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60 BORSE STUDIO A FAVORE DI STUDENTI INTERNAZIONALI

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L’Università degli Studi di Bari, per favorire la presenza di studenti internazionali presso i propri corsi di studio, ha istituito 60 borse destinate studenti internazionali che risultano iscritti in corso per l’anno accademico 2017-2018 ai corsi di laurea, laurea magistrale e Magistrale a ciclo unico dell’ateneo barese. Ciascuna borsa ammonta complessivamente a Euro 213,70.

La domanda di partecipazione alla selezione dovrà essere presentata dal 3 dicembre 2018 al 11 gennaio 2019, utilizzando unicamente l’apposito modello e inviata via PEC al seguente indirizzo:università[email protected]; a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento al seguente indirizzo: Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Direzione Offerta Formativa e Servizi agli studenti, Piazza Umberto I n. 1, 70121 Bari; consegnata a mano, nei giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e lunedì, martedì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00, presso l’Unità Operativa Gestione documentale corrente di questa Università (Palazzo Ateneo, Piazza Umberto I, n. 1 70121 Bari) entro le ore 12 del 11 gennaio 2018.

SEMINARIO “LA BONIFICA DEI SITI DELLE DISCARICHE ABUSIVE”

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“L’ambiente come valore essenziale, fondante della nostra Carta Costituzionale. Compito dell’uomo è quello di promuoverlo, difenderlo e affermare la sua assoluta rilevanza”. Così il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio aprendo i lavori del seminario “La bonifica dei siti delle discariche abusive” La bonifica del sito inquinato di Taranto, che si è tenuto nel pomeriggio nell’aula Magna ‘Aldo Cossu’ dell’Ateneo tenuto dal il Generale, Giuseppe Vadalà, Commissario Straordinario per le Discariche Abusive presenti sul territorio nazionale e Vera Corbelli, Commissario Straordinario per gli interventi Urgenti di Bonifica, Ambientalizzazione e Riqualificazione di Taranto. “Quella di oggi – ha detto Uricchio – è l’occasione per una riflessione più ampia sulle bonifiche che scaturisce da un impegno della nostra Università sia nella formazione che nella ricerca. L’Università di Bari – ha ricordato – è green ed è terza in Italia nel ranking che misura il grado di sensibilità ambientale”. Grazie anche al fatto che “L’Università di Bari – ha spiegato Uricchio – ha dedicato particolare impegno nella formazione ambientale”.

Lo ha fatto – ha continuato – attraverso un corso di educazione ed esperienza ambientale, attraverso corsi di laurea dedicati, tra cui uno che abbiamo a Taranto sui temi delle bonifiche. Corsi di laurea, master, specializzazioni, sono – ha sottolineato Uricchio – una filiera formativa particolarmente ricca che vedono l’Università di Bari protagonista nella materia ambientale. Mi fa piacere che – ha aggiunto – anche attraverso la presenza dei commissari governativo e per Taranto, venga valorizzata questa nostra esperienza sia nella formazione che nella ricerca, perché il polo scientifico e tecnologico che abbiamo a Taranto è dedicato esclusivamente ai temi ambientali e delle bonifiche e perché anche su Bari – ha proseguito – abbiamo esperienze anche tecnico scientifiche che si avvalgono di laboratori di primaria rilevanza nazionale. Siamo quindi – ha concluso – al servizio delle istituzioni e dei Commissari proprio per poter promuovere anche attraverso la c.d. Terza Missione un impegno diretto in materia ambientale”.

E su Taranto e la bonifica del sito inquinato ha focalizzato il suo intervento Vera Corbelli, Commissario Straordinario per gli interventi Urgenti di Bonifica, Ambientalizzazione e Riqualificazione di Taranto. “Inizialmente – ha detto – abbiamo affrontato gli interventi già identificati nel 2012 sull’area Sin (siti di intervento nazionale) terra e mare che ha visto gli interventi sulle scuole di Taranto, in particolare il quartiere Tamburi, il cimitero, l’area P.I.P. di Statte, il Mar Piccolo e l’area portuale. Per una buona parte di questi interventi – ha continuato – abbiamo concluso le attività, su altri stiamo lavorando, perché – ha spiegato – hanno richiesto un’attenzione a livello di conoscenza e di analisi e quindi di progettazione molto più lunga. Tra i vari interventi – ha proseguito Corbelli – che abbiamo posto in essere a Taranto, parliamo di circa 150 misure quindi sia come interventi strutturali che non strutturali, c’è il progetto culturale “Afore”, “La Scuola racconta” che ha visto focalizzare l’attenzione sui bambini delle scuole del quartiere Tamburi che per un anno insieme ai loro docenti sono stati impegnati con la sensibilizzazione ambientale e “Verde Amico” – ha aggiunto – che vede 145 lavoratori impegnati nella riqualificazione delle aree degradate. Anche Taranto – ha concluso il commissario – come modello di idee e di proposte progettuali”.

