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TOSCANA: QUASI 5 MILIONI PER AUTORITÀ PORTUALE

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Ammonta a quasi 5 milioni di euro (4,990) lo stanziamento deciso nella seduta di ieri, su proposta dell’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Vincenzo Ceccarelli, dalla Giunta regionale in favore dell’Autorità portuale regionale per il triennio 2019-2021.
“Una parte di queste risorse – spiegano l’assessore Ceccarelli e il presidente Enrico Rossi – sono destinate a finanziare il funzionamento dell’ente nell’anno corrente. Altre serviranno per gli interventi sul canale Burlamacca a Viareggio (per il quale abbiamo stanziato 385.000 euro) e poi ci sono le quote per gli investimenti su tutti i porti di competenza, cioè oltre a quello di Viareggio, quelli di Marina di Campo, di Isola del Giglio e di Porto Santo Stefano, che assommano per il triennio 2019-2021 a 2,808 milioni di euro. Da sottolineare che la Giunta, convinta dell’importanza crescente della nostra portualità, ha deciso di aumentare le risorse destinate al funzionamento dell’ente, incrementandone le potenzialità progettuali e operative.
Questo stanziamento dimostra l’importanza che la Regione Toscana attribuisce al sistema portuale, nella logica dello sviluppo della piattaforma logistica regionale”.

E’ di quasi un milione di euro (947.000) l’importo complessivo relativo agli interventi di manutenzione ordinaria dei porti nell’anno in corso, con un incremento percentuale di quasi il 50% rispetto allo scorso anno.
Per il porto di Viareggio è previsto un importo sul triennio di 2,252 milioni di euro destinati a finanziare i lavori di escavo dell’imboccatura, la manutenzione straordinaria delle attrezzature portuali, le opere complementari per la sua piena funzionalità e il completamento della banchina commerciale, mentre altri 612.000 euro vanno per la manutenzione ordinaria.
A Giglio Porto gli investimenti riguarderanno la manutenzione straordinaria delle banchine. E’ previsto un intervento suddiviso in 2 lotti per un totale di 256.000 euro, oltre a 90.000 euro per la manutenzione ordinaria.

Ulteriori 90.000 euro sono riservati per il 2019 al porto di Marina di Campo, mentre per quello di Porto Santo Stefano sono stati stanziati 300.000 euro per lavori di riqualificazione del molo Garibaldi, oltre a 155.000 euro per la manutenzione ordinaria.

TOSCANA: APPROVATE REGOLE PER AVVIO “CONDHOTEL”

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La Regione approva le indicazioni interpretative ed applicative, destinate ai Comuni, riguardanti l’avvio e l’esercizio del condhotel. Lo stabilisce una delibera passata nell’ultima seduta della giunta regionale. Molto diffusi all’estero, i condhotel sono quelle strutture turistiche che decidono di trasformare alcune camere d’albergo in appartamenti, i quali possono essere acquistati da privati che possono utilizzarli per viverci come propria residenza, o usarli per le loro vacanze fruendo dei servizi offerti dall’albergo, o, se lo desiderano, ricavarne un reddito affidandoli alla gestione alberghiera. Condhotel deriva dall’accorpamento dei due termini ‘condominium hotel’, hotel condominio.
“E’ una novità molto importante – afferma l’assessore al turismo Stefano Ciuoffo – che segue l’evoluzione del mondo della ricettività turistica e delle mutate esigenze dei turisti nei diversi contesti urbani. Grandi alberghi in zone un tempo rinomate oggi non hanno più tali esigenze di camere da albergo e possono così trasformare in parte la struttura ampliando l’offerta turistica in base alle esigenze dei nuovi tipi di visitatori. Alberghi troppo grandi spesso soffrono di un tasso di occupazione delle camere che con questa opportunità rendiamo superabile. Un modo per dare ossigeno a un comparto che deve stare al passo con i tempi ma che non aveva lo strumento normativo per poterlo fare”.

