Hanno preso il via presso la sede di Bari dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, le lezioni dello Short Master in “Porti, Retroporti e Zone Economiche Speciali”. Il corso, diretto dal professor Antonio Felice Uricchio, ha visto, nella giornata d’apertura tenutasi presso il Terminal Crociere di Bari, la partecipazione del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, Ugo Patroni Griffi, del segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, Tito Vespasiani, dei rappresentanti dell’Agenzia delle Dogane Mariangela Polini Annarita De Salvatore, di Antonio Leandro – docente di diritto internazionale dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
51 discenti proventi da più parti d’Italia – tra cui dipendenti dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, dell’Agenzia delle Dogane, dei porti di Messina e Civitavecchia, oltre a liberi professionisti e laureati – hanno assistito alle lezioni tenute da Uricchio, professore ordinario di diritto tributario e rettore dell’Università di Bari, da Nicola Fortunato (professore aggregato di diritto tributario presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”) e da Aldo Berlinguer (professore ordinario di diritto privato comparato presso l’Università degli Studi di Cagliari).
Il Corso, fruibile anche in modalità e-learning, è promosso dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – Dipartimento Jonico in “Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture” – in partenariato con Aeroporti di Puglia, GTS General Transport Service SpA, Confindustria Bari e BAT – Giovani Imprenditori, Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio e IRSA – Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Gli obiettivi del corso sono quelli di approfondire – attraverso un’analisi che coinvolga i principali aspetti giuridici, economici, fiscali, ambientali – il tema delle Zone Economiche Speciali e delle attività ad esse connesse: dalla fiscalità all’ambiente, dalla blue economy allo sviluppo di porti, retroporti ed aeroporti, dalla logistica integrata al trasferimento tecnologico, passando per esperienze virtuose e best practice.
Il fine principale dello Short Master – il primo in Italia dedicato al tema ZES – è quello di offrire sul piano teorico-pratico, un panorama di competenze trasversali che tenga conto – non solo della recente istituzione, nel Mezzogiorno d’Italia, delle Zone Economiche Speciali (legge 3 agosto 2017 n. 123) – ma anche dei vantaggi, degli svantaggi e delle relative problematiche connesse all’impiego di modelli di fiscalità differenziata in aree portuali e retroportuali; in questa prospettiva, appare evidente la necessità di formare, attraverso un percorso altamente specialistico e performante, figure professionali che dispongano di un bagaglio di conoscenze immediatamente e validamente fruibili.
L’attività di formazione – 100 ore (pari a 4 CFU) suddivise in 5 moduli didattici, articolate in n. 50 ore di didattica frontale (n. 25 ore esercitazioni e n. 25 ore di studio individuale) – è affidata a docenti di grande prestigio ed esperienza appartenenti al mondo accademico ed alle istituzioni nazionali e comunitarie.
Diciotto partecipanti, inoltre, potranno beneficiare di borse di studio a totale copertura delle spese di iscrizione finanziate: 15 da Aeroporti di Puglia; 1 da Confindustria Bari e BAT – Giovani Imprenditori; 1 da GTS General Transport Service S.p.A; 1 da Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale.
(ITALPRESS).
Università di Bari A. Moro
SHORT MASTER “PORTI, RETROPORTI E ZONE ECONOMICHE SPECIALI”
CALIGIURI PRESENTA LIBRO “ALDO MORO E L’INTELLIGENCE”
“Aldo Moro era un uomo di Stato, e per questo utilizzava sia la sua esperienza politica che le conoscenze scientifiche per rendere più sicuro e stabile il nostro Paese. Aldo Moro si è comportato sempre nella direzione della tutela degli interessi nazionali”. Così Mario Caligiuri, direttore del master in Intelligence all’Università della Calabria, ha presentato a Bari il suo ultimo lavoro “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere”. Ed è proprio dall’Università degli Studi di Bari, intitolata proprio all’ex segretario della Democrazia Cristiana, ucciso dalle Brigate Rosse esattamente quarant’anni fa, Calligiuri traccia un profilo di Aldo Moro ancora non del tutto esplorato: “Moro – ha detto Caligiuri – è stato un uomo di Intelligence perché un uomo di Stato non può che essere un uomo di Intelligence. Sapeva utilizzare le informazioni che arrivavano dai servizi segreti e sapeva dialogare con gli uomini che predicavano l’Intelligence, da De Lorenzo al generale Miceli, dal generale Mino al colonnello Giovannone”.
