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NUMERO CHIUSO, PRESIDENTE CRUI “LAVORARE PER ALLARGARE OFFERTA”

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“Io credo che su questo punto si sia fatta un pò di confusione, perché noi abbiamo un dialogo aperto con il ministero. La posizione della Crui è molto chiara: noi riteniamo che per garantire una formazione di qualità soprattutto in medicina dove si tocca un bene comune, cioè la salute dei cittadini, abbiamo la necessità di avere un’offerta didattica che sia commisurata alle risorse disponibili. Quindi al numero di aule, ai laboratori, alla possibilità di fare didattica a piccoli gruppi, di poter avere i nostri studenti nelle corsie degli ospedali universitari e degli altri ospedali della rete formativa. Per fare questo è impossibile far accedere al sistema universitario in medicina 70 mila studenti. Possiamo lavorare per allargare un po’ l’offerta”. Così a proposito di una possibile abolizione del numero chiuso per le facoltà di medicina, il presidente della Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Gaetano Manfredi, parlando nel pomeriggio con i giornalisti a margine del Convegno in corso nell’Ateneo di Bari sulla innovazione della didattica.

“Bisogna poi sicuramente – aggiunge Manfredi – discutere sulle modalità di accesso. Ci possono essere anche altri metodi – ha spiegato – però noi dobbiamo garantire la trasparenza e l’equità in maniera tale che non ci siano favoritismi e possibilità di raccomandazione, perché l’Italia è un Paese dove l’equità non sempre viene messa al servizio del cittadino”.

“E poi – sottolinea – c’è la necessità di fare un migliore orientamento in maniera tale che i ragazzi possano scegliere in maniera consapevole se la strada della facoltà di Medicina sia quella loro reale vocazione, perché i numeri italiani sono fuori scala rispetto all’Europa. Non c’è nessun Paese europeo – chiarisce Manfredi – dove ci sono tante aspirazioni di fare medicina. Noi siamo sicuramente aperti a ogni discussione, ma non facciamo sconti sulla qualità dell’informazione”.

“Oggi – ribadisce – il vero imbuto non è tanto l’ingresso, quanto la specializzazione. Per questo – conclude – ritengo che accanto al problema dell’ingresso vada affrontato il tema di aumentato il tema delle borse di specializzazione”.

 

URICCHIO “OCCORRE CONIUGARE ALLA RICERCA LA DIDATTICA”

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“Credo che il sistema universitario italiano debba prendere consapevolezza della rilevanza del tema della didattica, per affermare la centralità dello studente, potenziare i servizi e creare un clima e un ambiente fertile nel quale la conoscenza possa evolversi anche attraverso un sostegno forte di potenziamento alla didattica”. Così a Bari, il rettore dell’Università, Antonio Uricchio, parlando con i giornalisti a margine dell’apertura del convegno nazionale ‘Geo-Crui’ “Innovazione didattica e strategie degli Atenei italiani” ospitato per la prima volta nel capoluogo pugliese fino a venerdì.

“Il sistema universitario negli ultimi anni – ha detto Uricchio – ha perso di vista la rilevanza dei temi della didattica, perché l’attenzione per la valutazione della ricerca ha posto in secondo piano il tema della didattica, peraltro fortemente avvertita come esigenza forte a cominciare dagli studenti. Occorre invece coniugare alla ricerca – ha sottolineato – la didattica, che oggi può avvalersi di tecnologie innovative e di una rete formativa che va ulteriormente resa centrale: quella tra sistema scolastico, sistema universitario e formazione professionale e post laurea”.

Quanto a un possibile divario tra la didattica nelle Università del Nord e in quelle del Mezzogiorno, Uricchio ha spiegato che “il gap è più percepito che effettivo”, perché “il sistema universitario è omogeneo e le Università del Sud sono cresciute – ha concluso – a cominciare da quella di Bari”.

