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Marquez vince ad Aragon davanti a Martin, Bagnaia fuori

ALCANIZ (SPAGNA) (ITALPRESS) – Marc Marquez, in sella alla Ducati del Team Gresini, vince il Gran Premio di Aragon, bissando il successo di ieri nella Sprint. Sul circuito del MotorLand, l’otto volte campione del mondo è rimasto in testa per tutta la corsa, tornando così al successo dopo 1043 giorni (Misano 2021 l’ultima gioia domenicale). Secondo posto per Jorge Martin (Ducati Prima Pramac) che, grazie alla caduta di Pecco Bagnaia, consolida la leadership del campionato con un vantaggio di 23 punti. Il podio viene completato da Pedro Acosta (Ktm GasGas) al terzo posto. Brad Binder (Ktm) ed Enea Bastianini sono rispettivamente quarto e quinto. Sesta piazza, invece, per Franco Morbidelli (Ducati Prima Pramac). Pomeriggio da dimenticare, invece, per Pecco Bagnaia (Ducati Lenovo), coinvolto in una brutta caduta assieme ad Alex Marquez (Ducati Gresini), a cinque giri dal termine. I due piloti hanno incrociato la traiettoria delle proprie moto, mentre erano in lotta per la terza piazza. Out anche Vinales, Quartararo, Oliveira, Marini.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Meloni “Gli italiani vogliono un governo che non sperperi le risorse”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono convinta, lo sono sempre stata, che gli italiani vogliano un governo che ha il coraggio di cambiare quello che non funziona. Che concentra le risorse su quello che è importante senza sperperarle. Che rappresenta l’Italia nel mondo con autorevolezza e affidabilità. E’ quello che cerchiamo di fare ogni giorno e sono molto felice che lo vedano. Motivo in più per andare avanti ancora più determinati”. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta su Affaritaliani.it il sondaggio realizzato da Lab21.01 per La Piazza di Affaritaliani.it che si è tenuta a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, secondo il quale il 58,2% degli italiani promuove il premier e il 57,9% ritiene Meloni una “leader matura” (dato in crescita del 3,1% rispetto al 2023).
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Nuovo appello alla pace di Papa Francesco “Si cessi subito il fuoco”

ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco è tornato a invocare la pace in Medio Oriente, durante l’Angelus. “Rivolgo con preoccupazione il mio pensiero al conflitto fra Palestina e Israele, che rischia di allargarsi ad altre città palestinesi”, ha sottolineato il Pontefice, aggiungendo: “Faccio un appello affinchè non si fermino i negoziati, si cessi subito il fuoco, si rilascino gli ostaggi e si soccorra la popolazione a Gaza dove si stanno anche diffondendo tante malattie, inclusa la poliomielite”. “Sia pace in Terra Santa, sia pace in Gerusalemme – ha proseguito -. La città santa sia luogo di incontro dove i cristiani, gli ebrei e i musulmani si sentano rispettati e accolti. E nessuno metta in discussione lo status quo dei rispettivi luoghi santi”.
Poi, ha rivolto il suo pensiero all’Ucraina. “Sono vicino al martoriato popolo ucraino duramente colpito da attacchi contro le infrastrutture energetiche che, oltre a causare molti feriti, hanno lasciato più di un milione di persone senza elettricità e acqua”, ha detto Papa Francesco, che ha manifestato “dolore anche per gli attentati in Burkina Faso”.
“Ricordiamoci che la voce degli innocenti trova sempre ascolto presso Dio, che non rimane indifferente alla loro sofferenza”, ha sottolineato il Santo Padre.
Inoltre, ha chiesto di pregare per il viaggio in Asia, che comincerà domani.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Rientrata rivolta al carcere “Beccaria” di Milano

MILANO (ITALPRESS) – Sono rientrati nelle prime ore di oggi i disordini scoppiati ieri nell’istituto penale minorile Beccaria di Milano, che ha subito danni ingenti. Lo riferisce la Uilpa Polizia penitenziaria. Il bilancio è di alcuni contusi non gravi, anche fra gli agenti, e di un detenuto ricoverato in ospedale e piantonato dalla polizia di Stato, in mancanza di operatori penitenziari.
“La rivolta avvenuta ieri sera all’interno dell’Ipm Beccaria di Milano è stata prontamente sedata e non vi è stato alcun tentativo di evasione da parte dei detenuti”, precisa in una nota il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.
“Le azioni di rivolta – prosegue la nota – hanno causato ingenti danni al Primo Gruppo ma l’intervento del personale della Polizia Penitenziaria ha consentito di ripristinare immediatamente l’ordine, mentre tre detenuti sono stati trovati e riportati in cella mentre erano nascosti nel perimetro murato del carcere”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Ovaio policistico, Unfer “Nuova definizione per migliore trattamento”