Nel suo libro, inoltre, Caligiuri analizza ad ampio spettro tutta la vita di Moro, da uomo di Stato a uomo di partito, in relazione all’operato e alle informazioni del servizio di intelligence: “Ruoli fondamentali – ha concluso – attraverso i quali ha potuto tutelare gli interessi nazionali. E per fare questo ha utilizzato le informazioni che provenivano proprio dall’intelligence”. Significativa la scelta di Bari, dopo Roma e Maglie, città natale dell’onorevole Moro, quale luogo di presentazione del libro. Nell’Ateneo barese, infatti, Moro si è laureato e ha passato diversi anni in qualità di docente: “L’Università di Bari ha fortemente voluto fare memoria quest’anno della storia di Aldo Moro”, ha detto il rettore Antonio Felice Uricchio, moderatore della presentazione del testo. “Moro ha svolto i suoi diversi ruoli istituzionali e politici in fasi difficili della storia italiana ed internazionale. Dagli sconvolgimenti sociali interni italiani fino alle dure questioni della Guerra Fredda. Oggi però ne sappiamo molto di più su di lui. E anche riguardo all’ultima, oscura, fase della sua vita nella quale i Servizi di sicurezza hanno svolto un ruolo particolarmente rilevante, seppure in una chiave negativa”.
“Caligiuri – continua Uricchio – affronta nel suo libro uno degli aspetti più controversi della vita politica ed istituzionale di Aldo Moro, quello proprio con i Servizi Segreti. Un rapporto altalenante, caratterizzato da momenti di interlocuzione e sinergia ma anche di crisi e difficoltà. Oggi abbiamo una bella occasione per riflettere ancora sulla figura di Aldo Moro, nella sua immensa statura umana e professionale, nella sua capacità di guardare lontano rompendo gli schemi e talvolta diventando dirompente rispetto ai modelli di governance che hanno per diverso tempo caratterizzato il nostro Paese”.
BONO “INDUSTRIA FARMACEUTICA ITALIANA LEADER AL MONDO”
“L’industria farmaceutica italiana è un’eccellenza”. A dirlo Giorgio Bruno, vice presidente AFI (Associazione Farmaceutici dell’Industria), nel Dipartimento di Farmacia – Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Bari, ha tenuto un seminario dal titolo ‘Evoluzione e caratteristiche dell’Industria farmaceutica in Italia’. “Un evento – ha detto Nunzio Denora, docente di Tecnologia Farmaceutica – che l’Università di Bari ha voluto non solo per gli studenti, ma anche per i docenti per poter tastare non solo la realtà industriale locale, ma anche e soprattutto avere una panoramica nazionale e internazionale grazie all’intervento del dottor Bruno. In questi anni – ha detto Bruno – le imprese del farmaco si sono affermate come motore di crescita fondamentale per il nostro Paese e per l’Europa. L’Italia infatti è il primo produttore farmaceutico dell’Unione Europea con numeri importanti”.
“E’ un settore che conta 65.400 addetti (il 90% laureati e diplomati) il 42% dei quali donne e altri 68mila nell’indotto; 6.400 sono gli addetti alla ricerca e allo sviluppo, 31,2 miliardi di euro di produzione, il 79% destinato all’export (24,8 miliardi di euro); 2,8 miliardi di euro di investimenti dei quali 1,5 in ricerca e sviluppo e 1,3 in produzione. “L’industria farmaceutica – ha detto Bruno – è il settore con la più alta crescita dal 2007 al 2017. L’aumento relativo alla produzione è pari al 24% e l’export registra una crescita del 107% contro il 23% della media. Ancora negli ultimi due anni è il settore che ha aumentato di più l’occupazione +4,5%”. La presenza farmaceutica nel Mezzogiorno si concentra in Abruzzo (L’Aquila e Pescara), in Campania (soprattutto in provincia di Napoli e Avellino), in Puglia (Bari e Brindisi) e in Sicilia (Catania).
E a parlare del successo pugliese, è stato il presidente della Sezione Sanità e vice presidente di Confindustria Bari e Bat, Sergio Fontana. Un successo “determinato – per Fontana – dalle capacità degli imprenditori pugliesi che fanno impresa in maniera seria, valida e competitiva. Tra l’altro – ha spiegato – le aziende farmaceutiche rispettano delle regole internazionali. Anche se le regole italiane sono ancora più restrittive di quelle internazionali nella produzione dei farmaci e fanno sì che noi abbiamo due multinazionali importanti, Merk Serono e Sanofi Aventis presenti sul territorio, ma accanto a queste abbiamo realtà importanti come Farmalabor, Itelpharma e Lachifarma”. “Ci sono – ha ribadito Fontana – grandissime potenzialità che sono legate al capitale umano, primo fattore di competitività. Abbiamo delle ottime Università, che significa formazione continua e costante, ottimi ragazzi e ottime possibilità di reperire capitale umano che è la vera forza delle aziende”.