 

NUMERO CHIUSO, URICCHIO “CRUI CHIEDE ALLARGAMENTO AL 50%”

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Allargare ulteriormente il numero chiuso con un incremento del 50% .E’ quanto chiedono da Bari i rettori delle Università italiane pubbliche e private che ieri pomeriggio e stamattina si sono riuniti nell’Ateneo del capoluogo pugliese prima nelle giunta e poi nell’assemblea della Crui. Ad annunciarlo nel pomeriggio a margine della seconda giornata del convegno organizzato a Bari da Geo-Crui sull’innovazione didattica, il magnifico rettore dell’Università, Antonio Uricchio. Un incremento del 50% “portando – ha detto Uricchio spiegando anche che in questo modo si è superata la volontà del 20% paventata ieri – da 10mila a 15mila il numero complessivo degli accessi a medicina. Il numero aperto ad oggi – ha continuato – diventa difficile da realizzare in considerazione anche dell’elevato numero dei partecipanti alle procedure”.

“Quest’anno – ha sottolineato – erano oltre 60mila. Ma in ogni caso – ha aggiunto Uricchio – si rende necessario anche adeguare il numero di coloro che possono iscriversi ai corsi di medicina, anche a coloro che poi escono dal sistema per effetto dei pensionamenti e quindi per il lato anagrafico. Quindi il turn over – ha proseguito – può essere anche meglio realizzato attraverso un equilibrio fra ingressi e poi uscite dal mondo del lavoro. Abbiamo poi discusso – ha spiegato – della prossima finanziaria, auspicando che quest’anno non vi sia una riduzione del fondo di funzionamento ordinario e anzi si possano investire soprattutto sul reclutamento dei giovani ricercatori, il vero capitale – ha concluso – di cui l’Università italiana ha particolarmente bisogno”.

INNOVAZIONE DIDATTICA, URICCHIO “OCCASIONE CONFRONTO”

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“Un bilancio ampiamente positivo, una partecipazione larghissima di rettori e delegati di tutte le Università italiane, ma soprattutto un’occasione di confronto, di riflessione sia sui contenuti che sulle strategie”. Così a Bari il rettore dell’Università, Antonio Uricchio tirando le somme della tre giorni di convegno Geo-Crui sull’innovazione didattica che si è tenuto in Ateneo. Un’occasione di confronto e di scambio di esperienze fra i rettori e delegati delle Università italiane. Si è parlato infatti di e-learning, di strutture di contaminazione sia didattica-ricerca, sia didattica-terza missione, di confronto docente-studente, di lezioni partecipate e poi di didattica verticale e di valorizzazione delle forme di apprendimento in itinere. “Le esperienze che sono state rappresentate in queste giornate – ha detto Uricchio – dei tanti Atenei che hanno potuto rappresentare le proprie strategie e metodologie, sono state un’occasione – ha continuato – di crescita per tutti. Anche il nostro Ateneo con la professoressa Corbo e la professoressa Perla, anime di questo convegno – ha aggiunto – ha fornito un contributo, ma anche raccolto sollecitazioni e idee”.

“La presenza – ha proseguito Uricchio – in molti Atenei di metodologie di didattica innovativa, sta a significare anche una crescente attenzione del tema. Didattica innovativa – ha spiegato – significa anche confronti più allargati e più aperti anche sulle opportunità di valorizzazione della didattica. La presenza poi del direttore del ministero (Daniele Livon, direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore del Miur, ndr) – ha ribadito – ha dato ulteriore sale alla tematica, perché – ha chiarito – con lui abbiamo affrontato anche i problemi delle strategie governative e ministeriali a riguardo. C’è una volontà, un impegno forte – ha sottolineato – nell’innovare la didattica, nel valorizzarla, nel riportarla anche al centro delle politiche di Ateneo e soprattutto consentire attraverso l’innovazione didattica di sviluppare anche le energie e le competenze. Quindi – ha aggiunto – stimolare gli interessi degli studenti, renderli protagonisti, partecipi del loro processo anche di apprendimento e soprattutto di intervenire su quelle competenze – ha concluso – che oggi il mercato del lavoro, complesso e globale, richiede”.

“UNIBA ROWING” VINCE REGATA INTERNAZIONALE A DUBROVNIK

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Il successo di “Uniba Rowing Team” supera ormai i confini nazionali e si proietta verso i Paesi del Mediterraneo.

A Dubrovnik, in Croazia, si è svolta la Regata Internazionale tra Università “Semper primus”, che ha visto la partecipazione degli equipaggi di diversi atenei sia Croati (Zagabria, Dubrovnik, Spalato) si di altri Paesi Europei (Bratislava, Maribor). bLa gara si è svolta con barche da 8 olimpiche (la specialità “regina” del Canottaggio) su una distanza di 1200 metri.

