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URICCHIO “SE RISORSE NON AUMENTANO ATENEI INDIETRO RISPETTO A EUROPA”

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“A cinque anni dall’inizio del mio mandato credo che i risultati siano stati particolarmente positivi: abbiamo risanato il disavanzo (30 milioni di euro), abbiamo riattivato i meccanismi assunzionali, abbiamo ottenuto anche un importante riconoscimento in termini di risorse dal Ministero meritandole attraverso le quote premiali”. Così ai giornalisti il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio stamattina a Bari tracciando un bilancio di quello che è stato il suo mandato in occasione della sua ultima cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico alla quale hanno partecipato il direttore Generale, Federico Gallo, il rettore dell’Università di Slesia Katowice, Andrzej Kowalczyk, il visiting professor Uniba – Università di Huddersflield – Università di Heriot Watt, Pierre De Gioia Carabellese, il Rappresentante del Personale Tecnico amministrativo, Michele Poliseno e la rappresentante degli studenti, Marialuisa Sveva Marozzi.

“Bari quest’anno – ha detto Uricchio – ha ottenuto un aumento di 2 milioni di euro. In questi anni – ha ricordato – abbiamo lavorato con la Conferenza dei Rettori per l’introduzione di un parametro perequativo che possa anche tener conto del reddito pro capite per provincia e questo è stato inserito anche nell’attuale criterio di riparto del fondo di funzionamento. Certo – ha sottolineato il rettore – se le risorse non aumentano l’Università e più in generale il sistema dell’istruzione e della formazione resta indietro rispetto a quello europeo. L’Università italiana nel suo complesso – ha spiegato – ha un quarto delle risorse assegnate alle università tedesche e quindi – ha ribadito – competere in un contesto internazionale non è facile in un momento in cui le risorse sono complessivamente esigue. Credo che al di là dei criteri di distribuzione, quello del merito e quello del bisogno – ha aggiunto – sono entrambi criteri forti che bisogna privilegiare, dobbiamo guardare a un incremento complessivo delle risorse per il sistema”.

“Il Ministro – ha continuato Uricchio – si è impegnato anche a un piccolo incremento che ci auguriamo che possa essere più cospicuo per il prossimo futuro”. Continuando a tracciare il bilancio del suo mandato, Uricchio ha anche fatto riferimento al “miglioramento degli indici di carattere finanziario. Assistiamo anche ad un incremento del numero delle matricole e dei laureati – ha detto – noi vorremmo aumentare il numero degli iscritti a medicina da 300 + 50 in lingua inglese a 450. L’internazionalizzazione – ha spiegato – è uno degli ambiti su cui proseguire il nostro impegno. e abbiamo potenziato l’internazionalizzazione e la terza missione attraverso un modello di Università aperta ai territori, particolarmente impegnata nel sociale e soprattutto sensibile alle esigenze che vengono dall’esterno, ponendo sempre al centro gli studenti. E a loro – ha continuato – che rivolgo il mio pensiero in questa giornata inaugurale e l’impegno di tutta la comunità accademica per promuovere la conoscenza e l’occupabilità. L’aver attivato un’agenzia del Placement – ha concluso – è sicuramente sintomatico dell’impegno forte in questa direzione”.

URICCHIO “ACCORDO CONFASSOCIAZIONI ULTERIORE TASSELLO APERTURA ATENEO””

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“La convenzione che abbiamo oggi presentato, è un ulteriore tassello all’interno di un modello forte di proiezione esterna del nostro Ateneo e di relazioni forti con il sistema produttivo”. Così il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio stamattina a margine della conferenza stampa nella sede del BaLab, in cui è stato presentato l’Accordo Quadro per agevolare i processi di transizione università-mondo delle nuove professioni. “Confassociazioni – ha detto Uricchio – è una realtà associativa importante, che raccoglie esperienze, competenze e soprattutto imprese operanti nei diversi settori produttivi, animata anche da un forte impegno di carattere sociale. Abbiamo condiviso un modello di sviluppo – ha spiegato – abbiamo anche offerto l’opportunità di avvalersi delle energie creative dei nostri giovani. E l’esperienza del BaLab – ha sottolineato il rettore – credo stia particolarmente virtuosa ed è stata apprezzata da Confassociazioni. Ci auguriamo – ha concluso – di poter proseguire nello sviluppo anche di modelli condivisi e congiunti di azione soprattutto nel settore delle startup innovative e degli ecosistemi dell’innovazione”.

