ROMA (ITALPRESS) – Letsile Tebogo, campione olimpico dei 200 metri (e argento nella 4×400 con il suo Botswana), è stato ricevuto stamani da Papa Francesco in Vaticano. Con lui l’atleta ucraina Anna Ryzykova, bronzo ai Giochi di Londra nella staffetta 4×400, anche lei in gara a Parigi. Tebogo – che venerdì sarà in pista allo stadio Olimpico per il Golden Gala – ha chiesto al Papa una preghiera per sua mamma, Elizabeth Seratiwa, morta lo scorso 18 maggio (aveva 44 anni). E gli ha mostrato le scarpe con le quali ha vinto le Olimpiadi a Parigi: vi sono, infatti, incise le iniziali del nome e la data della nascita della mamma (23.12.1980). A sua volta Ryzykova ha chiesto a Francesco di benedire la sua maglietta, condividendo la preghiera per il suo popolo ucraino che sta soffrendo a causa della guerra. Il Papa, in segno di amicizia, ha firmato le scarpe di Tebogo e la maglietta di Ryzykova.
Tebogo – con il suo allenatore Dose Mosimanyane – e Ryzykova sono stati accolti dagli sportivi di Athletica Vaticana che hanno donato loro il testimone della staffetta (We Run Together – Simul currebant), simbolo inclusivo di Athletica Vaticana, e una maglietta dell’associazione polisportiva ufficiale della Santa Sede. Presenti Carlo Pellegrini, direttore di Vatican Athletics, la federazione vaticana di atletica leggera, Giuseppe Zapparata, velocista di punta del team (terzo posto ai recenti Campionati dei Piccoli Stati d’Europa sui 110 metri ostacoli) con Marco Alpigiani, segretario generale dell’associazione. “Vedendomi vincere l’oro olimpico forse tante persone saranno andate a cercare sulle mappe dove si trova il Botswana e leggendo sulle mie scarpe le iniziali del nome di mia madre e la sua data nascita spero che qualcuno avrà pregato per lei”, dice Tebogo. Proprio le scarpe che ha il Papa ha benedetto raccontano la sua storia. Ha iniziato a correre scalzo nel 2019: il primo paio le ha calzate l’anno dopo, quando ha vinto i campionati nazionali e ha scelto di mettere da parte il calcio (giocava scalzo, naturalmente) per l’atletica. “Correre senza scarpe in Africa e nelle regioni povere del mondo è normale – racconta Tebogo – Le mie prime gare le ho corse con i pantaloni di mio zio. Spero che le mie vittorie sui 100 e sui 200 metri portino attenzioni al Botswana e all’Africa in generale. E’ significativo che gli africani non vengano visti unicamente come atleti che corrono le lunghe distanze”. Non manca una proposta: “Con più strutture anche sportive, sarebbe importante organizzare finalmente le Olimpiadi in Africa: il mondo conoscerebbe culture straordinarie!”. Tebogo è particolarmente commosso di aver ricordato la mamma insieme con il Papa: “Sono certo che mia mamma è felice, era una donna di fede. Quando è morta, per un cancro al seno dopo una lunga battaglia, ho pensato di chiudere con lo sport. Ora ho vinto i Giochi per e con mamma. Per mia sorella, che ha 12 anni, e per me lei è stata ed è tutto. Ci ha dato l’opportunità di crescere nonostante il contesto dove siamo nati: il villaggio di Kanye che nessuno sa dov’è. Sempre insieme, grazie allo sport abbiamo visto città che non pensavamo neppure esistessero”. E aggiunge: “Ero un bambino iperattivo, senza speranze: lo sport e l’amore infinito di mamma hanno consentito di realizzarmi nella vita, fino all’oro olimpico. Ma tutti i bambini in Africa dovrebbero avere queste opportunità”. Il soprannome di Tebogo è school-boy. A lui piace: «Mi hanno chiamato affettuosamente così i compagni di staffetta al World relays in Polonia nel 2021: ero il più piccolo, uno “scolaretto”. Ma resto uno school-boy con l’umiltà che mi ha testimoniato mamma, la mia roccia. La porto in ogni respiro e in ogni passo. E ogni tanto mando un bacio al cielo per lei”.
