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ItalDavis col vento in poppa, Volandri “Ranking non conta”

BOLOGNA (ITALPRESS) – Sull’onda dell’entusiasmo per il trionfo storico di Jannik Sinner a Flushing Meadows, l’Italtennis si tuffa nelle atmosfere di Coppa Davis. Anche se l’altoatesino e il bronzo olimpico Lorenzo Musetti non ci saranno per riprendere fiato dopo le fatiche estive, gli azzurri hanno le carte in regola per iniziare alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bo) col piede giusto la difesa del titolo vinto lo scorso anno. “In Davis, l’ho imparato già da giocatore, i ranking non contano – assicura nel media day bolognese il capitano Filippo Volandri, raccontando gli obiettivi per la fase a gironi dell’edizione 2024 della Davis, in cui gli azzurri affronteranno Belgio, Brasile e Olanda – Dobbiamo pensare a noi e trattare ogni incontro nello stesso modo. Ci sono almeno nove giocatori che meriterebbero di essere convocati, sono contento di proseguire un percorso iniziato tre anni fa, con i ragazzi che sono diventati una squadra. La vittoria dell’anno scorso ci deve dare nuovi obiettivi e permettere di aprire un ciclo, con tanti giocatori sempre pronti per subentrare gli altri”. “Siamo una bella famiglia, un bel team – assicura Flavio Cobolli, alla sua prima presenza in Nazionale – Ho sempre detto che questa competizione è molto diversa per me. Daremo tutto per questa maglia”. L’altro romano del gruppo, Matteo Berrettini, è pronto ad assumere la leadership dopo aver assistito solo da tifoso, l’anno scorso, ai match di Bologna e a Malaga. “Fa piacere tornare da potenziale giocatore, anche se in parte mi ci sono sempre sentito – sottolinea Berrettini – Abbiamo iniziato questo percorso con Filippo (Volandri, ndr) dicendoci che tutti fanno parte della squadra, anche chi non gioca. L’anno scorso mi è servito tanto anche in termini di stimolo per tornare. Ci eravamo fatti una promessa, ho lavorato tanto per tornare competitivo. Essere qui per me è speciale, un grande onore”.
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(ITALPRESS).

Marattin lascia Italia Viva “No al campo largo”

ROMA (ITALPRESS) – Luigi Marattin lascia Italia Viva e fonda l’associazione “Orizzonti Liberali” portando con se “centinaia” di dirigenti territoriali. Ad annunciarlo lo stesso deputato nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.
“E’ con un forte dispiacere personale, ma con un altrettanto forte convincimento, chiarezza e determinazione che annunciamo il nostro addio alla comunità politica di Italia Viva. C’è un forte dispiacere personale perchè non è solo la fine di un percorso che è durato 5 anni, ma la fine di un percorso molto più lungo, nel mio caso 15 anni. Ringrazio la comunità politica di Italia Viva e ringrazio Matteo Renzi per avermi concesso l’opportunità di servire il mio Paese. Noi non condividiamo la scelta di aderire al cosiddetto campo largo – spiega -, non la condividiamo nel metodo perchè una scelta del genere ovviamente avrebbe dovuto essere presa in un congresso. E’ una scelta che non condividiamo perchè noi siamo ancora convinti che nel campo largo non ci sia niente di interessante per formare una proposta politica coerente per un governo del Paese, dalla giustizia al fisco, ambiente, energia, politica estera. Su tutte queste dimensioni le posizioni politiche, legittime, del campo largo sono antitetiche a quelle che hanno costituita la cifra del renzismo in questi anni e su cui i militanti e i dirigenti hanno dato l’anima, il cuore e il tempo. Ora si chiede di buttare tutto via in nome di una scelta politica che non condividiamo e che necessitava di una discussione seria”.
“La nostra decisione – prosegue Marattin – è stata quella di fondare una associazione che si chiama ‘Orizzonti liberalì, sarebbe velleitario e anche un pò infantile uscire da un partito e fondarne un altro, l’Italia ha già visto troppe esperienze velleitarie del genere, i partiti sono una cosa seria soprattutto se devono colmare un vuoto di rappresentanza politica come noi riteniamo ci sia in Italia. Con questa associazione intendiamo da subito raggiungere altre realtà che stanno lavorando per il nostro stesso obiettivo, e che sabato 14 settembre a Milano vedrà un primo fermento. Il percorso non sarà facile, l’obiettivo è dotare l’Italia nei prossimi tre anni di un partito liberal-democratico e riformatore che sia nelle condizioni di presentarsi alle elezioni politiche”, aggiunge.
“Non intendo aderire ad Azione, ritengo che neanche quella configurazione di partito possa essere quello di cui l’Italia ha bisogno per formare un partito liberal-democratico e riformatore che riesca a fare una svolta. Nel cantiere che stiamo aprendo – conclude -. Azione sarà invitata e se vorrà partecipare sarò contento”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Intesa Sanpaolo accanto alla Luiss con il progetto “Look4ward”

