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TACCHINARDI “MEGLIO ORATORI CHE SCUOLE CALCIO”

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Riportare il calcio di base agli oratori. Ci crede Alessio Tacchinardi, undici anni nella Juventus ed esordiente in Nazionale a soli 19 anni, protagonista delle prossima puntata di “Solo chi c’ha Fede – il lato umano dello sport”, in onda domani alle ore 22.40 su Sportitalia. Partito dall’oratorio, fra un’infanzia difficile e tanti ostacoli da superare, con tanta tenacia, sacrifici e i giusti punti di riferimento, Tacchinardi è riuscito a fare molta strada: “Professionalmente sono nato all’oratorio, un ambiente sano dove il pallone è prima di tutto divertimento, non come oggi dove le tante ‘scuole calcio’ trattano ragazzini di otto, nove anni come se fossero già professionisti, eliminando quella parte ludica che per me è stata fondamentale. Quando giocavo nell’Atalanta, per aiutarmi mi avevano spostato in una squadra di ragazzi più grandi di età, ma l’allenatore non mi faceva giocare e quando giocavo mi criticava sempre, tanto che avevo quasi perso le motivazioni. Grazie ai consigli di mio padre, ho tenuto duro e quell’anno mi è servito per diventare più forte”.

Per l’ex centrocampista bianconero indossare la maglia della Juventus “è stato come toccare il cielo con un dito, perché mio padre mi portava sempre a vedere la Juve giocare ed io sognavo di poterla indossare un giorno”. Tacchinardi non si è solo dimostrato un grande sportivo, ma un uomo capace di crescere umanamente e professionalmente grazie alle esperienza negative che ha vissuto, perché “non ho avuto un’infanzia facile, la mia famiglia era piena di debiti e d’estate, quando tutti i miei amici andavano in vacanza, io andavo a lavorare per aiutare mio padre. Non ho vissuto negativamente questa esperienza, anche se avevo solo tredici anni, ero soddisfatto di poter essere di aiuto alla mia famiglia”.

AL VIA A ROMA LA 5^ CLERICUS CHESS

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Il 30 Novembre e l’1 Dicembre i preti, le suore e i religiosi scacchisti di tutto il mondo si danno nuovamente appuntamento a Roma, per la alla 5° Clericus Chess, vero e proprio Campionato del Mondo di Scacchi per preti, suore e religiosi (due i i tornei in programma: 4° Clericus Chess International-Open Internazionale di Scacchi per Sacerdoti e Religiosi/e e 5° Campionato Italiano di Scacchi per Sacerdoti e Religiosi/e). La manifestazione sarà ospitata dell’Istituto Santa Maria dei Religiosi Marianisti di viale Manzoni 5 in Roma (con ingresso libero). In programma anche: venerdì 30 novembre, alle ore 10.30, la conferenza “L’importanza della promozione sportiva per lo sviluppo delllo sport e degli scacchi in Italia” nell’ambito della conferenza “Scacchetesi: il catechismo con gli scacchi ora è realtà” a cura dell’istruttore FSI Andrea Rossi.
(ITALPRESS).

MONS. GANSWEIN INCONTRO’ SCHUMI “SENTE L’AMORE”

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“Mi sono seduto di fronte a lui, l’ho toccato con entrambe le mani e l’ho guardato. La sua faccia, come tutti sappiamo, e’ il tipico volto di Michael Schumacher, e’ diventato solo un po piu’ pieno”. Cosi’, in un’intervista al settimanale tedesco Bunte, l’arcivescovo Georg Ganswein, prefetto della Casa Pontificia e collaboratore degli ultimi due Papi, ha raccontato il suo incontro con il sette volte campione di F.1 Michael Schumacher (che compira’ 50 anni il prossimo 3 gennaio) dopo l’incidente di Meribel del 2013 che lo ha visto coinvolto. Monsignor Ganswein ha incontrato Schumacher nel 2016 e non ha parlato prima dell’incontro in segno di rispetto della moglie Corinna e dei figli. “Sente che intorno a lui ci sono persone che lo amano, che si prendono cura di lui e, grazie a Dio, lo tengono lontano dal pubblico troppo curioso. Un malato ha bisogno di discrezione e comprensione e la famiglia e’ il nido protettivo di cui Michael ha disperatamente bisogno. Sua moglie e’ l’anima della famiglia e ovviamente includo Michael e la sua famiglia nelle mie preghiere” ha concluso Ganswein.
(ITALPRESS).