– credit foto Vatican Media –
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Papa Francesco incontra Tebogo, oro a Parigi nei 200 metri
Il Papa “Spirito olimpico antidoto contro guerre e violenze”
ROMA (ITALPRESS) – “L’autentico spirito olimpico e paralimpico è un antidoto per non cadere nella tragedia della guerra e per porre fine alle violenze. Possa lo sport costruire ponti, abbattere barriere, favorire relazioni di pace. #TreguaOlimpica #Parigi2024”. Ennesimo appello sui social da parte di Papa Francesco, nel giorno della cerimonia di apertura delle Olimpiadi.
– Foto Ipa Agency –
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Papa “Auspico che tutti rispettino la tregua Olimpica”
ROMA (ITALPRESS) – “Mentre la pace nel mondo è seriamente minacciata, auspico vivamente che tutti rispettino la tregua olimpica, nella speranza di risolvere i conflitti e ripristinare la concordia. Che Dio illumini le coscienze di coloro che sono al potere. #Parigi2024”. Così Papa Francesco in un post su X.
– Foto Ipa Agency –
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Athletica Vaticana “A Parigi vincere la medaglia della pace”
ROMA (ITALPRESS) – “A Parigi si aprono venerdì 26 luglio i Giochi olimpici che devono fare i conti con guerre, tensioni e ingiustizie – anche a riflettori spenti – su scala mondiale: la proposta della tregua olimpica – sostenuta più volte da Papa Francesco, fin dallo scorso 13 gennaio con la “sua” Athletica Vaticana – e la partecipazione in gara del Team dei rifugiati sono proprio due proposte di pace che tutti noi, grande famiglia sportiva, rilancia in un tempo buio per l’umanità”. Inizia così la lettera aperta di Athletica Vaticana alle atlete e agli atleti che partecipano ai Giochi olimpici di Parigi. “Le Olimpiadi – e dal 28 agosto le Paralimpiadi – sono anzitutto storie di donne e di uomini che oggi non riescono a fermare «la terza guerra mondiale a pezzi» (come la definisce Papa Francesco), ma suggeriscono la possibilità di un’umanità più fraterna. Attraverso il linguaggio del dialogo sportivo, popolare e a tutti comprensibile – prosegue la missiva – A Parigi, in questi giorni, ciascuno cerca di incarnare i veri valori dello sport: passione, inclusione, fraternità, spirito di squadra, lealtà, riscatto, impegno e sacrificio. Ogni allenamento, ogni sfida superata, ogni momento di difficoltà affrontato con coraggio, vi ha portato a i Giochi olimpici. Con una consapevolezza: lo sport non è solo vittoria o sconfitta, lo sport è un viaggio nella vita che non si fa mai da soli”. Papa Francesco ci ricorda “che lo sport «è una grande “staffetta” nella “maratona della vita” con il testimone che passa di mano in mano, stando attenti che nessuno resti indietro da solo. Adeguando il proprio passo al passo dell’ultimo» (prefazione del libro “Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi”). Già, «al passo dell’ultimo»: l’abbraccio più fraterno è per tutti coloro che ogni giorno vivono – provando anche ad aggrapparsi alla speranza che dà lo sport – realtà difficili, tra guerre, povertà, ingiustizie, tensioni, paure. Confida Papa Francesco: proprio loro ci «raccontano storie di riscatto, speranza, inclusione». Con questo spirito di fraternità anche attraverso lo sport, a poche ore dall’inizio dei Giochi 2024, Athletica Vaticana rilancia, ancora una volta, l’appello di Francesco per una tregua olimpica”. “A Tokyo, tre anni fa, il Comitato olimpico internazionale ha aggiunto la parola “Insieme – Communiter” al famoso motto olimpico “Più veloce, più in alto, più forte”: a Parigi, dunque, saranno Olimpiadi e Paralimpiadi con lo stile “Insieme”. Ci ha scritto Papa Francesco: «In questa prospettiva la parola-chiave per lo sport, oggi più che mai, è “vicinanza”. E’ il primo suggerimento che, come “allenatore del cuore”, propongo sempre ad Athletica Vaticana». Un suggerimento del nostro “coach” d’eccezione, Francesco, che volentieri fraternamente condividiamo: vicinanza!”. “Nessuno è solo nell’esperienza e nel gesto dello sport: accanto c’è sempre una squadra, una famiglia, una comunità. A Parigi ogni atleta olimpico sta per vivere il sogno che ha costruito fin da bambino: è la grande occasione che arriva – finalmente – dopo averla progettata, preparata, lungamente attesa. Un’opportunità da non sprecare, umanamente e sportivamente. C’è un altro suggerimento che “coach Francesco” propone sempre: anche al più alto livello, sì anche alle Olimpiadi, fa la differenza mantenere lo spirito “amateur” di gratuità, quello stile di semplicità che mette freno alla ricerca smodata del denaro e del successo “a tutti i costi”. Con il rischio di travolgere tutto nel nome del profitto, facendo perdere la gioia che attrae fin da piccoli nella passione sportiva. Amica e amico atleta, con la bellezza e la lealtà del gesto sportivo di ciascuno e senza far mai ricorso scorciatoie – è sempre meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca – i Giochi possono essere opportunità di speranza, nelle piccole e nelle grandi questioni di ogni persona e dell’umanità. Sì, le Olimpiadi e le Paralimpiadi possono essere strategie di pace e antidoto ai giochi di guerra. Per vincere, insieme, la medaglia della fraternità. Con un abbraccio di amicizia sportiva e con gratitudine per le emozioni che vivremo!”, termina la lettera aperta.