Alto il livello della competizione e soprattutto temibile la squadra di Maribor, che ha schierato diversi campioni mondiali in carica. Non è stata da meno l’Università di Bari che, sotto la guida del tecnico-studente Alberto Boccuto, è scesa in campo con un “8” di tutto rispetto, capitanato da Domenico Montrone (studente di Scienze Politiche e Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, medaglia di bronzo alle ultime Olimpiadi di Rio) e composto dagli studenti di Scienze Motorie Emanuele Fiume (Gruppo Sportivo Fiamme Gialle), Raffaele Giulivo e Andrea Maestrale (Gruppo Sportivo Marina Militare), Carlo Vedana (CUS Bari) oltre che Andrea Antezza (Medicina e Chirurgia, CUS Bari), Luca De Giosa (Chimica, CUS Bari) e Antonio Vicino (Economia e Commercio, Marina Militare).

Tutto il team di Uniba deteneva il titolo di Campione Nazionale Universitario per l’Italia; inoltre, Giulivo e Maestrale avevano recentemente conquistato la medaglia di Bronzo ai Campionati Mondiali Universitari di Shangai.

Dopo una partenza “punta a punta” con la squadra dell’Università di Maribor durata circa 500 metri, il team barese evidenzia la sua superiorità e nella seconda parte della gara scivola agevolmente verso la meritata vittoria, sotto gli occhi pieni di orgoglio degli accompagnatori, i docenti Silvio Tafuri e Marcello De Giosa.

Soddisfazione è stata espressa dal rettore, Antonio Uricchio, che ha raggiunto telefonicamente il team vincitore: “È ormai noto che i migliori canottieri italiani, tra cui i componenti della squadra della competizione di Dubrovnik, scelgono di studiare nell’Ateneo Barese, ritenendo i servizi e la qualità della didattica garantiti dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro i migliori e i più attraenti per gli studenti atleti. Questi ragazzi sono l’orgoglio del nostro Ateneo, riuscendo a conciliare, adeguatamente supportati, studio e sport d’eccellenza. Un ringraziamento particolare alla Federazione italiana Canottaggio e ai gruppi sportivi militari, con un pensiero particolare all’Ammiraglio Vitiello e al Comandante Lamanna della Marina Militare, che sono i nostri privilegiati partner in questo progettualità”.

Dalla Croazia il delegato del Rettore per il Comitato per lo Sport, Silvio Tafuri, ricorda che “il Canottaggio è da sempre stato lo sport universitario per eccellenza, come testimoniano antichi le tradizioni di antichi atenei (Cambridge, Oxford, Washington) a cui abbiamo ispirato la nostra azione. Inoltre, le manifestazioni sportive universitarie internazionali sono una occasione di incontro e di costruzione di sinergie. In questi giorni abbiamo avuto l’occasione di incontrare colleghi croati con cui abbiamo avviato i contatti per progettualità comuni nel campo della ricerca applicata alla valutazione della performance nello sport e dello scambio di docenti e studenti”. 

PROGRAMMA DI COOPERAZIONE UNIBA-CINA

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La delegazione dei 4 ingegneri cinesi ospiti presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari per un training di formazione professionale nell’ambito del Progetto di cooperazione internazionale “Sino-Italian Cooperation Program for Environmental Protection” è stata ricevuta dal Rettore Antonio Uricchio.
L’Università di Bari rafforza così sempre di più la cooperazione internazionale nell’ambito della ricerca e del trasferimento di conoscenza. Il rettore ha dichiarato: “Sono  fiero che il know-how della nostra Università e, nel caso di specie, le eccellenti expertise del gruppo di ricerca del professore de Gennaro possano rappresentare valore aggiunto per altre esperienze innovative. In particolare, la tematica ambientale rappresenta, nell’Università di Bari, una delle aree forse più significative per la proiezione verso il miglioramento del territorio, basti tenere presente, ad esempio, il Polo Scientifico Tecnologico ‘Magna Grecia’ di Taranto e le sue attività”.