ROMA (ITALPRESS) – I grandi cambiamenti globali nel mercato del lavoro legati a intelligenza artificiale, blue e space economy, life science, e le competenze necessarie per affrontarli, da quelle tecniche alle soft skills. Questi i temi trattati da Intesa Sanpaolo in occasione della cerimonia di Benvenuto dedicata alle circa 4.000 matricole triennali, magistrali e a ciclo unico dell’Università Luiss, che iniziano il loro percorso accademico.
Quest’anno il tradizionale appuntamento dell’Ateneo intitolato a Guido Carli si è svolto in collaborazione con la banca, attraverso il programma “Look4ward – Build Your Future”, ideato e realizzato da Intesa Sanpaolo per coinvolgere e ispirare più di 10.000 studenti di tutta Italia sui processi trasformativi dell’economia e della società e le competenze per i lavori del futuro.
“Da Look4ward, l’Osservatorio delle competenze di domani, abbiamo sviluppato ‘Build your futurè per ispirare le studentesse e gli studenti sui trend trasformativi della società e dell’economia e sulle competenze chiave che rappresenteranno i fabbisogni delle imprese in un mercato del lavoro in continua trasformazione”, ha detto Elisa Zambito Marsala, responsabile Education Ecosystem e Global Value Programs di Intesa Sanpaolo.
“Abbiamo ideato un programma di eventi replicabile su tutti i territori del Paese e siamo felici di essere oggi in Luiss, in questa giornata speciale e di accoglienza, per contribuire a dare ai giovani studenti maggiore consapevolezza sulla propria crescita formativa e professionale – ha aggiunto -. Solo nel 2023 attraverso le iniziative di Education, Intesa Sanpaolo ha coinvolto oltre 2.000 scuole e università, ne sono previste 4.000 nell’orizzonte di Piano d’Impresa”.
L’obiettivo del progetto è approfondire la conoscenza di alcune competenze chiave per la crescita formativa e personale, come quelle trasversali, e promuovere nelle giovani generazioni una maggiore consapevolezza del contesto in rapido e continuo cambiamento.
Nell’Aula Magna Mario Arcelli, nel Campus Luiss di viale Pola, si sono alternati esperti, professori, imprenditori, startupper e campioni dello sport per approfondire le sfide che attendono i professionisti del domani, a partire dalle nuove tecnologie – con l’Intelligenza Artificiale in testa – e dall’importanza di una formazione trasversale che integri competenze verticali con le soft skill. La cerimonia è stata anche l’occasione per premiare le 10 Tesi di eccellenza realizzate dalle neolaureate e dai neolaureati Luiss dell’anno accademico 2022/2023. Molti, inoltre, i momenti di interazione con le studentesse e gli studenti presenti, invitati a raccontare il loro punto di vista sull’impatto che i trend trasformativi hanno sulla società.
“Siamo molto felici di accogliere le matricole che iniziano oggi il loro percorso accademico in Luiss insieme a un partner d’eccezione, Intesa Sanpaolo. Il legame con il mondo delle imprese per anticipare le esigenze e le competenze del domani, che è parte integrante del nostro DNA, si percepisce così fin dal primo giorno in Università”, ha affermato il rettore Paolo Boccardelli.
“Non solo. In questa giornata speciale per le nostre studentesse e per i nostri studenti – ha aggiunto -, celebriamo anche un altro importante traguardo: il 25° posto al mondo ottenuto dalla Laurea Magistrale in Management nella prestigiosa classifica del Financial Times. Un risultato che ci rende particolarmente orgogliosi, perchè conferma la competitività internazionale dei nostri programmi accademici e rafforza il ruolo della Luiss come laboratorio di innovazione e sviluppo sempre più attrattivo a livello globale”.
Da anni Intesa Sanpaolo collabora a vari livelli con università e scuole di diverso grado, proponendo iniziative a sostegno della ricerca, a contrasto della fuga dei cervelli, di internazionalizzazione, di integrazione con il tessuto industriale, di inclusione educativa e a sostegno del talento e del merito.
Il progetto rientra nell’impegno più ampio dell’istituto di credito che da sempre ha una grande attenzione alla formazione dei giovani, allo sviluppo di competenze trasversali, al sostegno dell’internazionalizzazione delle scuole, tutti strumenti per consentire ai ragazzi di adattarsi a un panorama lavorativo in continua trasformazione. Nel 2023 Intesa Sanpaolo ha coinvolto oltre 2000 scuole e università, ne sono previste 4.000 nell’orizzonte di Piano d’Impresa 2022-2025.