“Ma al contempo nonostante tutte le difficoltà, nonostante la burocrazia abbiamo un Made in Italy – ha sottolineato – nel settore del farmaco che è eccellenza assoluta. Questo ci viene riconosciuto da tutti quanti. Siamo i numeri uno – ha concluso – siamo leader assoluti e siamo anche più avanti della Germania”.
CHIUSO CICLO INCONTRI DEDICATO A 70 COSTITUZIONE
“Il ciclo di incontri dedicati ai 70 anni della Costituzione è stato particolarmente ricco, straordinario per i contributi offerti e per le autorevolissime presenze, per le lezioni magistrali che sono state offerte alla nostra realtà accademica e ai nostri studenti”. Così il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari che stamattina nell’aula ‘Aldo Moro’ della facoltà di giurisprudenza ha aperto l’ultimo appuntamento dedicato ai 70 anni della Costituzione che ha visto la Lectio Magistralis del giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese. “Credo – ha detto Uricchio – che sia stato un bel momento della nostra Università, ma anche un momento doveroso, perché l’Università di Bari attraverso i suoi docenti – ha spiegato – ha contribuito alla formazione della Carta Costituzionale. Ben tre componenti dell’Università di Bari, tra i quali Aldo Moro – ha ricordato il rettore – hanno partecipato ai lavori dell’Assemblea Costituente e comunque anche il fermento culturale che la Puglia ha saputo esprimere sia nella nostra comunità accademica che all’esterno ha dato un contributo decisivo”.
“Quindi – ha continuato Uricchio – è molto importante che l’Università di Bari discuta di Costituzione, della sua origine, della sua formazione, della sua attualità e possa non solo guardare avanti – ha spiegato – nel senso di dare piena attuazione alle norme sospese della nostra Carta Costituzionale, ma anche ripensare a quelle norme meritorie e meritevoli di essere portate in un contesto fortemente mutato anche dal punto di vista storico, geopolitico e della trama delle idealità che poi sorreggono anche la nostra esperienza. Credo – ha concluso – che sia stato un bel momento e soprattutto abbia arricchito la nostra comunità accademica”. “Quello che vorrei cercare di spiegare – ha detto Cassese che ha tenuto una conferenza sul tema “Ideali costituenti e norme costituzionali”- è che nella Costituzione c’è il precipitato di idee che vanno molto al di là che percorrono tutta la storia italiana e che addirittura raccolgono idealità, motivi, ideologie che derivano anche da altri Paesi, dagli Stati Uniti fino al regno unito. E che quindi – ha sottolineato – la nostra Costituzione è molto più ricca”.
“Però – ha aggiunto – è anche ricca di tesori che noi non abbiamo utilizzato. E qui purtroppo – ha sottolineato – c’è il capitolo di alcuni articoli della Costituzione che abbiamo bellamente dimenticato. Per esempio – ha spiegato – l’articolo che dice che i lavoratori hanno diritto a partecipare alla gestione delle aziende, oppure quella che dice che il risparmio privato deve essere promosso in modo tale che tutti i cittadini diventino azionisti, partecipanti del capitale dei grandi complessi produttivi del Paese”. Quanto all’opportunità di ‘rivedere’ la Costituzione, Cassese ha risposto: “Noi abbiamo attraversato due periodi: la Costituzione da attuare e la Costituzione da riformare. Paradossalmente – ha concluso – noi dobbiamo sia attuarla che riformarla”.
