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Innovazione cardiovascolare, Bayer al centro della cura

ROMA (ITALPRESS) – Le patologie cardiovascolari sono responsabili, ancora oggi, di circa il 40% dei decessi in Italia. Malattie come la fibrillazione atriale, lo scompenso cardiaco e l’amiloidosi cardiaca continuano a rappresentare un significativo problema di salute pubblica, richiedendo risposte sempre più innovative ed efficaci.
Bayer Italia, azienda leader nel settore, dedica il proprio impegno costante nello sviluppo di terapie all’avanguardia, come le nuove molecole nell’ambito dello scompenso a frazione di eiezione ridotto e preservata, il recente avanzamento di una molecola per il trattamento dell’amiloidosi cardiaca da transtiretina e le nuove ricerche sulle terapie geniche per lo scompenso cardiaco. Con oltre un secolo di esperienza nel campo, l’azienda continua a investire nella ricerca, dedicando nel 2023 ben 5,8 miliardi di euro, così da esplorare nuove frontiere nella cura delle malattie cardiache.
Un aspetto fondamentale è il ruolo cruciale del paziente all’interno del sistema di cura. Il concetto di “prossimità” si è rivelato centrale: Bayer Italia ha ribadito l’importanza di porre il paziente al centro di ogni strategia terapeutica, con un dialogo costante tra Istituzioni, medici e pazienti stessi. Programmi di supporto personalizzati, come il Patient Support Program (PSP), rappresentano un modello virtuoso per migliorare l’aderenza terapeutica che, spesso, non riesce ad essere correttamente seguita dalle persone affette da malattie croniche, aumentando così i rischi per la loro salute.
La collaborazione tra istituzioni, comunità medica e pazienti è stata da sempre al centro delle discussioni. Le associazioni di pazienti, ritenute da Bayer Italia attori fondamentali per il miglioramento del sistema sanitario, svolgono un ruolo chiave nel promuovere il dialogo, permettendo di migliorare la qualità delle cure e di rendere più efficaci le strategie di prevenzione e trattamento delle patologie. Alla luce di ciò, tra le iniziative promosse, nasce TeraPiù, un’app per smartphone scaricabile gratuitamente, concepita con l’obiettivo di ottimizzare la gestione dell’assunzione di farmaci, monitorando i progressi nella condizione del paziente.
La Giornata Mondiale del Cuore 2024 ha riaffermato quindi l’importanza di un approccio integrato che metta innovazione e pazienti al centro. Solo attraverso una stretta collaborazione tra ricerca, medici e pazienti sarà possibile affrontare in modo efficace le sfide poste dalle malattie cardiovascolari, migliorando sia la qualità della cura che la vita dei pazienti.
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
(ITALPRESS).

Benetton lancia Fondazione per i giovani: “Ispirazione dai miei figli”