– Foto xc3/Italpress –

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Sinner consolida il primato nel ranking Atp

ROMA (ITALPRESS)- Jannik Sinner inizia la settimana numero 14 da numero 1 del mondo. Il primo italiano a vincere due Slam in singolare in una stessa stagione, Australian Open e US Open, e il primo giocatore dopo Guillermo Vilas nel 1977 a conquistare i suoi primi due major in carriera nella stessa stagione, ha superato per settimane in vetta alla classifica Andy Roddick. Alla luce della vittoria di Sinner a Flushing Meadows sull’americano Taylor Fritz, che guadagna cinque posizioni e si attesta settimo, ‘A-Rod’ resta l’ultimo campione Slam USA in singolare maschile. Sinner ha un vantaggio di 4.105 punti sul tedesco Alexander Zverev, nuovo numero 2 del ranking, e per questo è il grande favorito per chiudere in vetta a fine stagione. Lo spagnolo Carlos Alcaraz resta terzo, il serbo Novak Djokovic scivola di due gradini ed è quarto. Per quanto riguarda gli italiani, nel ranking ATP di questa settimana troviamo sette giocatori tra i primi 50 e nove tra i primi 100.
– Foto Ipa Agency –
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Medicina estetica occulta, preoccupa la crescita di casi

TORINO (ITALPRESS) – Dopo il lockdown, è aumentata in modo considerevole la presenza di “esperti” online che hanno successo con i tutorial in cui spiegano come fare auto-medicina estetica, usando dispositivi per auto-iniettarsi prodotti come l’acido ialuronico nella pelle.
Un trend rischioso per la salute, che si aggiunge e rende ulteriormente pericoloso il sottobosco di pratiche mediche abusive, a due anni dall’ultima e più recente maxi operazione nazionale dei Carabinieri dei NAS che nel maggio 2022, di concerto con il Ministero della Salute, aveva riguardato quasi 800 tra centri estetici e studi di medicina estetica, rilevando 110 non conformità e 41 illeciti penali (esercizio abusivo della professione, apertura abusiva di ambulatori di medicina estetica, irregolarità nella gestione e detenzione dei farmaci, prescrizione di farmaci a uso ospedaliero e falsificazione di attestati professionali), con conseguente deferimento di 33 titolari e operatori all’Autorità Giudiziaria e il sequestro/sospensione di 8 centri estetici e 3 studi medici/poliambulatori.
Utilizzare dispositivi medici senza averne la giusta competenza e senza il rispetto delle procedure previste dalla legge può esporre i pazienti a gravi conseguenze. Come quelle che si sono manifestate nei casi che sempre più spesso arrivano negli studi di Torino e Santa Margherita Ligure di Cristina Sartorio, referente per il Piemonte della Sies, Società italiana di chirurgia e medicina estetica e docente della scuola post- universitaria Agorà di Milano, che conferma: “Su 50 pazienti, 49 conoscono amiche che frequentano strutture low cost o si fanno iniettare dall’amica dell’amica, persone che non sono un medico. In qualsiasi altra specialità e branca della medicina questo non capita, almeno non con la frequenza raggiunta ormai nel campo della medicina estetica. Questo perchè la medicina estetica da tanti non è considerata una vera medicina e, a causa di ciò, subiamo uno svilimento della professione causato dal dilagare di pratiche commerciali scorrette e dannose. Purtroppo – aggiunge – anche i controlli atti a rilevare tali fenomeni, sono ancora troppo pochi”.
E’ un fenomeno in preoccupante crescita, tanto che, osserva Sartorio, “potrei rifiutare nuovi e vecchi pazienti in situazioni normali e lavorare solo per rimediare alle complicanze causate su altri pazienti da pratiche mediche abusive o da medici che non hanno la formazione corretta data dalle scuole quadriennali post universitarie”.
Aumentano i nuovi pazienti vittima di mala-medicina, alcuni con conseguenze gravissime.
