ROMA (ITALPRESS) – Una nuova luce per i ragazzi di Nisida, una luce che possa illuminare il loro futuro una volta usciti dal carcere. E’ questo lo scopo del progetto Zona Luce, sviluppato dal Settore giovanile e Scolastico Figc in collaborazione con la Fondazione Scholas Occurrentes, che ha coinvolto giovani detenuti e agenti di polizia penitenziaria in un corso di formazione per allenatori di calcio. La cerimonia conclusiva si è svolta nella struttura carceraria napoletana alla presenza dei tecnici e dirigenti Figc, che hanno consegnato gli attestati di partecipazione in un clima di entusiasmo ed emozione. Nel corso dell’evento è stato inoltre inaugurato un campo di calcio in erba sintetica dal Prefetto di Napoli, Marco Valentini. “Una giornata memorabile qui al carcere di Nisida – ha dichiarato il presidente SGS Vito Tisci – perchè grazie al progetto ‘Zona Lucè abbiamo trasferito nozioni di carattere sportivo a ragazzi meno fortunati, che una volta scontata la pena potranno inserirsi nel mondo del calcio. Lo sport si conferma in questo modo grande strumento di inclusione e aggregazione, portatore di valori sani”. “Zona Luce è un progetto di cui siamo molto orgogliosi – ha sottolineato il Coordinatore Regionale SGS Campania, Giuseppe Madonna – perchè attraverso il calcio, che è uno strumento di aggregazione universale e un linguaggio comune a tutti, siamo riusciti a mettere insieme ragazzi, agenti e istruttori di scuole calcio del territorio. E’ un’iniziativa che sicuramente verrà rinnovata nei prossimi anni e che siamo onorati di aver ospitato per la prima volta in Campania”. La regione Campania ha fatto dunque da apripista per il progetto che coinvolgerà anche altre città, tra cui Roma, Torino e Milano. Un primato evidenziato anche dal presidente del Comitato Regionale Lnd, Carmine Zigarelli: “La Campania dimostra sempre di essere all’avanguardia, in particolare attraverso il calcio che ha un forte valore sociale, soprattutto per quanto riguarda i settori giovanili. Ripartiamo da Nisida, siamo in attesa del nuovo protocollo della Figc. Speriamo che l’inaugurazione di questo campo e la consegna degli attestati sia di buon auspicio per la ripresa del calcio giovanile”.Particolarmente soddisfatto dell’iniziativa il Direttore del carcere di Nisida, Gianluca Guida: “E’ stato bello vedere la sinergia tra i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria. Con l’attestato che hanno ricevuto, i ragazzi di Nisida potranno, una volta scontata la pena, andare a lavorare nelle scuole di calcio con il ruolo di aiuto allenatore. Per questo siamo davvero orgogliosi del lavoro svolto grazie al programma di inserimento sociale del progetto Zona Luce”. Fan d’eccezione Papa Francesco, che attraverso il Coordinatore sportivo della Fondazione Scholas Occurrentes, Mario Del Verme, ha voluto donare una maglia autografata da consegnare allo staff della struttura penitenziaria. “Quando gli abbiamo parlato del progetto – ha ricordato Del Verme – il Pontefice si è mostrato subito entusiasta, dal momento che anche lui, in Argentina, aveva portato avanti diverse iniziative per aiutare i giovani in difficoltà attraverso lo sport. La vera novità di questo progetto – ha concluso il Coordinatore di Scholas – è la capacità di unire la parte interna della struttura carceraria, composta dai giovani detenuti e dagli agenti penitenziari, con la realtà esterna presente sul territorio, dove i ragazzi potranno poi rimettersi in gioco”. Dopo il taglio del nastro, il campo è stato inaugurato dai partecipanti al corso, che hanno colto l’occasione per fare qualche passaggio col pallone assieme ai tecnici federali, divenuti in questi mesi loro maestri e punti di riferimento.
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Maglia autografata di Papa Francesco al carcere di Nisida
Il Papa alla Pro Recco “Non perdere dimensione amatoriale sport”
ROMA (ITALPRESS) – “Il vostro sport, la pallanuoto, non è facile, ma è interessante, ci vuole una disciplina per andare avanti. Io mi ripeto quando parlo con la gente dello sport. Dico due cose. Lavoro in squadra, la prima cosa. Nello sport la sconfitta più grande di uno sportivo è lavorare, giocare da solo, come diciamo noi in Argentina: “morfarse la pelota”, quando il pallone è solo per me. E’ “mangiare il pallone”. Questo non va. Questo distrugge. Sempre in èquipe”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo in udienza la squadra della Pro Recco di pallanuoto. “E la seconda cosa: non perdere mai la dimensione amatoriale che è quella della “mistica dello sport”. Quel pezzettino di amateur che ci deve sempre essere. Non perderlo, perchè da lì viene la mistica. Sono le due cose che sempre dico: lavoro in squadra e dimensione amatoriale”.
