Il Rettore dell’università di Bari Antonio Uricchio, il Direttore Generale del Policlinico Giovanni Migliore e il Direttore Generale dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, Vito Antonio Delvino, hanno sottoscritto oggi una convenzione per lo sviluppo di un modello integrato assistenza, didattica e ricerca nel settore dell’oncologia.
“Le parti – si legge nella nota – si impegnano a collaborare per realizzare congiuntamente iniziative nell’ambito della ricerca, della formazione e del miglioramento della qualità dell’assistenza a soggetti affetti da patologie oncologiche.
L’I.R.C.C.S si impegna ad erogare in favore dell’Università specifico finanziamento per l’istituzione dei posti di personale docente e ricercatore, del valore complessivo di 4milioni e 127 mila euro.
L’università utilizzerà tali somme per attivare le procedure concorsuali necessarie per la copertura dei posti di personale docente e ricercatore dei vari settori scientifico disciplinari coinvolti. L’attività assistenziale del personale docente e ricercatore reclutato sarà equamente assicurata tra Azienda Ospedaliera I.R.C.C.S e con costi proporzionalmente a carico di ciascuna struttura. La produzione scientifica del personale assunto grazie a questo finanziamento computata con la ‘doppia affiliazione’ Università e dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II.
Università di Bari A. Moro
UNIBA, POLICLINICO E ISTITUTO TUMORI G.P.II INSIEME PER RICERCA
UNIBA OTTIENE FINANZIAMENTO “MARIE SKLODOWSKA CURIE”
Per la prima volta nel Mezzogiorno, l’Università di Bari ottiene il finanziamento triennale dalla Commissione Europea “Marie Sklodowska Curie Actions Global Fellowship” grazie al progetto del dottor Giulio Pergola “Identification of brain developmental gene co-expression networks to understand risk for Schizophrenia”. “Un momento importante per l’Università – ha detto in mattinata nel corso della conferenza stampa che si è svolta in Ateneo, il pro rettore dell’Università di Bari, Giuseppe Pirlo – vista la rilevanza di questo evento. Si tratta di un riconoscimento importante. Grazie a questo finanziamento legato al progetto, Pergola sarà nostro collega per chiamata diretta in quanto vincitore di un programma di alta qualificazione e per i primi due anni svolgerà la sua attività presso la Johns Hopkins University di Baltimora. L’idea che si sia scelta la nostra Università – ha sottolineato – spero sia indicativa per mostrare e farci riflettere sul ruolo che questa università intende avere e della valenza che l’Università ha sia sullo scenario nazionale, che internazionale”.
“Pensiamo – ha concluso – che siamo destinati a un posizionamento diverso e questo può essere fatto se abbiamo un’identità, se abbiamo coscienza di un’identità nuova di noi stessi”. Il programma Marie Sklodowska-Curie (MSCA) consente alle organizzazioni orientate alla ricerca (Università, Centri di Ricerca e Aziende) di ospitare ricercatori stranieri di talento e di creare così partnership strategiche con le principali istituzioni di tutto il mondo. Il finanziamento viene assegnato a proposte progettuali che hanno superato una rigorosa selezione sulla base di precisi criteri di aggiudicazione e una competizione a livello globale ed è ammesso per ricerche interdisciplinari e intersettoriali su tutti gli argomenti: dalla ricerca umanistica a quella sanitaria sino alle nanotecnologie.
“Il tema scientifico del progetto – ha detto Pergola – si muove nell’ambito della psicologia biologica e della psichiatria, perché l’idea è che alla base di alcune malattie psichiatriche come la schizofrenia ci possa essere uno sviluppo del cervello durante l’infanzia e l’adolescenza che è caratterizzato da particolari interazioni genetiche che andremo a studiare innanzitutto nei soggetti sani, per comprendere come questi geni di rischio collaborano tra di loro e come mai questo rischio genetico è realizzato solo dopo l’adolescenza che è la fase di esordio della schizofrenia. Questo è il tema di esordio”. “Poi a Bari – ha aggiunto Pergola – raccoglieremo dati di risonanza magnetica funzionale per validare le ipotesi che abbiamo fatto sulla base del modello genetico in dati di soggetti viventi che reclutiamo utilizzando il loro patrimonio genetico come un passepartout per comprendere come il venire insieme di tutti questi geni ha un ruolo nella cognizione e nel funzionamento del cervello”.
