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45 milioni per 150 interventi diffusi in tutta la Puglia

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BARI (ITALPRESS) – “Il 2023 si apre con una buona notizia per tutte e sei le province pugliesi: sono in arrivo circa 45 milioni di euro che la Regione Puglia mette in campo per realizzare 150 interventi diffusi per la cura e la messa in sicurezza del territorio e, tra questi, anche interventi su alloggi popolari, scuole, impianti sportivi, strade, illuminazione. Sono quindi risorse che andranno a beneficio dei Comuni e dei cittadini perché finalizzate ad azioni molto concrete e tempestive per la tutela del patrimonio e dei servizi pubblici”. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha salutato così la notizia del pacchetto di delibere approvate dalla Giunta regionale e di provvedimenti amministrativi completati dal Dipartimento Bilancio, Affari generali e Infrastrutture, a cavallo degli ultimi giorni dello scorso anno e i primi del nuovo.
Si tratta di una selezione di interventi e opere sollecitate dalle Amministrazioni comunali, definita nell’ambito dei contributi agli investimenti, della risposta ai danni da calamità naturali e della realizzazione e manutenzione di opere pubbliche o di pubblico interesse.
È tantissima anche la soddisfazione espressa dal vicepresidente della Regione Puglia e assessore ai Lavori pubblici, Raffaele Piemontese, che ha guidato tutte le complesse fasi sfociate nella selezione degli interventi. “Questi 45 milioni di euro con cui abbiamo aperto il 2023 per realizzare 150 interventi diffusi per la cura e la messa in sicurezza del territorio – afferma – assicurano una serie di interventi sui beni e gli spazi in cui si snoda la vita quotidiana delle nostre comunità, su cui i Comuni potranno e dovranno intervenire velocemente, dato che sono obbligati ad affidare i lavori entro 8 mesi dall’attribuzione materiale dei contributi”.
“Gli interventi – prosegue – sono finanziati come contributi agli investimenti per un volume complessivo di 34 milioni 596.750 euro, cui si aggiungono 4 milioni e 10 mila euro riassegnati sull’annualità 2021, che serviranno alla messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di strade, ponti e viadotti, delle scuole e di altre strutture di proprietà dei Comuni. Altri 4 milioni di euro sono stati disposti su capitoli del bilancio autonomo della Regione Puglia e serviranno per interventi di ripristino di opere pubbliche o di pubblico interesse danneggiate da calamità naturali e per la realizzazione e la manutenzione di opere pubbliche o di pubblico interesse”.
“A queste risorse – dichiara Piemontese – si aggiungono i 2 milioni e 200 mila euro con cui abbiamo finanziato 42 interventi su chiese e altri beni culturali, di cui abbiamo diffuso l’elenco il giorno dell’Epifania. Non è stato un lavoro semplice e abbiamo deciso di soddisfare il maggior numero possibile delle tante richieste che ormai si moltiplicano da parte dei comuni. I contributi agli investimenti hanno lo scopo di fare girare l’economia mantenendo sempre attivo il cantiere della messa sicurezza a ogni livello: la sicurezza degli edifici a partire dalle scuole, la difesa del suolo, la manutenzione delle strade”.
“Sono gli stessi indirizzi – aggiunge – con cui abbiamo messo in campo “StradaxStrada”: 100 milioni di euro per sistemare strade e marciapiedi di tutti i 257 Comuni pugliesi per la più grande operazione di manutenzione e cura di bellezza delle nostre comunità nella storia regionale, che si sta completando comune per comune. La Regione Puglia ha utilizzato la sua disponibilità di cassa, frutto della buona e sana amministrazione di bilancio, per consentire ai Comuni di fare immediatamente lavori indispensabili non solo per il decoro ma anche soprattutto per la sicurezza. Così interpretiamo il nostro ruolo nel quadro nazionale influenzati dal Piano di Ripresa e Resilienza.
Il vicepresidente analizza poi nel dettaglio alcuni degli interventi ritenuti più urgenti: “Sono – spiega – tanti e diversi. Ogni opera ha un suo impatto specifico e significa qualcosa per le comunità che le vedranno realizzate. Il maltempo di novembre dell’anno scorso provocò il crollo di 10 metri di un muro di contenimento di un ponte a Bitonto, il sindaco fu costretto a evacuare anche due famiglie: i lavori di stabilizzazione del fronte della frana valgono molto di più dei 182 mila euro del finanziamento che abbiamo approvato. Lo stesso può dirsi per il canale ‘Fosso Piana delle Murge’ di Canosa di Puglia, esposto a rischi idrogeologici. O per gli interventi su Torre San Gennaro, marina di Torchiarolo, nel Brindisino, colpita da mareggiata. L’intervento sul faro-lanterna di Mattinata va assai oltre il recupero di un manufatto che si affaccia sulla splendida baia e che sarà utilizzato per qualificare l’attrattività turistica di quella località del Gargano: quel manufatto è stato per anni occupato abusivamente da esponenti di clan mafiosi e con fatica e determinazione è stato riportato nella disponibilità pubblica. Ancora: la messa in sicurezza della falesia che sta sotto l’iconica torre costiera di Torre dell’Orso o il ripristino di parte della pubblica illuminazione lungo la Litoranea Salentina di Manduria, danneggiata sempre dal maltempo, rispondono tempestivamente a eventi con cui avremo a che fare sempre più di frequente, a causa dei cambiamenti climatici, e non indeboliscono patrimonio fisico e naturale, servizi e infrastrutture che sono fondamentali per la nostra economia turistica”.
L’impegno di Piemontese non finisce qui: il vicepresidente ha già diretto lo sguardo sui prossimi obiettivi. “Siamo – racconta – all’ultimissimo pezzo di strada del ciclo di programmazione 2014-2020, è in piena attuazione il complesso sistema di interventi straordinari innescati dal Next Generation EU e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sta per avviarsi il nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 per cui la Commissione europea ha approvato il Programma Operativo pugliese con una dotazione finanziaria complessiva di 5 miliardi e 500 milioni di euro di euro. Questi test di capacità di governo e di buona amministrazione che facciamo sviluppano azioni come quella di cui abbiamo parlato servono per alzare l’asticella con cui misuriamo l’efficacia delle nostre azioni perché, alle difficoltà enormi che abbiamo affrontato e dobbiamo affrontare, dobbiamo molto probabilmente aggiungere una ripresa della competizione tra territori”.
“La Banca d’Italia – prosegue – nell’aggiornamento congiunturale sull’economia della Puglia, ha osservato che, nei primi nove mesi del 2022, l’economia pugliese ha continuato a crescere intensamente, completando il recupero dei livelli produttivi persi a causa della pandemia. Una crescita che ha riguardato tutti i principali settori di attività economica. Alla dinamica positiva del settore delle costruzioni, che ha risentito della spinta del mercato dell’edilizia privata, ha contribuito proprio il comparto delle opere pubbliche che ci chiama in causa in quanto attori protagonisti della programmazione, dei processi di valutazione e selezione delle opere, del disboscamento delle competenze dei diversi livelli di governo che ancora si accavallano, del monitoraggio. Non è un refrain ozioso quello che inquadra la necessità di accelerare i tempi di spesa, specie delle opere pubbliche: le carenze infrastrutturali – possono riguardare una piattaforma logistica o un ponte che serve a raggiungere un’area di insediamento produttivo o una scuola – limitano la crescita e la produttività della nostra economia, accrescendo i costi per le imprese e i lavoratori, disincentivando nuovi insediamenti produttivi, influendo negativamente sulla qualità della vita”.
“Perciò – conclude – l’efficienza dei procedimenti amministrativi e decisionali delle diverse autorità pubbliche deve essere la costante che accompagna qualsiasi programma, intervento o azione che punti a sollecitare sviluppo o ad affiancare chi è in posizione di svantaggio”.
(ITALPRESS).

