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NEL 2018 AUMENTANO LE COMPRAVENDITE DI IMMOBILI

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Nel quarto trimestre 2018 le compravendite di immobili (230.258) aumentano del 4,7% rispetto al trimestre precedente (+4,4% il settore abitativo e +10,5% l’economico). Lo rende noto l’Istat.

L’incremento congiunturale interessa tutte le aree geografiche del Paese sia per il settore abitativo (Nord-ovest +5,5%, Nord-est +4,7%, Centro +4,4%, Sud +2,8% e Isole +1,8%) sia per l’ economico (Nord-ovest +22,1%, Isole +8,2%, Sud +6,7%, Centro +4,6% e Nord-est +3,9%).

Il 93,9% delle convenzioni stipulate riguarda trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo e accessori (216.173), il 5,6% a uso economico (12.931) e lo 0,5% a uso speciale e multiproprietà (1.154).

Rispetto al quarto trimestre 2017 le transazioni immobiliari aumentano complessivamente del 7,6%, il livello di crescita più alto degli ultimi due anni. L’espansione riguarda sia il settore abitativo (+7,8%) sia l’economico (+4,6%).

 

L’incremento tendenziale osservato per l’abitativo interessa tutto il territorio nazionale: Isole (+10,1%), Nord-est (+9,9%), Centro (+9,7%), Nord-ovest (+7,4%) e Sud (+2,8%). La crescita riguarda tutte le tipologie di comuni (città metropolitane +8,1% e piccoli centri +7,6%). Anche il comparto economico registra variazioni tendenziali positive in tutto il Paese – Nord-ovest (+5,7%), Nord-est (+5,1%), Centro (+4,8%), Sud (+2,8%) e Isole (+2,0%) – nelle città metropolitane (+5,8%) come nei piccoli centri (+3,8%).

Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (115.478) crescono del 2,2% rispetto al trimestre precedente e dell’8,4% su base annua.

Le convenzioni registrano un aumento su tutto il territorio nazionale, sia su base congiunturale (Centro +3,5%, Nord-est e Isole +2,1%, Sud +1,7% e Nord-ovest +1,6%) sia su base annua (Centro +12,3%, Isole +10,6%, Nord-est +9,1%, Nord-ovest +6,7% e Sud +4,9%). Rispetto alla tipologia dei comuni, la crescita riguarda sia le città metropolitane (+9,8%) che i piccoli centri (+7,3%).

 

Il 2018 nel suo complesso registra, rispetto all’anno precedente, una ripresa del 4,7% per il totale delle convenzioni di compravendita (+5,5% il settore abitativo e -5,8% l’economico) e del 3,6% per i mutui.

“Nel quarto trimestre 2018 l’indice destagionalizzato delle compravendite registra un’accelerazione della crescita del mercato immobiliare che, a livello nazionale, raggiunge i valori medi del 2010, trainato dalle transazioni rilevate nel Nord del Paese – commenta l’Istat -. L’indice destagionalizzato dei mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare prosegue la tendenza positiva su tutto il territorio nazionale, ma solo nel Centro si superano i valori medi del 2010, in misura più consistente nell’ultimo trimestre 2018”.

 

NEL 2018 COMPRAVENDITE IMMOBILIARI +6.5%

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Cresce per il quinto anno consecutivo il mercato immobiliare residenziale. Il 2018 chiude, infatti, con un rialzo del 6,5% rispetto all’anno precedente, per un totale di quasi 580.000 transazioni e un fatturato di oltre 94 miliardi di euro. Tra le grandi città, i maggiori rialzi si osservano a Bologna, Palermo e Napoli. Questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto immobiliare residenziale realizzato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con Abi, l’Associazione bancaria italiana, dal quale emerge una dinamica ancora positiva per l’indice di 

affordability, una misura della possibilità di accesso all’acquisto della casa da parte delle famiglie. Nel 2018 il mercato residenziale ha registrato 578.647 transazioni, il dato più alto dal 2010 ad oggi. L’incremento delle compravendite è stato più elevato nel Nord Est (+10,2%); seguono le Isole (+7,7%), il Centro (+6,4%), il Nord Ovest (+5,6%) e il Sud (+3,8%). In lieve calo le compravendite di abitazioni in nuda proprietà (-0,4%), soprattutto al Sud, dove il calo è stato più marcato (-6,6%). La stima complessiva del fatturato 2018 è pari a 94,3 miliardi di euro, 53 dei quali (oltre il 56%) riferiti al Nord. La superficie media dell’abitazione acquistata nel 2018 è circa 106 m2.

