Lo sport aiuta a crescere e tutto ciò che lo inquina va allontanato. È il messaggio di Papa Francesco, che oggi ha accolto i partecipanti al congresso annuale dell’Unione Ciclistica Europea, che, in questa occasione, ospita anche l’Assemblea della Confederazione africana di ciclismo. “Il rapporto tra Chiesa e sport ha una lunga storia e, nel tempo, si è sempre più consolidato – ha ricordato il Santo Padre – Lo sport può rivelarsi di grande aiuto per la crescita umana di ogni persona perché stimola a dare il meglio di sé, in vista del raggiungimento di una determinata meta, perché educa alla costanza, al sacrificio e alla rinuncia. La pratica di uno sport poi insegna a non scoraggiarsi e a ricominciare con determinazione, dopo una sconfitta o dopo un infortunio. Il ciclismo, in particolare, è uno degli sport che mette maggiormente in risalto alcune virtù come la sopportazione della fatica – nelle lunghe e difficili salite -, il coraggio – nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata -, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra. Se, infatti, pensiamo a una delle discipline più diffuse, il ciclismo su strada, vediamo come durante le gare tutta la squadra lavora unita – gregari, velocisti, scalatori – e spesso deve sacrificarsi per il capitano. E quando un compagno attraversa un momento di difficoltà, sono i suoi compagni di squadra a sostenerlo e ad accompagnarlo – ha sottolineato ancora il Pontefice – Così anche nella vita è necessario coltivare uno spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”. “Tanti ciclisti sono stati di esempio, nello sport e nella vita, per la loro integrità e coerenza, dando il meglio di sé in bicicletta. Gli atleti hanno questa straordinaria possibilità di trasmettere a tutti, soprattutto ai giovani, i valori positivi della vita e il desiderio di spenderla per obiettivi alti e nobili. Questo ci fa capire l’importanza, per chiunque pratica uno sport di saper vivere sempre l’attività sportiva a servizio della crescita e della realizzazione integrale della persona. Quando, al contrario, lo sport diventa un fine in sé e la persona uno strumento al servizio di altri interessi, ad esempio il prestigio e il profitto, allora compaiono disordini che inquinano lo sport – il monito di Papa Francesco – Penso al doping, alla disonestà, alla mancanza di rispetto per sé e per gli avversari, alla corruzione”.
IL 6 APRILE A ROMA LA MESSA DEL MARATONETA
Sabato 6 aprile, alla viglia della Maratona di Roma, sarà celebrata la “Messa del Maratoneta” alle ore 18 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, conosciuta come “Chiesa degli artisti” in Piazza del Popolo a Roma. E’ un’iniziativa promossa da Athletica Vaticana, la prima Associazione sportiva costituita in Vaticano che è la rappresentativa di atletica leggera della Santa Sede. Atlete e atleti – non solo maratoneti – sono invitati a vivere insieme un momento di spiritualità anche con i loro familiari e amici. Al termine della Messa sarà impartita la benedizione degli sportivi e sarà recitata anche
la “Preghiera del Maratoneta”. Il 6 aprile, inoltre, si celebra la Giornata mondiale dello Sport, indetta dalle Nazioni Unite ed Athletica Vaticana aderisce alla campagna #WhiteCard, in collaborazione con la Fondazione Peace and Sport e alla fine della Messa sarà realizzato un gesto per la pace, per rilanciare il comune messaggio per uno sport sempre più vero e a misura d’uomo.
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ANNALISA MINETTI SI ALLENA CON ATHLETICA VATICANA
Ancora un piccolo passo avanti di Athletica Vaticana verso la costituzione di un Team Paralimpico. Primo allenamento di Camille Chenaux con Annalisa Minetti sotto la guida dei coach Stefano Ciallella e Pierluigi Lops. Oro mondiale sugli 800 (con record mondiale) e bronzo olimpico sui 1500, Annalisa Minetti, che ha già corso anche maratone, sta preparando le Olimpiadi di Tokyo 2020. E Athletica Vaticana la aiuterà. “Ancora il nostro team paralimpico non è strutturato – si legge sulla pagina facebook di Athletica Vaticana – ma con la tenacia dei nostri atleti ci riusciremo quanto prima: il grande Gianluca Palazzi, Sara Vargetto e Michele Di Cosimo (non vedente) con il nostro generosissimo atleta-guida Paolo Piersanti (“Il gigante buono”). Grazie a dirigenti, tecnici e atleti del Comitato Italiano Paralimpico e della Fispes!”.