Via Appia patrimonio Unesco, la spinta della Puglia “Promuove turismo di qualità”

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BARI (ITALPRESS) – “La Puglia sta già da tempo lavorando per promuovere un turismo di qualità, lento e a misura d’uomo, che punti ad esaltare le specificità dei luoghi, favorendo percorsi e itinerari nella rete della mobilità slow”. Esprime così la missione del tacco d’Italia la consigliera delegata alle Politiche Culturali della Regione Puglia Grazia Di Bari, sottolineando che “l’iscrizione della via Appia nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco sarà importante anche in quest’ottica, oltre che per quello che riguarda le ricerche e gli scavi archeologici”.
La firma del Protocollo di intesa per la candidatura del sito ‘Via Appia. Regina viarum’ nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco è giunta lo scorso 10 gennaio al termine di un percorso promosso dal Ministero della Cultura e condiviso tra quattro Regioni, tra cui la Puglia. Un percorso che ha visto coinvolti anche i Comuni, le Città Metropolitane, i Parchi, le Università e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Il tracciato della via Appia rappresenta un patrimonio monumentale, storico e ambientale da valorizzare e salvaguardare.
A proposito di storia, racconta la consigliera Di Bari, “è notizia di questi giorni, ad esempio, la scoperta di un’antica strada nel sito di Muro Tenente a Mesagne, a ridosso della Via Appia. Un ritrovamento importante per conoscere ancora meglio il sistema viario della via Appia, che ancora oggi rappresenta un modello di ingegneria stradale romana. Il sito ambisce a divenire uno dei più grandi Cammini Europei per la sua storia millenaria nella quale si incontrano storia e cultura stratificati nei secoli. Un percorso che da anni è all’attenzione delle Istituzioni”.
La strada che la Puglia ha scelto di percorrere è chiara. “Come Regione – spiega infatti la consigliera – stiamo avendo un dialogo costante con tutte le comunità interessate, e non solo, perché il riconoscimento della via Appia nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco porterà nuove opportunità, che dobbiamo essere preparati a cogliere appieno. Questo è un momento di grande attenzione per noi: stiamo lavorando perché i turisti che arrivano ormai da tutto il mondo possano vivere un’esperienza unica”.
La Via Appia era una strada consolare, che collegava Roma con Brindisi, e che si snodava lungo un tracciato nato per esigenze militari e divenuto poi una strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali. Un tracciato noto con l’appellativo di “Regina Viarum”, poiché il poeta Stazio dedicò proprio a questa Via una serie di testimonianze di valenza politica, economica e sociale che le valsero la sua millenaria fortuna.
Ancora oggi la Via Appia rappresenta un modello di ingegneria stradale romana, il nerbo della viabilità in Europa e intorno al bacino del Mediterraneo. Non solo, però: “La Via Appia – racconta Grazia Di Bari – è anche un percorso religioso, un Cammino di fede e di incontro da valorizzazione e da mettere in rete in un sistema integrato. In tal senso, il percorso di pellegrinaggio e` diventato metafora di un viaggio alla riscoperta delle radici dell’Europa, poiche´ permette di incontrare e comprendere le diverse culture che costituiscono la nostra identita` comune. Su questi tracciati si incrociano infatti grandi e piccole comunità che custodiscono il territorio e lo straordinario patrimonio monumentale, storico e naturalistico in esso racchiuso”.
L’investimento del Ministero della Cultura nel restauro e nella valorizzazione di alcune evidenze archeologiche situate lungo il percorso del tracciato della Via Appia è massiccio ed è finalizzato anche al rafforzamento dell’offerta di nuovi attrattori in grado di sviluppare in chiave culturale le aree interne attraversate.
“Il sito – afferma la consigliera – ambisce a divenire uno dei più grandi Cammini Europei per la sua storia millenaria. Basti pensare che già nel 2016 il Ministero stanziò 20 milioni di euro a valere sul Piano “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 per il progetto “Appia Regina Viarum”; un intervento di ricerca, restauro e valorizzazione che ha riguardato l’Appia Claudia, ovvero il primo tracciato che da Roma porta a Brindisi. La Via Appia è quindi un percorso che da anni è all’attenzione delle Istituzioni e che negli anni ha portato anche all’istituzione del Parco Archeologico dell’Appia Antica”.
C’è di più che la Via Appia Antica è stata inserita nella lista annuale dei 25 posti ed esperienze del mondo dal National Geographic, che l’ha indicata quale meta da raggiungere nel 2023 per fare un viaggio nella storia “nella più antica autostrada d’Europa”.
Un riconoscimento che lascia ben sperare Grazia Di Bari: “Il nostro auspicio – conclude infatti – è quello di ritrovarci qui insieme con un nuovo sito dello splendido patrimonio italiano inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco”.