– Foto Ufficio Stampa Athletica Vaticana –
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Papa “Olimpiadi siano occasione per stabilire una tregua nelle guerre”
ROMA (ITALPRESS) – “Questa settimana inizieranno i Giochi Olimpici di Parigi che saranno seguiti dai Giochi Paralimpici. Lo sport ha anche una grande forza sociale, è capace di unire pacificamente persone di culture diverse. Auspico che questo evento possa essere segno del mondo inclusivo che vogliamo costruire e che gli atleti con la loro testimonianza sportiva siano messaggeri di pace a validi modelli per i giovani e in particolare secondo l’antica tradizione le Olimpiadi siano occasione per stabilire una tregua nelle guerre, dimostrando una sincera volontà di pace”. Lo ha detto Papa Francesco in occasione dell’Angelus domenicale a Piazza San Pietro invitando a ricercare la pace nei vari conflitti. “Preghiamo per la pace. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina Israele, il Myanmar e i tanti altri paesi che sono in guerra. Non dimentichiamo che la guerra è una sconfitta” ha concluso il Santo Padre.
foto: Agenzia Fotogramma
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Dal Papa messaggio di solidarietà per il match di cricket a Windsor
LONDRA (INGHILTERRA) (ITALPRESS) – Papa Francesco ha inviato un messaggio in occasione della partita tra la squadra di re Carlo (King’s XI) e il team vaticano di cricket che si è giocata, oggi pomeriggio, nello splendido scenario del castello di Windsor. Per la cronaca, vittoria di misura per la squadra reale inglese 99-98 all’ultimo Over. “Sua Santità – si legge nel messaggio indirizzato dal Papa al cardinale Josè Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, e letto, prima della partita, da padre Eamonn O’Higgins, direttore del Team vaticano di cricket che fa parte di Athletica Vaticana -confida che questo gioioso evento sportivo costruirà ponti di solidarietà fraterna, promuoverà l’unità dei cristiani e promuoverà generose iniziative di beneficenza al servizio dei nostri fratelli e sorelle più bisognosi”. Con questo match si è concluso il decimo Light of Faith Tour del team vaticano di cricket, iniziato il 28 giugno. Le altre partite sono state giocate con la Nazionale inglese seniores e con la St. Mary’s University. Venerdì 5 il rientro a Roma.
– foto Ipa Agency –
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La squadra vaticana di cricket sfida quella di Re Carlo
ROMA (ITALPRESS) – Un match con il Kings XI, la squadra di Re Carlo, nel castello di Windsor, mercoledì 3 luglio sarà il momento culminante del decimo Light of Faith Tour del team vaticano di cricket. A Londra, tra il 28 giugno e il 5 luglio, sono in programma 4 partite – anche con la Nazionale inglese e la St. Mary’s University – e significativi momenti di spiritualità, solidarietà e cultura. A Windsor con il Royal Household Cricket Club, sempre con obiettivi solidali, il team vaticano ha già giocato nel 2018 davanti alla Regina Elisabetta.