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Papa Francesco incoraggia Athletica Vaticana “Prosegua nel suo impegno”
ROMA (ITALPRESS) – Durante l’udienza generale di mercoledì 7 aprile, Papa Francesco ha incoraggiato Athletica Vaticana, la sua squadra, a proseguire il servizio “di diffondere la cultura della fraternità” tra le donne e gli uomini di sport. Com’è noto, in questo periodo a causa della pandemia l’udienza si svolge senza la partecipazione di fedeli. “Ieri si è celebrata la Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace, indetta dalle Nazioni Unite. Auspico che essa possa rilanciare l’esperienza dello sport come evento di squadra, per favorire il dialogo solidale tra culture e popoli diversi – le parole del Papa -. In questa prospettiva, sono lieto di incoraggiare l’Athletica Vaticana a proseguire nell’impegno di diffondere la cultura della fraternità nell’ambito sportivo, ponendo viva attenzione alle persone più fragili, diventando così testimoni di pace”. Athletica Vaticana è la prima, e unica, Associazione sportiva costituita in Vaticano. La Segreteria di Stato l’ha affidata al Pontificio Consiglio della Cultura. L’11 settembre 2018 è stata siglata l’intesa bilaterale con il Coni che consente agli atleti vaticani di poter gareggiare. Per statuto fanno parte di Athletica Vaticana i cittadini e i residenti della Città del Vaticano, e i dipendenti, anche in pensione, di tutte le Amministrazioni della Santa Sede, nonchè i loro familiari di primo grado.
In spirito di inclusione, sono stati accolti come “membri onorari” due giovani migranti africani (assistiti dalla Cooperativa Auxilium) e una bambina (12 anni) con disabilità, particolarmente appassionata di sport. L’inclusione, lo “sport per tutti”, è una priorità per l’Associazione vaticana che ha firmato un protocollo d’intesa con la Federazione italiana di sport paralimpici e sperimentali (Fispes), nell’ambito del Comitato italiano paralimpico. I tesserati sono circa 100, donne e uomini di ogni età: il più giovane è una guardia svizzera di 19 anni e il meno giovane un professore della Biblioteca Apostolica Vaticana di 65 anni. Della squadra fanno parte anche due vescovi e una suora, insieme ad alcuni sacerdoti. Con uno stile aperto di servizio Athletica Vaticana dà vita, in ambito sportivo, a progetti solidali, spirituali e culturali, ben sapendo che non avrebbe alcun senso un’associazione sportiva in Vaticano per “correre e basta”. La “Messa del maratoneta”, prima di grandi eventi, e la diffusione della “Preghiera del maratoneta”, in 37 lingue, sono due iniziative particolarmente popolari.
Il 5 giugno, a San Marino, Athletica Vaticana parteciperà per la prima volta, come ospite, ai Campionati di atletica leggera dei Piccoli Stati d’Europa. Una presenza in pista nella prospettiva di un dialogo di amicizia per promuovere concretamente la pace tra religioni e culture diverse. E così accanto ad atlete e atleti di 18 Stati ci saranno anche i rappresentanti di Athletica Vaticana. Tra i prossimi passi c’è l’imminente apertura di una sezione ciclistica, con lo stesso spirito indicato da Papa Francesco per la sezione di atletica leggera.
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CSI, Don Albertini regala agli allenatori il “Decalogo dei mister”
ROMA (ITALPRESS) – In questo tempo ancora di incertezza a causa della pandemia, l’assistente ecclesiastico nazionale del CSI, don Alessio Albertini, regala a tutti gli allenatori un nuovo “decalogo dei mister”. In dieci punti, spunti di riflessione, semi di speranza, in un momento in cui ancora una volta lo sport è fermo e l’impegno dei tecnici appare vano, inefficace, distante come quei mosaici nello schermo oggi unici luoghi dove possono incontrare i loro ragazzi. Non più in area di rigore, nello specchio della porta, attorno al cerchio della metà campo, seduti in panchina…Il decalogo è tutto proiettato al futuro e come inizio ha subito la ripartenza: l’arte del ricominciare “Non pensare, mister, che sarà tutto come prima. Probabilmente avremo a che fare più con la fragilità e i limiti che con la prestazione”. Sì, lo sport richiede la capacità di raggiungere risultati, ecco allora il talento in soccorso. “I ragazzi torneranno in campo, ma più pigri, più fragili…e di queste ferite dovremo tener conto. La mancanza del gioco – spiega nei punti successivi don Albertini – è sì l’assenza del campionato, ma ancor più l’amico con cui condividere lo spazio e il tempo del divertimento. I ragazzi non sono fatti per isolarsi ma per relazionarsi e la vera felicità, è nascosta nel poter godere di qualcosa da condividere in maniera volontaria e libera. Imparando anche a vivere in pace, grazie anche al “vaccino” della gentilezza, che dà grandi risultati e previene i conflitti”.