– foto ufficio stampa Regione Puglia –

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Bando Hydrogen Valley per rendere la Puglia un polo dell’idrogeno

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BARI (ITALPRESS) – Rendere la Puglia un polo dell’idrogeno trasformando le aree industriali dismesse in luoghi per la produzione di quello verde e rendendo possibili i progetti di decarbonizzazione. È l’obiettivo del bando Hydrogen Valley, pubblicato dalla Regione Puglia. Complessivamente, le risorse messe a disposizione sono pari a 40 milioni di euro a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 2, Componente 2, Investimento 3.1 “Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse”, finanziato dall’Unione Europea con Next Generation EU. L’avviso è rivolto alle imprese di tutte le dimensioni, che possono presentare la proposta progettuale in forma singola o congiunta e che abbiano la disponibilità di un sito industriale dismesso sul territorio pugliese. Per ogni progetto finanziato è prevista un’agevolazione massima di 10 milioni di euro.
Mediante l’attuazione di questi interventi, secondo quanto comunicato dalla Regione, si intende incentivare la produzione di idrogeno elettrolitico a partire da fonti di energia rinnovabile o dall’energia elettrica di rete, promuovere il riutilizzo delle aree industriali inutilizzate e favorire la ripresa delle economie locali.

Con l’energia green, quindi, ne beneficia l’ambiente e non solo. La diffusione dell’idrogeno verde permetterà di dare un impulso ai progetti di decarbonizzazione, soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi della strategia regionale e quelli fissati in sede nazionale ed europea. I vantaggi sarebbero molteplici.
“Vogliamo che la Puglia, che è la prima regione italiana in termini di produzione di energie rinnovabili, diventi un Polo dell’Idrogeno”, ha affermato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci. “Questo ci permetterà – ha proseguito – di ottenere immediati vantaggi che si rifletteranno nell’impiego nei trasporti locali, fino a giungere alla riduzione delle emissioni inquinanti e di gas climalteranti nell’industria”.

In base all’avviso, che scade il prossimo 24 febbraio, gli interventi ammissibili devono prevedere uno o più elettrolizzatori per la produzione di idrogeno rinnovabile e i relativi sistemi ausiliari necessari al processo produttivo, comprensivi di eventuali sistemi di compressione e di stoccaggio dell’idrogeno, oltre a prevedere uno o più impianti addizionali asserviti agli elettrolizzatori.
“La Regione Puglia – ha detto Delli Noci – ha fatto della strategia dell’Idrogeno un asse centrale della politica regionale. In un anno di intenso lavoro siamo riusciti ad ottenere, attraverso la candidatura della nostra proposta progettuale regionale a Progetto Bandiera 40 milioni di euro da destinare ai distretti dell’Idrogeno, le cosiddette Hydrogen Valley, ad avviare l’importante strumento dell’Osservatorio regionale sull’Idrogeno e a redigere la Strategia regionale sull’Idrogeno con gli stakeholder dell’Osservatorio e con i cittadini attraverso un processo partecipato”.

Grazie al bando Hydrogen Valley la Puglia compie ulteriori passi per la transizione ecologica ed energetica.
“Questo bando è uno dei primi importantissimi passi per fare realmente della Puglia il Polo dell’Idrogeno italiano”, aveva detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al momento dell’approvazione dello schema di Bando tipo. “Accelerando la diffusione dell’idrogeno verde – aveva aggiunto – saremo sempre più vicini al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla strategia regionale ma anche da quella nazionale ed europea al 2030 e al 2050, a vantaggio dell’ambiente e della diffusione di energia green”.

foto: ufficio stampa Regione Puglia

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Capodanni di Puglia, sinergia Regione-Comuni per le feste in piazza

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BARI (ITALPRESS) – I capoluoghi di provincia pugliesi simbolicamente uniti per festeggiare in piazza o nei teatri cittadini il capodanno 2023. Nel corso della conferenza stampa tenutasi lo scorso 29 dicembre nel palazzo della presidenza della Regione Puglia, i sindaci, gli assessori e gli amministratori locali presenti in rappresentanza dei comuni di Bari, Barletta, Andria, Trani, Foggia, Taranto, Brindisi e Lecce hanno ringraziato il governatore Michele Emiliano, la Regione e Pugliapromozione per aver lavorato affinché fosse possibile organizzare eventi aperti gratuitamente al pubblico nei giorni festivi, con il cartello “Capodanni di Puglia”.
“La finalità di questi eventi – spiega il presidente Emiliano – è soprattutto quella di consentire a chi non può organizzare da sé una festa di potere stare con i propri amici, ma anche con persone che non conosce e che potrà incontrare in piazza. È un atto nel quale le istituzioni e i Comuni si fanno carico di una giornata importante in tutto il mondo, nella quale chi rimane in solitudine rischia di tirare delle conclusioni sbagliate. Invece, anche nelle enormi difficoltà che ci mette davanti, la vita rimane una cosa meravigliosa. E festeggiare il capodanno è una cosa importante per chiunque”.
Il presidente risponde poi ai ringraziamenti ricevuti pubblicamente dagli amministratori locali.
“La cultura, le feste e, purtroppo, anche tante altre cose, come per esempio le strade – ha affermato – sono cose che i comuni non riescono a fare. Si riesce a farle con la collaborazione della Regione Puglia, che finanzia tutto. È uno sforzo gigantesco, perché purtroppo la finanza dei comuni è stata distrutta ed è stato reso impossibile ai comuni persino organizzare una festa di capodanno. Persino la città di Bari non sarebbe in grado di farlo, perché la sua finanza non glielo consente. Ci tengo a dire che non tutte le regioni hanno questo tipo di relazione con i comuni. In Puglia sono 257. Ovviamente abbiamo concentrato gli sforzi sui capoluoghi, perché non era possibile fare altro, ma questo elemento, dal nostro punto di vista, dà anche un segno della gratitudine che presidente della Regione e Regione hanno nei confronti di tutti i sindaci della Puglia, a prescindere dal loro orientamento politico. Una gratitudine che viene festeggiata in questi capodanni di Puglia dopo anni di pandemia nella quale questi sindaci hanno fatto cose straordinarie”.