“Questo accordo quadro – ha detto il Presidente di Confassociazioni (Confederazione Associazioni Professionali) Puglia, Michele Lampugnani – per noi come Confassociazioni diventa strategico sia per lo sviluppo professionale, sia per lo sviluppo del mercato del lavoro. Questo accordo aperto a tutti i Dipartimenti dell’Università – ha spiegato – prevede attività di formazione, di bilancio delle competenze sia in ingresso che in uscita. La formazione – ha ribadito – ma anche l’applicazione progettuale. Attraverso l’accordo – ha concluso – offriremo agli studenti competenze e cercheremo di fargli capire quello che vogliono fare da grandi”. I processi saranno attivati attraverso azioni congiunte che hanno l’obiettivo di realizzare percorsi di educazione all’imprenditorialità che consentano l’acquisizione di competenze fondamentali per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. L’impegno dell’Università di Bari attraverso il Centro di Eccellenza di Ateneo per l’Innovazione e la Creatività, sarà quello di fornire un supporto competente per lo svolgimento di seminari, convegni ed attività formative, attività interdisciplinari, su temi di comune interesse: fondamentale la funzione del Balab per stimolare gli studenti a migliorare la fruizione dell’esperienza formativa universitaria.

PRESENTATA LA START UP ZEPEND

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Si chiama Zepend la start up nata dalla seconda edizione della call for ideas lanciata dal BaLab dell’Università di Bari. Stamattina la presentazione nel corso di una conferenza stampa. Un’app “anti-social”, una piattaforma web che offre gli strumenti necessari (ricerca eventi, ricerca locali, e chat con Proximity Matching) per passare dall’online all’offline. Il progetto Zepend si basa sullo sviluppo di una piattaforma web e mobile che mira a ridurre la distanza tra servizi di ristorazione, discoteche e molte altre tipologie di locali e la clientela. L’obiettivodel progetto è quindi quello di limitare le difficoltà di ricerca, comunicazione, prenotazione, gestione e interazione tra utenti che possa emergere nel rapporto fra il locale e il consumatore. “L’idea – ha spiegato Lorenzo Diomeda, CEO & Founder Zepend – nasce dall’esigenza di rendere meno virtuali le relazioni interpersonali. Di qui – ha continuato – la creazione dell’app che permette l’intcontro tra persone che si trovano nello stesso luogo o in posti lontani non più di 30 metri e fare in modo che si venga fuori dal mondo virtuale, si abbatta la timidezza e si riesca – ha concluso a interagire”.

“Oggi è una giornata importante – ha detto Gianluigi de Gennaro, presidente del Centro d’Eccellenza per l’innovazione e la creatività UniBa. Una grande soddisfazione – ha concluso – per noi che come Università cerchiamo di dare ai ragazzi tutte le opportunità possibili per farli crescere e aiutarli a trasformare le loro idee in imprese”. “Vogliamo accompagnarle – ha detto il magnifico rettore dell’Università, Antonio Uricchio – nell’ultimo miglio, quindi favorire l’ingresso nel mondo produttivo attraverso anche una formazione di carattere imprenditoriale-manageriale. L’impegno dell’istituzione accademica – ha spiegato – è di offrire opportunità, di far maturare processi di crescita individuale e professionale e crediamo che l’esperienza della contaminazione dei saperi possa giovare a tutti i giovani innovatori. La start up che abbiamo presentato oggi – ha continuato – è particolarmente coraggiosa, perché in un mondo in cui internet diventa sempre più pervasivo offre strumenti di difesa, ma anche di valorizzazione dello strumento della rete per poter stabilire nuove relazioni sociali. Un’esperienza interessante, nuova e – ha concluso – ci auguriamo possa essere anche confortata dal successo”.