ROMA (ITALPRESS) – Alessandro Benetton, Presidente di Edizione – intervistato dal settimanale Grazia dove appare fotografato con i suoi tre figli (Agnese, 24, Tobias, 21, Luce 17) nella loro casa di Ponzano Veneto – annuncia la creazione di una nuova Fondazione dove, nel comitato scientifico, siederanno solo under 30.
La Fondazione “nasce dal desiderio di dare ai giovani certezze, anche economiche. Non più solo isolati, filantropici, atti generosi, ma azioni strutturali su inclusione sociale, sostenibilità, terzo settore”, ha spiegato Benetton. A ispirare il suo sguardo sempre rivolto al futuro e l’idea della Fondazione sono i tre figli, Agnese, Tobias e Luce: “La mia priorità è che siano felici. Cerco di lasciare sempre spazio al dialogo alla pari, senza però che questo confonda il mio ruolo”.
Benetton spiega che con la Fondazione “si parte nel 2025 con progetti da finanziare, all’inizio in Italia ma poi anche all’estero, nel campo dello sport e della formazione coinvolgendo aziende di Edizione, da Mundys ad Aeroporti di Roma. L’obiettivo è avere più scuole ristrutturate e digitali, promuovere il merito attraverso la collaborazione tra università italiane e straniere, permettendo a ragazzi capaci ma senza risorse di studiare; avviare progetti culturali per concorsi tra giovani artisti, che esibiranno le loro opere nei nostri aeroporti” spiega l’imprenditore, ricordando che già oggi l’aeroporto di Fiumicino ospita l’acceleratore di start up Innovation Hub dove “i ragazzi che ci lavorano hanno ideato nuovi sistemi di telecamere, app per snellire le code, servizi relativi ai bagagli. Hanno dimostrato che si possono intercettare aree di miglioramento anche nelle realtà più solide”.
Rispondendo a una domanda sulla decisione dei suoi figli di vivere con lui dopo la separazione, Alessandro Benetton spiega: “E’ stata una scelta che ho rispettato. Stando con loro da solo, oltre a rendermi conto della fatica che fanno le donne che lavorano fuori e dentro casa, ho capito quanto i ragazzi siano felici di condividere tempo di qualità. Durante il lockdown abbiamo cucinato, giocato, fatto sport, parlato dei loro problemi e perfino di crisi sentimentali. Questo mi ha cambiato profondamente. Mi ha reso più paziente”.
Secondo l’imprenditore, quando si è l’unica figura genitoriale a casa, “il più efficace sistema di educazione è l’esempio, quello che si trasmette vivendo davanti a loro, lavorando senza trasgredire a certe regole morali. Ho consigliato loro di scegliere sempre il futuro, mantenendo una buona memoria del passato. Per scoprire il proprio talento, per migliorarsi come persone, bisogna uscire dalla comfort zone perchè i privilegi vanno riconquistati ogni volta. Prendersi delle responsabilità, anche di fallire, è un atteggiamento maturo, e sono felice che anche i miei figli vivano con questo modello le loro occasioni” conclude Benetton che, rispetto all’equilibrio dei ragazzi tra USA e Treviso, afferma: “Treviso è una piccola città, un ottimo posto da cui partire e in cui tornare. Dove sei nato, lì hai l’anima”.
– fonte foto Alessandro Benetton –
(ITALPRESS).