La valenza del cartello di eventi di fine anno è però anche economica. “In un luogo dove la cultura, la festa, la concordia e l’armonia vengono sottolineate in questo modo, è più facile anche creare economia. La Puglia in questo momento ha un trend di incremento del prodotto interno lordo che è il doppio di quello dell’Italia. Questo vuol dire che il desiderio di reagire alla crisi economica che stiamo affrontando è molto forte da parte dei pugliesi, ma anche delle tante persone che ci stanno dando una mano. Penso per esempio ai turisti: la Puglia ha gli alberghi pieni anche in questa stagione, cercheremo di sostenere sempre di più la destagionalizzazione turistica. Poi va detto che chi viene qui per fare turismo, spesso e volentieri si fa venire in mente o di venire a vivere qui, quando va in pensione, o di creare una piccola fabbrica o di venire a studiare o ancora di trasferirsi, come tanti medici stanno cominciando a fare, nei nostri ospedali”.
“Questo perché si può vivere in un posto in cui quando esci puoi andare nei teatri Giordano, Apollo, Petruzzelli, Verdi, Curci, Fusco, o comunque in cui hai una qualità della vita che non è calcolata dal sistema de Il Sole 24 Ore, che dà centralità ai soldi, ai depositi bancari e all’hardware. Su questi punti è chiaro che il Mezzogiorno sarà sempre in difficoltà se non si dà una raddrizzata a tutto il sistema. Ma la qualità della vita in Puglia è molto alta nonostante i nostri limiti economici, quindi il Capodanno è una festa in cui ricarichiamo le batterie e andiamo all’attacco del nuovo anno”.
“Capodanni in Puglia – ha dichiarato il direttore di Pugliapromozione Luca Scandale – mette in rete tutti i capoluoghi. Sono tutti con noi per un capodanno vibrante, creativo, che riporta la Puglia al centro del villaggio: siamo pronti per un 2023 anche migliore”.
“L’idea – ha concluso – è che tutte le città capoluogo si possano radunare, insieme ad altri eventi di capodanno che si svolgono in altre città, per fare in modo che ci sia un momento di festa a chiusura di un anno che per fortuna segna l’uscita dalla pandemia”.

– foto: ufficio stampa Regione Puglia

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In Puglia è stato un 2022 da record per i trapianti

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BARI (ITALPRESS) – “C’è un bel regalo sotto l’albero per le persone in attesa di un trapianto: anche quest’anno la Puglia ha superato il record, con 135 trapianti effettuati. Il risultato più alto in assoluto”. Non nasconde una certa soddisfazione il professor Loreto Gesualdo, coordinatore del centro regionale Trapianti, che qualche giorno fa ha presentato insieme al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al direttore generale del Policlinico di Bari Giovanni Migliore i dati relativi all’eccezionale 2022 pugliese relativamente ai trapianti di cuore, rene e fegato.
“Io – afferma il coordinatore del centro fondato nel 1992 – sono solo il portavoce di un grande team, un team di grandi professionisti, operatori sanitari che si sono messi a disposizione delle persone in attesa di un trapianto. Siamo veramente orgogliosi di questi risultati”.
Il professore sottolinea in particolare il record di 25 trapianti di cuore eseguiti, che porta il Policlinico di Bari a essere il secondo centro in Italia per numero di trapianti di cuore eseguiti nell’ultimo anno, dietro solo all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. I trapianti di rene sono stati 80, dato più alto degli ultimi anni: 50 trapianti di rene singolo, 10 di rene doppio e 20 trapianti di rene da vivente, grazie anche al programma trapianto di rene AB0-incompatibile. Mente 30 sono stati i trapianti di fegato.
“Questi dati – racconta Gesualdo – ci riempiono veramente d’orgoglio. Non per noi, quanto per i nostri pazienti che aspettano un trapianto di cuore e sono ancora tanti”.
In questo senso, il professore guarda al futuro e lancia un appello: “In Puglia – afferma – abbiamo una lista d’attesa di 450 pazienti e siamo riusciti a trapiantarne, come detto, 135. C’è ancora molto da fare, per cui ne approfitto per lanciare veramente un invito alla sensibilizzazione alla cultura del dono. Donare è vita, quindi andiamo nei Comuni e sottoscriviamo la tessera d’identità e diamo il nostro sì alla donazione”.
“Il Policlinico di Bari, e in generale tutto il sistema sanitario pugliese – ha dichiarato in una nota il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – registra una notizia straordinaria. Assieme all’Emilia Romagna siamo la prima regione italiana per trapianti di cuore. È la dimostrazione della maturità di un sistema complessivo, nonché di una grande disponibilità da parte delle famiglie dei donatori, che sono poi quelle che rendono possibili questi risultati”.
“È soprattutto – ha aggiunto il governatore -la dimostrazione della determinazione con la quale il sistema sanitario pugliese, nonostante abbia meno soldi e meno personale a causa della spesa storica di altre regioni, riesce ad essere all’altezza dei propri compiti e dei propri doveri”.
“Dispiace – ha concluso Emiliano – che proprio qualche giorno fa una fondazione che diffonde statistiche abbia rilevato che i dati relativi al 2019 vedono le regioni del Sud tutte confinate sotto il decimo posto. Invece diamo quest’altra notizia: con i dati aggiornati al 2022 la Puglia è la prima regione del Mezzogiorno anche nei Livelli Essenziali di Assistenza. Non meraviglia la fatica con la quale il Sud gestisce queste graduatorie, visto che non ci danno la possibilità di avere lo stesso personale, gli stessi soldi, gli stessi ospedali e le stesse strutture territoriali delle altre regioni a causa del fatto che è sempre andata così. Stiamo combattendo anche per riequilibrare questi dati e ottenere l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani davanti alla legge, e in particolare in materia sanitaria”.
“È un grandissimo risultato del Policlinico di Bari e di tutta la Regione Puglia”, ha affermato il direttore generale del Policlinico Gennaro Migliore. “L’attività trapiantologica è altamente specialistica, richiede un impegno multidisciplinare e collettivo che pochi centri possono assicurare. Essere, come dimostra il numero dei trapianti di cuore, tra le prime strutture in Italia, è qualcosa di veramente eccezionale. È la certificazione che il Servizio sanitario pugliese funziona. Grazie a coloro che hanno donato e grazie ai professionisti del Policlinico che si sono impegnati per restituire alla vita tanti pazienti in attesa di trapianto”.

