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Incontro in Vaticano per uno sport che guarda al futuro

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ROMA (ITALPRESS) – Nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, durante il Summit Internazionale “Sport for all – cohesive, accessible and tailored to each person”, l’Istituto per il Credito Sportivo, alla presenza di Papa Francesco, ha firmato, insieme a numerose altre istituzioni ed enti la Dichiarazione che invita il mondo dello sport a guardare al futuro facendo proprie tre caratteristiche fondamentali: coesione, accessibilità ed essere a misura di ogni persona. La prima per evidenziare la necessità di ridurre il gap tra lo sport di base e lo sport professionistico, nella convinzione che l’unità dello sport è un valore da salvaguardare e coltivare. La seconda per garantire a tutte le persone il diritto alla pratica sportiva, al di là delle loro condizioni sociali e, infine, la terza parola si concentra sulla possibilità di tutte le persone di poter praticare lo sport, anche quando si hanno disabilità fisiche, mentali o disagi psicologici. “L’Istituto per il Credito Sportivo, in qualità del suo ruolo di banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura, con la firma della Dichiarazione intende dare una risposta concreta, con proposte condivise, ai richiami del Santo Padre sull’importanza dello sport come mezzo di crescita umana ed educativa”, si legge in una nota dell’Ics.
Il summit, promosso dal dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, in collaborazione con il dicastero per la Cultura e l’Educazione e la Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport, ha visto la partecipazione di circa 200 persone del mondo dello sport, di Federazioni sportive Internazionali, ma anche di Associazioni sportive a livello amatoriale, oltre che rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e di altre religioni, così come di enti non profit e di istituzioni educative.

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A Roma la ‘Partita del Papà “Piantate in campo il seme della pace”

ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco chiama, il mondo del calcio risponde. Lo fa mettendo in campo i suoi campioni di ieri e di oggi per un incontro molto speciale, la 3° Partita per la Pace, benedetta da Papa Francesco, che si giocherà allo stadio Olimpico di Roma il prossimo 14 novembre. Ad organizzarla, e a presentarla oggi in conferenza stampa, è stata Scholas Occurrentes, la Fondazione pontificia presieduta da Jose Maria del Corral che si è detto “fiero che il Mondiale per la pace si giochi in Italia”. Due saranno le squadre in campo: da un lato l’Italia, capitanata da Ciro Immobile, e dall’altro il resto del mondo, con fascia a Ronaldinho. Al momento le squadre sono ancora in via di formazione, anche a causa della quasi concomitanza con i Mondiali di Calcio del Qatar, ma qualche nome è già confermato: Ciro Ferrara, Claudio Caniggia e Hristo Stoickov, oltre a Immobile, rappresentante della Lazio, e al difensore della Roma Marash Kumbulla, testimonial dell’iniziativa. Lo slogan della partita sarà “We Play For Peace”. Questa edizione sarà molto speciale e sentita, sia per l’urgenza di un appello per la pace, sia perchè sarà l’occasione anche per ricordare e celebrare Diego Armando Maradona, che nelle altre edizioni ha supportato e partecipato all’evento, ed è stato capitano della squadra di Scholas.
L’omaggio al campione argentino sarà il momento clou dell’evento del 14 novembre come sottolineano i suoi figli: “Vi invitiamo a vivere il sogno di nostro papà. Molti brilleranno in quella notte con lui” è l’invito a partecipare di Dalma e Gianina Maradona mentre Diego Armando jr annuncia: “Sarò allo stadio, rispondendo all’appello di Papa Francesco. Sarò insieme ai miei fratelli e sarà l’occasione per rendere omaggio a mio padre come merita”. L’invito di Francesco cui fa riferimento Maradona jr è proprio quello alla pace: “Il desiderio di tutti è la pace – le parole del Pontefice in un videomessaggio inviato per l’occasione – Vi chiedo di giocare in squadra per la pace. Quando si gioca in squadra tutto diventa seme di pace”. L’appello è stato accolto in primis dai testimonial dell’iniziativa: “Sono felice che papa Francesco abbia scelto il calcio per mandare un messaggio così importante” ha detto Immobile, ricevendo orgoglioso la fascia di capitano. Come lui il giallorosso Kumbulla: “Qui non ci sono squadre diverse nè avversari ma un’unica squadra della pace per cui tutti dobbiamo tifare. Noi calciatori non possiamo fermare la guerra ma possiamo aiutare la gente a diventare consapevole di quello che accade. Io e gli altri romanisti vogliamo farlo tutti i giorni a aiutare il Santo Padre per la pace”.