Intelligenza Artificiale, analisi su tutti i rischi a C.r.e.d.i.t 2024

VENEZIA (ITALPRESS) – L’era della IA è più dirompente dell’era industriale del secolo scorso. L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più pervasiva sulla società e sul pianeta perchè cambia il modo di apprendere, incide sulle scelte dei cittadini e sulle decisioni politiche, comporta consumi elevati di energia e materie prime, catalizza importanti risorse economiche e procede coinvolgendo tutto e tutti.
Da 23 anni a Venezia si tiene il convegno internazionale C.r.e.d.i.t. specializzato nell’analisi e gestione dei rischi, e in questa edizione mette al centro l’Intelligenza Artificiale con il tema “The Frontiers of New Risks: AI, Digital and Sustainability Transitions”. Quest’anno vede anche la partecipazione del progetto Grins con lo Spoke 4 per analizzare i legami tra IA e twin transition: digitale e sostenibile. Un’occasione unica di confronto per discutere i progressi della ricerca e le politiche rilevanti e parlare di futuro. Focus con due panel dove accademia, policy makers e industria affrontano le sfide e le opportunità delle trasformazioni in corso.
Nella culla dell’economia e del commercio, dove non a caso è nata la prima business school italiana, la prima banca pubblica, nonchè sede dell’Università Cà Foscari che da sempre dà il patrocinio al convegno C.r.e.d.i.t., si discute delle opportunità che l’intelligenza artificiale è in grado di offrire ma soprattutto si affrontano i rischi che la stessa pone e che potrebbe anche essere in grado di ridurre se utilizzata con dati e sistemi di qualità.
“L’intelligenza artificiale si nutre di informazioni, di dati e questi occorre capirli, valutarli, analizzarli perchè siano di qualità – dice la professoressa Monica Billio, ordinaria di Econometria dell’Università Cà Foscari -. Si tratta di un lavoro fondamentale per indirizzare al meglio le scelte e poter affrontare le sfide che si succedono a ritmi sempre più incalzanti. L’IA è strategica ma pone anche tanti rischi che vanno analizzati: da quelli energetici all’impatto ambientale, senza trascurare gli aspetti sociali legati all’occupazione e al sistema pensionistico, a quelli geopolitici perchè non va sottovalutata la globalizzazione dei dati e delle informazioni e l’utilizzo di questi in certe aree geografiche a discapito di altre. Non a caso proprio recentemente stiamo assistendo a un profondo divario tra le tante notizie sui big player occidentali della IA e il molto poco di cui sappiamo di quelli a oriente. E anche questo è un rischio da prendere molto in considerazione. Oggi qualità, gestione e sicurezza dei dati sono valori che devono necessariamente essere presi in considerazionè.
Non c’è quindi solo l’iper consumo di energia e materie prime, per la quantità di dati che i processori analizzano, ma anche rischi per la tenuta sociale e la stessa “Sicurezza Nazionale” come dimostra la recente proposta di legge annunciata dall’amministrazione Biden, formalizzata come una “notice of proposed rulemaking (NPRM)” che punta a estromettere gradualmente le tecnologie cinesi e russe dall’industria automobilistica americana.
Il progetto Grins, finanziato dal PNRR, affronta proprio i rischi legati alla sicurezza dei dati con la piattaforma Amelia, basata su server Cineca, che può offrire al Paese Italia un ombrello protettivo strategico, come sottolinea il professore Silvio Vismara, ordinario di Finanza Aziendale dell’Università di Bergamo: “In questi anni la globalizzazione industriale ci ha insegnato molto e quanto abbiamo appreso va utilizzato per l’intelligenza artificiale. Non possiamo sottovalutare la delocalizzazione dei dati. La gestione delle informazioni, dei dati di qualità è assolutamente strategica. Tutti i Paesi stanno investendo su proprie realtà. Il PNRR ci offre una grandissima opportunità con la piattaforma digitale Amelia e l’impegno dei suoi mille ricercatori in breve tempo a supportare il Paese per scelte migliori. Oggi – aggiunge – ci vogliono sistemi affidabili, sicuri e veloci che possano analizzare e fornire informazioni per agire bene e in fretta. Anche in virtù delle sfide sempre più complesse e i cambiamenti repentini che ci troviamo ad affrontare come le pandemie, i cambiamenti climatici, le conseguenze delle guerre…’.