 

L’Emilia Romagna, secondo il Rapporto, è la regione con il maggior incremento del numero di compravendite di abitazioni, con quasi 52 mila scambi e una crescita dell’11,3%. Seguono le Marche (+10,2%) e il Veneto (+10%). L’unica a mostrare il segno meno è la Basilicata, che perde il 5,9%. Tra le grandi città, invece, spicca Bologna (+10,5%), seguita da Palermo (+7,7%), Napoli (+5,9%) e Torino (+4,3%). Bene anche Roma (+3%), Milano (+3,4%), Genova (+3,6%) e Firenze (+3,9%). Nel 2018 il numero di abitazioni locate è stato pari a 1.377.364, lo 0,3% in più rispetto allo scorso anno. Il canone annuo medio pagato per la casa è stato nel 2018 pari a circa 67 €/m2. Circa 282.000 acquisti di abitazioni sono stati effettuati ricorrendo ad un mutuo ipotecario, in aumento dell’8,8% rispetto all’anno precedente. Gli istituti di credito hanno erogato complessivamente 35,7 miliardi di euro, in media circa 126.000 euro per ogni compravendita, con una punta di circa 142.000 euro al Centro. Il capitale erogato rappresenta circa il 71% della spesa di acquisto.

 

Il tasso di interesse medio, applicato alla prima rata, scende ancora di un ulteriore 0,22 punti percentuali, portandosi così al 2,17%. La durata media del mutuo è sostanzialmente ferma a 22,9 anni e la rata media, pari a 585 euro mensili, è in calo del 2,1% sul 2017. A fine 2018 l’indice di affordability, elaborato dall’Ufficio Studi Abi, risultava pari al 14,6%, 8 decimi in più dell’anno precedente, 10 punti percentuali più del punto di minimo del primo semestre del 2012 e superiore di quasi 5 punti percentuali alla prima metà del 2004. Secondo le proiezioni mensili, a marzo del 2019 l’indice si sarebbe stabilizzato sugli elevati valori di fine anno scorso. La dinamica crescente dell’indice nel 2018 è riconducibile, equamente, alla riduzione del costo relativo delle case e alla prosecuzione del trend di contrazione dei tassi di interesse sui mutui. In miglioramento anche gli aspetti distributivi: nel 2018 sale al 78%, la percentuale delle famiglie italiane per cui risulta accessibile l’acquisto di un’abitazione, si tratta del nuovo valore massimo storico.

NEL 2017 STOCK IMMOBILIARE ITALIANO +0,8%

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Aumenta il numero di immobili presenti nelle banche dati del Catasto italiano. Sono quasi 75 milioni le unità registrate negli archivi catastali dell’Agenzia delle Entrate, di cui 65 milioni censite nelle categorie catastali ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,3 miliardi di euro, per la maggior parte (61%) relativa ad immobili di proprietà delle persone fisiche.

È quanto emerge dalle Statistiche Catastali, la pubblicazione annuale curata dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia, in collaborazione con la Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare, disponibile da oggi sul sito internet delle Entrate.

Nel 2017 lo stock immobiliare italiano è aumentato dello 0,8%, con circa 548mila unità in più del 2016. Gli intestatari sono per circa l’88% persone fisiche. Rispetto all’anno precedente, crescono del 3,2% gli immobili censiti nel gruppo F (unità non idonee a produrre reddito), dell’1,6% gli immobili a destinazione speciale e dello 0,9% quelli a destinazione particolare del gruppo E. In aumento le unità immobiliari ad uso collettivo (+1,2%), quelle censite come negozi e pertinenze all’interno del gruppo C (+1,1%) e le abitazioni (+0.3%), mentre diminuisce il numero di uffici (-0,2%). 

Le unità immobiliari censite come abitazioni sono quasi 35 milioni, circa 114mila unità in più del 2016 (+0,3%). 

In particolare, rispetto all’anno precedente aumentano il numero dei villini (+1%), le abitazioni e gli alloggi tipici dei luoghi (+2,2%) e le abitazioni classificate come civili ed economiche (rispettivamente +0,7% e +0,4%). Diminuiscono, invece, le abitazioni signorili (-1,6%), le abitazioni popolari (-0,3%), le ville (-0,7%), i castelli e i palazzi di pregio (-0,8%) e, con tassi superiori al 2%, le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale (rispettivamente -2,3% e -2,5%). Dopo il calo dell’1,1% dello scorso anno, la rendita catastale torna a crescere dello 0,4%. L’aumento interessa tutti i gruppi ad eccezione del gruppo E, dove la rendita arretra dell’1%, e delle unità immobiliari adibite ad uffici (A/10), in calo dello 0,6%.

 

EDILIZIA, A MAGGIO PRODUZIONE COSTRUZIONI -0.2%

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A maggio 2018 l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni diminuisca dello 0,2% rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre marzo-maggio, si osserva un calo congiunturale del 2,2%.

Su base annua, a maggio 2018 sia l’indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2017), sia l’indice grezzo risultano stazionari.

Nei primi cinque mesi del 2018, l’indice della produzione nelle costruzioni, elaborato su dati corretti per effetti di calendario, mostra una crescita su base annua dello 0,5%.