Non può che essere d’accordo Ciro Ferrara, altro testimonial della manifestazione ma, soprattutto, compagno di squadra nel Napoli di Maradona e suo grande amico: “Vista la situazione che stiamo vivendo, non poteva esserci momento migliore per invitarci tutti a far parte di un’unica squadra che lotti per la pace”.
Alla conferenza stampa era presente anche il presidente della Lazio Claudio Lotito: “Ho accolto con favore questo invito perchè vent’anni fa, quando sono entrato nel mondo del calcio, ho detto che il calcio, per la sua grande capacità comunicativa, doveva essere didascalico e moralizzatore. In un contesto storico come quello che stiamo vivendo, l’appello del Santo Padre deve essere recepito da tutte le persone che vivono all’insegna dello sport e colpire al cuore gli amanti della convivenza civile e del rispetto dei valori umani”. Per questo, assicura Lotito, ha aderito all’iniziativa della Partita della Pace, “perchè sono i valori che cerco di trasmettere al mio club. Al di là dei risultati sul campo non siamo nemici ma avversari, nel rispetto del merito, della razza e delle condizioni sociali. Il calcio deve superare le prevaricazioni, la nostra vittoria sarà la vittoria della pace”.
Il presidente biancazzurro ha anche un ricordo personale di Maradona: “Mi chiese di allenarsi a Formello e rimase colpito dall’affetto e dall’accoglienza. Era un trascinatore, oltre che uno dei più grandi campioni al mondo, sensibile al rispetto dei valori umani. Mi sono sentito onorato che scelse la Lazio perchè incarnava proprio quei valori. Il messaggio di papa Francesco – aggiunge Lotito – è motivo di orgoglio e occasione per dare un segnale: il calcio non è guadagno o risultato. Ai miei dico sempre: ‘Scendete in campo nel rispetto dell’avversariò. Le vittorie devono essere legate al merito e trasmettere al cuore dei tifosi una linea valoriale. Lasciamo ai giovani la possibilità di crescere con questi valori”. “Siamo onorati di questo invito – sostiene il dirigente giallorosso Francesco Pastorella – Con l’AsRoma siamo sempre accanto alle popolazioni che subiscono la guerra: lo siamo stati con gli afghani e lo siamo con gli ucraini. Grazie al Santo Padre per il suo messaggio, siamo convinti che il calcio possa fare la sua parte”.
L’incasso della partita sarà devoluto a Scholas, i biglietti saranno in prevendita con TicketOne dalla prossima settimana (10 euro Curve e Distinti, 15 la Tribuna Tevere, 20 la Monte Mario, con riduzioni per i bambini). In conclusione il presidente di Scholas: “Nel 2013 abbiamo organizzato la prima Partita per la Pace, c’erano Messi e Buffon. Crediamo che questo sia un modo per fare educazione. Quando abbiamo iniziato i giovani dovevano competere, vincere, essere i migliori ma noi abbiamo ascoltato la loro voce e dicevano: vogliamo un senso. Per questo Scholas è andata a prendere un pallone da calcio e un pennello per dipingere. Ci dicevano che eravamo matti. Abbiamo unito in uno stesso progetto adolescenti di Israele e Palestina, siamo andati con il surf in Mozambico e con la boxe in Messico. I giovani hanno un problema: la salute mentale. Ma non se ne poteva parlare, era un tema scomodo”. Del Corral conclude ringraziando “i calciatori che sono i nostri veri insegnanti”.