UNIBA E AQP CONVERSANO SU NUOVO UMANESIMO DEL LAVORO

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“Le nuove tecnologie disegneranno nuovi scenari relazionali, economici, occupazionali. E’ compito delle istituzioni politiche e delle agenzie formative governare tali processi evolutivi, portando al centro la persona e valorizzando la dignità umana. Le new skill richieste dal mercato del lavoro e soprattutto i modelli di organizzazione aziendale e produttiva devono essere declinate assumendo la prospettiva del nuovo umanesimo che vuol dire affermare i valori della dignità umana, il senso della persona come sistema e non perdere di vista quella trama valoriale che è insita nei rapporti sociali. Le trasformazioni tecnologiche e anche economiche che molto spesso modificano anche  le tipologie di lavoro- ha concluso Uricchio – sono importanti ma non devono far perdere di vista la centralità dell’uomo. ” Così il Rettore dell’Università degli studi di Bari Antonio Felice Uricchio che questa mattina insieme con il direttore delle risorse umane dell’Acquedotto Pugliese, Piero Scrimieri ha conversato con il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti di nuovo umanesimo del lavoro. L’incontro si è tenuto nell’ambito delle conversazioni di Agorà, che affrontano tematiche attuali con uno spirito riflessivo e critico.

“Siamo qui per parlare della tecnica e della sua interazione con l’uomo – ha detto Umberto Galimberti – pensiamo che la tecnica sia uno strumento nelle mani dell’uomo e invece è diventata il vero soggetto della storia e l’uomo è diventato funzionario di apparati tecnici. La gente pensa (e si chiede, ndr) cosa possiamo fare noi con la tecnica e invece il problema serio è che cosa la tecnica può fare per noi. La tecnica oggi è in grado di produrre effetti che dal punto di vista umano sono imprevedibili. Nel senso che la nostra capacità di fare è enormemente superiore alla nostra capacità di prevedere gli effetti del nostro fare”. Considerazioni quelle del filosofo che vanno dritte nel segno e configurano a suo dire scenari decisamente negativi. A chi gli chiede a cosa andiamo incontro, la risposta è secca e decisa: “La catastrofe, la fine dell’Occidente – e poi aggiunge – non dobbiamo pensare che tutto si può risolvere, ci sono dei punti oltre i quali non si risolve più niente. L’occidente rappresenta il 17% della popolazione mondiale e per tenere questo livello di vita ha bisogno dell’80% delle risorse della terra. Qual è il sistema che può stare in piedi in questa maniera? Ci sono 7 miliardi di persone che devono accontentarsi del 20% delle risorse della terra. E dobbiamo ancora crescere? E’ solo la pazzia che può far dire queste cose, o al massimo un economista che per me sono la stessa cosa”.