“Ancora oggi i pazienti mi raccontano situazioni terribili – racconta la dottoressa Sartorio – Sento parlare di riunioni in case private, dove una donna, senza essere medico, arriva dalla Russia con la valigetta per iniettare botox a 120 euro, filler a 150…Apre una dose, la divide in due, inietta e se ne va. In caso di problemi post-trattamento, come la si rintraccia? Chi ha problemi, dopo essersi sottoposto a un trattamento abusivo, solitamente non torna dal truffatore, ma cerca finalmente un vero medico. Se inizialmente pensava di aver risparmiato qualche centinaio di euro, alla fine si rende conto che spende molto di più per riparare al danno. Ma, soprattutto, rischia fortemente per la propria incolumità”.
Qualche esempio reale? “Una paziente ha fatto un lifting da un medico già radiato dall’ordine, il quale continua a esercitare attraverso il passaparola, spostandosi da una città all’altra, che le ha causato un’emiplegia (ovvero le ha semiparalizzato il viso), con punti di sutura infetti alla base del cuoio capelluto. Un’altra giovane è giunta in studio a pochi mesi dal parto, dopo che un altro medico le ha suturato cicatrici sul volto causate dall’acne. Tecniche che a mio avviso, nel 2024, possono essere considerate tribali! Ci avvaliamo di laser con tecniche avanzatissime, microneedling in associazione agli ultimi ritrovati in medicina rigenerativa, gli esosomi, che ci permettono di ottenere risultati meravigliosi con conseguente miglioramento della qualità della vita per il paziente. C’è poi chi pratica la medicina estetica sul tetto di un edificio al mare, facendo peeling chimici e affidando i pazienti ai benefici dell’aria salmastra, rischiando infezioni ed esiti disastrosi”.
I prezzi bassi giocano un ruolo determinante nell’alimentare questo mercato occulto: da un lato, il paziente è attratto dal facile risparmio – “senza però considerare che la medicina estetica è medicina a tutti gli effetti e riguarda la sua salute”; dall’altro, chi lavora nelle strutture non autorizzate è incline ad accontentare ogni richiesta dei pazienti, anche a discapito della loro incolumità.
Ma, continua ancora Sartorio “non è possibile delineare un identikit preciso della persona che si approccia alla medicina low cost, perchè c’è dentro di tutto, anche la donna facoltosa, che potrebbe spendere tre volte tanto, ma per sentirsi più scaltra e furba degli altri, si avvale di tali servizi. La conseguenza di questa scelta è che una tossina botulinica iniettata male può causare una ptosi della palpebra e impedire per diversi mesi di vedere correttamente”.
Quando si verificano conseguenze quanto o più gravi di queste, allora le persone capiscono che la medicina estetica è una vera medicina, che però è svilita da diversi fattori. Da un lato, nell’immaginario comune, prevale il concetto di “estetico” rispetto a quello di “medicina”. E questo in qualche modo legittima politiche di prezzi al ribasso, promozioni commerciali, come le prime visite gratuite, per accaparrarsi i clienti, ma, osserva infine Sartorio “a una persona che, ad esempio, va dal ginecologo, cardiologo o dall’oculista, non verrebbe mai in mente di chiedere se la prima visita abbia un costo, perchè sa che non può essere gratuita. Mentre nel nostro settore, per colpa di tali comportamenti scorretti, la clientela si aspetta questo da noi. Non ha senso che ciò accada, siamo tutti medici!”.
Ecco alcuni consigli utili per i pazienti.
NON FIDARTI: se i prezzi sono troppo bassi; se puoi scegliere tu cosa e dove farti iniettare; dei “botox-party” a casa dell’amica; se senti che c’è qualcosa che non va nella struttura; se non ti viene spiegato il trattamento con le attenzioni da porre successivamente; se percepisci superficialità.
PER ESSERE TRANQUILLA/O: affidati a medici che abbiano esperienza documentata; firma il consenso informato; assicurati che la fiala venga aperta davanti a te e che ti consegnino l’etichetta del prodotto. il medico è tenuto a rilasciarla; assicurati che ci sia igiene e che in caso di evento avverso tu abbia un numero da contattare.