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Papa incontra ciclisti di Athletica Vaticana dopo Mondiali

ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco, stamani, ha applaudito e incoraggiato i quattro ciclisti di Athletica Vaticana, la sua squadra, che domenica scorsa in Australia hanno partecipato, per la prima volta, al Campionato del mondo. In particolare, durante l’udienza generale in piazza San Pietro, il Santo Padre si è complimentato con l’olandese Rien Schuurhuis, che nella corsa iridata è anche andato in fuga suscitando un caloroso tifo lungo la strada. Appena rientrati dall’Australia i ciclisti sono subito andati a raccontare al Papa la loro esperienza sportiva e solidale. Espressa anche nei due simbolici doni presentati a Bergoglio: il numero di gara (169) indossato da Schuurhuis e un’artistica croce realizzata a mano dalla comunità aborigena. Alla vigilia del Mondiale, infatti, la piccola rappresentanza di Athletica Vaticana ha incontrato, con il nunzio apostolico a Sydney, gli aborigeni che stanno dando vita a un progetto di inclusione con Caritas Australia. “Lo stile semplice di Athletica Vaticana, come indicato dal Papa, è non fare sport ‘e bastà, nella prospettiva di essere per davvero “fratelli tutti”, e così sempre uniamo le prove sportive con concrete azioni solidali, ai Mondiali come nelle periferie di Roma”, spiegano Emiliano Morbidelli e Simone Ciocchetti, responsabili di Vatican Cycling, la sezione ciclistica dell’associazione sportiva ufficiale vaticana. All’incontro con il Papa era presente anche Valerio Agnoli: già gregario di Ivan Basso, Vincenzo Nibali e Peter Sagan, l’ex professionista sta mettendo a diposizione di Vatican Cycling, ha detto al Papa, la sua esperienza nel “fare squadra a servizio degli altri”.
– Foto Vatican Media –
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Athletica Vaticana incontra gli aborigeni

ROMA (ITALPRESS) – Ascolto e abbraccio. Da fratelli. Con questo stile sportivo, che andrebbe applicato a ogni ambito sociale, i ciclisti di Athletica Vaticana – in Australia per i Mondiali che si corrono domenica – hanno incontrato, venerdì mattina, i rappresentanti della comunità aborigena della “Kinchela Boys Home”. L’iniziativa è stata coordinata da Caritas Australia che – spiega la responsabile Kirsty Robertson – “sta portando avanti un concreto progetto di inclusione e guarigione dalle gravi ingiustizie patite dai First Australians”. Ad accompagnare i ciclisti vaticani c’erano, tra gli altri, l’arcivescovo Charles Daniel Balvo, nunzio apostolico in Australia, e monsignor Vincent Long Van Nguyen, vescovo di Parramatta: di origine vietnamita, è arrivato in Australia come profugo.
Sulla scia anche della straordinaria esperienza vissuta, a luglio, dal Papa in Canada, l’incontro è stato un momento di fraternità e di speranza. Sempre, nelle grandi e piccole manifestazioni sportive, Athletica Vaticana incontra le realtà di povertà e fragilità, secondo lo stile fraterno indicato da Papa Francesco.
In particolare, la “Kinchela Boys Home” è stata una “casa” gestita dal governo del Nuovo Galles del Sud dal 1924 al 1970 proprio per ospitare i ragazzi aborigeni allontanati con la forza dalle loro famiglie nell’ambito delle politiche che hanno creato le cosiddette “generazioni rubate”. La Caritas sta ora dando vita a un’esperienza di riconciliazione per costruire un futuro.
Alla fine il significativo scambio dei doni: alla squadra vaticana Michael “Widdy” Welsh, responsabile della “Kinchela Boys Home Aboriginal Corporation”, ha consegnato un crocifisso fatto a mano dagli aborigeni. E, a sua volta, ha ricevuto una maglietta della “squadra del Papa” che sarà messa all’asta per sostenere progetti di inclusione.
Intanto, è tutto pronto per la gara di domenica mattina a Wollongong, con l’esordio mondiale di Rien Schurrhuis con i colori di Athletica Vaticana.