ROMA (ITALPRESS) – La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo endocrino-ginecologico che colpisce le donne in età fertile, tra il 5 e il 18% della popolazione femminile, con conseguenze importanti sulla salute riproduttiva, metabolica, psicologica e sulla qualità di vita. Si tratta di una condizione che generalmente inizia a manifestarsi dall’adolescenza con segni e sintomi spesso sovrapponibili alle normali alterazioni ormonali degli anni dello sviluppo: mestruazioni irregolari, acne e aumento di peso. Per questo motivo non è semplice da diagnosticare proprio per la complessità e l’eterogeneità con cui si presenta.
La diffusione della PCOS è quindi un problema rilevante che richiede molta attenzione da parte dei medici, soprattutto per i suoi risvolti sia fisici che mentali, come spiega Vittorio Unfer, ginecologo e docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università UniCamillus di Roma.
“La PCOS – afferma – è una condizione molto complessa, caratterizzata da segni clinici significativi nelle donne, tra cui l’assenza prolungata del ciclo mestruale, difficoltà nel concepire, problemi di peso, acne e irsutismo. Queste manifestazioni hanno anche importanti risvolti psicologici, come senso di inadeguatezza, disagio e depressione, che non devono essere sottovalutati”.
In questo mese, è però cruciale porre l’attenzione sull’importanza di una nuova e accurata definizione della PCOS. “Dobbiamo andare verso una nuova definizione della PCOS. Oggi c’è un nuovo modo di fare diagnosi e interpretare questa patologia. Per tanti anni abbiamo fatto riferimento alla classificazione di Rotterdam del 2003 ad opera dell’ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embryology), ma negli anni questa ha dimostrato avere dei limiti. Al contrario, una corretta classificazione è fondamentale anche per decidere il trattamento più adeguato.”, ha spiegato il ginecologo.
E’ bene però conoscere approfonditamente anche le differenze tra i diversi fenotipi per decidere il giusto trattamento adatto a ogni donna: “Per la classificazione della PCOS si considerano principalmente tre sintomi: la presenza di cisti ovariche, l’iperandrogenismo e le alterazioni del ciclo mestruale. La novità risiede nel fatto che i primi tre fenotipi, A, B e C, sono tutti caratterizzati da iperandrogenismo e sono associati alla sindrome metabolica, con eccesso di insulina. Al contrario, nel fenotipo D, l’ovaio gioca un ruolo centrale nella malattia. Per questo motivo, il razionale terapeutico deve essere necessariamente diverso e su misura della paziente” conclude Unfer.
-foto xi2 Italpress –
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Vannacci “Non mi dimetto da generale dell’Esercito”