Sono ottanta i siti nazionali su cui sta lavorando il generale Vadalà, sei dei quali sono pugliesi: tre in provincia di Bari (Sannicandro, Santeramo e Binetto), due Foggia e uno Brindisi. “Stiamo lavorando – ha detto il generale – i siti pugliesi non erano semplici. Sono rifiuti solidi urbani, cioè le vecchie discariche, che negli anni ’70 e ’80, alla prima emergenza rifiuti, quando la normativa europea era stata dettata, si è trovato il modo di smaltire questi rifiuti solidi urbani. Abbiamo verificato purtroppo che in questi 80 siti – ha sottolineato – sono stati gettati dalla sommità delle colline nei torrenti. Questa – ha continuato – è la situazione che è stata creata e sulla quale stiamo lavorando. Il sito che speriamo che nel prossimo anno, e ci sono buone probabilità, riusciamo a farlo uscire dal contenzioso – ha aggiunto – è quello di Ascoli Satriano. Abbiamo avviato la progettualità per quelli baresi. Su Lesina – ha spiegato – ci sono i lavori maggiori ed è anche un sito che ha avuto la collaborazione dell’Anac, sul quale insieme ad altri due, quello di Pizzo in Calabria e quello di Augusta in Sicilia – ha concluso – vogliamo avere una precauzione ulteriore”.

URICCHIO “ATENEO SEMPRE PIÙ PERFORMANTE”

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“Attendiamo il rapporto finale, che consentirà di avere un quadro più completo anche delle valutazioni rese, però posso esprimere la viva soddisfazione per l’impegno che è stato profuso da tutta la comunità accademica, nell’affrontare la visita e quindi nel presentare le attività anche attraverso questo momento di confronto particolarmente significativo”. Così il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, dopo la visita della Commissione di Esperti della Valutazione ANVUR (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). 

La Commissione dal 12 al 16 novembre scorsi è stata a Bari per verificare e valutare i requisiti di qualità, efficienza ed efficacia dell’Ateneo in relazione a didattica, ricerca e terza missione, nell’ambito del processo di accreditamento periodico della sede. 

“Per una settimana – ha detto Uricchio – abbiamo ospitato una delegazione di oltre 20 docenti provenienti dall’ANVUR che hanno sentito gli studenti, hanno sentito i nostri docenti, hanno visto i luoghi in cui si svolge l’attività didattica, hanno esaminato tutti i documenti di carattere strategico, finanziario, programmatorio e gli atti che anche il nostro Ateneo pone in essere nella propria governance. Hanno incontrato ovviamente – ha continuato il rettore – anche me come gran parte degli organi di governo. Credo che l’impressione che l’ANVUR abbia ricavato da  questa visita sia stata complessivamente positiva”. 

Gli incontri hanno coinvolto 12 Corsi di studio e 3 Dipartimenti, la Governance di Ateneo, una rappresentanza di Delegati, il Presidio della Qualità di Ateneo, dirigenti, personale tecnico-amministrativo, i coordinatori dei cds, i direttori dei Dipartimenti, i Gruppi di Riesame, le Commissioni Paritetiche Docenti-Studenti, i docenti, gli studenti e le parti sociali. Soddisfatto del lavoro svolto e del giudizio ottenuto è il professor Giuseppe Crescenzo. 

“Il presidio della qualità che rappresento come coordinatore – ha detto – è stato il primo attore di tutta la preparazione della visita. Io mi aspetto sicuramente l’accreditamento della sede e credo che ce la siamo guadagnati parecchio per la dedizione e il lavoro fatto in questi anni”. 

Il professor Crescenzo ha spiegato che “dietro la visita di una settimana ci sono due anni di lavoro in cui abbiamo dovuto revisionare processi, attività, azioni dell’Ateneo. Abbiamo dovuto gestire la documentazione dei corsi di studio – ha chiarito – fare un affiancamento ai corsi di studio, perché percepissero meglio i processi di assicurazione qualità che devono rappresentare un processo virtuoso che migliora tutto: la didattica, la ricerca del dipartimento e dei corsi di studio. La preparazione è stata lunga e l’Ateneo si è impegnato a produrre nuovi processi sulle strategie, sulla vision, sulle missioni. Ha  coinvolto il personale tecnico-amministrativo, ha coinvolto gli studenti”. 