– Foto Ufficio Stampa Athletica Vaticana –
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Athletica Vaticana ai Mondiali di ciclismo in Australia

ROMA (ITALPRESS) – Sarà il professionista olandese Rien Schuurhuis a rappresentare l’Athletica Vaticana ai Mondiali di ciclismo australiani di domenica 25. “Sono felice che la squadra di ciclismo di Athletica Vaticana partecipi a un evento sportivo mondiale, legando i suoi valori a quelli dello sport – ha detto a ‘L’Osservatore Romanò Vincenzo Nibali, lo ‘Squalò siciliano che in carriera ha vinto tutti e tre i Grandi Giri – Nella mia carriera ho ottenuto grandi risultati grazie all’aiuto del team e dei miei compagni di squadra, i ‘gregarì. Da solo non avrei mai potuto immaginare di realizzare nessun sogno, di vincere nessuna gara. Per questa ragione, che io ho sperimentato sulle strade così come tutti i ciclisti, credo veramente che la squadra di Athletica Vaticana, proprio per la sua particolare natura, possa farsi ‘portavocè di questo messaggio: la famiglia sportiva, la comunità sportiva, la squadra è la prima e la vera forza. E uno sport popolare e pieno di passione come il ciclismo può dare forza a questo obiettivo, a questa testimonianza. Con questa visione seguo con affetto l’avventura della squadra ciclistica di Athletica Vaticana”. “Athletica Vaticana ai Mondiali in Australia: credo che questa notizia faccia bene a tutto il mondo del ciclismo, perchè racchiude in sè tante cose – le parole dell’ex campione Ivan Basso, sempre sull’Osservatore Romano – Certo, c’è la storica partecipazione ai Campionati del mondo di un atleta della squadra ufficiale vaticana: e già questo basterebbe per rendere questa edizione unica, e per parlarne tanto sul significato non soltanto sportivo. Questa storica partecipazione, a mio parere, permette al nostro sport, così popolare, di uscire dai confini degli appassionati e dei tifosi, stuzzicando la curiosità di tutti. E questa è una cosa positiva perchè può far conoscere le storie del nostro ‘mondò”. Basso e Nibali hanno vinto un Giro d’Italia con l’aiuto di un gregario doc come Valerio Agnoli: “Se chiedi ai miei figli che lavoro faceva papà, la risposta sarà: ‘Aiutava i suoi amici a vincere in biciclettà. Papa Francesco ha utilizzato una straordinaria immagine per raccontare l’esperienza del cosiddetto ‘gregariò: è un atleta che è disposto a rallentare per aiutare e sostenere il compagno di squadra, che è caduto o ha avuto un incidente, a rientrare nel gruppo. Uno stile che non dovrebbe valere solo per il ciclismo e lo sport. Ma per ogni ambito della vita. Lo stile che sto ritrovando dando una mano ad Athletica Vaticana”.
– foto LivePhotoSport –
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Mondiali ciclismo, in Australia storica 1^ volta per Athletica Vaticana

ROMA (ITALPRESS) – Per la prima volta ci sarà anche un ciclista di Athletica Vaticana-Vatican Cycling, domenica 25 settembre, al via della prova su strada èlite dei Campionati del mondo di ciclismo a Wallongong in Australia. Sarà Rien John Schuuruis, 40 anni, a pedalare per testimoniare i valori di fraternità e inclusione che sono propri del ciclismo e che hanno convinto l’Associazione polisportiva ufficiale vaticana a scendere in strada. La partecipazione di Rien Schuuruis è una “prima volta” di portata storica per la squadra ufficiale vaticana, per il ciclismo, per l’intero movimento sportivo e per la stessa Australia che ospiterà, nei prossimi anni, alcuni tra gli eventi più significativi che culmineranno con i Giochi olimpici di Brisbane nel 2032. Nello stile di Athletica Vaticana, la piccola rappresentativa che sarà a Wallongong per i Campionati del mondo vivrà un’esperienza concreta di fraternità e solidarietà insieme a Caritas Australia, condividendo il programma con i First Australians (Kinchela boys home) e un’iniziativa sportiva con i bambini. Ad accogliere la delegazione vaticana ci sarà l’arcivescovo di Sydney, monsignor Anthony Colin Fisher, e dal vescovo di Wollongong, monsignor Brian Mascord.
Athletica Vaticana-Vatican Cycling parteciperà ai Campionati del mondo di ciclismo forte delle esperienze di fraternità sportive vissute, a giugno e luglio, a Malta per i Campionati di atletica leggera dei 18 Piccoli Stati d’Europa e a Oran in Algeria per i Giochi del Mediterraneo. In questa occasione Papa Francesco, in un messaggio, ha “nominato” Athletica Vaticana “ambasciatore del Papa” tra gli sportivi, proprio perchè “testimonia concretamente, sulle strade e in mezzo alle gente, il volto solidale dello sport”. Athletica Vaticana-Vatican Cycling è membro ufficiale (numero 200) dell’Unione ciclistica internazionale (UCI), che la riconosce come riferimento per l’organizzazione dell’attività ciclistica vaticana, dal 24 settembre 2021 quando a Leuven, in Belgio, si è svolto il 190° Congresso dell’UCI in occasione dei suoi 100 anni. La scelta di Athletica Vaticana di promuovere il ciclismo nasce dalla constatazione della popolarità di questo sport nel mondo vaticano e non solo. E anche dalla consapevolezza che pedalare in bicicletta, come afferma Papa Francesco, “mette in risalto alcune virtù come la sopportazione della fatica – nelle lunghe e difficili salite -, il coraggio – nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata -, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra”.