Il professore Roberto Rigobon del Massachusetts Institute of Technology ha analizzato gli impatti sul mercato del lavoro e la società. Negli Stati Uniti la forza lavoro occupa 170 milioni di individui: di questi 4-5 milioni sono a grave rischio ma al contempo l’IA renderà più produttivi il lavoro con ricadute su 70 milioni di lavoratori. ‘Bisogna comprendere che le capacità umane sono complementari all’IA (ora e nel futuro) e non sono quindi paragonabili – riporta il professor Rigobon – e nemmeno correlate alla scienza. Vi è la necessità di tenere conto di come la rete di sicurezza sociale, e in particolare istruzione e pensione, vadano riprogettatè. Un’altra sfida da affrontare e da vincere.
Intesa Sanpaolo, la prima banca del Paese, ha intrapreso un percorso di investimenti, innovazione, ricerca e responsabilità nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Luigi Ruggerone, Responsabile Frontier Research Technologies & Business Development di Intesa Sanpaolo Innovation Center, spiega: “Per il nostro Gruppo l’IA apporta benefici, ma anche punti di attenzione, per i quali ci siamo dotati di strumenti in grado di garantire l’utilizzo corretto dei dati, rendere equi i modelli utilizzati e governare la gestione dei rischi. E’ necessario continuare a lavorare e a sviluppare progetti di ricerca pura e applicata che utilizzino tecniche rigorose per la protezione della privacy, in grado di ‘istruire le macchinè per renderle sempre più efficaci mantenendo sempre al centro l’uomo, partendo dalla formazione e dall’aggiornamento delle persone, che grazie all’IA possono intraprendere nuovi percorsi a più alto valore aggiunto”.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia in un recente report afferma che il consumo energetico dei data center richiede oltre 400 terawattore e potrebbe superare i 1000. E ciò avrà risvolti anche sulle emissioni di anidride carbonica e non a caso Google ha recentemente smesso di considerarsi neutrale in termini di emissioni CO2. Le tecnologie per ridurne l’impatto sono ancora poche mentre esponenziali saranno gli utilizzatori, oggi 1 miliardo, ma dal dibattito a C.r.e.d.i.t. c’è chi stima che entro 5 anni raggiungeranno i 3 miliardi, non solo per il mondo occidentale ma anche per India e Cina. Soprattutto sarà la mole delle richieste che decuplicherà!
“Una ricerca su Google richiede la stessa energia di una lampadina accesa per 5 minuti – spiega il professore Stefano Bonetti, ordinario dell’Università di Venezia – ma una singola query su ChatGPT chiede 3-6 Wh, quindi un’ora di accensione della lampadina. Sono numeri importanti che devono far riflettere soprattutto considerando che la mole di richieste aumenterà in modo esponenziale come il numero di utenti e anche la stessa intelligenza artificiale dovrà dipanare questioni sempre più complesse. Si pensi solo alle attività che le vengono già oggi demandate sui vari sistemi di servizio alle impresè.
L’uso di risorse non riguarda solo l’energia, ma anche l’acqua che serve a raffreddare i sistemi: poche query chiedono da sole mezzo litro d’acqua ed è facile intuire l’entità dei consumi sapendo che un essere umano ha bisogno di bere due litri d’acqua al giorno.
Oltre al rischio energetico e per l’uso delle risorse c’è anche quello legato alla gestione della raccolta informazioni e del loro uso che può sfociare in rischio per la “Sicurezza Nazionale” attraverso un mezzo che ha assicurato per decenni la mobilità e la libertà degli individui: l’automobile. “L’oggetto automobile nell’ultimo decennio si è profondamente trasformato nella parte più intima che da chiusa è diventato aperta – afferma Marco Marelli, esperto del settore automotive e Co-Founder Prospiciunt – grazie all’appoggio del cloud che permette interventi sul software a distanza in real time e l’acquisizione di dati. Oggi l’automobile è uno dei fornitori