INCONTRO SU “COMUNICARE L’ECCELLENZA”
Di eccellenze, ma soprattutto di come comunicarle, passando da una visione local ad una global, si è parlato stamattina a Bari nell’aula ‘Contento’ del Dipartimento di Giurisprudenza. A parlarne Massimo Lucidi, giornalista, professore incaricato in Comunicazione, ideatore del Premio Eccellenza Italiana a Washington DC e autore del bestseller Amazon ‘Networking’. “Comunicare l’eccellenza – ha detto Lucidi – si può fare se siamo consapevoli del ruolo che possiamo avere tutti insieme nel costruire un networking. Dobbiamo avere la possibilità – ha spiegato – di costruire una squadra. Dobbiamo essere consapevoli e giocarcela tutta. Siamo tutti una grande famiglia – ha sottolineato – se aderiamo tutti agli stessi valori, come ad esempio a quello del talento. Dobbiamo capire – ha aggiunto – che fuori ci vedono meglio di come ci vediamo noi. Per questo dobbiamo chiederci se possiamo fare meglio il nostro lavoro e comunicare l’eccellenza si può fare se condividiamo tutti insieme. Oggi qui a Bari bisogna prendere atto – ha concluso – che ci sono 150 studenti stranieri. E’ una sfida che già per averla iniziata è vinta”.
Durante il suo intervento, il rettore dell’Università, Antonio Uricchio, ha spiegato come un po’ tutto l’Ateneo ha ripensato al modello di comunicazione. E valorizzazione delle eccellenze. “Il nostro Ateneo – ha detto – si è dotato di una rivista Uniba, di una radio, ‘RadioUniba’ e una web tv partita anche se in via sperimentale. Abbiamo avviato un percorso – ha ricordato il rettore – di valorizzazione, attraverso la comunicazione delle eccellenze della nostra comunità, dotandoci – ha spiegato – di strumenti comunicativi in precedenza non presenti nel nostro Ateneo. Abbiamo creato anche un sito friendly ‘Casa Uniba’, creato momenti di incontro e – ha proseguito – una rete di relazioni, perché oggi il networking diventa uno strumento privilegiato per poter veicolare e far circolare anche informazioni di natura tecnico-scientifica. L’Università – ha continuato Uricchio – è il luogo in cui le eccellenze si formano, in cui si consolidano le competenze, ma anche in cui si promuovo e si presentano le eccellenze. Il nostro compito – ha spiegato – non è solo quello di formare i giovani ricercatori o di consolidare le competenze dei ricercatori che maturano nel loro percorso di studi, ma offrirle all’esterno, alla comunità scientifica, al sistema delle imprese, favorire – ha aggiunto – il trasferimento tecnologico e valorizzare i prodotti della ricerca”.
“Quindi – ha aggiunto Uricchio – il nostro compito è non solo quello di essere autoreferenziali, e magari riconoscere i meriti al nostro interno, ma soprattutto quelli di poterli veicolare all’esterno. Quindi – ha ribadito – la comunicazione gioca un ruolo particolarmente significativo. Un impegno forte – ha sottolineato – che oggi ha trovato nella presenza di Massimo Lucidi un interprete e ci auguriamo – ha concluso – che in futuro possa contribuire a promuovere la nostra Università dove egli opera”.
CONSEGNATE 58 BORSE DI STUDIO
Cerimonia di consegna nell’aula ‘Aldo Moro’ del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari di 58 borse di studio ad altrettanti studenti meritevoli selezionati nei mesi scorsi. “La Fondazione Intesa San Paolo – ha detto il magnifico rettore che ha partecipato alla cerimonia e consegnato le borse di studio – ha voluto riconoscere 58 borse di studio per un totale di 95mila euro a giovani studenti della nostra Università, meritevoli e in particolari condizioni economiche. I parametri di valorizzazione e di assegnazione delle borse – ha spiegato Uricchio – sono stati in particolar modo il merito e la condizione economica, insieme ad altri indicatori ben 8, che hanno valorizzato anche l’impegno personale e la condizione economico-sociale delle famiglie. Un premio importante – ha sottolineato. Borse di studio con un importo che si aggira sui 2mila euro ciascuno, che consentono ai nostri studenti di poter affrontare anche le spese della propria quotidianità: i libri di testo, le attività di chi opera fuori sede. Borse di studio importanti che peraltro – ha continuato Uricchio – consentono di realizzare appieno il diritto costituzionale che la nostra Carta contempla e che è stato fortemente voluto da Aldo Moro, colui – ha concluso – che ha redatto l’art.34 e a cui il nostro Ateneo è dedicato”.