“Spero – ha concluso – di poter essere un punto di riferimento per tanti giovani che vorranno approfondire la loro conoscenza della materia e la loro conoscenza del mondo quando sarò in ruolo nell’Università di Bari”. “Vincere un finanziamento da parte della Comunità Europea nell’ambito del progetto “Marie Sklodowska Curie Actions Global Fellowship” – ha sottolienato il direttore della Clinica Psichiatrica, Alessandro Bertolino – è molto prestigioso. I finanziamenti che la Comunità Europea dà all’interno di questo schema di finanziamento sono pochi e quindi il dottor Pergola è stato tra i migliori in Europa a qualificarsi per questo finanziamento. La seconda volta in Italia, la prima per l’Università di Bari e questo finanziamento è il punto di arrivo di un processo iniziato ormai diversi anni fa con Pergola che siamo riusciti a far rientrare in Italia dalla Germania attraverso un finanziamento della Fondazione ‘Con il Sud’, che ha particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno e aveva programmato questo schema di finanziamento per il rientro delle persone che erano all’estero da almeno tre anni”.
Il professor Bertolino ha spiegato che Pergola “ha portato nel Mezzogiorno il suo cervello e ha svolto diversi programmi di ricerca per l’Università di Bari in collaborazione con la clinica psichiatrica. Una bella storia che dimostra a tutte le persone volenterose ed eccellenti dal punto di vista accademico come è possibile programmare la propria vita accademica prima all’estero e poi nel Mezzogiorno e come – ha concluso – sia possibile programmare tutto ciò e realizzare questi progetti con degli esiti eccellenti”.
(ITALPRESS).
URICCHIO “LA MAFIA SI COMBATTE CON LA CULTURA”
“Abbiamo accolto con particolare entusiasmo il generale Governale, perché il messaggio che porta è particolarmente positivo: la mafia si combatte con la cultura e la cultura deve essere promossa in ogni occasione e in ogni luogo”. Così il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio parlando con i giornalisti a margine dell’incontro organizzato nell’aula magna ‘Aldo Moro’ del Dipartimento di Giurisprudenza, “La mafia teme più la scuola che la giustizia?” che ha visto il direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Generale di Divisione dei Carabinieri, Giuseppe Governale trattare il tema della lotta alla mafia non solo di fronte a una platea con i rappresentanti delle istituzioni, ma anche e soprattutto con i giovani universitari. “E’ ancora più importante che un’istituzione universitaria come la nostra – ha detto Uricchio – affermi il valore della lotta antimafia e lo faccia attraverso gli strumenti che possiede, cioè gli strumenti della formazione, della formazione della persone, dell’affermazione valoriale che si intrecciano evidentemente con le conoscenze tecniche”.
“L’Università – ha sottolineato – è il luogo della formazione, della cultura, dell’affermazione dei valori. Il valore della legalità rientra appieno tra le funzioni dell’istituzione universitaria, in particolare quella di ‘Aldo Moro’ a cui è intitolata l’Università di Bari”. La domanda è particolarmente toccante perché nel corso degli anni molteplici sono state le risposte ma la domanda è rimasta sempre la stessa: “Può la scuola, attraverso la formazione di giovani responsabili, leali, artefici del proprio destino rappresentare una valida barriera per l’avanzare della mafia oppure è il solo potere giudiziario lo strumento che la mafia teme maggiormente?”. “Una verità – ha detto Governale ai giornalisti – che non viene propagandata. Da sempre un’organizzazione criminale mafiosa ha terrore della cultura, ha terrore del senso di cittadinanza, spera che la società viva nell’ignoranza. Gesualdo Bufalino, uno scrittore siciliano, diceva che la mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari. Ciò significa – ha spiegato – che non bastano operazioni della polizia”.