Il Progetto di cooperazione internazionale “Sino-Italian Cooperation Program for Environmental Protection – SICP (Programma di Cooperazione Italia-Cina per la Protezione Ambientale)” ha l’obiettivo di sviluppare capacità di monitoraggio e controllo dell’inquinamento da polveri sottili nella regione di Pechino (Cina). Il corso della durata di due settimane (dal 15 al 26 Ottobre) è finalizzato a fornire un quadro conoscitivo sulla normativa europea vigente in materia di valutazione della qualità dell’aria e sulle metodologie per il monitoraggio degli inquinanti atmosferici e la caratterizzazione chimica della componente organica del particolato atmosferico. Una parte delle esercitazioni pratiche sarà realizzata presso i laboratori del Polo Scientifico e Tecnologico di Taranto e l’altra in campo nell’ambito della campagna di monitoraggio condotta in questi giorni nell’area industriale di Taranto mediante il Laboratorio mobile dell’Università degli Studi di Bari.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Bari, coordinato dal Professore Gianluigi de Gennaro, è stato individuato per la realizzazione di questo intervento, nel panorama nazionale degli Enti di Ricerca, sulla base delle competenze di eccellenza nell’ambito del monitoraggio della qualità dell’aria e per la dotazione strumentale d’avanguardia. Il corso è tenuto e diretto dai ricercatori del Dipartimento di Biologia Alessia Di Gilio e Jolanda Palmisani e coinvolge anche altri esperti del settore quali il professore Giorgio Assennato ed il dottore Vittorio Esposito di ARPA Puglia.

CON “PORTIAMO VALORE” MIGLIORA RAPPORTO MONDO IMPRESE

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“Questo è un progetto che fortissimamente l’Ateneo di Bari ha voluto, in primis ci ha creduto il magnifico rettore Uricchio”. Così il direttore generale dell’Università degli Studi di Bari, Federico Gallo, stamattina a margine del convegno organizzato nell’aula Aldo Moro del Dipartimento di Giurisprudenza a Bari e nel quale è stato presentato il progetto ‘P.Or.Ti.A.M.O. V.A.L.O.R.E’ e la nuova piattaforma on-line da settembre, pensata per semplificare e rafforzare il rapporto tra mondo universitario e mondo delle imprese. A presentare il progetto e la piattaforma, l’Agenzia per il Placement dell’Università che, come ha spiegato Gallo, racchiude in sé “il tentativo di mettere in comunicazione domanda e offerta di lavoro. L’Università in questi anni sempre di più – ha sottolineato – si è aperta rispetto al vero fabbisogno del mondo delle imprese e quindi coniugando la Terza Missione, cioè riuscendo a far sì che quello che formiamo nelle nostre aule – ha continuato – possa essere di utilità per il mondo delle imprese e il mondo del lavoro”.

“Portiamo valore – ha dichiarato il professor Giancarlo Tanucci, responsabile scientifico del progetto – risponde pragmaticamente all’esigenza di semplificare e ottimizzare il rapporto tra mondo universitario e mondo delle imprese”. “Sulla piattaforma – ha aggiunto Gallo – sono le imprese che mettono a disposizione la loro offerta e i nostri laureati e laureandi, si accreditano sulla piattaforma informatica in modo da mettere insieme i due fabbisogni”. Portiamo valore, quindi nasce per offrire a tutti laureandi e laureati dell’Università di Bari strumenti per ricercare e cogliere le opportunità presenti nel mercato del lavoro locale nazionale e internazionale, per valutare le proprie risorse, imparando a capitalizzare i saperi acquisiti nel percorso universitario e rendersi ‘occupabili’. “Il job placement – ha spiegato la dottoressa Teresa fiorentino responsabile gestionale dell’Agenzia del Placement – oggi ha la reale necessità di favorire l’incontro tra laureati e mercato del lavoro, attivando e gestendo nel modo più semplice e flessibile, i rapporti con le aziende del territorio per favorire – ha continuato – la transizione Università-lavoro”.

“In buona sostanza – ha chiarito – più opportunità nemmeno burocrazia, grazie ad una piattaforma on-line che renda snelle le pratiche di attivazione dei tirocini formativi e di orientamento. La procedura telematica – ha spiegato – abbattendo i tempi ed eliminando i costi, garantisce la gestione e l’archiviazione di tutte le pratiche dei tirocini da svolgersi in tutto il territorio nazionale. “Si parla quindi di terza missione – ha detto l’assessore all’Istruzione e al Lavoro della Regione Puglia, Sebastiano Leo durante il suo intervento – e fa piacere che l’Università, che un tempo era sul pianeta Marte, ora sia scesa sulla Terra e che gli studenti – ha concluso – non siano più solo considerati numeri”.

