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Ghirelli “Sarebbe un dono il Beato Acutis patrono Serie C”

ROMA (ITALPRESS) – I 59 club di Serie C si mobilitano per realizzare il sogno di Lega Pro: avere il beato Carlo Acutis come protettore dei giovani del pallone. Prosegue così il percorso iniziato con la richiesta avanzata alla Conferenza Episcopale Italiana e al Cardinal Bassetti e che ora vede manifestazioni di attenzione e di sensibilità da parte delle squadre e del mondo di Lega Pro. “Il nostro più profondo desiderio è legato al Beato Carlo Acutis, ad una vita luminosa donata agli altri, al suo valore, alla passione per il calcio. In un momento difficile come quello attuale, sarebbe un dono per i giovani avere a riferimento una figura come quella di Carlo – dichiara Francesco Ghirelli, Presidente di Lega Pro – Il Beato Acutis era espertissimo di internet che, come il pallone, parla un linguaggio universale”. Lega Pro ed i club hanno incontrato virtualmente Antonia Salzano, la madre di Carlo. “La testimonianza sul figlio è stata un regalo per tutti. Cuore, coraggio e valori sono le basi da cui nascono i progetti di solidarietà ai quali i nostri club danno vita ogni giorno” conclude Ghirelli. E’ iniziata così una nuova “partita del cuore” che vede protagonisti i club della C con una raccolta di firme affinchè il sogno di avere il Beato Acutis come patrono si trasformi in realtà.
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La Samp in udienza dal Papa “Le vittorie più belle quelle di squadra”

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ROMA (ITALPRESS) – Lo sport, come anche il calcio, può essere “una strada di vita, di maturità e di santità”. Papa Francesco indica questa via ricevendo in udienza dirigenti e calciatori della Sampdoria. Il Papa ricorda che “mai si può andare avanti da soli” ma “sempre in squadra” e indica due aspetti centrali legati allo sport. “Due cose sottolineo, questa è la prima – le sue parole riportate da Vatican News – in squadra, tutto si fa in squadra. Le vittorie più belle sono quelle della squadra. Da noi, al giocatore di calcio che gioca per sé stesso, diciamo che ‘si mangia il pallone’: prende il pallone per sé e non guarda gli altri. La seconda cosa: non perdere lo sport amatoriale, lo sport che nasce proprio dalla vocazione di fare. Gli altri interessi sono secondari, l’importante è che sempre rimanga l’amatoriale”. Le parole del Pontefice sono state precedute da quelle del presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, e dall’allenatore Claudio Ranieri, che hanno ringraziato il Papa per l’udienza in Vaticano. La squadra ha portato in dono al Santo Padre una maglia blucerchiata con la scritta “Papa Francesco” e un gagliardetto commemorativo dell’incontro.
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Zambrotta e Paulo Sousa “Compito degli allenatori è educare”

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ROMA (ITALPRESS) – Idee, passione e amore per il calcio perchè i valori dello sport vengono prima di tutto. È il messaggio emerso dall’incontro virtuale “Vale la pena vincere tutto?”, organizzato dalla Fondazione Scholas Occurrentes, in collaborazione con il comune di Cascais (Portogallo) e con il supporto di Remarkable Communication & Image Management, l’Istituto Italiano of Culture Lisbon e del Settore Giovanile e Scolastico della Figc. “Si può competere e cooperare allo stesso tempo? Dobbiamo creare qualcosa di nuovo e quel qualcosa il Papa in ‘Fratelli Tutti’ chiama Cultura dell’Incontro”, ha sottolineato Enrique Palmeyro. Al confronto hanno preso parte due grandi ex giocatori come Gianluca Zambrotta e Paulo Sousa.”Gli allenatori devono far crescere i giocatori – ha sottolineato il primo – Credo che sia in campo amatoriale che in quello professionistico le regole debbano essere la base, il fondamento. I valori di impegno, rispetto, disciplina, sacrificio e di un sano spirito di competizione devono essere alla base di ogni sport. Chiaramente nel calcio professionistico per molti la vittoria è più importante; in una competizione tutti vorremmo vincere, ma a volte perdere serve a riconoscere ed accettare i propri limiti e superare noi stessi”.