– foto: uffico stampa regione Puglia
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Agricoltura, Pentassuglia “Dimostriamo qualità prodotti e produzioni”

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BARI (ITALPRESS) – Uno dei punti di forza della Regione Puglia negli ultimi anni è stato sicuramente rappresentato dal comparto dell’agricoltura. Prodotti e produzioni eccellenti sono stati spesso e volentieri uno spot per il territorio, che ha strizzato l’occhio a una produzione biologica. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia. Assessore, cosa rappresenta il comparto dell’agricoltura per la Puglia? È un comparto primario, che determina il 50% della nostra economia. Fa produzione di qualità, fa paesaggio e aiuta il sistema economico e produttivo anche di altri settori come quelli del turismo e dell’incoming, nonché delle nostre comunità. Il Psr quale contributo ha dato nell’incremento delle superfici coltivate a bio? Il Psr ha incrementato notevolmente il processo di cui parlavo. Il tema particolare è il processo culturale, che va perseguito e aiutato a crescere sempre più, perché ci sia bio concretamente e in coerenza anche all’azione dei terreni vicini. In questo senso, avere un’area bio e poi vedere intorno terreni maltrattati, abbandonati o trattati con fitofarmaci a volte anche illegali rende tutto molto teorico e poco concreto. Però è un processo irreversibile, che è partito anche in Puglia e, anche così, stiamo tutelando la nostra biodiversità. L’obiettivo fissato dalla Commissione Europea di avere il 25% dei suoi terreni in regime di agricoltura biologica entro il 2030 è ambizioso, ma nonostante questo la Puglia ci è già molto vicina. Oggi è infatti già al 22,3%, quasi 5 punti sopra la media nazionale. Che significato ha per lei? Posso parlare per i miei due anni da assessore: stiamo facendo grandi azioni, perché stiamo seguendo e alimentando un’evoluzione molto importante. Vogliamo poi completare questa fase collaborando con il mondo della ricerca e dell’università. L’obiettivo è raggiungere percentuali più alte, facendo condividere a un pubblico sempre più vasto la scelta del biologico. Lo abbiamo fatto con le cultivar resistenti, che vanno verso l’agricoltura di precisione: meno acqua, meno fitofarmaci. È un processo che, nel suo complesso, deve aiutare a sviluppare la visione sull’idea del bio applicata. Quali sono i motivi per cui, secondo lei, Puglia è già oggi cinque punti sopra la media nazionale? È il risultato dell’investimento compiuto negli anni. L’Accordo di Partenariato ha dato un’indicazione precisa, la Puglia si è dedicata particolarmente alle produzioni di qualità e alla loro tutela. Questo ha significato anche valorizzarle, contribuendo a rendere la nostra una regione molto ricettiva grazie a una diversificazione delle attività. Ci sono agriturismi, percorsi enoturistici ed enogastronomici. Punti di forza fondati anche sulle differenze tra i vari territori che consentono ai turisti di vivere percorsi esperienziali diversi tra loro. Non solo negli agriturismi, ma anche negli alberghi diffusi e nelle strutture ricettive rurali è oggi facile entrare in contatto con l’agricoltura a km 0 fatta anche di bio. Non solo bio, certo, ma questo tipo di agricoltura ha incentivato questa visione. Che impatto possono avere queste politiche sul territorio e sull’export regionale? Molte delle nostre aziende sono già certificate secondo le ultime certificazioni internazionali. Abbiamo addirittura la bilancia export in attivo, in termini percentuali, a due cifre: un motivo di vanto per noi. Questo è un dato importantissimo proprio perché si inserisce nel solco di quello che ho detto finora, di quello che mettiamo in campo. Non è un caso che citi le biodiversità. Le faccio l’esempio della lenticchia di Altamura: riguardava una nicchia ed è stata inserita in un ambito cooperativistico, connotato da produzione di qualità e bio. Ebbene, oggi la lenticchia di Altamura vive un exploit. Potrei però farle tanti altri esempi. Questo tipo di lavoro aiuta, perché l’agricoltura è anche parte del sistema economico e produttivo. Aiuta a far emergere le qualità dei territori. Quali sono le strategie future della Puglia, anche rispetto alla strategia nazionale 2023-2027? Col partenariato, con la programmazione siamo ormai all’interno del piano nazionale. Proprio nelle prossime ore incontreremo per la prima volta, seppur virtualmente, il ministro Lollobrigida e dialogheremo di questi aspetti. Poi vedremo come si declineranno le questioni relative alla sovranità alimentare e le sue articolazioni, che saranno messe in campo in termini normativi e giuridici. Da noi, in Puglia, c’è un partenariato molto attivo, ci sono ordini professionali che in questi anni hanno dato il proprio contributo. Di conseguenza c’è una preparazione di documenti e atti molto importante, orientata alla produzione di nuove varietà, la specificazione culturale con università e centri di ricerca. Puntiamo sull’incoming, sul portare qui i buyer piuttosto che andare noi a partecipare alle fiere. Vogliamo dimostrare in loco, sul campo, la qualità di produzioni e prodotti. Questo significa fare sistema con il territorio, con le sue potenzialità, i centri storici, la bellezza paesaggistica. La Puglia può giocare questa partita da protagonista e può essere competitiva. In questo senso, non diciamo di essere avanti agli altri, ma sicuramente di esserlo almeno quanto gli altri.(ITALPRESS).