ART BONUS, URICCHIO “INCENTIVI PER INDUSTRIA CULTURALE”

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Investire in cultura per le imprese è opportuno, utile e conveniente. E’ quanto sostenuto in mattinata nel corso dell’incontro che si è tenuto nel Salone degli Affreschi dell’Università di Bari, “Dal mecenatismo alla responsabilità sociale delle imprese. Motivazioni e incentivi” promosso da Confindustria Puglia e dal suo Desk Cultura in collaborazione con Artlab 18, la piattaforma indipendente italiana dedicata all’innovazione di politiche, programmi e pratiche culturali. Ma non solo. Nel corso della tavola rotonda, è emersa la necessità che gli enti pubblici pugliesi e del Mezzogiorno siano più attivi nell’individuare beni e iniziative culturali da sottoporre a imprese e cittadini interessati a sostenerli con donazioni. Inoltre a loro volta, i potenziali mecenati di questi territori non sembrano essere consapevoli dei benefici a livello reputazionale di questi interventi, oltre che di quelli fiscali. L’Art Bonus, ad esempio garantisce un credito fiscale del 65%.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

“L’Art Bonus che è uno strumento formidabile – ha detto Ettore Chiurazzi, imprenditore e responsabile comunicazione Desk Cultura di Confindustria Puglia – registra un’Italia a due velocità. Il Nord – ha spiegato – che raccoglie la quasi totalità degli investimenti da parte delle imprese e il Sud che, al contrario ha un numero minore di progetti presentati da parte delle pubbliche amministrazioni e un minore investimento da parte delle imprese. Uno dei temi di oggi – ha sottolineato Chiurazzi – è che vogliamo in qualche modo convincere le imprese che conviene investire, non solo per la leva fiscale, ma anche perché di fatto la cultura agisce sulla tua traccia sociale, la tua reputazione, che ti permette di farti conoscere come diverso nella competizione”. Durante l’incontro è emerso che al Sud è stata completata la raccolta solo per il 14% degli interventi proposti dagli enti pubblici. In Puglia ci sono state donazioni solo per un milione e mezzo di euro e completata la raccolta solo per 4 interventi su 42 (riguardano a Bari la Fondazione lirico Sinfonica del Petruzzelli, il Fortino di Sant’Antonio e la Colonna della Giustizia, a Lecce l’Abbazia di Santa Chiara di Cerrato, ndr).

“Quello che vogliamo dimostrare – ha detto Chiurazzi – è anche che i piani degli investimenti culturali sono staccati dalle attività di business. Quindi – ha spiegato – si tratta di risintonizzarli per fare in modo che chi faccia investimenti di questo tipo abbia dei ritorni. Il tema – ha concluso – è progettare bene, fare una progettazione di ampio respiro e che abbia una visione lunga. Rimbocchiamoci le maniche tutti quanti, imprenditori e cittadini, e proviamo a prenderci cura del patrimonio italiano”. “Un’occasione di confronto con l’industria culturale e creativa – ha detto il magnifico rettore dell’Università, Antonio Uricchio durante il suo intervento – e soprattutto un’opportunità per valorizzare esperienze competenze e strumenti di carattere giuridico. Il credito d’imposta, l’Art Bonus e gli altri strumenti di sostegno anche di carattere economico, che passano attraverso sponsorizzazioni e mecenatismo e strumenti giuridici anche di carattere liberale – ha continuato – sono fondamentali per promuovere l’industria creativa”.

“Molto spesso – ha sottolineato Uricchio – anche per una qualche riluttanza e diffidenza nei confronti degli strumenti sono stati poco utilizzati, oggi però emerge sempre di più con forza anche la diffusione di questi strumenti e la convinzione – ha aggiunto – anche di industria creativa di potersene avvalere per sostenere anche iniziative che sono meritorie. In questa fase di ripensamento e quindi anche di riduzione degli incentivi, noi auspichiamo – ha proseguito Uricchio – che gli incentivi per l’industria creativa siano non solo confermati ma possano essere ulteriormente sostenuti proprio per la loro capacità di creare sviluppo e creare – ha concluso – attraverso la cultura, occupazione”.

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