ROMA (ITALPRESS) – “Vedersi con Zelensky ormai è una consuetudine, non si tratta di forma ma è per noi una continuità necessaria che non fa che confermare il sostegno all’Ucraina, una nazione che è stata brutalmente, ingiustificatamente aggredita”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“L’Italia è stata al fianco dell’Ucraina fin dal primo momento del conflitto e siamo pronti a continuare a farlo fino a quando sarà necessario. Lo facciamo perchè siamo convinti che questa sia la parte giusta della storia, ma è anche nel nostro interesse difendere le regole della convivenza internazionale che garantiscono a tutti un futuro di pace, se noi derogassimo a queste regole vivremo in un mondo di caos che non è in grado di difendere i più fragili. L’Ucraina non è sola, saremo accanto per tutto il tempo necessario”, ha aggiunto. “Il popolo ucraino continua a resistere in modo eroico perchè vuole scegliere il proprio futuro e la comunità internazionale ha il dovere di aiutarlo. L’obiettivo del nostro sostegno è mettere l’Ucraina nelle migliori condizioni possibili per costruire un tavolo di pace che non può significare una resa che in tanti, troppi suggeriscono vigliaccamente. Questo presuppone anche il sostegno militare così come il settore energetico”, ha spiegato.
Meloni ha infine annunciato che “la Ukraine recovery conference si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025. Un evento a cui teniamo molto e a cui lavoriamo da tempo”.
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-Foto: Palazzo Chigi-
Meloni “Confermiamo sostegno all’Ucraina fino a quando necessario”
Rimonta red devils con gli azzurri in 10, Italia-Belgio 2-2
ROMA (ITALPRESS) – In 10 uomini l’Italia subisce la rimonta del Belgio dal 2-0 al 2-2 allo stadio Olimpico di Roma nella terza giornata di Nations League, ma riesce comunque a conservare il primo posto in solitaria del girone A2 con un punto di vantaggio sulla Francia e tre sugli uomini di Domenico Tedesco, rientrati in partita a fine primo tempo con l’espulsione di Pellegrini, dopo che gli azzurri avevano trovato il doppio vantaggio con i gol di Cambiaso e Retegui. La nazionale di Spalletti conferma così solo per 40 minuti gli ottimi segnali mostrati contro Francia e Israele, ma riesce anche a lasciarsi alle spalle il problema dell’approccio alla gara, manifestatosi agli Europei e nello scorso mese. Contro Albania e Francia gli azzurri subirono gol dopo un minuto, ma stavolta sono gli uomini di Spalletti a finire dopo pochi secondi sul tabellino dei marcatori. L’azione del vantaggio è da manuale e parte da una sponda di Retegui e si sviluppa sui piedi di Pellegrini. Il resto lo fa Dimarco con un cross basso per il tocco in rete di Cambiaso.
L’asse da quinto a quinto funziona e al 24′ è un cambio gioco del solito Dimarco per l’autore del primo gol ad ispirare il 2-0: Cambiaso arriva alla conclusione col sinistro, Casteels respinge in tuffo ma non può fare nulla sul tap in vincente di Retegui. La gara cambia al 41′. Un intervento di Pellegrini sul tendine d’Achille di Theate è punito in un primo momento col giallo dall’arbitro Eskas, ma l’analisi al Var spinge il direttore di gara norvegese ad estrarre il rosso all’indirizzo del romanista. Nel giro di un minuto l’Italia rimane in 10 e subisce gol. Lo schema sulla punizione di Tielemans coinvolge Trossard, bravo ad ammortizzare il pallone per la conclusione potente di De Cuyper, che non lascia scampo a Donnarumma. Al 62′ il Belgio pareggia sempre su palla inattiva: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Faes fa sponda di testa per Trossard che da due passi in volèe batte il portiere italiano. Nell’ultima mezz’ora c’è spazio per un episodio da moviola (contatto tra Bastoni e Openda in area azzurra) e per l’esordio azzurro di Pisilli. Il pareggio alla fine lascia rimpianti ad entrambe le squadre. L’Italia tornerà in campo il 14 ottobre contro Israele allo Stadio Friuli di Udine.
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Milano, la M4 verso l’apertura di tutta la linea
MILANO (ITALPRESS) – Milano si prepara all’apertura di tutta la linea M4, prevista per le ore 13.30 di sabato 12 ottobre. Si tratta della nuova linea metropolitana del capoluogo lombardo, realizzata da Webuild.