DON FROILAN E’ IL NUOVO CAMPIONE DEL MONDO CLERICUS CHESS

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Padre Sulit Froilan JR è il nuovo campione del mondo di scacchi della 5a Clericus Chess 2018, che si è conclusa oggi a Roma, presso l’Istituto Santa Maria dei Marianisti. Si conferma campione italiano, per la terza volta, Padre Gennaro Cicchese. Padre Sulit Froilan Jr. è un giovane sacerdote Filippino che presta il suo servizio sacerdotale in Italia a Trieste. Padre Gennaro Cicchese è un docente della Pontificia Università Lateranense. Padre Sulit Froilan ha preceduto Padre Gennaro Cicchese (Roma) e Don Valerio Piro (Napoli). Questi ultimi due, occupano, ovviamente, le prime due posizioni nel Campionato italiano. Sul terzo gradino del podio Fra’ Marcello di Tora (Catania) che presta servizio presso i frati Domenicani a Palermo. Il torneo è stato il più emozionante delle cinque edizioni finora disputate, poichè è stato combattutissimo e, fino all’ultimo turno di gioco, erano in quattro a contendersi il titolo iridato.
Partecipatissima, ieri, anche la conferenza “L’importanza della promozione sportiva  per favorire il preagonismo e l’agonismo nello sport (con approfondimento sugli Scacchi)”, con relatori Giuseppe Sgrò (Psicologo e esperto/docente CONI-Lombardia/UISP-Unione Italiana Sport per Tutti; e Andrea Rossi (istruttore FSI-Federazione scacchistica Italiana e autore della Scacchetesi-Il catechismo con gli scacchi).

FERRI “TRASMESSO AI FIGLI IL VALORE FAMIGLIA”

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Riccardo Ferri, ex difensore dell’Inter e della storica Nazionale dei Mondiali di Italia 90, nel salotto di “Solo chi c’ha Fede – il lato umano dello sport” racconta la sua vita privata, parlando a ruota libera del suo rapporto con la famiglia, con lo sport, con il grande Giovanni Trapattoni e con il calcio di oggi. “Ho due figli maschi, Marco e Stefano. Nessuno dei due nella vita è diventato calciatore. Il più grande, Marco, però è molto appassionato di calcio e quando era più piccolo ha provato ad affrontare la carriera calcistica. Io non l’ho mai spinto, ma gli dicevo che se voleva giocare ad alti livelli doveva impegnarsi tutta la settimana, non solo la domenica quando c’è la partita. A lui, però, piaceva divertirsi, quindi, quando mi chiese se avesse il potenziale per diventare un grande calciatore, gli risposi prima da tecnico, poi da papà dicendogli di no, perché aveva sì una predisposizione per giocare a pallone, ma non lo vedevo determinato nel perseguire un obbiettivo così difficile. Marco ha così scelto gli studi e in quello ha avuto grandi soddisfazioni bruciando le tappe”. La famiglia è un valore importantissimo: “Ho sempre avuto un grande esempio nei miei genitori ed in mio fratello più grande. Ai miei figli ho cercato di trasmettere proprio il valore della famiglia, che per me è una delle cose più importanti nella vita”.
Un concetto che Ferri sottolinea anche quando parla di sua figlia Stefania, adottata quando aveva tre anni, con cui l’ex Azzurro ha un legame molto stretto. “Tanti anni fa collaboravo con una comunità in provincia di Lodi dove c’erano bimbi che cercavano qualcuno che li adottasse e, con la mia ex moglie, dal primo momento che abbiamo visto Stefania ci siamo innamorati della luce che brillava nei suoi occhi e nel suo splendido sorriso. Così abbiamo fatto tutte le pratiche per farla entrare nella nostra famiglia. Oggi ha venti anni e quella luce è rimasta uguale, dico sempre che sono molte di più le cose che lei è riuscita a dare a noi di quelle che noi abbiamo dato a lei. E’ una ragazza eccezionale, oggi studia a Milano, ma vado molto spesso a trovarla”. Tra i grandi Campioni che l’ex difensore neroazzurro ha affrontato, c’è sicuramente Diego Armando Maradona, che Ferri definisce “Il più grande di tutti, era incredibile anche solo vederlo riscaldare prima della partita, un attaccante impossibile da fermare senza poter contare sul supporto di tutta la squadra. Ricordo ancora quando giocammo contro il suo Napoli: fece i primi venti minuti con la scarpe slacciate, roba da incredibile fuoriclasse perché riusciva a trasformare le cose difficili in semplici”.
(ITALPRESS).