“Io penso – ha continuato – che dalla fine degli anni ’80 tanto è stato fatto, però non è sufficiente evidentemente. Le organizzazioni criminali hanno un brodo di cultura dove poter far crescere i propri leader che non vincono concorsi o commissioni di avanzamento, diventano leader sul campo, cioè sfruttano il senso di appartenenza, la grande coesione, la capacità di reggere sfide anche importanti”. Il valore della cultura, per Governale si rilancia “studiando”. “Studiando con umiltà, perché – ha spiegato – l’umiltà è un concetto della mafia. La parola omertà deriva da umiltà, obbedienza, ma l’umiltà è anche un valore positivo che significa riuscire ad avere la percezione che applicandosi e applicando il concetto dell’etica, della morale, non degli altri ma di se stessi che si può crescere. La morale – ha concluso – guardiamola prima in noi stessi, la morale non è quella degli altri”.
(ITALPRESS).
UNIBA, NUOVA CARTA SERVIZI PER STUDENTI CON DISABILITA’
Il Senato Accademico dell’Università di Bari ha approvato la nuova Carta dei servizi per gli studenti con disabilità e disturbi del neurosviluppo. L’Ateneo barese rafforza le tutele assicurate agli studenti con con disabilità e/o con disturbi del neurosviluppo prevedendo: accesso ai corsi, programmi, attività e opportunità offerte dall’Università di Bari; pari opportunità di apprendimento; la trasmissione di tutte le informazioni in un formato a loro accessibile. Viene istituita la Commissione per la disabilità intitolata alla memoria del professor Giuseppe Tucci, docente dell’ateneo barese recentemente scomparso che ha sempre dedicato un’attenzione particolare alle problematiche dei disabili.
E’ istituita inoltre la figura del Garante per l’inclusione, delega che verrà assegnata ad un componente del Consiglio degli studenti e che avrà la finalità di garantire i diritti delle persone con disabilità e il rispetto delle normative di settore.
(ITALPRESS).
I RETTORI ITALIANI A CONFRONTO SULL’INNOVAZIONE DIDATTICA
Per tre giorni l’Università di Bari ha ospitato il convegno nazionale Geo-Crui su “Innovazione didattica e strategie degli Atenei italiani”, organizzato dal Centro di Ricerca Interuniversitario per lo studio della condizione Giovanile dell’Organizzazione delle istituzioni Educative dell’Orientamento (GEO), dalla Conferenza dei Rettori italiani (CRUI) e dalla stessa Università di Bari.
Al convegno hanno partecipato rettori, prorettori, delegati da tutte le università italiane, direttori di Dipartimenti e presidenti di Scuole oltre a coordinatori di corsi di studio, rappresentanti dell’ANVUR, del CUN, del Ministero ed esponenti di Case editrici. L’incontro è stato un momento di confronto sui rapporti dell’Università con la società, il valore della didattica e il suo rapporto con la ricerca, le caratteristiche della figura del docente e delle attività didattiche differenziate che realizzano la partecipazione attiva degli studenti alla loro stessa formazione, le funzioni dell’amministrazione e della rete organizzativa, il significato dell’autonomia, della competizione e dell’internazionalizzazione e il valore della valutazione.
“Le esperienze che sono state rappresentate dai tanti Atenei che hanno illustrato le proprie strategie e metodologie – ha detto il rettore, Antonio Uricchio a conclusione della tre giorni – sono state un’occasione di crescita per tutti. Anche il nostro Ateneo con la professoressa Corbo e la professoressa Perla, anime di questo convegno ha fornito un contributo, ma anche raccolto sollecitazioni e idee. La presenza in molti Atenei di metodologie di didattica innovativa, sta a significare anche una crescente attenzione del tema. Didattica innovativa – ha concluso – significa anche confronti più allargati e più aperti sulle opportunità di valorizzazione della didattica”.
Un convegno che, Andrea Messeri componente del consiglio scientifico GEO, definisce una ‘scommessa voluta e vinta insieme’. “La scommessa – ha spiegato – era la seguente: applicando alcune regole al dibattito, all’incontro, al confronto è possibile avere dei risultati di intesa, di conoscenza e di scambio che sono significativi? Le regole erano: si parte dalle realtà e le realtà sono le situazioni vissute dai rettori. Quindi parlano i rettori non il grande professore che viene e dice cosa si deve fare, sono utili anche incontri di questo tipo, perché le idee scientifiche devono circolare, ma noi abbiamo ritagliato questo spazio e lì è stata fatta la scommessa rispetto alla possibilità di avere confronti fra le esperienze, convergenze su principi”.