PREVENIRE RADICALIZZAZIONE JIHADISTA, PROSEGUE IMPEGNO UNIBA

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Continua l’impegno di UniBa e dei suoi docenti nella prevenzione della radicalizzazione del terrorismo di matrice jihadista. L’ateneo barese è tra le università ammesse al finanziamento del progetto per la “Costituzione di reti universitarie italiane in attuazione di accordi di cooperazione tra le università italiane e quelle di stati aderenti all’organizzazione della cooperazione islamica”.
“Si tratta di un progetto – afferma il rettore Antonio Uricchio – in linea con i principi della Strategia per la promozione all’estero della formazione superiore Italiana 2017/2020, che sarà svolto in collaborazione con altre università italiane (UPO, LUM Jean Monnet, Roma Tre, Milano Bicocca e altre) e ben 10 tra e più prestigiose università di Paesi aderenti all’Organizzazione della cooperazione islamica (OCI) da tempo impegnate in queste tematiche. Comprendere la radicalizzazione, elaborare percorsi di deradicalizzazione, favorire l’integrazione interreligiosa, questo l’obiettivo”. “E’ grazie all’expertise maturato negli scorsi anni – precisa Sabrina Martucci, responsabile scientifico dell’Unita UniBa del progetto – che la nostra università si è accreditata nella selezione e potrà avviare corsi congiunti e di alta formazione per la comprensione del fenomeno della radicalizzazione, del suo contrasto preventivo e della integrazione interreligiosa e inter culturale. Alla luce delle più recenti operazioni brillantemente condotte nel capoluogo pugliese dalle unità antiterrorismo, il nostro Paese dimostra di avere gli strumenti di intelligence e giudiziari che consentono di operare nel senso della prevenzione del terrorismo di matrice islamista, ma è necessario che l’Università collabori nei piani della formazione curriculare e post laurea”.
“La nostra Università – aggiunge Uricchio – ha avviato un accordo di collaborazione, a titolo gratuito, con la Procura della Repubblica – per il quale sono referenti i professori Nicola Colaianni Sabrina Martucci – per la stesura e realizzazione di programmi e percorsi di recupero socio-culturale-giuridico finalizzati alla deradicalizzazione, di cui il primo è in corso di svolgimento. È stato anche attivato un Master in ‘Prevenzione della radicalizzazione del terrorismo e politiche per l’integrazione interreligiosa e interculturale’, primo in Italia nel suo genere, per la preparazione di esperti della prevenzione del terrorismo negli operational frameworks in cui occorre rafforzare la capacità locale di combattere la radicalizzazione. Ci accingiamo ad avviare, nel nuovo anno, la seconda edizione come Master di II livello e tutte le altre attività del progetto”.

NASCE “FUTUREPORT INNOVATION HUB” DEL PORTO DI TARANTO

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Si è svolto, a Taranto, presso la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio (AdSPMI),
l’evento di presentazione del FuturePORT Innovation Hub, il primo hub di innovazione dedicato ai temi del trasporto marittimo, della logistica e, in generale, della blue economy, una nuova collaborazione tra AdSPMI e BaLab, laboratorio di creatività dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Il FuturePORT Innovation Hub rientra tra le Azioni strategiche previste dal Piano Operativo Triennale 2017/2109 dell’AdSPMI e ha l’obiettivo di fungere da centro propulsore per l’avvio di attività di creazione d’impresa innovativa, consolidamento dei rapporti con il territorio ed i portatori di interesse, diffusione della cultura marittimo-portuale, dei trasporti e della logistica, anche in chiave digitale. Sarà altresì un modo nuovo, informale e diretto, per consolidare i rapporti tra porto e territorio, aprire il porto ad attività emergenti in grado di creare un ambiente più smart ed efficiente.
In apertura dell’evento, il Rettore Antonio Felice Uricchio è intervenuto in videoconferenza, manifestando la propria soddisfazione per l’avvio di questa iniziativa che segna un momento storico per il territorio tarantino e può costituire una buona prassi per altre realtà. Alle sue dichiarazioni, si è unito il Presidente dell’AdSP professore Sergio Prete illustrando l’importanza che il porto – che sta attraversando una fase positiva di rilancio sia della componente industriale che di quelle commerciale e logistica – evolva verso un nuovo modello di business che apra all’innovazione, per competere in un contesto in cui il Mediterraneo ha recuperato la propria centralità nei traffici dal far East. In questo percorso, l’AdSPMI si è ispirata a PortXL, l’acceleratore di start up creato dal porto di Rotterdam e dedicato alle attività portuali, della logistica, dell’energia, oil&gas, industria e ambiente e con il quale l’AdSPMI avvierà una collaborazione per definire il modello di business del Innovation Hub del porto di Taranto.