“SIATE ARTISTI”, AUGURI CEI A SPORTIVI

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“Ciao! Amica, amico del mondo dello Sport, scendi in vita… da artista!”. Inizia così il messaggio al mondo dello sport per il Natale 2018 da parte dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo libero, turismo e sport della Cei. “A te che giochi e gareggi come artista… sei unico, sei unica! È la tua unicità che ti rende prezioso, non le imprese che da campione compi. Un’unicità che sei chiamato a scoprire ogni giorno nello sport, ma soprattutto in quel riflesso che attraverso lo specchio ti racconta che nei tuoi occhi vive luce e  nel tuo sorriso si scorge la bontà e nelle tue mani è racchiusa tenerezza – si legge – Come  artista…crei! Crei  spettacolo, non solo nelle tue gare o nelle tue partite, ma soprattutto in quella quotidianità nascosta in cui modelli il tuo essere uomo o donna nell’impegno a farti dono per qualcuno, soprattutto per chi ti guarda con gli occhi incantati per ciò che sei e fai. A chi fa  il tifo per te non dare solo soddisfazioni sportive, ma dai soprattutto motivazioni vitali, perché lui, come te, faccia della sua vita un capolavoro. Come  artista… crei emozioni! Lo sport fa  tremare lo stomaco e vibrare il cuore, fa tornare bambini e fa sentire pienamente vivi”.

“E sperimenterai quant’è bello essere testimonial di vita autentica, quella in cui si piange e si ride, ma soprattutto non si smette mai di sognare”. “A te che dirigi e alleni come artista… colori! Non c’è felicità più grande per chi, ogni giorno, mette al primo posto e allena non solo il corpo, ma anche la testa e il cuore. Come  artista scegli il tuo stile! Dai tuoi atleti, oltre che pretendere la preparazione atletica, devi iniziare a pretendere la preparazione umana,  allenando la loro capacità di vivere per gli altri negli oratori, nelle scuole, negli ospedali, nelle  carceri…e questo non a Natale, ma ogni settimana!”. Il messaggio della Cei si rivolge a chi arbitra, a chi guarda “tutto diversamente” e insegna a “fare altrettanto, invitando a guardare sempre oltre l’apparenza, perché c’è un mistero in ogni cosa da cogliere e da tirare fuori, per scoprire che tutto ha un senso…anche quel fischio che chiede attenzione sul tempo e sugli errori e cerca di farsi freccia segnaletica sulla via del fair play e del rispetto”. C’è poi chi sta dietro le quinte, dai magazzinieri ai medici, passando per i giornalisti, “se non ci fossi tu non ci sarebbero i campioni! E ci insegni che la più grande opera d’arte nasce dal mettersi a servizio di qualcuno”.

E chi tifa, come artista, “vive di stupore. Campioni non ci si improvvisa, ma ci si allena! E i campioni autentici si riconoscono non nel campo da gara o da gioco, reale o virtuale che  sia,  ma lungo la strada della vita in base a quante carezze, a quanti sorrisi, a quanto tempo sanno donare! Sono quelli i campioni per cui scegli di fare il tifo!”. “A voi tutti…Come artisti… fate scuola con quei ragazzi e con quelle ragazze che vi seguono, mettono su di voi i loro like e cosa non farebbero per essere come voi! Questo vi investe di responsabilità! La responsabilità di chi depone le vesti del famoso e indossa l’abito dell’uomo e della donna felice… di dare più che di ricevere, di uscire sulle pagine della cronaca bianca, più  che  su  quelle  della cronaca rosa. Siate artisti… fino alla fine! Non mollate mai! Non stancatevi mai di  mostrare ciò che siete: un grande e unico spettacolo vivente!”. 