di dati in assoluto più importanti e ancora pochi lo considerano come tale e si stima che possa arrivare a breve a comunicare più di 4 terabytes al giorno per singolo veicolo. Oltre al consumo di energia e acqua c’è il tema della sicurezza di queste informazioni. I data server delle case automobilistiche raccolgono i dati da sensori, radar, telecamere e microfoni (e i Paesi che hanno costruttori importanti possono avere enormi vantaggi) ma quanta certezza c’è che sui singoli componenti l’auto non possa cedere informazioni anche ad altri ed essere davvero una Mata Hari moderna? Ci sono circa 6 mila funzioni elettriche ed elettroniche in un’auto gestite da 80 centraline cablate tra loro e proprio su questi numeri si cela parte del problema, perchè basta solo che uno di questi componenti possa fare da spia e cedere informazioni. Fino a pochi anni fa i sistemi di navigazione erano indipendenti e c’era solo un segnale GPS di localizzazione sulle mappe. Oggi tutto è inviato ai server e il dialogo tra veicolo e centrale è continuo per fornire servizi real time come l’andamento del traffico ma anche inviare consigli sulla guidà. ‘Il risvolto positivo – sottolinea – è una migliore efficienza ma occorre porre attenzione anche a quelli negativi, permettendo potenzialmente anche azioni estreme e pericolose come lo spegnimento del veicolo e il blocco della mobilità di centinaia di migliaia di automobili con l’invio di un semplicissimo impulso. Per questo c’è forte preoccupazione in molte amministrazioni, come ad esempio quella USA che richiede componenti per l’IA protetti. Cosa non facile perchè in alcuni settori, data la complessità del prodotto, ci vogliono anni per cambiare sistemi e impostazionì.
C.r.e.d.i.t. riunisce regolarmente da oltre due decenni accademici e professionisti che lavorano in vari ambiti del rischio finanziario e socioeconomico, e offre importanti spunti di riflessione grazie alla circolarità del sapere tra ricercatori, professionisti e decisori politici. L’IA ha il potenziale per rimodellare non solo la finanza e l’industria, ma anche l’intera società. E’ quindi necessario comprenderne opportunità e sfide per gestire correttamente tutti i rischi rilevanti.
Tra i relatori, il professor Marcin Kacperczyk (Imperial College London) analizza la relazione tra l’innovazione tecnologica green e la riduzione di emissioni climalteranti, evidenziando come l’innovazione verde spesso preveda maggiori emissioni indirette nei settori correlati e quindi di fatto non contribuendo alla riduzione delle emissioni. Trade off che chiede migliore valutazione dell’impatto delle nuove tecnologie anche quando green.
Marie Briere (Amundi Investment Institute, Parigi) approfondisce come l’IA sia di supporto nella valutazione dell’impatto ESG delle aziende, non tralasciando le potenziali sfide in termini di trasparenza, rischi di manipolazione e costi associati ai nuovi dati e strumenti.
Helmut Kraemer-Eis (Chief Economist, Head of Impact Assessment, Fondo Europeo degli Investimenti) affronta i rischi dell’IA per il sistema finanziario con particolare attenzione agli impatti sulle imprese, parlando di problemi legati alla qualità dei dati, alla maggiore complessità che può portare a possibili usi impropri (se non addirittura a errori, eccessivo affidamento e aumento della dipendenza da terze parti, maggiori rischi operativi), a una ridotta capacità di gestione del rischio se le previsioni non sono basate su informazioni affidabili e anche alla scorretta discriminazione della clientela.
Il convegno internazionale C.r.e.d.i.t. vede il supporto di CRIF, European Datawarehouse, Intesa Sanpaolo, Modefinance e del Fondo Europeo degli Investimenti, oltre al patrocinio del Dipartimento di Economia di Cà Foscari, ABI, AIAF – Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria e AIFIRM – Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers. E’ inoltre finanziato dal progetto PNRR Grins – Growing Resilient, Inclusive and Sustainable e dal progetto europeo ESG Uptake – ESG risk management framework for the financial sector.