ROMA (ITALPRESS) – “Il mio impegno per la Patria e per i valori costituzionali non è mai venuto meno. Un giuramento, soprattutto quello al tricolore, è per sempre”. Così, in una lettera al Corriere della Sera, l’eurodeputato della Lega e generale Roberto Vannacci, replicando al giornalista Carlo Verdelli che gli aveva suggerito di dimettersi dall’Esercito.
“Preciso che nessuna legge o normativa mi impone di farlo – aggiunge -. Non mi risulta, peraltro che, in passato, siano state richieste le dimissioni di altri militari o magistrati che hanno espresso pubblicamente le loro idee o che hanno partecipato attivamente alla vita politica del Paese. Il suo consiglio appare quindi privo di fondamento sia per normativa che per storia. L’ordinamento vigente, infatti, prevede che sia i militari che i magistrati possano partecipare alla vita politica e descrive le modalità e le procedure peculiari affinchè ciò possa avvenire. Questa è l’essenza della democrazia che, per definizione, attinge la classe dirigente dal popolo, non dalle èlite avulse dalla società e non preclude ad alcuno la partecipazione politica. Vorrei inoltre rassicurarla che le mie dichiarazioni e, soprattutto, le mie azioni sono sempre state conformi ai miei doveri istituzionali e alle leggi dello Stato. Infatti, tutti i giudici richiesti di vagliare le mie condotte hanno finora sempre confermato la correttezza del mio operato. Ora il mio servizio alla Patria continua con una veste diversa: seguiterò a promuovere e difendere i valori fondamentali della libertà, della democrazia, della giustizia, della libera espressione del pensiero (sempre messa in discussione da chi, a parole, si professa democratico – solo ultimamente, dal sindaco di Nichelino) e del rispetto della dignità umana. Non è improbabile che un giorno io possa tornare al servizio militare attivo, come fece Cincinnato tornando alle sue terre. Pretendere che un politico debba essere esclusivamente un politico, privo di esperienze in altri campi e incapace di tornare a tali attività, imporrebbe forti limitazioni partecipative alla vita pubblica del Paese a chi ha scelto la professione di militare, di professore o di magistrato. Di sicuro, la mia attività attuale è ispirata dallo stesso desiderio che ha caratterizzato la mia carriera militare: la difesa dell’Italia, prima in armi e ora contribuendo al suo benessere, e la protezione dei suoi valori fondanti che tutelavo rischiando la vita sui campi di battaglia e ora difendo esprimendomi dallo scranno di Bruxelles. Peraltro, sottolineo che la sua partigiana digressione sulla Decima Mas è fuori luogo, soprattutto se diretta a uno che ha militato per trent’anni nelle Forze Speciali del nostro Paese. Oltre a quello che le interessava ventilare per corroborare la sua teoria, per amor di verità, avrebbe dovuto ricordare che tra i ranghi dell’odierna Marina Militare esiste un reparto erede delle tradizioni, del valore, del coraggio e delle gesta eroiche di quella gloriosissima unità della Regia Marina che operò colando a picco un tonnellaggio di naviglio nemico superiore a quanto l’intera Marina non avesse fatto dal ’39 al ’43. Quella è la Decima al cui valore con deferenza mi inchino. Quella, per intenderci, di Durand de la Penne, di Emilio Bianchi, di Teseo Tesei, di Bruno Falcomatà, e visti i miei pregressi di mestiere non era difficile immaginarselo. Ogni altro riferimento sarebbe totalmente arbitrario e lo respingo al mittente. Sconfortante, inoltre, constatare che ai giovani di oggi i nomi di questi eroi siano quasi sempre sconosciuti. Ribadisco anche che non considero ‘fascistà un’offesa, ma, tutt’al più, un giudizio politico che, come tale, rispetto”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Zaia “la Chiesa ascolti anche la campana dell’Autonomia”

VENEZIA (ITALPRESS) – “L’Autonomia, nata in Veneto, ha avuto un percorso costellato da un dibattito invariabilmente acceso. Ma confesso di aver letto per due volte le dichiarazioni di monsignor Savino che ho trovato tranchant e che, a mio avviso, non rispecchiano la realtà. Francamente, quando si evoca il Far West si evoca l’immagine di una terra senza legge… Ora, se dobbiamo restare ai fatti: questa riforma non è altro che un mastodontico processo di decentramento amministrativo, non si sottrae nulla a nessuno. Ecco perchè questa, fra tante critiche, mi ha colpito in particolar modo. Da cattolico trovo offensivo che si ipotizzino cattolici buoni e cattivi, talmente ‘cattivì da pianificare scientemente di lasciar morire di fame i primi… Peraltro mi resta un dubbio”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, il governatore del Veneto, Luca Zaia, che, dopo le dichiarazioni del vicepresidente della Cei e vescovo di Cassano all’Ionio, Francesco Savino, sull’Autonomia («pericolo mortale», «si rischia il Far West»), ha scritto una lettera al presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi.
“Quella di monsignor Savino è una posizione ufficiale della Cei o no? Intuisco – dichiara Zaia al quotidiano – che possa non esserlo da qualche elemento: per esperienza diretta posso garantire che molti alti prelati non la pensano così e, in più, me lo suggeriscono gli inediti toni coloriti usati. Infine, se fosse la posizione ufficiale della Cei, di cui ho il massimo rispetto, si rischierebbe l’incoerenza. La Chiesa ha un modello gestionale improntato alla sussidiarietà e alla solidarietà di stampo schiettamente federalista che sottoscriverei a occhi chiusi: 227 diocesi che governano migliaia di parrocchie in autonomia. Senza contare che è un modello iper collaudato dopo quasi duemila anni… (sorride, ndr)”. Ed alla domanda su cosa ha scritto al cardinale Zuppi, risponde: “La Chiesa si è sempre espressa con ponderazione dopo aver approfondito i temi, e sempre dopo aver ascoltato le due campane. Bene, porto il suono della campana dell’Autonomia. Anzi, faccio un passo di lato, offro ufficialmente la preparazione dei nostri esperti: autorevoli professori universitari nelle materie fiscali, economiche e giuridiche che rispondano, nel merito e documenti ufficiali alla mano, a qualsiasi dubbio abbiano i vescovi, diciamo un question time tecnico sull’Autonomia per i vescovi italiani. Può essere un’opportunità”.
L’uscita di monsignor Savino non è un’«invasione di campo» per il governatore del Veneto, Luca Zaia, “Assolutamente no, al netto della divisione fra potere temporale e spirituale, la Chiesa è un interlocutore importante per il suo ruolo cruciale nella comunità. Se sui temi etici la sua posizione, per competenza diretta, diciamo così, è insindacabile, su una riforma che attiene alla struttura dello Stato italiano, è importante abbia a disposizione tutte le informazioni per poter procedere a una valutazione puntuale”. E alla domanda se si rischia una spaccatura fra i cattolici anche in quello che fu il «Veneto bianco», risponde: “Non accadrà, la Chiesa riveste il ruolo dell’autorità spirituale che indica la via, che è madre accogliente, in grado di ascoltare il dibattito, elevarsi e, infine, dare la sua opinione. Cosa che in questo caso non è avvenuta, purtroppo quelle dichiarazioni non sono nel solco della fratellanza. Ciò detto, ho profonda fiducia nell’operato del cardinale Zuppi. Capita che le sue posizioni non sempre collimino con le nostre ma lasciamogli fare il suo mestiere dato che lo fa egregiamente: davanti a una riforma non banalizzabile coglierà l’occasione di approfondire per scongiurare il rischio di spaccare la comunità”. Il Veneto chiede un approfondimento tecnico alla Cei, “certo, anche perchè mi chiedo, se non si approfondisce meglio l’Autonomia, cosa succederà quando si prenderà coscienza che sta galoppando il federalismo fiscale? Sarà una riforma strutturale e capillare dello Stato per come l’abbiamo conosciuto fin qui. In virtù degli accordi sul Pnrr, si sta procedendo a ritmo sostenuto. Un riforma di portata anche maggiore ma altrettanto salutare per il Paese”. “Ho piena fiducia che si apra un canale di dialogo – sottolinea Zaia -. Proseguire su questi toni significherebbe assumersi la responsabilità di difendere lo status quo: tremila miliardi di debito pubblico e bambini dal futuro segnato in base al luogo d’Italia in cui nascono. Lo diceva nel 1949 anche il siciliano don Sturzo: «Sono unitario ma federalista impenitente»”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Il Napoli ribalta il Parma nel recupero, Lukaku in gol