All’incontro era presente una rappresentanza dei principali attori del territorio che animano il cluster portuale, industriale e logistico legato al porto di Taranto, oltre ai rappresentanti del settore bancario e finanziario e di alcune aziende innovative di eccellenza del territorio. Presenti anche il Comune di Taranto, la CCIAA di Taranto, Confindustria Taranto e Confcommercio a supporto delle aziende del territorio. Ma, soprattutto, erano presenti i ragazzi del BaLab tarantino – un gruppo di 20 innovatori selezionati tramite una “call for ideas”, impegnati in un percorso di autoimprenditorialità già da 5/6 mesi e che li sta portando a trasformare, anche grazie al supporto di tutor e mentor, i propri sogni in progetti imprenditoriali – che hanno presentato otto idee imprenditoriali innovative maturate nell’ambito del Balab, nei settori dalla logistica, della mobilità sostenibile, della realtà virtuale, dell’economia circolare, dell’innovazione digitale e sociale.

Nel corso dell’evento, Fulvio Lino Di Blasio, Segretario Generale dell’AdSPMI, ha illustrato la road map che l’AdSPMI e il Balab – in attuazione dell’Accordo Quadro del luglio 2018 – seguiranno per giungere all’avvio dell’Innovation Hub, aprendo il dialogo al complesso degli stakeholder e al cluster portuale. Nella fase iniziale, che partirà nei primi mesi dell’anno, sarà avviata, presso una sede messa a disposizione dell’AdSPMI, un’azione pilota – il ‘Balab in porto’ – destinata a tutti i ragazzi e a tutte le start up che, nel 2018, hanno seguito un percorso di accompagnamento con il Balab. Proseguirà, poi la fase di definizione del modello di business, di fundraising, adesione dei soggetti pubblici/privati all’iniziativa ed alla definizione dell’avviso di selezione che consentirà ad alcuni ragazzi di partecipare al primo programma di incubazione del FuturePORT Innovation Hub.

UNIBA IN CLASSE A NEL RANKING URAP 2018

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Pubblicata la Classifica URAP 2018 che permette di valutare la ricerca scientifica degli atenei a livello mondiale utilizzando alcuni indicatori bibliometrici che colloca l’Università di Bari in classe A guadagnando 28 posizioni. “Il prestigioso risultato attestato dal ranking URAP 2018 – afferma il rettore Antonio Uricchio – conferma i  progressi nel campo della ricerca già registrati dal nostro  Ateneo nei precedenti ranking internazionali. Un risultato che testimonia la bontà delle scelte assunte sul piano strategico e il valore del lavoro svolto dai nostri ricercatori per  migliorare il presente e il futuro dei giovani”.
Intanto il Consiglio di Amministrazione, nella seduta odierna, ha approvato, all’unanimità, il Bilancio Unico di Previsione 2019 che segna importanti risultati sul fronte degli obiettivi che l’ateneo intende conseguire sia a favore degli studenti sia dei ricercatori.
Tra le misure che l’Ateneo intende avviare e perseguire nel 2019 si segnala l’aumento del 50% della spesa destinata alle attività part-time; 100% per il progetto Student Card; 100% per il cofinanziamento al progetto Global Thesis; 60% per i visiting professor 500.000 euro destinate alle borse di Studi Aldo Moro e 100.000 euro per premio al merito per i migliori studenti.
L’Università di Bari, inoltre, per il 2019, ha previsto la spesa di un milione e 500 mila euro per le attività di ricerca di cui una parte significativa a favore dei giovani ricercatori.
Il rettore Uricchio ha espresso “profonda soddisfazione per l’approvazione del bilancio previsionale di ateneo per il 2019 e ha ringraziato per l’impegno profuso il personale docente e tecnico amministrativo e gli studenti”.