 

“Quando sono nel ruolo di allenatore penso a educare, ‘creare’ un giocatore, stimolarlo mentalmente a livello tattico – è invece l’esperienza di Paulo Sousa, neo ct della Polonia – Parliamo quindi di aiutare il giocatore a pensare, non dandogli risposte, ma guidandolo a scoprire la sua risposta. Abbiamo bisogno di un lavoro profondo, di essere molto creativi, perché all’interno di un team ci sono culture diverse. Abbiamo bisogno di illuminare gli altri su un percorso collettivo, rispettando le scelte personali e le differenze. Come allenatori di club abbiamo la possibilità di farlo ogni giorno”. Al dibattito ha contribuito anche Vito Di Gioia, segretario Settore Giovanile e Scolastico della Figc: “Quello che unisce noi e Scholas sono soprattutto i valori con i quali lavoriamo ogni giorno perché pensiamo che il calcio sia uno strumento incredibile per diffonderli e per questo siamo anche convinti che i valori sportivi siano anche principalmente valori tecnici. Partire dal valore dell’educazione, partire dall’importanza della formazione è ció che abbiamo in comune con Scholas”.
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Mancini “Mi commuovono i bambini, la fede mi ha aiutato”

ROMA (ITALPRESS) – Un Roberto Mancini a tutto tondo è quello che si è raccontato a Pierluigi Diaco, nella prima puntata del nuovo programma “Ti sento”, andata in onda ieri, martedì, in seconda serata su Rai2. Momenti di vita vissuta del ct della nazionale di calcio, emersi attraverso un percorso sonoro, fatto di suoni, suggestioni, rumori: gli esordi calcistici, la famiglia, gli amici, la sua infanzia, la fede, il suo carattere, la musica. Il suono della campanella della scuola ha acceso in Mancini il tenero ricordo della sua maestra delle elementari, svelando un aneddoto di quando era bambino: “Si chiamava Anna Maria Bevilacqua. Io ero un pò vivace quando ero piccolo e quindi a scuola qualche volta creavo qualche problema, durante le lezioni… Ero poco attento o magari non studiavo molto, la maestra parlò con mia mamma e mio papà: ‘La mattina prima di venire in classe, anzichè il latte, dategli la camomilla…’ e quindi per un pò mi diedero la camomilla la mattina. Questa maestra mi voleva veramente bene, era molto affezionata”. Alla domanda “Che cos’è che ti commuove?”, Mancini ha risposto: “Mi commuovono i bambini o pensare che un bambino possa perdere i genitori da piccolo. Questa è una cosa che mi commuove molto perchè penso che non sia giusto. Penso che non sia giusto che un bambino non possa crescere con i propri genitori”. Di grande intensità il racconto del ct sul suo rapporto con la fede ed in particolare con Medjugorje e Vicka, una delle veggenti. “Tu credi nelle apparizioni della Madonna?”, ha chiesto Diaco. “Io credo. Sì io ci credo. Sono andato diverse volte, ho parlato con Vicka, con gli altri veggenti…”. “E’ vero che lei ti è apparsa in sogno, prima che tu la incontrassi? E questo sogno come la rappresentava?” “Mi aveva parlato di Medjugorje tanti anni fa il nostro parroco di Genova, della Samp. Lui andava negli anni quando era impossibile quasi andare, quindi stiamo parlando degli anni ’80, ’82-’83, era quando c’erano problemi. Io non l’avevo mai vista, cioè non l’avevo mai conosciuta, eppure prima di andare mi è apparsa in sogno, non ho proprio la minima idea. Non lo so, è stata una cosa veramente stranissima. Poi sono andato e gliel’ho anche detto. Ci siamo parlati diverse volte, io capisco che ci possano essere persone che non credono in questo, io credo che il pensiero vada rispettato. La mia è una posizione diversa. Sono per la libertà di pensiero assoluta. La fede mi ha aiutato nei momenti un pò più difficili della mia vita. Mi aiuta anche adesso… Quando vado a messa passo un’ora migliore probabilmente delle altre a volte – conclude Mancini – Ci sono stati momenti di difficoltà e mi ha aiutato”.
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Spezia da Papa Francesco “Bravi, lo sport è una meraviglia”

ROMA (ITALPRESS) – La vittoria all’Olimpico in casa della Roma, la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia e gli elogi di Papa Francesco. La magica serata dello Spezia, ha avuto un prologo eccezionale anche stamane. “Prima di tutto, complimenti, perchè ieri siete stati bravi. Complimenti! In Argentina si balla il tango e il tango è la musica due per quattro [si basa sul tempo dei due quarti]. Voi oggi siete 4 a 2 [si riferisce alla vittoria della sera precedente], va bene. Complimenti e coraggio!”. Le parole che il Papa ha rivolto allo Spezia durante la visita della squadra, prima dell’udienza generale. “Grazie per questa visita, perchè a me piace vedere lo sforzo dei giovani e delle giovani nello sport, perchè lo sport è una meraviglia, lo sport “porta su” tutto il meglio che noi abbiamo dentro. Continuate con questo, perchè ti porta a una nobiltà grande. Grazie per la testimonianza”, ha aggiunto Papa Francesco.