“Con questa delibera – commenta l’assessore all’urbanistica Vincenzo Ceccarelli – abbiamo voluto creare una opportunità che vada nella direzione dello sviluppo delle attività turistiche, ma allo stesso tempo anche un percorso più certo a vantaggio degli interventi che vadano nella direzione della riqualificazione di strutture esistenti, nel rispetto di quello che è lo spirito della legge urbanistica regionale”.
La delibera spiega anzitutto che l’ipotesi di trasformazione di una Residenza turistico-alberghiera (RTA) in condhotel è prevista dalla legge regionale 86 del 2016, il Testo unico del sistema turistico regionale. L”esercizio alberghiero’ comprende infatti sia gli alberghi che, appunto, le RTA in quanto struttura ricettiva alberghiera. E sempre il TU dice che le RTA, in caso di interventi edilizi, possono trasformarsi in condhotel e, come tali, essere assoggettate all’articolo 23 che li disciplina.
Poi viene spiegato che la trasformazione di un albergo o di una RTA in condhotel può realizzarsi solo a patto di effettuare interventi edilizi di ‘riqualificazione’ (come stabilito dalle norme nazionali – d.p.c.m. 22 gennaio 2018, n. 13 – che regolano il condhotel) ovvero restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia. Ed inoltre che dopo la trasformazione in condhotel vengano mantenuti almeno sette alloggi (solo camere, solo unità abitative, oppure camere e unità abitative) a destinazione turistico ricettiva.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

L’art 23 del TU stabilisce che la superficie complessiva delle unità abitative residenziali non superi il 40 per cento di quella del compendio immobiliare; però, anche considerando quanto stabilito a livello nazionale, nella superficie netta destinata alle “camere” vanno compresi i bagni ad uso comune, i locali accessori, i pianerottoli ed i corridoi di accesso qualora ad esclusivo servizio degli alloggi ad uso turistico-ricettivo, ed esclusi i locali ad uso comune (reception, bar, sala ristorante, sala soggiorno, sala riunioni, centro benessere ed altri).
Infine viene indicato che il mutamento della destinazione d’uso, da turistico-ricettiva a residenziale, determina un frazionamento immobiliare ed un mutamento della categoria catastale e che, qualora sia necessaria una variante urbanistica, la legge regionale in materia di governo del territorio (l.r 65/2014) già prevede modalità semplificate per l’approvazione di varianti agli strumenti urbanistici dei Comuni.