Il percorso della M4 Milano corre sotto la città da Est a Ovest, passando per il centro storico fino ad arrivare all’aeroporto di Linate. La lunghezza della linea, tra i due capolinea di Linate e San Cristoforo, è di 15 chilometri, che vengono coperti in soli 30 minuti di viaggio (12 minuti dall’aeroporto al centro città), con 21 stazioni per le fermate della M4 Milano.
La nuova linea della metro è interamente sotterranea e ad automazione integrale, senza conducente, una tecnologia innovativa che consente di usufruire di convogli driverless più efficienti e sicuri. La M4 attraversa il centro storico di Milano permettendo spostamenti rapidi lungo la direttrice Est/Ovest della città, con una significativa riduzione del traffico su strada.
Oltre all’interscambio con l’aeroporto di Linate, l’opera ha due stazioni di interscambio con la linea metropolitana esistente: con la linea rossa nella stazione San Babila e con la linea verde in Sant’Ambrogio. La M4 è collegata alle linee ferroviarie suburbane nelle stazioni Forlanini FS, Dateo e San Cristoforo. Grazie a un breve collegamento pedonale all’esterno, che parte dalla stazione Sforza Policlinico, è possibile arrivare anche alla linea gialla nella stazione Missori.
Il progetto ha previsto la realizzazione di due gallerie a binario singolo, una per direzione, 21 stazioni (di cui 6 stazioni di interscambio), 30 manufatti e un deposito officina. La Metro M4 si sviluppa prevalentemente nel perimetro del Comune di Milano, mentre per una piccola porzione si sviluppa nel territorio dei comuni di Segrate e Peschiera Borromeo, in prossimità del terminale orientale.
Questo traguardo è accompagnato da una trasformazione di superficie, secondo l’ormai imprescindibile concetto di sostenibilità che deve comprendere anche una migliore qualità di fruizione degli spazi cittadini. Da Est a Ovest ogni fermata della M4 ha parchi e zone verdi adiacenti, alcuni già esistenti altri nati grazie ai lavori di costruzione della metro. Le zone di accesso alle due stazioni Tricolore e San Babila sono state completamente riviste, privilegiando la pedonalizzazione.
In particolare, piazza San Babila è stata totalmente interdetta al traffico, e consegnata alla città come luogo di vera aggregazione in continuità con l’adiacente spazio urbano creato dall’architetto Luigi Caccia Dominioni.
Tra le stazioni Argonne e Susa, sopra la metropolitana, sono stati installati campi sportivi, giochi per i bambini e panchine.
Al capolinea San Cristoforo è stata costruita una passerella ciclopedonale che attraversa il Naviglio Grande.
La costruzione della M4 è stata un’opera ingegneristica complessa, che ha richiesto tecnologie all’avanguardia e competenze specifiche. Le gallerie sono state scavate con sei TBM (Tunnel Boring Machine) che hanno scavato ad una profondità media di 20 metri dal piano stradale, con un massimo di 30 metri.
Il consolidamento del terreno è avvenuto attraverso il get grouting, un metodo che consiste nell’iniezione di miscele cementizie per stabilizzare il terreno e prevenire infiltrazioni.
Un’altra tecnica all’avanguardia che è stata utilizzata per la costruzione della M4 è il congelamento artificiale dei terreni, che previene i cedimenti durante gli scavi. Consiste nel congelamento dell’acqua di falda attraverso l’azoto liquido, che provoca uno shock termico a circa -196° e rende il terreno compatto come una roccia, facilitando gli scavi.
– Foto Webuild –
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Acea alla Festa del Cinema con un contest sull’acqua
ROMA (ITALPRESS) – Un rapporto viscerale lega l’acqua all’immaginario del cinema e Roma, Regina Aquarum e capitale della tradizione acquedottistica, è il luogo ideale per celebrare questo legame. Per questo ACEA, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e la Fondazione Cinema per Roma, ha presentato alla Casa del Cinema il contest “I mille volti dell’acqua”, e la retrospettiva “Gocce di cinema” due iniziative nate nell’ambito della XIX edizione della Festa del Cinema di Roma, al via dal 16 ottobre, per raccontare l’elemento acqua attraverso lo sguardo di giovani videomaker e grandi registi.