Sono proprio queste le parole rivolte da Francesco (9 marzo 2019) ai partecipanti al Congresso dell’Unione ciclistica europea e della Confederazione africana di ciclismo. Il Papa propose una riflessione che per Athletica Vaticana è l’icona del proprio servizio: “Durante le gare tutta la squadra lavora unita e quando un compagno attraversa un momento di difficoltà, sono i suoi compagni di squadra a sostenerlo e ad accompagnarlo. Così anche nella vita è necessario coltivare uno spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”. Il mondo del ciclismo ha, da sempre, un fortissimo legame con l’esperienza di fede e di attenzione alla persona. Dalle profonde testimonianze di grandi campioni – valga, per tutti, il nome di Gino Bartali, del quale è in corso la causa di canonizzazione e che è un pò il “capitano” del team vaticano – ai tanti santuari cari agli appassionati dei pedali. Nel ricordo anche di tanti incontri con i Pontefici, da Pio XII a Papa Francesco: lo stesso Giro d’Italia ha preso il via dal Vaticano. Con Rien Schuuruis sono, al momento, 10 i tesserati di Vatican Cycling. “Stiamo costruendo, piano piano, la nostra comunità ciclistica” spiega il direttore Emiliano Morbidelli.
Il vice-direttore è Massimiliano Coluccio; il segretario generale è Simone Ciocchetti e il team manager è Rino Alberto Bellapadrona. Significativi i contributi di monsignor Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, come assistente spirituale per il ciclismo, e Valerio Agnoli – indimenticato compagno di squadra di Ivan Basso e Vincenzo Nibali – come external relashionship manager. “Da quando sono arrivato a Roma, nel 2020, sono stato immediatamente attratto dai valori e dallo spirito comunitario di Athletica Vaticana – spiega Rien John Schuurhuis -. L’attenzione di Papa Francesco per lo sport come veicolo di incontro risuona profondamente con la mia esperienza di vita. Il linguaggio dello sport è davvero universale.
Rappresentare Athletica Vaticana ai Campionati del Mondo su strada dell’Uci in Australia è per me un onore incredibile. E’ stato un enorme lavoro di squadra per arrivare a questo punto e non vedo l’ora di portare questo spirito di squadra in gara. Lo sport ha il potere di spingere ciascuno di noi a dare il meglio di sè, sposando la generosità, il sacrificio e l’umiltà. Noi di Athletica Vaticana non vediamo l’ora di portare questi valori ai Campionati del Mondo e di incoraggiare tutti gli atleti a essere ambasciatori dello sport come veicolo di inclusione e fratellanza”.
“Da quando ho memoria, sono nato a Groningen il 12 agosto 1982, il ciclismo ha sempre fatto parte della mia vita – prosegue Schuurhuis -. Essendo cresciuto nei Paesi Bassi, la bicicletta faceva parte della vita quotidiana. Andavamo in bicicletta al lavoro, a scuola, al negozio e in chiesa. La mia prima paghetta è stata spesa per una bicicletta. Non so esattamente quando sia nato l’amore per il ciclismo come sport, ma credo che sia sempre stato presente nel mio cuore. Nel corso degli anni il ciclismo è stato alla base di molte delle mie amicizie, con persone di diversa provenienza, educazione e cultura. Lo sport trascende l’età, la lingua e le convinzioni”.