– foto ufficio stampa Master Communication –
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Rifiuti tessili, l’Italia raccoglie solo 2,7 kg per abitante all’anno

MILANO (ITALPRESS) – L’Italia è tra i paesi che immettono sul mercato il maggior numero di prodotti tessili a livello europeo, con 23 kg per abitante ogni anno a fronte di una raccolta di soli 2,7 kg pro capite, che corrispondono a circa 160 mila tonnellate (di cui 80mila raccolte al Nord, 33,5mila raccolte nel Centro Italia e 46,7mila al Sud). Dal 1° gennaio 2025 tutti i Paesi membri affronteranno la grande sfida della gestione dei rifiuti tessili, che dovranno essere raccolti separatamente rispetto all’indifferenziato, ma che ad oggi registrano un tasso di riciclo mondiale pari solo all’1%. Considerando che il settore tessile è il quarto per maggiore impiego di materie prime e acqua, responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra, più dell’intero trasporto aereo e marittimo insieme, c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto in Italia.
“E’ necessaria un’azione sinergica da parte di tutti gli attori per riuscire ad implementare la direttiva europea in modo da organizzare al meglio la filiera del fine vita, discutendone i requisiti con il MASE e Il MIMIT e allineandosi con tutti i consorzi per creare regole univoche e armonizzate nell’interesse dei Produttori – afferma Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager di Erion -. A seguito del Trilogo riceveremo le indicazioni definitive dall’Europa, è fondamentale essere presenti ora ai tavoli di lavoro nazionali per impostare insieme al Governo quello che sarà il sistema del futuro arrivando a regole condivise. Ne parliamo giovedì 26 settembre dalle ore 15.30 al webinar organizzato da Erion Textiles: “Tessile a un passo dalla norma EPR. Gli impatti economici e organizzativi per le aziende”.
“Promuovere una gestione efficiente dei rifiuti tessili” – E’ il ruolo principale dei Consorzi nati su iniziativa volontaria dei Produttori come Erion Textiles. Sarà importante definire il modello di raccolta e selezione dei rifiuti tessili, così come chiarire il ruolo della distribuzione, sia tradizionale sia online. I Consorzi dovranno, poi, fornire supporto ai produttori per l’adesione alle regole del decreto, ma anche per identificare e sviluppare soluzioni innovative per migliorare la riparabilità, la riutilizzabilità e il riciclo dei materiali.
Inoltre, organizzeranno campagne di sensibilizzazione verso il consumatore finale per la corretta dismissione dell’abbigliamento a fine vita e favoriranno il dialogo con tutti gli attori della filiera (comuni, rivenditori, selezionatori, riciclatori) per la definizione degli accordi di programma per migliorare la raccolta e garantire standard di qualità della selezione e del riciclo dei rifiuti tessili.
I produttori finanzieranno i consorzi tramite gli eco-contributi. Ad esempio, nel mercato francese, che è stato il primo a introdurre la normativa EPR per il settore tessile, un’azienda che commercializza 1 milione e mezzo di prodotti (tra abbigliamento, calzature, accessori e tessile per la casa) contribuisce ai costi di gestione del Consorzio Refashion per più di 100.000 euro. Considerati gli importi in gioco, Erion Textiles insieme ai suoi produttori sta svolgendo le simulazioni e gli scenari del mercato italiano per definire gli eco-contributi che i produttori dovranno prevedere a budget nelle collezioni dei prossimi anni.
A luglio 2023 la Commissione Europea ha proposto un regime di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) con l’obiettivo di responsabilizzare i produttori sull’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’Ue. Oltre a ciò, i produttori saranno anche invitati ad aumentare la circolarità dei prodotti progettandoli meglio fin dall’inizio: il Parlamento Europeo ha introdotto l’eco-modulazione degli eco-contributi che dovranno tenere in considerazione gli standard in materia di durabilità, riparabilità e riciclabilità. Questo permetterà di fare leva sulla condivisione delle criticità della gestione del fine vita dei prodotti per migliorarne la progettazione, la riciclabilità e l’impatto ambientale.
E le istituzioni? Secondo Erion “ad oggi manca una forte governance per la gestione dei rifiuti tessili: nonostante esistano esperienze per la raccolta e la selezione non è stato costruito un sistema industriale per il riciclo. E’ in via di definizione la norma europea alla quale seguiranno i decreti nazionali che permetteranno agli attori della filiera di operare e agire attivamente. Quali sono le mancanze più gravi? Si potrebbe dire che non è ancora avvenuto un confronto franco con le istituzioni, i Comuni e gli operatori della filiera sul modello di gestione dei rifiuti tessili. Considerate le pochissime esperienze di riciclo della frazione di rifiuti tessili non riutilizzabili sarà necessario investire in ricerca per trovare soluzioni di riciclo. Sarà necessario – conclude la nota – garantire trasparenza e tracciabilità del percorso dei rifiuti tramite standard minimi di qualità per le attività di selezione e infine sensibilizzare i consumatori sulla corretta dismissione dei loro capi a fine vita”.