“Acea è sponsor della Festa del Cinema da molti anni ormai, la novità del 2024 – è quella di dare un’intestazione speciale, per quello che riguarda il nostro sostegno, al tema dell’acqua, che riteniamo non sia soltanto un business per il più grande operatore idrico d’Italia, ma sia anche un tema da porre all’attenzione generale, perchè riguarda non solo la sostenibilità, ma anche la sopravvivenza del pianeta ed è legata al tema energetico e all’intelligenza artificiale”, ha detto Virman Cusenza, direttore comunicazione ACEA, durante la conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Mario Sesti, critico e responsabile comunicazione del Centro Sperimentale, e Francesca Via, direttrice generale di Fondazione Cinema per Roma. L’obiettivo “è svolgere un’opera educativa, tant’è che abbiamo recentemente firmato un protocollo con il Ministero della Pubblica Istruzione che riguarda la cosiddetta “educazione idrica” che, insieme all’educazione civica, è uno dei due pilastri educativi fondamentali per la vita di tutti i giorni, non soltanto sui banchi di scuola”, ha spiegato Cusenza.
L’iniziativa di ACEA quest’anno è articolata su due filoni. Il primo riguarda il contest dedicato a cortometraggi inediti che narrano l’elemento acqua con gli strumenti della fiction, del documentario o dell’animazione, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica al recupero, al riciclo e al riuso della risorsa idrica, in coerenza con le strategie sostenibili del Gruppo ACEA. Sono “tantissimi i corti pervenuti, oltre 80 – ha sottolineato Alessandro Sena, a capo dell’Unità Progetti Speciali HR del gruppo Acea – con il Centro Sperimentale abbiamo fatto una selezione e siamo arrivati agli ultimi cinque finalisti. Una giuria popolare composta dai dipendenti e dalle dipendenti di ACEA e una giuria tecnica li stanno valutando. Il 16 ottobre, alla Festa del Cinema, avremo la possibilità di vedere i tre finalisti e poi decretare la vincitrice o il vincitore. Per ACEA è importante non soltanto diffondere il messaggio del riuso e riciclo dell’acqua, ma anche sostenere i giovani filmmaker. Il primo premio è di 5.000 euro, oltre alla possibilità di poter proiettare il proprio cortometraggio all’interno di uno dei festival più importanti del cinema italiano”.
Il secondo aspetto riguarda invece la retrospettiva “Gocce di cinema”, dedicata ai film sull’acqua: nove titoli, di cui sette gratuiti e due a pagamento perchè sono in concorso alla Festa del Cinema. I nove titoli (Nel tempo di Cesare di Angelo Loy, Watermark Jennifer Baichal e Edward Burtynsky, L’isola della cura di Alex Grazioli, Lo squalo di Steven Spielberg, La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro, Lampi sull’acqua di Wim Wenders, Da qui all’eternità di Fred Zinnemann, Prigionieri dell’oceano di Alfred Hitchcock e Nostalghia di Andrej Tarkovskij) sono caratterizzati da un profondo legame tra l’immaginario dell’acqua e le storie che raccontano e accrescono la consapevolezza collettiva su una risorsa vitale per definizione, ma diventata sempre più preziosa a causa della minaccia del cambiamento climatico e, come ha raccontato Jacopo Mosca dell’Ufficio Cinema della Festa del Cinema di Roma, “sono stati scelti cercando tutti i registri possibili su cui i grandi maestri del cinema hanno deciso di declinare il tema dell’acqua”.
Inoltre il 21 ottobre ore 21.30 è in programma un altro appuntamento con il cinema, promosso dal Gruppo guidato dall’Amministratore delegato Fabrizio Palermo, con la proiezione del film ‘Emilia Pèrez’ di Jacques Audiard, nella Sala Sinopoli dell’Auditorium. Tra le altre proposte del Gruppo, leader in Italia nel settore idrico e che quest’anno celebra 115 anni di storia, anche uno stand dedicato alla visione dei lavori in concorso per “I mille volti dell’acqua” e ai collegamenti online con i giovani videomaker. Allo stand si giungerà percorrendo un simbolico “blu carpet” per ricordare e sottolineare l’importanza delle risorse idriche.