E proprio il coinvolgimento degli studenti attivi, prima e durante la visita, è stato ritenuto da parte della commissione ANVUR nella “Relazione di restituzione”, un punto di forza, insieme alla leadership “che – ha spiegato il professor Crescenzo – abbiamo in Ateneo e il senso di community, che era uno dei nostri obiettivi: ricreare il senso di comunità, di appartenenza e anche l’orgoglio di appartenenza”. 

Punti di forza sono stati ritenuti anche la solidità del sistema di AQ (Assicurazione Qualità) messo in atto dall’Ateneo con particolare riferimento all’importante ruolo svolto dal Presidio della Qualità di Ateneo; la partecipazione attiva degli studenti ai processi decisionali e valutativi; l’efficacia dei processi di orientamento in ingresso; la fattiva partecipazione delle parti sociali nella riprogettazione dell’offerta formativa atta ad indicare la proficua rete di relazioni con il territorio; il nuovo modello organizzativo capace di motivare e valorizzare le competenze del personale tecnico-amministrativo; la dotazione di infrastrutture complessivamente adatta a rispondere alle esigenze della didattica e della ricerca.

“Quando mi guardo indietro – ha detto Crescenzo – e mi accorgo da dove siamo partiti a dove siamo arrivati in soli due anni, questo grazie al sostegno del rettore e degli organi di governo che hanno fatto atti di responsabilità in questi anni, le dico che abbiamo fatto miracoli in questi anni”. 

Il professor Crescenzo ha ricordato che l’Ateneo “partiva tre-quattro anni fa con meno 17 milioni di euro a bilancio, con 5-6 punti organico (attualmente sono 36-40), 60 unità di personale tecnico-amministrativo da stabilizzare, 19 professori ordinari non chiamati, 33 professori associati non chiamati, una trentina di ricercatori fantasmi non chiamati. Avevamo una inchiesta del Ministero delle Finanze che ci condannava a pagare. Partivamo dal baratro – ha sottolineato. Uno dei punti di forza – ha detto con orgoglio – è stato quello del recupero sul piano finanziario”. Accanto ai punti di forza, la commissione ha anche evidenziato le c.d. ‘aree di miglioramento’. Una di queste è l’internazionalizzazione “su cui – ha spiegato Crescenzo – stiamo tanto investendo, cioè sulla capacità dell’Ateneo di essere perfomante, attrattivo sia per gli studenti stranieri sia per i nostri studenti che vanno all’estero. L’Ateneo a partire dall’anno scorso – ha continuato – ha aumentato le borse per l’estero, aumentato i visiting professor, sta aumentando le competenze di inglese. I risultati non saranno immediati, ma sull’internazionalizzazione abbiamo lavorato”.

“Inoltre – ha  aggiunto Crescenzo – dobbiamo migliorare sicuramente una strategia e una politica un po’ più incisiva sulla Terza missione. Anche se ne facciamo tanta. Più che aumentare la Terza Missione – ha spiegato – dobbiamo sistematizzarla, metterla a sistema come prassi e ricavarne anche dei benefici”. 

“Il nostro Ateneo – ha detto Uricchio – ha saputo scongiurare dimostrando con il proprio impegno e con la qualità dei processi avviati, di poter meritare anche un apprezzamento da parte dell’Anvur. Attendiamo il rapporto finale – ha ribadito il rettore – ma già nel rapporto di consegna sono state evidenziate delle positività e soprattutto un trend forte di sviluppo e di crescita, ma anche una forte coesione. Il senso di community che la nostra Università è stata in grado di presentare – ha spiegato – è stato uno degli elementi anche valorizzati come positivi del nostro Ateneo. Un trend di sviluppo che il nostro Ateneo sta mostrando in questi anni – ha concluso – e che viene oggi riconosciuto anche dall’Agenzia di Valutazione”.

UNIBA CONFERMA IL MIGLIORAMENTO NEL FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO 2018

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Il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha comunicato le assegnazioni del Fondo di Finanziamento Ordinario 2018 alle Università italiane, comprensive della quota aggiuntiva per le borse post-lauream. Per l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro il Fondo di Finanziamento Ordinario passa 187,2 milioni di Euro del 2017 a 189,0 milioni di Euro del 2018, facendo registrare un incremento di 1,8 milioni di Euro (con un incremento di +7,4% per le borse post lauream).
“Tale risultato – si legge in una nota – è riconducibile agli importanti miglioramenti degli indicatori sulla qualità della ricerca (VQR + 10 %) e dei corsi di dottorato (+ 19 %) sul grado di internazionalizzazione, sulla capacità di collaborazione con il sistema delle imprese e relative ricadute sul sistema socio-economico. Si colgono i frutti di tutta una serie di interventi tesi a migliorare ed a valorizzare i corsi di dottorato di ricerca e l’attività scientifica dei giovani, finalizzati al miglioramento delle competenze necessarie per esercitare attività di ricerca scientifica nel settore pubblico e privato”.
(ITALPRESS).

PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO PER IL PROFESSOR LOGROSCINO

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E’ stata pubblicata la classifica degli Highly Cited Researcher da Clarivate Analytics per il 2018 che in Italia comprende 95 scienziati. Per la prima volta dal 2001, compaiono 2 scienziati che lavorano in Puglia, nel nuovo campo Cross-Field.
Si tratta di Giancarlo Logroscino (Policlinico di Bari, professore Ordinario) Università di Bari e Francesco Tornabene (Università del Salento, ricercatore) University del Salento.
(ITALPRESS).

UNIBA ENTRA NEL DIRETTIVO NAZIONALE DELLA RUIAP

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Fausta Scardigno, presidente del Centro di Apprendimento Permanente dell’Università di Bari, è stata eletta nel Consiglio Direttivo nazionale della Ruiap, la Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento Permanente che riunisce 31 Atenei impegnati a promuovere la società della conoscenza e la crescita del sistema economico e sociale del Paese.
“L’elezione dell’Università di Bari nel Direttivo Ruiap – ha detto Fausta Scardigno, ricercatrice di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università di Bari – è il risultato del lavoro di tutta la comunità dell’Ateneo barese che ha messo in atto azioni di valorizzazione della Terza Missione, in un’ottica integrata e di valorizzazione dell’impatto della ricerca per i bisogni del territorio, non solo in termini di trasferimento tecnologico ma anche come produzione di beni pubblici, di meccanismi di partecipazione, di civic e public engagement”.

“In tal senso, il gruppo di lavoro del C.A.P. impegnato dal 2016 per lo sviluppo dei processi di formazione continua nel nostro territorio, è totalmente in linea con la mission di Ruiap di valorizzazione dei processi di apprendimento permanente e di lifelong learning” ha continuato.
L’assemblea nazionale Ruiap si è tenuta nel quadro della Conferenza internazionale “Quali conoscenze per quale società. Ricerca, alta formazione e apprendimento permanente: un dialogo tra università, pubblica amministrazione, imprese e terzo settore” organizzata a Milano dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dalla Ruiap.
Nella giornata del 30 novembre è stato affrontato il tema del contesto e delle domande emergenti, con relatori provenienti dal mondo produttivo, sociale, politico e dal terzo settore. Nella giornata del 1 dicembre, le università hanno invece presentato riflessioni ed esperienze di innovazione nelle tre aree della ricerca, della formazione e della terza missione.
La Conferenza Ruiap ha messo in evidenza la necessità di un dialogo costruttivo tra mondo accademico, produttivo e terzo settore poiché la domanda di innovazione – non solo tecnologica e scientifica, ma sociale, politica, culturale – e di accesso democratico alle conoscenze viene declinata in forme diverse e contrastanti dal mondo del lavoro, dall’amministrazione pubblica, dalla politica, dai diversi territori del Paese, dalle diverse fasce di cittadini, studenti, lavoratori e fruitori dei servizi.

Se il mondo accademico rivendica il suo ruolo nella costruzione di conoscenze utili allo sviluppo di una società complessa, la scommessa costituzionale di una società in cui il diritto allo studio viene garantito a tutti, è spesso messo a rischio da tagli economici e da una formazione standardizzata, ridotta a pura acquisizione di competenze utili al mercato e all’occupabilità. Le università sono pertanto chiamate a contribuire alla qualificazione delle professioni in funzione dell’innovazione, dello sviluppo economico, della competitività internazionale, formulando percorsi di apprendimento permanente basati sulla ricerca ma perseguendo anche politiche di inclusione sociale e di esercizio effettivo dei diritti e dei doveri di cittadinanza.
In questo contesto è stato particolarmente apprezzato il contributo, congiunto e inclusivo, di C.A.P. e Direzione Ricerca, Terza Missione e Internazionalizzazione dell’Università di Bari dedicato al tema “Valutare la Didattica, la Ricerca e la Terza Missione in un’ottica integrata: dai modelli alle pratiche”, che è stato presentato come case study nell’ambito della Conferenza internazionale Ruiap.

CONSEGNATI ATTESTATI CORSO TUTELA PRIVACY E P.A.