TOSCANA: LA REGIONE METTE AL BANDO LE PAROLE SESSISTE

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Un manuale per informare e sensibilizzare il personale della Regione sull’uso di un linguaggio amministrativo non sessista nella redazione di atti e documenti. Servono a questo le “Linee guida operative approvate dalla giunta regionale su proposta della vice presidente e assessora alla cultura università e ricerca Monica Barni e dell’assessore alla presidenza Vittorio Bugli. Un documento di una decina di pagine dove, senza prefigurare schemi rigidi o coniare neologismi, si suggerisce l’uso di espressioni e termini compatibili con il corretto uso della lingua italiana, per evitare riferimenti sessisti e dare visibilità concreta al genere femminile. “Il linguaggio è l’espressione di una cultura – afferma la vice presidente Monica Barni – ma quando quest’ultima tarda ad evolversi il linguaggio può fare da traino per il cambiamento. Perchè anche da piccole cose, apparentermente poco importanti, passa la battaglia contro gli stereotipi di genere che tanto pesano, anche dolorosamente, sulla vita del nostro Paese. E’giusto far uscire dall’invisibilità, anche in un documento burocratico, tante consigliere, assessore e sindache e, più in generale, dare conto del fatto che molti ruoli professionali, un tempo appannaggio maschile, sono adesso ricoperti da donne. La Regione vuole dare un segnale di consapevolezza, essere un punto di riferimento anche per altri che vogliano intraprendere la nostra scelta”. Nel manuale proposto al personale non si troveranno regole meccaniche nè forzature linguistiche, ma il consiglio di trovare, caso per caso, la soluzione migliore secondo il testo da realizzare, partendo dal presupposto che le tradizioni culturali radicate nella nostra società, non disponendo la lingua italiana di un genere neutro, hanno portato all’uso generalizzato della forma maschile. In concreto, si cerca di dare avvio ad un percorso che conduca da un lato all’utilizzo, laddove possibile, di espressioni non discriminatorie tra i sessi; dall’altro, all’indicazione di strategie redazionali volte alla declinazione al femminile di alcuni termini riferiti a professioni e ruoli fino ad oggi riservati al genere maschile. Di qui, anche l’invito all’uso di “termini collettivi”, tipo “la cittadinanza” al posto de “i cittadini”, “l’utenza” al posto de “gli utenti”, il “corpo insegnante” al posto de “gli insegnanti”. Neutralizzare il genere può voler dire anche “fare uso della forma passiva che permette di non esplicitare chi compie l’azione”. Da usare il più possibile, poi, anche la forma impersonale, che “può servire ad aggirare l’uso del maschile generico”. Un’altra tecnica raccomdandata, l’uso di sostantivi promiscui, quelli che hanno un’unica forma sia al maschile che al femminile, accompagnati dall’articolo determinativo nel caso sia nota l’identità del soggetto. Esempio: il responsabile, la responsabile, il manager, la manager ecc.  “L’adozione di questa delibera – spiega ancora Monica Barni – vuole essere uno stimolo alla riflessione anche per altre organizzazioni ed enti pubblici. Dispiace che, proprio in questi giorni, il Comune di Siena, che in questo campo era stato precursore, abbia deciso di rivedere un analogo documento che aveva adottato nel 2016. Ci auguriamo, visto che il Comune ha annunciato che non tornerà indietro sui principi, che si tratti di approfondimenti migliorativi. Aspetto fiduciosa il nuovo testo”. “Le politiche non sono neutrali – ricorda l’assessore al personale Vittorio Bugli – hanno spesso ricadute diverse su uomini e donne e l’utilizzo del linguaggio aiuta ad evidenziarlo. In questo senso, la delibera adottata ieri si pone in continuità con la redazione del bilancio di genere, previsto dalla legge regionale 16 del 2009. Le linee guida si inseriscono nell’ambito del Piano delle Azioni Positive per il personale della Regione Toscana e nel Piano delle attività formative 2017-2018, l’Ufficio Formazione organizzerà nel primo semestre 2019 un seminario, rivolto alla dirigenza dell’amministrazione e degli enti dipendenti per illustrare la normativa di riferimento internazionale, europea e nazionale pe le buone pratiche per l’adozione di un linguaggio amministrativo attento alle differenze di genere e fornire indicazioni e strumenti operativi uniformi”.

TOSCANA: GUIDA “CENTOMILA ORTI” AL CARCERE VOLTERRA

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I semi di una nuova vita li hanno piantati, non figuratamente, ma in un orto vero. Alcuni detenuti del carcere di Volterra hanno così colto al volo l’opportunità creata dal progetto “Centomila orti in Toscana”. Il loro orto presso il Maschio, in un terreno di pertinenza del carcere, è uno dei fiori all’occhiello del progetto regionale tanto che è stato scelto oggi come location di una delle sue iniziative centrale: la presentazione della “Guida per un’orticoltura pratica” realizzata dall’Accademia dei Georgofili. “Questo orto nel carcere di Volterra- ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi intervenendo all’iniziativa – racchiude pienamente lo spirito dei “Centomila orti in Toscana”: questo spazio permette il recupero e l’utilizzo virtuoso di una porzione del centro storico, offre l’occasione di sperimentare l’amore per la terra, e, in questa fattispecie, permette ai detenuti di cimentarsi in attività ricreative e manuali e ne favorisce l’integrazione con la comunità.  In questo orto già molto ben lavorato e che fa presagire ottimi frutti nei mesi a venire, presentiamo un prodotto rivolto a tutti quegli orticoltori che vogliono mettere a buon frutto il loro terreno: una guida che abbiamo affidato alle competentissime mani dell’Accademia dei Georgofili e che sarà utile a tutti coloro che vorranno migliorare la resa del loro orto e farlo nello spirito della rete realizzata grazie al nostro progetto”.