-foto ufficio stampa ACEA –
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Israele colpisce tre basi Unifil, Crosetto a Gallant “Inaccettabile”
ROMA (ITALPRESS) – Le forze israeliane hanno colpito tre basi delle forze Unifil nel sud del Libano, ferendo due persone. Non si contano feriti tra le forze italiane presenti. Un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione della base di Naqura. La torre è stata centrata e i due militari Onu sono precipitati a terra. Le loro condizioni non sono gravi, riferiscono fonti mediche locali. Sembra inoltre che Israele abbia colpito anche gli avamposti italiani. Alcune telecamere sono state distrutte da colpi di armi portatili.
“Già dalle prime ore di questa mattina ho contattato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, per protestare con lui e ricordargli in modo fermo che quanto sta avvenendo nei pressi delle basi italiane di Unifil nel Sud del Libano e, in generale, verso il contingente Unifil a partire dagli spari contro il quartier generale di Unifil è, per me e per il governo italiano, inaccettabile. Anche se ho ricevuto garanzie sulla massima attenzione alla sicurezza del personale militare ho ribadito che dev’essere scongiurato ogni possibile errore che possa mettere a rischio i soldati, italiani e di Unifil”, ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “La sicurezza dei militari italiani schierati in Libano rimane una priorità assoluta per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tengo costantemente informata e che segue l’evolversi della situazione con grande attenzione, per me e per tutto il Governo italiano, affinchè i peacekeeper italiani continuino la loro opera di mediazione e di sostegno alla pace e alla stabilità del Libano e dell’intera regione”, ha aggiunto Crosetto.
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-Foto: Ipa Agency-
Webuild, sul Ponte di Braila riasfaltatura con miscela ultraresistente
MILANO (ITALPRESS) – Iniziati i previsti lavori di riasfaltatura del Ponte di Braila in Romania grazie all’uso di nuova miscela di asfalto ultraresistente elaborata da Webuild in collaborazione con il professore Maurizio Crispino del Politecnico di Milano.
La miscela fornirà al manto bituminoso caratteristiche di elasticità e resilienza adatte agli eccessivi carichi pesanti in transito in ambedue i sensi di marcia a causa della guerra in Ucraina. Il ponte di Braila è una infrastruttura strategica per la regione e dalla sua apertura nel luglio 2023 ha sostenuto un traffico molto intenso, con passaggi settimanali di oltre mille camion.
Il carico oltre i limiti di peso consentiti, in concomitanza con le temperature eccessive dei mesi estivi, ha portato alla decisione di avviare lavori di riasfaltatura con una nuova miscela con caratteristiche di ultraresistenza superiori alle specifiche contrattuali e da normativa applicabile e sarà in grado di resistere anche ai carichi di traffico di portata eccezionale. La miscela va a sostituire il precedente manto bituminoso che era stato adottato in base alla normativa locale in sede di progetto da parte della autorità stradale rumena e lavorato secondo programma. La tenuta del manto stradale non ha in alcun modo mai presentato rischi strutturali.
Il Ponte sul Danubio a Braila è il secondo ponte sospeso più lungo dell ‘Europa continentale, un’opera molto avanzata dal punto di vista ingegneristico. Tra le lavorazioni che hanno richiesto tecniche altamente qualificate, la realizzazione di pali di grande diametro, gli scavi di pozzi molto estesi e profondi, gli impianti per l’estrazione dell’acqua dalle falde sotterranee.
Dalla sua apertura al traffico, il consorzio di costruzione guidato da Webuild (subentrata ad Astaldi) ha lavorato insieme al cliente per monitorare e implementare opere minori di collegamento con la rete autostradale.