Photo Credits: xa2

Dante in Puglia, la Regione teatro della Divina Commedia

BARI (ITALPRESS) – La Puglia diventa teatro. L’occasione è la rivisitazione di una delle opere più estasianti che la mente umana abbia mai partorito: la Divina Commedia di Dante Alighieri. Per celebrare il 700esimo anniversario dalla morte del Sommo Poeta, una trilogia di episodi on-line porta “Dante in Puglia”. A guidare i pugliesi è il fantasista foggiano Alexis Arts, al secolo Danilo Audiello, sette volte Guinnes dei primati. Con lui si partirà idealmente e non solo alla scoperta dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. Con metafore all’insegna dello stupore, l’artista incontrerà ospiti d’eccezione, intervisterà esperti e scienziati e farà visita al Fondo Zingarelli, luogo eccezionale che custodisce le oltre tremila edizioni illustrate della Commedia appartenute al pugliese Nicola Zingarelli, padre del vocabolario italiano, di cui nel 2022 ricorre peraltro il centenario dalla prima pubblicazione. Dante in Puglia è una serie audiovisiva di tre puntate creata ad hoc per la Regione Puglia e per il sistema dei Poli Biblio-Museali allo scopo di celebrare appunto Dante Alighieri, nell’anno dantesco, e Nicola Zingarelli e promuovere allo stesso tempo il territorio pugliese. Il format, di grande impatto, narra in chiave emozionale gli ingredienti base di uno dei classici più importanti mai scritti nella storia della letteratura. La creatività della rivisitazione dell’artista vede il territorio roccioso del Gargano trasformarsi per metafora nel cocente regno dei peccatori dell’Inferno, la terra di Bari, Brindisi, Bat e Taranto diventare il cammino della redenzione del Purgatorio e il Salento assurgere a teatro dell’esplorazione dei cerchi celesti del Paradiso. La trilogia è ispirata dalle edizioni a stampa della Divina Commedia conservate nella biblioteca personale di Nicola Zingarelli (oltre tremila edizioni della collezione dantesca conservate nel Fondo Zingarelli della Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia) e presentate attraverso delle metafore magiche, con tecniche artistiche visive proprie dell’illusionismo per sperimentare una nuova interpretazione dell’opera Dantesca, ai pugliesi e agli ospiti delle tre puntate. Tra questi ultimi, sono tantissimi gli esponenti di spicco del mondo dello spettacolo e della scienza: oltre allo stesso Alexis Arts, in ordine sparso troviamo Manila Nazzaro, Gianmarco Saurino, Mogol, Caparezza, Stefano Bucci, Luciano Canfora, Maria Felicita De Laurentis, Fabrizio Gifuni, Giancarlo Giannini, Albano Carrisi, Uccio De Santis, Luca Sardella, Francesco Tateo, Valentina Fossati, Sergio Rubini, Vladimir Luxuria, Barbara Matera, Giovanni Muciaccia, Luca Gaudiano, Paola Catapano, Massimo Bray e Mike Massimino. “Dante in Puglia” rappresenta l’ennesimo grande progetto di promozione del territorio. Un racconto che si pone l’obiettivo di arrivare a tutti, con un canale preferenziale per gli studenti pugliesi: grazie alla sinergia con l’ufficio scolastico regionale, è infatti già in programma un’anteprima destinata a loro. Dante in Puglia è stato realizzato utilizzando la tecnica di “Creative Learning”, dell’imparare cioè attraverso lo stupore secondo uno schema sviluppato dall’Accademy of Magic & Science presso la “Judge Business School” dell’Università di Cambridge. È stato presentato ai ragazzi mercoledì 7 dicembre nella Biblioteca La Magna Carta di Foggia, con la partecipazione di Gabriella Berardi, direttrice della Biblioteca “La Magna Capitana”, Sebastiano Valerio, preside del Dipartimento di studi Umanistici, Maria Aida Episcopo, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Foggia e Alexis Arts. I prossimi appuntamenti saranno lunedì 12 dicembre, al Teatro Mercadante di Cerignola, martedì 20 dicembre, al Museo Castromediano di Lecce e mercoledì 21 dicembre, all’Auditorium Museo Ribezzo di Brindisi. Nel 2023 la trilogia sarà inoltre al centro di un grande progetto promozionale con proiezioni nelle sale cinematografiche pugliesi. “Dante in Puglia” è promosso dalla Regione Puglia a supporto del sistema dei Poli Biblio-Museali e del Fondo Zingarelli, sito nella Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia, con il supporto di Teatro Pubblico Pugliese, Sistema dei Poli biblio-museali di Puglia, Apulia Film Commission, Comune di Cerignola, Puglia Promozione e Ufficio scolastico regionale di Puglia. È un progetto realizzato prendendo spunto da un’idea di Alexis Arts e dell’Academy of Magic & Science di Cambridge con la warning film, in collaborazione e con il patrocinio dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, dell’Università degli Studi di Foggia, dell’Università del Salento, della LUM, del Politecnico di Bari e dell’Università Federico II di Napoli e del comitato organizzatore “700 Dante Firenze”. “Senza formalità, devo esprimere il mio ringraziamento di cuore a Danilo Audiello – ha dichiarato Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio Regione Puglia – per aver messo insieme la scienza, la letteratura più alta e poi un grandissimo di Puglia, Nicola Zingarelli, senza il cui vocabolario nessuno di noi forse ricoprirebbe il ruolo che ha”. “Dante in Puglia – ha sottolineato la consigliera di amministrazione del Teatro Pubblico Pugliese – è un progetto importante che mette assieme tradizione, innovazione, patrimonio e sapienza. Un viaggio attraverso la Puglia che celebra Dante e Nicola Zingarelli con un approccio nuovo e con tanti ospiti di rilievo e sono sicuro diventerà uno straordinario veicolo per raggiungere i giovani. E proprio ai giovani è dedicata questa anteprima che parte da Foggia dove la biblioteca la Magna Capitana conserva l’inestimabile Fondo Nicola Zingarelli”. “Sono orgoglioso – ha affermato Alexis Arts – di aver proposto un format divulgativo innovativo che ha come protagonista la Puglia, che ben si presta alle affascinanti suggestioni dantesche. ‘Dante in Puglia’ è uno scrigno che contiene una serie di gemme uniche: storie, notizie e informazioni che si incastrano alla perfezione e generano nello spettatore il desiderio di approfondire e al tempo stesso di lasciarsi stupire. Abbiamo potuto sperimentare una forma di comunicazione nuova per la regione Puglia, creando delle allegorie nell’allegoria dantesca all’insegna del Creative Learning e dell’edutainment. Sono convinto che il Sommo Poeta avrebbe apprezzato questa celebrazione della sua opera”. “‘Dante in Puglia’ – ha concluso l’artista – è stato anche un itinerario coinvolgente e personalmente mi ha permesso di maturare un concetto nuovo. Confrontarmi con le illustri personalità ospitate mi ha permesso di maturare un’idea straordinaria di cui avevo iniziato a parlare con Stephen Hawking e che annuncerò a conclusione di questo viaggio”. “Dante in Puglia” comprende un trailer da un minuto e mezzo con voice over di Renzo Arbore, un prologo da circa quattro minuti che, nel rispetto della tradizione Dantesca, introduce al progetto e tre episodi di circa un’ora l’uno con riferimento a ciascuna cantica: Inferno, Purgatorio, Paradiso. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con due vincitori di un premio Oscar: Gabriella Cristiani, vincitore della statuetta per “L’ultimo imperatore”, e Gianni Quaranta, che l’ha alzata per “Camera Con Vista”. L’Academy of Magic & Science è un’organizzazione fondata da Alexis Arts e supportata ufficialmente dall’acceleratore della “Judge Business School” dell’università di Cambridge. Tra le sue “mission” principali ha quella del “Creative Learning”, nel caso specifico quello di diffondere contenuti educativi e culturali attraverso elementi ludici e creativi (edutainment). (ITALPRESS).