Un orto curato da detenuti per coltivare ortaggi da consumare all’interno del carcere. E’ il progetto che si è concretizzato a Volterra. Il progetto è stato sviluppato dentro i confini della Casa di Reclusione grazie a un intervento di 40.000 euro (28.000 di finanziamento regionale) che ha coinvolto il Comune e la direzione del carcere.
Alcuni detenuti hanno usufruito di un regime più attenuato, potendo uscire quotidianamente per recarsi negli spazi aperti extra-murari dell’Istituto al fine di curare le aree adibite ad orto e coltivare zucchine, pomodori, fagiolini, insalata. Il progetto ha offerto la possibilità ai detenuti interessati di praticare volontariamente un’attività che li rende ‘temporaneamente liberi’, liberi di pensare e curare la natura, produrre ortaggi che poi consumeranno assieme ai propri compagni nelle loro camere.
Si tratta di un’esperienza speciale resa possibile anche dalla presenza di una realtà carceraria modello come quella di Volterra.

Curata dalla prestigiosa Accademia dei Georgofili, la guida che si pone come vero e proprio strumento di lavoro per tutte le Amministrazioni comunali che intendono realizzare nuovi “Complessi di orti”, per le Associazioni, di tutti i tipi, che sono chiamate a gestirli in un ottica di condivisione, di salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, di apertura alle famiglie ed ai cittadini e, ovviamente, per tutti gli orticoltori che si mettono in gioco per utilizzare nel modo migliore il terreno a loro assegnato. Una parte della guida è dedicata a tutte le questioni pratiche: l’organizzazione della superficie, i tempi della semina, la modalità di lavorazione, le caratteristiche dei principali ortaggi.
Sono nuovi polmoni verdi nel cuore di paesi e città toscane, ma anche spazi di incontro con la natura e centri di aggregazione. I “Centomila orti in Toscana”, frutto di un progetto regionale presentato all’inizio della nuova legislatura sono tutto questo, e anche di più.
Grazie al progetto della Regione, che ha investito in questa iniziativa quasi 3 milioni e mezzo di euro, e che ha visto l’adesione di ben 62 comuni, gli orti stanno consentendo di riqualificare spazi, spesso centrali, di paesi e città offrendo a persone di tutte le età, soprattutto ai giovani, la possibilità di sperimentare concretamente l’amore per la terra e allo stesso tempo a offrire nuovi luoghi di socialità, con l’orto come occasione di incontro, di conoscenza, di condivisione.

Considerata l’importanza del ruolo dei giovani l’iniziativa è stata inserita nell’ambito del “Progetto Giovanisì” il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani.

TOSCANA: TURISMO, 48 MLN PRESENZE +3,8% SU 2017

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Abbattuto il muro dei 48 milioni di presenze in Toscana nel 2018, +3,8% rispetto al 2017. L’Ufficio regionale di statistica ha elaborato i primi dati complessivi sulle presenze turistiche in Toscana per l’anno 2018, dati che confermano un nuovo record di presenze con un incremento, rispetto al 2017, di oltre 1,7 milioni di pernottamenti in più. La tendenza generale ad una contrazione della durata media del viaggio viene confermata anche nel 2018 seppur in rallentamento rispetto agli anni precedenti (da 3,4 giorni nel 2017 a 3,3 nel 2018). Commenta
soddisfatto l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo: “i numeri evidenziano una Toscana ancora e sempre più attrattiva. Diversificando l’offerta e lavorando su segmenti specifici cercheremo di intercettare ulteriormente i gusti dei viaggiatori. La nuova suddivisione dei dati in base ai nuovi Ambiti territoriali turistici permette di individuare con più puntualità
le performance delle varie zone comprese quelle con criticità e quindi studiare i correttivi per provare a invertire la tendenza. Siamo alle porte di una serie di ponti tra aprile e maggio e
l’inizio del 2019 quindi ci fa ben sperare”. Nel dettaglio, sono gli ambiti delle città d’arte (+6,8%) e quelli collinari interni (che definiamo campagna +6,5%) a registrare i maggiori incrementi. Molto bene Pisa e Arezzo, con un +25% e +18%, ma continua la crescita a ritmi molto alti di Firenze (+4,6%) e Lucca (+4,7%). Da segnalare che Prato (+3,3%) e Pistoia (+4,7). Negli ambiti legati alla campagna, grandi  performance per Terre di Valdelsa e dell’Etruria Volterrana (+11,7%), per Val d’Orcia (+11,1%) e per Valdarno Aretino (+16,4%). Vicini alla doppia cifra sia Valdichiana aretina che senese (+8,7% e +8.6% rispettivamente), più contenuti i risultati di Chianti, Valtiberina ed Empolese/Valdelsa. Valdinievole registra un
incremento inferiore alla media (+3,1%) ma decisamente interessante perchè consolida la ripresa degli ultimi anni. Sostanzialmente stabili gli ambiti della costa (+0,02%) con ris
ultati positivi per Livorno (+6,5%) e Maremma Sud (+3,0%); stabili Versilia, Maremma Nord e Costa degli Etruschi. In leggero calo Isola d’Elba (-1,3%) e, soprattutto, la Riviera Apuana (-4,1%) che continua il suo trend negativo. Gli ambiti della montagna registrano l’unico dato negativo della regione (-1,3%). Gli unici ambiti in segno positivo sono Amiata, Lunigiana e la Montagna Pistoiese. Contrazioni significative per Mugello e Garfagnana; stabile Casentino. “L’impegno della Regione sul turismo in montagna, di fronte a una concorrenza agguerritissima in questo settore in espansione a livello mondiale – aggiunge Ciuoffo -, tenderà a dispiegarsi per la destagionalizzazione dei flussi per far vivere le località non
solo di turismo ‘bianco’ ma sfruttando tutto ciò che si può avere a disposizione tutti i mesi dell’anno con la creazione di offerte ad hoc”.