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CLERICUS CUP, 13^ EDIZIONE PARTE IL 30 MARZO
Il calcio, nella sua espressione corporea e dimensione spirituale. Un calcio diverso che non ha il VAR come ente superiore, latore di giustizia, ma un altro Essere supremo cui rivolgersi universalmente. Tornano così, dopo un lungo anno di attesa, le preghiere e le reti della Clericus Cup, il Mondiale della Chiesa, promosso dal Centro Sportivo Italiano, con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. L’edizione numero 13 del campionato di calcio per seminaristi e sacerdoti di tutto il mondo sarà presentato alla stampa giovedì 28 marzo 2019, dalle ore 10.45 presso la Sala Marconi di Palazzo Pio (Piazza Pia, 3). In campo, già sabato 30 marzo per l’open match della tredicesima edizione.
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CLERICUS CUP AL VIA CON 16 SQUADRE
Giocare per credere. È questo il motto della tredicesima edizione della Clericus Cup, il mondiale di calcio a 11 della Chiesa presentato presso la Sala Marconi di Palazzo Pio a Roma. La manifestazione si disputerà da sabato 30 marzo al primo giugno e vedrà al via sedici squadre con una formula composta da quattro gironi di quattro squadre: le prime due classificate di ogni girone si qualificano per i quarti di finale che si disputeranno sabato 18 maggio, una settimana dopo le semifinali e infine la finale del primo giugno. Con una novità significativa: nella fase iniziale seminaristi e sacerdoti giocheranno in gironi diversi. “È importante che trasmettiamo un messaggio che è quello dello sport fatto come strumento per educare – ha dichiarato il presidente del Centro sportivo italiano Vittorio Bosio – Il torneo nelle precedenti edizioni ha vissuto grandi emozioni, la cosa importante è fare comunità”. Tante le nazioni presenti nella Clericus Cup: sono infatti 403 i tesserati iscritti, inclusi i dirigenti delle squadre, con ben 67 diverse nazionalità.
Il numero dei giocatori ammonta a 359 con l’Italia che è più rappresentata con 34 convocati davanti a Messico e Nigeria, rispettivamente con 31 e 26 atleti. “Il calcio è innanzitutto gioco ma è anche uno strumento educativo che nelle mani dei sacerdoti si rivela prezioso – ha osservato in una nota il cardinale Gianfranco Ravasi – Ed è in questa dimensione che si deve impegnare la Chiesa e la società contemporanea”. Il match che aprirà questa tredicesima edizione sarà il remake della finale dello scorso anno tra il North American Martyrs e il Collegio Urbano, finale vinta dai seminaristi americani per 4-2 ai calci di rigore. “Lo sport senza la Chiesa perde un riferimento etico – ha sottolineato il responsabile della sezione Chiesa e sport del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, Santiago Perez de Camino – E la Chiesa senza lo sport perde un riferimento unico di evangelizzazione, perché lo sport è un elemento fondamentale: la Clericus Cup è un esempio evidente di tutto ciò”.
Al termine di ogni partita si effettuerà uno speciale “terzo tempo”: non solo abbracci e strette di mano ma una preghiera in nome dell’universale fede cristiana. Tutte le informazioni sulla tredicesima edizione si possono trovare sul sito internet ufficiale della competizione, www.clericuscup.it, e sui social network tramite l’hashtag #ClericusCup. Anche in questa edizione del mondiale vaticano la televisione della Cei, Tv2000, darà ampio spazio al torneo, mentre media partner sarà ancora Radio Vaticana Italia.