– foto ufficio stampa C.r.e.d.i.t –
(ITALPRESS).

Blitz contro la camorra a Napoli, 60 arresti

NAPOLI (ITALPRESS) – Sessanta persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato, nell’ambito di un’operazione contro la camorra, a Napoli. Gli indagati, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale partenopeo, sono accusati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione.
L’indagine, condotta tra il 2021 e il 2022, ha documentato l’esistenza e l’operatività di un clan camorristico, operante nell’area orientale del capoluogo e in alcuni comuni della provincia.
– foto: screenshot da video Polizia di Stato –
(ITALPRESS).

Dubai, al Supreme Court Complex apre Daniele Pescara Consultancy

DUBAI (ITALPRESS) – Nel 2024, gli Emirati Arabi Uniti si preparano a registrare il più grande incremento netto di milionari al mondo, accogliendo ulteriori 6.700 individui con patrimoni elevati. Per supportare questa crescita, il Paese sta implementando diverse iniziative, tra cui un centro esclusivo che ospiterà 30 aziende all’interno del Supreme Court Complex.
Nel gruppo di queste realtà spicca l’eccellenza italiana Daniele Pescara Consultancy, già presente nel Dubai International Financial Centre (DIFC), uno dei principali quartieri finanziari mondiali per i mercati del Medio Oriente, Africa e Asia sudorientale (MEASA).
Le prospettive di sviluppo del territorio dell’Emirato sono ottimistiche, come evidenziato da uno studio di LSEG, che ha rivelato come gli Emirati Arabi Uniti siano emersi come un hub finanziario, con una crescita del 9% nel patrimonio gestito, superando qualsiasi altro centro simile nel 2023. Inoltre, Dubai ospita il 62% degli High Net Worth Individuals (HNWI). Il report sottolinea anche che Dubai rappresenta un mercato promettente per investitori e gestori di fondi in espansione.
Con pool di capitali privati valutati a 3,5 trilioni di dollari, Dubai si distingue come la città con la maggiore concentrazione di ricchezze nella regione, ospitando oltre 40 enti sovrani locali, tra cui l’Investment Corporation of Dubai e il Dubai Investment Fund.
A fronte di una simile crescita, l’Emirato offre un territorio vantaggioso per gli imprenditori internazionali che scelgono di investire a Dubai. Anche le società già presenti nel mercato locale possono avvantaggiarsi di tanta dinamicità, scegliendo di crescere parallelamente ai successi del Paese. La Daniele Pescara Consultancy, operante nel DIFC di Dubai da oltre 10 anni, è stata selezionata tra le realtà elette per spostare la sua sede legale presso il Dubai Supreme Court Complex da dove continuerà a fornire i suoi sartoriali servizi di consulenza dedicati alle imprese.
Daniele Pescara, presidente della società, ha dichiarato: “Mentre online si diffonde il trend dello smartworking e le scrivanie in affitto noi facciamo il contrario: abbiamo deciso di dare un’ulteriore garanzia ai nostri clienti con una presenza sul territorio ancora più radicata: aprire una nuova sede all’interno del Supreme Court Complex non solo rinforza la nostra presenza, ma garantisce un servizio ancora più sicuro e allineato alle normative locali”.
Lo Studio, già affermato come leader nella consulenza per l’apertura di società a Dubai, continuerà a distinguersi grazie al suo team di professionisti.
Tra questi, figura il socio fondatore di MP Consulting, Roberto Manzi, commercialista internazionale UAE e fiscalista internazionale, con una lunga esperienza manageriale per multinazionali di rilievo, tra cui le francesi Groupe Adeo e Rexel Group.
Grazie a questa nuova sede e al continuo impegno nel fornire un servizio d’eccellenza, la Daniele Pescara Consultancy conferma la sua posizione di riferimento per imprenditori e investitori italiani e internazionali che desiderano espandere la loro attività negli Emirati Arabi Uniti.
Per ulteriori informazioni: Daniele Pescara Consultancy
-foto ufficio stampa Daniele Pescara –
(ITALPRESS).