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“Un corso importante, perché rafforza la mission dell’Università nei confronti del territorio e stigmatizza la collaborazione e l’impegno che stiamo prendendo per il settore marittimo”. Così il professor Nicolò Giovanni Carnimeo dell’Università di Bari, a proposito del Corso di Alta Formazione, di cui è responsabile scientifico, in “Tutela della privacy e pubblica amministrazione alla luce del General Data Protection Regulation di cui al regolamento UE 27.04.2016 n. 2016/679”, che si è concluso con la consegna venerdì scorso, degli attestati di partecipazione ai dipendenti dell’Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Meridionale. “L’impegno dell’Università nel settore marittimo – ha spiegato Carnimeo – si concretizza anche aTaranto con un corso in Scienze e Gestione delle Attività Marittime e una serie di Master come quello per le Zes, le Zone Economiche Speciali, come il Master sul Diritto doganale del commercio internazionale, che stanno portando l’Università – ha concluso – a diventare un polo sia di eccellenza della ricerca, ma anche di formazione nel settore marittimo”.

Di corsi come quello appena concluso, frutto della collaborazione avviata tra l’Università e l’AdSP in forza di Convenzione stipulata nel dicembre 2017 e finalizzata alla costante formazione del personale dell’Autorità alla luce delle continue novità legislative che investono le funzioni dell’Ente, ce ne saranno altri. “Ma ancora – ha detto Carnimeo – partiranno dei seminari sull’anticorruzione”. Alla cerimonia erano presenti anche il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale M.A.M., Ugo Patroni Griffi e il Segretario Generale dell’Autorità, Tito Vespasiani.

CAP UNIBA PRESENTA A STRASBURGO INTEGRAZIONE STUDENTI RIFUGIATI

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Fausta Scardigno, sociologa e presidente del Centro di Apprendimento Permanente (C.A.P.) dell’Università di Bari è stata invitata a Strasburgo a presentare, nell’ambito del seminario “Ponti per nuovi punti di partenza. Sviluppare sinergie tra i diversi settori a sostegno dell’inclusione, dei diritti umani e della partecipazione dei giovani rifugiati e migranti” (Bridges to new beginnings. Developing synergies between different sectors supporting the inclusion, human rights and participation of young refugees and migrants), le attività di ricerca/azione dell’Ateneo Barese per la valorizzazione del capitale culturale degli studenti internazionali rifugiati.
Il lavoro dal titolo “Riconoscimento del capitale culturale dei giovani rifugiati: il Centro per l’Apprendimento Permanente C.A.P. come esperienza accademica di inclusione in Italia” (Recognition of the cultural capital of young refugees: the Center for Lifelong Learning C.A.P. as an academic experience of inclusion in Italy) è parte dello Youth Knowlewdge Book 2018 dal titolo “Between Insecutity and Hope. Reflections of Youth work with Young Refugees” (Tra insicurezza e speranza. Riflessioni sul lavoro giovanile con i giovani rifugiati) che è stato pubblicato dalla Commissione Europea e dal Consiglio di Europa (EU-CoE Youth Partnership). L’Università di Bari è stato l’unico Ateneo italiano a presentare attività di inclusione di studenti migranti e il C.A.P. ha partecipato su invito del Consiglio d’Europa.

Alla due giorni del 4-5 dicembre che si è svolta allo European Youth Centre di Strasburgo, la ricercatrice di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università di Bari ha esposto con altri 56 delegati (5 italiani) da 19 Paesi, i risultati dell’esperienza pilota che a partire dalle attività di accoglienza universitaria di studenti rifugiati o beneficiari di protezione internazionale si è trasformata in contributo operativo a sostegno dell’inclusione accademica.
Modelli e pratiche che hanno ottenuto il riconoscimento dell’OIM, dell’EUA e dell’OECD (He Innovate) e che recentemente, avendo sviluppato meccanismi di partecipazione, di civic e public engagement, hanno motivato anche l’ingresso nel Consiglio Direttivo nazionale della Ruiap, la Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento Permanente che riunisce 31 Atenei italiani.
“E’ stato molto gratificante vedere riconosciuto il lavoro dei ricercatori e dei tecnici del C.A.P. che dal 2016 – dice Fausta Scardigno – sono impegnati nella nostra Università per valorizzare il capitale umano e culturale della risorsa studenti internazionali”.

Obiettivo del seminario di Strasburgo è stata la creazione di un network internazionale di ricercatori e social workers impegnati nella progettazione e realizzazione di azioni per l’inclusione delle persone rifugiate all’interno dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro.

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