centro e soprattutto il Mezzogiorno, seppure con lievi segnali di crescita rispetto al secondo trimestre, non raggiungono ancora i valori medi del 2010 – commenta l’Istat -. L’indice destagionalizzato di mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare registra segnali di ripresa al Centro e nel Nord, dopo la flessione che ha interessato tutto il territorio nazionale nel trimestre precedente”.
(ITALPRESS).
Filiera delle costruzioni cresce ma con percentuali limitate
La filiera delle costruzioni cresce, ma con percentuali ancora limitate e dinamiche diverse, per comparto dell’edilizia e per settore industriale. Conta l’export, l’innovazione e il reale funzionamento degli incentivi. Dopo aver archiviato il 2018 con un incremento del valore economico dell’1,7%, le stime per il 2019 indicano una ulteriore crescita del 2,3% e per il 2020 del +1,7%. Un settore, quello delle costruzioni, di vitale importanza per l’economia del Paese, che vede quasi 736.700 imprese attive 1 e che occupa 1.490.000 persone (dato primi 9 mesi 2018). A trainare il comparto è sempre la riqualificazione degli immobili residenziali e del terziario. Dopo il minimo storico del 2013 le compravendite di case hanno registrato una costante crescita, arrivando nel 2019 a una stima di 603mila transazioni (+4,1% sul 2018 e del +54% sul 2013). Se le ristrutturazioni si stima abbiano generato un valore economico pari a 47 miliardi , con una crescita nel 2019 del +0,7%, sono le nuove costruzioni a crescere di più, con 17,5 miliardi e +5,4%, spinta dell’andamento positivo del mercato immobiliare. Per il 2020 un ulteriore contributo può arrivare dagli incentivi e dalle detrazioni del bonus casa previsti dal Governo per la riqualificazione degli immobili (Bonus Facciate, Ecobonus, Sismabonus). Per quanto riguarda i singoli comparti delle costruzioni, emergono però alcune differenze: il settore macchine per l’edilizia, trainato da Industria 4.0, registra nel 2018 un incremento del valore economico del +3,5% rispetto all’anno precedente, con una stima del +20% nel 2019; il settore delle piastrelle dopo un -3,1% nel 2018 vede una previsione del -3,3% nel 2019; quello dei laterizi segna un -5,8% nel 2018 ma con un +4% nel 2019; per il commercio di materiali da costruzione si stima una crescita del +4% nel 2019, l’elettrotecnica e l’elettronica del +1%, la meccanica varia-impianti del +1% e l’ingegneria del +3%. Sono questi alcuni risultati presentati da Federcostruzioni – sulla base dei rapporti economici della Federazioni iscritte – in occasione della conferenza stampa della nuova edizione di SAIE, la fiera delle costruzioni che si terrà dal 21 al 24 ottobre 2020 a BolognaFiere. Una manifestazione completamente rinnovata che riparte dai tre pilastri del mondo delle costruzioni – edilizia, progettazione, impianti – e che vuole rispondere alle esigenze dei professionisti del settore e sostenere il loro percorso di ripresa economica. Proprio per questo, SAIE ha anticipato e va incontro alla progettualità del Governo sia per quanto riguarda l’ambiente, la sostenibilità e l’efficientamento energetico sia in merito all’estetica del territorio. Questi temi rappresentano il cuore della manifestazione, che si articolerà in quattro macro aree: Progettazione e Digitalizzazione; Edilizia; Impianti; Servizi. Ognuna di queste risponderà in modo concreto alle esigenze degli operatori, fornendo un’accurata parte espositiva e attività formative caratterizzate da dimostrazioni, workshop e convegni. Le trasformazioni avvenute nel mondo delle costruzioni hanno spostato, inoltre, l’accento sull’integrazione edificio-impianto. Secondo le nuove norme sull’efficientamento energetico, infatti, ogni elemento costruito deve essere visto in maniera integrata per creare un processo fluido e senza interruzioni, con notevole impatto sull’ottimizzazione dei costi di realizzazione, gestione e manutenzione di tutti gli edifici. Si tratta di un concetto fondamentale per il futuro della filiera e che sarà, insieme all’innovazione tecnologica, grande protagonista della nuova edizione di SAIE. “Negli anni i governi che si sono avvicendati hanno istituito una serie di strumenti per sostenere la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano – commenta Federica Brancaccio, presidente di Federcostruzioni -. Mancano però la certezza sulla continuità dei provvedimenti e una disciplina omogenea che ne semplifichi e velocizzi l’attuazione. Per questo Federcostruzioni ha presentato una serie di proposte alle istituzioni per aiutare il settore, che riguardano, ad esempio, il comparto del residenziale pubblico”. “Il ruolo trainante dell’edilizia per l’economia del Paese – ha dichiarato Antonio Bruzzone, direttore generale BolognaFiere spa – richiede, da parte degli organizzatori fieristici e, più in generale del Sistema fieristico, grande attenzione. è fondamentale che ogni fiera dedicata a uno specifico ambito della filiera di questo strategico comparto, offra agli operatori e ai professionisti del settore, un’ampia panoramica di quanto in termini di innovazione interessa i materiali, le soluzioni e le tecnologie applicabili. SAIE 2020 sarà l’occasione per guardare al futuro delle costruzioni promuovendo l’innovazione e una nuova cultura del costruito che metta in primo piano sia nei progetti di riqualificazione dell’esistente, sia per le nuove realizzazioni, la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica”. “Il comune di Milano, ma anche il resto del territorio, mostra una fase di forte dinamismo del mercato delle costruzioni – afferma Edoardo De Albertis, vice presidente di Assimpredil Ance -. Ma è necessario lavorare per accompagnare le imprese verso nuovi e più competitivi modelli di produzione e di business e per questo sono fondamentali fiere di qualità come il SAIE”. (ITALPRESS).
3 FAMIGLIE SU 4 VIVONO IN UNA CASA DI PROPRIETÀ
Il 75,2% delle famiglie, tre su quattro, risiede in una casa di proprietà. Nel 2016 la superficie media di un’abitazione è pari a 117 m2 e il suo valore medio è di circa 162 mila euro (1.385 euro/m2). In generale, le abitazioni possedute da persone fisiche hanno un valore complessivo, includendo anche le relative pertinenze, di 5.526 miliardi di euro, mentre il valore complessivo del patrimonio abitativo supera i 6.000 miliardi. Sono alcuni dei dati contenuti nella settima edizione di Gli Immobili in Italia, la pubblicazione biennale che fotografa il patrimonio immobiliare italiano realizzata dall’Agenzia delle Entrate e dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia in collaborazione con il partner tecnologico Sogei.
Quasi il 60% dei 57 milioni di immobili di proprietà di persone fisiche in Italia è utilizzato come abitazione principale o pertinenza. Secondo i dati indicati dai contribuenti nelle dichiarazioni dei redditi, infatti, circa il 34,2% degli immobili, pari a 19,5 milioni di unità, sono abitazioni principali, a cui si somma un ulteriore 23,3% relativo alle pertinenze (cantine, soffitte, box o posti auto), circa 13,3 milioni di unità.
Nel 2016 il valore del patrimonio abitativo ammonta complessivamente a 6.004,4 miliardi, in leggero calo rispetto al 2015 (6.096,9 miliardi). Di questi, circa il 92%, pari a 5.526 miliardi si riferisce alle abitazioni e relative pertinenze di proprietà delle persone fisiche.
(ITALPRESS).