– foto ufficio stampa Erion –
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Malattia venosa cronica, 200 specialisti a confronto a Bologna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Si è conclusa la prima edizione di 360 VOLTS – Vascular Opinion Leaders Top Suggestions, un evento ECM che ha riunito a Palazzo Re Enzo a Bologna, e in collegamento streaming, circa 200 specialisti nel campo della medicina vascolare provenienti da tutta Italia per esplorare le ultime tendenze, le best practices, le sfide emergenti e le opportunità che stanno ridisegnando il panorama delle cure nell’ambito della malattia venosa cronica.
Un vero e proprio aggiornamento a 360° che ha coinvolto i presidenti delle principali società vascolari impegnate in flebolinfologia, concentrandosi su diverse tematiche: dal rischio cardiovascolare nella malattia venosa cronica e l’urgenza di alzare la consapevolezza della popolazione generale adulta sui rischi connessi alla progressione della malattia venosa cronica, all’appropriatezza degli interventi in flebolinfologia, all’importanza del biofilm batterico nelle ulcere che non guariscono, fino alla sfida clinica di un corretto inquadramento prognostico a lungo termine del paziente con malattia venosa cronica.
A comporre il board scientifico: Romeo Martini, Angiologia AULSS1 Dolomiti e presidente della Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (SIAPAV); Roberto Di Mitri, Direttore Scientifico della Casa di Cura San Rossore (Pisa) e presidente della Società Italiana Flebologia (SIF); Maurizio Pagano, Presidente della Società Italiana Flebo Linfologia (SIFL); Angelo Santoliquido, Direttore della UOSD Angiologia e Diagnostica Vascolare non Invasiva IRCSS Policlinico Universitario Agostino Gemelli e presidente del Collegio Italiano di Flebologia (CIF); Pier Luigi Antignani, Specialista in Angiologia Medica e presidente della Società Italiana di Medicina Vascolare (SIMV); e Gaetano Lanza, Professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente della Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE).
Hanno, inoltre, collaborato nella faculty Giovanni Papa, Direttore UCO di Chirurgia Plastica ASUGI Trieste, Presidente Associazione ulcere cutanee (AIUC) e Sergio Gianesini, Em. Presidente v-WIN foundation e Presidente International Union of Phlebology (IUP).
Questa prima edizione di 360 VOLTS è stata resa possibile grazie al sostegno non condizionante di Alfasigma, azienda farmaceutica italiana che si impegna a fornire a pazienti, caregiver e personale sanitario soluzioni all’avanguardia secondo i più alti standard di qualità e sicurezza, anche attraverso investimenti mirati nella formazione continua dei professionisti del settore.
La malattia venosa cronica ha marcata prevalenza tra le donne ed è una patologia cronica e progressiva che comunemente esordisce nella stagione calda con un tipico corredo sintomatico (gambe gonfie, pesanti, doloranti) e spesso progredisce negli anni in forma varicosa, ma può arrivare a stadi più severi come edema, alterazioni cutanee e fino alle ulcerazioni venose, soprattutto in presenza di fattori di rischio (es. obesità), comorbidità o se intervengono complicanze flebo-trombotiche lungo la storia naturale della malattia.
L’ampia popolazione di persone affette da malattia venosa cronica a livello nazionale include inoltre gruppi che sono più a rischio di progressione agli stadi severi della malattia. Fra i fattori di rischio ingravescenti della malattia venosa cronica spiccano i pazienti con indice di peso corporeo elevato (sovrappeso e obesità), le persone anziane e le donne in menopausa, soprattutto quelle con più di due gravidanze nella storia personale.
L’innovazione tecnologica, le terapie emergenti e le strategie per migliorare l’accesso e la qualità delle cure, sono stati al centro del programma, che ha affrontato i temi clinici più rilevanti della malattia venosa cronica.
Tra questi, è stato esplorato il ruolo dell’endotelio, tessuto che ha la funzione di rivestire l’interno delle pareti del cuore, dei vasi sanguigni e di quelli linfatici 6 , dalla macro alla micro-circolazione.