URICCHIO “ANNO POSITIVO, STUDENTI PROTAGONISTI”

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“Penso che il giudizio sia positivo e siano i numeri in qualche modo a offrirci conforto rispetto anche alle impressioni e alle sensazioni”. A parlare è il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio che ha tracciato un bilancio dell’anno che sta per concludersi. Il 2018, infatti è stato un anno intenso per l’Ateneo, ma anche soddisfacente. “Come Università di Bari – ha detto Uricchio – abbiamo migliorato ulteriormente le nostre performance di carattere finanziario, e siamo stati anche premiati dal Ministero in termini di risorse sia finanziarie, attraverso l’aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) che assunzionali con i cosiddetti punti organico”. Quello che soddisfa maggiormente il rettore è la risposta degli studenti. “Siamo stati soprattutto premiati dai nostri studenti – ha spiegato – perché in numero sempre maggiore hanno deciso di immatricolarsi ai nostri corsi di laurea. Il numero delle immatricolazioni è cresciuto ancora e soprattutto credo che sia migliorata la reputation del nostro Ateneo anche oggetto di una valutazione positiva da parte dell’Anvur (Agenzia nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, ndr) che nel mese di novembre ha svolto la propria visita di accreditamento”.
“Anche gli ispettori OCSE – ha continuato il rettore – hanno potuto salutare la capacità innovativa del nostro Ateneo, in particolar modo analizzando due best practice come il BaLab e il Centro per i Rifugiati e credo che anche le valutazioni positive espresse da organi terzi lontani dal nostro territorio e dalla nostra istituzione siano particolarmente significative, perché esprimono anche un pieno apprezzamento di un progetto che abbiamo espressamente voluto e che oggi abbiamo anche potuto mettere in campo attraverso i nostri studenti, i nostri giovani. Un bilancio positivo almeno credo – ha aggiunto Uricchio – e mi auguro che le attività avviate possano essere ulteriormente implementate. Penso alla internazionalizzazione, alla Terza Missione, penso al miglioramento qualitativo dell’offerta formativa, penso al potenziamento della ricerca. Sono tutti obiettivi in progress che possono essere ulteriormente sostenuti e l’azione che stiamo mettendo in campo anche attraverso il bilancio sarà un ulteriore impegno in questa direzione”.

Nonostante il bilancio positivo, Uricchio rimarca la necessità delle risorse. “Le risorse sono essenziali – ha detto – per poter mettere in campo delle azioni concrete. In questi anni abbiamo dovuto sopportare anche dei tagli pesanti, il 20% in meno rispetto a 10 anni fa. Però, nonostante l’esiguità delle risorse, abbiamo messo in campo azioni che sono state coronate da risultati significativi. Attraverso un ulteriore sostegno di carattere finanziario gli obiettivi che possono essere perseguiti sono ancora più ambiziosi e devo dire – ha aggiunto – che l’attrazione di risorse premiali è stata per noi particolarmente importante, perché non soltanto ha consentito anche la soddisfazione di un risultato positivo, ma anche di poter contare su maggiori risorse che credo potranno essere messe a valore”. Per il rettore, il 2019 sarà l’ultimo anno del suo mandato. Un tempo “sufficiente per completare le attività svolte e porre le basi di quelle che saranno poi proseguite. Mi auguro – ha detto – che anche nel futuro ci possa essere una continuità in questi processi. Soprattutto la valorizzazione dei più giovani, il ruolo della ricerca, il riconoscimento dei meriti – ha ribadito – possano essere obiettivi comuni che possano essere perseguiti da chiunque sia il mio successore”.
Quanto ai veri protagonisti dell’Università, cioè gli studenti, Uricchio ha dichiarato: “I giovani sono protagonisti del futuro come del presente e lo sono a maggior ragione di un’istituzione universitaria che opera per i giovani. Non siamo solo un’agenzia formativa, siamo un luogo in cui matura la personalità, in cui si pongono le basi anche per la crescita. Quindi il ruolo dei giovani non può che essere centrale all’interno della nostra istituzione. Ovviamente – ha sottolineato – occorre che la partecipazione dei giovani, la condivisione, l’idea comunitaria che deve sostenere anche i modelli relazionali all’interno della nostra istituzione accademica e soprattutto – ha concluso – l’invito ai giovani di essere liberi nel pensiero e creativi nell’azione”.

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