Ma la domanda più frequente, che dà anche il titolo, è sempre: Insomma “Mister, ma quando finirà…?”. Non è solo la curiosità di quando ricominciare ma soprattutto l’attesa di che cosa succederà quando torneremo al campo. Non basta «sapere quando ma anche come», sembra consigliare il sacerdote, assistente nazionale del CSI, pensando a cosa avremo da offrire a questi ragazzi spaesati, staccati, prigionieri della “sindrome della capanna”. Se infatti il continuo isolamento ha permesso ai giovani sportivi di difendersi dal male esterno senza dover rendere conto ad altri della propria vita, senza dover rischiare l’avventura in un mondo che non è più sicuro come prima, tuttavia noi mister «siamo chiamati sempre al rischio, alla fatica di prendere decisioni». E allora «dovremo aiutarli a non navigare nelle emozioni tristi, tenendoli per mano nel mare dell’incertezza».
Ma come? La risposta, senza misteri, negli ultimi punti del decalogo: «Come la volpe del Piccolo Principe capaci di addomesticarli, dando loro una nuova abitazione, dove sentirsi accolti, desiderati, sostenuti. Imparando l’arte di rincuorare, con pazienza e perseveranza, di infondere coraggio a chi è sfiduciato. Non farli più sentire soli».
Ecco infine altre due missioni per gli allenatori: quella di “ingioiare”, ornare di gioia la vita dei ragazzi ed essere dei “felicitatori”, ossia trasmettitori di gioia. «Chissà – domanda il don – perchè continuiamo a dire che le cose serie e importanti della vita non possono essere accompagnate dal sorriso. Se infatti è impronosticabile la data prepariamoci già adesso a quel momento dandoci da fare perchè, cari mister, la felicità non è una destinazione ma un percorso».
Questo il link per scaricare il decalogo
https://drive.google.com/file/d/1lP9K7_nsRCYEvl4oc7imOVHNtRfY3Okw/view
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Mihajlovic e l’incontro col Papa “Colpito dalla sua saggezza”
BOLOGNA (ITALPRESS) – “Per tutti noi ha fotografato in maniera perfetta ciò che avevamo vissuto. Ho ricevuto la sensazione di avere di fronte un uomo con una saggezza enorme. Lo dimostra anche il fatto che siamo stati tre ore ma a me il tempo è sembrato volare, mi è parso che sia durato cinque minuti. Ho capito la grandezza della persona, ha davvero qualcosa in più. Quando lo senti parlare, per quello che dice e come lo dice lascia un segno dentro di te. Subito”. Sinisa Mihajlovic, tecnico del Bologna, racconta così a “Tuttosport” il suo incontro di circa un mese fa con Papa Francesco, “un’esperienza indimenticabile. Ho avuto una grandissime impressione perché è un uomo saggio, simpatico e anche con la battuta pronta. È stato gentilissimo con tutti. Ha ascoltato tutte le nostre storie, di persone che con la forza di volontà o la fede sono riuscite a superare montagne difficilissime”. E usando una metafora calcistica, Mihajlovic non ha dubbi: “Il Papa è un tuttocampista, può ricoprire ogni ruolo. L’importante è che stia in campo. Farebbe la differenza”.
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Papa Francesco scrive a Ferrero “Grazie per beneficenza”
GENOVA (ITALPRESS) – “Caro Massimo, ti ringrazio per la somma che, a nome dell’Unione Calcio Sampdoria, hai voluto farmi pervenire per le opere di carità. Ho molto apprezzato tale gesto di solidarietà e di fraternità a favore dei più bisognosi”. Inizia così la lettera che Papa Francesco ha indirizzato al presidente del club blucerchiato, Massimo Ferrero, in seguito all’udienza privata dello scorso 19 febbraio. “E’ vivo in me il ricordo della recente visita dei dirigenti e dei calciatori in Vaticano – ha aggiunto il Papa -. Desidero ringraziare tutti per la consolante testimonianza “di squadra” unita, non solo nella competizione sportiva, ma anche nella carità concreta e nella promozione di sani valori per i giovani e per tutta la società.
Invocando la protezione della Santa Vergine e di San Giuseppe, di cuore t’imparto la Benedizione Apostolica che estendo ai dirigenti e ai calciatori della Sampdoria. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me! Fraternamente, Francesco”, ha concluso Bergoglio. La lettera è stata pubblicata sul sito della Sampdoria.
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Inaugurata in Iraq la Scuola di Sport per la Pace
BAGHDAD (IRAQ) (ITALPRESS) – Durante il primo giorno del suo viaggio in Iraq, Papa Francesco ha incontrato il team di Scholas presso la Nunziatura di Baghdad.