NAPOLI (ITALPRESS) – Una vittoria al cardiopalma, con due reti nel recupero in una gara che dura 105 minuti. Una vittoria arrivata con l’avversario in dieci, senza portiere dal 75′ per l’espulsione di Suzuki, e con la rete dell’1-1 siglata dal suo pupillo. Antonio Conte esulta per il secondo successo stagionale del Napoli ma, anche e soprattutto, esulta per il gol al debutto di Romelu Lukaku: è 2-1 sul Parma. Il match sembra iniziare nel migliore dei modi per il Napoli: Kvaratskhelia sfiora il vantaggio e Pecchia perde Valeri, importante arma difensiva. Da qui in poi però risalgono di tono i ducali, che mettono in mostra quelle caratteristiche offensive che si erano già viste contro Milan e Fiorentina. Man e Mihaila fanno impazzire Olivera, che non li prende mai, e il secondo sfiora il vantaggio. Occasione anche per Kowalski, classe 2005 che sostituisce Estevez ed è la scommessa del Parma, e palo per Bonny. Domina il Parma dunque, e al 19′ ecco la rete: Meret stende Bonny, che si prende il pallone e trasforma il calcio di rigore. La reazione del Napoli è affidata al solo Kvara, che ingaggia un duello personale col portiere: la spunta in due occasioni Suzuki e al riposo è 1-0, con Bernabè a sfiorare il bis. Nella ripresa Conte si gioca la carta Spinazzola e i suoi schiacciano il Parma, che non esce più e commette un errore, sostituendo Bonny per arroccarsi in difesa. Conte mette dentro anche Lukaku al 62′ e ha un assist inatteso: uscita folle di Suzuki, che travolge David Neres e viene espulso per doppia ammonizione al 75′. In porta va Delprato, che le prova tutte per difendere il risultato, ma capitola nel recupero. Lukaku pareggia al 92′ con un tocco dall’interno dell’area, che piega le mani al portiere improvvisato e vale la sua prima rete col Napoli e al Maradona, poi il bis di Anguissa: cross di Neres e stacco imperioso del camerunense, è 2-1 al 96′. Nel maxi-recupero di un quarto d’ora c’è spazio anche per il Parma, che col cuore va vicino al pari: Meret salva su Almqvist, poi di Lorenzo sfiora l’autorete. Esulta Conte, che sale a 6 punti con Lukaku decisivo. Il miglior messaggio possibile per la tifoseria del Napoli e per Osimhen, da oggi fuori lista e virtualmente fuori rosa.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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