“La contenuta flessione registrata a maggio, manifestatasi peraltro in un contesto metereologico non favorevole, conferma il complessivo rallentamento congiunturale dell’attività riscontrato a partire da febbraio 2018, con l’eccezione del mese di aprile – commenta l’Istituto di Statistica -. In termini tendenziali, nonostante il parziale recupero degli ultimi due mesi, la stazionarietà potrebbe segnalare problemi di tenuta della debole fase espansiva che aveva contrassegnato l’ultimo periodo del 2017 e l’inizio del 2018”.

 

AD APRILE PRODUZIONE COSTRUZIONI +2.5%

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Ad aprile 2018 l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni aumenti del 2,5% rispetto al mese precedente. 

Nonostante la crescita congiunturale di aprile nella media del trimestre febbraio-aprile, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni registra una contrazione del 2,5% rispetto al trimestre precedente.

Su base annua, ad aprile 2018 si osserva una crescita del 3,3% per l’indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 18 di aprile 2017), mentre si rileva un incremento del 7,0% per l’indice grezzo.

Nel confronto con i primi quattro mesi del 2017, l’indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario registra un aumento tendenziale dello 0,6%.

“Parziale recupero, ad aprile, della produzione nel settore delle costruzioni, dopo le forti flessioni congiunturali registrate nei due mesi precedenti – spiega l’Istituto di Statistica -. Il livello dell’indice, peraltro, rimane ancora ampiamente al di sotto del valore registrato a gennaio, punto terminale della modesta e breve fase espansiva della seconda metà dello scorso anno. Su base annua, la crescita registrata ad aprile è in parte enfatizzata dal confronto con il dato particolarmente contenuto dell’aprile 2017”.

 

IMMOBILI, CALO PREZZI SI È FERMATO SOLO AL NORD

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In un quadro di compravendite in costante aumento e di un ritrovato senso di fiducia verso il mattone, i prezzi degli immobili residenziali non sembrano ancora giovare di questo trend e le oscillazioni rimangono in territorio negativo. Secondo l’Osservatorio di Immobiliare.it (https://www.immobiliare.it) sul mercato residenziale, relativo al primo trimestre 2018, a livello nazionale i valori sono scesi dello 0,2% e il Nord Italia è l’unica area del Paese dove il calo sembra essersi arrestato.

Delle tre macro-aree è quella del Sud a soffrire maggiormente: qui i prezzi hanno perso lo 0,5% nei primi tre mesi dell’anno. Più contenuto il calo al Centro, con valori in discesa dello 0,3%. Se a livello nazionale il prezzo medio per l’acquisto di un immobile residenziale, a marzo 2018, è stato pari a 1.895 euro al metro quadro, questo valore sale a 2.275 euro/mq al Centro e a 1.918 euro/mq al Nord. Più bassi i prezzi al Sud, dove si spendono mediamente 1.583 euro/mq.

Prosegue a inizio anno il cammino verso la ripresa dei prezzi immobiliari cominciato nelle grandi città già a fine 2017: i centri con oltre 250 mila abitanti hanno visto infatti salire i valori delle abitazioni dello 0,3% in tre mesi; al contrario continua la discesa dei prezzi nei capoluoghi con meno di 250mila abitanti, dove in un trimestre si è perso lo 0,7%.

Le due diverse tendenze hanno ampliato la forbice dei prezzi medi rilevati in queste due realtà: nei grandi centri si spendono in media 2.547 euro/mq contro i 1.643 euro/mq delle città più piccole.

Il 2018 è partito positivamente per quasi la metà dei capoluoghi italiani, che hanno chiuso il primo trimestre con un aumento dei prezzi richiesti per le compravendite. Sono Venezia, Firenze e Bologna le tre città dove la risalita dei valori immobiliari è più evidente: nella Laguna i 2.861 euro al metro quadro sono frutto di un aumento trimestrale dell’1,7%; nel capoluogo toscano, che con i suoi 3.580 euro/mq rimane quello più caro in assoluto, i prezzi sono cresciuti dell’1,6%; a Bologna l’oscillazione ha registrato il +1,5% (con una richiesta media di 2.697 euro/mq).

Positivo anche l’andamento dei prezzi a Milano, dove a fronte di un aumento dello 0,6% in tre mesi, si è consolidato il sorpasso sui costi del mattone a Roma, città in cui si spendono in media 3.224 euro/mq (-0,2%) contro i 3.256 euro del capoluogo meneghino.

Gli altri capoluoghi di regione in cui il 2018 è partito con oscillazioni dei prezzi in positivo sono Napoli (+0,3%), Trento (+0,6%), Aosta (+0,7%) e Trieste (+0,8%).

Dall’altra parte, nei primi tre mesi del 2018 i valori sono scesi di oltre l’1% a Campobasso (-1,9%), Genova (-1,1%) e Torino (-1%). Più contenute le oscillazioni dei restanti capoluoghi di regione.