“Siamo sacerdoti e seminaristi che giocano a cricket, non siamo ‘cricketistì professionisti, che sono anche sacerdoti e seminaristi”, dice padre Eamonn O’Higgins, irlandese, direttore della squadra di cricket che, nell’ambito di Athletica Vaticana, sta dando vita a un’esperienza di spiritualità sportiva, guidata dal coach australiano Dane Michael Kirby.
Sono nove i Light of Faith Tour promossi dal team, in uno stile di comunità sacerdotale e di attenzione ai più poveri – con partite giocate nelle periferie, nelle carceri e con ragazzi con disabilità – in Inghilterra, Portogallo, Italia (Calabria), Argentina, Kenya, Malta e Spagna. E molte squadre arrivano a Roma da diverse parti del mondo per giocare con il Vatican XI nel campo delle Capannelle.
Papa Francesco ha più volte personalmente incoraggiato la squadra di cricket, assieme a tutta la comunità sportiva di Athletica Vaticana, indicando la missione di “promuovere la fraternità, l’inclusione e la solidarietà”, di testimoniare “la fede cristiana tra le donne e gli uomini di sport, amatori e professionisti” e di condividere “la vita degli altri sportivi, correndo o pedalando o giocando insieme con loro”.
Obiettivo centrale del team è il dialogo, anche attraverso lo sport, con altre comunità cristiane – sono state giocate partite con il team promosso dell’arcivescovo anglicano di Canterbury – e interreligiose (ebrei, musulmani, induisti, buddisti, sikh). La squadra è composta da sacerdoti e seminaristi di India, Sri Lanka, Pakistan, Inghilterra e Australia, impegnati in attività di studio e pastorali a Roma.
– foto Ufficio Stampa Athletica Vaticana –
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Athletica Vaticana 3^ a Campionati Piccoli Stati d’Europa
ROMA (ITALPRESS) – Storico terzo posto per Athletica Vaticana ai Campionati di atletica leggera dei Piccoli Stati d’Europa che si sono svolti oggi, sabato, a Gibilterra: lo ha ottenuto Giuseppe Zapparata nei 110 metri ostacoli. La gara è stata vinta dal cipriota Konstantinos Tziakouris davanti al monegasco Axel Remy. Zapparata aveva appena corso una frazione della staffetta che Athletica Vaticana ha chiuso all’ottavo posto (a Malta la vittoria). Ottimi risultati anche per Giuseppe Tetto, sesto nel lancio del peso (vittoria per il montenegrino Tomas Durovic); Emiliano Morbidelli, quinto nei 5000 metri (vittoria per l’armeno Yervand Mkrtchyan); e Carlo Pellegrini, nono nella corsa in montagna (vittoria per Kelvin Gomez, atleta di Gibilterra). Con i colori di Athletica Vaticana ha preso parte alla staffetta anche Rien Schuurhuis. A coordinare la partecipazione la vicepresidente Valentina Giacometti e il direttore tecnico Claudio Carmosino. Già nella precedente edizione dei Campionati, a Malta, Athletica Vaticana aveva ottenuto il terzo posto con Sara Carnicelli nei 5000 metri. Con lo stile di fraternità sportiva che la caratterizza, come indicato da Papa Francesco, Athletica Vaticana domani preparerà una “cena all’italiana” alle persone con disabilità intellettiva, e ai loro familiari, che fanno parte dell’Associazione “Fede e Luce”. E proprio il Papa – nella prefazione del libro “Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e Paralimpiadi”, appena pubblicato da Libreria editrice vaticana – si definisce “allenatore del cuore” di Athletica Vaticana indicando la “vicinanza” come il modo migliore per vivere l’esperienza sportiva. Particolarmente significativo il dono del testimone della staffetta, benedetto e firmato da Francesco, consegnato simbolicamente alla comunità sportiva dei Piccoli Stati d’Europa proprio per rilanciare da Gibilterra – al confine dell’Europa, di fronte all’Africa – un messaggio di fraternità, inclusione e solidarietà attraverso lo sport perchè a vincere sia la pace. In questa prospettiva significativi gli incontri di amicizia rilanciati, in questi giorni, da Athletica Vaticana con le atlete e gli atleti di Albania, Andorra, Armenia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Cipro, Georgia, Gibilterra, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Malta, Moldova, Monaco, Montenegro e San Marino.
– Foto Ufficio Stampa Athletica Vaticana –
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