Photo Credits: Dante in Puglia

Sannicandro “I Giochi del Mediterraneo sono occasione di rilancio per Taranto e la Puglia”

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BARI (ITALPRESS) – I Giochi del Mediterraneo del 2026 si terranno a Taranto. Per la città e per la Puglia sarà una grande occasione per ritagliarsi un ruolo da protagoniste in un bacino fondamentale a livello internazionale. Il direttore del Comitato organizzatore dei XX Giochi del Mediterraneo – Taranto 2026 è Elio Sannicandro, il direttore generale di Asset Puglia, l’agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio.

Sannicandro, cosa significa tornare a ospitare in Puglia i Giochi del Mediterraneo, dopo l’edizione barese del 1997 e cosa significa farlo a Taranto?
“La prima considerazione importante è che i Giochi si faranno per la quarta volta in Italia, per la seconda in Puglia. È la rappresentazione dell’interesse che abbiamo nei confronti del Mediterraneo. Sono state tutte città del sud quelle che li hanno ospitati e la nostra regione è notoriamente proiettata verso sud e verso lo stesso Mediterraneo, bacino naturale a cui il nostro territorio vede per motivi sportivi, ma anche culturali, economici e geopolitici. Aggiungo che in questo momento Taranto è spinta da un desiderio di rilancio e di rinascita per far scoprire la sua identità e la sua rilevanza dal punto di vista storico. La posizione della città, il suo ruolo è da tremila anni strettamente legata al mare in generale. È tutto legato: è necessario che Taranto si riappropri della sua identità e soprattutto recuperi la sua capacità di sviluppare economia e cultura. Quindi il mare, la storia e la cultura sono gli elementi fondamentali che spiegano perché abbiamo scelto i Giochi del Mediterraneo come evento chiave per dare forza a questo percorso”.

Qualche settimana fa il presidente Emiliano ha detto che eravamo “ancora alla fase delle nozze coi fichi secchi”. A che punto siamo invece adesso con i finanziamenti?

“Per la firma definitiva per il primo finanziamento importante, i primi 150 milioni per la parte impiantistica, dovrebbe essere questione di giorni, al limite settimane. Il 7 dicembre abbiamo un incontro a Roma col ministro dello Sport Abodi, che è una persona competente in ambito sportivo, quindi contiamo di avere in lui un riferimento importante. Poi c’è il ministro per la Coesione territoriale Fitto che, essendo pugliese, immaginiamo possa dimostrarci una particolare vicinanza”.

Spesso, in occasioni di manifestazioni sportive come i Giochi del Mediterraneo, si corre il rischio di costruire impianti destinati a rimanere inutilizzati negli anni successivi. A Taranto cosa avverrà?

“Noi siamo persone corrette e conosciamo bene quali possano essere gli errori di questo tipo di eventi. Per questo abbiamo privilegiato il recupero dell’esistente, mentre i nuovi impianti saranno due, di cui il territorio ha necessità. Nel programma che abbiamo fatto, possono lasciare un’impronta molto significativa. Sono la piscina e il centro nautico. Si tratta di luoghi legati al mare: la prima sorgerà in un luogo strategico che si affaccia nel mar Grande, il secondo sulla banchina ex Torpedinieri, un luogo strategico per la città. Entrambe hanno a che fare col Mediterraneo e nasceranno con la prospettiva di attività sportive di formazione e culturali”.

Quale eredità lasceranno i Giochi alla città di Taranto?

“Innanzitutto serviranno per accelerare una serie di interventi già programmati nel campo della mobilità sostenibile e della rigenerazione urbana. Si tratta di azioni già programmate sia nell’ambito del Cis, sia in quello del Piano strategico per Taranto. Ma l’obiettivo è soprattutto quello di valorizzare la città e di far conoscere la sua essenza e la sua storia, al di là dell’acciaieria che negli ultimi decenni è stata il motivo per cui se ne è parlato di più. In realtà, pochi in Italia o all’estero conoscono la vera identità della città, la sua storia e tutta una serie di potenzialità e di valori importanti dal punto di vista storico, archeologico e paesaggistico. I Giochi sono uno strumento per rilanciare l’immagine di Taranto”.

Qual è la visione sottesa al Piano strategico per Taranto?