Dell’importanza e della necessità che la didattica si innovi, ha parlato Gaetano Manfredi presidente Crui e rettore dell’Università Federico II di Napoli.
“Oggi – ha detto Manfredi – ci troviamo di fronte a una grande trasformazione, perché ormai i nativi digitali sono entrati nelle nostre aule universitarie. Quindi è importantissimo riuscire ad aggiornare non solo i contenuti, ma anche le forme della didattica per dare delle risposte a dei giovani che sono molto diversi da quelli ai quali siamo abituati. E questa – ha spiegato – è la motivazione principale di questo convegno dove si mettono a confronto esperienze anche per mettere a punto delle strategie e fare proposte nella direzione di una didattica sempre più competitiva e di qualità per venire incontro a quelle che sono le esigenze di un mondo che cambia e di tanti giovani che ci chiedono sempre di più”.
Per fare questo sono necessari gli investimenti, “perché – ha spiegato Manfredi – veniamo da anni di disinvestimento in tutto il sistema universitario. Abbiamo bisogno di più docenti, più strutture e di una maggiore consapevolezza dei cittadini e della nostra società che oggi in un Paese, in un mondo che è sempre più competitivo senza competenze i nostri giovani non avranno opportunità di lavoro qualificato. Quindi investire nell’Università – ha continuato – significa costruire il futuro. Mi auguro che in questa finanziaria ci siano dei segnali, ci siano risposte, soprattutto per i giovani ricercatori”.
A proposito di investimenti, Daniele Livon della direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore MIUR, ha ricordato che “Il Ministero ha sostenuto l’Università in progetti di innovazione e didattica. L’ha fatto per il triennio 2016-2018 e – ha spiegato – continuerà a farlo anche per il triennio successivo. L’Università digitale può rappresentare sicuramente una delle frontiere dell’innovazione didattica ma tutto deve essere collegato con le caratteristiche di ogni Ateneo e soprattutto con una forte politica di orientamento agli studi universitari per gli studenti. Le Università sono le frontiere più importanti per fare innovazione a tutti i livelli”.
Una delle esperienze raccontate nella tre giorni è quella del Santa Chiara Lab, “un luogo – come l’ha definito il rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati – dove studenti e docenti di discipline diverse si incontrano, dove si contaminano a vicenda, dove si scambiano esperienze e dove riescono ad arricchire la propria formazione personale con il conseguimento di quelle competenze trasversali, che sono così utili nel mondo del lavoro. Le nuove tecnologie – ha spiegato Frati – ci consentono di portare in aula strumenti che garantiscono agli studenti una maggiore partecipazione alle lezioni e al docente un maggiore scambio con gli studenti. Le Università – ha sottolineato – hanno bisogno di un ammodernamento tecnologico che avviene con la possibilità di utilizzare nuove risorse economiche e qualche idea nuova magari guardando anche alle esperienze di altri Paesi e portando le nostre esperienze all’estero in un processo di contaminazione – ha continuato – che può essere virtuoso tra atenei diversi di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di qualche buona idea – ha concluso – per rendere le nostre lezioni sempre più interessanti per i nostri studenti”.
Oltre alla didattica innovativa, è necessario una nuova presa di coscienza. A chiederlo il rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci. “Sarebbe il momento di prendere atto – ha detto – che noi abbiamo studenti che arrivano da scuole tipologicamente diverse e quindi dovremmo avere percorsi adatti agli studenti che arrivano e non fare tutta una cosa massificata e quindi aiutare i più bravi. Purtroppo il 35% degli studenti che provengono dalle scuole tecniche, non superano il primo anno di studi. Un altro problema – ha continuato Crisci – è il divario tra Nord e Sud. Nel Mezzogiorno c’è una bassa percentuale di laureati: il 17% in regola con gli esami, contro un 34% del Nord Italia. Innovare, quindi è accorgersi che noi siamo didatticamente indietro, innovare vuol dire accorgersi finalmente che i nostri studenti non sono più gli studenti di 20-30-40 anni fa”.