Secondo quanto riportato dalle Linee Guida CIF e dalle Linee Guida ESVS, il ruolo endoteliale nella malattia venosa cronica è diventato sempre più importante negli ultimi vent’anni per la piena comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base di una patologia che per definizione è cronica e progressiva. In particolare, è l’infiammazione endoteliale secondaria all’ipertensione venosa che rappresenta l’evento ricorrente e cronico che lega l’insufficienza venosa alla disfunzione endoteliale nella malattia venosa cronica, costituendo il binomio di target terapeutici sui quali si concentrano i trattamenti medici e chirurgici.
Tra i temi su cui si è focalizzata l’attenzione, che ha importanti ricadute sulla pratica clinica, i profili di rischio nella patologia venosa, con l’inquadramento di segni e sintomi clinici secondo la scala CEAP e la valutazione dei fattori di rischio e comorbidità.
L’inquadramento prognostico a lungo termine del paziente con malattia venosa cronica rimane, infatti, ancora oggi una sfida clinica aperta, che dipende da profili di rischio individuali che solo negli ultimi anni hanno iniziato ad essere studiati per pesarne l’associazione con la progressione della patologia venosa. Una review ha riassunto i risultati dell’indagine The Edinburgh Vein Study condotta su 1566 pazienti adulti (18-64 aa.) con malattia venosa cronica monitorati per 13 anni, riportando che 1/3 dei pazienti con vene varicose sviluppa segni di patologia venosa severa con alterazioni cutanee ed un rischio di ulcerazione aumentato. In particolare, tra i fattori di rischio sono emersi età, storia familiare di vene varicose, pregressi episodi trombotici, sovrappeso e obesità, presenza di reflusso superficiale, che possono influenzare il rischio di progressione della malattia venosa cronica.
Si è parlato della malattia venosa cronica dall’esordio dei sintomi sino al rischio trombotico, per focalizzare l’attenzione sull’urgenza di alzare la consapevolezza della popolazione generale adulta sui rischi connessi alla progressione della malattia venosa cronica. Lo studio di popolazione Gutenberg, condotto fra il 2012 e il 2017, su oltre 12.000 pazienti con malattia venosa cronica, evidenzia come gli stadi più severi, che vanno dall’edema alle ulcere venose croniche, complessivamente definiti IVC, siano associati ad un rischio maggiore di sviluppare a 10 anni patologie cardiovascolari. Questo evidenzia l’importanza di una presa in carico clinica del paziente sin dai primi stadi della malattia con monitoraggi regolari nel tempo, nonchè di un assessment accurato del paziente con un’attenta definizione dei fattori di rischio e comorbidità.
Un capitolo importante è stato quello delle lesioni cutanee e ulcere venose. Le ferite difficili e le ulcere croniche che non guariscono rappresentano la sfida clinica principale per tutti gli specialisti impegnati nella gestione dei pazienti vulnologici. In particolare, il tema del biofilm batterico rappresenta una sfida aperta fondamentale nella gestione delle ferite difficili, in quanto molti antimicrobici efficaci nella quota planctonica del letto di ferita, non penetrano la struttura biofilmica e quindi non eradicano i ceppi più resistenti. La permanenza del biofilm batterico nel letto di ferita mantiene lo stimolo infiammatorio ed impedisce il passaggio ad una risposta immunitaria rigenerativa, bloccando di fatto il processo di guarigione. D’altra parte, per dimostrare la presenza di un biofilm batterico nel letto di ferita serve un test specifico, anti-filmbiogramma, disponibile solo in poche strutture di ricerca, aspetto che ha portato gli esperti di vulnologia a livello mondiale a redigere una consensus guidelines per l’identificazione ed il trattamento del biofilm batterico 11 che raccomanda di considerare la presenza del biofilm nei casi in cui il protocollo TIMERs di preparazione del letto di ferita che viene seguito per rimuovere gli ostacoli e favorire il processo di guarigione, abbia dato un esito negativo ripetuto, adottando in questi casi antimicrobici che hanno evidenze in letteratura nell’eradicazione del biofilm batterico.