G7 Interno, Piantedosi “Chiamati a contrastare le minacce ai valori democratici”

ROMA (ITALPRESS) – “Come Ministri dell’Interno e della Sicurezza siamo chiamati ogni giorno a contrastare numerose minacce alle nostre società e al nostro sistema di valori democratici”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel discorso di apertura dei lavori della riunione del G7 dell’Interno a Mirabella Eclano.
“Siamo responsabili – aggiunge -di garantire la sicurezza dei nostri concittadini, una condizione essenziale per il pieno sviluppo dei diritti individuali e sociali.
Sono certo che sapremo condividere le migliori strategie per rendere più efficace la nostra azione nell’affrontare queste sfide comuni, ponendoci come punto di riferimento nella Comunità Internazionale”.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

Il progetto digital di Anas approda in Basilicata

ROMA (ITALPRESS) – Approda in Basilicata il progetto digital di Anas (Gruppo FS Italiane), per approfondire e conoscere da vicino le attività quotidiane svolte da ingegneri, geometri, operai e cantonieri lungo le strade di competenza.
Dopo il Lazio e le Marche, protagoniste delle prime due puntate pubblicate sulla piattaforma digital e social della società, oggi, giovedì 3 ottobre, è la volta della pubblicazione dei contenuti del progetto “Anas per la Basilicata”.
Il progetto digital è un viaggio sulla rete stradale e autostradale gestita da Anas, per testimoniare l’impegno che quotidianamente il personale mette nella gestione e nella manutenzione delle strade, ma anche nei progetti di completamento e potenziamento dei grandi itinerari, per un’Italia sempre più connessa. Un racconto a puntate che nei prossimi mesi toccherà tutte le strutture territoriali di Anas, attraverso le interviste a tecnici e responsabili dei cantieri e le immagini suggestive del territorio, delle nuove opere in costruzione e dei lavori di manutenzione in corso.
Da oggi, sulla piattaforma digital e social di Anas, è disponibile la terza puntata girata in Basilicata, dove Anas gestisce circa 1.100 km di rete stradale, per i quali è previsto un piano di investimenti per 2,7 miliardi di euro. Si parlerà dunque degli investimenti nella manutenzione e nello sviluppo di nuove opere, tra le quali la realizzazione, in corso, delle nuove gallerie lungo la strada statale 18 “Tirrena Inferiore” tra Acquafredda di Maratea e Sapri, e anche il completamento della SS95 VAR “Tito-Brienza” con il nuovo tratto aperto al traffico nel corso del 2024.
Non solo: saranno presenti anche focus dedicati alle principali arterie viarie ed alla realizzazione e manutenzione di collegamenti interregionali tra le quali il Raccordo Autostradale 5 ”Sicignano-Potenzà’, dove sono già stati realizzati lavori per circa 100 milioni di euro, la statale 407 ”Basentanà’ – dov’è stato eseguito e prosegue un importante intervento di installazione dello spartitraffico centrale – la strada statale 658 “Potenza-Melfi”, dove nei prossimi giorni sarà riaperto al traffico il viadotto “Seminiello” e la strada statale 653 “della Valle del Sinni”.
Per parlare delle principali opere nella regione, nel corso della seconda puntata interverranno gli ingegneri Carlo Pullano (Responsabile Struttura Territoriale Basilicata), Sandro Assunto (Responsabile Area Gestione Rete) e Massimiliano Fidenzi (Responsabile Nuove Opere).
-foto ufficio stampa Anas-
(ITALPRESS).