NAZIONALE CALCIO AMPUTATI RICEVUTA DAL PAPA

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Giornata speciale quella di oggi per la Nazionale italiana calcio amputati. Gli Azzurri, guidati dal presidente Fispes Sandrino Porru e capitanati da Francesco Messori, sono stati ricevuti da Papa Francesco in occasione dell’Udienza Generale del mercoledì presso l’Aula Paolo VI del Vaticano. La delegazione, visibilmente emozionata, ha portato in dono al Papa la maglia azzurra indossata durante i Mondiali del Messico dello scorso ottobre. Papa Francesco si è fermato a parlare con ognuno di loro e ha ascoltato con attenzione la storia del numero 10 Stefano Starvaggi, recentemente scomparso e sempre presente nei pensieri dei compagni di squadra. “Oggi è una giornata memorabile – le parole di Porru – L’incontro con il Santo Padre è stata un’emozione molto forte, la sua umanità ci ha riempito i cuori. Il Papa è una persona solare ed aperta e ci ha dato la sensazione di essere un padre che accoglie, che ha una attenzione importante verso il mondo della disabilità e verso quello che noi proponiamo in termini di pratica sportiva e di supporto della persona”. “Siamo onorati di essere stati ricevuti da Papa Francesco – gli fa eco Messori – Il Papa è una persona molto semplice e davvero di grande cuore. Siamo rimasti colpiti dal fatto che ha voluto conoscere la storia di Stefano che ci ha lasciati da poco, promettendo che avrebbe portato il suo conforto alla moglie”.

NASCE ATHLETICA VATICANA, PRIMA ASD PER SANTA SEDE

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Un piccolo primo passo ma dall’altissimo valore simbolico. Sta per nascere Athletica Vaticana, la prima associazione sportiva dilettantistica della Santa Sede. “Una grande novità – racconta con orgoglio all’Agenzia Italpress Monsignor Melchor Sanchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura presieduto dal Cardinale Gianfranco Ravasi – Questo gruppo in realtà già esisteva come esiste in Vaticano un campionato di calcio ma ora ci sarà un’associazione che potrà tesserare i suoi membri, cosa che prima non era possibile”. La presentazione ufficiale è fissata per il 10 gennaio alle 11 nella sala stampa della Santa Sede, alla presenza del cardinale Ravasi – a cui è stata affidata Athletica Vaticana -, del presidente del Coni Giovanni Malagò e del numero uno del Cip, Luca Pancalli, in quanto la nuova associazione sta già collaborando con gli atleti con disabilità. Monsignor Sanchez precisa che non si può parlare di una vera e propria Federazione “ma assolverà di fatto le sue funzioni. Dal punto di vista pratico cambia poco o nulla ma dal punto di vista simbolico è davvero qualcosa di importante”.

La nuova associazione di atletica della Città del Vaticano spera di vedere i suoi tesserati prendere parte a un numero via via maggiore di manifestazioni. “Non avremo grandi atleti professionisti perchè i nostri tesserati sono i dipendenti delle amministrazioni vaticane, ma ci auguriamo che la loro partecipazione ai meeting minori diventi sempre più frequente, anche perchè alcuni di loro sono davvero forti”. “Alla maratona di Roma – ricorda il sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura – una guardia svizzera e un dipendente dei Musei Vaticani sono arrivati fra i primi 50 e una collega della farmacia vaticana ha vinto la mezza maratona di Vienna. E alla Roma Half Marathon Via Pacis la seconda e terza classificata hanno corso con la maglia dell’Athletica Vaticana”. La nascita di AV è comunque un primo passo verso la costituzione di altre associazioni sportive dilettantistiche. “Abbiamo aperto una strada, un canale che potrà essere usato da altre realtà, magari il calcio o il ciclismo che è molto popolare anche tra i dipendenti vaticani, o gli sport invernali”. E chissà che allora, in un futuro non poi così lontano, non nasca anche qualcosa di più.

“Tutte queste realtà sportive che nasceranno nel tempo potrebbero rappresentare l’embrione di un qualcosa simile a un Comitato olimpico – conferma Monsignor Sanchez – Per motivi tecnici non è possibile costituire un Comitato olimpico vero e proprio, servirebbe un certo numero di Federazioni che abbiano club e che organizzino attività sul proprio territorio e questo è impossibile in Vaticano, non ci sono gli estremi”. Ma la Santa Sede guarda oltre e all’orizzonte potrebbe esserci un accordo col Cio per il riconoscimento di queste realtà. “La nostra presenza nel mondo dello sport non è di tipo competitivo o agonistico ma di natura spirituale e morale – chiosa Monsignor Sanchez – Vogliamo trasmettere il messaggio della Chiesa e del Vangelo ma non più dall’esterno quanto dall’interno, facendo parte di quelli che fanno sport”. 

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