Estremamente interessante l’analisi per trimestre: forte incremento del primo trimestre (gennaio/marzo +11,2%) ma in parte ‘drogato’ da una Pasqua molto precoce. Molto bene la primavera (aprile/giugno +4,1%); una crescita importante considerando la mancata presenza del weekend pasquale. Crescita decisamente sotto la media (+1,8%) per la stagione estiva (luglio/settembre) che sconta il dato della costa sostanzialmente stabile. Estremamente
interessante la crescita (+5,5%) dell’ultimo trimestre (ottobre/dicembre). “In generale – dice ancora Ciuoffo – ci sono segnali di destagionalizzazione interessanti e da seguire con
attenzione”. Infine alcuni dati sulla provenienza: aumentano maggiormente gli stranieri (+4,1%) rispetto agli italiani (+3,4%) ma il divario fra questi si è molto ridotto rispetto agli anni precedenti. Gli italiani diminuiscono sulla costa e in montagna, ma crescono molto
negli ambiti della campagna (+5,6%) e sopratutto nelle città d’arte (+10,2%). Gli stranieri diminuiscono leggermente solo negli ambiti montani, sono in leggera crescita sulla costa ma registrano risultati molto interessanti negli ambiti della campagna (+7,0%) e
consolidano la crescita nelle città d’arte (+5,1%).

“Adesso – conclude Ciuoffo – la strutturazione delle politiche del settore possiamo portarlo avanti grazie alla certificazione dei dati censuari: alcuni picchi sopra il 20% in alcune zone infatti sono il segno di sacche di inadempienza diffusa nel comunicare le presenze. Adesso invece, con la re-introduzione nella legge regionale dell’obbligo della comunicazione dei dati a comuni e regione, e con una sanzione prevista in caso di inadempienza, potremo avere finalmente cifre più verificate per meglio programmare le scelte politiche”.

TOSCANA: LINEE GUIDA PER SICUREZZA CANTIERI

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Vigilanza, nei cantieri edili, la Regione ha emanato le linee di indirizzo alle quali si dovranno attenere gli operatori dei dipartimenti di prevenzione delle Asl toscane, per garantire uniformità e omogeneità dei comportamenti del personale ispettivo, e anche la trasparenza delle procedure attuate nei confronti dei titolari dei cantieri controllati. Lo ha fatto con una delibera, approvata dalla giunta nel corso dell’ultima seduta. La delibera dà indicazioni sulle modalità da seguire nell’attività di vigilanza e controllo nei cantieri edili da parte del personale addetto: i criteri per l’individuazione e la scelta dei cantieri da sottoporre a controllo, le regole per l’accesso ai cantieri, le modalità con cui condurre il sopralluogo e con cui comunicare gli esiti. I principali rischi da analizzare, secondo le linee di indirizzo della Regione, sono i lavori in quota (aperture, botole, scale, lucernari, ecc.); le attrezzature usate per il lavoro; le attrezzature alimentate mediante energia elettrica; gli scavi in trincea e a fronte aperto; i rischi per la salute. Di ogni ispezione dovrà essere prodotta anche una documentazione fotografica.