Diabete: retinopatie, lo screening salva la vista di 1 mln di italiani

ROMA (ITALPRESS) – Il Diabete Mellito (DM) è una delle patologie cronico degenerative più diffuse a livello globale; in Italia si stima che circa 4 milioni di persone siano affette da diabete, con circa 1 milione di casi ancora non diagnosticati.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la prevalenza di questa malattia è destinata ad aumentare nei prossimi anni, soprattutto nei Paesi occidentali, a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita e della crescente incidenza di sovrappeso e sedentarietà.
Il Diabete Mellito è particolarmente rilevante per le complicanze che può causare a numerosi organi, influenzando negativamente la qualità della vita dei pazienti e, più in generale, la salute pubblica. In particolare, tra le principali complicanze della patologia vi è la Retinopatia Diabetica (RD), una grave patologia oculare che rappresenta la principale causa di cecità negli adulti in età lavorativa.
In Italia, oltre 1 milione di persone con Diabete Mellito soffre di una forma di Retinopatia Diabetica, e il numero è in costante aumento. E’ quindi fondamentale aumentare la frequenza e la diffusione di controlli ed esami per favorire la diagnosi precoce.
“E’ fondamentale adottare un approccio multidisciplinare nella gestione del diabete, con una stretta collaborazione tra diabetologo e oftalmologo. La gestione del diabete richiede un team di professionisti adeguatamente formati, che rispondano a tutte le necessità dei pazienti, soprattutto per la prevenzione delle complicanze associate – ha commentato Angelo Avogaro, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – Il danno alla retina, spesso silente e asintomatico, rende la retinopatia diabetica sotto diagnosticata. Quando il paziente nota un calo della visione, la malattia è già in stadio avanzato. E’ vitale motivare le persone con diabete a sottoporsi a screening periodici oculari per permettere una diagnosi precoce e limitare la perdita della visione”.
Ancora oggi in Italia non vi è un’attività di screening continuativa e protocolli strutturati per tutti i pazienti di riferimento, molti dei quali, spesso, ignorano la gravità della malattia e le gravi conseguenze connesse. Per affrontare questo tema e consentire il confronto tra i principali attori di sistema sull’importanza di screening, diagnosi precoce e approccio multidisciplinare, oggi, presso Palazzo Ferrajoli, a Roma, si è tenuto l’evento istituzionale “Retinopatia diabetica: importanza della prevenzione e diagnosi precoce del paziente di riferimento” realizzato con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanita, Società Italiana Diabetologia- SID, Associazione Medici Diabetologi sezione Lazio, SISO, APMO, COMITATO MACULA, AIMO, organizzato da Cencora-Pharmalex e realizzato con il contributo non condizionato di Abbvie Italia.
L’evento ha sottolineato l’importanza cruciale di aumentare la frequenza e la diffusione di controlli ed esami per favorire la diagnosi precoce. Lo screening è uno strumento cardine per intervenire tempestivamente con cure adeguate, gestire il livello glicemico nel paziente diabetico, e prevenire gravi conseguenze come la Retinopatia Diabetica (RD).
Durante l’incontro è stato presentato ufficialmente lo Studio “VALUE BASED EYECARE: documento sulla prevenzione delle complicanze oculari nel paziente diabetico” che inquadra la patologia richiamando l’attenzione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce della retinopatia diabetica (RD).
“Si stima che quasi tutti i pazienti affetti da diabete mellito (DM) di tipo 1 e oltre il 60% di individui con DM di tipo 2 sperimentino forme di gravità variabile di retinopatie in un arco temporale di circa 20 anni dalla diagnosi. Data l’importanza di questi numeri, dobbiamo mettere in campo tutte le strategie di prevenzione disponibili. Per esempio, la digitalizzazione e la telemedicina possono diventare validi alleati, offrendo nuove opportunità per la diagnosi precoce dei disturbi della macula – afferma Massimo Nicolò, Professore Associato Malattie Apparato Visivo, Università di Genova; Responsabile Centro Retina e Maculopatie Clinica Oculistica Università di Genova DINOGMI Ospedale Policlinico San Martino Genova -. E’ necessario sfruttare la tele-consultazione in remoto per intercettare i cittadini con problemi visivi, offrendo loro la possibilità di sottoporsi a un controllo in un centro specializzato. Grazie all’OCT (Tomografia Ottica Computerizzata) possiamo eseguire esami a distanza, riducendo il rischio di deterioramento visivo e limitando gli accessi inutili in ospedale. Questo modello avvicina l’ospedale al paziente, migliorando l’accessibilità e l’efficacia delle cure”.
Il diabete e le complicanze oculari ad esso correlate rappresentano un onere importante per l’assistenza sanitaria. Pertanto, oggi risulta fortemente necessario investire nella prevenzione delle complicanze oculari del diabete, migliorare il trattamento di tutti i pazienti diabetici, ottimizzarne l’assistenza sanitaria e valutare pienamente l’impatto e il beneficio degli screening, agevolando l’accesso dei pazienti a questa buona pratica di prevenzione.
“L’oculista ha un ruolo molto importante nella gestione delle complicanze del diabete. Le persone diabetiche hanno un rischio elevato di sviluppare problemi di vista. La glicemia alta può danneggiare i minuscoli vasi sanguigni degli occhi e causare complicazioni come la retinopatia diabetica. Questo può accadere purtroppo anche a coloro la cui glicemia è sotto controllo. Per questo la diagnostica di primo livello può essere determinante per curare precocemente la patologia. Lo screening è uno strumento che va utilizzato e diffuso in tutti i luoghi adeguati” – afferma Francesco Bandello, Presidente Associazione Pazienti Malattie Oculari – APMO; Direttore Clinica Oculistica Università Vita Salute IRCCS Ospedale San Raffaele Milano -. “Per esempio, la farmacia può divenire un punto di contatto per la realizzazione degli screening oculari rappresentando uno strategico punto di raccordo tra paziente e specialista, avendo il farmacista un contatto diretto e frequente con il paziente è in grado di inviarlo verso il più corretto percorso di diagnosi e cura. Per questo le istituzioni competenti dovrebbero favorire lo screening anche all’interno delle farmacie”.
La necessità di migliorare l’accessibilità alle cure ha anche una finalità economica. Si stima che circa il 13% del carico dell’ipovisione possa essere attribuito alle forme più gravi di Retinopatia Diabetica. Con circa 108.856 persone aventi diritto ad esenzioni correlate ad alterazioni visive, si prevede che, nel periodo 2015-2030, solo la RD produrrà un aggravio di costi statali pari a 4,2 miliardi di euro.
Per Giovanni Satta, 10^ Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale, Senato della Repubblica, “lo screening oftalmologico nei pazienti diabetici è l’unica strategia che permette la presa in carico precoce nei pazienti diabetici ed evitare l’insorgenza delle gravi complicanze della retinopatia che possono portare a gravi deficit funzionali o addirittura alla cecità. Da oftalmologo diventato Senatore, sto lavorando in Parlamento insieme agli altri colleghi per far approvare il prima possibile il DDL 483 che prevede disposizioni a tutela delle persone affette da patologie oculari cronico degenerative in particolare la promozione della prevenzione, l’adeguatezza e l’innovazione delle terapie per patologie che devono rappresentare una priorità nelle politiche di salute pubblica per gli alti costi sociali e clinici che comportano”.

– foto ufficio stampa Pharmalex –
(ITALPRESS).

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