– Foto ufficio stampa Webuild –
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Nadal annuncia il ritiro, a Malaga ultima sfida in Coppa Davis
ROMA (ITALPRESS) – Con 92 titoli in carriera, di cui 22 del Grande Slam e il record di 14 vittorie al Roland Garros, Rafa Nadal saluta il tennis, annunciando il ritiro in un lungo ed emozionante video postato sui social. “Gli ultimi due anni sono stati difficili e non sono riuscito a giocare senza limitazioni. E’ stata una decisione difficile, che mi ha richiesto tempo, ma in questa vita tutto ha un inizio e una fine, e penso che questo sia il momento giusto per mettere fine a una carriera lunga e piena di successi, più di quanti potessi immaginare”. La passerella finale per Nadal sarà davanti ai suoi tifosi, a Malaga, in occasione della Final 8 di Coppa Davis, in programma dal 19 al 24 novembre. “Sono molto emozionato di rappresentare il mio paese nel mio ultimo torneo. Penso che sia la chiusura perfetta del cerchio, visto che una delle mie prime grandi gioie come tennista
professionista è stata la finale di Siviglia nel 2004″, ha
ricordato Nadal. Venti anni fa, infatti, un 18enne Nadal si faceva notare battendo Andy Roddick e contribuendo al trionfo della Spagna sugli Stati Uniti. Venti anni dopo la sua prima finale Atp a Auckland e quello storico debutto in Davis, lo spagnolo ha deciso di appendere la racchetta al chiodo. In mezzo 22 Slam, 36 Masters 1000, cinque Coppe Davis e due ori olimpici.
“Mi sento super fortunato per tutte le cose che ho potuto vivere. Voglio ringraziare tutto il mondo del tennis, tutte le persone che fanno parte di questo sport e coloro che sono stati miei compagni di squadra per così tanti anni, soprattutto i miei grandi rivali. Ho passato molte ore con loro e ho vissuto momenti che ricorderò per il resto della mia vita”, racconta ancora un emozionato Nadal, mentre si alternano le immagini dei suoi grandi duelli con Roger Federer e Novak Djokovic. E proprio il mondo del tennis è stato il primo a rendergli omaggio. “Ho sempre sperato che questo giorno non arrivasse mai. Grazie per i ricordi indimenticabili e per tutti gli incredibili traguardi nel gioco che amiamo. E’ stato un onore assoluto!”, ha scritto Federer sui social. “Sono stato molto fortunato a poterlo conoscere. Ci ha regalato tante emozioni quando l’abbiamo visto giocare. Ci ha anche dimostrato come rimanere umili, non è cambiato con il successo, ha scelto le persone giuste intorno lui, ha creato una grande famiglia”, ha ricordato Jannik Sinner da Shanghai. “Il
suo ritiro fa male perchè ci ha insegnato tantissimo, da lui ho
imparato che non serve fare sacrifici, ma rinunce, è uno dei
giocatori più sportivi di sempre, uno che si è battuto per tutti.
Speriamo di incontrarlo a Malaga, ma se ci sarà è perchè sarà
competitivo”, ha dichiarato il capitano azzurro Filippo Volandri.
“Abbiamo vissuto così tanto insieme che è difficile da spiegare”, ha poi ricordato ancora Nadal, mentre scorrono le istantanee dei suoi allenatori e di tutto il suo staff. “Sono stati una parte molto importante della mia vita. Non sono lavoratori, sono amici e sono stati al mio fianco in tutti i momenti in cui ho avuto bisogno di loro. Ci sono stati momenti molto brutti, momenti molto belli, momenti in cui hanno dovuto spingermi, sciogliermi”, ha detto ancora lo spagnolo. E infine la famiglia che “è tutto per me. Mia madre ha fatto tutti i sacrifici che doveva fare affinchè potessimo avere tutto. Mia moglie Mery, la mia compagna di viaggio perfetta. Mio padre fonte di ispirazione in ogni senso, è stato un esempio di impegno, di miglioramento”, ha concluso Nadal. Così due anni dopo Roger Federer, un altro gigante del tennis saluta. Con 1.080 partite vinte e 227 perse, il re indiscusso della terra battuta tornerà in campo per l’ultima volta, a distanza di quattro mesi dalla sfida
ai Giochi di Parigi persa contro Novak Djokovic. L’appuntamento è
il 19 novembre con la Spagna ai quarti di Coppa Davis.