Per il rettore di Uniba, Uricchio, alla luce dei risultati dei lavori delle tre giornate, è necessario “stimolare gli interessi degli studenti, renderli protagonisti, partecipi del loro processo anche di apprendimento e soprattutto di intervenire su quelle competenze che oggi il mercato del lavoro, complesso e globale, richiede”.
UNIBA PROPONE LAUREA HONORIS CAUSA IN MEDICINA A MICHELE MIRABELLA
Il Senato Accademico dell’Università di Bari ha approvato la proposta del Dipartimento dell’emergenza e dei trapianti di organi (D.E.T.O.) di conferire la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia a Michele Mirabella popolare conduttore del programma di Raitre ‘Elisir’.
La motivazione ufficiale sottolinea “l’indiscussa esperienza di Mirabella nel campo della divulgazione scientifica e medica e la sua grande disponibilità a supportare le iniziative di interesse culturale e sociale promosse dal nostro Ateneo e, in particolare, dalla scuola di Medicina, oltre all’impegno profuso nel campo della sensibilizzazione per la ricerca attraverso l’incarico di Presidente del Comitato AIRC della Regione Puglia”.
La proposta che passerà adesso all’esame del MIUR, riconosce inoltre “la capacità del dottor Michele Mirabella di diffondere argomenti complessi di carattere scientifico e medico al grande pubblico attraverso un linguaggio semplice ed efficace, sempre nel rispetto del necessario rigore scientifico”.
(ITALPRESS).
PIRLO “DIGITALIZZAZIONE OPPORTUNITÀ IMPORTANTE”
Digitalizzazione, privacy e nuove competenze necessarie per affrontare la trasformazione digitale. Di questo si è parlato a Bari nel Centro Polifunzionale Studenti dell’Università degli studi di Bari. “Quello della digitalizzazione – ha detto il prorettore, Giuseppe Pirlo – è un’opportunità importante, imperdibile per il nostro territorio che è caratterizzato da un’Università e da un sistema di Università molto all’avanguardia a livello nazionale e internazionale su questo dominio.
Però – ha sottolineato – ha bisogno di mettere su delle regole che siano regole condivise. Ecco quindi – ha continuato – l’importanza di formare le persone che sono comuni cittadini, ma anche ad esempio persone che lavorano negli enti, nelle pubbliche amministrazioni, nelle università, nelle Asl. Formarle – ha ribadito – a quelli che sono i principi fondamentali del gdpr (il nuovo regolamento europeo sul trattamento dei dati a cui occorre adeguarsi e che è entrato in vigore il 25 maggio scorso, ndr) e quindi al trattamento dei dati che sia congruo a quelle che sono le normative più recenti sulla privacy”.
“Quindi – ha aggiunto Pirlo – da un lato abbiamo bisogno di spingere sul dominio della digitalizzazione, perché è essenziale e perché questo ci permette di mettere a valore tutta una serie di competenze, da un’altra parte – ha spiegato – dobbiamo garantire che questo venga fatto in maniera congrua e compliant con quelli che sono i dettami della normativa. Prima riusciamo di concerto con esperti a definire delle linee guida e a definire un punto di lavoro ottimale, prima – ha concluso Pirlo – possiamo mettere a valore tutta una serie di energie che sono sul territorio”.
URICCHIO “UNIBA 1^ IN ITALIA CON MASTER DERADICALIZZAZIONE”
“Auspico che venga introdotta una legge che miri non solo alla repressione, ma anche al contrasto e alla radicalizzazione”. Così a Bari nel pomeriggio l’ex parlamentare e magistrato, Stefano Dambruoso che nell’aula magna ‘Aldo Cossu’ dell’Università ha presentato il suo libro ‘Jihad. La risposta italiana al terrorismo: le sanzioni e le inchieste giudiziarie’. “Un libro – ha spiegato Dambruoso – che si rivolge prevalentemente agli operatori del settore per migliorare la loro formazione. Un libro – ha continuato – che parla tecnicamente della materia pur avendo una casistica di case study che possono essere letti da tutti”. Dambruoso ha anche ricordato ai giornalisti di aver proposto nel 2015 una legge (Dambruoso Mancinelli) approvata dalla Camera nel 2017 per contrastare la radicalizzazione, “perché – ha spiegato – è il segmento parallelo rispetto alla repressione che deve essere sviluppata. Ho avuto il privilegio – ha sottolineato – di spendere gli ultimi cinque anni della mia vita professionale al servizio del Paese in Parlamento e come esperto della materia, sono stato relatore e proponente di una legge che è stata recepita nel 2015″.