A URICCHIO IL PREMIO ‘AMBASCIATORE DI PUGLIA’
“Sono molto onorato dei riconoscimenti che vengono affidati alla mia persona e attraverso la mia persona all’Università di Bari”. Così il rettore, Antonio Uricchio, commentando il premio di ‘Ambasciatore della Pace’ che gli è stato consegnato stamattina da Marcello Carrozzo nella sede del Balab a Bari e il premio ‘Ambasciatore di Puglia’ che gli sarà consegnato domattina a Milano nella sede del Comune. “Mi è stato consegnato il premio di ambasciatore della Pace per le attività che abbiamo realizzato nel nostro Ateneo nel promuovere i valori dell’inclusione, della solidarietà e momenti – ha detto Uricchio – anche di confronto scientifico come quello con il Festival delle Donne del Mediterraneo e soprattuto anche con momenti di inclusione con il centro che abbiamo istituito per accogliere gli studenti rifugiati”.
“Domani a Milano – ha proseguito Uricchio – riceverò il premio ‘Ambasciatore di Puglia’ che mi onora, perché l’Università di Bari attraverso la mia persona viene considerata e riconosciuta anche in un contesto altamente competitivo come quello di Milano e poi la tradizione di questo premio che è stato affidato a figure di altissimo profilo e anche ai colleghi che domani riceveranno con me il premio come Linus (nome d’arte di Pasquale di Molfetta, nato a Foligno da genitori originari di Canosa di Puglia) e il generale Farina (salentino, attuale Capo di Stato Maggiore dell’Esercito italiano) – ha sottolineato – rendono maggiore la soddisfazione per questo momento particolarmente significativo. I pugliesi a Milano sono alcune migliaia, quindi – ha concluso – una forte comunità che si è affermata nel tempo e che dimostra anche attraverso questo premio il legame con la propria terra”.
TAPPA BARI BORSA RICERCA, DE GENNARO “UN EVENTO INDISPENSABILE”
Anche quest’anno la Borsa della Ricerca ha fatto tappa a Bari per il secondo anno consecutivo nella sede del BaLab dell’Università con un evento di presentazione del Forum che si terrà dal 28 al 30 maggio prossimi nell’Università di Salerno. L’evento nazionale, consente ad oltre 70 realtà accademiche di sostenere incontri con altrettante aziende e investitori, finalizzati all’attivazione di nuove collaborazioni e al reperimento di fondi per la propria attività di ricerca. “Siamo onoratissimi – ha detto Gianluigi de Gennaro delegato del rettore allo Sviluppo della Creatività – di avere Borsa di Ricerca qui a Bari, perché è una delle poche date fissate al Sud in cui loro provano a creare interesse su questo evento. Un evento – ha ribadito – che per noi è interessante. Tra quelli del Sud Italia – ha spiegato de Gennaro – è uno dei più importanti e soprattutto raccoglie moltissimi investitori. Un evento indispensabile – ha aggiunto – per le nostre start up, per i nostri spin off, per le nostre giovani imprese che hanno bisogno di essere lanciate nel mercato”.
“Il Forum – ha spiegato de Gennaro – è strutturato anche in maniera interessante, perché c’è una plenaria con tutte le presentazioni in cui vengono dedicati pochi minuti alle nostre start up e poi c’è un momento ‘b to be’ in cui si riesce a parlare direttamente con l’investitore e lì è la scommessa maggiore”. A maggio, l’Università sarà presente al Forum finale con 5-6 tra start up, spin off e gruppi di ricerca. “In questi anni – ha detto de Gennaro – stiamo arrivando sempre più preparati come Università di Bari a questo evento per cui stiamo anche noi crescendo da questo punto di vista e lo vediamo anche dalla risposta che abbiamo dei finanziatori, perché alcuni di questi – ha ricordato – poi vengono a trovarci dopo la borsa della ricerca e fanno dei loro eventi dedicati alla nostra Università. Nel corso degli anni, l’Università di Bari ha portato anche i progetti dei ricercatori – ha sottolineato de Gennaro. Fra questi – ha ricordato – il progetto della professoressa Grano, dell’irisina, un farmaco per l’osteoporosi. La professoressa – ha spiegato – ha scommesso molto su questo, ragionando come si poteva sviluppare un progetto che era solo un progetto di ricerca. Ora -h ha ribadito – molti imprenditori sono attenti alla sua iniziativa”.
Il Forum è un’occasione importante, perché “ci fa esplorare anche un altro campo – ha proseguito – che non è solo quello del finanziamento, ma è quello dell’opportunità di mercato che qualche volta può essere utile per le nostre start up che non sempre hanno accesso a risorse che qualche volta sono riservate a qualche progetto più scalabili dei nostri che però – ha concluso – trovano clienti per le loro idee che valgono quanto un finanziamento ormai”.
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