LA TOSCANA DI LEONARDO, UN SITO WEB PER RACCONTARLA

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Vinci naturalmente, ma anche l’altro versante del Montalbano dove la nonna aveva una fornace. E poi Firenze, dove il padre esercitava la professione di notaio, Prato e Pisa studiati a lungo per il progetto di deviazione dell’Arno, Siena, Arezzo e molti altri luoghi ancora.
La Toscana racconta “La Toscana di Leonardo”, un sito web che parte dalle mappe uscite dalla penna del genio di Vinci per descrivere e invitare a visitare i tanti angoli della regione in cui rimangono testimonianze della biografia ed eredità culturale dell’artista e scienziato.
Nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze in piazza del Duomo 10, sede della presidenza della Regione, è stata organizzata gioved’ 4 aprile alle ore 12 una presentazione agli operatori culturali e territori coinvolti.
Il progetto è il frutto della collaborazione dell’Unione dei Comuni del Circondario dell’Empolese Valdelsa e del Museo Galileo, col patrocinio del Comitato nazionale per la celebrazione dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, della Regione Toscana e la collaborazione della Fondazione CR di Firenze.

TOSCANA: AREE CRISI, AMMORTIZZATORI OCCASIONE RIPARTENZA

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Il decreto interministeriale che sblocca le risorse stanziate dalla legge di Bilancio per gli ammortizzatori nelle aree di crisi complessa è stato firmato. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, che ha recepito il sollecito delle Regioni, ha fatto sapere che il decreto ripartisce i 117 milioni stanziati in nove delle undici Regioni in cui queste zone di crisi industriale sono presenti (la Liguria e la Puglia non hanno richiesto risorse per il 2019, ndr). Oltre la metà delle risorse sarà assorbito dalla Toscana e dal Lazio, rispettivamente con 36 milioni 600 mila euro e 25 milioni 600 mila euro, seguite dalla Sardegna con 12 milioni 2 mila euro. L’assessora a Lavoro e Formazione della Regione Toscana, Cristina Grieco, che nello scorso mese di ottobre, in qualità di coordinatrice della commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni, aveva esortato i ministri competenti, si dice soddisfatta per il buon risultato raggiunto ma aggiunge che, per adesso, sugli oltre 36 milioni stanziati per la Toscana non ci sono ancora comunicazioni ufficiali. Tutte le notizie rintracciate in merito sono di articoli di stampa. Ne’ è dato di sapere, al momento, se il ministro dell’Economia e delle Finanze, che deve controfirmare, ha già siglato il decreto.
In parte le risorse destinate alla Toscana saranno riservate ai lavoratori, già licenziati, destinatari dell’indennità “speciale” della mobilità in deroga.

 La gran parte, tuttavia,  saranno destinate a quelle aziende che hanno diritto alla cassa integrazione straordinaria o al contratto di solidarietà e hanno già fatto ricorso, a partire dal 2015, a uno di questi ammortizzatori, ma hanno comunque esaurito gli ammortizzatori ordinari oppure non possono accedervi.
Non esiste una lista delle aziende toscane che usufruiranno di queste risorse perché è una lista aperta, alla quale si possono aggiungere in corsa aziende che oggi non ne avrebbero diritto, ma anche perché la decisione di ricorrere o meno alla cassa integrazione straordinaria dipende dalle singole aziende. In ogni caso gli uffici regionali avevano stimato in circa 35 le aziende, tra Livorno e Piombino, considerate come possibili destinatarie, per circa 3 mila 500 lavoratori che in teoria ne sarebbero coinvolti. Tra queste c’è la Aferpi Jsw con il suo indotto piombinese.
Come sempre, conclude l’assessora, la Regione Toscana parteciperà attivamente a che l’ammortizzatore rappresenti un’occasione di ripartenza virtuosa delle aziende, mettendo in campo un piano di politiche attive, concretamente gestito dall’Arti, l’agenzia regionale per l’impiego, per la riqualificazione occupazionale dei lavoratori in cassa integrazione. (ITALPRESS).

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