– Foto Ivan Sommonte –
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Squadra di cricket di Athletica Vaticana a Malta

ROMA (ITALPRESS) – La squadra di cricket di Athletica Vaticana è a Malta fino al 10 luglio per giocare alcune partite con le squadre locali (finora una vinta e una persa) e vivere un’esperienza di pellegrinaggio – sulle orme di san Paolo e, quelle più recenti, di Papa Francesco che lì è stato in vista il 2 e 3 aprile – e di testimonianza tra le comunità parrocchiali dell’isola. E’ l’ottavo “Light of Faith Tour” del team di cricket che – come nelle precedenti edizioni in Argentina, Gran Bretagna (davanti alla regina Elisabetta), in Kenya, in Portogallo e in Asia – alterna le partite a incontri con le realtà locali, nelle parrocchie. A far parte della squadra sono studenti delle Pontificie Università romane provenienti da India, Sri Lanka, Pakistan, Inghilterra, Irlanda a Australia. A capitanarli è padre Eamon O’Higgins. Papa Francesco ha più volte incoraggiato, personalmente, l’attività sportiva, sociale e spirituale della squadra di cricket, nello stile di Athletica Vaticana: lo scorso 8 giugno i giocatori gli hanno presentato proprio il viaggio a Malta. Dunque, ancora il Mediterraneo al centro dell’esperienza sportiva della “squadra del Papa”. A Malta, l’11 giugno, c’erano stati i rappresentanti dell’atletica leggera per i Campionati dei Piccoli Stati d’Europa che poi hanno gareggiato, nei giorni scorsi, anche in Algeria ai Giochi del Mediterraneo. La squadra di cricket (St. Peter’s Cricket Club – Vatican è il nome esatto) ha una sua storia consistente: fondata nel 2013 sotto l’egida del Pontificio Consiglio della Cultura è entrata a far parte di Athletica Vaticana, l’Associazione ufficiale della Santa Sede, per una naturale testimonianza comune di unità. Ora a Malta sta rilanciando nei fatti il messaggio inclusione e di “sport per tutti” come esperienza di pace, caro a Papa Francesco. E così martedì la squadra vaticana ha giocato e vinto con il Victoriàs Stars. Mercoledì ha giocato e perso con il Marsa Select XI. Venerdì 8 ci sarà il match con il Pax Hominibus XI. I risultati contano poco o niente. Ciò che davvero vae è la possibilità di rilanciare relazioni di amicizia per una testimonianza cristiana concreta attraverso lo sport. E’ una iniziativa coordinata con l’arcivescovo di Malta, monsignor Charles Scicluna, che riceverà il gruppo sabato mattina.
– Foto Ufficio Stampa Athletica Vaticana –
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Papa “Giochi del Mediterraneo ponte tra culture diverse”

ORANO (ALGERIA) (ITALPRESS) – “Cari amiche e cari amici sportivi, siete riuniti nel santuario di Notre-Dame de Santa Cruz per celebrare la Santa Messa, in occasione della XIX edizione dei Giochi del Mediterraneo. Mi unisco spiritualmente a voi, e con voi abbraccio la città che si stende ai piedi del monte, e tutto il Mediterraneo, con tutti i popoli che si affacciano sulle sue coste e anche le tante persone che solcano le sue acque, alla ricerca di una nuova terra di accoglienza”. Questo il messaggio di Papa Francesco, con la sua firma autografa, indirizzato all’arcivescovo di Algeri e amministratore apostolico di Orano, monsignor Jean Paul Vesco, che ieri sera ha presieduto la Messa delle Nazioni in occasione dei Giochi del Mediterraneo ospitati dalla città algerina. “I Giochi del Mediterraneo sono una testimonianza concreta di uno sport che fa da ‘pontè tra religioni e culture diverse, un ‘pontè più necessario oggi che mai, quando il Mediterrano diventa spesso un grande cimitero – si legge nel testo firmato dal Pontefice – Mentre divampano dappertutto guerre, violenze, ingiustizie, non possiamo voltare faccia”. “Lo sport autentico è fatto di gratuità, di amatorialità, di attenzione e rispetto per l’altro e perciò è anche ‘una preparazione a non cadere nella tragedià della guerra. Insieme forse non fermeremo le guerre, ma possiamo indicare la possibilità di un’umanità più fraterna. Per diventare ‘fratelli tuttì, anche lo sport fatto insieme può diventare un grande strumento”. “Ringrazio anche gli organizzatori dei Giochi del Mediterraneo per aver invitato a partecipare una piccola delegazione di Athletica Vaticana, che fa da ambasciatore del Papa in questi Giochi – prosegue il Santo Padre – Athletica Vaticana testimonia concretamente, sulle strade e in mezzo alla gente, il volto solidale dello sport, accogliendo all’interno anche giovani migranti e persone con disabilità”. Care amiche e cari amici sportivi, a voi partecipanti a questa celebrazione. Vivete lo sport come un’esperienza di unità e di solidarietà – termina il messaggio di Papa Francesco – E con questo spirito vi invito a correre, insieme, la grande corsa della vita sotto lo sguardo materno di Notre-Dame di Santa Cruz. Che Dio vi benedica!”.
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