Un evento senza precedenti per il Club di via Melara, con dirigenti, staff e calciatori visibilmente emozionati – sottolinea lo Spezia sul proprio sito internet -. A fare da portavoce della proprietà e del club il consigliere Maurizio Felugo e il presidente Stefano Chisoli, il quale ha donato al Santo Padre un pallone firmato da tutta la squadra e una teca contenente una maglia da gioco delle Aquile con la scritta Francesco 1″. “L’udienza privata di questa mattina è stata davvero una grande emozione e motivo di orgoglio; aver conosciuto Papa Francesco insieme a tutta la squadra non è stato soltanto un grande onore personale, ma lo è stato anche per la proprietà che rappresento e che ha accolto con entusiasmo la notizia dell’incontro”, le parole del presidente al termine dell’incontro.
Emozionato anche il tecnico dei liguri, Vincenzo Italiano: “Papa Francesco è un uomo che trasmette grande pace e serenità; ricevere i suoi complimenti è stato veramente meraviglioso”. Al termine dell’udienza, l’intero gruppo ha potuto approfittare di una visita guidata alla Basilica di San Pietro, prima di fare rientro in hotel in vista dell’allenamento pomeridiano.
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Fiamme Gialle e Athletica Vaticana sul percorso “Fratelli tutti”

ROMA (ITALPRESS) – Fiamme Gialle e Athletica Vaticana insieme sul percorso FRATELLI TUTTI, nell’ambito della Corsa di Miguel! Tre giri delle mura vaticane (10 km) per rilanciare il messaggio di fraternità universale di Papa Francesco anche attraverso lo sport! Protagonisti Margherita Magnani e Giordano Benedetti accompagnati da Mirko Taliani e Carlo Pellegrini.
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Canotta personalizzata per Papa Francesco dagli Atlanta Hawks

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Un regalo speciale per Papa Francesco. Sua Santità ha ricevuto dagli Atlanta Hawks, squadra Nba, una canotta personalizzata in occasione dell’anniversario della nascita di Martin Luther King. In un breve video su Twitter, gli Hawks mostrano il Santo Padre mentre apre il pacco arrivato dalla Georgia e trova la canotta col numero 1 e il nome “Francis” sulle spalle e davanti la scritta MLK, le iniziali del reverendo che nacque il 15 gennaio 1929 ad Atlanta. Papa Francesco ha poi benedetto la maglia degli Hawks “condividendo il nostro impegno verso un cambiamento positivo improntato all’eguaglianza sociale, all’emancipazione economica e all’amore”.

Gemellaggio tra Lazio e Nazionale dei Sacerdoti

ROMA (ITALPRESS) – “Il calcio è fratellanza, aiuto per chi è in difficoltà, occasione di incontro e di divertimento”. Con questo spirito il Presidente della Lazio Claudio Lotito ha annunciato il gemellaggio della sua squadra con la Nazionale di calcio dei sacerdoti. A sancire la partnership sarà uno scambio di maglie tra il Presidente Lotito, accompagnato da Marco Parolo, e il CT e il capitano della Nazionale dei sacerdoti, Moreno Buccianti e don Walter Onano, a bordo campo, subito prima del derby. “La Società Sportiva Lazio – ricorda Lotito – divenne ente morale con regio decreto nel 1921 come riconoscimento dell’attività dei suoi dirigenti. Tale riconoscimento da allora ci vede impegnati in prima linea nella diffusione dei valori dell’inclusione, del rispetto e della fratellanza”. La squadra dei sacerdoti, fondata 15 anni fa, quest’anno ha ricevuto la Ghirlande D’Honneur e ha portato Papa Francesco a scrivere loro una lettera di benedizione e di incoraggiamento per la loro attività. Questa unione vedrà la Lazio portare messaggi di speranza e di aiuti in tutto il mondo attraverso le competizioni disputate dalla Selecao, che indosserà i colori della Lazio quale simbolo di unione tra i comuni valori sportivi e sociali di cui entrambe le realtà si fanno portatrici.
“E’ partendo da questi principi – conclude il presidente della S.S. Lazio – che apriamo il nostro 121° anno di storia biancoceleste, che ci vedrà impegnati nella missione di rendere sempre di più il calcio strumento di concordia e di diffusione di valori condivisi”.
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