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CLERICUS CUP, 35 RETI NEL PRIMO TURNO
Trentacinque reti, un rigore (fallito), due espulsioni. E’ questo il bilancio della prima giornata della 13ma Clericus Cup, il Mondiale della Chiesa, promosso dal Centro Sportivo Italiano, con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. Sotto il Cupolone e’ fragoroso il battesimo del Romano Vaticano nel torneo. Una novena, calcistica, la preghiera quaresimale, recitata in coro dai seminaristi del Romano Maggiore e dai chierichetti del preseminario vaticano. Contro la mista del Collegio Franco Belga e’ finita 9-2 con poker del 22enne romano Andrea Borsani, studente di teologia all’Universita’ di Santa Croce, al suo debutto nel mondiale pontificio. E’ il giovane del Seminario Romano Maggiore il volto nuovo del campionato vaticano. E’ lui infatti in testa alla classifica cannonieri, tallonato dal gesuita Fabian Pitreti, sacerdote in stanza al Don Orione di Velletri, autore di tre reti nel 7-0 con cui la Gregoriana le ha cantate al Piolatinamericano. L’attesissimo derby del Gianicolo, remake della scorsa finale, tra North American Martyrs e Collegio Urbano, e’ l’unico pareggio di giornata. Scoppiettante il 2-2 tra i campioni statunitensi e i vicecampioni di Propaganda Fide. In vantaggio 2-0 i biancogialli dell’Urbano, grazie alle reti del sudanese Israel Adam, e dell’ugandese Robert Kayiwa. Traversa di Avidi, mvp del match. Accorcia allo scadere del primo tempo per i seminaristi USA, Willy Nyce, ex capitano dei Martyrs, l’uomo dell’ultimo rigore nella finale. Quindi nella ripresa e’ un forcing a stelle e strisce. Pareggia Floersch, 26enne seminarista del Nebraska, che, sul finale di gara ha tempo per colpire una traversa clamorosa, con rimbalzo sulla riga, e per farsi espellere all’ultimo secondo, per doppia ammonizione. Dal dischetto errore decisivo dello statunitense con origini salvadoregne Guillelmo Jimenez- Lainez. Tre sole squadre all’asciutto di reti in apertura: digiuno quaresimale per Pio Latino Americano, Redemptoris Mater ed Altomonte.
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PAPA FRANCESCO “LO SPORT AIUTA A SUPERARE I CONFLITTI”
“Lo sport e’ un linguaggio universale, che abbraccia tutti i popoli e contribuisce a superare i conflitti e a unire le persone”. Cosi’ Papa Francesco al termine dell’udienza generale a Piazza San Pietro in merito alla “Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo”, indetta dall’Onu. “Lo sport – ha proseguito il Papa – e’ anche fonte di gioia e di grandi emozioni, e’ una scuola dove si forgiano le virtu’ per la crescita umana e sociale delle persone e delle comunita’. Auguro a tutti di “mettersi in gioco” nella vita come nello sport”.
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CELEBRATA A ROMA LA “MESSA DEL MARATONETA”
Una maratona anche spirituale. Presso la Basilica Santa Maria in Montesanto, soprannominata anche Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo, si è tenuta la “Messa del Maratoneta”, iniziativa promossa da Athletica Vaticana, la prima Associazione sportiva costituita in Vaticano, alla vigilia della Maratona di Roma. Tanti, tantissimi gli atleti, professionisti e non, che si sono recati in chiesa per un momento di condivisione e spiritualità. Una giornata resa ancor più speciale da un’altra ricorrenza importante: si celebra oggi infatti anche la sesta Giornata mondiale dello Sport indetta dalle Nazioni Unite. Nel corso della messa è stato letto anche un messaggio di Papa Francesco: “Lo sport è un linguaggio universale che abbraccia tutti i popoli – ha sottolineato il pontefice – Lo sport è una scuola dove si forgiano le virtù della vita. Auguro a tutti gli sportivi di mettersi in gioco nella vita come fanno nello sport”.
Al termine della funzione monsignor Melchor Sànchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, ha dato la benedizione degli atleti e poi è stata letta la “Preghiera del Maratoneta”, un testo ideato da Athletica Vaticana e tradotto in oltre 30 lingue tra cui il cinese, l’arabo e l’etiope, nel quale si invoca Dio affinché guidi e non abbandoni il maratoneta durante gli oltre 42 km.
“Athletica Vaticana celebra la ‘Messa del Maratoneta’ per coloro che correranno domani – ha sottolineato Melchor Sànchez de Toca y Alameda – ma ci associamo anche alle celebrazioni in tutto il mondo dello sport per la pace con la campagna del white card, il cartellino bianco: quelli giallo e rosso sono per punire e ammonire, mentre il cartellino bianco è per lanciare un messaggio di solidarietà e pace”.
(ITALPRESS).






