“Normativa – ha spiegato Dambruoso – che venne introdotta anche per dare esito a una direttiva emanata con una certa urgenza dall’Unione Europea dopo i fatti di Charlie Hebdo nel gennaio del 2015. C’è un esaudimento del percorso della direttiva europea – ha ribadito – che in Italia ha visto questa normativa introdotta di cui sono stato relatore. In Italia – ha continuato – abbiamo una legge che ha introdotto nuove norme che hanno anticipato fortemente la soglia di punibilità consentendo di combattere la nuova forma di terrorismo che abbiamo conosciuto con l’Isis, ma questo – ha aggiunto – non basterà per annientare e privare di rischi il nostro Paese. Nel medio e lungo periodo – ha spiegato il magistrato – dobbiamo lavorare molto nelle scuole, nelle carceri e sul web. Questi – ha sottolineato – sono i tre settori sui cui la legge sul contrasto alla radicalizzazione aveva fatto riferimento e che purtroppo è rimasta non accolta nel bicameralismo che caratterizza il nostro Paese”.
L’augurio di Dambruoso è che “questo governo potrebbe proseguire le iniziative legislative di cui ero stato proponente”, anche perché “il fenomeno del terrorismo internazionale è stato combattuto, in parte debellato con l’abbattimento del califfato. Oggi il problema – ha spiegato – è legato ai reduci dei vari paesi che come Foreign Fighters avevano raggiunto quell’area. Molti europei andati lì per combattere stanno tornando. Questa – ha concluso – è una preoccupazione che fino ad oggi non è stata ancora risolta”. “E’ un peccato – ha detto l’onorevole e magistrato, Antonio Di Pietro, anche lui a Bari per la presentazione del libro – che quella proposta parlamentare che lui ha fatto per tenere ‘scansionato’ il territorio non sia stata approvata in quella legislatura. Mi auguro – ha concluso Di Pietro – che adesso questa nuova legislatura, al di là dei colori si occupi anche di questo fenomeno, del controllo, della prevenzione e della deradicalizzazione del territorio e del terrorismo”. Dal canto suo, anche l’Università di Bari si è attivata per affrontare la questione.
“L’Università di Bari – ha ricordato il marettore dell’Università, Antonio Uricchio – è stata la prima Università italiana a proporre ai propri studenti un percorso di studio in materia di deradicalizzazione con un master annuale particolarmente ricco e anche con presenze significative. Stiamo avviando – ha continuato – la seconda edizione del Master rendendola sempre più solida come esperienza e anche le collaborazione che sono nate, a cominciare – ha aggiunto – da quelle che lo stesso professor Dambruoso ci ha messo a disposizione, con la Scuola interforze di polizia, con le varie organizzazioni che contrastano il terrorismo e quelle – ha proseguito – che promuovono il dialogo anche interreligioso sono state particolarmente proficue. Un percorso – ha sottolineato – che quindi nel nostro Ateneo si è ulteriormente consolidato e ci ha consentito di proporre delle best practice che sono state anche acquisite nelle altre esperienze – ha concluso – sia nel mondo accademico che nel mondo scolastico”.
FOTO GALLERY
Università di Bari A. Moro su Facebook
Università di Bari A. Moro su Twitter
Warning: Undefined array key "query" in /home/demo2024/htdocs/demo2024.italpress.com/demo2024.italpress.com/wp-content/plugins/dc-feed-youtube/dc-feed-youtube.php on line 308
Deprecated: parse_str(): Passing null to parameter #1 ($string) of type string is deprecated in /home/demo2024/htdocs/demo2024.italpress.com/demo2024.italpress.com/wp-content/plugins/dc-feed-youtube/dc-feed-youtube.php on line 309