Tra i partecipanti, Mina Hazim Louis, che ha preso parte ieri all’incontro interreligioso a Baghdad e ha regalato a Papa Francesco una maglietta dipinta da lei con il logo di Scholas e la scritta Scholas in arabo. Mustafa Muneer Karm, invece gli ha regalato i sogni scritti dai giovani per poter continuare a sviluppare insieme la cultura dell’incontro. Il Papa ha ringraziato i giovani e li ha incoraggiati ad essere i veri protagonisti del cambiamento e a lavorare insieme per un mondo in Pace. Al termine dell’incontro, con la benedizione del Santo Padre, è stata inaugurata la Scuola di Sport per La Paz di Scholas Occurrentes, che avrà il sostegno del Ministero della Gioventù e dello Sport dell’Iraq e della Lega Calcio Professionistica spagnola, che stanno già sviluppando un programma per implementare il calcio di base in Iraq. La School of Sports for Peace ha anche il sostegno del World Box Council per sviluppare le azioni BoxVal in Iraq.
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“Fratelli tutti”, Athletica Vaticana rilancia il messaggio del Papa
ROMA (ITALPRESS) – “Fratelli tutti” anche e soprattutto nello sport. Athletica Vaticana ha colto i suggerimenti concreti proposti da Papa Francesco nella sua enciclica sulla “fratellanza universale” per applicarli nella quotidianità delle donne e degli uomini di sport. Soprattutto nel complicato tempo del covid, proprio per fare della crisi un’opportunità e provare a uscirne migliori e tutti insieme. Come propone il Papa. E così la prima associazione sportiva costituita in Vaticano sta ora cercando di vivere sulle strade e nelle piste un progetto semplice e alla portata di tutti che non richiede strategie o budget. In realtà è uno stile di vita appassionato e sobrio – anche attraverso un’alimentazione equilibrata, sana e senza sprechi – centrato sull’attenzione alla persona e a quei valori umani e spirituali fondanti di ogni attività sportiva. Oggi più che mai, è il messaggio di Papa Francesco rilanciato da Athletica Vaticana, si tratta di passare “dall’io al noi”, nello sport e in qualunque ambito della vita. E proprio su questo punto si sta sviluppando anche la “maratona spirituale” che, in Quaresima, le atlete e gli atleti della “squadra del Papa” stanno vivendo insieme.
E così, nel pieno rispetto delle disposizioni sul distanziamento, Athletica Vaticana propone sì di allenarsi per dare il meglio di sè stessi ma anche scegliendo di restare accanto a chi sta vivendo un momento di difficoltà, andando “al passo del più debole” – nello sport e nella vita – come ha espressamente chiesto il Papa alla “sua” squadra. Per essere davvero “fratelli tutti” e tutti con la stessa dignità. Insomma, la persona al centro. Sempre nella linea dell’enciclica “Fratelli tutti”, il progetto di Athletica Vaticana guarda anche alla sobrietà dell’alimentazione. Scegliendo il pane – alimento povero e per tutti – come simbolo. Da qui la collaborazione di amicizia con Emanuele Simone, maestro fornaio, che “inventa” pane, anche a bassissimo indice glicemico, adatto per sportivi ma pure per le persone con diabete. Già il 26 gennaio 2018 Athletica Vaticana aveva dato vita con Simone – con la comunità della parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie al Trionfale – a un seminario sulla corretta alimentazione con la partecipazione di campioni del calibro di Fabrizio Donato, Andrew Howe e Claudio Licciardello. E ora, proprio con lo spirito di attenzione alla persona, nella prospettiva di “Fratelli tutti”, il maestro Simone sta condividendo con le atlete e degli atleti di Athletica Vaticana la sua esperienza proprio per trovare l’equilibrio giusto nel rapporto con il cibo, perchè nulla vada sprecato e si possano trovare concrete strade di condivisone del pane con i più poveri.
Dando vita anche a iniziative per le famiglie povere, con bambini piccoli, assistite dal Dispensario pediatrico vaticano “Santa Marta”. “Sono al lavoro, con gli amici di Athletica Vaticana, e con uno staff di primo livello, per creare prodotti specificatamente studiati non solo per gli sportivi, pensati proprio nello spirito dell’enciclica di Papa Francesco” le parole di Simone. Ecco, dunque, la semplice proposta di Athletica Vaticana per provare davvero a essere “fratelli tutti”: vivere concretamente uno sport capace di passare dall’io al noi, che sappia creare “squadra” e “comunità”. E che non perda il gusto della vocazione e della passione – “l’amatoriale” come il Papa ha detto alla Sampdoria il 19 febbraio – per essere veramente un ponte di pace e di speranza tra donne e uomini di culture e religioni diverse.
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