– foto ufficio stampa Alfasigma –
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Una Terra VC, accordi per raccogliere 200 mln per la circular economy

ZURIGO (SVIZZERA) (ITALPRESS) – Il fondo di Venture Capital Una Terra annuncia oggi la firma degli accordi di contribuzione con il Governo Italiano, tramite il Fondo per la Transizione Verde del PNRR gestito dall’Istituto di Promozione Italiano Cassa Depositi e Prestiti tramite CDP Venture Capital, e con la Fondazione Principe Alberto II di Monaco, insieme a Monaco Assets. I futuri investitori possono continuare a partecipare a questa iniziativa trasformativa unendosi al Final Close, che mira a raccogliere almeno 200 milioni di euro.
“Questi accordi di investimento sottolineano l’impegno di Una Terra nella rapida espansione delle soluzioni di economia circolare che affrontano il 45% delle emissioni di CO2 e il 90% dei rifiuti plastici, con l’obiettivo di contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità”, spiega una nota.
“Crediamo nel Successo Sistemico e nella Creazione di Valore Sostenibile – afferma Luca Zerbini, CEO e Managing Partner di Una Terra (nella foto) -. Il nostro impegno si estende nel garantire rendimenti superiori alla media degli investimenti, catalizzando al contempo le industrie a trasformarsi in potenti nuovi ecosistemi, dove la sostenibilità non è solo un concetto, ma una realtà monetizzata”.
Una Terra, continua la nota, si dedica infatti attivamente al supporto di soluzioni ambientali come lead investor, grazie al suo ecosistema unico e alla sua rete, promuovendo un futuro finanziariamente sostenibile dove il cambiamento sistemico e la crescita redditizia si combinano per il benessere a lungo termine delle persone e del pianeta. Una Terra è per leader nell’accelerare e scalare le aziende nei settori europei target del packaging, gestione dei rifiuti, alimentazione, agritech, abbigliamento, moda e finanza pulita.
Tra gli altri, Una Terra “può contare nel suo ecosistema sul supporto locale e sulle opportunità di investimento di EIT Climate-KIC (la più grande comunità europea di accelerazione e innovazione, co-finanziata dall’UE), sulle capacità di co-investimento di fondi come CDP e il ReOcean Fund sull’esperienza di marketing innovativo per l’ accelerazione della crescita di The Shed 28, sulla forza comunicativa di We Don’t Have Time, una piattaforma social (con oltre 200 milioni di follower), sui consigli del suo Comitato di Impatto che include membri del Cambridge CISL e della Ellen MacArthur Foundation, sulla competenza in redesign aziendale rigenerativo di Nativa, sulla società di consulenza per il talento Dynamis Group e su programmi educativo sviluppati con università chiave e ONG in Europa per supportare le aziende del portafoglio”, si legge.
Inoltre, attraverso la campagna “Stand Up for the Planet”, culminata nel libro recentemente pubblicato dalla Bocconi University Press, che presenta 45 contributi di “donne straordinarie che stanno cambiando il mondo”, Una Terra “ha anche coinvolto i principali agenti di cambiamento per accelerare l’agenda di investimenti con una prospettiva di genere, portando a compimento un altro leva di crescita e redditività sostenibile sottoutilizzata”. Una Terra, si legge ancora, “ha già identificato un solido flusso di investimenti ad alto impatto e a rendimento rapido in linea con la sua missione di affrontare le sfide urgenti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. Il Comitato Investimenti è pronto ad approvare ulteriori investimenti rispetto ai quattro già realizzati dal fondo, garantendo un attivo dispiego di capitale e sviluppo del portafoglio in un mercato europeo favorevole, oltre a un immediato vantaggio per gli investitori.
“Una Terra” “funge da grido di battaglia strumento per l’eccezionale impegno che il fondo ha ottenuto di governi, fondazioni, dotazioni, attori del settore aziendale, banchieri di primo piano, fondi pensione, assicurazioni ed imprenditori per accelerare la transizione ambientale e sociale sistemica e tracciare una roadmap verso un futuro migliore attraverso straordinarie innovazioni e soluzioni di economia circolare: tutti hanno indicato Una Terra come il loro partner preferito di venture capital, preparando il terreno per una chiusura pari o superiore al target originale di 200 milioni. Il focus di crescita di Una Terra – spiega ancora il comunicato – ruota attorno alla scalabilità rapida delle soluzioni per prepararli a maggiori investimenti di capitale attraverso la collaborazione strategica con aziende leader e fondi privati che cercano di integrare tecnologie sostenibili, approcci e modelli di business al centro dei loro percorsi di trasformazione”.
“Una Terra è nata da un’aspirazione condivisa: rendere il mondo un luogo più sostenibile. L’ambizione di Una Terra non è solo investire capitale, ma anche fornire supporto diretto, competenze, educazione e leadership alle aziende che mirano a trasformare interi settori attraverso tecnologia e innovazione commerciale. Utilizzano modelli asset-light che possono essere scalati tramite marketing, introduzioni commerciali, partnership, ingresso in nuovi mercati e strategie di go-to-market accelerate”, conclude la nota.

– foto ufficio stampa Una Terra VC –
(ITALPRESS).

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