“Individuare una visione di sviluppo per Taranto è stato relativamente semplice, proprio per la forza della storia della città: era un centro importante della Magna Grecia, aveva un ruolo fondamentale nel Mediterraneo. Tutto questo per una questione logistica, certo: essendo la città dei due mari, assicurava una protezione alle imbarcazioni che vi giungevano. Ma c’è un’altra storia che molti trascurano. Spesso Taranto è collegata alle cozze. Ebbene, la mitilcoltura in città ha migliaia di anni di storia ed è legata proprio alla situazione logistica del mar Piccolo, in cui oltre alle cozze e a un’altra serie di mitili coltivavano anche i murici. Dai questi molluschi si produceva la porpora, la sostanza colorante che serviva per colorare i tessuti più pregiati dell’antichità. Questo rese Taranto famosa e ricca. A questo proposito, nel luogo in cui andremo a realizzare il centro nautico c’erano le officine della porpora. Questa storia la conoscono in pochi, ma è bellissima. La racconteremo insieme a tutte le altre che riguardano la città in un centro multimediale che progetteremo”.

Quali altre storie racconterete?

“Per esempio, quella degli atleti della città. Taranto era una colonia spartana. Tanti di coloro che la abitavano erano guerrieri e amavano la forza fisica, la bellezza, la capacità combattiva, quindi erano anche ottimi atleti. Ci sono stati molti atleti tarantini che hanno vinto le Olimpiadi antiche, tra cui Ikkos. Quest’ultimo a Olimpia vinse il pentathlon, la gara più importante perché raccoglieva ben cinque discipline. Era un atleta completo e diventò un eroe a Olimpia. Fidia gli dedicò una statua, come si faceva con gli eroi, nel tempio di Zeus. La leggenda narra che quando Ikkos tornò a Taranto, fondò la prima scuola di atletica al mondo. Di lui si dice anche che avesse collegato la preparazione fisica con l’alimentazione. Infatti in America un premio a lui intestato viene conferito ai migliori coach. In pratica, Ikkos è conosciuto negli Stati Uniti più che da noi. I Giochi servono insomma per valorizzare una storia importante e significativa, nonché a rilanciare l’immagine della città dal punto di vista economico e sociale”.

Avete incassato i complimenti del presidente del Coni Malagò.

“È molto importante averlo al nostro fianco. Dal punto di vista sportivo, il Coni e le relazioni internazionali sono molto importanti proprio per uscire da una logica locale. Noi vogliamo che Taranto abbia un rilievo a livello internazionale, soprattutto nello scenario del Mediterraneo, in cui Taranto, la Puglia e il Mezzogiorno possono giocare un ruolo, a differenza che nel nord Europa, in cui è più complicato sia dal punto di vista logistico e sia perché noi in Francia o in Germania siamo poco considerati. Nel Mediterraneo abbiamo invece una considerazione molto importante”.

Da direttore di Asset, guardando da qui a 50 anni, cosa spera di lasciare a Taranto e alla Puglia?
“Quello che stiamo cercando di fare è valorizzare il nostro ruolo, guardando al futuro in maniera ecosostenibile e valorizzando le nostre potenzialità. L’Italia, dal punto di vista politico, guarda un po’ troppo al nord. Torno al discorso finanziamenti: le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina dal punto di vista sportivo dicono poco, si fa fatica a individuare atleti invernali italiani conosciuti. A quei giochi partecipano sì e no una quarantina di Paesi. La loro risonanza è inoltre modesta. Eppure lo Stato ha già destinato a Milano-Cortina oltre due miliardi di euro. Io ritengo che invece investire su Taranto e sul ruolo suo e della Puglia nel Mediterraneo sia molto più importante. Anche dal punto di vista sportivo, è vero che ai Giochi del Mediterraneo partecipano soltanto i Paesi del Mediterraneo, che sono 26. Però ci sono tutte le discipline più popolari: atletica, nuoto, pallacanestro, pallavolo, calcio. Portiamo le squadre migliori ai Giochi del Mediterraneo, alcuni tornei hanno una rilevanza mondiale. Penso per esempio al torneo di pallanuoto e all’atletica.
Stiamo cercando di portare al sud investimenti orientati a una potenzialità di crescita maggiore per noi. In questo senso il Mediterraneo è il miglior scenario possibile: possiamo fare cultura, esportare buone pratiche e tecnologie, sempre nel campo della sostenibilità, in cui credo abbiamo molto da dire. Noi italiani siamo piuttosto avanti rispetto agli altri Paesi che vi si affacciano. Se lasciamo questa eredità, questa consapevolezza delle nostre radici e delle nostre potenzialità, realizziamo qualcosa di importante. Dopo i giochi di Bari del 1997, Bari è cambiata. La consapevolezza di non essere una provincia sconosciuta, ma una città che ha capacità di accoglienza internazionale, le ha consentito di prendere consapevolezza anche delle sue bellezze, della sua storia. Non è un caso se adesso la Puglia, che quando io ero bambino era una regione sconosciuta e trascurata, dà ai pugliesi la consapevolezza di essere una delle regioni più belle al mondo. Questo ha determinato un incremento del turismo e di tutta una serie di iniziative economiche e insediamenti produttivi. Dopo il 1997 la storia di Bari e della Puglia è cambiata, e un contributo importante lo hanno dato proprio i Giochi del Mediterraneo. Lo slogan nel capoluogo era: ‘A Bari nessuno p straniero’. Uno slogan che guardava al futuro in maniera estremamente innovativa. Noi stiamo cercando di fare la stessa cosa per Taranto e forse è ancora più importante, perché sono tutta la Puglia e tutto il sud Italia che si possono rilanciare”.

Potremmo parlare anche un po’ di riscatto, in questo senso?

“Secondo me, sì. Dovrebbe essere seguita anche dal punto di vista politico. Avendo noi rapporti con i Paesi del Mediterraneo, potremmo infatti avere l’opportunità di rilanciare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo stesso. È uno dei luoghi più importanti al mondo, ci sono tensioni e guerra. E la nostra è una politica di pace e distensione. Vogliamo creare collegamenti, portare buone pratiche, insegnare per esempio, come stiamo cercando di fare con lo Iam (l’Istituto agronomico mediterraneo) di produrre acqua nel deserto, nei luoghi in cui l’acqua scarseggia. In questo senso, noi in Puglia abbiamo un’esperienza secolare. Possono venirci tante altre idee e arrivare tante altre opportunità”.

– foto: Regione Puglia

(ITALPRESS).

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