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“Sport di Base e Bolkestein”, incontro a Trieste il 14 ottobre
TRIESTE (ITALPRESS) – “Sport di Base e Bolkestein”. E’ questo l’evento in programma il prossimo 14 ottobre 2024 presso la Sezione della Lega Navale Italiana di Trieste per il quale la Federazione Italiana Vela richiama l’attenzione. Si tratta di un incontro di fondamentale importanza che vedrà la partecipazione di esponenti istituzionali di primo piano. Organizzato dal Ministero per lo Sport e i Giovani, l’incontro si propone di aprire un dibattito costruttivo attorno alle implicazioni della direttiva Bolkestein, che riguarda le concessioni demaniali e che potrebbe avere un impatto significativo sulle strutture dei Circoli Velici, pilastri del nostro sport e dell’intero movimento sportivo di base. La Federvela, che da sempre ha lavorato nelle sedi istituzionali, insieme al Coni, vuole ribadire il proprio ruolo di rappresentanza delle istanze dei Circoli affiliati, ed offrire il proprio supporto, affinchè vengano tutelati e possano continuare a svolgere il loro ruolo formativo, sociale e sportivo all’interno delle comunità locali. Siamo certamente nella fase cruciale del percorso legislativo, in attesa della conversione del DL Salva Infrazioni n° 131, ed i relativi emendamenti presentati ed attualmente in discussione. I relatori dell’evento saranno Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani;
Donato Marzano, Presidente della Lega Navale Italiana; Francesco Ettorre, Presidente della Federazione Italiana Vela; Mitja Gialuz, Presidente della Società Velica di Barcola e Grignano;
Massimo Proto, Professore ordinario di Diritto Privato; Emanuele Loperfido e Debora Serracchiani, Rappresentanti della Camera dei Deputati. L’evento sarà introdotto e moderato da Massimiliano Atelli, Capo di Gabinetto del Ministero per lo Sport e i Giovani.
In vista dell’incontro, il Presidente della FIV, Francesco Ettorre, lancia un accorato appello a tutti i circoli affiliati, ribadendo l’importanza di una posizione unita per affrontare questa sfida:”I Circoli Velici sono molto più di semplici strutture sportive. Essi rappresentano il cuore pulsante del nostro sport e svolgono un ruolo insostituibile nella promozione dei valori fondamentali della nostra società, quali la solidarietà, l’inclusione e il rispetto per l’ambiente. Un ruolo sociale e di welfare del territorio che va difeso in tutte le sedi. Sono luoghi dove i giovani non solo apprendono le tecniche, ma soprattutto crescono come cittadini consapevoli, imparando il valore dello sport, del lavoro di squadra e della responsabilità verso il mare e la natura. Oggi, con la possibile applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali, questi Circoli si trovano di fronte a una sfida che potrebbe compromettere la loro sopravvivenza e, con essa, il futuro stesso della vela come sport accessibile a tutti. Le concessioni demaniali non sono un lusso o un privilegio, ma una risorsa essenziale che permette ai Circoli di operare, di accogliere migliaia di appassionati e di organizzare attività che non solo arricchiscono il tessuto sportivo, ma anche quello economico e sociale delle comunità locali. E’ fondamentale che le istituzioni comprendano il ruolo strategico che i Circoli Velici svolgono a livello territoriale. Essi non solo promuovono lo sport, ma contribuiscono in modo significativo all’economia locale, attraverso l’organizzazione di eventi che attraggono migliaia di persone, generando ricadute positive su turismo e occupazione. Senza contare il contributo in termini di inclusione sociale, con programmi specifici rivolti alle persone con disabilità, che trovano nei nostri Circoli un’opportunità unica per vivere il mare in modo accessibile e inclusivo. Come Federazione, siamo impegnati a tutti i livelli per difendere i nostri affiliati e garantire loro la stabilità necessaria per continuare a svolgere il loro ruolo. La nostra forza risiede soprattutto nell’unità e nella coesione della nostra rete. Sono certo che ci sarà, da parte delle istituzioni, la giusta sensibilità nel comprendere l’importanza di salvaguardare queste realtà che, da sempre, rappresentano un modello di sport sano e accessibile, e che contribuiscono alla crescita culturale e sociale del nostro Paese. Non dobbiamo dimenticare che la vela, e lo sport in generale, non è solo competizione: è educazione, è inclusione, è sviluppo. E’ per la loro stessa natura di soggetti senza fine di lucro, che insiste l’impossibilità di considerare il tema delle concessioni alla stregua della categoria dei balneari. Le Società Sportive sono altro e per questo devono essere trattate diversamente e soprattutto non possono essere ricomprese all’interno del campo di applicazione della Direttiva Europea. Difendere lo sport non è un’opzione, ma è un dovere”.
– foto ufficio stampa Federvela –
(ITALPRESS).

